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DELL’AMMINISTRAZIONE DELLA GUERRA Nel 1864

RELAZIONE A S. M. DEL CONTE AGOSTINO PETITTI DI RORETO

MINISTRO DELLA GUERRA IN UDIENZA DELLI 6 DICEMBRE 1865
TORINO,1865
TIPOGRAFIA FODRATTI, VIA OSPEDALE,21

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Ottobre 2019

Sire,

Il sottoscritto Ministro della guerra ha l’onore di rassegnare a V. M. un ragguaglio particolareggiato dell’andamento dell’Amministrazione della guerra e delle condizioni dell’Esercito durante l’anno 1864. Egli ha fiducia che la M. V. si degnerà accogliere colla consueta benignità e non senza qualche compiacenza questo lavoro da cui Ella potrà conoscere come il giovine Esercito Italiano, argomento delle sue più assidue sollecitudini, vada rapidamente componendosi ad un assetto definitivo e tale da rispondere all’aspettazione dell’Italia e di V. M.

Esplicatosi gradatamente dal piccolo Esercito delle antiche Provincie, e trasformatosi per via di parecchie ampliazioni successive nell’Esercito dell’intera nazione, esso ebbe la singoiar ventura di conservare inalterato, insieme con antiche ed onorate tradizioni, quell’organismo il quale, promosso da un illustre mio predecessore che ora sta a capo dei Consigli della Corona, fece poi, così in pace come in guerra, ottima prova.

Ondeché i predecessori del riferente nell’Amministrazione della guerra del Regno d’Italia, ed l riferente medesimo volsero più specialmente le loro cure a introdurvi quelle non gravi modificazioni che richiedevano le proporzioni tanto più vaste in cui veniva svolgendosi, a provvederlo di quei molti sussidi di armi, di munizioni, di vettovaglie, di piazze fortificate onde aveva grandissimo difetto; principalmente poi si adoperarono con ogni studio a promuovere la perfetta assimilazione dei diversi e talora anche contrari elementi onde si era venuto ampliando, ristorando e mantenendo severamente rispettata la disciplina che gli eventi avevano in qualche parte vulnerato, promovendo per tutti i rispetti ed n tutti i gradi della milizia lo sviluppo dell’istruzione, ed mprimendo così in tutto l’Esercito quelL’aLto sentire di sé medesimo che è condizione prima della sua vigorosa costituzione.

Quest’opera intrapresa fin dal 1860 e proseguita alacremente da quei due miei predecessori di cui l’Esercito piange tuttavia la perdita immatura era già condotta a buoni termini nel principio dei 1864, non ostante le difficoltà che v’avevano frapposto quegli stessi casi meravigliosi ond’era nato il Regno d’Italia, e le preoccupazioni che ben sovente obbligarono i Ministri di V. M. a sospendere le cure dell’avvenire per provvedere alle incalzanti necessità del presente. Ma l’anno 1864, sebbene non ancora libero affatto da simili preoccupazioni, fu però abbastanza tranquillo da permettere al Ministero di spingere l’opera con viemaggior alacrità e condurla a termini che al riferente non sembrano oramai lontani dalla meta desiderata, la qual cosa non tanto avvenne per via di innovazioni molto notabili, quanto per l’attuazione di molti parziali e quasi minuti miglioramenti coordinati però a pochi grandi principii prestabiliti, e per l’opera diligente ed assidua sì dell’Amministrazione e sì dell’Esercito stesso, Perocché non è da credere che quelle epoche le quali sembrano trascorrere quasi silenziose nei quieti studi, nel regolare adem. pimento dei comuni doveri, e nelle consuete esercitazioni riescano perciò men fruttifere e men salutari; essendoché egli è allora che l’Amministrazione acquista quella stabile regolarità che ne rende poi in ogni contingenza pronta e sicura l’azione, ed è pur allora che Io spirito delle Leggi e della disciplina penetrando profondamente per tutte direi le vene del militare organismo vi assicura il suo durevole imperio; crederei anzi che all’Esercito Italiano più che a nessun altro debba riuscir proficuo questo agio che gli è concesso di assimilarsi perfettamente in ogni sua parte in un tutto nuovo ed antico ad un tempo, nuovo pei molti suoi elementi, pel suo carattere nazionale, pei destini a cui è chiamato, antico per le tradizioni ond’è l’erede, per le Leggi che lo costituiscono, per la disciplina che lo informano, per la dinastia che ne è Capo ed a cui è devoto.

Ed egli è appunto questo tranquillo procedere dell’Esercito durante il 1864, nel suo perfetto organamento che il riferente ha procurato di ritrarre in questa esposizione. Nè tuttavia perché la materia ne sia modesta e priva di quello splendore che è proprio degli avvenimenti illustri e delle memorabili mutazioni, egli pensa ch’essa debba riescir meno utile, e, direbbe anche, meno gradevole, essendoché ritornando colla riflessione sulle cose seguite nella vita di una vasta istituzione com’è l’Esercito, e considerando complessivamente le varie membra del suo organismo nell’azione loro propria e nelle loro reciproche attinenze, non solo si acquista una più piena, chiara, e sicura cognizione dell’esser suo, ma si vedono più chiaramente i progressi che più preme di conseguire, i difetti che più importa di emendare. Arroge che siffatti lavori porgono argomento di utilissimi studi comparativi, che duole al riferente di non poter ora per difetto degli elementi necessari istituire verso il passato in quell’ampia misura che desidererebbe, ma che questo lavoro medesimo renderà più agevoli e più fruttuosi per l’avvenire. Bimane che V. M. si degni gradire questo lavoro con quella speciale benevolenza ch’Ella suol riservare a tutto ciò che importa alla prosperità ed alla gloria del suo Esercito.

Il Ministro della Guerra

A. PETITTI.

PARTE PRIMA

PERSONALE

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Modificazioni all'ordinamento militare del Regno

L’ordinamento militare del Regno, tale che appare dall’unito Specchio I, andò soggetto durante il 1864 alle modificazioni in esso Specchio pur riferite le quali vogliono in parte attribuirsi a quel continuo nascere, cessare e succedersi di nuovi e più o men durevoli bisogni che è inerente ad ogni vasta istituzione, in parte altresì alla recente costituzione dell’Esercito Italiano; con esse l’Amministrazione si propose talora di compiere alcuna lacuna rimasta negli ordinamenti militari o di recidere o ridurre a più modesti confini qualche parte divenuta superflua od esuberante. Qualche provvedimento ebbe uno scopo meramente tecnico o disciplinare od amministrativo, e qualche altro fu consigliato da bisogni temporanei ed anche estranei al servizio militare. Siccome però questi diversi scopi si intrecciarono e concorsero spesso ad ispirare uno stesso provvedimento, perciò invece di seguire la classificazione testé accennata od altra qualunque, diremo prima dei motivi speciali che consigliarono le varie modificazioni di ciascun’Arma seguendo l’ordine indicato nel mentovato Specchio I, per riassumerne poi le tendenze ed caratteri generali.

Amministrazione centrale.

L’Amministrazione centrale della, guerra constava ancora al principio del 1864 di un personale che in tempi normali sarebbe stato esuberante sopratutto se si ha riguardo al gran numero di Scrivani straordinari e di comandati che aveva oltre al personale effettivo. Due n’erano le cause principali, i lavori straordinari che. avevano occasionato le guerre passale, nonché la costituzione dell’Esercito Italiano, intrecciala da molte complicazioni politico-militari, e l’accentramento nei seno del Ministero di molte attribuzioni che se potevano ivi esercitarsi a’ tempi del Regno Subalpino, più non lo potevano nel Ministero di un vasto Reame. E siccome ai lavori straordinari si era molto opportunamente provveduto con impiegati straordinari, Così cessando quelli, non era difficile esonerare l’Erario dalla spesa anche di questi, come infatti si cominciò a praticare appunto nel 1864 collo scemare di quei lavori; ma alla riduzione del personale effettivo non si poteva procedere in misura alquanto larga, salvo colla riduzione anche dei lavori ordinari, ossia con un conveniente scentramento degli affari. E questo infatti era consigliato non tanto dall’interesse immediato dell’Erario, dacché dovendo pur eseguirsi i lavori, non sene può gran fatto diminuire la spesa, salvo quando per qualche felice ed ngegnosa combinazione i lavori stessi siano ridotti a forma più spedita ed egualmente sicura, quanto dall’interesse di una ben intesa amministrazione. E ciò per due principali ragioni che forse si riducono ad una sola, cioè che il soverchio cumulo delle attribuzioni ne rende l’esercizio difficile ed ncerto, e facili invece le ommissioni ed disordini, e che le operazioni specialmente amministrative dovendo andar soggette ad assidua vigilanza, mal può questa esercitarsi colla necessaria diligenza quando esse seguono nel seno stesso del Dicastero che deve esercitarla.

Tale è il discentramento che in fatto di amministrazione militare è possibile e conveniente, non potendo in questo argomento trattarsi di menomare al Governo. alcunché della sua autorità, né di trasferirla ad autorità d’altra natura. Ed anzi se il discentramento onde si discorre può applicarsi in ben modesta misura agli, affari inerenti al servizio militare od alla disciplina, esso non può ricevere una larga applicazione che negli ordini amministrativi, dacché l’unità dì disciplina e di comando che è strettamente necessaria non solo al buon Governo dell’Esercito, ma anche alla sicurezza dello Stato, mal consentirebbe di spingere, oltre a certi confini le facoltà delle Autorità militari subordinate.

Già negli ordini disciplinari si erano negli anni addietro devolute ai Comandanti di Dipartimento, di Divisione e di Corpo quelle maggiori facoltà che consentiva il servizio, e qualche minuta disposizione nello stesso intento emano anche nel 1864, ma era opera più lunga e più ardua operare un vasto discentramento nell’Amministrazione. per verità coll’affidare alle Intendenze militari una prima verificazione della contabilità dei Corpi e colla creazione degli uffici di contabilità presso il Corpo di StatoMaggiore, si era esonerato già il Ministero di un notevole lavoro, ondeché si potè soprassedere all’attuazione di una delle Divisioni Competenze portata dal Regio Decreto 20 febbraio 1862; . continuando per questa via fu deferita fin dal principio del 1864 agli Uffici d’intendenza militare la stipulazione dei contratti che per la massima parte seguiva in seno al Ministero e quindi fu ancora possibile sopprimere la Divisione Contralti. La creazione dei Consigli d’Amministrazione presso i Magazzini dell’Amministrazione militare e l’ordinamento di un nuovo sistema d’amministrazione presso i medesimi consentendo di esonerare il Ministero di molte particolari attribuzioni, permise altresì di soprassedere all’attuazione della Divisione Contabilità in materia, portata essa pure dal mentovato Decreto 20 febbraio 1862; finalmente l’istruzione 48 dicembre 1864 che affida ai Comandanti di Circondario, sotto la direzione di un Consiglio d’Amministrazione, i pagamenti di molti stipendi e qualche altra più minuta disposizione, permise egualmente di sopprimere la Divisione Paghe. La Divisione Archivi fu ridotta a semplice Ufficio. Ridotte così cinque Divisioni, fu. anche facile sopprimere la Direzione generale di Contabilità trasferendo al Segretariato Generale l’unica Divisione che ne era rimasta, quella cioè della Contabilità centrale. Finalmente colla riforma dell’Amministrazione del materiale d’Artiglieria e del Genio che verrà d’ora innanzi affidata a Consigli amministrativi, sembra che qualche ulteriore riduzione sarà ancora possibile negli Uffici dell’Amministrazione centrale,

Due altre modificazioni furono recate al Ministero della Guerra derivate dal passaggio di alcune sue attribuzioni ad altri Dicasteri, cioè una riduzione di personale prodotta dal passaggio alla Corte dei Conti di una gran parte delle attribuzioni del Ministero in fatto di pensioni per cui passo alla stessa Corte un numero d’impiegati corrispondente al personale soppresso nel Ministero della Guerra. La seconda modificazione fu il passaggio al Ministero d’Agricoltura e  Commercio dell’Amministrazione del Deposito-Stalloni. questa Amministrazione, che anticamente era affidata alla Casa del Re, passo nel 1833 al Ministero della Guerra in contemplazione dell’interesse militare che va connesso collo sviluppo della produzione cavallina. però nelle condizioni attuali del Regno per cui quell’industria ha una grande importanza economica e sociale, e dacché è costituito un Ministero apposito per l’agricoltura, industria ed l commercio era certo più opportuno che l’amministrazione ne fosse adesso affidata come lo fu col Regio Decreto 34 marzo 1864. però il passaggio del personale, nella dipendenza di quel Dicastero, fu differito fino all’anno 1866.

Le riduzioni seguile nel personale del Ministero della Guerra sono tutte comprese nel Regio Decreto 48 dicembre per cui esso fu ridotto a N° 408 Impiegati colla diminuzione, rispetto al quadro stabilito dal Regio Decreto 20 febbraio 1862, di 4 Direttore Generale,5 Capi di Divisione, di 8 Capi di Sezione e di 48 altri Impiegati; parte di siffatte riduzioni era già attuata in conseguenza di morti, giubilazioni, passaggi ad altri Dicasteri od altri provvedimenti. Le rimanenti furono eseguite immediatamente col collocamento in disponibilità od a riposo degli Impiegati eccedenti.

Comandi territoriali.

Le varie riduzioni avvenute nei Gomandi territoriali furono tutte consigliate dal bisogno di ridurre i quadri di mano in mano e colla debita ponderazione nei limiti dello stretto necessario; l’assimilazione compiuta dei Comandi di Provincia e di Distretto Napolitani ai Comandi di Circondario, per cui anche questa parte dei militari ordinamenti venne ridotta a perfetta uniformità; la riduzione nello Stato Maggiore delle Piazze fu di 15 Uffiziali e 3. Guardarmi.

Carabinieri Reali.

Le condizioni della sicurezza pubblica nelle Provincie Napoletane e nella Sicilia, già assai gravi per la difficoltà delle comunicazioni e per inveterate piaghe sociali, e recentemente esacerbate dalle agitazioni po litiche e dal brigantaggio, richiedevano urgentemente una forza di Carabinieri Reali proporzionatamente superiore d’assai a quella che viene assegnata alle altre Provincie. L’aumento ordinato di 28 Uffiziali e 1312 Sott’Uffiziali e Carabinieri col Regio Decreto 6 agosto fo poi sancito colla Legge 24 dicembre approvativa della spesa. All’aumento degli Uffiziali fo provvisto in gran parte per via di Uffiziali tratti dalle altre Armi, a quello della Bassa-forza per via di un reclutamento straordinario nei varii Corpi dell’Esercito. La spesa stessa, sebbene assai grave, fu in parte scemata dalla soppressione dei 12 Depositi provvisori di Allievi Carabinieri, che creati il 24 dicembre 1862 al fine di agevolare il reclutamento dell’Anna e l’istruzione degli Allievi non rispondevano appieno al primo scopo ed erano divenuti superflui pel secondo.

Fanteria e Bersaglieri.

Nell’Arma di Fanteria furono soppressi, siccome divenuti superflui, i due Depositi creati col R. D. 18 dicembre 1859 a Cagliari ed a Sassari al fine di raccogliervi le nuove leve dell’isola e trattenervele qualche tempo, risparmiando così loro le repentine mutazioni di clima. Questo scopo era venuto meno dacché per l’annessione delle nuove provincie esse possano esser destinate a presidi! non troppo disformi dal clima natio; la soppressione era anche consigliata da riguardi economici e disciplinari, e pel Deposito di Sassari fu affrettata dall’imperversare di una oftalmia scoppiatavi nell’estate.

