Eleaml - Nuovi Eleatici


DELLA ISTRUZIONE PUBBLICA E PRIVATA IN NAPOLI

DAL 1806 SINO AL 1871

MONOGRAFIA per il professore GIROLAMO NISIO

R. PROVVEDITORE AGLI STUDII

NAPOLI

Tipografia dei fratelli testa

Cortile S. Sebastiano 51.

(2)

Della istruzione pubblica e privata in Napoli dal 1806 sino al 1871 Girolamo Nisio - HTML 01

Della istruzione pubblica e privata in Napoli dal 1806 sino al 1871 Girolamo Nisio - HTML 02

(se vuoi, scarica il testo in formato ODT o PDF)

Spesa per la istruzione municipale di Napoli 

secondo il bilancio presuntivo dell’anno 1870-71

PARTE ORDINARIA PERSONALE MATERIALE SPESA

TOTALE

Scuole elem.

Maschili

Stipendi al personale delle scuole diurne

Stipendi al personate delle scuole serali

131,977,60

54,911,

186,888,60
Scuole elem.

Feminee

Stipendi al personate delle Scuole feminee

e delle scuole promiscue affidate a maestre

136,930 136,990
Per le une e le altre scuole Fitti de’ locali

Illuminazione delle scuole

Libri ed oggetti scolasticiSuppellettiliManutenzione delle scuole

Premiazione annuali e semestrali

56,660

8,500

4,000

3,000

1,200

5,000

78,360

Asili infantili Assegno all’opera degli asili

» all'asilo Rotschild » all’opera de’ fanciulli usciti

dagli asili

57,000,

1,275,

9,000,

67,875,
Convitto normale femminile Stipendi alle persone

addette al ConvittoVitto alle allieve ed alle superiori

Manutenzione di arredi

5,460, 17,365,501

1,064,50

93,890,(1)
Riporto 396,553,60 96,790,00 493,343,60

(1) Si noti che il Municipio riceve i sussidi provinciali, governativi e la retta di quelle che sono in convitto a proprie spese.

PARTE ORDINARIA PERSONALE MATERIALE SPESATOTALE
Convitto Caracciolo Personale addetto al Conv.Vitto per 130 alunni, prefetti, comandante e per la illuminazione 19,640, 63,848 73,488, (1)
9,800,
Scuola Tecnica al Caracciolo Personale addetto a questascuola 9,800,
Convitto Giannone Stipendii al personale addettoVitto a 108 alunni, superiori e suppellettili, arredi ecc. 16000, 40,610 56,610,
Scuole Ginna-siali annesse 10,840, 10,840,
Conv. Cirillo Personale addetto

vitto a 70 alunni ed al superiori, suppellettili ecc.

13,720, 27,720 41,440,
Scuole Ginna-siali annesse Stipendi alle Persone 11,680, 11,680,
Stipendi alle Persone 11,800, 11,800,
1a Scuola Tecnica Volta Stipendi alle Persone 12,360, 12,360,
2a Scuola Tecnica Gioia Stipendi alle Persone 5,560, 5,560,
3a Scuola Tecnica Cirillo Stipendi alle Persone 8,828, 8,828,
4a Scuola Tecnica Della Porta Manutenzione delle 4 scuole, apertura della2a classe al Cirillo ecc. 6,100 6,100,
Totale 120,428, 128,278 248,506,
Riporto 396,553,60 96,790 493,343, 60
516,781,60 225,068 741,869, 60

(1) Il Municipio ha la retta degli alunni ad un sussidio dal Ministro di Agricoltura e Commercio.

PARTE STRAORDINARIA PERSONALE MATERIALE SPESA

TOTALE

Assegni

e spese

straordinarie

A due alunni della scuola di veterinaria 638
Alla Scuola filantropica di lavoro 3000
al 2a Educatorio R. Femineo

al 3a Educatorio R. »

per 25 posti semigratuiti al Caracciolo

17000
per viaggio d'istruzione degli alunni del Caracciolo 6375 12000
per il Congresso Pedagogico 14280 18000 191,493,
alla scuola di S. Giuseppe dei Vecchi 1800
alla scuola di Chimica applicata alle arti 2400
alle scuole di disegno della Società operaia 2000
alle scuole Ginnastiche Militari 18000
alla scuola di S. Pantaleone 18000
lavori nel Convitto Caracciolo 70000
Spese casuali 18000
Totale 73493 118,000
Riepilogo
Parte ordinaria 516,781.60 225,068 741,849,60
Parte straordinaria 73,493, 118,000 191,493,
Totale 590,374,60 343,068 933,342,60

Dalla quale somma bisognerebbe detrarre quella delle rette che si percepiscono dagli alunni de' Convitti, delle tasse scolastiche e de’ sussidi governativi, le quali somme formano la somma totale che 6 segnata nella parte attiva del bilancio municipale. — Lire 103,350.

Talchè la spesa effettiva che il Municipio porterebbe in questo anno, qualora spendesse tutte le somme stanziata nel bilancio, sarebbe. — Lire 743,332,60.

Ora di questa somma alla istruzione elementare, compreso 1’assegno agli Asili ed all'Opera de’ fanciulli usciti dagli Asili, non si spenderebbe, giusta il bilancio presuntivo, che Lire 463,453,60. E di questa somma agli stipendi di tutto il personate addetto alle scuole elementari si spendono Lire 323,818,60.

N. B. — Prima che andasse in macchina questo foglio, abbiamo appreso che la Giunta Municipale, a proposta dell'Assessore prof. Marciano, ha deliberato la nomina di sei direttori didattici, uno per ogni due sezioni e di quattro direttrici didattiche una per ogni ire sezioni, scelti tra i migliori insegnanti elementari municipali perché la direzione educativa fosse uniforme e l'ispezione continua ed assidua, soddisfacendo così anche un voto emesso dalia Società degl'Insegnanti di Napoli. Questo diciamo avendo mostrato in questo capitolo il desiderio di veder l'uniformità didattica e la ispezione nelle scuole più ordinata

CAPITOLO VI

Concorso del Consiglio Provinciale nel promuovere la istruzione pubblica.

Il Consiglio della provincia di Napoli non è stato secondo al Consiglio comunale in generosità nello spendere a favore della istruzione. Esso non!solo ben volentieri ha sostenuto tutti i carichi che dalla legge gli venivano imposti, ma liberamente e largamente ha contribuito col suo danaro a promuovere e sovvenire la istruzione elementare nella provincia. Nel 1862 quando i comuni della provincia aveano maggior uopo di aiuti per fondare le nuove scuole, la provincia stabili la somma di lire 17 mila a sussidio della istruzione elementare, e questa somma fu impiegata parte all’arredamento scolastico, e parte a stipendi, a sussidii ed a premi degl'insegnanti. La qual cifra fu mantenuta nei bilancio dell'anno seguente, ed a mano a mano venne scemando, secondo che i comuni si abituavano a considerare il dispendio per la istruzione come il più proficuo ed il più necessario; intantochò ridotta a io mila lire nel 1867 si è sempre conservata fino a questo anno. Di guisa che per sussidiare la istruzione elementare della provincia ha speso finora non meno di 126 mila lire.

La istituzione degli Asili d’infanzia formò la prima e la più sollecita cura della Amministrazione provinciale. Non fu solo contenta di stabilire a questo effetto sino dal 1862 la non piccola somma di lire 42 mila, ma incaricò il benemerito uomo Lelio Fanelli a promuoverne la istituzione nella provincia. Se in Napoli era una Commissione a ciò ordinata, ne’ Comuni della provincia, e per la naturale inerzia dei piccoli centri e per la novità della istituzione, la fondazione degli Asili, che sono la pietra angolare della istruzione popolare, o sarebbe stata ritardata o trascurata, se altri non avesse impresa questa opera. Ed è tutto merito del Consiglio Provinciale se nella provincia gli Asili infantili furono ben per tempo aperti, stabilmente fondati ed ogni anno accresciuti. Dal 1862 sino all’anno 1871 la provincia ha speso per gli Asili d’infanzia non meno di 196 mila lire; e nella provincia, oltre al 17 di Napoli, ai quail dà un sussidio annuo, ha conferito per la metà della spesa a fondare e mantenere 22 Asili infantili quanti sono ora nelia provincia; pronta a fare altrettanto per tutti gli Asili che si vengano fondando.

Considerando che la istruzione elementare ne’ comuni è spesso abbandonata al caso, mancando la vigilanza immediata di coloro che per legge avrebbero siffatto dovere, a fare che le scuole, massime de’ comuni rurali e più lontani, fossero più accuratamente e più spesso vigilate, il Consiglio provinciale non dubitò di stanziare nel bilancio dell’anno 1866 io mila lire a questo utile scopo. E se negli anni appresso tal somma non si vede ripetuta è da recarsene la colpa a chi non seppe mettere in atto il disegno utilissimo del Consiglio. Le scuole dei piccoli comuni non possono prosperare, se un ispettore diligente, esperto dei metodi più efficaci, autorevole e per lo zelo verso la istruzione popolare e per la dignità della vita, instancabile, amorevole e severo insieme non passi il suo tempo ad esaminarne la parte didattica, a correggerne i difetti, a dare l’esempio del buono insegnamento, a consigliare, stimolare, incoraggiare gl’insegnanti. E questo non si può sperare se la Provincia non sovvenga e non concorra alla ispezione governativa, li principale fattore della buona scuola è il Maestro. E l’Amministrazione Provinciale comprese il dovere che aveva di cooperare alla buona educazione degl’insegnanti elementari. E non solo secondo tutte le richieste che furono fatte per l’arredamento scientifico delle due scuole normali, al quale effetto ha speso finora ben 14 mila lire; ma è stata larga di sussidi agli allievi maestri dell’uno e dell'altro sesso. Nel 1866 non solo spese 9 mila lire per sussidiare gli allievi delle scuole normali, ma contribuì per 1400 lire a mantenere i corsi magistrali aperti in alcuni istituti pii, ad agevolare la istruzione delle maestre per i comuni della provincia, ne’ quali le scuole feminee trovavano difficoltà ad aprirsi per il difetto di maestre idonee. Negli anni appresso ha conferito sempre 40 sussidi per amendue le scuole; e nell’anno 1869, considerando che le donzelle delle scuole dei Comuni secondari, non potevano avere nel paese natale istruzione sufficiente per essere ammesse alla 1a classe normale, per ispianare la via alle donzelle de’ comuni rurali di prender l'avviamento magistrale, stabili sei sussidi alla scuola preparatoria annessa alla scuola normale feminile.

A fornire gl’insegnanti elementari de’ libri necessari a migliorare la loro arte, sino dal 1865 stabili due mila lire per biblioteche pedagogiche, e sebbene nell’anno appresso;fosse stata ripetuta la somma, pure il pensiero non ebbe effetto, forse perché gli animi allora erano più intesi a moltiplicare le scuole che a renderle proficue e migliori.

Nè il Consiglio provinciale si limitò a sussidiare la istruzione elementare pubblica soltanto, ma fu largo di aiuti a tutti i privati che si fecero promotori di opere che mirassero alla educazione popolare. L’opera degli Accattoncelli è stata ogni anno soccorsa, ed ha un assegno annuo di lire 5100; le scuole di ginnastica sono state sussidiate sino dal loro primo nascere, e dal 1866 sino al 1871 hanno ricevuto 37 mila lire; e la palestra centrale fu per due anni sovvenuta di 5 mila Urea poter metter su tutti gli attrezzi necessari; la Promotrice di belle arti per 4 anni successivi ha avuto 31000 lire.

Nè ha trascurato i giovani poveri od altri, ne’ quali apparisse speranza d’ingegno, sia pagando le tasse scolastiche, sia sussidiando all’estero giovani che si fossero dati a studi speciali, sia mandando altri o nelle scuole tecniche di Genova e di Venezia o nell’Istituto di Vallombrosa o nella scuola superiore de’ sordomuti di Milano, e già mantenendo dieci fanciulle nell’Istituto per le figlie dei militari.

Per quello che si attiene alla istruzione superiore e speciale il Consiglio provinciale non ha guardato mai a spesa per accrescere il lustro della provincia e il decoro degli studi. Al mantenimento dei R. Educatori feminei ha concorso dal 1871 per lire 481 mila. Per l’Istituto tecnico, sia contribuendo alla fabbrica del magnifico edificio, già provvedendolo dell’arredamento scientifico, sia per lo stipendio dei professori, ha speso finora 340 mila lire. All’Istituto d’incoraggiamento sino dal 1864 ha assegnata la somma annua di lire 10 mila. Alla Biblioteca topografica in due anni ha speso 46 mila lire. Nè ha mancato di sussidiare gli studenti di belle arti, il Collegio medico cerusico e della scuola di Veterinaria.

Ora a tutte queste opere, dalle quali non piccolo incremento ha avuto la istruzione, il Consiglio provinciale dal 1864 all’anno 1871 ha impiegata la somma di lire 1,440,565. E si noti come la somma stanziata nel bilancio della provincia a favore della istruzione, che nell’anno 1864 non fu minore di 100 mila lire, in questo anno ascende alla somma di 448 mila lire.

Le quali cifre, più che le mie parole, dimostrano all’evidenza quanto efficacemente il Consiglio provinciale abbia cooperato a promuovere la istruzione di questa provincia, e come a ragione nel 6. Congresso pedagogico, ragunatosi a Torino, meritò di essere premiato per l’opera sua generosa a beneficio della istruzione.

Asili d'infanzia della provincia di Napoli fondati e mantenuti con il concorso, per la metà della spesa, del Consiglio provinciale.


vai su


CIRCONDARI NUMERO

degli Asili

NUMERO

de’ fanciulli

Osservazioni
1. Circondario di Napoli (1) 3 633 (1) Non si tien conto qui de’ 17 Asili di Napoli, alla cui fondazione la Provincia non ha concorso direttamente.
2. Circondario di Casoria (2) 9 903 (2) In questo anno si sono già aperti 2 novelli Asili in questo circondario.
3. Circondario di Castellamare (3). 8 980 (3) Il Comune di Castellammare mantiene due Asili senza verun sussidio della Provincia.
4. Circondario di Pozzuoli. 3 293
Totale 23 2809 Per gli Asili nel bilancio della Provincia in questo anno sono stanziati 40 mila lire, quando nell'anno precedente furono 24 mila.

CAPITOLO VII

Istruzione delle donzelle civili — RR. Educatori femminili in Napoli.

La istruzione e la educazione delle donzelle appartenenti a famiglie notabili per nobiltà e per ricchezza non è stata mai trascurata in Napoli. Il primo impulsò fu dato dai governo francese, il quale sino dal 1807 fondò in Aversa nel soppresso monastero de' Cassinesi di S. Lorenzo una casa di educazione delle donzelle bennate sotto il titolo d’istituzione Reale di Aversa. Questo Educatorio feminile appresso per decreto del 3 settembre 1813 trasferito in Napoli nel già monastero dei Miracoli fu il fondamento e la norma di tutti gli altri educatori, sorti di poi, e degl’istituti privati ne’ quali vennero educate donzelle di più modesta e mezzana fortuna. E l’esempio dato dalia Regina, moglie di Gioacchino, la quale fece questo Educatorio obbietto principale delle sue cure, fu seguito dalle altre regine; talché questa istruzione non pure fu salvata dal naufragio comune, ma fatta segno degli speciali favori sovrani, fu in processo di tempo allargata. In fatti nel 1 maggio 1829 per decreto reale si fondò un secondo educatorio, col titolo di Educandato Regina Isabella Borbone convertendo in regia quella Casa di educazione che si dirigeva dalla signora Rosalia Prota, ed assegnandovi quella dotazione onde la provincia di Napoli e la tesoreria sosteneva la istituzione privata. E con decreti del 9 novembre 1853 e 13 ottobre 1854 si erigeva a terzo Educatorio regio un’altra casa di educazione che per opera dei Ritiro della Immacolata Concezione a sant’Efrem Nuovo era venuto fabbricandosi in un giardino contiguo a spese delle donne in quel Ritiro raccolte. Ora questi tre regi Educatori, dipendenti dal ministero dell’Istruzione pubblica, governati allo stesso modo, trovati ancora in vita nel 1860, furono l'unica Istituzione pubblica per la educazione delle civili donzelle nel già regno di Napoli.

Qual fosse allora il grado d’istruzione di questi istituti e quale l’indirizzo educativo non è mestieri che si dica ora. Nondimeno le principali signore delle nostre province furono quasi tutte educate in questi Convitti; e quel tanto di cultura feminea che si è conservata presso le nostre famiglie agiate è stata tutta opera di questi Educatori.

Dal 1860 in qua questi regi Istituti si sono venuti a mano a mano riordinando, riformando e migliorando sia per opera degli egregi uomini che sono stati a capo del Consiglio direttivo sia del ministero della Pubblica Istruzione, che finalmente con decreto del 13 febbraio 1868 ne stabili nuovo regolamento organico. Nel cenno storico del progresso della istruzione pubblica in Napoli sono venuto indicando i miglioramenti che ogni anno si sono fatti nella parte didattica e educativa di questi Educatori!. Di che sì deve dar lode speciale al senatore Imbriani, che per la sua costanza e la sua autorità ha saputo bellamente superare tutti gli ostacoli che attraversavano le riforme richieste dalle mutate condizioni politiche, e condurre la istruzione e la educazione in quella floridezza in cui si trovano al presente.

In questo anno de’ tre Educatorii sono aperti due soltanto, il primo col titolo di Principessa Clotilde ed il secondo con quello di Regina Maria Pia.11 terzo Principessa Margerita per dissesti economici è stato temporaneamente chiuso collocandovi le donzelle negli altri due istituti; e forse nel novello anno scolastico, ristorata l’amministrazione, sarà per riaprirsi nel nuovo edilizio di santa Patrizia, conceduto dal Municipio.

L’amministrazione di questi tre Educatorii è affidata ad unico Consiglio direttivo, parte eletto dalla provincia e parte dal Ministero con una Direttrice propria da cui dipendono tutte le persone che intendono alla educazione ed istruzione delle donzelle convittrici. E il mantenimento di essi si ritrae in massima parte da beni patrimoniali, da assegni provinciali e dalle rette delle alunne a pagamento. Vi ha de’ posti semigratuiti, che possono giungere sino al terzo dei posti di ciascuno Educatorio, secondo le condizioni economiche più o meno prospere; e si conferiscono a concorsi giusta le norme stabilite dal Regolamento 13 febbraio 1868.

La istruzione si estende per tre corsi, il primo elementare di quattro anni, l’altro ginnasiale o secondario di tre anni, il terzo complementare di due anni. Nel l e 2 Educatorio sono i tre corsi interi;nel 3 per ora dovrebbe essere il corso elementare e secondario.

Il corso elementare oltre alle materie prescritte per le scuole feminili dai vigenti Regolamenti abbraccia i principii della lingua francese.

Il corso secondario e complementare comprende materie obbligatorie facoltative.

La materie obbligatorie, secondo il Regolamento del 1868 sono:

a) Catechismo e Storia Sacra.

b) Lingua e lettere Italiane.

c) Lingua francese.

d) Aritmetica, sistema metrico e computisteria,

e) Storia e geografia specialmente d'Italia,

f) Nozioni di fisica, di chimica, di storia naturale e d’igiene.

g) Nozioni di morale e pedagogia.

h) Disegno lineare e di ornato.

i) Calligrafia.

Le materie facoltative sono:

a) Lingua inglese.

b) Disegno di paesaggio e di figura.

La estensione, la distribuzione e l'ordine di questi diversi insegnamenti sono lasciali al giudizio del Consiglio direttivo, il quale cura la formazione de’ programmi didattici e li trasmette con le sue osservazioni alla Potestà scolastica locale.

In questo anno gl’insegnamenti principali nel corso secondario e complementare sono cosi ordinati:

lingua Italiana — Nella 1 e 2 classe ginnasiale parte grammaticale insegnata con metodo corrispondente al grado dell’insegnamento. Nella 8 ed classe studio di lingua e precetti sopra i vari generi di scrivere in prosa, accompagnati da notizie intorno ai principali scrittori della letteratura italiana. Nella 5 classe de’ varii generi di poesia e studio di Dante. In tutte le classi esercizi di comporre in relazione con l’insegnamento.

Storia — Nelle prime tre classi si studia la storia antica, orientale, greca e romana, e nelle due ultime la storia italiana da Odoacre sino ai giorni nostri

Geografia — Nelle tre prime classi l’Europa in generale ed in particolare, nelle due classi superiori le altre parti del mondo. Però nel medesimo tempo si studia la parte cosmografica, fisica, politica ed etnografica di ciascuna regione.

Aritmetica — Si fa un corso ordinato e graduato di aritmetica per tutte le cinque classi, nell’ultima delle quali si dà qualche nozione di geometria.

Scienze naturali — Dalla seconda classe si comincia il corso di scienze naturali e d’igiene e si seguita gradatamente sino alla 5 classe.

Religione — Contemporaneamente alle altre materie s’insegna la parte religiosa, ma non esce fuori de’ termini del catechismo o piccolo o grande della diocesi.

La lezione di morale e di pedagogia manca in questo anno.

L’insegnamento elementare è affidato a maestre, munite di patente, il secondario e complementare a varii professori secondo la materia. Però questi professori sono aiutati da maestre ripetitrici, che convivono con le fanciulle.

Educandosi in questi istituti le donzelle di condizione più elevata, lp istruzione di lingue moderne e la educazione artistica vi prende molta parte. La lingua francese e l’inglese, la musica strumentale e vocale, il disegno, il ballo sono coltivati con amore e con maggiore studio. Ha nondimeno si è perduta di mira la naturale missione della donna, destinata ad essere madre capo di una famiglia. Onde si è messa tutta la cura, dal 1860 in qua, che i lavori donneschi vengano gradatamente esercitati. Le alunne hanno per obbligo di spendere il tempo stabilito ai lavori donneschi ordinati in ciascuna classe. Questa istruzione ò affidata a maestre speciali, e perché l'amore a questi utili esercizi sia sempre vivo nelle alunne in tutti gli anni si fa esposizione de’ lavori di tutto l’anno scolastico.

Il numero delle alunne inscritte in questo anno ne’ due R. Educatori aperti è il seguente:

1o Educatorio — Principessa Maria Clotilde
Classi elementari
Alunne —Element. 70 2a 3a 4a Totale
117 sez. inf. sez. sup.
Ginnas. 47 10 11 17 17 15 70
Classi ginnasiali e complementari
1a 2a 3a 4a 5a Totale
11 14 11 6 5 47
2o Educatorio — Regina Maria Pia
Classi elementari
Alunne —Element. 73 2a 3a 4a Totale
113 sez. inf. sez. sup.
Classi ginnasiali e complementari
Ginnas. 40 4 11 20 17 20 73
1a 2a 3a 4a 5a Totale
14 10 9 3 4 40
Educatorii femminili delle Sorelle e delle Figlie di Carità.

Anche le due Congregazioni religiose delle Figlie e delle Sorelle di Carità mantengono Educatori per le donzelle civili; i quali sebbene sieno sottoposti alla vigilanza della potestà scolastica, pure sono istituzioni affatto private.

Le Sorelle di Carità quantunque per istituzione fossero ospedaliere, pure intorno al 1821 nella Casa principale, ove aveano un noviziato, aprirono un pensionato per civili donzelle, sotto il titolo di Regina Coeli (1); il quale come puro istituto privato si mantiene e dalle rette delle alunne e dai risparmi della Congregazione.

L’insegnamento è diviso in due corsi, elementare e ginnasiale; il primo in quattro classi ed il secondo abbraccia una sola classe. Il programma del corso elementare, per quello che riguarda materia d’insegnamento, è secondo i programmi governativi, salvo qualche varietà nella distribuzione e nella gradazione delle varie materie. Nella prima ginnasiale mentre in aritmetica, geografia, storia, fisica e morale non si fa che seguitare il corso di quarta classe, in lettere italiane si passa tosto allo stile ed ai vari generi di scrivere senza che siasi fatto alcuno studio della lingua, né rifatto il corso grammaticale, che nelle classi precedenti non esce de' limiti di un insegnamento puramente elementare.

Alunne —Element. 97
101
Ginnas. 4

Quanto al resto si seguitano i R. Educatori; v’ha lezione di francese, inglese, disegno, musica, di lavori donneschi. È naturale che tra l’uno e gli altri sia grande emulazione, gareggiando per attirare la fiducia delle famiglie e per mostre splendide che sogliono fare alla fine dell'anno scolastico e per la buona educazione morale nella quale allevano le donzelle.

Le alunne ammesse nel 1870-71 sono cosi partite.

1a classe 2a cl. 3a cl. 4a cl. Totale
25 43 21 8 97
1a classe ginnas. 4
101

Le Figlie della Carità, distinte dalle Suore suddette, anch’esse presero ad istruire ed educare civili donzelle. Sino dal 1846 fondarono al Consiglio (1) un Convitto per donzelle a pagamento, e poi nel 1859 ne aprirono un altro alla Salute.

Quantunque le scuole delle Figlie della Carità prima del 1860 fossero bene innanzi alle altre scuole pubbliche in fatto d’istruzione, pure dipoi non hanno saputo correre innanzi come ì tempi richiedevano. Dal principio furono alquanto restie ad accettare le utili novità; poscia vedendo che il resistere loro sarebbe nociuto, si piegarono ai nuovi libri e programmi, ma facendo chiaro apparire che lo facevano assai a male in cuore.

Si aggiunga che il cresciuto bisogno della istruzione richiede maggior numero di maestre e con più cultura; e la Congregazione non ha saputo formarne sufficienti all’uopo. Di che è avvenuto che la istruzione in questi due educatorii, tenuti dalle Figlie, non è di molto allargata da quello che era prima del 1860, né puossi ammettere che siasi migliorata ne'metodi.

Nell’uno e nell’altro manca qualunque corso perfettivo, se si eccettui lo studio della lingua francese che si fa di pari passo con lo studio elementare; anzi nel Convitto della Salute non è che il solo grado inferiore elementare. I lavori donneschi sono ordinariamente curati in tutte le scuole delle Figlie della Carità.


vai su


Ecco lo stato delle classi ne’ due Convitti.

Convitto di donzelle Civili al consiglio.
1a classe 2a cl. 3a cl. 4a cl. Totale
29 24 20 13 86
Convitto alla Salute
1a cl. 2a cl. Totale
38 18 56
Consiglio — 4. classi elementari 86
152
Salute — 2. classi elementari 56

Questi sono i principali Educatorii feminili, ne’ quali si compie la educazione delle donzelle appartenenti a famiglie di alta e di mezzana fortuna. E come chiaro si scorge ne’ soli educatorii regi, ne' quali pure si richiede una grave spesa, si trova una istruzione superiore feminile. Le donzelle di modesta fortuna non hanno il modo di allargare la istruzione elementare, quando non preferiscano di entrare nella palestra magistrale. —È grave assai questo difetto nella educazione feminea di una delle principali città d’Italia; e fa dolore che mentre le altre città, seguitando l'impulso del Ministero, hanno fondato delle scuole feminee di perfezionamento, Napoli non ha creduto di giovarsi delle profferte ministeriali. Sarebbe tempo che il Municipio colmi questo vuoto grandissimo che si trova nella istruzione delle nostre donzelle di modesta fortuna. Non tutte le donzelle possono adoperarsi all’insegnamento, come si suppone che faccia chi entri nella Scuola normale, né tutte hanno mezzi sufficienti per procacciarsi a proprie spese una istruzione superiore. E il Municipio de’ sussidi governativi e del prodotto delle tasse, con altra picciola spesa aggiunta, potrebbe mantenere una scuola di perfezionamento per le civili donzelle che escano dalle scuole elementari.

CAPITOLO VIII


Istruzione normale, Inferiore e superiore.