Fu invece consigliata da interessi politici e morali la creazione di due Battaglioni provvisori, l’uno di Fanteria, l’altro di Bersaglieri in cui accogliere quegli emigrati politici idonei al servizio militare cui mancasse altra più fruttuosa od appropriata occupazione.

Ma l’innovazione di maggior momento recata nella Fanteria ed anzi in tutto l’Esercito fu lo stabilimento dei quadri sul piede di pace onde mancavano ancora la Fanteria, la Cavalleria, il Treno, il Corpo d’Amministrazione. questa lacuna era doppiamente increscevole e perché non permetteva di attuare molte economie che i tempi avrebbero consentito, e perché lasciava qualche dubbio ed oscurità sull’indole delle spese ond’è aggravato lo Stato. Infetti se le spese sul piede di pace devono essere sopportate dal bilancio ordinario e con mezzi ordinari, quelle invece che occorrono nel piede di "guerra, natural cosa è che siano sopportate con mezzi straordinari. Poiché quindi la precisa distinzione di queste spese è. necessario alla prudente Amministrazione delle finanze pubbliche era anche ormai necessario di. stabilirne gli elementi. Inoltre finché si avevano isoli quadri sul piede di guerra era difficile soprassedere a lungo, e regolarmente a certe spese che pel momento non erano al tutto necessarie, e segnatamente alla nomina dei graduati di Bassa-forza che aveva luogo per l’addietro come se l’Esercito fosse in pieno stato di guerra, ed alla spesa dei Depositi che in tempo di pace era anche essa, superflua. I Depositi infatti istituiti nell’antico Esercito Subalpino fin dal 1833 venivano e rimanevano soppressi dal 1850 al 1859 con grandissimo vantaggio dell’Erario, dell’istruzione e della disciplina, né venivano ricostituiti salvoché com’era ben naturale in occasione della guerra d’indipendenza. D’allora in poi essi erano stati conservati ed anzi ampliati dal Regio Decreto 24 gennaio. 1864, che infatti ordinava l’Esercito sul piede di guerra e da quello del 23 marzo 1882, sebbene questo li riducesse di nuovo a minori proporzioni; ma era tempo di avvisare alla loro soppressione definitiva in tempo di pace, dacché l’esperienza recente e sicura nel 1859 aveva. dimostrato gli ottimi frutti conseguiti dal sistema dell’antica Amministrazione; e ciò quindi è che coi quadri  approvati dai Decreti del 18 dicembre si fece in tutte le Armi, ad eccezione dei Bersaglieri pei quali anche furono ridotti ad una unica Compagnia per Reggimento.

Per effetto delle mentovale disposizioni l’Arma di Fanteria fu ridotta di sedici Uffiziali per ogni Reggimento di circa la metà dei graduati di Bassa-forza.

I sei Reggimenti Bersaglieri; di sei Battaglioni attivi ed uno di Deposito ciascuno furono ridotti a cinque Reggimenti di. otto Battaglioni attivi con una Compagnia di Deposito, convertendosi quattro Battaglioni di Deposito in altrettanti attivi, e dei due altri formandosi cinque Compagnie di Deposito per cinque Reggimenti, e sciogliendo le tre rimanenti insieme collo Stato Maggiore di un Reggimento; in tutto l’Arma dei Bersaglieri fu ridotta, di 24 Uffiziali, di un terzo dei Sott’Uffiziali, e di un sesto dei Caporali.

Cavalleria.

La creazione di due nuovi Reggimenti di Cavalleria (Lancieri di Foggia e Cavalleggeri di Caserta) era per verità stata già risoluta e preparata col R. Decreto 28 maggio dell’anno precedente col quale era stata prescritta la formazione presso cinque. Reggimenti di Lancieri, e cinque di Cavalleggeri di uno Squadrone provvisorio ciascuno, per via d’uomini tratti dagli altri Squadroni del Reggimento e surrogati alla br volta con uomini tratti dalla

Fanteria, dai Bersaglièri» é dal Treno d’Annata. Con altro Decreto 29 ottobre 1863 era stata similmente, ordinata la. formazione di due. Depositi provvisori di Cavai. feria. Quando poi sul principio ilei 1864 fa recata a termine sufficiente l'istruzione degli uomini provenienti dalle altre Armi, ciascuno dei detti Reggimenti non ebbe che a mandar uno de suoi antichi Squadroni alla sede del nuovo, Corpo, mentre lo Squadrone provvisorio sottentrava allo Squadrone partente. per tal guisa la formazione dei nuovi Corpi potè esser maturamente preparata evitando gli inconvenienti che avrebbe potuto trar seco la troppo anticipata designazione degli Squadroni destinati a formarli.

I Lancieri di Foggia furono formati in Vercelli con 4 squadroni di Lancieri ed uno di Cavalleggeri, i Cavalleggeri di Caserta in Aversa con 4 squadroni di Cavalleggeri ed. uno di Lancieri. L’uno e Falera cominciarono ad avere sussistenza perfetta il 46 febbraio; ed attesero poi a formare il loro 6° Squadrone con uomini tratti dai cinque Squadroni suddetti avendo ricevuto facoltà per tal fine di far promozioni nella Bassa-forza anche prima dell’epoca fissata dalla Legge Sull’Avanzamento. Più minuti ragguagli si trovano nell’istruzione del 28 gennaio.

Colla creazione di questi Reggimenti l’Arma fu recata a quelle proporzioni che. sembra debba avere colle altre Armi in Italia, dacché la struttura topografica della penisola non le richiede così ampie come presso le altre Nazioni.

L’Arma di Cavalleria aveva anche ricevuto col R. Decreto 28 gennaio l’aumento di un Uffiziale di matricola e di un Furiere maggiore per ogni Reggimento; vero è che questo aumento e quello prodotto dai due nuovi Reggimenti furono largamente compensati pel tempo di pace dai nuovi quadri portati dal R. Decreto 48 dicembre che importavano una riduzione di cinque Uffiziali per ogni Reggimento, del terzo dei Sott’Uffiziali, e di alquanti Caporali. Riguardo al qual Decreto, non abbiamo che a ricordare quanto venne già detto a proposito dell’Anna di Fanteria, si avverte soltanto che non ostante la soppressione del Deposito come Ufficio Amministrativo e perciò dello Stato Maggiore fu però conservato lo Squadrone di Deposito.

Come attinente alla Cavalleria, giova qui ricordare altresì la soppressione di due Depositi-Stalloni.

Corpo di Stato Maggiore

Il Corpo di Stato Maggioro versava nel principio del 1864 in una singolare difficoltà. Riordinato addì 24 gennaio 1864 in proporzioni ragguagliate ai bisogni dell’Esercito, non gli venne mai fatto col suo ordinario modo di reclutamento di recare a pien numero i suoi quadri. I tempi infatti non corsero troppo propizi dal 1864 in poi per gli studi severi, né il reclutamento degli Uffiziali si era fatto nell’Esercito in condizioni abbastanza favorevoli per poterne trarre un ampio Contingente di giovani idonei e vogliosi di più ampie dottrine. Al principio del 1864 rimaneva al Corpo una deficienza di 56 Uffiziali che pur gli erano necessari per l’adempimento delle sue ordinarie incombenze, né avrebbe potuto procurarseli, salvoché, allargando le condizioni di ammissione alla sua scuola di applicazione, e. per conseguenza anche le condizioni di uscita con grave detrimento all’avvenire del Corpo. D’altro Iato la Legge 40 agosto 1862 aveva affidato al Corpo la formazione della carta delle. Provincie Meridionali, opera di vasta mole e di lunga esecuzione e cui il Corpo non avrebbe neppur potuto attendere cogli Uffiziali portali dal sito quadro, quando anche lo avesse avuto a pien numero. A questo doppio, bisogno di riempire 1 quadri, e provvedere, al lavoro. straordinario, ma temporaneo, era necessario provvedere in due modi diversi. per supplire alla temporanei deficienza dei quadri si chiamarono col Decreto 24 aprile a far servizio presso il Corpo senza condizioni di esame né di scuola preparatoria un numero sufficiente di distinti Uffiziali, i quali potranno poi od essere definitivamente ammessi nel Corpo stesso, o ritornare ai Corpi loro propri, secondo che le circostanze saranno per. consigliare. Intanto si ha ragione di sperare che, diffondendosi viemmeglio Dell’Esercito l’amore dello studio, il Corpo possa bastare in avvenire a se stessa coi suoi mezzi normali di reclutamento. Quanto poi al maggior numero di cooperatori che richiede la formazione della carta delle Provincie meridionali, parve inopportuno ampliare per questo scopo meramente temporaneo i quadri del Corpo si per la difficoltà appunto di riempirli, sì per non prepararvi per un tempo non lontano un’eccedenza di Uffiziali che ne avrebbe perturbato l’ordinamento o pregiudicato l’avvenire. Quindi è che il Ministero della Guerra rivoltosi a quello dei Lavori Pubblici, ed ottenutone il consentimento, promosse; il Decreto Reale del 28. aprile per cui vengono posti a sua disposizione N° 30 Ingegneri del Corpo del Genio civile, i quali compiuto il lavoro per cui furono chiamati rientreranno al Corpo loro.

Col Decreto poi. del 48 dicembre il Corpo venne riordinato colle seguenti principali variazioni rispetto al Decreto del 24 gennaio 1864, cioè: 1° la diminuzione di 6 Uffiziali Superiori ed aumento di 6 Capitani, al fine di stabilire fra i vari gradi una più giusta proporzione; 2° diminuzione di 8 Luogotenenti ed istituzione di 8 Sottotenenti. Quest’ultima istituzione era conseguenza diretta ed inevitabile delle disposizioni contenute in esso Decreto per l’ordinamento della Scuola d’applicazione del Corpo.

Artiglieria e Genio

I provvedimenti relativi alle Armi d’Artiglieria e del Genio ebbero un triplice scopo, tecnico, economico ed amministrativo; ordinare il servizio di quelle Armi pel tempo di guerra e modificarne qualche ordinamento a seconda della trasformazione avvenuta negli ultimi anni nel materiato da guerra, sì da campagna, che da montagna, rimuovere dai quadri tutti. gli elementi non combattenti che non fossero strettamente necessari, distribuire le attribuzioni amministrative in guisa da esonerare l’Amministrazione centrale ed Comitati da un soverchio cumulo d’incombenze ed accentrarle invece nei Comandi dipartimentali; preparando così anche un riordinamento dell'Amministrazione del materiale di quelle Armi.

Al primo scopo fu inteso principalmente l’ordinamento dell’Artiglieria, del Genio in campagna, pubblicato colle N. M,20 maggio, cui tenne dietro qualche

altro parziale provvedimento, e che fu riprodotto nella parte più sostanziale dai Decreti del 18 dicembre. per siffatte disposizioni l’ordinamento dell'Artiglieria è del Genio in campagna fu determinato in ogni suo particolare nella gerarchia, nella composizione e nelle attribuzioni dei vari Comandi; così pure rispetto all’Artiglieria fu determinata la composizione in materiale personale delle Batterie così di battaglia, ed a cavallo, come di posizione e di montagna che, deve somministrare sul piede di guerra su 8,6 e 4 pezzi, nonché l'ordinamento dei parchi generali di riserva, di Corpo d'Armata,di Divisione, il loro frazionamento in sezioni e colonne di riserva, la riunione delle colonne di munizioni, la composizione degli equipaggi dà ponte di Corpo d’Armata e di riserva. Nel quale ordinamento si ebbe particolare riguardo al servizio delle Batterie e delle colonne di munizioni, che per le Batterie di battaglia ed a cavallo resta esclusivamente commesso al personale dei Reggimenti d’Artiglieria da campagna, per le Batterie di posizione allo stesso personale od a Compagnie d’Artiglieria da piazza sussidiata dal Treno; per le Batterie da montagna alle Compagnie da piazza sussidiata dai Treno e per le sezioni di parco generale e le colonne di riserva ai distaccamenti d’Artiglieria da piazza sussidiati dal Treno militare o borghese.

La stessa ragione tecnica ebbe la riduzione di due Compagnie per ciascun Reggimento, da piazza in conseguenza dell’introduzione su larga scala nei traini d’assedio dei cannoni da campagna da 46 B rigati, pel servizio dei quali possono essere destinati, occorrendo anche le Batterie campali. La forza però delle Compagnie rimanenti dei Reggimenti da piazza fu aumentata d’alquanto, ed assegnati a ciascun Reggimento 50 quadrupedi per l’istruzione delle Batterie di montagna e pel servizio giornaliero delle Direzioni territoriali.

Ebbero invece uno scopo essenzialmente economico la soppressione di parecchi Comandi territoriali d’Artiglieria e quella dei Depositi dell’Artiglieria è dei Genio. Colla creazione degli uffici di contabilità presso i Comitati delle due Armi venne esonerata l’Amministrazione centrale diuna gran mole di lavori cui meglio si può attendere dagli uffici dipendenti.

La riduzione del Reggimento Operai (di 9 Compagnie, oltre a 3 di Veterani) in sei Compagnie sciolte oltre ed una di Veterani, fu principalmente consigliata dalla considerazione che in tempo di pace e negli stabilimenti e laboratori d’Artiglieria sia preferibile l’opera degli operai borghesi a quella dei militari.

Similmente la creazione dei Comandi del Genio dipartimentali e di 5 nuove Direzioni contemporanea alla soppressione delle 33 Sotto-Direzioni intese da un lato, a discentrate i lavori che si accumulavano presso il Comitato dell’Anna e dall’altro a rimuovere nelle Sotto-Direzioni un ordigno divenuto superfluo ed atto piuttosto ad intralciare che ad agevolare i lavori. Oltre le radicate, variazioni l’Arma del Genio ricevette anche il sussidio di 30 Ingegneri civili pel proseguimento dei lavori straordinari cui essa deve attendere intorno alle fortificazioni dello Stato. Al quale proposito non si hanno che a ripetere le. osservazioni fatte riguardo a simile sussidia accordato al Corpo di Stato Maggiore.

Le Armi d'Artiglieria e del Genio avevano già ricevuto addì 2 marzo 1862 ed 8 marzo 863 un ordinamento sul piede di pace; anche rispetto a questo si ebbe coi Decreti del 48. dicembre una riduzione nell’Arma di Artiglieria di 8 Uffiziali, di 44 Ufficiali assimilati (Medici, Cappellani, Veterinari) e circa 400 uomini di truppa cioè 400 veterani,68 trombettieri,280 pontieri, e così pure nell’Anna del Genìa di 5 Uffiziali Superiori,40 Capitani,34 Uffiziali subalterni, di due Uffiziali assimilati (Medici) e di un numero proporzionato di graduati di Bassa-forza.

Treno d’Armata

Rispetto al Corpo del Treno, il riferente ha già avuto l’onore di rappresentare a V. M. come la proporzione tra i bisogni del servizio in. tempo di guerra e quelli del. tempo di pace essendo nel Corpo del Treno assai superiore a quella che si riscontra nelle altre Armi, egli si proponga di,anticipare d’alquanto per quel Corpo l’invia in congedo illimitato di alcune sue Classi onde non aver in tempo di pace una forza eccedente i bisogni, ed n tempo di guerra aver tuttavia apparecchiata tutta la forza occorrente al servizio del Corpo.

Il Corpo del Treno d’Armata fu così ridotto rispetto al Decreto del 24 gennaio 1864, di 402 Uffiziali e di 5600 uomini, la qual riduzione però era di fatto attuata già da lungo tempo in gran parte.