Le scuole pubbliche e private sia elementari, sia mezzane non potranno mai dare buoni frutti, se non avranno insegnanti dotti delle materie d’insegnamento, ed esperti dell'arte d’insegnarle ad altrui, informati ai sentimenti del dovere e pieni di quelle virtù modeste e pazienti, che confortino la loro vita di privazioni e di fatiche assidue ed oscure. E siffatti maestri e dotti e virtuosi non nascono a caso, ma bisogna prepararli con ordinati studi e con sapiente disciplina. Onde le scuole normali, che educano i maestri delle scuole elementari e secondarie, indirettamente ed efficacemente operano sul buono avviamento della istruzione, e sono quasi il fondamento della buona scuola. Dove le scuole normali sono fiorenti e saviamente ordinate, si trovano le scuole e pubbliche e private essere condotte con buoni metodi e con utilità morale e intellettuale di coloro che le frequentano. Laonde fu primo pensiero del Governo nuovo nel 1860 Sprovvedere alla educazione de’ maestri; e tra i primi fu il decreto della istituzione delle scuole normali inferiori. Però le condizioni speciali in cui si trovavano le province napolitano impedirono che questa istituzione, che dovea essere la pietra angolare del nuovo edificio della istruzione pubblica, precedesse la fondazione delle nuove scuole. Per la necessità di aprire tosto il maggior numero di scuole e fornire a tutte maestri in qualche modo pratici de’ nuovi metodi, si dovette procedere alquanto in fretta ed in furia nelle Conferenze magistrali. E quando le scuole normali inferiori sorsero in Napoli, tra per questo e perché qui si era goduta in fatto la maggiore libertà d’insegnamento e i maestri si erano formati più per la propria esperienza e per gli studi privati che per istituzioni pubbliche e per la scienza della pedagogia, esse non potettero non incontrare dall’un a parte discredito e disfavore e dall’altra accanite opposizioni. E ci volle la dottrina e la ostinatezza del Direttore Rossi, se l’una delle scuole la feminile, superate tutte le contraddizioni, giunse a fermamente stabilitisi e prosperare, e l’altra a mantenersi in vita, quantunque assai stentata. Il prof. Rossi nella sua relazione, pubblicata in Napoli il 1869, con semplicità pari alla verità delle cose, narra il progresso successivo di questa istituzione in Napoli; e l'opera di lui mi dispensa dal rifare la stessa narrazione. Senza che innanzi, tenendo io dietro al cammino fatto dalla istruzione elementare in Napoli, mi è occorso di notare, come a mano a mano la istruzione normale inferiore sia venuta crescendo di credito nella pubblica estimazione, e col dare alle scuole buoni e valenti maestri abbia potuto trionfare di tutte le opposizioni che di buona e di mala fede le venivano dai suol avversatori. Onde mi basta qui accennare, che la scuola feminile per numero di allieve, per ordinamenti e per disciplina, per diligenza de’ professori e per l’assiduo studiare delle allieve è tra le prime d’Italia. Non è a credere che io la tenga già prossima a quell’alto segno al quale debba mirare una scuola normale in Napoli, sia che io consideri la sua condizione materiale, sia la parte didattica in generale, sia il grado d’istruzione al quale giungano il più delle allieve. Ha la singolare benevolenza che la Provincia e il Municipio dimostra verso questa scuola e l’autorità delle persone che vi sopraintendono fanno sperare che ogni anno vie più possa venire prosperando.

La scuola maschile poi non solo è rimasta indietro alla femminile, ma non ha ricevuto sufficiente incremento. E quantunque vi abbiano conferito alcune circostanze speciali, perché la non avesse potuto prosperare come la feminile, pure poiché in tutte le scuole normali maschili d’Italia si verificano gli stessi effetti che nella scuola maschile di Napoli, bisogna ricercare nelle condizioni generali dello insegnamento elementare e negli ordinamenti scolastici fatti dalle leggi, la cagione del poco lieto stato delle scuole normali maschili. Chi consideri bene che in Napoli di 1432 maestri approvati in questo decennio soli 80 in circa hanno fatto un corso regolare di studi normali, e che nelle Scuole municipali di Napoli di 220 circa maestri elementari non più che 40 circa sono stati veramente educati secondo il Regolamento delle scuole normali; chi consideri quanto sia facile il superare l’esame di patente inferiore elementare, per quanto si voglia severo; chi consideri che l’obbligo del tirocinio o antecedente o posteriore è vano ed illusorio in queste province, ove è difetto di maestri patentati e si preferisce un maestro con certificato qualunque di esame ad un altro che non abbia verun titolo, troverà la cagione della poca prosperità della scuola normale maschile di Napoli al paragone della scuola feminile. Nè le sorti della istruzione normale maschile potranno cambiare finché la legge non provveda, che la professione d’insegnante elementare maschile possa fruttare quanto basti alla modesta vita di un padre di famiglia, che la condizione dell’allievo normale, se non favorita, sia posta a pari di quella dell’allievo di scuole private, e che l’esame di patente sia più pratico che teorico e il tirocinio precedente sia piuttosto condizione essenziale ad essere ammesso all’esame di patente che semplice formalità della quale si possa far senza ad entrare nella palestra dell’insegnamento.

Ora sebbene la istruzione normale inferiore in Napoli per non avere preceduta la istituzione delle scuole elementari e per non avere avuto tosto un prospero stato, non ha potuto operare che indirettamente al miglioramento delle scuole elementari municipali, pure la sua azione non è stata senza frutto quantunque indiretta.

Le massime di metodica, le idee pedagogiche, che al principio in Napoli furono fraintese e derise, nella Scuola normale furono meglio dichiarate, con calore difese, per l’insegnamento mantenute in onore e con la savia applicazione dimostrate utili e non contrarie alla libertà dell'insegnare. E per gl’insegnanti, educati alle nuove discipline pedagogiche, consegnati alle scuole pubbliche, le sane dottrine professate dalla Scuola normale in prima cominciarono ad entrare nella pratica dell'insegnamento, poi per l’emulazione che suol nascere tra le varie scuole e per lo esempio degli allievi si vennero a mano a mano estendendo alle altre scuole, come si vedeva che in tutti gli esami di concorsi fatti ai premi del Commercio i giovanetti ammaestrati da insegnanti già stati allievi delle Scuole normali erano sempre segnalati, e le scuole affidate a siffatti maestri reputate le meglio ordinate e le più saviamente condotte, se questa salutare azione della scuola normale sulla parte didattica delle scuole pubbliche è stata lenta, pure per la sua natura è stata sempre più efficace ed ogni anno di maggiore importanza. E non è da recarsi a colpa della Scuola normale se in esse non si sono corretti ancora tutti i difetti che sono l'effetto del primo ordinamento deità Istruzione elementare in Napoli.

Ecco lo stato presente delle due Scuole normali. La feminile in questo anno 187071 ha inscritte nelle tre classi 146 allieve ma 139 assidue; delle quali 36 godono sussidio governativo,16 sussidio della provincia di Napoli e 5 della provincia di Benevento.

Nel Convitto sono 67 alunne, delle quali dodici appartengono alle scuole elementari.8 tutte, tra interne ed esterne, nelle tre classi, sono così ripartite:

1a classe allieve maestre 60
2a 54
3a 33
146

La scuola maschile in questo anno ha inscritti 44, ed assidui 37 allievi così ripartiti nelle tre classi: 
1a classe allieve maestri 22
2a 13
3a 9
44

Agli allievi maestri sono assegnati 94 sussidi governativi e 3 provinciali, che si godono a casa per difettò di un Convitto non possibile a fondarsi in una città così romorosa e cosi contraria a vita raccolta e ritirata.

La Scuola normale superiore, ordinata a educare i professori delle scuole mezzane, non ha, si può dire, che un anno di vita. Istituita col R. Decreto del 33 settembre 1869, non fu aperta che nel dicembre 1870.11 niuno allettamento che offre ravviamento di professore ne’ Licei, l’antica usanza presso queste province, nelle quali la professione d’insegnante era l’effetto della propria inclinazione e degli studi privati, la mancanza di ogni sorta di eccitamento ai giovani perché entrassero ne’ corsi normali, fecero si che nel primo anno assai scarso fu il numero degli ammessi. Ai quali, affinché perseverassero, il Ministro della Pubblica Istruzione, con decreto del 13 maggio 1870, assegnò 3000 lire per costituirne 4 borse a beneficio de’ più meritevoli tra gli allievi ammessi.

In questo anno gli allievi inscritti sono nella sezione lettere e filosofia:

1a corso 9
3a 1
4a 2
12

Nella sezione di scienze fisiche e matematiche: 
1a corso 10
3a 3
4a 6
19
In tutto 31.

Di questi allievi soli tre della provincia di Capitanata godono il sussidio di Lire 108 per ciascuno, avendo quel Consiglio provinciale costituito tre a vantaggio dei giovani che entrano nell’avviamento dell’insegnamento secondario. E ii Ministro della Pubblica Istruzione con decreto dell’8 febbraio 1871, dal fondo degli studenti poveri tolse lire 2000 per formare otto borse a favore degli altri studenti inscritti. Questi sussidi sono assai poca cosa per dar vita a questa istituzione nascente. £ a sperare che, conosciuta meglio la utilità di questa scuola, le altre province meridionali non sieno per essere lente ad imitare il nobile esempio della Capitanata. In ciascuna provincia oramai ha buon numero d’istituti d’istruzione mezzana municipali, ne’ quali per legge si richiede che i professori abbiano diploma di abilitazione all’insegnamento. Se i Consigli scolastici saranno fermi nel curare lo adempimento della iegge, i giovani saranno costretti a dimenticare l'usanza passata, e a comprendere che senza studi regolari fatti in una Scuola normale superiore non sarà loro dato di divenire professori; e i municipi, nella presente scarsezza di professori debitamente abilitati, saranno condotti a stabilire de’ sussidi per i giovani che dimostrino attitudine all’insegnamento. Ma innanzi tutto è mestieri che la importanza e la utilità di questa istituzione sia fatta conoscere universalmente. E i valenti uomini preposti a questa scuola ben comprendono di quale momento possa essere l’opera loro, per non fare ogni loro potere, affinché essa dia tutti quel buoni fruiti che se ne aspettano. Napoli ha un’antica scuola e letteraria e scientifica, che né la tirannide passata né la presente non curanza, peggiore nemica del nostro bene che non l'altrui invidia, hanno potuto spegnere. E coloro che insegnano in questa scuola, ultimi eredi delle nostre gloriose tradizioni letterarie e scientifiche, son certo, nulla trascureranno perché la nuova generazione, emulando gli antichi esempi, ed aggiungendo al patrimonio lasciato dai maggiori il prodotto delle fatiche altrui, rechi nell’insegnamento e dottrina e virtù e sapienza. In tal guisa crescerà il credito ed il favore alla scuola; ed i Municipi e le Province, non saranno restii di soccorrerla largamente per averne con sapienza educati i virtuosi precettori de’ loro figliuoli.

CAPITOLO IX


Istruzione negl'Istituti di Pubblica Beneficenza.

La città di Napoli è ricchissima di opere di beneficenza, la quale fu cosi varia nelle sue istituzioni e cosi generosa verso ogni maniera d’infelicità, che se i suoi istituti fossero rimasti fedeli ai loro primi statuti, non poco di vantaggio ne sarebbe derivato alla popolare educazione. Ma un governo nemico ad ogni miglioramento civile e pel quale non era altra legge che l’arbitrio, mentre da un lato non poteva rispettare la volontà sacrosanta de’ testatori, dall’altro non doveva usare la beneficenza che a mezzo di accrescere la pubblica miseria e la ignoranza delle plebi e di premiare i suoi favoriti, non adoperare la religione, a cui tanta parte di bene è riservata nelle opere di beneficenza, che a strumento di corruzione e di barbarie. Onde cadendo lasciava ne’ molteplici istituti di beneficenza la camorra ed il ladroneggio dominante nell’amministrazione; la maggior parte delle rendite adoperate a spese di amministrazione, a sfoggio di funzioni religiose, ad assegni indebiti; l'Indirizzo o cambiato o deviato dalla prima istituzione; sostituitala vita ascetica ed il quietismo religioso alla vita attiva ed all'operosità dell’industria; la istruzione o del tutto negletta o mantenuta per ischerno; da per tutto luridezza, miseria, disordine, putridume morale e materiale.

Pubblicatasi la nuova legge sulle opere pie, l'amministrazione provinciale cominciò a volgere le sue cure al riordinamento degl’istituti di Beneficenza. Però mancava una statistica esatta di queste opere, nò si conoscevano appieno i mali e i disordini delle loro amministrazioni. Con decreto del 14 maggio 1862 fu eletta una Commessione con a capo il Prefetto di Napoli, che allora era il generale La Marmora; e questa fece una relazione sul riordinamento amministrativo degli ospedali; ma niun provvedimento fu messo in opera. Onde crebbero i reclami nella pubblica stampa; e mutatisi i governatori antichi, i nuovi fecero accurati studi, e nel 1864 pubblicarono una relazione che fece manifesta la dolorosa condizione di siffatti istituti.

La Deputazione dopo una inchiesta fatta nel 1864 Intorno ad alcuni istituti pii, e trovato che molti di essi non rispondevano più alla loro primitiva fondazione, e che altri aveano opere troppo diverse per natura e per iscopo da non poterle tutte bene governare, deliberò che si dovessero riformare i regolamenti. Ma una conoscenza esatta e particolare di ciascuno Istituto di beneficenza non si avea ancora, e niuna riforma potevasi imprendere se prima non si conoscessero le tavole d'istituzione e lo stato presente di ciascuna opera (1). Laonde il marchese d’Afflitto, reggendo la Prefettura di Napoli, conoscendo qual fonte di bene potesse derivarsi dal rendere veramente produttivi, secondo i tempi, i tesori della pubblica beneficenza, scelta una Commissione di uomini desiderosi del pubblico bene edistruiti della materia, cominciò a studiare ad uno ad uno gl’istituti pii di Na. poli e proporre le più utili riforme possibili, tenendo fermi gli statuti fondamentali e mirando alle nuove esigenze della pubblica beneficenza. Questa Commissione pubblicò parecchie relazioni importanti, che non entra nel mio proposito esaminare particolarmente. Però non posso tralasciare che in queste relazioni si cominciò a pensare al modo di rendere veramente proficui alla pubblica istruzione parecchi di questi istituti, separando i poveri ineducabili dagli educabili, e questi distribuendo per categorie. Nè il marchese d’Afflitto si tenne pago di fare solo delle proposte sul posssibile riordinamento degl’istituti di beneficenza, ma adoperando l’autorità del suo ufficio cercò d’indurre tutti gli amministratori de’ Conserv&tori e Ritiri della provincia ad aprire scuole gratuite esterne per povere fandulie.

(1) Nel 1831, ne' principii del Regno di Ferdinando II, questo re creò una Commissione preseduto dal commendatore Spinelli, la quale, dopo molti mesi d'incessanti fatiche, studi e visite locali, diè fuori una grossa, speciale e ben ragionata relazione con molti volumi di allegati, onde tutti i nostri Conservatorii avrebbero subita una completa trasformazione, ed una vita più, conforme alla civiltà de’ tempi. Ma sventuratamente rimase senza esecuzione, sepolta nel grande archivio del Pezzullo — Relazione sul riordinamento delle opere pie — Napoli 1871.

La circolare in data dei 3 gennaio 1864 è un argomento della cura che egli poneva nel promuovere la istruzione popolare e nel rivolgere a pubblica utilità quelle istituzioni, che per cercare una perfezione sopra natura si erano rendute inutili al mondo.

Ma entrati altri ai Governo della provincia, l'opera iniziata dal marchese d’Afflitto fa messa da parte, e salvo qualche provvedimento speciale fatto per qualche istituto più importante e qualche leggiero miglioramento nella parte materiale, nulla si fece per il riordinamento generale più ragionevole e più utile di tutte le opere di beneficenza. Nel Consiglio provinciale non mancò chi dimostrasse la importanza della male abbandonata opera, e si creò una nuova Commessione sopra ciò. Questa Commessione messa di accordo con un'altra scelta dal Municipio napolitano, al quale appartengono 1 nove decimi delle opere pie, e che entra per grandissima parte in quelle che sono pure provinciali, presentò una relazione al Consiglio provinciale nell’anno 1866 (1), nel medesimo tempo che la Commessione municipale ne presentava un’altra al Consiglio comunale. Ma per le lungherie naturali a potersi mettere di accordo due Consigli e per la difficoltà che presentava un ordinamento generale della beneficenza, il quale non poteva urtare contra tanti abusi che aveano l’apparenza di diritti acquisitale proposte rimasero senza effetto.

Intanto intorno al medesimo tempo l’Istituto d’incoraggiamento di Napoli premiava e rendeva di pubblica ragione due pregiate memorie presentate di risposta al Programma di pubblico concorso, riguardante gli stabilimenti di Beneficenza della città di Napoli ed i modi di renderli veramente utili alle classi bisognose. E in tal modo si raccoglievano tutti gli studi e le ricerche fatte intorno a questa materia importante, e si rendevano comuni ed accetti all'universale alcuni criteri intorno al modo di riordinare e riformare queste diverse opere. Ed il Marchese d’Afflitto tornato al governo della Provincia potè più efficacemente e più utilmente riprendere l'opera sua, e condurre a termine non poche riforme già disegnate.

Non si appartiene al mio compito discorrere quanto si è fatto in questi due anni intorno al migliore avviamento della parte amministrativa di ciascuna opera. Ma importa singolarmente far notare come le nuove amministrazioni rivolsero le loro precipue cure ad ordinare ed allargare la istruzione, per quanto i loro mezzi consentivano: ed in cosi breve tempo non poco di bene si è fatto, tanto che in tutti gl’istituti pii, ne’ quali sono ricoverate persone educabili, non manca al presente un certo grado d’istruzione. La massima parte delle opere di beneficenza di Napoli raccoglie fanciulle: e a poter bene ordinare la istruzione, questo si è creduto da tutti necessario, il separare le giovanette educabili e dalle oblate e dalle altre ricoverate, il cui esempio potesse tornare a danno più che a vantaggio della loro educazione. Di qui il comune intendimento di raccogliere in istituti separati le oblate che non sieno in grado di prestare opera alla educazione ed alla istruzione delle bambine, e di allontanare dagli sguardi e dalla usanza della tenera età l’esempio di altre donne, le quali o per pentimento della loro mala vita o per discordie famigliari si trovassero nel medesimo ritiro. E poiché la mancanza della vita comune perfetta consigliava di tenere le bambine sparse per le camere delle oblate e delle altre ricoverate, con le quali facevano comune il pasto, cosi si cerca con ogni sforzo di potere ordinare in ciascuno istituto un Convitto, nel quale stieno accolte a vita comune tutte le bambine ancora educabili.

(1) Si legga la relazione del consigliere Rodino 1866.


vai su


Ora questi due utili provvedimenti si vengono a mano a mano attuando, secondo che le strettezze finanziarie degl’istituti lo permettono.

La istruzione è condotta secondo i programmi municipali, e le maestre sono in massima parte munite di patenti. Però, nel Ritiro di S. Francesco alle Croci ed in qualche altro Collegio del Carminello è introdotto un qualche corso perfettivo, oltre l’elementare completo, e nella maggior parte la istruzione non giunge alla terza elementare. Nell’Albergo de' poveri. che è l’unico istituto ove si trovavano ricoverati maschi educabili, è un corso completo d’istruzione elementare per i maschi, oltre a qualche materia di scuola tecnica, come disegno applicato alle arti, diritti e doveri, calligrafia. I lavori donneschi sono principalmente curati, e come fonte di utile agl’istituti, i quali prendono una parte de’ proventi, e come mezzo di sopperire ai bisogni della vita delle fanciulle, le quali non hanno dall’istituto quanto basti a campare. Si esercitano in quei lavori ne’ quali la industria possa essere più fruttifera, come cucitura di guanti, di biancheria, ricamo in bianco, lavori di maglia, di fiori artifiziali, di nastri, di merletti ec. Nell’Albergo poi gli uomini esercitano non solo le arti meccaniche ma anche le liberali, come la scultura, la pittura e la musica. In generale si cerca di dare alla educazione un indirizzo professionale, non solo perché il lavoro possa essere utile alle ricoverate ed all’istituto, ma principalmente perché le alunne possano al tempo stabilito uscire al mondo con in mano un’arte affin di potere onestamente vivere, e sieno sradicate le antiche abitudini ascetiche, le quali cagionavano la immobilità della famiglia ricoverata, con detrimento della industria e con danno di coloro che aveano diritto di partecipare ai comuni benefici! (1). Rimane ancora che le industrie sieno sviluppate più largamente, che il lavoro sia meglio ordinato e la produzione accertata in guisa, che le fanciulle ne ritraggano il maggior guadagno, ed altri non diverta ad altro scopo il frutto delle fatiche delle fanciulle loro affidate.

Volendo ora dare contezza particolare degl’istituti pii che direttamente o indirettamente mirano alla educazione de’ Figliuoli del povero, e del numero di coloro che in questo anno partecipano alla istruzione in essi impartita, raccoglierò in sommi capi le notizie statistiche concernenti siffatti istituti, non potendomi fermare a trattare singolarmente di ciascuno di essi.

Nella città di Napoli, oltre tre grandi stabilimenti, come sono la S. Casa dell’Annunciata, ospizio di bambini e conservatorio di donne, SS. Pietro e Gennaro extra moenia, ospizio de’ vecchi, il R. Albergo de' poveri, che ha per iscopo di accogliere ed alimentare poveri, ciechi e sordomuti d’ambo i sessi, ha 48 istituti pii per il sesso feminile, in tal modo distinti (2):

Conservatori 28
Ritiri 16
Collegi e Convitti 4
48

(1) A sbarbicare dalle radici l'ozio parassito che sotto apparenza religiosa cercava di attecchire in questi luoghi, la Deputazione provinciale ha vietato che più si facciano oblate.

(2) Queste notizie statistiche sono tolte dalla Memoria scritta de’ signori Petroni e Domenicucci, premiata dall’Istituto d'incoraggiamento 1866— Il Pezzullo pone 47 Ritiri e sei Collegi, contando i novelli istituti sorti dopo che fu scritta quella memoria.

I quali si possono partire, secondo le tavole di fondazione in otto categorie.

1. Ricoveri per vita religiosa 8
2. per vedove e maritate in discordia coi mariti 2
3. Convitti di educazione — 17 per ogni classe di persone e 7 per alcune classi soltanto 24
4. Asili per donzelle abbandonate e raminghe 2
5. per pericolanti nell’onore 3
6. per pericolate 1
7. per donne ravvedute 6
8. per figlie di meretrici 2
48

Al presente dopo le trasformazioni introdotte per l'Influenza del clero, i ricoveri per vita religiosa da otto furono portati a 30, ed i convitti di educazione da ventiquattro furono ridotti a 13, mutandosi cosi lo scopo di parecchi istituti che i nostri maggiori avevano ordinati a bene della società civile. Gli 8 istituti destinati a vita religiosa, secondo la loro fondazione offrirebbero 683 piazze, cioè 333 per oblate,57 per converse,289 per alunne e 4 per servienti; laddove i 80 che ora si trovano addetti allo stesso scopo (si parla dell'anno 186465 dal quale anno in qua non sono avvenute notevoli variazioni) hanno 1467 piazze, cioè per oblate 787,317 per converse,401 per alunne e 15 per servienti; talché vi è una eccedenza di 600 e più donne date a vita morta ed oziosa, le quali tolgono il posto ad altrettante figliuole del povero, che vi si sarebbero potute educare alla industria ed alla famiglia. Ed il modo come nello stesso anno erano stati ordinati i bilanci dimostra come lo scopo delle istituzioni era posposto ad altri interessi, e le rendite non erano tutte impiegate secondo la volontà del testatore. Nel 186465 la rendita di questi 48 istituti ascendeva alla somma di lire 1,472,990.31, della quale 1 amministrazione ne portava via circa la decima parte; le opere di culto più che la decima parte; altri obblighi imposti poco meno del 3 per !., e non se ne spendeva che poco più della metà per le opere di beneficenza, che costituivano lo scopo principale della istituzione.

Ora a dare altro indirizzo più consentaneo alla presente civiltà ed ai bisogni morali del nostro paese bisognava trasformare il costume, la vita e le aspirazioni delle presenti ricoverate. Nè potendosi immantinente riformar tutto in una volta, mentre si è cercato di trar profitto dagli attuali elementi per promuovere la istruzione e la educazione dei figliuoli del popolo, si vengono riordinando le opere diverse, ) richiamandole alla primiera fondazione, o indirizzandole a scopo più utile, quando l’antico non sia più possibile a raggiungere. Talché non è a fare le maraviglie se in tutti i cosi detti Conservatori!(Ritiri e Collegi, i quali sotto diversi nomi mantengono la stessa natura, non si trovi ancora introdotta la istruzione, e se in quelli che per istituto non avrebbero potuto far senza l’istruzione, le scuole non sieno cosi prospere e cosi bene ordinate come si sarebbe dovuto sperare. Ma chi paragoni lo stato presente con quello del passato, vedrà che non poco si è fatto sinora.

«I Convitti di educazione o di ricovero di donzelle orfane o con famiglia dovrebbero essere 35 per antica fondazione (1), ed ora non sono che quattordici con 377 oblate,

(1) La predetta memoria ne poneva 4, perché una è di fondazione posteriore.

1056 alunne oltre le converse e servienti — Gli altri undici sono tra i ventidue passati tra le dolcezze e gli ozi della vita devota (1)».

I quattordici Istituti che conservano ancora lo scopo primitivo dell’educazione, non senza avere accettate le cosi dette oblate sono:

1. S. Maria Maddalena a Pontecorvo.

2. S. Nicola a Nilo.

3. Purità in S. Anna a Capuana.

4. L’Immacolata a s. Vincenzo.

5. S. Francesco Saverio alle Croci.

6. s. Maria Provvidenza alla Salute.

7. Conservatorio di S. Eligio.

8. Conservatorio dello Spirito Santo.

9. Convitto del Carminello.

10. Immacolata a S. Efrem nuovo

11. Ritiro Biancolella.

12. S. Maria Regina del Paradiso.

13. Ritiro e Collegio Capano.

14. S. Maria del Buon Consiglio.

Ora di questi Istituti non più che nove hanno ordinata in qualche modo la istruì zione, e gli altri cinque o per difetto di rendita, o per debiti contratti, o per il troppo numero di oblate, che consumano le rendite che dovrebbero impiegarsi alta istruzione di fanciulle educabili, non hanno potuto sinora aprire veruna scuola sia per le interne sia per le esterne.

Fra i nove che hanno provveduto in certo modo all’obbligo della istruzione sia verso le donzelle educabili ricoverate, sia rendendo comune ad altre fanciulle esterne il bene della istruzione, meritano di essere menzionati i seguenti:

Il Collegio di S. Vincezo Ferreri (2), che riordinatosi non prima del 1870, dividendo dalle oblate le donzelle educabili chetano ridotte a vita comune, e quelle raccogliendo in altro ritiro, ha preso nuovo indirizzo educativo. Vi sono due classi elementari, affidate a due maestre, ed una di perfezionamento istruita là sera dalla Direttrice. Certo né le classi possono ancora essere bene livellate per età e per grado d’istruzione, né l'Insegnamento può essere bene graduato e progressivo avendo riguardo alla condizione passata dell istituto; ma è da sperarne bene dal presente ordinamento, nel quale la scuola è obbligatoria a tutte le donzelle e la cura dei lavori donneschi non impedisce che s’impieghi il tempo necessario alla Istruzione. La istruzione dei lavori donneschi è stata meglio diretta ed allargata. Il signor professor Toma dà lezione di disegno applicato alle arti; ed al solo lavoro della cucitura dei guanti si sono aggiunti altri lavori utili, che si fanno per commissione di uno dei più riputati negozi della città. Le donzelle, oltre alla parte degli utili che si ricavano de’ lavori di mano, possono conseguire de' premi, de’ quali alcuni montano sino a cento lire; e queste somme si depositano a frutto nella Cassa di risparmio. In tal modo la istruzione non è scompagnata dal lavoro;e le donzelle giunte all'età stabilita ad uscirne si troveranno non pure fornite di una somma di danari, ma di un’arte utile per potere onestamente vivere quando usciranno al mondo.

(1) Pezzullo — Relazione citata.