Corpo d’Amministrazione.

Anche pel Corpo d’Amministrazione il quadro sul piede di pace ha potuto ridursi notevolmente nell’intendimento di alimentarlo d’ora innanzi non più con uomini meno idonei al servizio attivo, e perciò di scarsa utilità anche in quel Corpo, ma bensì con uomini tratti dalla Fanteria che ne facciano domanda.

Cacciatori Franchi. 

Finalmente l’aumento delle quattro Compagnie provvisorie del Corpo Cacciatori Franchi fu effetto delle frequenti destinazioni che negli ultimi tempi hanno recato quel Corpo ad insolite proporzioni. Nella fiducia che cessata l’influenza degli avvenimenti e rassodata nell’Esercito la disciplina, anche le destinazioni al Corpo disciplinare abbiano a ritornare alle proporzioni normali, la creazione delle dette Compagnie fu fatta a titolo provvisorio. Con quella opportunità, fu creata nel Corpo una Classe speciale in cui accogliere i militari condannati per furto, che, a mente del Codice penale son pur destinati nel Corpo medesimo, onde mantenerli sempre distinti da quelli che vi sono destinati per sole mancanze disciplinari Infatti per l’addietro i già condannati. dovevano ascriversi alla 1 (a) Classe, perché scontata la pena non potevano più riguardarsi come in istato di punizione. Ora i militari della 2 (a) e della 3. Classe, ripugnando ad. andar confusi con essi, lungi dall'aspirare colla buona condotta alla 1° Classe, procuravano talvolta anche con apposite mancanze di rimanere nelle Classi inferiori non senza grave danno della disciplina; coll’istituzione di una Classe speciale pei condannati vien rimosso per gli altri il timore di uno sfregio immeritato, e quindi l’origine, di gravi inconvenienti. I graduati necessari alla formazione dei nuovi quadri furono, secondo il consueto, somministrati dalle altre Armi.

Istituti militari.

La riduzione degli Istituti militari procedette in parte dallo scarso concorso degli allievi, in parte da altre circostanze che sono più minutamente discorse in altro paragrafo di questa Relazione, ove anche. viene indicato il modo tenuto per la sua attuazione; ne giova ricordare inoltre la riduzione attuata di fatto, sebbene non ancora Sancita per Decreto Reale del personale di Governo della Scuola militare di Fanteria e di 40 professori pei ciascun dei Collegi conservati.

Giustizia Militare.

La riduzione dei Tribunali militari fu naturalmente occasionata dalla diminuzione di reati che felicemente si verificò nell’Esercito. La riduzione, sarebbe stata anche più ampia se Io avesse consentito la necessità. di conservare ancora i Tribunali di guerra per la repressione del brigantaggio.

Dobbiamo anche far menzione della soppressione definitiva ordinata con N» M.. 4 agosto dell’ultimo ufficio rimasto ancora in vita dell'Intendenza Generale del Corpo dei volontari, le cui attribuzioni per gli affati non ancora conchiusi furono devoluti all'Intendenza Generale d’Armata. Nel corso del 1864 fu anche argomento di lunghi studi il riordinamento del Corpo d’intendenza Militare del Corpo Sanitario Militare, nonché la condizione dei Capimusica e quella delle Musiche militari, delle quali però non si fa altro cenno perché non ancora condotti ad esito definitivo. Di tutti i detti provvedimenti si è già indicato il modo con cui vennero attuati, salve le riduzioni portate da RR. Decreti del 18 dicembre che dovevano attuarsi soltanto nel 1865. però ne giova, riguardo a questi, soggiungere alcune avvertenze comuni ai vari Corpi. E in primo luogo una parte delle dette riduzioni era già stata prima d’allora preparata ed anche attuata. Così per la Fanteria, la Cavalleria ed Bersaglieri si era già prescritto colla N. M. 24 settembre di non oltrepassare nelle promozioni dei Sott’Uffiziali, Caporali e Soldati di 4‘ Classe la forza per ogni grado in essa Nota prescritta, e, col Decreto Ministeriale 9 dicembre si era ridotto a 442 la forza in cavalli di ogni squadrone di Cavalleria. Così pure le considerevoli riduzioni operate nell’Anna d’Artiglieria erano già state preparate colla soppressione (7 luglio') di parecchi Comandi locali, e colle scioglimento di tre Compagnie di Operai, e di due Compagnie per ciascun Reggimento da piazza, (4 ottobre).

Similmente già ben prima ilei Decreto del 48. dicembre il Corpo del Treno era stato ridotta a proporzioni inferiori a quelle portate col Decreta organico 24 gennaio 1864.

Furono inoltre adottati altri temperamenti. In primo luogo si cominciarono a sopprimere quei Depositi soltanto che già si trovavano riuniti al Corpo rispettilo; gli altri furono ridotti ad una sola Compagnia, e la loro, soppressione differita sino, a quando si avesse opportunità di riunirli. ad ogni modo il Decreto fece facoltà al Ministro di conservare in soprannumero quegli Uffiziali che sarebbero rimasti in eccedenza. Peròcché il collocamento in aspettativa di tanti giovani Uffiziali sarebbe riuscito di scarso beneficio all’erario rispetto al danno che il servizio avrebbe dovuto risentirne in avvenire.

Riassumendoci, le varie disposizioni sovra narrate, come fu detto al principio di questo paragrafo, erano intese alcune a compiere qualche lacuna ancora rimasta. nell’ordinamento militare (e sono principalmente l’ampliazione della Cavalleria la creazione dei quadri sul piede di pace, l'ordinamento sul piede di guerra dell’Artiglieria e del Genio); altre a correggere e modificare Io stesso ordina, mento secondo i bisogni manifestati dall’esperienza, o le opportunità amministrative, o le innovazioni introdotte dalla scienza nell’arte militare (ed a questa Categoria appartengono le modificazioni operate in varie Armi, è segnatamente delle Armi speciali), ovvero a ridurre o rimuovere parecchi elementi riconosciuti o divenuti superflui o sovrabbondanti (tali sono le molte riduzioni operate in pressoché tutte le Armi), o finalmente a provvedere a certi bisogni o temporanei (come l’ampliazione dei Cacciatori Franchi e la destinazione di Ingegneri civili presso lo Stato Maggiore od il Genio) od anche estranei al servizio militare, quale sarebbe l’ampliazione dei Carabinieri Reali e la creazione di due Battaglioni provvisori di Fanteria. Una parte delle mentovate disposizioni ha recato qualche ampliazione all’Esercito, segnatamente nelle Armi dei Carabinieri Reali, della Cavalleria, e nel Corpo dei Cacciatori Franchi, e di queste il solo aumento della Cavalleria fu concepito nell’interesse esclusivo e permanente del. servizio militare. Tutti gli altri Corpi ad eccezione dello Stato Maggiore, andarono. soggetti non senza qualche parziale aumento a riduzioni più o meno notevoli come si è detto, le quali. però ad eccezione della riduzione riguardevole del numero dei graduati che anche del tempo attuale era esuberante, lungi dal menomare la forza combattente dell’Esercito, caddero esclusivamente sugli elementi non combattenti,  furono la fedele attuazione del principio già con gran diligenza osservato nell’antica amministrazione subalpina di. recidere ogni forza che non sia strettamente necessaria ai servizi sussidiari affine, di raccogliere tutte  le forze vive possibili nell’Esercito combattente.

Quando poi spingendo più oltre le indagini si voglia ricercare come e perché questo e quell’altro elemento fosse divenuto superfluo od eccessivo, diremo succintamente che ciò avvenne talora perché cessati almeno per ora i motivi che avevano consigliato di dare maggior ampiezza ad alcuni quadri, talora, invece perché realmente l’esperienza abbia dimostrato come i quadri stessi eccedessero, in qualche parte i bisogni. Alla prima di queste due cause vuolsi ascrivere la soppressione di alcuni Tribunali, lo scioglimento dei Depositi di Sardegna, lo scioglimento definitivo dell’intendenza generale dei Volontari ma principalmente la creazione dei,quadri sul piede di pace, e fo conseguente soppressione dei Depositi. Le altre riduzioni, vogliono invece attribuirsi a ciò che l’esperienza ha dimostrato come nella prima istituzione dei Corpi e degli Istituti ridotti siansi d’alquanto ecceduti, gli stretti bisogni dei vari servizi, la qual cosa avvenne segnatamente rispetto ai Collegi militari, a taluni Comandi territoriali ed a Comandi, Direzioni o Sotto Direzioni d'Artiglieria e dei Genio. Perocché era ben naturale che nel primo ordinamento dell’Esercito Italiano si desse ad alcune sue parti uno sviluppo ora alquanto superiore ora inferiore ai bisogni effetti vi e permanenti, sia perché l’esperienza non aveva ancora chiarito le precise esigenze di quel vasto organismo, sia perché le stesse straordinarie cause politiche e sociali che gli avevano dato origine traevano seco alla loro volta difficoltà e bisogni, straordinari che dovevano dileguarsi al momento dell’assetto finale.

L’Esercito italiano entro durante il 1864 in quell’ultimo periodo della sua definitiva costituzione, in cui, anziché a svolgerla ed ampliarlo, occorre attendere a recidere le parti che per avventuro riescissero soverchiamente rigogliose, e quindi superflue; i Decreti segnatamente del 18 dicembre nei quali viene concretato il disegno proposto e svolto dal Ministro della Guerra alla Camera dei Deputati net suo secondo progetto di Bilancio pel 1865, soddisfecero a questo compito in guisa che si ha fiducia rimanga ormai poco così ad aggiungere, come a togliere al suo perfetto ordinamento.


II

Uffiziali e Funzionari militari

La satistica relativa al movimento del personale degli Uffiziali si è raccolta nelli uniti Specchi II a IX ((1) ); essa però non presenta ancora i risultati dei Decreti di riduzione del 18 dicembre più sopra mentovati, i quali spiegheranno l’intiera loro azione solo nel corso del 1865.


Lo Specchio II rappresenta gli aumenti e le diminuzioni avvenute durante il 1864 negli Uffiziali di ciascun grado, complessivamente per tutte le Armi e per h Aspettativa. però negli Specchi III, VIII e IX esso movimento e descritto distintamente per ciascun grado e ciascuna posizione. Lo Specchio IV riassume per ciascun grado ed Arma gli aumenti e le diminuzioni definitive che ne risultano.

Nei seguenti Specchi V, VI e VII sono riassunte distintamente per ciascun grado ed Arma le promozioni, i. passaggi d’Arma,e le cessazioni. dal servizio, distinte queste ultime secondo i vari motivi che vi hanno. dato luogo. Non v’è più riprodotta la distinzione della posizione che sarebbe inapplicabile o superflua. per maggior chiarezza si sono considerati gli Uffiziali Generali all’infuori d’ogni Arma e come Arma distinta dalle Altre.

Dallo Specchio II appare che la forza complessiva degli Uffiziali di ogni grado che era al 1° gennaio 1864 di 15027 Uffiziali, ne è diminuita di 410 durante il

1864. La diminuzione fu di N° 139 Uffiziali in servizio effettivo, mentre invece gli() Uffiziali in disponibilità od in aspettativa aumentarono di 39 (V. Specchi.

VIII e IX).

Li Specchi II, III e IV dimostrano a quali gradi ed Armi debbano imputarsi le diminuzioni avvenute e quali abbiano invece ricevuto qualche aumento per grado. Ne risulta che i gradi i quali ricevettero. complessivamente un aumento, di forza furono quelli dei Tenenti Generali, dei Colonnelli e dei Sottotenenti, tutti gli altri andarono soggetti a diminuzione fra gli Uffiziali in servizio effettivo non compensata punto dagli aumenti parziali avvenuti fra gli Uffiziali in aspettativa.

Riunendo i varii gradi nei tre gruppi di Uffiziali Generali superiori ed nferiori, si ha pei primi una diminuzione di 7, pei secondi di 27, pei terzi di 76.

Distinti, per Arma gli aumenti e le diminuzioni così degli Uffiziali in complesso, come degli Uffiziali in servizio effettivo, se ne raccoglie che su 123 aumenti N° 115 furono nelle Armi di Cavalleria e dei Carabinieri (conseguenza ben naturale dell’ampliazione che ricevettero), delle Guardie del Corpo per effetto altresì dell’ampliazione data alla Compagnia col R. D. 16 luglio 1863 e dello. Stato Maggiore, Quest’ultimo aumento fu effetto delle cure adoperate onde recare a numero il Corpo che al principio dell’anno difettava ancora di circa. 50 Uffiziali.

Le maggiori diminuzioni furono nella Fanteria (conseguenza in parte della soppressione dei Depositi di Sardegna, di 3 Istituti militari, ecc.) nel Treno, nelle Piazze, nei Veterani dì Napoli.

Gli aumenti Si distinguono nello Specchio II secondoché provengono da promozioni o da nuove nomine (di Sottotenenti); queste ultime in cui si riassume il totale effettivo aumento del Corpo degli Uffiziali (tenuto bensì conto di 2 Uffiziali avuti dalla Marina) si distinguono ancora secondoché i nuovi nominati provengono dai Sott’Uffiziali o dagli Allievi degli Istituti militari.

Dallo Specchio II appare come nel complesso delle promozioni siasi largamente fatta ai Sott’Uffiziali la parte loro riservata dalla Legge,13 novembre 1853.

Nello Specchio IV le promozioni sono considerate rispetto al grado ed all’Arma in cui l'uffiziale è promosso (colonna 3 della Specchio II e colonne corrispondenti dello specchio III) e rispetto al grado ed all’Arma da cui è promosso (colonna 9 dello Specchio II, e 8 e 4 dello Specchio III).

I gradi che acquistarono proporzionatamente, alla loro forzo maggior numero di Uffiziali per promozione furono quelli di Luogotenente Colonnella, di Luogotenente Generale e di Colonnello; ne acquisto meno il grado di Capitano.

I gradi invece che perdettero maggior numero di Uffiziali per promozione furono quelli di Maggior Generale e di Luogotenente Colonnello; quello di Capitano ne perdette meno e per esso l’avanzamento fu quindi più lento.

L’Arma la quale acquisto proporzionatamente maggior numero d’Uffiziali pro per Arma mossi fu la Cavalleria, cui vien dietro il Treno, quindi lo Stato Maggiore, ed Carabinieri. Già fu ricordata l’ampliazione recata alle Armi di Cavalleria e dei Carabinieri Reali che naturalmente doveva trar seco maggior numero di promozioni. Nello Stato Maggiore invece il numero loro appare maggiore proporzionatamente alla forza effettiva,perché in parte quel Corpo concorre all'avanzamento nelle altre Armi siccome alla sua volta è dalle altre Armi alimentato; finalmente anche nel Treno le promozioni furono più frequenti perché, siccome si vedrà fra poco, più frequenti vi succedettero le vacanze. La proporzione tra gli Uffiziali avuti e quelli perduti per promozione è diversa nelle varie Armi secondoché vi è maggiore o minore il numero dei nuovi Sottotenenti, è perciò nella Cavalleria e nei Carabinieri, dove per la ricevuta ampliazione questi ultimi sono più numerosi, assai più grande è il divario che corre tra gli’ Uffiziali avuti e perduti. L’Arma quindi i cui Uffiziali hanno fruito di maggior numero di promo'rioni, fu il Treno.

Le promozioni seguirono costantemente in conformità della Legge sull’Avanzamento. L’avanzamento a scelta ebbe luogo in proporzioni molto inferiori a quelle consentite dalla Legge.

Meritano però speciale menzione alcune disposizioni emanate in ordine all’avanzamento dei Sott’Uffiziali a Sottotenente. Anzitutto Alcuni Corpi non osservavano lo stesso ordine nel classificare i Sott’Uffiziali da essi proposti per l’avanzamento; alcuni si attenevano esclusivamente al merito, altri all’anzianità nel grado di.. Sott’uffiziale, altri all’ordine degli impieghi occupati nello Stesso grado, altri all’anzianità di servizio. Il Ministero ricordo ai Corpi (N. M. 42 settembre) che l’avanzamento dovendo essere a scelta, i candidati devono esser collocati per ordine di merito quando questo sia reale ed effettivo; e che a parità di merito vuolsi. dare la preferenza al più anziano nel grado (di Sott’uffiziale) e da. qiari anzianità al più anziano in servizio, rimanendo così di nuovo esclusa la preferenza ohe altri inclinerebbe ad accordare alla superiorità di certi, impieghi pel grado di Sott’uffiziale come già era esclusa dal § 69, è più esplicitamente ancora dal § 14 del Regolamento sull’Avanzamento.

Nell’Arma d’Artiglieria avendo una peculiare importanza le cognizioni teoriche, era stato provveduto sin dagli anni precedenti perché i Sott’Uffiziali proposti per l’avanzamento fossero anzitutto ammessi ad un corso d’istruzione loro speciale? per Io stesso motivo un corso simile fu istituito pei. Tenenti dell’Anna provenienti dalla classe dei Sott'Uffiziali che sono prossimi all’avanzamento al grado di Capitano.

Gli uni e gli altri furono sottoposti ad esame in occasione dell’ispezione annuale. Nell’avanzamento a Sottotenente era successo per l’addietro qualche inconveniente, in quanto taluni Corpi avevano trascinalo di avvertire il Ministero delle variazioni avvenute fra i Sott'Uffiziali contemplati nelle liste di proposizione o perché congedati, o perché fattisi immeritevoli di promozione o per altra cagione. Quindi era avvenuto che qualche nomina aveva dovuto essere annullata non senza scapito della regolarità delle Operazioni del Ministero. Con N. M. 34 gennaio il Ministero inculco di nuovo ai Corpi la stretta osservanza delle discipline stabilite dal Regolamento onde antivenire siffatto inconveniente.

Le perdite avvenute per cessazione dal servizio ascendono in tutto a 781 Uffiziali, cioè a circa della forza totale.

Fatta la proporzione colla forza delle varie. Armi al 1° gennaio 1864 per ogni 400 Uffiziali di ciascun’Arma, si hanno cessati dal Servizio (senza tener conto delle frazioni minutissime):


Negli Uffiziali generali 10
Fanteria 4,65
Cavalleria 6,
Stato Maggiore 2,
Artiglieria 3,
Genio 3,70
Carabinieri 4,47
Treno d'Armata 11,50
Stato Maggiore delle Piazze 10,24
Guardie del Corpo 9,23
Id. del R. Palazzo 11,
Veterani di Napoli 6,14
Id. d'Asti 4,
Negli Uffiziali generali 10
Fanteria 4,65
Cavalleria 6,
Stato Maggiore 2,
Artiglieria 3,
Genio 3,70
Carabinieri 4,47
Treno d'Armata 11,50
Stato Maggiore delle Piazze 10,24
Guardie del Corpo 9,23
Id. del R. Palazzo 11,
Veterani di Napoli 6,14
Id. d'Asti 4,

La proporzione singolarmente elevata che si osserva nell'Arma del Treno suole attribuirsi a ciò che gli Uffiziali di quel Corpo si alimentano quasi esclusivamente di Sott’Uffiziali, i quali avendo già percorso una parte di foro carriera quando giungono al grado di Uffiziale, se ne ritraggono quindi piuttosto è più facilmente. Essa spiega la proporzione anch’essa elevala che abbiamo già osservalo negli avanzamenti di quell'Arma.

L’Arma di Fanteria, che è di gran lunga la più numerosa, rimane in una proporzione inferiore a quella prevista. La proporzione molto scarsa che presentano le Armi speciali procede da ciò che ampliate recentemente con giovani allievi degli Istituti militari non sono per anco pervenute all’epoca della foro periodici e normale rinnovazione.

Avuto invece riguardo alla forza di ciascun grado la proporzione sarebbe:

Tenenti Generali 12. 50 per cento
Maggiori Generali 8,88
Colonnelli 6,17
Tenenti Colonnelli 9,00
Maggiori 6,33
Capitani 4,77
Tenenti 5,21
Sottotenenti 4,83

La proporzione diminuisce, come è ben naturale, dai gradi superiori sino a quello di Capitano, salva un'eccezione ben notabile pel grado di Tenente Colonnello. Dal grado di Capitano a quello di Tenente e di Sottotenente la proporzione Cresce, di nuovo principalmente perché questi gradi sono largamente alimentati dai Sott’Uffiziali pervenuti al grado di Sottotenente, per merito di lungo servizio, i quali come, già fu accennato sogliono compiere, più rapidamente la loro carriera. Anche ìe demissioni volontàrie avvengono nei primordi della carriera molto, più facilmente che nei gradi ulteriori. per cause troppo ovvie e naturali.

Discendendo a considerare partitamente le varie cause che concorsero a tali cessazioni, esse possono attribuirsi altre al fatto od alla volontà stessa degli Uffiziali (come le demissioni volontarie ecc.), altre al naturale ed neluttabile corso del  tempo; tali sono le morti, le giubilazioni ed n qualche senso altresì le riforme.

Le demissioni volontarie furono. assai più numerose nel 1864 che nell’anno precedente, eccedendo la proporzione dell’1,36 per cento, e nella Cavalleria del 3 per cento; nei gradi superiori furono poco più del ½ per cento, nei Capitani superarono d’alquanto l’1 per cento, negli Uffiziali subalterni furono di poco inferiori al 2 per cento.

Le morti ascesero in complesso d’una minima frazione oltre l’uno per cento, rimasero com’era naturale nei gradi meno elevati inferiori a questa proporzione, e così pur vi rimasero inferiori nella Fanteria e nell’Ariiglieria, mentre invece la superarono nella Cavalleria, e com’era pur naturale nelle Piazze, e per Veterani.

Molte vite si spensero in quest’anno care all’Esercito. Fra queste V. M. vorrà permettermi di rammentarle per render loro un estremo tributo d’onore, il. Maggior Generale cav. Masala che si era segnalato a Palestro, ad Ancona, a San Giuliano, il Luogotenente Generale cav. Ribotti che tanta parte prese agli ultimi italiani rivolgimenti, il Luogotenente Generale marchese Federico Della Rovere ed l Maggior Generale cav. Di Monale, che ebbero comune il pregio di saper. accoppiare a tutte le virtù militari una rara bontà d’animo, un fervente amor del ben pubblico, ed una fede intemerata al loro Principe. Ma più che mai dolorosa riuscì, nonché all’Esercito, a tutta Italia la perdita immatura del Luogotenente Generale cav, Alessandro Della Rovere, del quale io non tessero inopportunamente l’elogio. Esso sta scritto abbastanza nel cuore di quanti ebbero ad ammirare la prontezza e perspicacia del suo ingegno, la bontà, la nobiltà, la. rigida integrità del carattere; e la rara attitudine a tanti e così diversi uffici, che nella ancor troppo breve sua carriera seppe esercitare con tanta lode e con tanto utile dei servizio pubblico incominciando dalle modeste incumbenze di Capitano d’Artiglieria sino alle, supreme dignità che ebbe ad occupare nel Governo dell’Esercito e nell’amministrazione dello Stato.

Le riforme, come le demissioni, ebbero nel 1864 un grande incremento. Nel 1863 si erano avuti 7 Uffiziali superiori riformati; 12 Capitani; 17 Uffiziali subalterni. Nel 1864 si ebbero invece 9 Uffiziali superiori,28 Capitani,44 Uffiziali subalterni. E notabilissimo il numero dei Capitani. Le riforme avvennero:quasi esclusivamente coi né nel 1863 nelle Armi di Fanteria, di Cavalleria e sopratutto nello Stato Maggiore delle Piazze. Se n’ebbero anche 3 nel Treno.

Il numero crescente di cotali riforme dovrebbe destar qualche sorpresa in un. Esercito dove si fossero potute osservare nell’ammissione degli Uffiziali tutte le cautele, e richieste tutte le opportune guarentigie d’idoneità fisica, intellettuale e morale. Ma è poto come parecchi Uffiziali provenienti dagli Eserciti dell'Italia

Centrale e Meridionale vi avevano ottenuto gradi più o meno elevali senza aver prima prestato servizio o dato saggio della loro capacità. Ora siccome alcuni di essi non avevano mai avuto mezzo di istruirsi nei doveri militari e di procurarsi le cognizioni necessarie ad, un Uffiziale, il Governo lascio, loro il tempo occorrente per acquistarle; ma di mano che riconobbe come mancava loro l'identità necessaria, e mancava anzi la capacità intellettuale e. fisica di procacciarsela, dovette promuoverne la riforma ed esonerarli da impieghi che non potevano utilmente esercitare.

Le giubilazioni furono d’alquanto minori dì quelle del 1863 che ne ebbe 24 4, Giubilazioni. ma sarebbero invece State probabilmente assai più numerose se non fosse stato che in corso su quella materia un progetto di Legge più favorevole, e (tuono infatti alquanto frequenti nello Stato Maggiore delle Piazze e nei,Veterani (5 per cento) ma nella Fanteria appena superarono il ½ per cento. Cinque Ufficiali furono giubilati per infermità o ferite incontrate in servizio. Le giubilazioni diedero luogo a parecchi dubbi e difficoltà, ma per non trattar due. volte dello stesso argomento, se ne ragionerà altrove insieme a quelle dei Sott’Uffiziali e Soldati.

Delle condanne che diedero luogo alle cancellazioni da’ ruoli si tratterà nel. paragrafo relativo alla Giustizia penale militare.; Qui avvertiremo solo che dalla, statistica giudiziaria appariscono 4. 7 e non IO soltanto gli Letiziali condannati alla defissione od alla destituzione però aggiungendo ai dieci ora delti quattro disertori, e supponendo che la cancellazione di tre altri fosse al 34 dicembre tuttora sospesa pei effetto di ricorso al Tribunale Supremo,’verrebbe spiegata la differenza se pure, alcune demissioni non furono inavvertentemente comprese fra le volontarie. Crediamo doverci attenere ad ogni modo alla mentovata statistica giudiziaria siccome sicura, e ne ricaviamo che 14 cancellazioni furono pronunciate per demissione e 3 per destituzione.

Porgeremo invece più particolari ragguagli intorno alle cessazioni dal servizio per cause. disciplinari che furono cioè (Specchio VII) 74 Rimozioni e 53 Rivocazioni pronunciate tutte dietro avviso dei Consigli di disciplina ed n numero pressoché eguale a quelle avvenute nel 1863.

Le cause che vi diedero luogo, sono più particolarmente indicate nello Specchio X, dove sono riferiti e classificati tutti i Consigli stati ordinati nel 1864, insieme col voto dei Consigli stessi e coi provvedimenti emanati in conseguenza. però esso non comprende alcune rivocazioni e rimozioni pronunciate bensì nel 1864, ma in virtù di Consigli ordinali nell’anno precedente, e ne comprende invece alcune altra state pronunciate nel 1865 in virtù di Consigli ordinati nel 1864, ondeché i suoi risultati presentano alcune minute differenze con, quelli apparenti dallo Specchio VII che comprende mite ed esclusivamente le rivocazioni é rimozioni pronunciate nel 1864.


Il numero dei Consigli stati convocati ascende a N° 221 ((2)); però N° 74 emisero un voto negativo. Ma siccome in parecchi casi, sebbene la mancanza non desse luogo a rivocazione, od a rimozione, risultava tuttavia assai grave, perciò il Ministero, valendosi, della facoltà conferitagli dalla Legge, inflisse agli Uffiziali imputali punizioni temporanee cioè, o da sospensione o gli arresti. Furono così pronunciate N° 47 sospensioni; 5 Uffiziali furono puniti cogli arresti.

In due casi il Ministro invece di infliggere Una punizione disciplinare, promosse la giubilazione dell'Uffiziale.

Viceversa il Ministro si valse frequentemente dell’altra facoltà lasciatagli dalla, Legge di. modificare il voto del Consiglio in. favore dell’Uffiziale. Di 83 rimozioni pronunziate dai Consigli, ne furono attuate sole 72; 6 altre furono commutate, in rivocazione,4 in sospensione; in un caso fu accettata la dimissione volontaria offerta dall'Uffiziale.

Le rivocazioni pronunziate dai Consigli furono 62, quelle attuate 47, da cui deducendo le 6 seguite in commutazione della rimozione restano 41, le 21 rimanenti furono commutate, cioè 14 in sospensione,5 nella riforma, e 2 rimasero senza effetto.

In due casi i Consigli pronunciarono la conferma della sospensione.

I Consigli per matrimoni non autorizzati ascesero al 23 per cento del. numero totale dei Consigli stessi, al 20 per cento quelli per mala condotta, abituale, e quelli per mancanza contro l’onore al 40 per cento.

Circa 28 Uffiziali furono rimossi per mala condotta abituale, 8 dei quali per abito di ubriacarsi.

Le mancante contro l’onore furono di varia natura; alcuni Uffiziali, N° 8 furono rimossi per. ingiurie o violenze,7 per calunnie, denuncie, lettere anonime 6 a mancanze gravi contro i costumi,25 all’incirca per mancanze che in qualche maniera offendevano la proprietà altrui, come inganni, scrocchi, esazioni indebite, deficit, 6 per mancanza alle leggi dell’onore militare; li rimanenti furono puniti per azioni più o meno contrarie al decoro. Fra questi ultimi sono compresi quelli ai quali, considerate le circostanze attenuanti della loro mancanza, fu come si è detto mitigata la punizione.

Le mancanze contro la disciplina, contro il servizio, ecc. ascesero a proporzioni di gran lunga minori; un solo Uffiziale fu rimosso per manifestazione pubblica ostile alla Monarchia costituzionale.

Tre Uffiziali furono rivogati per aver subito una condanna a pena maggiore di sei mesi di carcere; codesta applicazione dell'articolo. 27 N° 5 della Legge sullo stato degli Uffiziali diede luogo al dubbio se ogni condanna alla pena suddetta importi necessariamente la rivocazione, cosicché i Consigli non abbiano che ad accertare il fatto della condanna e quindi applicare la Legge. Esso fu risolto negativamente, avvegnaché non tutti i reati offendano l’onor militare è rendano perciò l’Uffiziale colpevole incapace ad esercitare convenientemente gli impieghi del suo grado. Tale, per esempio, non sarebbe il duello, tale non sarebbe sempre l’errore che talun Uffiziale commettesse nell’ardor della difesa o per eccesso di zelo nell’esecuzione degli ordini affidati; ne deve la Legge militare pronunciare una esclusione che la Legge comune non ha pronunciata, salvo quando lo richieda l'interesse militare del quale solo essa deve preoccuparsi.