(2) Allieve interne 105

esterne 5

Il Ritiro di S. Francesco alle Croci (i), che ha per iscopo l'educare ed istruire fanciulle di civil condizione, accetta nelle scuole anche fanciulle che vivono in famiglia. In questo anno ha sei classi, quattro elementari e due di perfezionamento, che qui son dette ginnasiali, essendosi dovuta chiudere per la pessima stagione invernale e per la epidemia che ba travagliati i bambini in questo anno la scuola infantile che si manteneva l’anno scorso per le flglie del povero. Le scuole elementari hanno lo stesso programma didattico municipale; e le due ginnasiali, oltre agli studi superiori di lingua italiana, di Storia patria, di Geografia e di Aritmetica hanno insegnamento di francese e di diritti e doveri. Le donzelle che godono i 24 posti gratuiti fanno da maestre di lavori e da ripetitrici nelle classi inferiori, mentre l’insegnamento nelle classi superiori è affidato a professori esterni.

Il Convitto del Carminello (2), quantunque fosse instituito per la semplice educazione delle. donzelle orfane di genitori, pure accoglie non piccolo numero di donne non educabili, che ivi ritirate sono intese a speciali lavori donneschi che in Napoli sono assai riputati a preferenza di quelli di altri istituti. Di trecento e più donne di diversa età, in questo luogo conviventi, solo 60 ricevono istruzione. Questo Istituto fu trai primi ad ordinare le scuole interne dopo il 1860, ed anche ebbe un corso d’istruzione magistrale, che diede parecchie maestre alle scuole municipali. Le classi interne sono tre, le quali hanno presso a poco lo stesso ordinamento delle scuole comunali, salvo la terza eh’ è partita in due sezioni, delle quali la superiore fa studi ginnasiali o di perfezionamento. Nelle classi inferiori insegnano maestre con patente o certificati di esame, nella superiore professori speciali. Nel 1870 fu aperta una scuola esterna a pagamento, la quale partita in due sezioni abbraccia solo il grado inferiore. Le allieve pagano due lire emezzo per la sola istruzione letteraria e di lavori donneschi; il doppio quando si prenda lezione di musica. Questa scuola dr32 allieve che aveva nell'anno passato, in quest’anno ne conta 58; il che non sarebbe avvenuto seie famiglie non trovassero profitto sufficiente per compenso della spesa che avrebbero potuto risparmiare, mandando le figliuole nelle scuole gratuite municipali.

Il Conservatorio dello Spirito Santo e di S. Eligio (3), senza portare radicali mutazioni nella condizione presente della famiglia ineducabile, hanno dato allargamento alla istruzione delle donzelle educabili, ordinando le scuole ed ammettendovi delle esterne. Il primo manda le allieve di età superiore alla scuola normale, ed in questo anno ba edificate quattro grandi aule, nelle quali saranno allogate le tre classi esistenti. Il secondo ha gettate le fondamenta di una istruzione più ampia, e cerca di aprire un Convitto per donzelle civili di mezzana condizione.

Fa dolore poi che il Collegio Capano (4), il quale nei tempi andati aveva buona fama per la istruzione e per la educazione e grande concorso di allieve, al presente è assai stremato di alunne. In tre classi non sono iscritte che venti allieve delle quali non più che dodici esterne.

(1) Allieve io delle quali non meno di 60 alunne.

(2) Classi interne—allieve 60.

Classi esterne—allieve 38.

(3) Spirito Santo—89 allieve tra interne ed esterne. Per cura intelligente degli attuali governatori locali cav. Giuseppe de Simone consigliere della Corte di Appello, cav. Nicola Ercole e cav. F. S. Materi si sono aperte ampie sale di scuole rifatte a nuovo con un gusto squisitissimo, che visitate da S. E. il Ministro Correnti furono giudicate tra le migliori d’Italia. — S. Eligio — 33.

(4) Allieve 20.

Nei tre rimanenti istituti la istruzione non si è ancora abbastanza allargata ed estesa.

Oltre agl’istituti predetti v'ha altri tredici, tra Conservatorii e Ritiri, !quali o ritornando alla primiera destinazione o aggiungendo anche la istruzione del povero allo scopo principale della loro istituzione, hanno cominciato ad aprire scuole sia per le alunne interne, sia per le sole esterne. Fra i quali meritano speciale lode il Ritiro di Suor Orsola, il quale mantiene scuole esterne frequentate da 193 allieve, e forse tra le meglio dirette a preferenza di altre; il Ritiro della Madonna del Rifugio con 108 allieve; del Presidio alla Pignasecca con 84 allieve, di S. Maria di Costantinopoli con 140 allieve, di S. Maria dei Buon Cammino con 50 allieve; di S. Bernardo e Margherita con 53 allieve; di S. Raffaele a Materdei con 33 allieve. Le quali scuole seguitano tutte i programmi municipali, ed hanno maestre in buona parte munite di patenti legali.

li numero totale delle allieve, che in questo anno sono state trovate inscritte in questi 33 istituti pii, con una istruzione più o meno estesa, è di 1334 fanciulle; la qual cifra potrà certo duplicarsi, quando la istruzione fosse in tutti questi luoghi estesa alle fanciulle esterne (1).

Oltre ai suddetti luoghi pii, che in qualche modo hanno cominciato a considerare la istruzione e la educazione delle figliuole del povero come opera di beneficenza, ha in Napoli altri tre grandi Stabilimenti misti, i quali insieme ad altre opere benefiche hanno per iscopo diretto la educazione di quella parte della famiglia albergata, la quale sia in età di ricevere ancora la educazione, e sono il R. Albergo dei Poveri, la S. Casa dell’Annunziata e lo Stabilimento de' SS. Pietro e Gennaro extra moenia.

Il R. Albergo de' Poveri, che forma da sé una città nella quale sono insieme raccolte tutte le età, tutte le arti, tutte le miserie di una intera generazione, era tanto più difficile di condurre a quello stato materiale e morale che la civiltà de’ tempi richiedeva, quanto più complessa era la sua istituzione e molteplice lo scopo al quale era destinato. Non è qui il luogo di narrare per filo e per segno tutti i miglioramenti materiali e morali introdottivi in questo decennio, non ostante che tutte le malvage potenze della corruzione borbonica, in questo stabilimento accampate, avessero opposte la più ostinata resistenza. Il mio proposito è la Istruzione, e non mi è dato discorrere in altra materia. Qual fosse la condizione delle scuole nell’Albergo prima del 1860, è noto a tutti. La istruzione maschile avea una certa estensione, la femminile o scarsissimao nulla; ma non obbligatoria a tutti; data secondo il metodo di Bell e Lancaster, e senza un regolamento che avesse coordinati gli orari delle arti con quello della istruzione. Nel 1861 bentosto fu deliberato che la istruzione fosse data secondo i nuovi programmi governativi. Nel 1864 si aprirono de’ corsi magistrali nella Casa centrale, per potere preparare delle maestre e dei maestri per i comuni della provincia, i quali, per difetto di persone idonee, non potevano fondare le scuole richieste per legge. Nel 1868 si provvide ad allogare le scuole nella parte più salubre e meglio esposta; la quale opera è stata compiuta ed allargata dalla presente amministrazione.

L’Albergo è l'unico luogo pio di Napoli che accoglie maschi e lemme educabili, e che ha dovuto provvedere alla istruzione di ambo i sessi.

(1) Questi dati sono stati raccolti dalle due egregie Ispettrici, la Milli e la Fua-Fusinato mandate dal Ministero a visitare questi luoghi pii.

La educazione delle donzelle è affidata alle figlie della Carità; ma la direzione letteraria è affidata ad uno de’ Governatori, che per mezzo di un direttore didattico dà ordine e indirizzo alle diverse scuole; e le fanciulle educabili furono divise dalle altre, dalle quali non potevano ricevere che cattivi esempi, e raccolte in convitto, partite secondo l'età in diversi dormentori (1). La istruzione letteraria è avvicendata col lavoro, e sia nella parte delle donne, sia nella parte degli uomini, la istruzione e la educazione è diretta in modo che non solo si ponga affetto al lavoro, ma che le attitudini varie sieno secondate, perché ciascuno possa divenire valente nell’arte scelta, e volgere a segno delle sue aspirazioni la vita attiva del mondo, non il quieto ed inoperoso oziò delle vecchie ricoverate.

Le scuole maschili sono quattro, che accolgono tutti i giorni i giovanetti per fare il corso elementare, nel quale la calligrafia ha maggiore importanza che non nelle scuole municipali. Ne’ dì festivi gli stessi allievi, da speciali insegnanti, sono istruiti nel Catechismo religioso, nel Galateo e ne’ diritti e doveri. Le scuole speciali abbracciano non solo un corso elementare di disegno applicato alle arti, la lezione di musica strumentale e d’incisione; ma eziandio la istruzione di tutte le arti utili, delle quali vi ha officine proprie. In questo anno si è fondata anche una grande palestra per gli esercizi ginnastici, ai quali sono obbligati tutti i giovanetti delle scuole di lettere.

Gli allievi, che in questo anno scolastico sono stati inscritti nelle scuole di lettere, sono 359, de’ quali 91 appartenenti al grado superiore, e 308 al grado inferiore.

Le scuole feminee non si sono riordinate che negli ultimi anni; onde non ancora le classi sono abbastanza uniformi per grado d’istruzione e per età, né l’insegnamento procede gradatamente, come dalle classi inferiori si sale alle superiori. Nella massa informe precedente non si poteva porre immantinenti l’ordine richiesto. Ha come le bambine dell'asilo verranno a mano a mano condotte nella scuola superiore, la classificazione sarà meglio livellata, si che le nuove ammessa anche a mezzo dell’anno, non potranno disordinarla, né cagionare quel certo che decomposto, di difforme, di diseguale che si è osservato dalle Ispettrici straordinarie, mandate dal Ministero a visitare queste scuole. Le classi feminee, che sono state mantenute in questo anno, sono le seguenti: Una classe infantile con insegnamento secondo gli asili, alla quale sono 'state inscritte allieve 88; una classe preparatoria, nella quale sono allogate le nuove ammesse che non possono entrare nella classe infantile né nella l. elementare, con allieve inscritte di età diversa 96; una 1. classe partita in due sezioni con allieve 73, una seconda, anche in due sezioni, con allieve inscritte 57. Queste due classi elementari sono affidate a due maestre laiche, educate nell'Albergo e munite di patente, le quali seguitano il programma municipale e non hanno potuto condurre le allieve oltre! limiti della seconda classe. La infantile è istruita da una Suora, che la conduce con amore e con intelligenza.

(1) Questa idea fu concepita ed attuata dall’amministrazione preseduta dal Vaca,cav. Filippo De Blasio, coadiuvato massimamente dal collega avv. Nicolariga, la cui morte eccitò immenso dolore alla cittadinanza napolitano.

Classi feminee
Infantile 88
Preparatoria 96
Classe elementare 73
Classe elementare 57
Classe superiore 20
334


vai su


Inoltre sono altre 20 allieve che fanno particolarmente lesione per compiere la istruzione elementare.

L’arredamento delle scuole feminee è ancora incompleto, e, al paragone delle eccole maschili, assai povero. Il che è da recarsi a difetto di mezzi più che di volontà. E i presenti Amministratori, che non ostante il grave dissesto economico in cui trovarono l’Albergo al loro primo entrare, hanno potalo tanto migliorare la parte materiale della Casa, son certo, che nell’anno prossimo daranno compimento alla Istruzione elementare delle fanciulle, e la forniranno di tatti gli argomenti esteriori a farla prosperare. Le donzelle, che sono obbligate a fare il corso elementare, avvicendano la lezione letteraria con la istruzione de’ lavori donneschi.61 fanno non solo i lavori comuni di calza, di cucito e di ricami, ma eziandio altri lavori speciali, come sono di fiori artificiali, di ricamo finissimo in bianco, in lana e in oro, di cucitura di guanti, di tessitura. E l’utile che si ricava dai lavori donneschi, parte va a beneficio dell'amministrazione e parte a vantaggio delle fanciulle, ciascuna delle quali hall suo libretto della Cassa di risparmio.

Questo savio ordinamento, la nettezza e la salubrità del luogo, la educazione materna che ricevono ha operato tanto sulla vita di queste fanciulle, che all’aspetto dimostrano buona salute, serenità e contentezza.

Anche negli altri istituti dipendenti dall’Albergo la istruzione è stata promossa e riordinata. Nello stabilimento di S. Francesco di Sales nel quale dal 1861 al 1867 non si erano aperte che due sole classi, ora sono state portate a quattro, e la istruzione renduta obbligatoria a tutte le ricoverate educabili. In tutte le classi si trovano inscritte per questo anno 123 alunne.

Nell’ospedale di Loreto, rimanendo sempre un numero di giovanetti, nel 1870 si credè opportuno aprirvi una scuola, la quale in questo anno ha inscritti 33 alunni.

Totale degli alunni del R. Albergo.
Femine 457
849
Maschi. 382

L’Albergo adunque con le sue dipendenze dà la non lieve cifra di 849 scolari, de’ quali 457 alunne femine e 392 maschi.

Dipendenti dal R. Albergo sono due istituti speciali, quello de' ciechi e la scuola de’ sordomuti.

Ospizio de' ciechi de’ SS. Giuseppe e Lucia (1). In questo luogo che prima era convento dePP. Gesuiti Ferdinando I. raccolse i ciechi che fino al 1818 erano misti alla famiglia veggente del R. Albergo;

(1) Ciechi istruiti 39.

e provvide che fossero istruiti secondo i metodi allora usati in Francia nel leggere e nello scrivere, nella musica vocale e strumentale ed in parecchie arti, come il tessere, il lavorar cesti, marmi, lavagne ed altro. Ha dipoi anche questa istituzione fu abbandonata; la istruzione fu trascurata del tutto e delle arti rimase solo la musica. Nell’anno passato la nuova Amministrazione del R. Albergo, come avea cercato di portare in tutto utili riforme cosi rivolse le sue cure a questo Ospizio, e sino dal luglio 1870 si è ordinata la istruzione letteraria. Per ora si dà lettura e scrittura; e quanto al leggere i 23, alunni, che compongono questa scuola, sanno già speditamente leggere quelle pagine che a rilievo vengono stampando i maestri nella scuola stessa. Quanto alla scritturai! professor Martuscelli, che ha consegrato tutto il suo cuore al conforto di questi infelici, ha trovato un ingegno per il quale molto agevolmente sono condotti ad apprendere lo scrivere; e già la più parte scrive senza l’aiuto della macchinetta. Inoltre hanno appreso le quattro regole dell’aritmetica, e parecchi le nozioni e la nomenclatura geografica. Le arti non si sono ancora introdotte, ma si stanno già costruendo delle stanze a questo effetto. La famiglia raccolta in questo Ospizio è di 175 individui, de’ quali soli 117 sono veramente ciechi. La istruzione è obbligatoria per i ciechi che non abbiano oltrepassato il 25 anno, i quali non sono più che 23. La musica è coltivata generalmente, e v'ha di alunni che sono assai valenti in questa arte. Quanto a nettezza, ordine, salubrità questo Ospizio non lascia nulla a desiderare. Questo solo istituto è assai insufficiente ai tanti sciagurati che hanno perduto il bene del vedere.

Convitto e Scuola de’ sordi-muti (1). Questa istituzione ebbe principio sino dal 1788 come una scuola privata, aperta nel Collegio del Salvatore e diretta dall'ab. Benedetto Cozzolino da Resina, spedilo due anni prima a Roma, a spese del Governo, per apprendere il nuovo metodo d’istruzione e di educazione di queste infelici creature. La istituzione progredì assai lentamente finché nel 1819 il Governo per ridurla a regolare Convitto e meglio ordinarne la istruzione la trasferì all'Albergo dei Poveri, cedendone all'Amministrazione l'assegnamento governativo, con l'obbligo che essa dovesse sopperire al rimanente bisogno noù pure di 40 sordomuti, tra maschi e temine allora mantenuti, ma dì altri che potessero entrarvi. Ai presente di educabili non v’ha che 45, cioè 20 femmine e 25 maschi; ed all'insegnamento non hanno preso parte che 30 tra maschi e femine. In questo anno però il Ministro dell'Interno ha cassato dal bilancio dello Stato rassegno governativo che era stabilito a questa istituzione; ma dopo l'interpellanza Bonghi il Ministro della Pubblica Istruzione ha promesso di togliere sopra di sé questo carico, e già ha cominciato ad attendere la promessa, pagando gli stipendi arretrati ai Professori,1 quali non aveano cessato d’insegnare non ostante che loro erano stati tolti gli stipendi. Se non che ora, insorta grave controversia tra l’Amministrazione dell’Albergo e la Direzione della Scuola suddetta, l’insegnamento è sospeso. La Istituzione qual è non può rimanere, non potendo dipendere da due capi, de’ quali l’uno crede di avere i diritti dell’altro. La istruzione poi ha bisogno di essere meglio ordinata ed allargata. La lite pende tuttora, ed è a sperare che il Ministro della istruzione per il nuovo anno provveda al definitivo ordinamento di questa istituzione.

(1) Sordomuti 30.

Il secondo Stabilimento che bagnasi lo stesso scopo dell’Albergo, cioè quello di accogliere poveri, è S. Pietro e Gennaro extra moenia (1). Sebbene la maggior parte della famiglia sieno vecchi, pure avvi un conservatorio di donne, tra le quali non poche fanciulle. Le condizioni di questo Stabilimento erano le stesse degli altri conservatorii; le educabili miste con le vecchie e con le oblate: educazione, (se pure si può dare questo nome a quell’abito di ozio e a quella tendenza alla vita ascetica ebe si veniva formando e raffermando nelle donzelle ricoverata) monastica affatto, ignoranza e corruzione. La nuova amministrazione ha adottati gli stessi criteri nel riformarlo; separazione delle donzelle dalle oblate e dalle avanzale in età, convitto e pranzo comune; scuole e lavoro Queste riforme non sono ancora compiute; ma la istruzione feminea si è venuta ordinando. Vi ha già una scuola infantile con 30 allieve, e tre classi elementari con 67 allieve. La disparità dell’età, il breve tempo da chele scuole sono ordinate, la mancanza d’istruzione uniforme fanno sì che la classificazione delle scuole lasci ancora qualche cosa a desiderare, e per conseguenza il profitto delle allieve non è ancora quale se ne deve sperare.

Finalmente la S. Casa dell'Annunziata, che ha per iscopo di raccogliere i lattanti espositi, allevarli e del pari educarli, non poteva trascurare la istruzione delle fanciulle. In questo istituto sono tre parti, la Ruota, l’Alunnato ed il Conservatorio; e per lo passato se mal si provvedeva all'ufficio principale, com’era il baliato, non si poteva aver cura della istruzione degli alunni. Si avea una scuola; ma non istruzione. Sino dal 1863 si cominciò la riforma del Pio luogo, la quale dovette incontrare le stesse difficoltà che nell’Albergo. Ha la fermezza ed il senno del Sopraintendente (3) vinse tutti gli ostacoli, anche gli attentati contra la sua vita, e potè avere la contentezza di ridurre a vera casa di educazione quel luogo, che avea fornito i colori più oscuri, onde un celebre scrittore napolitano ebbe infoscato il quadro che rappresenta la miseria di un’orfana dell'Annunziata.

Dopo essersi rifatto l’ordinamento interno e ristaurato e nettato il luogo, si è posto mano all'allargamento ed al miglioramento della istruzione. Persuasi che la buona scuola aiuta la buona istruzione, hanno costruite delle ampie e belle sale da scuola, e nel prossimo passato maggio si è cominciato a far lezione in queste aule.

La istruzione è data alle sole fanciulle, perché i bambini, come giungono al settimo anno sono allogati nel R. Albergo; e si estende Ano alla terza classe elementare. Ciascuna classe è affidata ad una maestra, la quale ha cura della sola istruzione letteraria, essendovi poi altra maestra che sopraintende ai lavori. Quando la classe è troppo numerosa, divisa in più sezioni, è condotta dalla stessa Maestra, alla quale non è malagevole ciò fare, poiché il lavoro è avvicendato con la scuola, e vi è una Direttrice la quale invigila perché le alunne, per qualunque pretesto, non si assentino dalla scuola. Essendo queste alunne tutte dell’ultima condizione popolare, e dovendosi loro procurare il modo onde dipoi o possano vivere onestamente del proprio lavoro o divenire buone madri di famiglia, non solo la istruzione letteraria si mantiene

(1) Allieve elementari 67
97
Infantili 30

(1) Il signor Paladini è benemerito di questa istituzione, la quale per igiene, ordine, nettezza, sanità, amministrazione ha poche eguali e ninna superiore.

ne’ limiti della loro condizione, ma nella istruzione de’ lavori si mira a formare delle buone opere. Quindi il tempo stabilito alla scuola non solo è misurato al bisogno, ma non toglie l’attendere al lavoro. E del ritratto de’ lavori una terza parte è a beneficio delle fanciulle, le quali hanno a frutto nella cassa di risparmio ciascuna qualche somma sia de’ loro guadagni sia de’ premi loro spettati. ché il Governo del Luogo ad eccitare la emulazione nel lavoro, ogni anno suol fare una esposizione de’ lavori, e premiare con libretti della cassa di risparmio le più industrie valenti. L’indirizzo educativo ò mutato, non essendo più il Conservatorio il segno al quale è rivolto il desiderio delle alunne, ma la vita operosa del mondo; ed a spigrire le membra e spodarle, dopo la lezione letteraria hanno regolali movimenti ginnastici, come ad ingentilire i loro sentimenti sono ammaestrate al canto corale, al quale sposano le loro preghiere e col quale danno principio alle loro operazioni diurne. Divise per classi sono raccolte in dormentori netti, salubri, ordinati, avendo mensa comune come comune il favore e la istruzione, e formando una sola famiglia sotto le cure materne di una Direttrice, che sotto la dipendenza del Governo locale intende alla parte disciplinare e educativa dell’alunnato. Questo ordinamento cosi savio non può non essere fonte di buona educazione e d’istruzione. Le classi in questo maggio riordinate sono tre con questo numero di allieve; nella 1a classe, partila in più sezioni, 150 allieve, nella 2a 79 e nella 3a 81; in tutto 260 allieve.

Ora da tutto quanto si è detto possiamo affermare che. il progresso maggiore, in fatto d’istruzione e di educazione popolare è avvenuto principalmente in questi tre Stabilimenti principali. E per misurarlo con un dato certo io fo notare, che nella statistica annessa alla memoria più volte citata

nell’Albergo e sue dipendenze erano segnata di donne edncabili 410
e di maschi dai 7 al 20 anni 510
in S. Gennaro donne dai 7 ai 20 anni 87
nella S. Casa dell’Annunciata donne, educabili, dai 7 ai 20 anni 900
in tutto persone educabili 1207
Nelle scuole, mantenute in questi luoghi pii, si sono trovati inscritti maschi 392
nell’Albergo fanciulle 457
in S. Gennaro fanciulle 37
nella S. Casa dell’Annunciata 260
in tutto tra maschi e donne 1206

Talché le persone che questo anno ricevono la istruzione sono quante erano le persone educabili segnate nel 1864-65, senza contare i ciechi ed i sordomuti che ricevono una istruzione speciale. E sommando insieme il numero degli allievi del vari Conservatori con quelli de’ suddetti Stabilimenti, avremo 2603 persone che ricevono educazione ed istruzione in quei luoghi che pochi anni indietro erano sede di corruzione e d'ignoranza. Se questo risultato non risponde ancora al numero degl'istituti educativi, alle loro rendite ed ai bisogni del popolo;pure sono un argomento del bene già fatto ed una sicurtà del meglio che sarà per farai.

CAPITOLO X

Istruzione di Beneficenze privata.

Opera di Mendicità e Convitto Strachan — Opere di Padre Ludovico da Casoria — Casa Filantropica di lavori donneschi — Opera degli Asili e de' fanciulli usciti dagli Asili

Nè la carità privata rimase oziosa. Anzi fa la prima a destarsi come i nuovi ordinamenti politici furono stabiliti. Napoli, come tutte le grandi città popolose, e più per colpa della passata polizia, avea una piaga sociale assai vergognosa, l'accattonaggio di mestiere. Nel 1860 si contavano 13 mila accattoni, i quali presentavano lo strano spettacolo di un doppio ordine di storpi, di ciechi presso alle Chiese, che vi assordavano gli orecchi, di sciami di cenciosi che presso ai magazzini vi sbarravano l'uscio, di fanciulli e di donne che su per l’erte vi perseguitavano, e da ogni parte una petulanza che faceva noia a tutti, uno squallore che tacer va a chi compassione, a chi stomaco, e a tutti dava segno manifesto di una città abbandonata alla sua miseria ai suoi vizi (1). Ha Napoli avea uomini generosi che sentivano amore alla città natale, commiserazione alla infelicità vera e sdegno alla turpe speculazione sulla carità pubblica; ai quali dovea nascere il pietoso pensiero di curare siffatta piaga sociale, che tanto degradava una città cosi nobile, come Napoli. Tra questi primo sorse, in sullo scorcio del 1861, il cavalier Leopoldo Rodinò, che avea Spesa la sua vita nell'insegnamento privato e principalmente presso le famiglie de’ Signori della città. Egli pensò: le leggi dello Stato provvedono agl'improbi mendicanti ed ai vagabondi; la città è ricca d’istituti di beneficenza sia provinciali sia municipali, che soccorrono a qualunque miseria. Si costituisca un’associazione, la quale dia i mezzi onde le leggi sieno eseguite, e 1 veri infelici sieno ricoverati ne' pubblici ospizi, sopperisca a tutta quella parte per la quale non ci sono provvedimenti governativi, provinciali, municipali. Il suo pensiero fu recato tosto in atto; perché l’autorità della persona procace ciò aiutatori all’impresa; la generosità dello scopo trovò sufficienti largizioni di danari; la pubblicità data ai conti, ai provvedimenti presi, alle opere iniziate mantenne viva e costante la carità privata. E per la prudenza, la tenacità, la operosità e l’abnegazione di chi governò l’opera, Napoli quindi a pochi anni fu libera dal morbo dell'accattonaggio; e l’Opera della Mendicità fu ammirata e studiata anche presso le nazioni più civili, nelle quali la scienza tanto si travaglia intorno ai miglioramenti sociali. Non appartiene al mio scopo il narrare per ordine il progresso di questa filantropica istituzione. Mi basta solo accennare i benefici risultamenti ottenuti; e non potrei farlo meglio che con le parole dello stesso Presidente — Leggendo 1 conti che l’Opera dà ciascun mese, si riconosce che in sei anni per suo mezzo e ne’ primi tempi a sue spese sono stati collocati 63 fanciulli nel convitto degli accattoncelli, 120 figliuoli di mendicanti sono stati vestiti per essere ammessi agli asili o nelle scuole, 700 accattoni collocati ne’ pubblici ospizi, un dodicesimo de’ quali è mantenuto a spese dell’Opera; a 2,000 dato lavoro o altro modo da vivere; presso a 9,000 mandati nelle loro province; più di 10,000 denunziati al potere giudiziario.

(1) Discorso di Leopoldo Rodinò, presidente dell'opera della mendicità. — Napoli 1868.

Per opera nostra furono chiuse le botteghe, dove si davano a prezzo i fanciulli, per cinque soldi al giorno 1 sani, per 10 gli storpi: per opera nostra fu chiusa la bottega, dove quelli, che venivano dai paesi vicini, scambiavano gli abiti loro coi cenci da mendicanti; per opera e con nostro pericolo furono sgominate e disfatte le camorre dei mendicanti costituite con leggi e regolamenti loro, massime quelle di piazza Carolina, dello Spirito Santo e di S. Gaetano (1).

Ora questa Opera che tanto bene avea fatto, che avea soccorsa la istituzione degli Accattoncelli, di cui parleremo appresso, che avea inviate alle scuole i figliuoli della classe più misera, che manteneva un ospedale per i cronici incurabili, ed avea fondati, aiutata dalla carità della nobile signora inglese Lady Stracban Marchesa di Salsa, un convitto ed una scuoia per le fanciulle cieche, che fossero mendicanti o appartenenti a famiglie di mendicanti, dopo sei anni fu costretta a sciogliersi. E nell’anno 1868 lasciò al Municipio tutti gli obblighi assunti, tranne il Convitto delle fanciulle cieche, che fu costituito in corpo morale e l’ospedale de’ cronici incurabili, pel quale ottenne dal Consiglio provinciale e dal Banco di Napoli, che si pagasse al Municipio quella sovvenzione che era stata assegnata all’Opera.