Si è dubitato altresì se il mentovato N° 27 della Legge sia applicabile al caso di condanna alla reclusione militare, e fu risolto affermativamente, dacché questa pena è certamente maggiore di sei mesi di carcere. Del resto l’Uffiziale condannato alla reclusione militare ha senza dubbio infranto la Legge militare e commesso una mancanza grave contro il servizio o la. disciplina, e potrebbe quindi sempre per questo titolo essere rinviato innanzi ad un Consiglio disciplinare. I voti negativi pronunciati dai Consigli furono, come si è detto,74, cioè pressoché un terzo del numero totale dei Consigli. Esso fa di un quinto pei casi di matrimonio non autorizzato (proporzione assai grave, se si considera la materiale certezza dei fatti) di oltre un terzo pei casi di mancanza contro l’onore, e di mala condotta abituale, di circa la metà per le mancanze contro la disciplina ed l servizio.

Nelle mancanze contro l’onore il maggior numero proporzionale, dei voti negativi fa a favore degli imputati di ingiurie e violenza, mancanze che devonsi sovente ascrivere piuttosto all’ardenza dell’indole, che a disonestà dell’animo; I Consigli furono invece severi contro gli imputati di ubriachezza, di debiti, di menzogna, di scrocchi, di offese al costume ed alle leggi dell’onore militare.

I voti negativi ascesero, al terzo del N° totale nei casi contro Uffiziali superiori, quasi alla metà nei casi contro i Capitani, e di poco meno che al terzo nei casi contro gli Uffiziali subalterni.

Oltre agli Uffiziali rivocati e rimossi si ebbero, come fu detto 37 Uffiziali sospesi al seguito del parere dei Consigli di disciplina, cioè; 17 non ostante il voto negativo e 20 in mitigazione di un voto più severo; N° 50 altri Uffiziali furono altresì sospesi senza esser sottoposti a Consiglio onde si ebbero 87 sospensioni (V. Specchio VIII).

Se quindi prescindendo dalla statistica speciale dei Consigli di disciplina si voglia riconoscere il numero totale degli Uffiziali stati assoggettati durante il 1864 a pena o punizione grave sia per causa penale, sia per causa disciplinare, si avranno

Condannati alla destituzione o demissione;

(ivi compresi i disertori) 17
Rimossi 74
Rivocati 53
Totale cessati dal servizio 141
Condannati alla pena della reclusione o del
carcere non accompagnata da demissione
11
Sospesi 87

239

Dai quali però vogliono dedursi 3 Uffiziali compresi fra i condannati e fra i rivocati appunto per effetto della condanna, e si potrebbero invece aggiungere un Uffiziale proposto per la rimozione ed ammesso alla dimissione volontaria, e 5 proposti per la rivocazione, e riformati, onde un totale di 242 Uffiziali severamente puniti.

Questo numero è certamente considerevole e dimostra come nella. precipitata formazione avvenuta nel 1859 e nel 1860 dei vari Eserciti che poi furono riuniti all’antico Esercito Sardo riuscirono ad introdurvisi alcuni elementi indegni d'appartenervi. Nè poteva altrimenti avvenire, perocché da una parte era urgentissimo il bisogno di alimentare i nuovi quadri, né possibile sceverare sempre, con tutta la diligenza che consentono i tempi ordinari, le istanze dei meritevoli da quelle certamente non le meno pressanti né le meno industri di coloro che non lo erano. Ben si procedette più tardi ad accurati scrutini che vietarono l’adito all’Esercito Italiano della maggior parte di questi ultimi, non di tutti pero, giacché, trattandosi di Uffiziali che avevano titoli acquisiti, dovevano le Commissioni procedere con molta ponderazione, ed n mancanza di. certe prove lasciar all’Esercito la cura di provvedere alla sua propria dignità con quei mezzi che per questo fine appunto gli consente la Legge. Nè l’Esercito venne meno al suo compito, ma non sì tosto gli venne manifestata l’indegnità di qualche suo membro, egli non esito ad escluderlo dal suo seno con quei verdetti che abbiam ricordato.

L’Arma di Fanteria perdette per passaggi d’Arma 428 Uffiziali, parte, trasferti al servizio sedentario, parte ad occupare i posti che la recente ampliazione avea. creato nei Carabinieri Reali o quelli che erano rimasti tuttora vacanti nel Corpo di Stato Maggiore. Anche gli altri passaggi si connettono generalmente col. reclutamento di. questi due Corpi; i passaggi nella Fanteria provengono in gran parte da minor attitudine degli Uffiziali alle Armi da cui provengono (Armi speciali, Cavalleria e Carabinieri).

I passaggi più frequenti furono nei gradi di Capitano, di Tenente e di Sottotenente pel reclutamento dei Corpi di Stato Maggiore e dei Carabinieri Reali.

Lo Specchio VI indica anche distintamente i passaggi d’Arma accompagnati da promozione; 1 avvenne dalla Cavalleria nel Treno,3 dallo Stato Maggiore alla Fanteria,6 dalla Fanteria allo Stato Maggiore.

Venendo ora al movimento degli Uffiziali in aspettativa durante il 1864, notiamo anzitutto che la somma ne ascende al 4 ½ per cento della forza totale; nei gradi d’Uffiziale superiore ascende all’8 per cento.

Considerati per Arma, gli Uffiziali in aspettativa dello Stato Maggiore delle Piazze ascendono al 16,78 per cento; nella Cavalleria e nel Treno si accostano al 5 per cento; nella Fanteria sono alquanto inferiori al 4 per cento. Nelle Armi Speciali e nei Carabinieri stanno fra l’1 e il 2 per cento..

L’aumento nell’Arma di Fanteria fu ragguardevolissimo in gran parte per effetto delle riduzioni già iniziate, non già perché esse abbiano fino d’allora determinato numerosi collocamenti, ma perché hanno impedito che fossero più numerosi i richiami in servigio. dei 384 Uffiziali stati collocati in aspettativa lungo l’anno,42 soltanto lo. furono per motivi di servizio; poco meno di ¼ lo furono per sospensione, il rimanente con poco diversa proporzione per motivi di famiglia o di salute dei collocamenti in aspettativa per sospensione dall’impiego, una parte, come fu detto più sopra, fu pronunciata dopo visto il risultato del Consiglio di disciplina,  e di queste la maggior parte per matrimonio non autorizzato.

Fu sollevato il dubbio se la disponibilità sia talmente. esclusiva agli Uffiziali Generali ed ai Comandanti di Corpo che essi non possano esser collocati in. aspettativa pei motivi che a tenor della Legge vi danno luogo per gli altri Uffiziali. Ma l’attenta considerazione della Legge, dei motivi che la ispirarono e che  furono anche ampiamente svolti in Parlamento, persuase il Ministro che la posizione di disponibilità fu creata esclusivamente per quegli Uffiziali che il Governo ravvisasse opportuno di allontanar momentaneamente dal servizio per considerazioni d’ordine esclusivamente politico militare od amministrativo, sebbene nulla vieti che sia estesa altresì a quegli Uffiziali che avendo dritto alla posizione di aspettativa per ragioni di servizio riceverebbero sotto uno od un altro nome un identico trattamento. Ma ciò non importa che l'Uffiziale Generale il quale per motivi privati o di salute debba allontanarsi temporaneamente dal servizio abbia dritto ad un trattamento diverso da quello degli altri Uffiziali che si trovano nello stesso caso. Altrimenti ne verrebbe la regolar conseguenza che l’Uffiziale Generale o. Comandante di Corpo non potrebbe incorrere nella sospensione dall’impiego, che  è pure una posizione d’aspettativa. Quindi è che il Ministro non esito a collocare, in aspettativa alcuni Uffiziali Generali che motivi di salute o di famiglia impedivano momentaneamente di attendere al servizio.


Lo Specchio  XI ((3)  ) rappresenta il numero dei matrimonii stati autorizzati nel 1864 per ciascun grado ed Arma.

Essi ascendono a 155 cioè a poco più dell’1 per cento della forza totale;   distinti per Arma, la proporzione maggiore è nei Carabinieri Reali dove ascende al 3 per cento; a questi vien dietro la Cavalleria che tocca l’1,50 per cento,  l'Artiglieria ed l Genio 1,30. Dopo lo Stato Maggiore delle Piazze la proporzione minima spetta al Treno d’Armata.

Rispetto ai gradi, la proporzione maggiore spetta agli Uffiziali Superiori oltre al   2 per cento. Nei gradi subalterni è assai inferiore all’1 per cento, sopratutto se  se ne detraggono i Carabinieri; nei Sottotenenti giunge appena al 0,39 per cento.

Al 34 dicembre 1864 erano in corso 48 altre istanze.

Nel corso del 1864 l'esuberanza dei cappellani che si aveva al 1° gennaio procedente dal gran numero dei Cappellani avuti dall'Esercito borbonico o dai Volontari fu ridotta della metà. Ne rimanevano tuttavia al 31 dicembre 44 in aspettativa. È notabile il numero dei dimessi, dei rivocati, dei rimossi, e quello altresì dei morti che supera d'assai le proporzioni degli altri Uffiziali.

È notabilissimo nel Corpo sanitario militare il numero di 25 demissioni che si dovettero accordare principalmente ai Medici di Battaglione ed Aggiunti e che ascendono ad oltre il 3 per cento della forza totale del Corpo (770) e sono inferiori appena di un terzo al numero dei nuovi avuti.

Anche meritevole di qualche considerazione è il numero di 38 Uffiziali sanitari in aspettativa per la massima parte appartenenti essi pure ai Medici di Battaglione ed Aggiunti. dei Farmacisti militari se ne hanno 32, cioè i della forza in aspettativa, tutti appartenenti agli Aggiunti provenienti per la massima parte dall'Esercito dei volontari.

Nessuna osservazione occorre quanto ai Veterinari militari.

I matrimoni degli Uffiziali assimilitati sono essi pure contemplati allo Specchio XI e furono 15, compresi 5 dell'Intendenza militare. Al 34 dicembre erano in corso 14 altre istanze.

Dagli Specchi XIV e XXI apparisce il movimento dei funzionari militari ed Funzionari impiegati durante l’anno 1864, e ne risulta pressoché in tutti gli Uffici una diminuzione di impiegati più o meno considerevole, cioè:

Nell’Amministrazione centrale 31
Nell’Intendenza militare 26
Nell’Amministrazione della giustizia militare 3
Nel Personale delle Sussistenze 22
Nel Personale Contabile d'Artiglieria 28
del Genio 18
Nei disegnatori, incisori altri presso il Corpo di Stato Maggiore 11
Nel Personale insegnante 20
Nel Personale del Quartier Mastro per l’Armata 3
In tutto di 162

Nelle quali diminuzioni sono comprese, soltanto quelle reali ed effettive, non già quelle che avrebbe dovuto produrre la soppressione di molti impieghi se il collocamento in aspettativa di una parte degli impiegati non ne avesse temporaneamente scemato l’efficacia. Non è neppur compresa la diminuzione di 19 Uffiziali istruttori e. Sostituiti istruttori dispensati, da questa carica per effetto della. soppressione di varii Tribunali.

Le nuove nomine furono, come appare più minutamente dai mentovali Specchi, scarsissime ed anzi nell’Amministrazione centrale nell’intendenza, nelle Sussistenze, nel Personale contabile d’Artiglieria, nei disegnatori ed incisori dello Stato Maggiore non ve n’ebbe nessuna.

Le cause di diminuzione furono le consuete, di demissione, giubilazione, rievocazione, morte, cui s’aggiunse anche qualche volta il passaggio ad altra Amministrazione e le demissioni furono piuttosto numerose, oltrepassando le 50.

Quelle poche osservazioni che ancora occorrano intorno ai varii personali, troveranno più opportuna sede la dove si discorra delle Amministrazioni cui rispettivamente appartengono.

Oltre avanzamenti a scelta, e le pensioni accordate per ferite od infermità ed altro incontrate in servizio, le ricompense state accordale dal Ministero della Guerra durante il 1864 sono:

1° Nomine e promozioni nell'Ordine Mauriziano.

2° Nomine nell’Ordine militare di Savoia.

3° Medaglia al Valor, militare.

4° Menzioni onorevoli al Valor militare.

5° Pensioni sul Tesoro dell’Ordine Mauriziano.

6° Menzione nel Giornale Militare.

7° Medaglie Commemorative.

8° Gli encomii per azioni di: coraggio segnalate.

9° Medaglia Mauriziana pel merito di 10 lustri.

Alle quali voglionsi aggiungere:

1° Le Decorazioni accordate ad Uffiziali Esteri.

2° Le Decorazioni accordate dà Governi Esteri ad Uffiziali Italiani.

3° Le Medaglie accordate al Valor civile di militari dal Ministero Interni.

4° I premi accordati da varii Municipi Italiani ai militari decorati di Medaglia

5° Medaglia accordata, dal Senato di Palermo ai Mille che sbarcarono a Marsala li 10 maggio 1860 sotto gli ordini del Generale Garibaldi

Li Specchi XXII e XXII biti rappresentano il numero delle Decorazioni degli Ordini Mauriziano e di Savoia e delle Medaglie al valor militare e Menzioni onorevoli state accordate non solo agli Uffiziali, Sott’Uffiziali e Soldati dell’Esercito, ma anche ai Funzionari militari ed alle persone non militari. Ne risulta che 34 decorazioni Mauriziane furono accordate, per meriti acquistati nella repressione del brigantaggio; ma è degna di più speciale menzione la decorazione dell’Ordine di Savoia accordata al Capitano nel 46 Reggimento di fanteria Francesco Fera; in premio della singolar prudenza e del raro coraggio con cui riuscì ad impadronirsi del famoso brigante Masini e della sua banda.

Le domande di Medaglie Mauriziane pel merito di 10 lustri furono 9; le concessioni 8.

Otto similmente furono le pensioni concesse dal Tesoro dell'Ordine Mauriziano ad Uffiziali od Impiegati civili.

Ottennero una menzione sul Giornale Militare, gli Uffiziali che si distinsero, cioè:

1° Nelle Scuole normali di Fanteria, di Cavalleria e dei Bersaglieri del 1863

(N. M. 9 gennaio).

2° Nelle stesse Scuole nel 1864 (29 agosto).

3° Nel Corso d’istruzione contabile (19 marzo,18 novembre).

4° Gli Uffiziali che si distinsero nell'insegnamento e nella direzione delle Scuole Tecniche e Reggimentali e quelli che ne trassero maggior profitto

(7 settembre).

N° 65 individui ottennero di fregiarsi delle Medaglie commemorative accordata per le Campagne del 1848 e 1849 dai Governi provvisorii di Rona, Venezia ecc. Intanto continuava il suo corso pressa il Parlamento il progetto di Legge per l'unificazione delle Medaglie Commemorative concesse da quelli o da altri Governi italiani, il quale ebbe poi luogo invece per Decreto Reale del 4 marzo 1865.

É noto che una Commissione Ministeriale ero stata incaricata di accertare i titoli di coloro che aspirassero alla Mediglia. accordata dal Senato di Palermo ai Mille sbarcati a Marsala addì 10 maggio 1860 sotto la condotta del Generate Garibaldi. La Commissione avendo compiuto il suo lavoro, il Ministro ne approvo con determinazione del 6 aprile l’elenco definitivo, che fu pubblicato nel Bollettino Ministeriale N° 21 e comprende 1072 persone Intanto era in corso presso il Parlamento il progetto, convertito poi in legge, li 22 gennaio 1865, che accorda loro una pensione annua di lire mille.

N° 45 Uffiziali già scaduti per effetto dell’artfcolo 19 del R. D. 26 marzo 1833 dall’uso della Medaglia, cioè 9 della Medaglia militare,6 della Medaglia Commemorativa Francese, chiesero ed ottennero di essere reintegrati.

Agli Ufficiali esteri il Ministero della Guerra promosse la concessione di 19 Decorazioni Mauriziane, cioè:

3 Di Grand'Uffiziale 4 Di Uffiziali
1 Di Commendatore 11 Di Cavalieri

Viceversa 19 Decorazioni appunto vennero accordate ad Uffiziali Italiani dai Governi Esteri, cioè:

1 Dalla Francia 1 Dalla Svezia
3 nella Russia 7 Dal Portogallo
2 Dal Gran Ducato di Baden 5 Dalla Danimarca

Parecchie Medaglie e Menzioni onorevoli furono accordate dal Ministro dell'Interno per merito civile, cioè:

Medaglie 9 a Carabinieri Reali,9 a militari di Fanteria, Menzioni 24 a Carabinieri,23 a militari di Fanteria,1 di Cavalleria,3. a militari d'Artiglieria.

Finalmente vuolsi far qui una speciale menzione delle dellberazioni di parecchi Municipii Italiani con cui vennero assegnati; premi ai militari loro concittadini che fossero per segnalarsi per merito militare. Se ne unisce l’Elenco (Specchio XXIII) da cui appare, che quattro Municipii hanno assegnato pensioni vitalizie (Napoli; Livorno, Fermo, Cotrone), cinque hanno aumentato il sussidio o la pensione nei casi di ferita che rendano inabile, al lavoro. Alcuni lo hanno i accordato a qualsiasi decorato della Medaglia al valor militare; altri lo hanno limitato al caso di combattimento per l’Indipendenza e per l’Unità o per l’Unità soltanto o soltanto per l'Indipendenza. La Provincia di Noto ha esteso la concessione alle Guardie Nazionali ed alla lotta contro il Brigantaggio.

Da ultimo ne giova ricordare essere tuttora pendente la pratica iniziata dal Ministero della Guerra e quindi assunta e proseguita da quello dell'Interno per decidere in massima sulle Decorazioni state accordate dai precedenti Governi dei vari Stati d'Italia.

III

Aumenti e diminuzioni della Bassa Forza

La Bassa forza dell'Esercito ha. ricevuto nel periodo annuale che pib s’approssima al 1864 un aumento di circa 59 mila uomini; a chiarirne la ragione è necessario ricordare che l’Esercito non ha ancora ricevute da tutte le Provincie del Regno le undici Classi di Leva di cui dovrebbe essere composto, perocché al momento della formazione del Regno Italico le Provincie annesse o non avessero Leva, o l'avessero retta da Leggi diverse, o per altre cagioni che ora sarebbe superfluo rammentare. Ne segue che mentre ogni anno si chiama da tutte le Provincie una nuova Classe di Leva, non può essere congedata la Classe antica corrispondente salvoché per quelle Provincie che l'hanno infatti somministrata.

Senza entrare nei molti ed intralciati particolari che occorrerebbero per porgere un più adeguato concetto della. attuale composizione dell'Esercito, basteranno questi, pochi cenni sommarii a chiarire come debba esso, finché abbia ricevuto da tutte le Provincie le undici Classi di Leva, o acquistare ogni anno un numero d’uomini maggiore che non ne perda, e ciò avrebbe dovuto avvenire nel 1864 se un altro accidente non avesse leggermente alterato il corso ordinario di queste militari Operazioni.

Infatti è avvenuto per un caso affatto eccezionale, di cui diremo anche altrove la ragione, che il periodo di tempo, scorso fra il 1° gennaio ed l 31 dicembre 1864 non somministro all’Esercito il Contingente di alcuna Leva, avvegnaché la Leva sui nati nel 1843 fu condotta pressoché a termine negli ultimi giorni del 1863 e fu Leva sui nati nel 1844 non incominciò a somministrar soldati che nei primi giorni del 1865 con un’eccedenza di pochi giorni, è vero, al periodo di un anno fra le due operazioni, ma tale che ne vieta di rappresentare il movimento realmente avvenuto in quell’anno; come il ritratto fedele del movimento normale, dacché va privo del cespite principalissimo, onde l’Esercito si alimenta. Ci è forza dunque sostituirvi il periodo corso, dal 1 ottobre 1863 al 1 ottobre 1864 che comprende appunto intera e sola la Leva avvenuta sui nati nel 1844, salvo a far poi, chi lo desideri, quelle poche addizioni e sottrazioni che occorrono a stabilire quale fosse la forza al 1° gennaio ed al 31 dicembre 1864. E questo facciam tanto più volontari che possiamo attingerne i dati con piena sicurezza dalla recente Relazione del. Direttore Generale delle Leve, il quale si. procuro per tal fine a suo tempo i documenti opportuni e compilati con quella diligenza tutta Speciale che difficilmente si potrebbe ottenere nella Compilazione delle consuete situazioni dei Corpi.

Diremo dunque che la forza totale dell’Esercito sia sotto le armi, sia in congedo illimitato,

ascendeva al 30 settembre 1863, a uomini 379,722
da cui deducendo gli Uffiziali in numero di 15,427
si avrebbe la Bassa forza in uomini 364,295

Or questa forza ricevette dal 1° ottobre 1863 al 1864, cioè:

Dalla Leva sui nati nel 1843 uomini 83036
Da altre minori cause d’aumento 7693
E perdette, cioè 92729
Congedati per fine di ferma 16585 33606
Per altre perdite 17021
Onde rimane un aumenta ottenuto dal 1° ottobre 1863 al 1° ottobre
1864 di uomini 59123
Che reco la bassa forza ad,uomini 423418
E’ manifesto che siffatto aumento procede dall’enorme divario che passa tra la forza della Leva chiamata e quella delle Classi congedate; infatti queste ultime non constavano che di:
Una Classe 1831 Piemontese, della forza di 3823
1832 Lombarda della forza di 3281
2(a) Categoria 1837 Piemontese della forza di 3506
E di uomini d’ordinanza della forza di 5975

16585

Le dette Classi erano state congedate per Dispacdicem. 1863.
Le mentovate minori cause d’aumenti e diminuzioni furono cioè:

cio Ministeriale 21 Arruolamenti volontari 3047
Residui delle antiche Leve Napolitano 1856,1857,1858,1859 4004
Residui della Leva Napolitana ordinata dalla Legge 6 maggio 1864 634
Uomini avuti dalla Marina 52
Disertori, arrestati o ricostituiti 2956
Totale 7693
Diminuzioni
Uomini di Leva assegnati alla Marina 900
Passati dall’Esercito alla Marina 55
Congedati per l’applicazione dell’articolo 95 della Legge 1983
2847
Congedati per l’applicazione dell’articolo 96 della Legge 864
Congedati per l’applicazione della Legge Napolitana 278
Per rassegna di rimando 3507
Cancellati dai ruoli per condanna 171
Disertati 2588
Morti 5744
Promossi Uffiziali 387
Totale 17021

Queste ultime sono anche classificate distintamente per Arme nello Specchio XXIV.

Aggiungendo poi alla detta forza di 423,418 uomini, N° 14819 Uffiziali, si avrà pel 1° ottobre 1864 unti, forza totale di 433,237 nomini, quale appunto appare dalle situazioni presentate dai Corpi. Non taceremo, essere corso qualche errore nel computo degli Uffiziali, ma riferendoci per questi al copio impreciso che ne abbiam reso nel paragrafo precedente, il computo della Bassa forza è abbastanza esatto in quei limiti che possono desiderarsi trattandosi di stabilire una forza di non molto inferiore al mezzo milione d’uomini.

Se volessimo invece assumere a termini del periodo annuale il 1° gennaio ed l 31 dicembre 1864, converrebbe stralciare dalle somme sovra riferite gli aumenti e le diminuzioni avvenute negli ultimi tre mesi del 1863, ed aggiungervi invece quelle avvenute negli ultimi tre mesi del 1864. Ma omettiamo per le cause già dette di fare tali operazioni, che del resto il lettore potrà eseguire almeno approssimativamente da sé, avvertendo:

1° Che gli uomini di leva del 1843 erano già sotto le armi al 1° gennaio 1864 nella forza di circa 43 mila;

2° Che nell'ultimo trimestre del 1864 furono licenziati con congedo assoluto per fine di ferma la Classe 1832 delle antiche Provincie della forza di 5538, uomini, la 2° Categoria, Classe 1838 antiche Provincie, della forza di 5134 uomini, la Classe 1833 Lombarda della forza approssimativa di 3 mila uomini;

3° Che le altre ordinarie cause di aumento o di diminuzione avvertite pel periodo scorso fra il 1° ottobre dell'uno e dell'altro anno tennero una pro porzione pressoché identica nel periodo corso dal 1° gennaio, al 31 dicembre.

Così, per esempio, i congedati in quest'ultimo periodo per applicazione dell'art. 95 della Legge furono 1985; per applicazione dell'art. 96 furono 884.

Nell'ultimo trimestre gli arruolamenti volontari furono 550, i Congedi assoluti per fin di ferma proposti, sebbene non tutti mandati ad effetto, 2106, quelli per applicazione dell'art. 95 della Legge 33, per applicazione dell'art. 96 143, i Congedi di rimando 993, le morti negli ospedali 706, le diserzioni 313, i giubilati in tutto l'anno furono 840.

Consideriamo ora distintamente il movimento della forza che era sotto le armi, da quello della forza in congedo illimitato.

La Bassa forza sotto le armi ascendeva addì 30 settembre 1863 ad uomini 257648
Essa ricevette nell’anno scaduto al 3 0 settembre 1864 tutto l’aumento stato mentovato più sopra di uomini 92729, dedotti però 35505 uomini della 2(a) Categoria del 1843, eppero, 57224
Totale 914842
E perdette invece per:
Invio in congedo illimitato degli uomini di 1(a) Categoria
della Leva 1858 (nati nel 1837) delle antiche Provincia
e dei requisiti Parmensi ed Estensi del 1858 (D. M. 10 gennaio)………………………………………………………………….. 


8844
Uomini passati alla Marina…………………………………………... 955
Congedati per fine di ferma di ordinanza……………………..  5975
Id. per applicazione degli articoli 95 e 96
della Legge…………………………………………………………...(((4)))
2244
A riportarsi 18045 18045


Riporto 18045
Congedati per applicazione della Legge Napolitano 278
Id. per rassegni di rimando 3507
Giubilati 544
Cancellati dai ruoli 171
Disertati 2588
Morti 5051 (((5)))
Promossi Uffiziali 387
Totale perdite da dedurre 30541
Onde rimaneva al 1° ottobre 1864 la forza di 284301
superiore di 272 uomini a quella consegnata dai Corpi

Nell’ultimo trimestre del 1864 la forza sotto le armi ando ancora soggetta all'aumento di 550 volontari, ed a parecchie diminuzioni procedenti segnatamente:

Dallinvioin congedo illimitato delle 1838 (14 ottobre) 9469
Classi delle antiche Provincie del 1839 (6 dicembre) 11480
degli uomini di 2 Categoria, Classe 1840 44 (5 settembre) 35666
dei Napoletani marciati nelle Leve del 1858 59 60 
Requisiti Parmensi ed Estensi della Leva del 1859 
Toscani della Leva del 1841 (16 settembre, 14 ottobre
19 novembre, 6 dicembre) 17000
Congedali per cause diverse, giubilati, morti, disertati,
cancellati dai ruoli (approssimativamente)
4226
Totale 78841
Onde restava addì 5 gennaio la forza di 206460

Come già fu avvertito, questa riguardevolissima riduzione di forza, sotto le armi avvenuta nell’ultimo trimestre 4864 doveva essere ben presto compensata in gran parte dalla nuova Leva; per cui infatti al fine di gennaio essa era salita di nuovo a 261 mila uomini, compresi 15 mila Uffiziali.

Viceversa la forze congedo illimitato che al 30 settembre 1863 era di
406678
Ebbe gli aumenti seguenti:
2 Categoria, Classe 1843 5505 44349
Classi inviate in congedo illimitato 8844

Totale 151027
Ma perdette:


La 2‘ Categoria 837


La Classe 1831 (antiche Provincie) 10610 )

Id. 1832 (Lombardia)


Morti in congedo illimitato 693 ) 11909
Congedati id per applicazione degli art. 95


e 96 della Legge 606 )

Rimangono

139118

E tale era la forza degli uomini in congedo illimitato addì 30 settembre 1864; senonché aggiungendovi gli aumenti e le perdite avvenute nell'ultimo trimestre, cioè:

Aumenti
Invio in congedo illimitato della Classe 1838 9469
Id. id. 1839 11480
Id. della 2 Categoria 1840 44 35666
Id. Napoletani, Parmensi ed altri sopramentovati 17000
Totale 73615
Diminuzioni
Congedo della Classe 1832 (antiche Provincie) 5538
Id. 2 Categoria, Classe 1838 5134
Id. Classe 1833, Lombardi 3900
Cui debbonsi aggiungere altre perdite a calcolo (morti, congedi per applicazione degli art 95 e 96 della Legge, ecc.) 500
Si ha un totale da dedurre di 14172
Onde risulta un aumento di 59443
E così una forza totale al 1° gennaio 1865 di 198561

che poi nello stesso mese di gennaio 1865 fu ancora aumentato degli uomini di 2° Categoria 1844 (circa 35 mila uomini).

Gli aumenti e le diminuzioni suddette procedono, come fu chiaramente indicato, cioè gli aumenti, dalla Leva e da arruolamenti volontari; le diminuzioni da congedi e dalle consuete naturali cause di giubilazione, morte, cancellazione dai ruoli, ecc.

Di tutte queste varie operazioni e di quelle ezíandio, che comunque modificarono il riparto e la condizione dei Sott'Uffiziali, Caporali e Soldati dell'Esercito dobbiamo discorrere partitamente, ma prima d'ogni altra, della operazione capitale fra tutte, che fu quella della Leva sui nati nel 1843.

IV.

Leva sui nati del 1843

Ragguagliando V. M. delle operazioni e dell’esito della Leva, seguita in tutto il Regno sui nati nel 1843,: il Ministro sottoscritto non ha che a riassumere: succintamente con alcune brevi, avvertenze quanto venne già pubblicato per cura della Direzione Generale delle Leve di questo Ministero.

La Leva sui nati nel 1843 ordinata colla Legge 8 agosto 1863 doveva somministrare 55 mila uomini di 4“ Categoria. I rimanenti inscritti idonei al servizio militare che non fossero liberati, ne esentati, né dispensati, dovevano formare il Contingente della 2 Categoria. Le operazioni della Leva cominciarono il 25 settembre 1863, le estrazioni a sorte il 10 ottobre successivo.

Gli inscritti, sulle liste di, Lèva rettificato prima dell’estrazione furono 232154, fra cui 13314 Capi lista, 2875 ommessi delle Leve antecedenti, ondeché i nati nel 1843 chiamati all’estrazione sarebbero stati 246245. Siccome però dovettero ancora cancellarsi dopo l’estrazione, N° 5539 giovani. 0 morti, l'comunque indebitamente inscritti in gran parte per poca diligenza del Municipio, il numero effettivo dei nati nel 1843 chiamati alla:Leva fu di 240746 ((6)). Nell’anno precedente dedotti altresì 5 mila, inscritti cancellati dopo l’estrazione, se n’erano chiamati poco più di 205 mila, onde apparirebbe dall’uno all’altro anno uh aumento di circa 5500 nascite.

Nell’estrazione successero parecchie irregolarità; la maggior parte e le più gravi per essersi poste nell’urna parecchie schede in meno. I giovani che perciò non poterono concorrervi vennero rimandati alla Leva seguente, e furono 80 al incirca.