Al presente di quei generosi, che concorrevano all’Opera della Mendicità, buona parte sovviene del suo danaro e delle sue cure il Convitto e la Scuola delle fanciulle cieche.. Del Consiglio direttivo sempre presidente il professore Rodinò, ispettrici le signore contessa Ravascbieri, marchesa Garofalo, Persico Almerinda, le quali dimostrano affetto più che materno a quelle infelici fanciulle; oblatori, non pochi de' gentiluomini di Napoli. Le alunne interne sono al presente 7 e 4 esterne; la direzione del Convitto e lo ammaestramento è affidato alle Suore d’Ivrea: il professor Martuscelli le istruisce nella scrittura. L’insegnamento non va oltre il programma della 2. elementare; i lavori donneschi sono singolarmente curati. La musica corale sia vocale sia strumentale è insegnata dal professor Teseo ed alcune alunne già suonano l'armonium con arte ed ingegno. Ho assistito agli esami finali dati al principio di questo anno e vi ho potuto scorgere il profitto delle alunne e lo zelo delle maestre. Vi osservai solo che nella storia sacra si coltivava troppo la memoria, e non sempre si facevano intendere alcune parole ed alcuni modi italiani capitati nel racconto; e nello studio della nomenclatura geografica non sempre si era fatto uso del tatto, come mezzo più efficace a fare imprimere nella mente le imagini delle cose. Il Convitto poi è singolare per nettezza, ordine ed igiene, di doloroso che una istituzione tanto utile e tanto saviamente condotta non possa, per difetto di mezzi, estendere il suo beneficio a maggior numero d’infelici, che son tante, alle quali manca il bene del vedere.

Opera del P. Ludovico da Casoria.

Un altro uomo singolare per gl’impeti della carità, per gli ardiri delle imprese, per la costanza e il senno pratico nell'eseguire i suoi disegni, offri Napoli al primo agitarsi di questo nuovo moto rigeneratore delle plebi. Questi fu il Padre Ludovico da Casoria, che in pieno secolo decimonono presenta in sé personificata la Carità di S. Francesco d'Assisi, feconda di opere benefiche e pronta di sagrifizi a favore dei popolo

(1) Rodinò — Discorso idem.

il marchese di Casanova, nella sua lettera al marchese Gino Capponi, stampata nel giornale di Firenze, La Gioventù, vol. VI. settembre 1864, rappresentò con vivacità di stile e verità mirabile la natura originale e le virtù singolari del Fondatore de' frati bigi, che a me pare audacia l’aggiungervi parola. Chi voglia bene conoscer l’uomo, legga quella bellissima lettera. Al mio proposito basta dar contezza delle opere da lui cominciate e tuttora esistenti in Napoli, dirette alla educazione ed alla istruzione popolare.

Istruzione del Mori.

La prima opera, veramente ardita, cominciata prima del 1860, fu quella della istruzione de’ Moretti. Seguace di S. Francesco, che nel partire il mondo ai suoi discepoli a sé riserbò l’Africa, pensò che a lui toccasse l’eredità del suo Archimandrita, e che sua missione fosse l’educare l’Africa con l’Africa. Raccolti parecchi fanciulli africani, si pose attorno ad istruirli ed educarli. Nel 1864, erano cresciuti di numero, onde fondò due case, Cuna per i maschi,52, alla Palma, e l’altra per le femine, 73, al tondo di Capodimonte «L’ultima volta che ci ful. son parole dei marchese di Casanova, i maschi erano allo studio. S’insegna loro l’arabo, l’italiano, il latino. Oltre a questo ognuno di loro si avvierà in un mestiere: e impara sonare un istrumento, flauto, violino, violoncello. Le donne erano al lavoro. Cuciono, tessono, e, se n'avanza al bisogna di cinquecentosessanta persone che vivono della carità di fra Ludovico, si vende. Anche fanno di ogni sorta di ricamo.

«Assistono ai moretti i maestri di fuori, un par di preti e i frati bigi. Alle morette, le Stimatine. Dopo compiuta la educazione di questi, pensava di fondare una casa in Alessandria ed un’altra al Cairo, le quali con le due case di Napoli si sarebbero date la mano. Preparava già preti africani, preti bianchi, che andrebbero insieme e farebbero principiare a desiderare i bianchi, operai africani, terziari bianchi, stimatine negre ed operaie negre. Essi sarebbero ritornati ai soli d’Etiopia, non vagabondi, ma insieme, in forma di colonia religiosa e civile».

Ha questo grande disegno, che nel 1864 pareva pronto ad attuarsi, non potè avere effetto. Le donne, nello sviluppo della persona, non sostennero la diversità del clima, e quasi tutte morirono Degli uomini alcuni partirono per l’Africa, ed altri rimasero qui; ed alcuni presero la patente di maestro elementare e sono bravi maestri ai figli de’ bianchi. Novelli schiavi non ha potuto avere per ritentare la prova. Ed il grandioso pensiero di rendere civile l’Africa per mezzo degli stessi africani è rimasto puro concetto della mente di Padre Ludovico.

Al presente il Collegio de’ Mori di Napoli non accoglie che piccolo numero di mori, alunni 16, mancando al P. Ludovico danaro per comperarne de' nuovi, ed essendogli venuto meno l’aiuto dell’abate Olivieri, che avea generosamente spesa la sua vita a trarre dell’Africa i fanciulli moretti e collocarli in Europa.

Istruzione degli Accattoncelli

Ma la carità di P. Ludovico non è di quelle che per avere gli occhi ai fratelli lontani non guarda ai prossimi, e per soccorrere alle miserie di tutto il mondo trascura quella della propria casa.

Egli poco dopo il 60, quando la educazione popolare divenne scopo della beneficenza pubblica e privata, comprese prima di tutti l’indirizzo che dovea dare al suo operare, perché la carità sua fosse veramente utile e stimata, e rivolse le sue cure alla educazione de’ figliuoli del popolo. «Sono in Napoli cinquantamila fanciulli, figli di fango, volgo di volgo, ceppo e seme di accattoneria, di galera, di brigantaggio. Cominciamo, dice, con un bacile di acqua, che si lavino e ripiglino aria d’uomini; poi diamo loro vestito e pane per oggi, e un mestiere per domani; e saper leggere e scrivere, e, soprattutto, diamo loro l’amor di Dio, l’amor di famiglia, di patria, di prossimo. Ma son tanti! chi m'ha da aiutare?! ricchi, che n’avranno sicure l’entrate; I’industrie e i commerci, ai quali daremo giornalieri buoni e bravi, arti fiorenti; il comune più degli altri, ch'è la somma di tutti. E anco il governo m’ha da aiutare, che ora ci rimette carabinieri, carceri e riputazione: salito il volgo, salito il governo. Ma creare beneficenze morte? no. Dodici quartieri, ventiquattro case di arti: là vivano e per sé e pel paese; ogni individuo, un operaio, un cittadino. Ed ecco in men di due anni, dal 62 al 64, ecco scuole, convitti, case di lavoro; e già levati dal fango un migliaio de’ cinquantamila. E crescono ogni giorno; e se gli basta tempo e danari, è uomo da tener la parola di levarceli tutti. Trecento, che non aveano né padre né madre, gli ha posti in convitto: i maschi, a san Pietro ad Aram, alla Palma e, in due casamenti d’eredità di famiglia, a Casoria; le femine, a villa Pisani e ai Pirozzoli. Gli altri seicento, a scuola: i maschi, a San Pietro e a Casoria; le femine, a Casoria e al tondo di Capodimonte: che vengono la mattina, tornano ai parenti la sera i più anco vestili, e molli anco nutriti.

«È carità che non serra porte (Dante) ma però bada a chi dev’entrare: e singolarmente bada alla porta principale, che non entrino se non di coloro che ha voluti distinguere qol nome d'Accattoncelli. A dodici anni passano, dai convitti e dalle scuole, nelle case del lavoro: gli orfani, dentro, i non orfani, a giornata. E sono già due le case, una perle femine, ai Pirozzoli, una pe’ maschi, al tondo di Capodimonte. Qua vedi, una appresso all'altra, botteghe di legnaioli, ebanisti, magnani, calzolai, fabbricanti di pianoforti, tipografi, legatori di libri: e dietro ci sta spuntando l’arte della lana. Ogni bottega il suo mastro, e in ogni bottega si lavora e si vende. Qui pure la musica; e fra poco udrete per la città le bande degli accattoncelli» (1). Con queste parole il Casanova fa intendere il concetto che il P. Ludovico erasi formato della istruzione dei figli del popolo. Non insegnamento puro e generale, ma pratico e vario secondo la condizione degli allievi; non la scuola per la scuola, ma per la vita e per l’esercizio di qualche mestiere, lavoro di mano e lavoro di mente insieme accordati ed avvicendati.

Le scuole fondate sinora in Napoli ed esistenti in questo anno sono le seguenti:

Per gli artigianelli un Convitto di arti e mestieri, il quale ora sta nell’edificio del già S. Educatorio in S. Raffaele a Materdei (2). In esso sono centoquaranta artigianelli distribuiti per età e per sala di mestieri con questo ordine. Nella prima età, quando ancora non si possono ammettere all’arte, apprendono ivi quanto è ordinato nelle classi elementari, oltre al disegno lineare e la musica vocale. A dodici anni passano nelle sale di lavoro, ove apprendono un’arte e musica strumentale. Fra le arti dette innanzi meritano speciale menzione la Tipografia e la Fabbrica di pianoforti, che ne produce un 18 e più all’anno.

(1) Casanova— Lettera a Gino Capponi.

(2) Artigianelli no.


vai su


Per le orfanelle è una casa al tondo di Capodimonte, affidata alle Stigmatine fatte venire di Firenze (1). La scuola dal 1859 è venuta crescendo sino ad oggi, e vi accoglie ai presente, dando loro vitto ed albergo 90 bambine povere interne e 30 esterne, le quali hanno istruzione letteraria e di arti donnesche, con tale misura che quindi possano uscire buone operaie. Un’altra casa per le orfanelle in Napoli, fondata dal 1863 ed affidata alle cure delle Suore bige, mantiene al presente 40 orfanelle, istruite ed educate allo stesso modo. Nel villaggio di Posillipo nel 1867 apri un’altra casa di bambine povere; e sotto la direzione delle suore bige 20 bambine povere vi ricevono vitto, vestito ed educazione. Finalmente nel villaggio di Villanova sopra Posillipo ha aperto un convitto per fanciulli poveri, gratuitamente mantenuti, con una scuola elementare (2). La istruzione si estende sino alla 3 classe, ed in tutte le tre classi sono istruiti settanta alunni.

Non parlo qui della colonia agricola iniziata sino dal 1868 nel Comune di Massa Lubrense. né del Convitto aperto nel 1869 in S. Maria di Capua, nò del Convitto di Afragola, fondatovi nel 1867, né della Casa degli accattoncelli fondata in Nola nell’anno 1867 con lo stesso ordinamento della Casa di Napoli, né dell'Orfanotrofio istituito in Terracina; poiché tutte queste istituzioni stanno in altri Municipi, quantunque avessero comune lo scopo e gl’interessi, come hanno comune il capo che le indirizza e governa.

Istruzione del Sordi-Muti.

Come le opere del P. Ludovico si allargavano, cosi davano origine ad altre nuove, varie ne’ mezzi, ma uniche nello scopo. Ed egli senza punto sgomentarsi, tutte le abbracciava. Un di fra gli altri verso il 1864 fu da lui il buon prete Aiello, che da parecchi anni e con una costanza rara intendeva alla istruzione de' sordi-muti; con maraviglia di tutti tolse anch’egli la tonaca bigia, ponendo in comune l’opera sua, e facendosi, di direttore che era prima, semplice compagno di P. Ludovico; il quale volentieri accettò il carico della istruzione di meglio che cento sordi-muti. D'allora i frati bigi si diedero anche a questa istruzione speciale, ed estesero il loro beneficio anche nelle altre province napolitane.

La Pia Casa de’ Sordi-muti, esistente in Napoli nell’ex-Convento di Sant’Agostino alla Zecca, in quest’anno contiene sordi-muti 73 maschi e 34 donne, i quali hanno alla istruzione secondo il metodo del signor Pendola Direttore dell'Istituto toscano de’ Sordi-muti in Siena, e vi apprendono un’arte, alla quale si sentano meglio inclinati.

Un’altra casa simile a questa di Napoli fu fondata in Molfetta sino dal 1863, ove si educano ed istruiscono 35 sordi-muti; ed è l’unica nelle province vastissime delle Puglie.

Mantenendo P. Ludovico tanti istituti alla carità pubblica e privata e dal prodotto delle arti e de’ mestieri, a potere avere proventi più certi dalle arti coltivate nelle case degli accattoncelli e a comporre tra le classi agiate e le povere quell'armonia d’interessi e di affetti che è vagheggiata dalla carità cristiana, egli pensò di fondare eziandio Collegi per giovanetti agiati dell'uno e dell’altro sesso, i quali diretti da persone idonee e legalmente abilitate all'insegnamento, o associate all’ordine de’ frati bigi o libere, seguitassero l’indirizzo del Padre.

(1) Orfanelle

(1) Alunni poveri 70.

Ha di questi si tiene conto nella istruzione privata. Nè a queste sole opere si rimane pago il P. Ludovico, il quale è il moto perpetuo, come dice il Casanova; e già pone mano ad altri istituti in Firenze, Assisi, Roma e Napoli. Alcuni amerebbero che meglio applicasse tutte le sue forze a perfezionare ed accrescere i già esistenti. Ma bisognerebbe impastare diversamente l'uomo, il quale con quella sua operosità febbrile ba bisogno di espandersi più che di raccogliersi e fermarsi.

Filantropica Casa di lavori donneschi.

Il pensiero d’istruire le figliuole del popolo nelle arti donnesche e di educarle insieme alle virtù morali che rendono santo il lavoro, ispirò un’altra istituzione benefica, che non poco può conferire al miglioramento morale del nostro popolo, la filantropica Casa dei lavori donneschi. In questa città, nella quale la beneficenza pubblica per lo innanzi avea fomentato l'ozio e la imprevidenza nel minuto popolo, il primo pensiero che doveano suggerire le mutate condizioni politiche a coloro, che intendono i nuovi doveri pubblici imposti dalia civiltà alle classi agiate della cittadinanza, era quello d’indurre nel popolo gli abiti virtuosi del lavoro e del risparmio. Il lavoro perché sia produttivo veramente bisogna che sia accompagnato dalla istruzione tecnica, che ne perfezioni la produzione, che abbia decapitali sufficienti per l’acquisto dello materie grezze, ed un’ amministrazione savia che sappia dirigere utilmente l’opera e trovar modo di spacciare i prodotti con profitto e con prontezza. E questo sì propose la filantropica Casa di lavori donneschi. Iniziata sino dal 1865 col titolo di Opificio femminile partenopeo, nel 1870 fu fermamente stabilita ed ordinata secondo il novello Statuto approvato nell’Assemblea generale della Associazione tenuta il 15 maggio del 1870.

Fa veramente consolazione a leggere i nomi di coloro che compongono il Comitato direttivo dell’Opera e delle Dame che formano il Comitato di vigilanza, trovando far parte dell'amministrazione il fiore della cittadinanza napolitana. E sotto la direzione di persone tanto autorevoli e il patronato di Dame cosi elette questa Casa di lavoro non poteva non prosperare. Messa nell’ex monastero di S Andrea delle Dame accoglie un cento donzelle tutte adulte le quali, sotto una Direttrice che attende alla esecuzione dell’insegnamento letterario e manifatturale ed alla esattezza de’ lavori, ed ammaestrate gradatamente da particolari maestre nelle varie arti donnesche, eseguono le commissioni di lavori fatte alla Casa. Queste donzelle ammesse dall’età di anni 12 sino a 20, dietro approvazione del Comitato direttivo sono, sotto una sapiente disciplina, nella Casa di lavoro per parecchie ore al giorno; ricevendo ivi una colazione meridiana ed una certa istruzione nelle ore in cui smettono il lavoro.

«L’utile netto tratto dal lavoro delle alunne è attribuito rispettivamente a quelle che lo avranno eseguito, dal quarto alla metà a prudenza della Presidente. Di tale quota però i tre quarti sono consegnali alle rispettive alunne alla fine di ciascun mese e l’altra quarta parte è messa a toro profitto e conto nella Cassa di Risparmio, per ritirarsi col corrispondente frutto dalle alunne, allorché passino a marito o lascino debitamente la Casa di lavori, dopo avervi esattamente travagliato per due anni. Il dippiù dell utile va a vantaggio della Casa di lavoro». (art.47 dello Statuto).

Però questa Casa non è un mero opificio, nel quale si abbia per iscopo la produzione materiale, ma insieme casa di educazione non pure industriale, ma civile e morale. La onestà è la prima qualità perché una donzella venga ammessa, l'assiduità al lavoro, la buona condotta morale e dentro e fuori, il profitto nell'arti, l’osservanza de’ regolamenti interni, la pratica delle virtù sociali sono condizioni essenziali per esservi mantenute. E la disciplina è ordinata in modo, che nelle allieve si desti il sentimento del proprio dovere, l’amore al lavoro ed il desiderio dell’onore. E la vigilanza amorosa e sollecita che fanno le gentili Dame del Comitato non poco contribuisce alla educazione morale di queste povere figliuole, che si educano a divenire oneste, valenti e solerti operaie.

Questa istituzione veramente Filantropica, mantenuta da contribuzioni sociali, da sovvenzioni del Municipio, che dà 250 lire al mese, ha potuto in questo primo tempo fornire la casa di tulio l'arredamento necessario, ordinare saviamente il lavoro e bene avviare l’amministrazione economica della Casa. Rimane che ora provveda al migliore indirizzo da dare alla parte della istruzione letteraria. Per ora questa parte non pure è troppo accessoria, ma anche trascurata. In prima si dovrebbe porre tra l’altre condizioni per l’ammissione, che le donzelle da 12 a 15 anni presentino il certificato di aver fatto il corso degli studi elementari. In secondo luogo l'insegnamento letterario dovrebbe darsi tutti i giorni, sebbene per non lungo tempo, e ad ore più opportune e da maestre idonee, ed avere un indirizzo tutto professionale. Infine le adulte analfabete non si dovrebbero accomunare alle altre nella lezione, perché potessero più agevolmente profittare dell’insegnamento. Finora l’Amministrazione ha dovuto pensare alla parte più importante, qual era il lavoro ed il mantenimento della Casa. Ma poiché tutte le difficoltà maggiori sono superate, secondo si ritrae dall’ordine del giorno votato nell’adunanza generale del 15 maggio 1870, è da sperare che il barone Ferrara, tanto benemerito per le cure spese Intorno a questa istituzione, voglia compiere l'opera filantropica meglio ordinando la istruzione letteraria.

Asili d’infanzia di Napoli.

L’Opera più grande e più generalmente lodata, e che dal principio del nostro risorgimento seppe attrarre l’amore di tutti gli animi gentili, e costantemente mantenerli concordi nella generosa volontà di procurare la educazione de’ figliuoli del popolo, fu l’Opera degli Asili d’infanzia. In essa Si pare come la natura de Napolitani non è punto avversa ad associare gli sforzi individuali ad uno scopo comune, né pronta a mutar propositi, quando sappiasi proporre al comune operare un nobile fine, o quando si trovi un uomo di tanta autorità e prudenza che si concini la stima di tutti, e gli studii comuni indirizzi ad elevato segno. E veramente gli Asili d'infanzia sono tale istituzione, che basta gustarne le dolcezze, perché altri si ci ponga dentro tutto, mente e cuore (1).

Già gli Asili d’infanzia non erano nuovi in Napoli. Sino dal 1841, quando l’opera de' privati avea sostituita quella del Governo nella cura di procacciare e promuovere la istruzione pubblica, erasi fondata ima Società per gli Asili infantili della città di Napoli, la quale, promossa da uomini rispettabili per nobiltà di casato, per ricchezza di censo,

(1) Michele Baldacchini. Discorso del 1870 all’adunanza de’ Soci.

per dottrina e per generosità di sentimenti, e costituitasi legalmente, per mezzo di offerte private, di sovvenzioni pubbliche e di altri proventi cominciò a fondare parecchi Asili per soli maschi, con l'intendimento di fondare di poi scuole di arti e mestieri, nelle quali si sarebbero raccolti e mantenuti sino a 13 anni i fanciulli usciti dagli Asili (2). Dal 1841 sino al 1847, quando la polizia o per naturale non curanza o per troppa sicurtà lasciava libero campo alla operosità privata in fatto d’istruzione, se ne aprirono tre, l’uno a S. Carlo alle mortelle, il secondo in via sedile di Porto ed il terzo in via S. Arcangelo a Baiano; accogliendo non meno di 315 bambini, i quali affidati ad educatrici laiche erano istruiti secondo il metodo di Aporti. E l’abate Ferrante Aporti, venuto in Napoli il 1845 a visitare questi asili ne rimase pienamente soddisfatto. Se non che dopo il 1848, divenuta feroce la notizia contro gli uomini più egregi, gli Asili, fatti segno all’odio de’ Gesuiti, dovettero chiudersi, rimanendo in piedi un solo, per rispetto del barone Rotschild, dal quale è ora intitolato, a testimonio della operosa generosità de’ gentiluomini napolitani, nei quali l’amore per la educazione popolare non è mai venuta meno.

L’Asilo Rotschild sussidiato dal Municipio con un’amministrazione particolare, accoglie ora non meno di 130 bambini.

Questo glorioso esempio del passato non poteva rimanere senza frutto presso i presenti. Onde quando il decreto luogotenenziale del 13 novembre 1860, per dare esecuzione al decreto del Prodittatore intorno ai 12 asili da fondare in Napoli, a questo effetto, delle 200 mila lire largite dalla munificenza Sovrana, 80 mila destinava alla fondazione degli Asili, e nominava una Commissione di eletti cittadini, perché di accordo col Municipio curasse non pure la pronta apertura degli asili, ma con regolari statuti né assicurasse la vita e la floridezza avvenire; la cittadinanza napoletana rispose volenterosa all’invito e con mirabile concorso pose mano all'opera benefica. Delia suddetta Commessione fu eletto a presidente Michele Baldacchini e a segretario Alfonso della Valle dei marchesi di Casanova, i quali dal 1861 consacrarono tutta la loro vita ed il loro ingegno al bene di questa istituzione, che è una delle meglio ordinale, delle più saviamente condotte e delle più universalmente stimate che si sieno fondate in Napoli in questo decennio. Ed essi aiutati dalla generosa opera di elettissime Dame, le quali e per la loro efficace parola e per il Loro esempio procurarono offerte, doni e sottoscrizioni di soci, potettero nel 1861 porre insieme la somma di 120 mila lire, aprire i primi quattro asili, ordinare l’amministrazione, dare savio indirizzo alla istruzione de’ bambini, compilarne gli statuti fondamentali; e così procacciar credito e stabilità all’opera, la quale superate le prime difficoltà,

(2) Gli statuti furono approvati con R. Rescritto del 22 maggio 1841. Furono promotori — il cav. Alfonso d’Avalos, poscia marchese del Vasto, il barone Giacomo Savarese, Achille Antonio Rossi, Filippo Volpicella, il duca di tavella Nicola Caracciolo, il cav. Gabriele Quattromani, il cav. Luigi Blanch, Francesco Paolo Ruggiero, Roberto Savarese, Gaetano Columbo, Giuseppe Aurelio Lauria, il duca di Ventignano, Cesare della Valle, Saverio Baldacchini, Michele Baldacchini, Domenico Capitelli, il padre Pier Luigi Ri$poli, il comm. Carlo Vecchioni e Camillo Cacace.

divenne tosto cara al popolo ed accetta allo universale (1).

Nella breve narrazione de’ progressi annualmente fatti dalla istruzione pubblica in Napoli sono venuto accennando in ciascun anno gl’incrementi successivi di questa benefica istituzione: onde ora mi posso leggermente passare di questa parte.

Sono assai freschi alla memoria di tulli quei discorsi mirabili per semplicità di stile e per ingenuità di affetto, onde il Presidente, sempre riconfermato nell’ufficio e mai non istancatosi di accettarlo, Michele Baldacchini, nell’assemblea generale de’ soci ogni anno rendeva conto odi uno o di più asili aperti o di case ampliate ed abbellite o di miglioramenti didattici ed educativi introdotti. Egli, il valente Uomo, tanto si affaticava a condurre alla maggiore prosperità i nostri asili; e pure non gli pareva che avesse fatto abbastanza, quando in ciascun anno non potesse dar contezza di un nuovo passo verso quella meta, alla quale egli sempre mirava. E quasi che il suo ingegno, ispirato dal suo grandissimo cuore, non gli avesse dato sufficiente aiuto a migliorare la istruzione degli asili, Egli era lieto nell’anno passato che si adunasse in Napoli il Congresso pedagogico, nella speranza di potere dai savi intendenti di queste cose avere o approvazione del già fatto o consiglio al far meglio. Ma sventuratamente il santo Uomo è stato da morte rapito all’amore del popolo napolitano, senza che avesse avuta la consolazione di vedere l’opera, alla quale avea tanto faticato, giudicata dall’onorevole Consesso. Però lo spirito di lui è presente ancora nella istituzione; e M. Ruggiero, attuale Presidente, il quale era stato degno compagno al Baldacchini e nel curare la parte materiale e la educativa degli asili, calcando le orme segnate dal compianto predecessore, ha saputo e con lo stesso amore e con la stessa intelligenza governare l’Opera, da potere nell’adunanza ultimamente tenuta annunziare notevoli ed ulteriori miglioramenti in questo anno introdotti negli Asili. L’amministrazione affidata a persone specchiatissime, fiore di gentilezza e di onestà, è quanto di più perfetto si possa sperare. La condizione economica, se non fiorentissima, non inferiore alle gravi spese che bisogna sopportare, quantunque le private sovvenzioni sieno di assai scemate, ridotte in questo anno a poco più di 4 mila lire. Il bilancio preventivo dell’anno 1870-71 presenta l’introito di 128,519,81, delle quali son certe:

Lire 10,235 che sono rendita sul Gran Libro
57,000 assegno del Municipio
6,000 assegno della Provincia
10,000 assegni ed offerte del Banco di Napoli, della Banca Nazionale di altri istituti pii
1,057 pigioni di case sublocate

e la spesa certa di L. 128,519,81, delle quali sono assegnate: 

Lire 34,697 per stipendi alle maestre e fantesche
43,091,18 per vitto de' bambini
15,697 per pigione di case

(1) Furono benemerite dell’Opera la duchessa di Belgioioso, Sorvillo Olimpia della Valle negli Agresti — La principessa di Melodia — Margherita Bosco ne' Zir — Giulia Giusso ne’ Volpicela — Luisa Berner ne’ Catalano — Enrichetta-Zingaropoli ne’ Wonviller—La marchesa di Bugano Dentice-Giulia Scialoja.

ed il rimanente per 1 amministrazione, fornimento di suppellettili ed altre spese.

Talché, se straordinari soccorsi non venissero ad aiutar l’Opera, l’amministrazione non potrebbe sostenere il suo grave carico. B bisogna dare la meritata lode al Municipio di Napoli, il quale, oltre all'assegno annuale certo, non lascia occasione per venire in soccorso dell’Opera.

Gli Asili mantenuti dall’Opera sono 17, dieci per maschi e sette per temine, ninno promiscuo, con bambini 100, de' quali 1325 maschi e 775 temine. Sono 1 seguenti (1):

1. Vicaria, maschi 150
2. Chiaia, maschi 150
3. Chiaia, femine 100
4. S. Ferdinando, femine 150
5. Vicaria, femine 100
6. Stella, maschi 125
7. Motecalvario, maschi 100
8. Porto, femine 100
9. Montecalvario, femine 100
10. Mercato, maschi 125
11. Pendino, maschi 125
12. Avvocata, maschi 125
13. S. Giuseppe, femine 125
14. Pendino, femine 100
15. S. Carlo all’Arena, maschi 128
16. Porto, maschi 175
17. S. Lorenzo, maschi 125
Maschi 1328 Femine 775


vai su


Questi Asili, sparsi ne’ dodici mandamenti onde si compone Napoli, hanno ciascuno una Commissione locale composta di un Direttore onorario, di un Provveditore, di un Sacerdote visitatore, di parecchie Dame visitatrici e di Medici, la quale ne cura le diverse parti, subordinala al Consiglio generale di direzione, che sopraintende alla educazione ed amministrazione di tutti. In ciascuno asilo poi è a capo della istruzione e della educazione una Direttrice che insegna pure nella classe superiore, e ha tante seconde maestre quante sono le classi, oltre ad una aiutante. Le inservienti sono due o tre secondo le classi. Le Direttrici hanno lo stipendio di lire 70 al mese, le seconde maestre lire 45, le aiutanti lire 30. Alle Direttrici che durano per 5 anni nello stesso ufficio tocca l'accrescimento del decimo dello stipendio.

Dei diciassette asili 9 sono affidali alle Suore d'Ivrea e gli altri 8 a maestre laiche.

Maschi 1325
(1) Asili 17 – Allievi 2100
Femmine 775

La parte didattica degli Asili di Napoli merita di essere diligentemente studiata dai cultori di queste discipline. Qui non si è stati paghi solo d’imitare i metodi usati altrove, ma di perfezionarli ancora. Il marchese di Casanova, nel quale è tanto squisito l'intelletto d’amore, ha applicato tutte le forze del suo ingegno a questa opera gentile, e non senza grandissimo frutto. La qualità particolare dei nostri asili non è nel fine, che è la piena ed armonica educazione di tutte le potenze del bambino, né nella materia dell’insegnamento, la quale è comune a tutti gli asili infantili, ma nei mezzi ritrovati a rendere più efficaci i metodi altrui, nell’indirizzo unicamente educativo dato ai vari insegnamenti, e nel largo luogo fatto agli esercizi ordinati a perfezionare l'uso de’ sensi. La dimostrazione degli oggetti non si fa solo in imagini, ma eziandio in natura, essendo gli Asili forniti, oltre a tavole murali, di collezioni di pietre, di legni, di pesi e misure reali e di altri obbietti, li metodo d’insegnare leggere è quello di Lambruschini migliorato per l’aggiunzione degli esercizi raccomandati dal De Pamphilis, per il che il Casanova formò un particolare congegno che mirabilmente serve all’uopo. A educare il sentimento della musica non si adopera il solo canto, ma si è introdotto pure il suono, e parecchi asili sono già provveduti di Armonium. Per isnodare le membra ed assecondare il naturale sviluppo di esse non pure si usano i soliti esercizi ginnastici, ma si è oramai cominciato ad abituare i bambini a valersi indifferentemente dell'una e dell’altra mano; e per prevenire i mali che derivano dal tenere troppo curvata la schiena sopra la tavola da scrivere, si è sopra ciascuna di esse teso un filo di ferro all’altezza ordinaria della fronte, il quale costringe i bambini a serbare la giusta distanza tra l’occhio ed il foglio. Ad esercitare il senso della vista si è fornito ciascuno asilo de’ principali colori dipinti sopra tante assicelle, e gli allievi sono ammaestrati a designare le varie linee sulla lavagna, e con un arnese molto semplice e molto ingegnoso, ritrovato architetto Fulvio i bambini si avvezzano per passatempo a collocare nel suo giusto punto la linea perpendicolare, l’orizzontale ed altre linee inclinate sotto certi determinati angoli, scoprendo di ogni cosa il riscontro col semplice aprire di una cornice soprapposta ai vari punti di guida (1). L’antica forma del pallottoliere si è mutata secondo la nuova recentemente trovata da Maria Pepe-Carpentier, essendosi questa ultima sperimentata più utile ad insegnare il calcolo. Finalmente tra gli altri esercizi del corpo sono pure i lavori manuali, che vengono destando le naturali inclinazioni ai diversi mestieri. In alcuni asili feminei i lavori donneschi sono cosi bene eseguiti, che non mancano di compratori; e del guadagno si comprano materie prime per farne altri lavori.

Io mi rimango di fare veruna osservazione sulla educazione de’ nostri Asili, certo che il Congresso pedagogico vi farà sopra degli accurati studi. Però penso; i fanciulli che hanno cosi bene cominciata la loro educazione negli Asili, trovano poi nella scuola chi in loro raffermi i buoni abiti e compia la iniziata educazione fisica e morale? bai marzo 1861 sino ad oggi sono entrati negli Asili non meno che 11630 bambini; ora di questi quanti hanno con frutto proseguito il corso elementare, e quanti sono tornati nelle piazze e ne' trivi a disimparare il poco appreso ed a divezzarsi de’ buoni abiti presi? A questo proposito sino dal 1864 quel santo petto di Alfonso della Valle infiammato di carità emettea queste voci:

(1) Discorso del Presidente del Consiglio letto nell’adunanza generale dei giugno 1871.

» Ma dunque gli Asili che sono, una promessa o un inganno? Che giova tenere fra le braccia l’anima dell'uomo, mentre non sa d’intendere né di volere né bene né male;e poi lasciarli! lasciarli a chi? I più fortunati alla scuola. Ha il maestro se la vede arrivar tutta quell'anima, o solamente l’ingegno? e la scuola succede di fatto, come di tempo, all’Asilo»? — Con questo pensiero fisso nell’animo, egli fino d’allora cominciò a tentare l’Opera che dovesse compiere e perfezionare quella degli Asili, e con la tenacità del suo proposito e con l’autorità del suo nome potè colorire il suo disegno e mettere in atto l’altra istituzione non meno utile che generosa, l’Opera dei fanciulli usciti dagli Asili.

Opera de' fanciulli usciti dagli Asili

Innanzi abbiamo discorso della origine e degl’intendimenti dell’Opera de’ fanciulli usciti dagli Asili, che è non pure la continuazione ma il compimento della educazione popolare che s'inizia ne’ medesimi. Qui toccheremo dell’ordinamento e dei presente stato di questa istituzione tanto caritatevole quanto civile (1).

Il fare che la scuola elementare sia un gradino, per istruzione e educazione, di fatto succedente all'asilo infantile, e l’opera educativa già appena iniziata nella fanciullezza venga accompagnata con la crescente istruzione e amorosamente proseguita negli anni appresso, quando il fomite del male si fa più forte, è un bisogno che non può non essere notato da chi consideri la scuola elementare in relazione con l’Asilo infantile. Oltre a ciò le scuole elementari non hanno verun legame con le officine, per modo che un operaio si trova in questo bivio; o di curare a preferenza la istruzione letteraria, non solo a discapito della istruzione tecnica, ma anche col timore che più tardi le membra indurite del figliuolo male si pieghino alle fatiche corporali necessarie all’esercizio di un’ arte, ovvero di secondare i consigli dei bisogno maggiore e gli allettamenti del guadagno, allogando il figliuolo a bottega appena uscito dell’asilo.

Su questa base è fondato l’ordinamento di questa novella istituzione, la quale ha tentato di risolvere nel fatto il principale problema della educazione popolare.

Se la prova sia riuscita secondo il disegno, se il fatto risponda al concetto di chi prima pensò l’opera e si sforzò di condurla all’atto, lo giudicherà il Congresso pedagogico. Certo i gentili e generosi uomini che sopraintendono alla direzione di questa opera non risparmiano né cura né fatica per raggiungere lo scopo che hanno in mente; sei mezzi non hanno risposto ai loro desiderii, il loro ardore e la loro carità non è per questo venuta meno. Corre appena il secondo anno dacché l’opera ha presa la presente forma più stabile e più regolare, e già quattro grandi aule da scuola sono state costruite di pianta e fornite di tutto l’arredamento necessario, ed aperte alcune officine corredate di tutti gli oggetti d’arte richiesti, oltre alle riparazioni indispensabili per ridurre altre stanze all’uso ed ai vari bisogni dell’opera. E questa non è stata lieve spesa, chi consideri come il Convento di S. Domenico, quantunque vasto, non poteva essere adattato al presente uso nelle condizioni in cui fu ceduto all’opera. Sicché nel medesimo luogo ha scuola ed officine, ed agli alunni è dato il passare dall’una all’altra occupazione senza pericolo che altrimenti si sviino. Il programma didattico, quantunque nella parte generale non molto discordante dal programma comune delle scuole elementari,

(1) Allievi 34.

pure le materie sono ordinate e distribuite nelle varie classi secondo la condizione particolare de’ fanciulli, che dall’Asilo recano una certa istruzione, e che per l’amorosa assistenza e la maggiore applicazione possono con più profitto attendere agli studi. Le scuole sono di due gradi, le prime, che non si discostano dalle materie del grado inferiore elementare, e le seconde che abbracciano più largamente la materia del grado superiore. Quindi nella 1‘ classe si dà principio alla lettura, si cura la buona calligrafia nella scrittura, e dell’aritmetica s’insegnano le quattro operazioni e le prime nozioni di sistema metrico. Dato questo come primo scalino, è facile il supporre che nel secondo anno le materie debbano di gran lunga allargarsi ed approfondirsi, e cosi di mano in mano negli anni successivi. Nel programma si scorge chiaramente che l’istruzione reale prepondera alla istrumentale, che la conoscenza astratta è posposta alla sperimentale, e che l'insegnamento è più pratico che teorico. Ha se i maestri nel fatto sappiano bene applicare il programma non posso dirlo; né dipende dall’opera, la quale non ha mezzi per istipendiare maestri propri, e deve contentarsi di quelli che le concede il Municipio.

Per ora sono state in atto le sole scuole prime, con 134 allievi inscritti e frequenti; ma nel prossimo anno scolastico 60 allievi entreranno nelle scuole seconde e nelle officine, le quali sono cinque di legnaiuolo, di tipografo, di ebanista, di tornitori e limatori meccanici, di fabbricante di pianoforti. Gli alunni sono nella Casa non meno di 7 ore al giorno, delle quali 4 1|2 sono impiegate alla istruzione letteraria, e le altre ore al disegno, che s’insegna secondo il metodo Froébel-Rapet, ed alla colazione e ricreazione dirette da educatori a ciò deputati. I fanciulli che già sono entrati nelle officine alternano il loro lavoro con dué ore e mezzo di scuola al giorno e con altre due ore, per tre volte la settimana, che impiegano per ora alla lezione di disegno di ornato e poi di modellatura m creta. Per continuare ed estendere la educazione dell’asilo tutti i giovanetti,. e quelli delle scuole e quelli delle officine, il giovedì e la domenica ricevono la istruzione di catechismo, di canto corale e di ginnastica. Tutti i giorni poi alcuni de’ soci visitatori, ai quali 6petta per turno, assistono i giovanetti e nelle ricreazioni e nella colazione, e con la loro usanza si studiano di informarne il costume. ad atti gentili e virtuosi. Talché le lodevoli abitudini cominciate nell’asilo si vengono con gli anni raffermando; e gli esempi di civiltà e gli ornati modi, che sono sempre dinanzi agli occhi de’ fanciulli, non possono non operare sull’animo loro ancora ingenuo e pieghevole al bene. Nè la officina può nuocere punto alla loro educazione morale e civile, perché ai capi di arte con opportuno regolamento è strettamente raccomandato di curare la educazione degli allievi, la cui condotta nella officina è accuratamente invigilata dai soci visitatori, e sottoposta a premii ed a pene. A riparare poi ai danni che provengono alla istruzione de’ fanciulli dalle troppo lunghe vacanze, la Casa di S. Domenico non si chiude nelle vacanze autunnali: gli allievi delle officine vengono per lavorare e seguitare la lezione di disegno, e gli allievi più piccoli per fare ripetizione sulle cose studiate nell’anno e per trattenersi in utili divertimenti.

Finalmente perché l’opera della scuola sia renduta feconda dallo studio di ciascuno, ed il desiderio del sapere destato nel primo insegnamento sia appresso alimentato e soddisfatto, è già aperta una scelta biblioteca circolante per i fanciulli della casa, con tale regolamento che i giovanetti acquistino l’uso virtuoso della lettura e della conservazione de’ libri.

Oltre di questo ad insinuare ed esercitare ben per tempo l’amore al risparmio e la virtù della previdenza, che è la fonte delle altre virtù dell'operato, si è aperta una cassa di risparmio, nella quale i giovanetti depongono i centesimi risparmiati alle loro ricreazioni, ed i soldi guadagnati.

Questo è, nella parte essenziale, l’ordinamento di questa benefica istituzione, la quale dimostra appieno la sapienza e l’amore di chi l'ha concepita e messa in atto. Fa dolore a pensare che una sola Casa siasi potuta fondare ancora, la quale non può accogliere che appena un quinto de’ fanciulli che ogni anno escono dagli Asili. Se almeno una Casa di tal natura per ogni due mandamenti si potesse aprire, la rigenerazione del nostro popolo si compirebbe nel giro di popchi anni. Ma l’opera appena ha mezzi a colorire lutto intero il disegno della prima Casa; e se non fosse stata aiutata dal generoso concorso di coloro che prestano gratuitamente l’opera loro, appena avrebbe potuto sostenere le spese presenti (1) Il bilancio preventivo dell’opera per l’anno 1871 porta una entrata totale, tra le rendite ordinarie e straordinarie, di lire 26806 ed una uscita, tra le spese ordinarie e straordinarie, di 26631. Bisognerebbe che l’esempio di quei generosi gentiluomini che vi pongono l’opera loro ed il danaro fosse imitata dai nostri signori, ne’ quali la carità sempre ha avuto potere. Ma forse l’opera non 6 abbastanza conosciuta dai nostri nobili, i quali altrimenti non dubiterebbero d’impiegare con tanta certezza di frutto avvenire quelle somme che ora non cessano di spendere, forse sterilmente, a sovvenire la povertà di mestiere. È comune interesse che la nostra plebe dall’abiezione ignominiosa nella quale aveala gittata la signoria caduta, sia sollevata alla dignità di popolo. E la via più diritta e più vera è quella segnata dai magnanimi che hanno fondata questa opera. Tutte le altre scuole potranno più o meno insegnare il leggere senza stento e lo scrivere il proprio nome; ma questo non costituisce ancora la educazione morale del popolo. Per contrario la predetta istituzione abbraccia tu Ito ritorno, mente, cuore e persona, e non adopera la istruzione che come mezzo di educazione; e sotto questa savia disciplina si può sperare che il figliuolo del povero sia ritenuto dal seguitare le pessime usanze che trova In famiglia e per abito porta seco.

Opera di assistenza delle fanciulle uscito dagli Asili.

Con lo stesso intendimento una Commissione di elette donne con a capo la sig. Emilia Pignatelli ne’ Curtopassi tentò l’opera di assistenza materna delle fanciulle uscite dagli Asili, in due stanze presso l'Asilo femineo di S. Ferdinando si sono cominciate a raccogliere le bambine che, giunte all'età di andare a scuola, escono di queii’Asilo. e si dà loro la istruzione elementare, ordinata alla educazione morale e congiunta con gli esercizi de' lavori donneschi. La istituzione non ha avuto incremento bastante, in questo anno non vi ha che 43 bambine tra l’ottavo ed il dodicesimo anno le quali da una maestra di lettere, che te ha tutte riunite in una classe unica partita in tre sezioni, ricevono la istruzione di grado inferiore, e da un’altra maestra speciale apprendono i lavori donneschi. La Commessione delle donne visita spesso queste allieve, e loro è generosa di cure materne La carità privata non ba risposto all’appello fatto dalla Commessione delle donne, e l'opera è ancora un disegno piuttosto che un fatto.

(1) A questo proposito meritano di essere menzionati l'artista sig. Franceschi, che insegna gratuitamente il disegno di ornato, ed il sig. Bòle, che insegna la ginnastica.

CAPITOLO XI


Istruzione elementare privata in generale s ed in particolare delle scuole della R. Casa Invalidi, 
delle Figlie della Carità, delle Società evangeliche.

La istruzione privata dopo il 1860 si trovò in condizione diversa che non era prima: di padrona indisputata del campo diventò semplice ausiliaria. Avendo a lottare con un insegnamento gratuito ordinato, protetto, invadente, non le rimaneva altro mezzo di vita che una intelligente e generosa concorrenza. Quelli tra gl’insegnanti privati che compresero il nuovo stato, e seppero lodevolmente sostenere la concorrenza con l’istruzione pubblica gratuita, non solo non perdettero di autorità né di frequenza di allievi, ma videro i loro istituti crescere di prosperità, come lo amore della istruzione si veniva facendo nel popolo maggiore e più generale. Quelli al contrario tra i vecchi insegnanti privati, che né negli studi, né nella disciplina educativa, né nella condizione materiale delle loro scuole non seppero soddisfare alle nuove esigenze della civiltà e dello stato politico del paese, videro le loro scuole a mano a mano stremarsi di allievi e finalmente disertarsi affatto. Se non che la operosità privata non è stata inferiore all'antica in fatto d’istruzione elementare; e se mo4te scuole ed istituti antichi non si sono potuti mantenere in piedi, assai ne sono sorti di nuovo e non pochi si sono saputi riformare e rimodernare.

Sebbene nelle scuole elementari pubbliche la maggior parte degli allievi appartengano a famiglie non disagiate di fortuna, pure la istruzione privata ha saputo, generalmente parlando, ricercare quel lato che nelle scuole pubbliche si trovasse manchevole, intendere quei desiderii, che nelle famiglie agiate si venivano manifestando; e compiendo l’uno e adempiendo gli altri hanno potuto con onore esercitare il loro ministero. Dinanzi alle scuole gratuite le scuole a pagamento debbono presentare tali vantaggi da potere altrui compensare della spesa. Egli è vero che non sempre siffatti vantaggi sono reali né di ordine superiore; e quindi si vede spesso la buona fede abusata e la educazione della iingenua fanciullezza fuorviata. Ma i guastamestieri e gl’ingannatori saranno sempre al mondo; e le istituzioni non possono essere colpevoli de’ vizi degli uomini. Fra gl'insegnanti privati purtroppo v’ha di coloro che non hanno altro scopo che il guadagno vile; e però si fanno a secondare le cattive usanze del popolo, a lusingare i pregiudizi egli errori, a carezzarne le passioni, per potere attirare gente alle loro scuole: ma v’ha di assai che compiono il loro ufficio con nobile intendimento e con la generosità e intelligenza di chi sente di avere una missione superiore. E a costoro bisogna essere riconoscenti dell’opera loro benefica e dell’operoso concorso che prestano al Municipio ed allo Stato a favore della educazione del nostro popolo.

Quale sia la estensione dell’insegnamento privato in Napoli, quale il valore didattico ed educativo non si può dire con fondamento. Finora la istruzione privata è stata una regione inosservata della nostra città. Il Consiglio scolastico ha l’elenco delle autorizzazioni accordate; ma quanti hanno ottenuto permesso, che infatti non hanno allievi? quanti hanno scuola ma senza verun permesso? quanti hanno ottenuto il permesso presentando professori abilitati a quel dato insegnamento, e veramente o non gli hanno avuti mai o gli hanno appresso mutati? quanti hanno pubblicato un programma d’insegnamento, e poi non l’hanno punto seguito?

In una città così sterminata un solo Ispettore scolastico governativo non può bastare a visitare una volta l’anno le scuole pubbliche, a volere tutti i giorni essere attorno per le scuole. Come avrebbe potuto trovar tempo da visitare altresì le scuole private? A questo effetto in questo anno il Ministro, a proposta del Consiglio scolastico, ba incaricato della visita delle scuole private il signor cav. Pasquale Turiello, già ispettore civico di Napoli; e dai dati statistici raccolti finora io posso trarre notizie certe intorno alla istruzione privata elementare di alcune Sezioni della città. Per ora posso discorrere con fondamento della istruzione elementare di 5 Sezioni; e da queste possiamo argomentare delle rimanenti.

Nella Sezione Porto, che secondo il primo censimento avrebbe una popolazione di

41603, la quale è di gran lunga inferiore all’attuale, al presente sono aperte,

Scuole Pubbliche per bambini Asili 2. con 275. bambini.
Asili Infantili. 3. con 153.
Totale 5. con 438.
16 Custodie 7 autorizzate con bambini 328
Scuole private di bambini 9 non autorizzate di cui 115 di età
per bambini di ambo i sessi sopra il 6 anno.

Sicché per quello che riguarda educazione de' bambini il numero dell£ custodie private è di lunga mano superiore alle scuole infantili pubbliche, quantunque il numero de’ bambini che vi usa sia per un quarto inferiore.

Siffatte custodie, che in questa Sezione sono in maggior numero che altrove, adempiono un bisogno sentito dal minuto popolo che ivi abita. Le madri che vanno al lavoro, non potendo accudire ai loro piccoli, gli affidano alla cura delle donne che dirigono siffatte custodie, ove con la spesa di uno o due soldi al giorno i fanciulli sono guardati per tutta la giornata. Nella maggior parte la istruzione è o scarsa o nulla; in 10 di esse la stanza è così mal sana che meritano di esser chiuse; in altre i fanciulli sono poco curati per la nettezza e la educazione, e spesso abbandonati a loro stessi. Ma ve n’ha una o due che sono degne di lode e per la cura che prendono della educazione de’ bambini e per la istruzione, circa otto che potrebbero migliorare.

Scuole elementari pubbliche.

Inferiori 7 Inferiori 275
Scuole maschili diurne 2 — con Classi ed allievi
Superiori 1 Superiori 24
Inferiori 3 Inferiori 86
Scuole maschili serali 2 — con Classi ed allievi
Superiori 1 Superiori 14
Inferiori 11 Inferiori 419
Scuole feminee 3 — con Classi ed allievi
Superiori 2 Superiori 27
Totale 7 24 857

Scuole elementari private.

Scuole maschili classi infer.

maschi 885
58 – allievi. 1082
Scuole femminile e superiori femine 197
di 1a classe 811
2a » 146
3a » 105
4a » 20
Totale scuole 29 classi — 58 allievi 1082


vai su


Da questo raffronto si può giudicare la estensione e la importanza che ha l'insegnamento privato in questa sezione. E si consideri che le scuole pubbliche sebbene sieno assai inferiori al bisogno della popolazione, pure qui sono le più frequentate tra1 tutte le altre scuole di Napoli, che non sono certo superiori al bisogno. E pur non di meno 58 classi private hanno allievi sufficienti a poter sostenerne la spesa. L’assegno mensuale che in media si paga in questa sezione della città è di L. 3,88; sicché il non piccolo numero di allievi privati, (1082) non deve appartenere a famiglie disagiate affatto, e degli allievi delle scuole pubbliche il maggior numero dev’essere di famiglie disagiate.

Si noti poi che mentre nelle classi di grado superiore delle scuole pubbliche non si trovano più che 61 allievo dell’uno e dell’altro sesso, nelle scuole private sono 125. Il desiderio della istruzione dunque in questa sezione dev’essere assai vivo e generale, più che non avvenga in altri quartieri della stessa città.

Ora di queste 19 scuole private,8 soltanto non sono autorizzate. Delle persone alle quali è affidata la direziona di siffatte scuole la metà sono state giudicate dal cav. Turiello idonee a sostenere il loro ufficio. Non più che 5 scuole meritano di essere chiuse.

Nella Sezione S. Giuseppe, che ha una popolazione legale di 20974 inferiore certo a quella di fatto, sono aperte:

Scuole infantili pubbliche.

——

Asili-maschi 1 — allievi 125
Classe infantile 1 — di ambo i sessi 33
Totale 2 158
Scuole infantili private.
(Custodie —2 — femine — 48)

Di queste custodie amendue non sono autorizzate, ma sono condotte con cura materna.

Scuole elementari pubbliche.


Scuole maschili diurne 2 Classi inf. 6 — allievi 270 308
Classi sup. 1 — 38
Scuole maschili serali 2 Classi elem. 3 — 105 126
Classi spec. 2 — 57
Scuole feminee 2 Classi inf. 9 — allieve 602 726
Classi sup. 3 — 124
Totale — Scuole 6 24 1196

Scuole elementari private. 

Scuole maschili 8 maschi 347
Classi 42 – allievi. 658
Scuole femminile 8 femine 311
1a classe 338
2a » 169
3a » 99
4a » 52
Totale — scuole 16 classi — 42 -  allievi 658

Sebbene in questa Sezione gli allievi che usano alle scuole pubbliche sieno circa la metà di quanti per legge dovrebbero andarci, stando alla cifra legale della popolazione, pure l’insegnamento privato sostiene una lodevole parte. L’assegno mensuale che si paga nelle scuole elementari di questa sezione è molto più alto, L. 5,75 in media. Delle 16 scuole predette non sono autorizzate che 4 soltanto; le capaci e salubri 9; le sufficientemente arredate 11; le condotte con buon metodo 12.

Nella sezione Pendino, che ha la popolazione legale di 31098, sono aperte.

Scuole infantili pubbliche.

Asili — 2 — maschi —125
femmine —100 225
Scuole inf. »
Totale 2 225

Scuole infantili private.

Custodie — 5 — allievi — 88

Di queste cinque custodie sebbene 4 non sieno autorizzate, pure sono da lodarsi per la cura che si ha de’ bambini; tre sono male addobbate di arredi scolastici. La retta mensuale che vi si paga in media è di lire 2,20.

Scuole elementari pubbliche.

Scuole maschili diurne — 1 — Classi inf. 3 — allievi 136 136
sup. »
Scuole maschili serali — 1 — Classi elem. 5 — 153 170
spec. 1 — 17
Scuole feminee — 2 — Classi inf. 8 — allieve 232 232
sup. »
Totale — Scuole — 4 — Classi 17 538

Scuole elementari private. 

Scuole maschili 17 maschi 365
23 Classi 42 – allievi. 555
Scuole femminile 6 femine 190
1a classe 427
2a » 33
3a » 77
4a » 17
Totale — scuole 23 classi — 42 -  allievi 555

In questa sezione, in cui l’insegnamento pubblico è assai insufficiente, i privati concorrono quasi egualmente che il Municipio ad istruire ii popolo. L’assegno mensuale in questo quartiere per le scuole elementari è, in media, lire 4,05. Delle 93 scuole elementari predette 15 sono autorizzate; le salubri e capaci,13; degne di lode per i buoni metodi non più che 8.

Nella sezione di S. Lorenzo, che ha la popolazione di legge di 17036, sono aperte

Scuole infantili pubbliche.

Asili 1 maschi —125
femmine —56 181
Totale 2 — allievi 181

Custodia — 1 — fem.18

Questa unica custodia è governata con affetto e con garbo. SI paga rassegno mensuale di L.3,60.

Scuole elementari pubbliche.

Scuole maschili diurne 1 Classi inf. 3 — allievi 133 133
Classi sup. » — »
Scuole maschili serali 1 Classi elem. 1 — 20 20
Classi spec. » — »
Scuole feminee 2 Classi inf. 5 — allieve 230 289
Classi sup. 2 — 59
Totale — Scuole 4 11 442
Scuole elementari private. 
Scuole maschili 6 Classi infer. maschi 108
13 – allievi. 150
Scuole femminile 1 e superiori femine 42
1a classe 74
2a » 44
3a » 17
4a » 5
Totale — scuole 7 classi — 17 allievi 150

In questa Sezione l'insegnamento privato sembra di lieve importanza; ma bisogna considerare che i fanciulli di questo quartiere usano nelle scuole degli altri quartieri più vicini.

Le scuole di questa Sezione sono tutte autorizzate. L’assegno mensuale che vi si paga, in media, è di L.6,76. Fra queste sette scuole due sono da lodare per il programma e la idoneità degl’insegnanti, e le altre cinque sono mediocremente condotta

Nella Sezione di Montecalvario, la cui popolazione di legge è 43390, sono aperte

Scuole infantili pubbliche.

Asili 2 maschi —100
femmine —100 200
Classi infer. 1 di ambo
i sessi 35 35
Totale 3 — allievi 235

Scuole infantili private mancano in questa Sezione

Scuole elementari pubbliche.