Altro grave errore fu commesso da alcuni Consigli di Leva; i quali trasmettendo l’elenco, numerico degli inscritti dei rispettivi Circondari che deve servire di norma al riparto del Contingente, vi compresero un numero talvolta inferiore al vero e talvolta superiore d’assai, la qual cosa avrebbe recate pregiudizio notevole agli inscritti medesimi se non si: fosse procurato di ripararvi con eccezionali provvedimenti.

Nella verificazione e chiusura delle liste di Leva sì venne a riconoscere che qualche inscritto era già stato chiamato per equivoco in una Leva antecedente, perché scambiato con altro giovane dello stesso nome, che a questa apparteneva, è qualche Autorità credette che costero, tuttoché riformati nella Leva era detta, dovessero prender parte di nuovo all’estrazione ed alla Leva in corso.

Ma il Ministero, fatto certo che nell'anticipato loro concorso alla Leva passata non v’era stata, frode, richiamando le dette Autorità all’osservanza degli articoli 24 e 26 della Legge, ordino che fossero cancellati dalle Liste di Leva, ed nscrittivi invece, quando ne fu il caso, i giovani che l’anno precedente avrebbero; dovuto rispondere alla chiamata in luogo dei cancellati.

Le operazioni dell'estrazione cominciata ilio ottobre si compirono pressoché interamente nel corso del mese stesso; solo in alcuni pochi Circondari si protrassero nel mese seguente; l’ultima ebbe luogo a Bari li 40 novembre.

Ai 22 novembre emano il Decreto Reale di riparto del Contingente di 1(a) Categoria che risulto nella ragione del 25,11 per cento verso il numero totale e degli inscritti, omessi i capilista.

Ai 16 novembre ebbe principio la prima sessione dei Consigli di Leva, per l’esame definitivo e l’assente degli inscritti; essi proseguirono fino al 15 dicembre le loro operazioni che riassumiamo succintamente.

I Consigli cancellarono dalle liste N° 5539 giovani stati indebitamente inscritti cioè:

Morti prima dell’estrazione 3592 5539
dopo l’estrazione 782
Sudditi esteri 84
Doppiamente inscritti 601
Esclusi 185
indebitamente inscritti 385

La maggior parte dei quali errori avrebbe potuto certamente evitarsi mercé una maggior diligenza delle Autorità Municipali, sebbene per alcune categorie non potessero esse risolvere certe questioni segnatamente intorno ai diritti di cittadinanza, ed atte esclusioni che sorsero in seno ai Consigli di Leva e che spesse volte provocarono speciali decisioni del Ministero. Fra queste furono notabili quelle già ricordate dell’anticipato concorso alla Lèva di alcuni inscritti, quelle relative al diritto di cittadinanza degli esteri domiciliati nelle Provincie Napoletane che... poi furono risolte dietro avviso del Consiglio del contenzioso diplomatico, er finalmente le questioni sorte intorno al ragguaglio delle condanne pronunciate da Tribunali segnatamente Toscani o Napoletani od anche esteri, secondo le leggi loto, proprie, con quelle che secondo la Legge organica producono l’esclusione dal servizio militare. Ma siccome la maggior parte di siffatte questioni procede da Leggi che nella compiuta unificazione:del Regno stanno del tutto per iscomparire, perciò basterà averle qui accennate sommariamente senza entrare in maggiori particolari.

I Consigli di Leva di tutti, i Circondari del Regno riformarono 53846 Inscritti; altri 2258 ne furono riformati in rassegna speciale, quindi le riforme ascesero a.……………………………………………………………………………….56074

cioè:

Per infermità o deformità

33156

Per difetto di statura

22918


56074

Nella ragione cioè del 24,15 per cento sul numero totale degli inscritti (232154), le riforme per infermità o deformità furono nella proporzione del 14,28 per cento; per difetto di statura 9,87 per cento; quest'ultima proporzione sarebbe astata probabilmente assai maggiore se tutti gli inscritti fossero stati misurati, ma circa 73,000 cioè poco meno del terzo non lo furono, dimodoché la proporzione sui misurati sarebbe del 4 3 per cento.

Nella seguente Tabella sono indicati i Circondari in cui le riforme ascesero a più alta o più bassa proporzione.

INDICAZIONE
dei
Circondari

INSCRITTI
nelle Liste
di
Estrazione
RIFORMATI
Per mancanza
di Statura
Per Infermità TOTALE
numero Proporzione
per %
numero Proporzione
per %
numero Proporzione
per %
I CIRCONDARI IN CUI LE RIFORME ASCESERO A PIU’ ALTA PROPORZIONE, FURONO:
Aosta 758 452 20, 05 288 37,34 435 57,89
Busa 899 29 44,85 282 34,37 441 45,72
Lanusei 676 258 38,16 50 7,40 308 45, 56
Iglesias 631 442 22,40 121 19,08 363 44,48
Terranova 661 126 9,06 146 22,08 272 44, 14
Catanzaro 096 237 24,62 242 19,34 492 40,96
Chiari 778 79 40,22 334 3027 318 40,49
Sondrio 1228 250 20,36 243 19,70 492 40,06
Matera 988 275 27, 83 109 11,02 884 38,86
Saluzzo 1043 166 10,10 445 27,15 611 37,25
INVECE CIRCONDASI OVE Ll$ RIFORME FURONO IN SCARSO numero, SONO:
Coito 403 14 3,48 85 8,71 49 12,19
Urbino (((7))) 1141 40 3,'54 108 9,46 148 12,97
Napoli (1) 5625 245 4, 35 488 8,68 733 13,03
Fiorenzuola 788 48 6,11 55 7,01 103 12,12
Avezzano 952 70 7,25 56 5,88 126 13,23
Orvieto (1) 402 25 6,22 29 7,21 54 13,43
Casoria 1389 84 6,04 103 7,12 187 13,46
Città-Ducale (1) 566 42 7,42 37 6,53 79 13, 95
Albenga (1) 534 37 6,93 88 7,12 75 14,05
Isola dell'Elba 127 3 2,36 15 11,81 18 14,47

Se però si considerano distintamente i riformati per infermità e quelli che lo furono per difetto di statura, si trova che i Circondari che diedero riforme in più alte proporzioni pel primo, titolo furono quelli di:

Aosta 37,34 per ogni 100 iscritti
Suso 31,37
Chiari 30,27
Saluzzo 27,15
S Miniato 27,93
Monza 26,95
Valsesi 26,76
Livorno 26,45
Treviglio 26,47
Volterra 25,63

Quelli che ne diedero in proporzioni minori furono;

Avezzano 37,34 per ogni 100 iscritti
Cittaducale 6,53
Albenga 7,12
Fiorenzuola 7,04
Orvieto 7,24
Casoria 7,42
Cerreto 6,80
Chieti 6,17
Alghero 6,84
Lagonegro 6,95
Isernia 6,99
Lanusei 7,40
Acqui 7,45

Sembra quindi che le provincie dell’alta Italia presentino v rispetto alle altre un maggior numero di riforme per infermità.

Le malattie che ne cagionarono maggior numero furono le seguenti:


Gracilità, dimagramento e polisarcia 3433
Cirsocele e varicocele 3143
Gozzi, tumori glandulari e gola grossa 2954
Ernie e sventramenti 2572
Claudicazione ed altre deformità 2259
Varici 1839
Tigna ed alopecia 1553


Sono anche notevoli per la natura dell'infermità N° 365 sordi, o sordomutoli, 297 riformati per cretinismo 63 per alienazione mentale Alcune infermità si manifestarono nei vari Circondari in proporzioni non molte diverse, altre invece che più soggiacciono alle influenze del Clima o delle condizioni telluriche o locali sono come è naturale in certi luoghi rarissime, in altri assai frequenti, al qual uopo vuol consultarsi come documento di molta importanza lo Specchio IV annesso alla Relazione della Direzione generale delle Leve. Mi limito, ora ad indicare nello Specchio XXV il numero totale degli inscritti riformati per ciascuna infermità.

Considerate invece le riforme pronunciate per difetto di statura e stabilitane la proporzione, i Circondari ch’ebbero maggior numero di metri 1,54 furono:

Catanzaro nella proporzione del 47,88 per ogni cento misurati
Lanusei 42,86
Ariano 37,08
Matera 34,08
Patti 31,49
Castrovillari 30,75
Brindisi 30,64
Cerreto 30,48
Girgenti 29,69
Fermo 29,39
Altamura (“) 29,10
Gerace 28,82
Lagonegro 28,73
Nuoro 27,79

Tutti appartenenti all’Italia Meridionale: fra quelli poi che n’ebbero meno primeggiano, come facilmente appare dallo Specchio LXVI, i Circondari del 3°, 1° e 5° Dipartimento i quali lasciano in grandissima distanza quelli dell’Italia Meridionale e Settentrionale. però anche nell’Italia Settentrionale sono notabili i Circondari di Asti, Alessandria e Casale che hanno meno del 5 per cento di individui inferiori a 1,54 cen.(tn) fra i misurati. Nel 6° Dipartimento, è singolarissimo il Circondario di Napoli che ebbe solo il 3 per cento, mentre la media di tutti gli altri Circondari di quel Dipartimento ascese a circa il 20 per cento.

Conformemente ai risultati sovra narrati, i Circondari che ebbero maggior Contingente d’uomini di statura elevata, cioè metri 1,70 a 1,75 furono tutti appartenenti all’Italia centrale.

Livorno nella proporzione del 21,95 per cento
Rimini » 20,66 »
Lucca » 20,39 »
Castelnuovo » 19,92 »
isola dell’Elba » 19,67 »
Gallarate » 19,13 »
S. Miniato » 18,71 »
Guastalla » 17,94 »
Massa e Carrara » 1633 »
Comacchio » 16,39 »
Modena » 16,33 »
Urbino » 15,97 »

Vi furono poi non pochi giovani che all’età di 20 anni già sorpassavano la statura rimarchevolissima di metri 1,80 e ne somministrarono in più forte numero i Circondari di:

Lucca nella proporzione del 2,28 per cento
Cento » 1,96 »
Livorno » 1,74 »
Casale » 1,69 »
Isernia » 1,69 »
Modena » 1,62 »
Reggio d’Emilia » 1,36 »
Clusone » 1,36 »
Pisa » 1,22 »
Rimini » 1,21 »
Napoli » 1,19 »

Anche questi appartenevano per la massima parte all’Italia Centrale.

Dai dati sovra riferiti appare che ben diverse sono le cause che contribuiscono ad accrescere le riforme per infermità da quelle che per deficienza di statura.

Se poi al numero dei riformati, sia per l’una, sia per l’altra delle dette cagioni si aggiungono i. giovani rimandati alla prossima Leva cioè, per difetto di statura 6603, per infermità presunte sanabili 7611, si avrà un numero totale di 70288 giovani che al momento della Leva erano inabili al servizio militare.

Parecchi dubbi furono sollevati circa diversi casi, di riforma che deferiti al Consiglio Superiore di Sanità militare vennero da questo risolti con pareri a. cui il Ministero associo costantemente; rammenterò solo: come più importanti alcuni casi di diti a martello, di diti aderenti, di miopia, di denti, incisivi di rango soprannumerario, che sono più particolarmente descritti nella mentovata Relazione della Direzione Generale delle Leve.

Le esenzioni accordate agli inscritti furono 57647, cioè del 24,72 per cento sul numero totale degli inscritti, e possono classificarsi in due categorie, quelle loro accordate perché figli o nipoti unici o primogeniti, è quelle accordate in contemplazione di fratelli già militari, le quali Categorie si suddividono di nuova, nel modo seguente:

1° Unico figlio maschio 20016
2° Figlio o nipote unico o primogenito di Vedova, ovvero di padre od avolo entrato nel 70° anno di età
15564
3° Primogenito d’orfani 5736



41346
4° Inscritto in una stessa lista di Leva con un fratello nato nello stesso anno ed arruolato 5° Inscritto avente un fratello consanguineo: 681
a) al servizio militare 14571
b) in ritiro per ferite od infermità dipendenti dal servizio 85
c) morto mentre era sotto le armi 943
d) morto mentre, era in congedo illimitato od in riforma per ferite od infermità contratte per causa di servizio 21


16201
Totale
57647

Vennero inoltre accordate N* 464 esenzioni temporanee in applicazione dell’art. 94 della Legge, cioè per accennare le più notevoli, 6 a Bari/ Cesena e Napoli, 8 a Como e Sant’Angelo de’ Lombardi, 10 a Genova, ed 11 a Lucca.

Vuolsi notare che in quest’anno, come nell’anno scorso, fra i ventimila esenti siccome figli unici, ve ne furono cinque mila che non lo sarebbero stati se la Legge non toglieva la condizione portata dalla Legge organica che il padre fosse quinquagenario.

I Circondari nei quali furono accordate esenzioni in maggio? numero, furono:

Castiglione 36,77 per cento
Campobasso 33,43
Brescia 33,05
Casalmaggiore 32,75
Avezzano 34j93
Isernia 34,46
Cremona 34,04
Chieti 30,74
Verolanuova 30,23
Larino 30,44


I Circondarti invece ove vi fa minor numero d’esenzioni concesse furono:

Isola dell’Elba 15,75 Per cento
Lanusei 17,01
Messina 17,06
Palermo 17,04
Napoli 18,04
Terranova 18,15
Tempio 18,24
Acireale 18,57
Catanzaro 18,99
Aosta 19,00

La somma totale delle esenzioni fu per 5/7 a figli unici o primogeniti, per 2/7 a fratelli di militari, quest’ultima proporzione sarà d’alquanto aumentata quando la Leva introdotte recentemente in alcune provincie vi avrà prodotto tutti i suoi effetti. Dai dati sovra riferiti non. sarebbe forse difficile argomentare la condizione domestica delle popolazioni italiane, considerando però separatamente per le varie regioni del Regno ciascuna causa d’esenzione, che conduce a risultati. suoi propri non privi d’importanza sì pel rispetto economico e sì pel rispetto morale; così per esempio fra i 38. Circondarli che hanno più dei 10 per cento di figli unici non ve n’è uno che appartenga al Dipartimento.

Anche le esenzioni,diedero luogo a decidere parecchi dubbi, delle quali decisioni rammentiamo solo le tre seguenti come più singolari ed importanti.

La prima fu che il militare suicida non dia diritto all’esenzione del fratello ancorché il suicidio non sia più annoverato dal Codice penale fra i reati, perocché il suicida ha pur sempre mancato a’ suoi doveri verso l’Esercito, né potrebbe trovarsi In miglior condizione del militare che si trovi per punizione in un Corpo disciplinare (articolo 87 N° 3 della Legge).

Con altra decisione fu ammesso all’esenzione un giovane che il giorno dell'arruolamento, ignorando di. avervi diritto pel naufragio avvenuto pochi dì prima di un sito fratello, non lo aveva allegato in tempo utile; si ebbe in questo caso riguardo all’ignoranza invincibile in cui era della mente del fratello, oltreché aveva il padre quasi cieco d’ambi gli occhi.

Con una terza decisione fu ammesso all’esenzione un inscritto il cui fratello era morto sotto le armi, quantunque questi avesse già procurato il congedo assoluto ad altro suo fratello di 2 Categoria Essendoché questo congedo si com puta per un’esenzione (art. 95.) solo quando si tratti dei casi previsti nell’art. 87. della Legge, e non, come nella fattispecie, quando si tratti dell’articolo 88.

Ricorderemo infine come caso nuovo e singolare l’esenzione accordala ad un inscritto del Circondario di Gerace in contemplazione. di un fratello affetto da albinismo congenito che perciò tu considerato non esistente in famiglia; quella malattia quanto penosa altrettanto straniera affatto ai nostri climi non era neppur contemplata nell’Elenco ufficiale delle infermità che danno luogo alla riforma.