Scuole maschili diurne — 2 — Classi Inferiori 7 ed allievi inferiori 343
Superiori 2 superiori 42
Scuole maschili serali — 2 — Classi Elementari 3 ed allievi elementari 110
Speciali 4 speciali 130
Scuole feminee — 1 — Classi Inferiori 5 ed allieve inferiori 180
Superiori 2 superiori 38
Totale — Scuole — 4 — Classi 23 843

Scuole elementari private.

maschili 11 maschi 343
Scuole 21 Classi 37 – allievi - 560
femminile 10 femine 210
1a classe 348
2a » 117
3a » 95
4a »
Totale — scuole 21 classi — 37 -  ed allievi - 560


vai su


In questa Sezione le bambine usano anche alle scuole delle Figlie della Carità, delle quali non si è tenuto conto in questo elenco di scuole private. Se esse si aggiungessero, gli allievi delle scuole private sarebbero più che quelli delle scuole pubbliche. Delle scuole 31 una sola feminea non è autorizzata. E di esse una sola si potrebbe dire veramente cattiva e meritevole di essere chiusa; le rimanenti sono tra le buone e le mediocri. Per arredamento sufficiente e adatto sono da lodarsi 16; e per case capaci e salubri 14. L’assegno che in media vi si paga è di L.5,70.

Sono dolente di non aver potuto paragonare la istruzione elementare privata con la pubblica in tutte le dodici Sezioni della città. Non sono ancora raccolte tutte le notizie richieste, perché la visita scolastica del cav. Turiello non è finita. Ma da quanto si è veduto nelle cinque Sezioni predette si può dedurre, che l’insegnamento privato ha quasi la stessa estensione che l’insegnamento municipale.

Per quello che si attiene all’arte didattica ed alla parte educativa di queste scuole, bisogna dividerle in due classi, di quelle che accolgono i figliuoli del popolo minuto e di quelle. che ‘sono frequentate dai figliuoli delle famiglie agiate e civili. I nobili ed i grandi ricchi non mandano i figliuoli, generalmente parlando, nelle scuole private; o gli hanno in casa con insegnamento paterno o li mandano negli Educatori pubblici di Napoli o di altre città d’Italia.

Ora delle scuole private per il popolo minuto la maggior parte seguita gli antichi metodi sia per l’insegnamento sia per la disciplina educativa. La ferula è ancora in pieno vigore; ed il Consiglio scolastico ha dovuto minacciare di pena qualche direttore di scuola che faceva bestiale governo de’ bambini. Le scuole sono tenute nelle proprie abitazioni; e spesso nella stanza da scuola trovasi il letto, e tra i piedi de’ fanciulli vedesi il gatto, le galline ed altri animali domestici.

Le scuole private per i figliuoli delle persone agiate seguitano in generale i nuovi metodi, come quelle che per legge hanno dovuto accettare insegnanti muniti di legale abilitazione. Anzi a lode dell’insegnamento privato bisogna ricordare che la prima scuola ordinata secondo i nuovi metodi, fondata dal Governo per dare l’esempio della nuova scuola, fu poi ceduta ai PP. Gerolamini, i quali sino dal 1868 la mantengono a loro spese e con lo stesso credito, quantunque l'insegnamento pubblico municipale da quel tempo in qua sia tanto progredito. Essa dura tuttora, composta di tre classi, due inferiori ed una di grado superiore con 130 allievi in tutto.

Il programma d’insegnamento in generale è il governativo od il municipale, con lievi modificazioni. Ordinariamente il coeso elementare, nelle scuole maschili, non si estende per quattro o cinque anni, come si fa nelle scuole pubbliche. Dove il corso elementare è congiunto col corso ginnasiale o tecnico, manca l'insegnamento della quarta classe, che si trova unito con quello di 1a classe o ginnasiale o tecnica.

Nelle scuole feminee si trova la quarta classe, come quelle che non hanno ancora tentato un corso di perfezionamento bene ordinato e sufficientemente esteso. Un solo istituto femineo ha presentato in questo anno un programma di studi superiori; ma non ha avuto ancora incremento. Però in tutte le scuole od istituti feminei privati dì qualche importanza con le materie elementari si trova 1 insegnamento di qualche lingua moderna, del disegno, della musica, del ballo, de’ lavori donneschi di maggiore perfezione, di morale e di economia domestica. B questi diversi insegnamenti sono affidati parte a donne e parte a professori molto reputati. Di questi istituti assai hanno annesso alla scuola de' convitti e de’ pensionati, i quali sono mantenuti con molta proprietà e decenza, ed alcuni anche con lusso. In una città come questa, nella quale si è operata una grande rivoluzione politica e religiosa, e si è dovuto mandare in fascio e ruina tante istituzioni, che aveano gittate profonde radici ne’ costumi, la sola istruzione privata poteva dare soddisfazione a tanti interessi diversi e sfogo a tutti i desideri!. Quindi a} veggono istituti mantenuti dagli antichi ordini religiosi insegnanti, i quali raccolti a società privata intendono alla educazione de’ figliuoli di quelle famiglie che per lo passato aveano avuto fiducia in loro; istituti mantenuti o da chierici o da laici, i quali si propongono nella istruzione e nella educazione de' giovani di fare argine al torrente delle idee troppo libere, che si veggono professare nell’insegnamento pubblico; scuole mantenute dalla Società Evangelica per istruire e educare secondo i principi! della loro credenza i figliuoli di coloro che professano lo stesso simbolo di fede; scuole mantenute da preti e da Suore, nelle quali si mira principalmente a raffermare ed allargare il sentimento religioso secondo il catechismo romano. Laonde sebbene il programma didattico in apparenza sia quasi comune, pure nelle massime didattiche e nelle discipline educative trovasi tanta varietà quanta ò la diversità dello scopo speciale a cui mira ciascuno istituto.

Ora dinanzi a questa grande estensione e prodigiosa varietà dellinsegnamento privato in Napoli le disposizioni della legge, per esercitare vera ed efficace vigilanza su di esso e dare sufficiente guarentigia che non trascorra, sonò o inutili o insufficienti. Per la legge napolitana chiunque voglia aprire una scuola od istituto deve prima far approvare dal Consiglio superiore il proprio programma didattico, e poi presentare alla potestà scolastica, oltre al certificato di moralità per il direttore e di salubrità per la casa da scuola, l’accettazione de’ professori o delle maestre munite di abilitazione o di permessi legali; ed essere sottoposto alla ispezione governativa.

Intanto il Consiglio superiore non è più In Napoli, ed i programmi didattici speciali non si possono mandare all’approvazione richièsta dalla legge. I più per ischivare qualunque opposizione promettono di voler seguitare i programmi governativi, ma nel fatto fanno quello che credono il meglio. Ha per esser certi che nelle scuole private si osserva il programma promesso, che v’insegnano 1 professori proposti ed approvati, che nell’indirizzo educativo non si fa nulla contra le leggi dello Stato, bisognerebbe tenere una ispezione assidua, diligente, accurata, perseverante. Non di meno la legge ha dato l'incarico della visita ordinaria delle scuole private allo stesso ispettore, che ha obbligo di visitare non pure le scuole pubbliche della città di Napoli, alle quali non basterebbe il tempo di cui può disporre un uomo, ma eziandio del resto del Circondario. Quindi la vigilanza legale non ha nessun valore; e mancata questa garentia, tutte le disposizioni legali per impedire o prevenire gli abusi della libertà dell’insegnamento sono prive di effetto.

Posto dunque che la istruzione privata in Napoli non può essere governata dalle leggi attuali, e che la illimitata libertà di cui gode non è scevra di pericoli e di mali per la retta educazione della fanciullezza; bisognerebbe che il Ministero deliberasse o che si debba modificare la legge nel senso di una maggiore libertà conceduta legalmente all’insegnamento privato, come al presente di fatto si gode, ovvero mantenendo le limitazioni e le condizioni sancite nella presente legge, si adoprino due o tre ispettori che, unicamente occupandosi dell’insegnamento privato, possano veramente certificare che nel fatto si sia fedeli ai programmi, che si abbia i professori approvati e che la educazione morale, politica e religiosa dei giovanetti non sia contraria ai principi fondamentali dello Statuto. Nulla tanto nuoce alla educazione pubblica quanto l'aver leggi che non si possano o non si vogliano applicare. E noi della Italia meridionale siamo troppo usi a farci gioco delle leggi.

Il Ministero bisogna che mediti seriamente sul grave problema che presenta la istruzione privata in Napoli. Questo è quanto si può dire dell'insegnamento elementare privato in generale. Non mi è dato il venire indicando i migliori istituti privati, perché troppo mi dilungherei dal mio scopo.

Solo aggiungerò alcuni dati statistici che riguardano le scuole che si tengono dalle Figlie della Carità, dalla R. Casa degli invalidi e dalla Società evangelica.

Le Figlie della Carità che sino dal 1814 cominciarono ad aprire in Napoli scuole feminee popolari, e dopo il 1848 godettero privilegio d’insegnare e di educarle secondo gl’intendimenti del Governo borbonico, dopo il 1860 vennero allargando il loro insegnamento e moltiplicando le scuole popolari ed i loro istituti educativi. Questa istituzione è troppo conosciuta in Italia, e non è mestieri che io vi aggiunga parole (1).

Dinanzi si è toccato de’ Convitti di donzelle civili; qui si daranno i dati statistici delle altre scuole esterne e degl’istituti di orfane.

Nella casa del Consiglio.

Una scuola di donzelle a pagamento — di due classi elementari con allieve - 65
Una scuola popolare con sussidio municipale — di due

classi Inferiori

138
Un asilo infantile misto — sussidiato dall’Opera degli Asili 220
Una scuola di accattoncello—con insegnamento scarso. 60
Totale allievi - 483- 483
Nella casa di S. Pantaleone. 
Un convitto di orfane — di tre classi elementari. 140
Una scuola popolare—sussidiata dal Municipio— di due classi. 130
Una scuola di donzelle a pagamento —di due classi. 55
Una scuola a forma di asilo. 140
Totale allieve - 465-465
948

(1) Allieve delle sole scuole popolari — 1365. 

Riporto. 948
Nella casa della Salute
Una scuola popolare — di due classi 60
Un’ altra della stessa natura, — ma di una classe. 70
Una scuola di donzelle a pagamento—di due classi 35
Totale allieve - 165 -165
Nella casa a Chiaia
Una scuola popolare — di due classi 36
Un'altra scuola della stessa natura—di una classe. 100
Una scuola di donzelle a pagamento—di tre classi. 40
Un convitto di orfane con sussidio dei Municipio— di tre classi 50
Un asilo infantile a pagamento 34
Totale allieve -260 -260
1373
Nelle quattro case predette, eccetto i Convitti delle civili donzelle, le Figlie della Carità danno insegnamento, ne’ limiti indicati e secondo ii loro modo, a 1363 fanciulle di tutte le condizioni e di tutte l’età. Se al numero delle allieve fosse rispondente il numero delle maestre, questo insegnamento tornerebbe utile alla educazione popolare.
Scuola della R. Casa Invalidi e Veterani di Napoli.

Fra le nuove istituzioni sorte per opera privata e che non poco conferirono a promuovere la educazione popolare in Napoli, la più importante e la meglio diretta fu la scuola fondata a spesa della Reai Casa degli Invalidi e Veterani. Nella sommaria narrazione fatta deU'incremento successivo della pubblica istruzione del 1860 in qua io accennai come nel 1866 il generale Boldoni si diede con tutto il suo potere e col suo ingegno pratico ad ordinare queste scuole, e come i buoni frutti vennero a mano a mano ricompensando l’opera assidua di lui e la sollecita cura che la egregia Dama moglie di lui spese incessantemente intorno alle scuole feminee. Ma credo utile cosa non che debito di giustizia il dare un breve cenno di siffatte scuole, come quelle che presentano un impronta speciale, che noi} può non attirare l’attenzione degli studiosi delle istituzioni d’istruzione popolare.

Queste scuole gratuite ordinate ad istruire ed educare i soli figliuoli degl'invalidi e de’ veterani abbracciano tutti i gradi della istruzione elementare e maschile e feminile, cominciando dalla scuola infantile sino alla 4. elementare, e sono ordinate in modo che la istruzione sia associata al lavoro, e l’una e l’altro mirino alla educazione morale della nuova generazione. La lezione letteraria poi è diurna e serale e domenicale secondo la particolare destinazione degli allievi. E poiché lo scopo precipuo di questa istituzione è la educazione de’ figliuoli degli invalidi e veterani, cosi non pure si provvide che la istruzione fosse diretta a preparare i giovanetti che avessero a percorrere avviamenti liberali, ma a disporre gli altri ali’ apprendimento di nn’ arte o di un mestiere.

Onde non solo nelle scuole infantili si seppero introdurre gli esercizi di lavori secondo i giardini Froebelliani, e si accompagnò con la istruzione elementare la lezione di disegno di ornato applicato alle arti; ma eziandio accanto alla scuola si apri l’opificio, e l’uso dell’arte non venne separato dalla cultura dello spirito, come l'usare alle scuole non fu d’impedimento al lavoro giornaliero della propria arte. £ stato questo il pensiero dominante di tutti coloro che in questo decennio si sono occupati d istruzione popolare in Napoli, di non discompagnare la istruzione dal lavoro di un’arte, e di dirigere la istruzione in modo speciale secondo i diversi mestieri ai quali si adoperassero gli allievi. E delle Scuole della Regia Casa degli Invalidi e Veterani ò questo il carattere singolare, che merita di essere studiato da vicino.

Non mi è dato, a dovermi tenere ne’ limiti di questa relazione sommaria, discorrere particolarmente dell’ordinamento del lavoro nelle scuole di arti e di mestieri, né del modo come i programmi didattici sieno applicati alla destinazione speciale della istruzione delle diverse qualità di allievi, né della coordinazione delle scuole serali e domenicali, frequentate dagli operai, con le scuole diurne, ove s’istruisce il maggior numero, né de' metodi onde la istruzione elementare è condotta.

Mi basta solo che si conoscano 1 risultati di queste scuole vuoi nella istruzione letteraria, vuoi negli esercizi! delle arti. Le scuole complete mantenute in Napoli per la istruzione letteraria sono due, l’una a Bettelemme e l’altra ai Granili; gli opifici! poi sono in cinque parti diverse, Bettelemme, Cristallini, Santa Caterina a Chiaia, Pizzofalcone e Granili. Scuole ed opificii, al medesimo modo ordinati, sono eziandio a Portici e a Massalubrense, nella provincia di Napoli, ed a Caserta.

Gli allievi maschi e temine, In questo anno nelle scuole di Napoli, sono nel seguente numero:

Scuole

Infantiii

Scuole

elem. diurne

Scuole

serali

Scuole

festive

Scuole di musica Totale
217 714 409 259 78 1677

Agli allievi delle scuole diurne, e maschili e feminili, si dà istruzione di ginnastica educativa in apposita palestra. Alle fanciulle insegna ginnastica una figlia della Beai Casa, che fu in Torino alla scuola normale di ginnastica e ne ebbe riportata patente.

La musica non è solo coltivata come mezzo di diletto o di educazione del sen ti mento artistico, ma come insegnamento professionale; e si divide in istrumentale e di canto per sole quelle voci, che, a giudizio di persone competenti, dieno di sé bene a sperare.

Il numero poi de’ figli e delle figlie de’ Veterani che esercitano arti e mestieri sono in questo anno:

Femmine Maschi Totale
365 302 667

Le donne attendono ai lavori di maglia, di cucito, di ricamo in bianco, in lana ed in oro e singolarmente alla confezione de' fiori artifiziali; e fornite di acconce macchinette per cucire e di strumenti più propri fanno lavori di singolare perfezione ed in tale quantità deformare un capo d'industria non lieve per Napoli.

vai su


Gli uomini esercitano non solo le arti più utili, come di fabbro ferraio, di muratore, di calzolaio e di sarto, ma anche le meno materiali come quella d’incisore, di minutiere, di tipografo ec.

Il lavoro parte si compie in iscuola, come avviene nelle classi elementari feminee, sotto la direzione di una maestra speciale che viene esercitando le fanciulle ne’ lavori donneschi di ogni maniere, parte nelle officine o proprie della Casa o di altri. Una Commissione speciale sopraintende a questa parte importante; ed essa cerca di avviare i giovanetti a quella arte alla quale dimostrino speciale attitudine, di collocarli presso i migliori artefici, di assisterli nell’apprendimento dell’arte; essa cura di fornire gli strumenti, le materie prime e tutti gli altri mezzi perché i lavori nella casa principale possano esercitarsi, di assicurarne lo smercio per le commissioni private, e di distribuire il guadagno parte a beneficio dell'amministrazione, parte della famiglia dell’operaio e parte costituendo un capitale nella cassa di risparmio a vantaggio del giovane, il quale cosi, a miglior tempo, avrà il modo di esercitare sua arte da sé ed assicurare la indipendenza della sua vita. Per questa via il generai Boldoni non solo provvide alla savia educazione della nuova generazione, ma seppe legare con vincolo di reciproca assistenza e di fratellevole benevolenza le varie famiglie che componevano la R. Casa degl’invalidi, le quali egli avea trovate nell’abiezione e nell’abbandono.

La Società evangelica, come è detto innanzi, curò ben per tempo la istruzione e la educazione de’ figliuoli delle famiglie appartenenti alla sua Confessione. Le classi sono ordinate secondo il programma governativo, i maestri muniti di legale abilitazione all'insegnamento, e la lingua italiana forma il fondamento della istruzione. Se non che avendo per iscopo la educazione religiosa, secondo la propria fede, l’insegnamento della storia biblica ha maggiore importanza che non si fa belle nostre scuole elementari.

Classi maschili 8 Inferiore 6
con allievi 176
Superiore 2
feminee 6 inferiori 180
Asilo 1 Bambini 30
Totale. 336

Le scuole che dipendono dal circolo Diodati, sono e maschili distribuite in a classi elementari con 176 allievi e 4 feminee che abbracciano il solo grado inferiore con 130 allieve, ed un asilo infantile con 30 bambini.
Classi 2 promiscue 3 maschi con allievi 56
2 femine 53
Totale. 109

Merita di essere menzionata un’ altra scuola mantenuta dalla Comunità tedesco-evangelica, la quale ha per iscopo d’istruire i figliuoli de’ Tedeschi dimoranti in Napoli, e non ricusa fanciulli di altre nazioni e di altre confessioni religiose.

La Direzione di questa scuola 6 affidata ad un Comitato di cinque membri eletto dal Consiglio della comunità tedesco-evangelica. Essa si compone di sei classi, delle quali le prime due inferiori sono promiscue, e le altre quattro sono distinte, due classi per i maschi e due per le femine: in ciascuna classe si fa il corso per due anni, ed essendo quattro le classi, il corso intero degli studi elementari dura otto anni. L’insegnamento si dà nella lingua tedesca, ma s’insegna pure l'italiano ed il francese. Il programma d'insegnamento è secondo le scuole elementari tedesche, essendo tedeschi gl'insegnanti principali. Il numero totale degli allievi è 108, de’ quali 66 maschi e 68 femine. Di tutte le altre scuole elementari private si terrà conto nello specchio generale che riassume lo stato della istruzione in Napoli.

CAPITOLO XII

Estrusione menano pubblica e privata.
Istruzione classica.

La istruzione mezzana classica nelle province napolitane, secondo la legge luogotenenziale, si divaria da quella delle province settentrionali in alcune parti. In prima gl’istituti d’istruzione classica, avendo ereditate le rendite degli antichi licei reali ebbero insieme convitti nazionali e scuole ginnasiali, con un Preside Rettore, il quale assistito da un Consiglio e provvedesse all’amministrazione de’ beni stabili e nel medesimo tempo fosse a capo delle scuole interne elementari e delle ginnasiali e liceali. E in Napoli dall’antico liceo del Salvatore si fece il presente Liceo Vittorio Emanuele, trasferito però nell’antico collegio dei Gesuiti, accumulando le rendite dell’altro istituto, ed ampliandosi il Convitto, che a tempo de’ Gesuiti non era abbastanza capace.

In secondo luogo sebbene il Preside Rettore con il Consiglio de’ professori intendesse alla direzione degli studi classici ed alla disciplina degli allievi interni, ed esterni, come si fa ne’ licei e ne’ ginnasi delle province settentrionali, pure nel programma degli studi ginnasiali la legge napolitana arrecò de’ cangiamenti. Il francese fu considerato materia obbligatoria nella istruzione ginnasiale; lo studio scientifico vi fu introdotto in più larghe proporzioni; ed i professori furono incaricati di speciale insegnamento anche nel ginnasio, e non già di una classe come ordinava la legge Casati. Le quali innovazioni furono in parte tolte quando il regolamento del 1865 fu applicato eziandio nella province napolitane, essendo rimasto la lezione del francese come parte del ginnasio e nel solo liceo ginnasiale Vittorio Emanuele un professore speciale incaricato dell’insegnamento della geografia nelle classi ginnasiali.

In terzo luogo gli esami, salvo quello di promozione dall’una classe all’altra e di licenza e di ammissione al ginnasio, erano stati in parte modificati. Per la legge napolitana per entrare nel liceo non è necessario fare un secondo esame di ammissione, chi abbia conseguita la licenza ginnasiale. Per disposizioni particolari fatte al tempo del ministro Matteucci a favore di allievi che si trovavano di aver cominciato gli studi classici con altro ordine d’insegnamento e nella trasformazione degli antichi licei furono alla meglio classificati, nell’esame di licenza liceale furono temporaneamente tralasciati gli esperimenti in iscritto in greco, in Matematica, in Fisica ed in Storia Naturale. La quale concessione durò sino al 1866; e d’alloro in poi gli esami di licenza liceale sono stati fatti secondo il modo comune tenuto in tatto il Segno, rimanendo ferma soltanto la disposizione della legge napolitana, la quale dispensa dall'esame di ammissione al Liceo chi abbia superato l’esame di licenza ginnasiale.

La istruzione mezzana classica in Napoli si divide in governativa, che si dà in due istituti, Real Liceo Vittorio Emanuele e Real Liceo Principe Umberto, senza Convitto nazionale, fondato, come 6 detto innanzi nella breve narrazione dei progresso della istruzione pubblica in Napoli, sino dal 1864; in municipale che si dà in due istituti ginnasiali con convitto, il Giannone ed il Cirillo, ed in privata che abbraccia una moltitudine grandissima d’istituti o di scuole, con convitti e senza, ordinati quali a dare un corso regolare di studi ginnasiali e liceali, quali semplicemente a preparare 1 giovani all’esame di licenza.

Gl’Istituti d istruzione classica municipale sono sottoposti alla legge comune sia quanto ai programmi sia quanto al titoli d'idoneità de’ professori.

Gl’Istituti privati sono liberi nella scelta de’ programmi è de’ metodi, dovendo però ricevere l’approvazione della potestà scolastica provinciale nella scelta dei professori, i quali debbono avere gli stessi titoli d'idoneità, che i professori pubblici, ed esser sottomessi alla ispezione governativa, la quale non è limitata solo ad osservare la igiene, la morale e l’ordine pubblico, come nella legge Casati.

La istruzione privata in Napoli ba perduta la nobile missione che ebbe prima del 1860, di mantenere in flore i buoni studi! letterari e scientifici, che allora erano In così basso stato negl’istituti pubblici governativi, e di educare la gioventù ai generosi sentimenti della indipendenza nazionale. Costretta a presentare professori muniti di titoli legali d’idoneità, che in queste province prima non erano richiesti assolutamente nell'insegnamento privato, dovette ricorrere in massima ai professori governativi sia dell’istruzione secondaria sia della universitaria, e a secondare i desideri! de’ giovani, i quali accorrono all’Insegnamento privato per fare il più tosto possibile il corso necessario a tentare l’esame di licenza liceale, scopo supremo de’ loro studi e decloro pensieri, ora non esercita più quella utile concorrenza alla istruzione classica governativa, che costituiva la sua antica nobiltà e la sua vera forza. Quindi tranne che il corso degli studi liceali negl’istituti privati si compie dove in due anni e dove in uno, e dei ginnasiali dove in quattro anni e dove in minor tempo, tranne che l’insegnamento si fa nella maggior parte di siffatti istituti sui programmi d’esame e non sui programmi didattici governativi, la istruzione classica privata in Napoli non offre in generale nulla di speciale, sia quanto a metodi d’insegnamento, sia quanto ad ordinamento scolastico, sia quanto a disciplina.

I risultati degli esami liceali degli ultimi anni segnano una grandissima decadenza negli studi classici di Napoli. E veramente gli uomini autorevoli, che hanno spesa la vita nella educazione della gioventù, paragonando lo stato della presente istruzione mezzana con la passata, si lamentano che le cose son volte al peggio. Il costume della gioventù è assai cangiato: intollerante di severa disciplina e delle occupazioni letterarie troppo gravi e continue, e sollecito solo di trovar il modo di passare al più presto di sotto alle forche caudine dell’esame di licenza liceale, che non le è dato di altrimenti causare, non più reca negli studi classici tutto l'ardore dell'animo giovanile. Quindi all’amor del sapere surrogato il sentimento dell'utile; alla istruzione liberale, educatrice di generose virtù, sostituita una istruzione superficiale diretta unicamente a far le prove degli esami di licenza liceale; e le laboriose veglie della solitaria stanza da studio della propria casa cambiata con le facili conferenze della scuola e le amene letture delle sale da caffè, alcuni riferiscono questo doloroso effetto all’obbligo della licenza liceale; ed altri all'insegnamento dato secondo i programmi governativi. Ha queste cagioni sono troppo semplici per ispiegare un fatto troppo complesso. Non v’ha dubbio che i giovani, costretti a dover sostenere un esame sopra svariate materie, trascurano gli studi di lettere italiane, che sembrano più facili, per attendere più agli studi scientifici, nei quali si può fidar poco sul pronto ingegno e nella facile parola; che preferiscono le antologie ed 1 sommari alla lettura delle opere intere de’ classici per avere in pronto cognizioni generali, affin di cavar materia a rispondere ai possibili quesiti dell’esame di licenza; e che non potendo senza certificato di licenza liceale far gli esami di professione, mirano ai conseguimento del certificato che apre loro l’adito all’Università piuttosto che alla Istruzione reale, la quale debba metterli In grado di potere con profitto imprendere l’avviamento degli studi superiori. Egli 6 vero che spesso il programma d’insegnamento si è considerato come tutta la materia da insegnare, e non già come un limite segnato al corso degli studi mezzani classici, come una forma obbligata nella quale comprimere le varie attitudini dell’ingegno giovanile e non come un largo disegno che ciascun professore dovesse determinare e colorire secondo le speciali condizioni degli allievi. Ma se le cagioni del basso stato degli studi classici avesse ad attribuirsi all’obbligo della licenza liceale ed all’insegnamento fatto secondo i programmi, un simigliante effetto dovrebbe verificarsi principalmente negl’istituti governativi. Ma il risultato degli esami di licenza liceale dimostra col fatto che gli allievi provenienti dalle scuole governative sempre hanno fatto tra gli altri più lodevole prova. Se la falsa interpetrazione de’ programmi governativi può aver conferito al cattivo indirizzo degli studii classici; l’insegnamento privato poteva correggere questo male, poiché in Napoli neppure una quinta parte degli allievi appartenenti alla istruzione classica sono inscrìtti negli istituti governativi; e gl’insegnanti privati non erano costretti al programma governativo. Egli è certo che la gioventù presente in generale attende assai poco seriamente agli studi, non ostante P obbligo severo dell’esame di licenza liceale; e di questo male si vuol ricercare la cagione, più che negli ordinamenti scolastici, nelle mutate condizioni politiche e sociali del paese. I grandi avvenimenti nazionali hanno distratti i giovani dalle cure silenziose degli studi; le libertà politiche hanno sciolti 1 vincoli dell’autorità paterna e renduta intollerabile la disciplina del Collegio; e 1 pubblici rivolgimenti, ne' quali si è veduto spesso il merito posposto al favore, la modestia alla improntitudine, il sapere al saper fare, non possono non aver lasciato traccia nella vita morale della gioventù. SI aggiunga che genitori e figliuoli sospinge una precipitosa fretta, che non permette né che gli studi si facciano a tempo e nella estensione necessaria, né che si passi regolarmente da un grado all’altro della istruzione classica.

Nell’anno scorso in Napoli dei 900 e più candidati alla licenza liceale soli 18 aveano fatti gli studi regolari del liceo ed erano perseverati sino alla terza ed ultima classe. Il resto o proveniva dalle scuole de’ preparatori, che presumono di fare tutto il corso liceale in un anno, o dagl'istituti privati meglio ordinati, che credono soverchio il terzo anno del liceo, o dalle seconde classi degli altri licei governativi, donde aveano emigrato per potere in Napoli tentare la fortuna degli esami di licenza liceale e fuggire la necessità di compiere il terzo anno di liceo.

Ed in questo anno ne’ due licei governativi ii numero degli allievi inscritti nella terza classe, come in tutti gli altri anni passati, è quasi il terzo degli allievi ammessi nella classe del Liceo; e mentre il ginnasio è abbastanza frequentato, senza che il numero vada sensibilmente diminuendo nelle classi superiori, il liceo per contrario non ha che scarsissimo numero di allievi ed assai inferiore a quello de' licei privati di secondo ordine. Questa condizione di cose è assai grave. Gli ordini scolastici non possono mutare le condizioni sociali, ma è d'uopo però che sieno diretti ad educare la gioventù secondo i nuovi bisogni; e non potranno aggiungere il loro fine, se non sieno prima fedelmente osservati. Ora la legge pone che il corso liceale deve passare per tre classi ed impiegare tre. anni, ed in Napoli nell’anno passato diciotto tra novecento hanno osservata la legge. In tal modo l’autorità della legge vien meno, quando la osservanza di essa è più una eccezione che la regola comune. Bisognerebbe dunque o abbreviare il corso legale del liceo, ovvero costringere il maggior numero a fare secondo la legge. Il Ministero, ordinando che tra l’esame di licenza ginnasiale e l’esame di licenza liceale dovesse intercedere l’intervallo di tre anni, ha creduto di potere in tal modo condurre i giovani alla osservanza della legge. Ma in Napoli questo mezzo non può avere verun effetto salutare. Finché nella Università di Napoli la iscrizione, per la quale si dovrebbe richiedere la licenza liceale, non sarà obbligatoria, chi potrà impedire che i giovani, conseguita la licenza ginnasiale, non passino i tre anni, destinati dal Ministero ai soli studi liceali, tra i corsi di preparamento all’esame di licenza liceale e gl'insegnamenti universitari? Non potendosi vietare che gl’istituti privati compiano il corso liceale in uno o in due anni, né per una ispezione assidua e severa dare migliore indirizzo all’insegnamento privato, che ora raccoglie la maggior parte de’ giovani che non vuole o non può fare tutto il corso regolare degli studi liceali, sarebbe più utile partito ordinare in modo gli esami di licenza liceale che si possano cessare i mali presenti, i quali son molti e gravi. In Napoli per il numero sterminato de’ candidati (quasi un migliaio), per il difetto di sale sufficienti e di panche acconce, e per la natura degli uomini e della opinione pubblica, gli esperimenti in iscritto non hanno verun valore, perché poco si può contare sulla integrità loro. Per la moltiplicità delle pruove e la varietà delle commessioni, a dover esaminare tanti giovani in una volta ed in si breve tempo, gli esami orali non possono farsi né seriamente, né regolarmente, né con la stessa misura. Finalmente per l'uso delle tesi determinate, per la qualità dell’ingegno napolitano, pieno di vivacità e di spedienti, e per essere i giovani o affatto ignoti agli esaminatori o spesso preparati agli esami dagli stessi professori che fanno parte della Giunta, i giudizi non possono essere nò pieni, né sempre fondati sul vero, né del tutto imparziali. Per tal effetto l’esame di licenza liceale non può esercitare niuna efficacia sul buono avviamento degli studi classici, né fornire dati veri all’accertamento del grado di cultura de’ giovani presentati agli esami per essere giudicati degni di essere ammessi agli studi superiori: e l’unico mezzo, che rimarrebbe al Ministero, di dirigere a bene la istruzione e la educazione di quella generazione di giovani, che dovrebbero essere il decoro e l’aiuto potente dello Stato, torna o dannoso od inutile affatto.

Istruzione tecnica

La legge napolitana del 1861 non provvide alla istruzione tecnica, quantunque fosse stato uno de' pensieri principali degli uomini savi che sotto il Governo francese in Napoli intesero a riordinare la pubblica istruzione in queste province. Il troppo classicismo de’ nostri studi educativi avea accresciuto fuori misura ed oltre il bisogno la schiera degli avvocati, de' medici, de’ letterati e degli artisti, deviando la gioventù dagli studi reali e dalle professioni tecniche, dalle quali poteva derivare la nostra maggiore ricchezza. I legislatori del 1860, in tutte le altre parti seguirono la legge Casati, ed in questa che riguarda la istruzione tecnica la trascurarono affatto. Il Ministero della Pubblica Istruzione supplì a questa mancanza, aprendo appresso in Napoli una scuola tecnica annessa al Liceo Vittorio Emanuele, quando già erasi posto mano alla fondazione dell'Istituto tecnico. Il Municipio comprese la utilità e la importanza di questa nuova istruzione, e gareggiò col Ministero e con la Deputazione provinciale nel promuovere la istituzione delle scuole tecniche. I privati alla lor volta, quando ebbero veduto la gioventù gittarsi a questi studi, aggiunsero all’insegnamento classico eziandio alcune classi tecniche. Se non che la scuola tecnica governativa o per essere stata considerata come un’ appendice del Liceo e poco curata, o per difetto di direzione intelligente e amorosa, o per avere professori la maggior parte del Liceo e semplicemente incaricati, non ebbe prospera vita: onde il Ministero credette più utile partito cederla al Municipio, che dimostrò di saper meglio dirigere la istruzione tecnica. Di guisa che al presente In Napoli la istruzione tecnica inferiore è solamente municipale e privata, senza ninna scuola pareggiata, nella quale si possa dare l'esame di licenza tecnica-inferiore.

Le scuole tecniche municipali sono due complete col titolo Flavio Gioia runa, e l’altra Caracciolo, la quale abbraccia alunni del Convitto di questo nome, e tre non complete, cioè due con i soli due primi corsi, Giambattista della Porta e Cirillo, ed una col solo 3. corso, Alessandro Volta. Il loro ordinamento si discosta alquanto dal governativo, ed in parecchie cose ha saputo evitare i mali delle scuole tecniche dirette dal Ministero.

In prima il governo generale di tutte queste scuole fu affidato ai Preside dell’Istituto tecnico, ponendo a capo di ciascuna scuola un sotto direttore, che curasse la disciplina ed il buono andamento di essa. Cosi potè aversi unità d’indirizzo, uniformità d’insegnamento e maggiore coordinamento degli studi tecnici inferiori con i superiori.

In secondo luogo il programma governativo fu alquanto modificato ed in alcune parti molto saviamente. L’insegnamento di matematica ebbe maggiore estensione da poter bene preparare i giovani ad entrare nel corso superiore dell’Istituto; la calligrafia fu meglio curata, ponendo siffatto esercizio, sebbene un po’ troppo, in tutte le tre classi; la storia e la geografia e la lezione de' diritti e doveri furono affidate a professori speciali, ed insegnate con maggiore larghezza; la lezione di fisica fu divisa da quella della Storia naturale, ed amendue ebbero il doppio della durata, che non si fa nelle scuole tecniche governative; il francese fu insegnato sino dalla prima classe e con maggior numero di ore di lezioni. E questo ordinamento si faceva in Napoli prima che fossero manifestati per la esperienza i mali delle scuole tecniche governative.

Non ostante questi pregi, la istruzione tecnica inferiore ha bisogno di altri miglioramenti. Per il rapido progresso fatto da questa istituzione e la fretta di aprire novelle scuole a soddisfare le crescenti richieste, non si è pensato a regolar bene la posizione legale de’ professori sia quanto alla elezione, sia quanto al grado, sia quanto allo stipendio. Poiché ninna scuola è pareggiata, non si è provveduto ad un regolamento che stabilisse gli stipendi de’ professori in proporzione delle ore d'insegnamento di ciascuno, e determinasse con certa norma il grado de’ Sotto-Direttori delle diverse scuole. E sarebbe tempo di dare un ordinamento generale più regolare, più stabile, più certo, affinché ciascun Professore conosca i suoi diritti, come i suoi doveri, e fatto più sicuro della sua sorte, possa con più zelo e con più diligenza spendervi l’opera sua.

Il numero presente delle scuole non è sufficiente al bisogno di una città cosi vasta, il cui avvenire dipende dall’incremento del commercio e di ogni sorta industrie. La sola scuola completa Flavio Gioia può ammettere allievi esterni, laddove la scuola Caracciolo è destinata solo agli alunni del Collegio di marina mercantile; e le altre due scuole incomplete con due corsi debbono inviare gli allievi ad un solo terzo corso che è in luogo separato e lontano. Bisognerebbe dunque accrescere il numero delle scuole complete, fornendole di quanto occorra alla parte dimostrativa degl’insegnamenti, e collocandole in diverse parti della città a maggiore comodità degli allievi.

La lezione dell’italiano non ha il numero delle ore sufficiente alla importanza di essa ed al profitto degli allievi. Dodici ore la settimana d’italiano a tutte le tre classi, quando gli allievi non vengano bene preparati dalle quarte classi elementari (e provenissero tutti dalle quarte classi! ) non bastano a porre I giovani in grado di esprimere con semplicità e chiarezza 1 propri concetti. Lo studio della propria lingua è il più importante sia per la parte educativa sia per l’uso della vita; e questo studio, che nel grado superiore della istruzione tecnica è alquanto trascurato, non è abbastanza esteso e curato nelle nostre scuole tecniche municipali al paragone delle altre materie d’inségnamento, che appresso nell’Istituto sono da ripetersi.

Oltre a ciò bisognerebbe dare a tutti gl’insegnamenti un indirizzo più reale e più pratico, tralasciando quanto possa riguardare la cultura generale e la parte puramente astratta e scientifica.

Gli esami dovrebbero essere più severi. Non basta che un allievo sia promosso dalle scuole elementari perché possa inscriversi nella prima classe tecnica: si dovrebbe richiedere l’esame di ammissione, come si fa agli allievi provenienti dalle scuole private. In tanta moltitudine di scuole elementari, e secondo il modo onde si fanno gli esami nelle scuole municipali, non è difficile trovare allievi promossi con qualche larghezza. L’ammetterli senza una riprova degli esami già fatti non è né utile né provvido consiglio. I Professori della l(classe tecnica, non avendo avuta nessuna parte nell’ammissione degli allievi, avrebbero sempre il pretesto di rovesciare sopra altrui la colpa del poco profitto de’ giovani.

L’esame di licenza tecnica inferiore si dovrebbe istituire in Napoli, poiché non tutti i giovani possono o vogliono seguire il corso del grado superiore della istruzione tecnica; ed intanto questi giovani rimangono senza siffatto certificato che apre la via a certi corsi secondari. Ed a questo effetto è mestieri pareggiare almeno ma delle scuole complete, ed in questa tenere gli esami di licenza tecnica per tatti gli allievi provenienti dalle scuole tecniche sia pubbliche, sia private.

Questi desideri, sono comuni a coloro che dirigono la istruzione tecnica municipale, ed è a sperare che nel prossimo anno possano venire soddisfatti.


vai su


La istruzione tecnica privata non ha generalmente un ordinamento speciale. Alcuni insegnamenti del ginnasio e del liceo si fanno comuni alle classi tecniche, senza guardare alla diversa natura de' due istituti. Nè tutti i privati hanno gabinetti di macchine fisiche e collezioni di oggetti naturali per la parte sperimentale di alcune lezioni. Onde avviene che o manchi del tutto la terza parte tecnica o che si dia un insegnamento del tutto estratto e teorico. Avvi degl’istituti privati ne’ quali la parte tecnica è lodevolmente ordinata e con lusso fornita di tutti 1 mezzi sperimentali; ma sono assai pochi al paragone degli altri, ne’ quali l’insegnamento tecnico è comune col classico.

Istituto tecnico.

La istruzione tecnica di grado superiore ha formato la cura speciale dell’amministrazione provinciale e comunale in questi ultimi anni; ed il R. Istituto tecnico industriale e professionale è un monumento che dimostra la generosità dell’uno e dell'altro Consiglio amministrativo nel promuovere la istruzione tecnica di questa città, che dalla natura è destinata a divenire una delle più fiorenti sedi del commercio italiano. Il commendatore del Giudice, che fu scelto a dirigere la parte materiale, didattica e disciplinare di queste Istituto, ha speso tutto il suo ingegno e l’autorità del suo nome a rendere questo Istituto degno della città, sia quanto a magnificenza di edificio sia quanto a varietà d’insegnamenti, sia quanto a ricchezza di collezioni, sia quanto a severità di disciplina.

Non è dato a me il dar giudizio intorno all’ordinamento didattico di questo B. Istituto, ed agli utili risultati di questa istruzione speciale. Ha egli è certo che ogni anno è venuto migliorando e nella parte didattica e nella disciplinare e che negli esami finali, condotti dalla Giunta Centrale, gli allievi di questo Istituto si sono sempre segnalati, e le utili proposte fatte dai professori di questo Istituto sono state a preferenza accettate dal Ministero;

L’Istituto è governato secondo il Regolamento comune, salvo che la Giunta di vigilanza è rappresentata dall’Istituto d’Incoraggiamento. Il Preside è stato sempre il commendatore del Giudice, coadiuvato da un Vice-Preside, eletto dai professori secondo il regolamento. I professori sono 33 de’ quali dodici titolari, e gli altri quasi tutti reggenti. La Provincia conferisce per la metà alla spesa degli stipendi, e per intero alla spesa del materiale scientifico; il Municipio provvede all’edificio ed all’arredamento non scientifico.

L’Istituto si divide in cinque sezioni con 306 allievi, cosi distribuiti.

Agronomia ed agrimens. Commercio ed ammin. Costruzione e meccan. Nautica Incisione

industriale

Totale
31 31 85 45 24 206

Annesso all’Istituto è il convitto Caracciolo, nel 'quale sono educati i giovani che si addicono alla marina mercantile. Questi per la parte teorica seguitano i corsi comuni dell'Istituto; quanto poi agli esercizi' pratici non solo hanno noi Convitto la istruzione speciale, ma ogni anno (anno tre mesi di viaggio d’istruzione sopra un legno proprio a questo effetto loro assegnato.

Di che si può affermare che Napoli in (atto d’istruzione tecnica ha di lunga mano progredito in questo decennio più che non nella istruzione classica. Nello specchio generale, posto in fine, si potrà scorgere meglio quale sia ia estensione della istruzione mezzana pubblica e privata udranno 1871. CAPITOLO XIII.

Istruzione speciale.

In una città già capitale di una de’ più grandi reami, onde era divisa l’Italia, non potevano mancare istituzioni speciali ordinate a preparare degni soggetti che dovessero sostenere i varii servizi pubblici dello Stato, e a fornire i mezzi necessari perché le scienze e le belle arti fossero coltivate. Ha dopo la rivoluzione del 1860 Napoli, scendendo dal grado di capitale, parecchie delle antiche istituzioni perdette affatto, altre ebbe riordinate altrimenti, ed alcune vide nascere di nuovo.

Non parlando di quelle che riguardano studi! universitari, toccherò brevemente di quegl’istituti speciali che abbiano attinenze con la istruzione o elementare o mezzana.

Collegi militari.

Sono ancora in Napoli due Collegi militari, l'uno per preparare i giovani al servizio militare nell’armata e l'altro nell’esercito, amendue reliquie di due antiche istituzioni celebrate per buoni ed eletti studi e per ufficiali superiori educati alla gloria delle armi.

L’antico collegio dell’Annunziatella (1), per decreto del 1861 trasformato in Istituto militare d’istruzione secondaria, non ba altro scopo che di preparare i giovani a sostenere gli esami per entrare ne’ collegi militari superiori.

Gli allievi sono ricevuti dall’età di tredici anni compiuti ino ai sedici. Si entra per esame sostenuto sopra le materie del corso elementare. V’ha posti semigratuiti, de’ quali alcuni si conferiscono a figliuoli di ufficiali e d’impiegati pubblici ed altri che si guadagnano a concorso.

il programma degli studi, gli anni di corso, il numero delle classi ha variato, secondo che si sono diversamente ordinati gli stadi negl’istituti superiori. In questo anno i corsi sono due, ma non manca pure un corso provvisorio. Gli allievi inscritti sono 181 cosi distribuiti:

3. Corso alunni 89
1. » » 67
Corso provvisorio 16
Totale 131

(1) Alunni Convittori 121.

Il Collegio di Marina, perduta la sua antica importanza, non ba che pochissimi allievi convittori (1). L'insegnamento si estende per due corsi, ed in amendue i corsi non sono più che 24 alunni convittori.

R. Collegio di Musica.

Fra gl’istituti di studi speciali uno de’ più celebrati fuori e de’ più utili alla educazione artistica del nostro paese è il R. Collegio di Musica. Sorto da quattro antichi Conservatori! de’ quali ebbe ereditati i beni, nel 1807 ricevette ordinamento più stabile ed un assetto definitivo, e nel 1856 un regolamento particolare che determinò bene la parte amministrativa e la parte della istruzione generale e speciale. Sebbene questo Collegio abbia importanza per quello che risguarda l’insegnamento musicale, pure non è stato senza efficacia sul la istruzione de’ figliuoli del povero.

Esso si compone di allievi (2) e interni, o a piazze franche conferite per concorso o a pagamento, e di esterni, che possono appartenere a qualunque condizione purché di famiglie oneste, dell'età non maggiore di anni 14 e non minore di 9, e sapessero leggere e scrivere. Le piazze franche si conferiscono a concorso, salvo il caso di qualche ingegno che dimostri singolare attitudine alla musica; ed in questo modo si è apèrta la via a tutti coloro che ebbero sortito da natura talento particolare alla musica, t quali per difetto di fortuna forse altrimenti sarebbero rimasti incolti ed abbandonati.11 numero degli alunni a piazza franca nelle scuole interne è fissato a cento, oltre agli alunni a pagamento. Il numero degli alunni della scuola esterna gratuita è fermato a centoventi.

Nel Collegio é un corso di studi letterari che provvede alla cultura letteraria degli alunni interni nel medesimo tempo che essi procedono nei corsi speciali. Oli esterni hanno scuole separate dagl’interni e solo di musica. Il corso letterario, giusta il Regolamento del 1856 dovrebbe esser diviso in tre classi, di una infima, nella quale s’insegnasse calligrafia, aritmetica elementare, lingua italiana, lingua latina con la mitologia e la storia patria; di una media nella quale si proseguisse l’insegnamento della lingua italiana, di geografia e di storia e si cominciasse la lingua francese; di una superiore nella quale s’insegnasse letteratura e poesia italiana, declamazione, geometria, logica e metafisica. Al presente è partito in due classi, l’una elementare con l’insegnamento della grammatica italiana, dell’aritmetica, storia, geografia e calligrafia, e l’altra di perfezionamento, con la lezione di lingua e di letteratura italiana, lingua francese, geografia e storia, declamazione, aritmetica superiore e filosofia morale.

Tutti gli alunni interni sono al presente 67, de’ quali 13 sono inscritti nella classe elementare, e 9 sono di età inferiore ai 14 anni.

Vi ha di parecchie piazze franche, le quali non sono state occupate ancora, perché si è indugiato il concorso in questo anno, aspettandosi la riforma del Regolamento.

Il R. Collegio di musica ba beni patrimoniali che danno la rendita annuale di Lira 47,814, ed un assegno di Lire 76,500 sul bilancio dello Stato, come corrispettivo delle vistose rendite sugli arrendamenti ed altri privilegi, le quali furono incamerate nel 1812.

(1) Alunni Convittori 24.

(2) Alunni interni 67.

È da sperare che il Ministro elegga presto il Direttore (1) che con tanto desiderio si attende e metta in atto quei miglioramenti che ha promessi, ed ai quali ha da qualche tempo rivolti i suoi studi.11 Collegio di Musica è una delle glorie di Napoli, e non è a meravigliare se i Napolitani sono impazienti di vederlo ricondotto all’antico splendore.

Scuole municipali di disegno applicato alle arti ed ai mestieri.

La lezione di disegno lineare e di ornato in Napoli è stata sempre creduta parte principale della istruzione degli operai. Fino nelle scuole primarie, com’erano sotto i Borboni, erasi introdotta una certa istruzione di disegno, sebbene imperfetta.11 professore Lelio Visci, incaricato della ispezione delle scuole municipali, avea pubblicato un metodo di disegno lineare, che si seguitava nelle scuole popolari, sotto la guida dello stesso maestro di lettere, il quale senza nessuna istruzione tecnica speciale si può immaginare con quale profitto poteva esercitare gli allievi. Dopo il 1860, fondatesi le scuole serali, principalmente ordinate alla istruzione degli operai, vi si stabili la lezione del disegno, affidata ad un maestro speciale. Ma queste scuole non dettero buoni frutti, perché non si seguitò un metodo facile ed acconcio a potere nel breve tempo assegnato all’insegnamento serale ottenere utilità pratica nell’applicazione del disegno alle arti ed ai mestieri.

Però il Municipio, inteso sempre a migliorare questa lezione e a indirizzarla, non pure alla educazione artistica, ma all’uso delle arti, fino dal 1867 fondò una scuola di disegno (2) per gli operai a questo scopo ordinata, affidandone l’insegnamento al professore Gioacchino Toma, il quale avea rivolti i suoi studi singolarmente a trovare il modo più facile di educare il senso della forma ed insieme applicare al servigio delle arti e de’ mestieri il gusto delle proporzioni e della grazia delle linee e de’ contorni. Il Municipio fu largo a fornire siffatta scuola di tutto l’arredamento opportuno, ed il professore Toma vi pose tutto il suo ingegno ed il suo amore per rispondere alle cure del Municipio. L’effetto dimostrò la bontà del metodo seguito e l'utilità di questa scuola. Nella mostra didattica saranno esposti ì lavori di questa scuola, ed il giuri potrà meglio giudicare della parte tecnica di questo insegnamento; tomi contento di aggiungere, che questa scuola è del tutto gratuita, l’insegnamento si fa la sera ad un numero determinato di allievi, i quali sono sessanta, la maggior parte dai venti anni sino ai cinquanta, salvo quattro o cinque che sono in sul dodicesimo anno. L’unica condizione per esserci ammesso è l’essere operaio.

I buoni risultati ottenuti da siffatta scuola indussero il Municipio ad estendere la lezione del disegno applicato alle arti anche alle donne (à). L’insegnamento è dato il giovedì e la domenica alle allieve delle scuole elementari, e ad alcune della scuola normale, le quali vi hanno dimostrato un’attitudine speciale. I posti sono numerati, non più che 35; e quando vaca uno allora si ammette la nuova allieva.

Il metodo è il medesimo, ma l’applicazione diversa.

(1) Dopoché avevamo scritte queste parole già il cav. Lauro Rossi prendeva possesso dell’ufficio di Direttore.

(2) Scuola maschile serale dir disegno — Adulti-Operai — Largo Montecalvario 60.

(3) Scuola di disegno applicato alle arti — per le donne — A Caravaggio — Adulte 35.

Il Professore prima cerca di destare il senso delle proporzioni e della grazia delle forme, servendosi di originali semplici e chiari, dove la correzione possa essere netta ed immediata, o lasciando libertà a ciascuna allieva di copiare l’ano o l’altro modello. Dipoi passa all’applicazione del disegno alle arti, e principalmente al ricamo, al taglio degli abiti, al lavoro de’ flori. Non è qui il luogo di descrivere la industria usata nell'applicare 1 principil di disegno a questi speciali lavori, né ì processi più atti ad ottenere con facilità e con esattezza la esecuzione de’ lavori svariati; ma dirò solo che le allieve sono esercitate in tutte tre queste arti e non solo a copiare e ritrarre dai modelli, ma eziandio a fare da sé, o allargando le proporzioni nelle opere di taglio, o creando novelle combinazioni nei disegni di ricamo e nel lavoro de’ fiori.

Senza dubbio è una delle più utili istituzioni che siasi ordinata in questi ultimi anni; ed il professore Toma è benemerito della istruzione popolare per avere applicatoli suo ingegno a rendere utile alle arti l’insegnamento del disegno. E questo metodo si viene introducendo in altri istituti e maschili e feminili, sotto la guida dello stesso professore. Abbiamo già una scuola nell’Albergo de’ poveri per gli allievi delle classi elementari, un’ altra nel Convitto Cirillo, ed una terza ultimamente istituita nel Conservatorio di S. Vincenzo Ferreri per le donzelle ivi educate; in ciascuna delle quali sono cinquanta posti (1).

Scuole di disegno mantenute dalla Società operaia

La Società operaia napolitana prima di tutti comprese la importanza della lezione del disegno a migliorare la educazione degli operai, e seppe ordinare le scuole serali di disegno in modo, che 1 buoni frutti fossero assicurati per i savi metodi adoperati nell’insegnamento, per la severa disciplina della scuola, per la diligenza de' maestri e per l’assiduità degli allievi. Il rapido incremento che ha avuto questa istituzione, il numero delle scuole e degli allievi cresciuti ogni anno, gli attestati di lode ricevuti e dai Ministri e dalle Amministrazioni locali e nelle Esposizioni sono una prova del buono avviamento di questa istruzione. La Società essendosi proposto il doppio scopo e di stringere tra gli operai i nodi di fratellanza per la reciproca assistenza e per le benefiche istituzioni di credito e di previdenza, e di curare il loro miglioramento morale per la istruzione utile, èT lieta di aver potuto compiere il suo programma e di avere dato alla istruzione tecnica il maggiore allargamento possibile.

Fino dal 1869 un’associazione di pittori decoratori offri l’opera gratuita per Istruire gli operai nel disegno applicato alle arti; e il concorso degli allievi fu tanto ed 1 risultati cosi pronti, che la Deputazione provinciale conferì a questa scuola un sussidio di lire 1500. Ma nel 1866 la Società operaia assunse a proprio carico questa scuola, ed avutone sussidio e conforto, dopo quattro mesi ne aprì una seconda con grande concorso de’ figliuoli degli operai. Il ministro Berti che fu a visitare queste scuole non solo a voce, come spesso si suol fare per sola cerimonia, ma per iscritto e con lunga e bella lettera dette conforto al Presidente, perché estendesse questa istruzione largamente, corretta però in alcune parti. in tutti i quartieri della vasta città, promettendo quegli aiuti che potesse maggiori.

(1) Altre scuole di disegno — allievi 160

Il Presidente secondò l’impulso avuto, e quantunque di quei larghi sussidi che sperava dal Ministro della Pubblica Istruzione non ne avesse ricevuta che piccola parte, pure e per gli annui assegni della provincia e del municipio e per il sussidio avuto dal Ministro di Agricoltura e Commercio e per prestiti fatti ha potuto fondare sei scuole in diversi quartieri della città, con allievi assidui 282 e con la spesa annua di L. 9420. Nè solo si pensò ad estendere la istruzione, ma a renderla ogni anno migliore. Il ministro Berti desiderava che nell’insegnamento del disegno si preferisse l’ornato ed il linéare al disegno di figura. La Direzione fece suo prò di questo avviso di uomo tanto autorevole, e fatta studiare la cosa ad una Commessione di artisti reputati, si riordinò il programma d’insegnamento, nel quale lo studio della figura non fu del tutto escluso, ma ristretto entro giusti limiti. L'insegnamento procede per due gradi, passando per sette classi; però nel primo grado è un insegnamento generale, comune a tutti gli operai, il secondo è affatto speciale e di applicazione alle diverse arti a cui si adoperano gli allievi; in una scuola sola è insegnamento di plastica.

L’ordinamento scolastico è fatto con tale disciplina, che la emulazione, l'assiduità, la buona educazione è provvidamente curata. Gli allievi per essere ammessi alla scuola, se giovanetti, debbono dimostrare di saper leggere e scrivere, ovvero presentare un certificato che attesti di frequentare una scuola sia pubblica sia privata; se inoltrati negli anni possono essere dispensati da questa condizione. Le assenze sono segnate ogni sera da una persona sopra ciò, e giunte ad un dato numero sono punite; come al contrario sono premiate la diligenza e l’assiduità. Ogni anno si fa una pubblica mostra de' lavori, e si danno de’ premi e delle menzioni onorevoli. I premi non sono solo medaglie, ma anche una somma di lire 100, la quale si conferisce a concorso. L’allievo che abbia compiuto i’ intero corso ottiene un diploma certificante il compimento del corso ed una medaglia di argento per benemerenza. Anche all’assiduità de' Professori è provveduto. Non si dà loro stipendi. stabiliti, ma si pagano alta fine del mese, ricambiando con altrettante lire t gettoni che ottengono in ciascuna lezione fatta secondo l'orario ordinato. Perché poi tutte le scuole abbiano unità d’indirizzo è un Direttore generale, che è rappresentato da altrettanti direttori tecnici quante sono le scuole, e nel suo ufficio è assistito da un Consiglio scolastico.

Le scuole sono gratuite per quello che riguarda tassa di ammissione e di inscrizione: se non che ciascuno allievo paga una lira al mese per tutto quello che gli possa occorrere a disegnare. Le scuole sono a sufficienza fornite di modelli di ogni genere, il cui valore ascende ad un tredicimila lire. La Società mette grande importanza a queste scuole, e non ha risparmiate né cure né danari per farle sempre più migliorare. Però ha bisogno di essere più largamente sussidiata perché possa sostenere la spesa presente, fi da sperare che il Ministro della Pubblica Istruzione voglia attendere la promessa fatta dal ministro Berti; altrimenti la Società sarebbe costretta a chiudere parecchie delle presenti sei scuole, con danno manifesto di questi buoni operai che vi accorrono con tanto amore e diligenza.

Scuole di disegno elementare nel R. Istituto di Belle Arti.

Oltre alle suddette scuole nelle quali si ha di mira singolarmente di dare, per quanto la brevità del tempo lo consenta e in modo del tutto popolare, quelle nozioni del disegno che più possano giovare agli operai nell'esercizio del loro mestiere, vi ha altresì un corso regolare di disegno elementare per le arti minori, che fa parte degl’insegnamenti compresi nell’Istituto di Belle Arti di Napoli. Secondo il Regolamento approvato nel 1861, queste scuole formavano la prima delle tre categorie, onde si partiva l’Istituto; ma sebbene fosse indicata la materia che si dovesse insegnare nelle cinque classi nelle quali si divideva questa categoria, pure vi mancava un programma definito. Onde nel 1869 con decreto reale fu dato altro ordinamento a questo corso, raccogliendo insieme la 1a e 2a categoria di scuole, e stabilendo quattro classi con programmi determinati, e facendo obbligo agli allievi di passarvi un anno in ciascuna classe.

I giovani per essere ammessi all’Istituto non debbono avere una età stabilita. Solo debbono presentare un certificato di buona morale, ed un documento della scuola onde provengono, il quale attesti il grado d'istruzione raggiunto e la condotta ivi serbata. L’esame di ammissione poi consiste nel leggere e nello scrivere correttamente sotto la dettatura, in un esperimento delle quattro regole elementari di aritmetica e in un saggio di geografia e di storia. Laddove il giovane abbia passato il dodicesimo anno, oltre a questo, darà un saggio di composizione ed un esperimento sui principii di geometria. Da questo bene si deduce che nel corso di disegno elementare possono essere ammessi giovani di età inferiore ai dodici anni, i quali non abbiano finito il corso di studi elementari. Perciò si richiede che i genitori, o chi ne faccia le veci, assicurino di coadiuvare alla istruzione letteraria di essi ché nell’istituto non hanno veruna istruzione letteraria generale, altro ché quella di storia artistica; ed in questo anno 11 Direttore ha aggiunto ne’ dì festivi delle conferenze di storia e di geografia universale.

fi da supporre che tutti i giovani inscritti nelle quattro classi del corso di disegno elementare curino da sè il compimento della istruzione letteraria, non potendo nel medesimo tempo essere inscritti in altri istituti letterari o pubblici o privati.

Ha sarebbe utile che nello stesso Istituto si fondasse un corso d'istruzione serale, obbligatorio per tutti gli allievi inscritti alle classi di disegno, affinché non fosse lasciata al caso la educazione letteraria, che è di fondamento alla istruzione artistica.

Gli allievi inscritti in quest’anno in tutte le quattro classi sono dal 14 anno in sotto 94, e dal 14 anno in sopra 307, in tutto 401.

Col nuovo regolamento intanto l’insegnamento del disegno elementare non è diretto principalmente all’applicazione pratica delle arti minori. Onde perché non mancasse questa parte, che nell’antico regolamento era pure assegnata a siffatta lezione, si è aggiunta pure una scuola speciale di disegno industriale, la quale è frequentata da 19 allievi di età superiore al 14 anno. (1)

A compiere questa istruzione e renderla veramente utile alle produzioni delle arti e de’ mestieri, bisognerebbe istituire delle scuole di applicazioni secondo! mestieri. Questo disegno era già concepito dal Municipio, il quale voleva istituire una scuola per l’arte ceramica, già tanto coltivata presso di noi ed ora assai decaduta, un’ altra d’intaglio, e poi aggiungere nel Convitto Caracciolo delle officine per le arti meccaniche. Ma per il cambiamento dell’amministrazione l’attuazione di questo disegno è stata aggiornata, non abbandonata del tutto. Sicché per ora non si hanno in Napoli che le officine dell’Opera dei fanciulli usciti dagli asili, delle scuole del padre Ludovico e della Casa degl’invalidi.

(1) Disegno industriale, allievi sopra il 14o anno 19.


vai su


Scuole ginnastico-militari

Nel capitolo IV di questa relazione ai fece menzione della origine e degli intendimenti di questa istruzione speciale, che tanto potere ebbe sulla educazione morale e fisica degli allievi delle nostre scuole. Però con l'estendersi che fece questa nobile istituzione venne perdendo la sua importanza morale educativa. Non più la scuola ginnastico-militare fu eccitamento alla emulazione negli studi e nella buona condotta morale, ma divenne un semplice esercizio atto a fortificare la persona ed un trastullo fanciullesco. Infatti nello specchio statistico annesso si trova la cifra di 826 giovanetti non appartenenti a veruna scuola né pubblica né privata. L'antico regolamento cosi sapiente fu abbandonato; né si è pensato a farne un nuovo. Sarebbe a desiderare che la istituzione fosse ricondotta ai suoi principi e che gli esercizi militari non servano a far vane mostre fanciullesche, ma a fortificare non solo il corpo, ma eziandio il sentimento del dovere e della disciplina.

Stato di tutti gli allievi che nel giugno del 1871 erano inscritti nelle 10 scuole di Napoli


ALLIEVI CHE FREQ. LE SC.
SCUOLE SEZIONI Allievi che non frequ. alcuna scuola Tecnic.

munic.

Elemen.

munic.

LE

SCUOLE

Private

Num. degli allievi pres. al 16 giugno 1871 Anno-
tazioni
1 Avvocata 62 8 32 5 17
2 Montecalvario 137 3 40 56 38
3 Porto 163 2 54 61 46
4 Mercato 95 63 5 27
5 S. Ferdinando 227 20 117 40 50
6 S. Giuseppe 110 5 53 3 49
7 Vicaria 128 3 111 9 9
8 S. G. al l’Arena 97 1 42 54
9 Pendino 120 1 50 15 54
10 S. Lorenzo 233 63 94 36 49
Totale 1372 106 656 284 326
Ginnastica educativa

La Ginnastica educativa non era conosciuta in Napoli prima del 1860. La scherma ed il ballo era in uso presso i Collegi; ma erano considerati più ornamento onde non poteva far senza un gentiluomo, anzi ebe mezzo di educare e fortificare il corpo e lo spirito insieme. La prima scuola di ginnastica sorse nel R. liceo Vittorio Emanuele, essendo per legge ordinato questo utile esercizio ai giovani Convittori; maestro nno degli allievi che avea assistito ad un corso magistrale di ginnastica nella scuola di Torino, A rendere più agevole il preparare i maestri di Ginnastica, nel 1864 il Ministero apri un corso magistrale di ginnastica in Napoli presso il liceo Vittorio Emanuele, ove si era fondata una palestra per esercizio de’ convittori. Non più di 60 furono inscritti nel l corso, e 16 soltanto conseguirono la patente provvisoria d’insegnamento: de’ quali io soltanto vennero nell’anno appresso a fare il secondo corso di perfezionamento. Di qui ebbe principio l’insegnamento di ginnastica, il quale in Napoli si è venuto ogni anno a mano a mano allargando. I maestri educati in questi corsi preparatori hanno dipoi preso a studiare i principî di quest’arte nobilissima, e con i loro studi e con l’amore che hanno messo in questo insegnamento hanno saputo conciliarsi la stima delle famiglie, ed ogni anno meglio che l’altro la ginnastica educativa si è venuta introducendo nelle scuole pubbliche municipali, come già si faceva ne’ licei governativi, ed a poco a poco anche negl’istituti privati, de’ quali alcuni hanno palestra propria, ed altri vanno ad esercitarsi nella palestra centrale, fondata dal sig. Lapegna. Costui che principalmente si è dato tutto a questo insegnamento non meno utile che necessario alla buona sanità, ha messo ogni opera e perché fosse più largamente diffuso questo esercizio presso le scuole, e perché divenisse istituzione pubblica. Nella sua palestra centrale si ammettono non pure gli allievi delle schole, ma giovanetti di private famiglie, adulti, ed in alcuni mesi dell’anno anche delle fanciulle, e vi si danno anche corsi gratuiti ad allievi elementari e ginnasiali. Cresciuto il numero de’ cultori di quest’arte, a rendere più generale il salutare effetto di essa, nell’anno scorso si è costituita una società ginnastico napolitana, la quale intende con premii e con altri mezzi a promuovere l’amore e lo studio della ginnastica educativa. Da uno stato compilato dal sig. Lapegna si rileva, che in questo anno tra allievi delle scuole mezzane, sia classiche sia tecniche, degl’istituti pubblici e privati, tra i giovanetti appartenenti alle scuole ginnastico-militari, che per regolamento non possono fare gli esercizi militari, tra giovani privati che usano alla palestra centrale e gli alunni del R. Albergo, nei quale in questo anno si è fondata una palestra speciale, non meno di due mila giovani hanno partecipato all'insegnamento della ginnastica, data da parecchi professori che con i loro studii e con la dignità della loro vita s’ingegnano d’indirizzare l’esercizio del corpo alla educazione morale della gioventù. Fa dolore però che la ginnastica non è ancora usata nella educazione delle fanciulle, fuorché nelle scuole feminee della Real Casa degl’invalidi, ove insegna già una donzella figliuola di militare stata alla scuola di Torino. Nella scuola normale feminile non si è potuto ancora per mancanza di spazio; negli Educatorii feminili per la opposizione degli antichi pregiudizi; negli istituti feminei privati per essere mancato lo sprone dell’esempio degl’Istituti governativi. È da sperare che nell’anno avvenire si possa introdurre anche nelle altre scuole feminee, poiché già comincia a darsi da donzelle quest’arte che insegnata da una donna, potrà meglio conciliarsi la fiducia delle madri.

CONCLUSIONE

Nella città di Napoli, come si dimostra nella tavola seconda posta in fine, si sono trovati Inscritti in tutte le scuole sla pubbliche sia private dell’anno 1870-71 allievi 36,391. Il qual numero è da tenersi eziandio inferiore al vero, tra perché della istruzione privata non si seno avute notizie certe che di otto Sezioni già state diligentemente visitate insino ad oggi, e perché della istruzione paterna, che presso le famiglie agiate di Napoli è assai comune, non si è potuto tenere conto veruno. Ora ragguagliala la popolazione scolastica con la popolazione attuale di Napoli, come risulta dal dati raccolti dall'ufficio municipale di statistica, la quale è di abitanti 503980, si troverà che quella è la sedicesima parte di questa; vale a dire che di ogni 100 abitanti 6,2 vanno a scuola. Questo risultato, sebbene scarso quando si paragoni con quello delle altre città principali d’Italia, pure fatta ragione al breve tempo da che Napoli è entrato nella vita nuova ed alle maggiori difficoltà che ha dovuto superare nel fondare ed allargare la istruzione popolare, non sembrerà per avventura tale, quando si pensi che dopo dieci anni Napoli ha potuto vedere inscritta nelle scuole la sedicesima parte della sua popolazione reale, dove che Genova, dopo venti e più anni di libertà, non ne ebbe trovato nel 1867 che la settima parte.

E questo progresso sarà meglio stimato, quando si consideri che degli allievi 36361, non meno che 30 mila, tra gli allievi delle scuole infantili e delle elementari diurne e serali, appartengono alla istruzione primaria, la quale prima del 1860 era ridotta a tale, che si può dire essere la presente tutta opera di questo decennio. Del quale grandissimo beneficio se buona parte di lode si deve dare al Municipio di Napoli, che non ha risparmiato a danaro, a cure ed a fatiche per estendere la istruzione elementare in tutta la città, né verun mezzo ha lascialo intentato per attrarre alla scuola i figliuoli del povero, pur non poco si deve ascrivere a merito dell’operosità privata, la quale o per istudio individuale o per isforzi associati ha generosamente concorso alla educazione del nostro. popolo. Egli è veramente degno di considerazione questo generale e comune affaticare che si è fatto in Napoli in questi ultimi anni da tutti gli ordini della cittadinanza intorno alla educazione popolare, e chi guardi per poco lo specchio statistico, nel quale è riassunto lo stato presente della istruzione in questa città, vedrà quanto largamente vi concorrono i privati, quanto gl’istituti di beneficenza, quanto le associazioni religiose e quanto le associazioni laiche.11 che ci è argomento di meglio sperare appresso; come che la istruzione popolare non che uno sforzo isolato che faccia il Municipio per obbligo di legge, sia divenuto non solo studio di coloro che, avendo compassione della ignoranza altrui spendono la loro opera generosa a curarla, ma scopo principale di quelle opere di beneficenza, che tanto provvidamente ricercano tutte le miserie del nostro popolo per arrecarvi, insieme all’aiuto materiale, il vero rimedio ai mali morali di esso, la istruzione educativa. Finora si è dovuto travagliare più a vincere gl’impedimenti grandissimi che le condizioni peculiari della città opponevano al progresso della istruzione. Ma poiché per gli sforzi comuni si è giunto a tenere aperte in questo anno 587 classi elementari maschili, tra pubbliche e private, e 377 feminee, in tutto 964 classi elementari, bisogna concludere che le difficoltà maggiori sono già superate; e che ora non rimane che compiere l’opera, provvedendo che i figliuoli del popolo alle scuole accorrano con maggiore frequenza e vi usino più assiduamente. Questo certamente sarà l’effetto del tempo e de’ buoni ordinamenti scolastici. Aspettando che la crescente generazione venga su con altro affetto alla istruzione, che non ha ereditato dal passato, non è a dubitare che la frequenza delle scuole sarà per divenire due tanti più che non è la presente. E quando le 10 mila fanciulle, che sono in questo anno nelle scuole elementari, saranno tornate madri, i bambini meglio apparecchiati alla istruitone, saranno più presto avviali alla scuola, più costantemente mantenuti e molto diligentemente guardati — E' lasciando questo che sarà una necessaria conseguenza dei procedimento naturale delle cose umane, non poco di bene ci è dato sperare dall’ordinamento scolastico presente. Napoli in questo decennio ha dovuto prima lottare per rimuovere da sé quella forma angusta, troppo meccanica e severamente analitica, che la scuola de’ metodisti delle province settentrionali si era sforzata d’imporre all’ingegno vario, sintetico, intollerante di freno che è proprio delle province meridionali. Dipoi ha dovuto fare parecchi tentativi per trovare quella metodica che meglio si affacesse alla sua indole prodigiosamente feconda e più facile agli ardiri dell’intuito che alla ponderatone della riflessione. E se i tentativi non sono riusciti affatto felici, pure la esperienza delle cose appartenenti alla educazione popolare si è d’assai vantaggiata. Rigettati i principii assoluti di una metodica troppo convenzionale, artificiale, materialmente uniforme, si è cercato di derivare il metodo d’insegnare dalla natura particolare de’ nostri fanciulli e dalle condizioni speciali del nostro popolo; quindi l’insegnamento più largo, più sintetico, più fondato sulla naturale attività intellettuale dell’ingegno. Riservata per i figliuoli delle famiglie agiate una istruzione generale, puramente intesa alla cultura dello spirito, ed ordinata a gettare la base di una istruzione superiore, nelle scuole popolari si è tentata una istruzione affatto pratica, utile alla vita, ordinata unicamente ad educare il futuro operaio. Questo 6 l’indirizzo generale che si osserva nella istruzione elementare di Napoli, il quale pare sia stato if pensiero dominante di tutti coloro, che dal 1811 in sino ad oggi si sono occupati di educazione popolare. Il fatto, egli è certo, non risponde ancora pienamente ai pensiero; ma l’Opera de’ fanciulli usciti dagli asili, le scuole della R. Casa degl’Invalidi, degl’istituti di beneficenza, e del padre Ludovico sono una pruova più o meno lodevole di questa maniera d’istruzione popolare Sarebbe a desiderare che dopo tante prove e riprove, dopo tanto mutare di ordini scolastici che si è fatto in questo decennio si volesse fermare per qualche tempo la eccessiva mutabilità che ci ha travagliati finora. Senza il necessario tempo e la dovuta' fermezza niuna esperienza può condursi a termine utilmente; e senza la costante osservazione e la matura esperienza niuna opera umana può divenire perfetta. E se all’ardente desiderio del meglio sarà congiunta là paziente perseveranza nell’operare, non poco frutto ci 6 lecito aspettare. dall’ordinamento presente della istruzione elementare. Ma senza voler prevenire con la immaginazione il tempo avvenire, e considerando soltanto il bene procacciato insino a questo anno, Napoli non poco ha meritato della Italia non solo rannodando al movimento nazionale tanta parte della generazione presente, quanta ne ha raccolta nelle scuole, ma eziandio dimostrando col suo esempio la necessità che si sente nelle scuole popolari di una nuova metodica più larga, più varia,. più razionale e più conveniente alla mirabile ricchezza dell’ingégno italiano. APPENDICE

_________________

Stato della Istruzione Pubblica elementare

nel rimanente della provincia.

A compimento dell'opera aggiungo un breve cenno generale della Istruzione elementare municipale nel rimanente della provincia di Napoli. Sebbene questa provincia sia partita in quattro circondari, pure tutta la vita e la operosità di essa è raccolta in questo smisurato capo che è Napoli. Oltre a questo le condizioni topografiche della provincia, parte frastagliata in isole, parte impedita da montagne impraticabili e parte dilungantesi in ubertosa pianura, hanno costretto gli abitanti a vivere sparsi per la vasta contrada piuttosto che agglomerati in grossi centri. Ora non rimanendo nelle terre natali se non coloro i quali né per le grandi fortune, né per altezza d'ingegno, né per grandezza di animo, non si lasciano trarre agli allettamenti di una grande città, come Napoli, ed essendo la maggior parte degli abitanti intesi e all’agricoltura ed alla pescagione, la vita pubblica municipale doveva necessariamente o mancare o languire, ed il progresso della istruzione doveva essere tardo, poco spontaneo e quasi imposto. E in questo decennio l’Autorità pubblica nulla ha trascurato per vincere le difficoltà che alla diffusione della popolare istruzione opponevano le condizioni particolari de’ vari! municipi della provincia; larghi sussidi annuali, asili d’infanzia fondati prima per iniziativa dell'amministrazione provinciale e poi generosamente sovvenuti, nuove scuole elementari aperte di ufficio, ispezioni frequenti ed accurate, premii agl’insegnanti ed agli allievi, eccitamenti ai Municipi, aiuti di ogni maniera. E si deve a questa opera efficace ed assidua della potestà provinciale se niun municipio della provincia, comunque povero o lontano dal movimento civile, sia privo della scuola maschile e femminile, e se solo dodici borgate, con più che 500 abitanti, manchino in questo anno ancora di scuola.

Nella terza tavola statistica è uno specchio dello stato della istruzione elementare municipale ne’ rimanenti municipi della provincia di Napoli nell’anno scolastico 1870-71, paragonato con l’anno 1869-70. Nel quale chiaro si manifesta che, se 1 insegnamento pubblico municipale non risponde ancora ai bisogni della popolazione, pure si viene ogni anno sempre più allargando. In fatti in questo anno si sono aperti altri tre nuovi asili d’infanzia, ed il numero degli allievi degli asili è aumentato di 649. Questa istituzione è stata accolta con favore nella provincia, nella quale in questo anno ne sono stati in atto 93, ed altri nuovi già ne sono stati deliberati per il prossimo anno, in tutti i circondari è stato aumento di scuole elementari diurne sia maschili sia feminee.

Il quale aumento 6 derivato e dal maggiore incremento delle scuole di grado inferiore e dalla classificazione delle molte scuole uniche, le quali si trovavano anche in municipi grossi, e dalla istituzione di parecchie scuole di grado superiore. Finora si erano aperte assai scuole, secondo che richiedeva il bisogno; ma o non si erano regolarmente ordinate da porgere compiuto e distinto in classi il grado inferiore, o non si era provveduto abbastanza alla istruzione di grado superiore. Onde in questo anno se si sono aperte nove altre scuole maschili di grado inferiore, si sono fondate non meno che dieci scuole maschili di grado superiore oltre alle altre non poche decretate per l’anno avvenire. Minore è stato li progresso nelle scuole feminili, non essendosene accresciute che sette di grado inferiore e due di grado superiore. Le ragioni di questo più lento progredire della istruzione feminea sono comuni a tutte le province nelle quali è preponderante la vita agricola, e per difetto di strade i miglioramenti civili sono più lenti. Però in questo anno a togliere di mezzo il maggiore impedimento che si trova a promuovere la istruzione feminea, il difetto di maestre native de’ vari municipi e desiderose di rimanervi a lungo, il Ministero ha fondate due scuole preparatorie per maestre rurali, l’una a Castellammare e l’altra a Casoria. Le quali scuole quantunque sleno state fondate a mezzo dell'anno, pure lasciano sperare buoni frutti; e già ventinove donzelle, elette e sussidiate dal loro comuni rispettivi, si trovano ad educarsi in queste due scuole magistrali preparatorie.

Le scuole serali non hanno avuto né ordinamento stabile, né buono avviamento; come quelle che non sono obbligatorie e dipendono solo dalla volontaria cooperazione degl’insegnanti. Di che seguita che le scuole per gli adulti si sono vedute aumentare; ma le scuole per i fanciulli operai inferiori al dodicesimo anno o non si sono aperte in tutti i circondari o sono venute scemando.

Nulla aggiungo né intorno alla parte materiale di queste scuole, né intorno alla parte didattica, né intorno alla parte educativa; potendosi facilmente argomentare. Ma anche in questo ogni anno si migliora. Dove si trova a Delegato scolastico o a Sindaco persona desiderosa del vero bene del paese, le scuole sono prospere e per numero di allievi e per buona disciplina e per decenti edifici; ma dove la istruzione è più imposta che desiderata, la scuola è gittata in case poco acconce, mancante degli arredi necessari e poco frequentata. In questo anno novelli edifici sono stati fabbricati solo per le scuole, ed altri sono stati mutati in meglio. La maggior parte degl’insegnanti sono forniti dello stipendio legale, e si vengono costringendo a munirsi di patente d’idoneità. La ispezione accurata ed assidua ha cercato di dare migliore indirizzo alla parte didattica, inducendo gl’insegnanti ad osservar meglio il regolamento, a conservare i compiti mensuali degli allievi, a curare la lettura intelligente, la nomenclatura, la composizione e la correzione, ed a rendere la istruzione pratica ed educativa.

Io conosco che assai rimane a fare, e che le difficoltà non sono ancora tutte superate; ma durando sempre efficace ed assidua l’azione dell'Autorità pubblica, e non cessando di confortare i generosi, di stimolare i lenti, di minacciare i riluttanti, di premiare i virtuosi, potremo sperare ogni anno miglioramenti maggiori.

FINE

DOCUMENTI

PROGRAMMI D’INSEGNAMENTO ELEMENTARE

APPROVATI

Per le Scuole municipali di Napoli nell’anno 1868.

SCUOLE INFANTILI

Sillabazione — Formazione delle lettere e delle cifre numeriche sulla lavagna— Numerazione parlata sino a cento — Nomenclatura del corpo umano — Canto corale — Movimenti ginnastici. (Per te fanciulle lavori di maglia ) — Ricreazione e riposo un’ora.

1a CLASSE, Sezione Inferiore.

Sillabazione—Formazione delle lettere e delle cifre numeriche sulla lavagna—. Numerazione parlata e scritta sino a mille — Nomenclatura del corpo umano — Riposo mezz'ora. (Per te fanciulle, lavori di maglia). Nella classe degli adulti sarà aggi unta ogni giovedì la spiega de’ doveri d'urbanità.

1a CLASSE, Sezione superiore.

Lettura — Scrittura per imitazione nei quaderni di calligrafia — Numerazione parlata e scritta — Addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione dei numeri interi: esercizii pratici relativi — Nomenclatura delle vesti, della scuola, delle principali voci riguardanti te arti ed i mestieri — Spiegazione de’ doveri di urbanità, due volte la settimana. Nel sabato spiegazione della 1. parte del Catechismo e lettura e Spiegazione della Storia sacra.

Oltre a ciò nelle scuote feminee, lavori di maglia e di cucito.

Nelle scuote serali la lettura e la spiegazione del Catechismo e della Storia sacra saran fatte nel giovedì, eccetto per gli adulti, ai quali invece si spiegheranno i doveri morali.

2a CLASSE.

1. Semestre — Lettura e spiegazione di ciò che si è tetto — Dettato — Semplici nozioni di grammatica a voce: esercizii pratici sulle coniugazioni de’ verbi regolari — Nozioni di geografia fisica e nomenclatura geografica — Addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione delle frazioni ordinarie, e delle frazioni unite agli interi — Riduzione delle frazioni a più semplice espressione.

3. Semestre — Lettura — Dettato — Esercizii sui verbi irregolari — Principali regole d’ortografia a voce— Brevi narrazioni scritte per imitazione— Mozioni geografiche riguardanti l’Europa e specialmente l'Italia—Addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione dei numeri decimali — Nozioni del sistema metrico — Esercizii pratici relativi — Doveri morali (il sabato).

Nelle scuole feminee si aggiungeranno a tutto ciò, nel 1.° semestre, i lavori di maglia e di cucito, e nel 2. il rimondare e ricamare in lana.

Nelle scuole serali — Nomenclatura di geometria piana—Rappresentazione sulla lavagna delle linee e figure delle quali si è imparata la definizione.

3a CLASSE.

1.° Semestre — Esercizii quotidiani di composizione, ed applicazione pratica delle regole grammaticali — Principali fatti della storia d’Italia sino al secolo XV. Geografia dell’Europa in particolare — Addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione dei numeri complessi: esercizii pratici relativi.

2.° Semestre — Composizione—Principali fatti della storia d'Italia dal secolo XV ai tempi moderni — Geografia d’Italia in particolare. Ragguaglio tra palmo e metro; rotolo e chilogramma; caraffa, misura, e litro; miglio e chilometro: esercizii pratici relativi.

Oltre a ciò, nelle scuole maschili — Definizione, e rappresentazione sulla lavagna dei diversi solidi geometrici.

Nelle scuole feminee — Ricamo in bianco: taglio d'abiti e di camice.

4a CLASSE.

1.° Semestre — Riassunto e compimento delle regole grammaticali — Esercizii di composizione — Nozioni geografiche dell'Asia, dell'Africa, dell’America e della Oceania — Storia d’Italia, ripetizione della 1. parte— Nozioni principali della teorica delle proporzioni: sua applicazione alla risoluzione dei problemi relativi alla regola del tre semplice e composta, alle regole d’interesse semplice, di società e di sconto.

2.° Semestre — Esercizii di composizione — Spiegazione dello Statuto — Storia d’Italia, ripetizione della 2. parte — Nozioni di scienze naturali.

Oltre a ciò, nelle scuole maschili — Soluzione, sulla lavagna, dei problemi più comuni di geometria piana — Esercizii su quanto si è fatto di aritmetica e di geometria nelle classi precedenti.

Nelle scuole feminee — Invece dello Statuto, principali regole d’igiene domestica — Ricamo in bianco, in seta, in oro.

Pei corsi speciali di computisteria, di disegno, etc., aggiunti alle scuole serali, gl’insegnanti hanno l’obbligo di presentare all'apertura delle scuole i loro programmi, al Direttore, per l’approvazione. Questi programmi rimarranno affissi nelle scuole.


















vai su









Ai sensi della legge n.62 del 7 marzo 2001 il presente sito non costituisce testata giornalistica.
Eleaml viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale e del Webm@ster.