Le dispense chieste dai Vescovi furono 1799, quelle, cui avrebbero avuto diritto 1095; però ne furono accordate solo 874, sia perché mentre parecchie Diocesi ne domandarono, più che loro non si aspettasse, alcune altre non avevano il numero legale dei chierici da richiamare, sia perché le domande di alcuni ordinari furono presentate dopo i termini fissati dalla Legge, cioè posteriormente. all’estrazione.

Il Ministero si accorse bensì che alcuni Vescovi, in difetto di chiérici della loro Diocesi, richiamavano chierici di Diocesi anche tra loro lontanissime, la quale cosa, mentre era contraria alle disposizioni precise della Legge, mostrava un accordo tra i diversi Prelati che il Ministero non poteva certamente approvare, e non approvo che quando fu dimostra che i chierici richiamati appartenevano alla Diocesi almeno per lunga dimora o per cessione regolarmente fattasi ed a tempo debito dai Prelati. fili 874 alunni dispensati computarono, cioè: 523 nel Contingente di 1(a) Categoria, 351 in quello di 2 Categoria.

Le Diocesi che non richiamarono alcuno furono quelle di: Ales Ascoli 7 Badia della Trinità Bobbio Dosa - Cagliari Castellando Città della Pieve Fabriano Foggia Iglesias Loreto Melfi - Nuoro figliastra Cappellata Maggiore di Palermo Sarsina - Sessa Terni.

Quelle, che richiamarono un numero di chierici inferiore a quello, spettante per Legge furono: di Alghero Altamura Amalfi Aosta Atri Bisarcio Chieti Como Conza Sassari - Termoli Todi Tortona Vercelli Vigevano.

Le domande di liberazioni dal militare servizio fatte in tempo utile furono 5101. Liberazioni autorizzate, ossia affidati distribuiti fra tutti i Circondari dello Statu a favore degli inscritti della classe 1843...... 2254.

Liberazione eseguite definitivamente mediante il pagamento di lire 3200,1914.

La differenza delle due cifre (340) esprime il numero di quelli inscritti, i quali o non pagarono in tempo o rifiutarono, dopo averlo chiesto, questo modo di esoneratone.

Gli scambi di numero furono 82 soltanto, le surrogazioni di fratello 306 (69 di 2(a) Categoria) le surrogazioni ordinarie 521; in tutto 2793 individui assunsero in servizio invece di altrettanti inscritti..

La materia delle surrogazioni, diede luogo a qualche difficoltà per l’applicazione dell’art. 11 della nuova Legge 8 agosto 1863, secondo il quale la surrogazione viene annullata nel. caso che il surrogato venga. dichiarato disertore entro il termine di un anno a cominciare dal giorno dell'assento. Si domandò prima, e fu risposto affermativamente dietro avviso del Consiglio di Stato, se la surrogazione doveva rimanere annullata Quand’anche prima della scadenza dell’anno. il disertore fosse attestato o si costituisse spontaneamente; fa inoltre dichiarato per avviso altresì del Consiglio di Stato:

1° Che la surrogazione non deve intendersi risolta, se il surrogato, dichiarato disertore entro Panno, venga assolto dall'imputazione di diserzione, e che non deve esigersi.. dal surrogante presentazione di un nuovo surrogato, finché il fatto della diserzione non sia stato dai Tribunali competenti riconosciuto.

2° Che il surrogato dichiarato disertore entro Fanno, ma poscia assolto, deve compiere la sua ferma in forza della surrogazione tuttora sussistente.

3° Che il surrogato il quale diserto entro Fanno e fa condannato deve compiere la sua ferma, sebbene il surrogante abbia dovuto, secondo il prescritto della Legge, fornire un altro surrogante.

Adottate questa interpretazione, sorse ancora la questiono se per risolvere la. surrogazione basti una sentenza contumaciale, e nei caso affermativo qual condizione debba farsi al surrogato che condannato in contumacia sia poi assolto con sentenza profferita in contraddittorio. Su quest’ultima questione l’Avvocato generale espresse; in sud dotto parere l’opinione che la sentenza contumaciale di condanna annulli la surrogazione in modo assoluto, per cui ogni posteriore dichiarazione di assolutoria del surrogato disertore non ptìo farla rivivere, né restituirle quegli effetti che ne erano una necessaria conseguenza. Che perciò, debba in questo caso licenziarsi il surrogato dal servizio, sia perché già sostituito nelle file dell'Esercito, sia perché manca la pattuita, condizione del corrispettivo, e d’altra parte la sua precedente assenza non puossi altrimenti ritenere come la conseguenza di un fatto delittuoso.

Finalmente fa mosso il dubbio sul modo di computare il termine di un anno prescritto dai citato articolo 54 della Legge 8 agosto 1862, e l’Avvocato generale militare opinò che la surrogazione debba essere annullata, sempre. quando il surrogato siasi allontanato dal Corpo prima che sia trascorso,un anno dai giorno del seguito assento. Anche questa massima fu adottata dal Ministero.

Anche l’altra recente Legge 27. luglio 1862, colla quale venne definito e represso il reato di tentativo di. diserzione diede luogo a dubitare se il surrogato condannato per simile reato incorresse nella perdila del suo credito del prezzo della surrogazione inflitta ai disertori dalla Legge sul Reclutamento, e sé inoltre tale reato importasse; l’annullamento della surrogazione. L’uno è l’altro dubbio fu risolto negativamente, avvegnaché al reato ora detto ben grave certamente della diserzione consumata non sia lecito estender quelle pene che la Legge ha pronunciato per questa soltanto ((8)).

Un individuo esentato dal servizio militare come primogenito di vedova aveva quindi assunto una surrogazione, al qual fine era stata presentata una falsa dichiarazione dell’assenso materno. La madre essendo ricorsa per lo scioglimento della surrogazione fu riconosciuta la falsità dell’assenso, e punito con cinque mesi di carcere il sensale che n’era stato l’autore. Nel frattempo era passata. all’altra vita li madre, e sorse il dubbio se il figlio avesse tuttavia diritto all’annullamento della surrogazione. 11 Procuratore Generale del Re presso la Corte di Torino, consultato in proposito, fu d’avviso doversi mantener ferma la surrogazione, avvegnaché più non fosse in vita la persona che sola vi si poteva opporre, giacche non avrebbe potuto farlo il figlio che non era stato del tutto estraneo alla surrogazione medesima, e fosse quindi sanato del tutto il vizio della commessa contravvenzione.

Fu similmente definito conformemente all’avviso del mentovato Magistrato che non debba risolversi la surrogazione quando il surrogato venga, posteriormente alla medesima, condannato, ancorché per un reato commesso prima del suo assento, Infatti la Legge colpisce d'incapacità a far da surrogati coloro soltanto che abbiano incorso una. condanna, né può estendersi siffatta disposizione oltre i casi dalla Legge contemplati. Sono inoltre ovvii gli ostacoli gravissimi che una diversa interpretazione opporrebbe all’esecuzione della Legge medesima.

Merita finalmente una menzione distinta la grave questione Sollevata intorno all’articolo 164 della Legge, e trattata due volte in seno al Consiglio di Stato e l’ultima volta a sezioni riunite. Prescrive il detto articolo che. qualora il fratello surrogato non abbia ancora soddisfatto ai doveri di Leva, il fratello surrogante lo debba rappresentare netta Leva della sua Classe tanto pei diritti, che per le Obbligazioni.

Si pensò dapprincipio che per questa disposizione si operasse una piena sostituzione di persone dall’una all’altra lista di Leva, cosicché il surrogante tra Asportato nella lista di Leva del surrogato dovesse ivi adempiere all’obbligo (fella. Leva. Indipendentemente da qualunque riguardo al surrogato, e quand’anche questi fosse morto o riformato, o qualunque altra fosse la sua condizione. Ma dopo più mature discussioni che. sono ampiamente. riferite nella mentovata Relazione del signor Generale Torre, il Consiglio di Stato a sezioni riunite considero che la Legge non importa veramente una siffatta piena sostituzione di persone, ma obbliga solo il surrogante a rappresentare il suo surrogato ne’ suoi obblighi enei sudi diritti. Se quindi questi sia passato di vita, quegli non può più rappresentare una persona che più non vive., e che non ha più né diritti, né doveri; se il surrogato sia ancora in vita, il Surrogante deve soddisfare egli obblighi suoi, ma può anche far valere i diritti che gli spettano, e fra gli altri i diritti all’esenzione, alla riforma ed alla dispensa che sono veri e reali diritti (art. 46 della Legge), ma che però quando il surrogato venisse escluso dal servizio per incapacità legale proveniente da condanna, siccome questa esclusione non estingue il suo debito, e non è per luIni un diritto, perciò il surrogante non potrebbe invocarla in suo favore. A queste massime si uniforma il Ministero nella risoluzione di parecchi quesiti sorti in proposito.

I volontari già al servizio che per. ragione di età dovevano concorrere alla volontari Leva di cui si discorre, furono... 2563 compresi 50 allievi negli Istituti militari.

Di questi volontari 2528 computarono nel Contingente di 1(a) Categoria, sia per ragione del numero di estrazione, sia per essere già vincolati da una ferma regolare, e 35 che trovavansi inscritti ai ruoli con una ferma eccezionale, computarono nel Contingente di 2 Categoria per seguire la sorte del numero estratto.

Gl’inscritti dichiarati renitenti in questa Leva furono... 13476 nella proporzione cioè del 5,80 per cento sul numero totale degli inscritti 232154 sulle liste d’estrazione.

Sensibilissima è la differenza che si riscontra fra la Leva di cui parliamo. e quella antecedente sui nati del 1842, giacché in quest’ultima sopra 223734 inscritti sulle liste di estrazione, si ebbe la esorbitante cifra di 25,749 renitenti nella proporzione cioè dell’11,51 per cento, mentre, come abbiamo detto qui sopra, nell’attuale Leva la proporzione dei renitenti sugli inscritti non fu. che del 5,80 per cento; questo fatto dimostra evidentemente come lo spirito militare vada propagandosi rapidamente io tutte le Provincie italiane.

I Circondari che diedero un maggior numero di renitenti, ma che però l’anno scorso ne avevano dato uno anche molto maggiore, furono:


LEVA DEL 1842
LEVA DEL 1842
Napoli 57,49 34,36 per cento
Chiavari 39,32 34,30
Orvieto 39,77 26,37
Cittaducale 39,43 25,44
Fermo 27,76 22,53
Camerino 34,44 22,40
Foligno ,34,88 22,32
Catania 45,64 24,58
Pozzuoli 26,58 20,56
Spoleto 29,62 49,54

E qui occorre notare in modo speciale la gran differenza che si verificò in alcuni Circondari tra la Leva del 1842 e quella del 1843. Fra i Circondari, che nell’anno scorso si lamentarono maggiori renitenti, appariva Palermo colla proporzione del 44,38 per cento, Trapani del 41,32, Urbino del 40,50; nella Lèva sai nati nel 1843 Palermo non diede che il 16,83 per cento, Trapani l’8,98, e Urbino il 19,46.

I Circondari che in questa Leva diedero invece un minor numero di renitenti furono:

Clusone, che non ne ebbe alcuno

Cremona 0,06 per cento
Brescia 0,44
Vercelli 0„45
Breno 0,46
S Miniato 0,49
Corleone 0,49
Rocca S Casciano 0,22
Imola 0,30
Bologna 0,32

Parecchi renitenti arrestati o costituitisi spontaneamente furono dai Consigli di Leva dichiarati assolutamente inabili ed ncapaci ad effettuare il benché minimo viaggio senza gravissimo rischio. Interpellato se dovessero tuttavia inviarsi ai Tribunali militari, il Ministero della Guerra, dichiarò, anche secondo l’Avvocato Generale Militare, bastare per questi e casi consimili che si trasmettessero agli Avvocati militari i certificati comprovanti l’’infermità degli inscritti e riprovocasse una requisitoria di non tarsi luogo a procedimento senza distogliere detti individui dalle loro famiglie sia perché è chiara in essi la volontà di non delinquere, stante l’impedimento che li trattenne dall’adempiere al proprio dovere, sia per non aggravare di un inutile spesa la pubblica finanza.

In questa Leva si verificò il caso che alcuni Circondari somministrarono una cifra d’uomini di 1(a) Categoria superiore a quella che, giusta il riparto sanzionato col Decreto Reale del 22 novembre 1863 avrebbero dovuto fornire, e ciò perché alcuni loro Mandamenti presentarono all’arruolamento un numero di renitenti delle Leve passate superiore all’intero Contingente loro assegnato. Ora egli è prescritto dalla. Legge che i renitenti delle Leve anteriori arrestati e condannati devono tutti far parte della 1(a) Categoria, qualunque sia il loro numero d’estrazione.

questa eccedenza si verificò nei Circondari d’Alcamo, Ancona, Caltagirone, Camerino, Catania, Cefalù, Gipgenti, Isola dell’Elba, Macerata, Messina, Mistretta, Nicosia, Pesato, Urbino, e salì al numero di 439.

Alcuni altri Mandamenti invece non furono in grado di somministrare l’intero Contingente che venne loro assegnato, sia per le molte riforme, sia per le molte esenzioni, assenze, ecc.

Porgiamo l’elenco dei Circondari, le cui deficienze ascesero a più dell’4 per cento degli inscritti:

Aosta Inscritti 735 Deficienze 47
Aquila » 992 » 20
Avezzano » 920 » 42
Cagliari » 1516 » 26
Caltagirone » 1000 » 43
Campagna » 956 » 43
Catanzaro » 1006 » 35
Chiavari » 1308 » 35
Cittaducale » 554 » 23
Cotrone » 536 » 44
Iglesias » 569 » 24
Lagonegro » 1109 » 24
Matera » 934 » 17
Monteleone » 1081 » 43
Nicastro » 836 » 45
Novi » 956 » 20
Oristano » 12285 » 36
Pozzuoli » 544 » 12
Sondrio » 1154 » 39
Susa » 833 » 24
Terranova » 610 » 15

Sono naturalmente compresi in questo elenco i Circondari che ebbero maggior numero di riformati (V. Tabella a pag. 34) ed eccezione di quelli di Chiari e di Saluzzo.

Come si è accennato in principio di questo paragrafo, il Contingente di 2 Categoria doveva essere di 35 mila uomini. Ecco gli elementi che concorsero a formaro.

Scambi di numero 52
Liberati 1914
Surrogati di fratello 237
Surrogati ordinari 521
Arruolati volontari già al servizio 2478
Allievi negli Istituti militari 50
Alunni ecclesiastici dispensati 523
Renitenti delle scorse Leve arruolati in isconto del Contingente
6067
A riportarsi

11842

Riporto 11842
Inscritti ammogliati 145
Inscritti arruolati 42654

54641
Deficienza 798
Totale 55439

I 439 di più rappresentano altrettanti renitenti di altre Leve, che, come si è detto di sopra, non potevano essere trasferiti nella 2 Categoria.

Dalla cifra di 55439 uomini ora citati, convien dedurre 523. alunni ecclesiastici, 145 inscritti ammogliati, 798 inscritti non somministrati da alcuni Mandamenti, in tutto cioè 1466, e ne segue che il Contingente effettivo, di 1° Categoria fu di 53,973, dai quali deducendo 2478 già al servizio come volontari, 50 allievi negli Istituti militari e 1914 assoldati che promossero la liberazione di altrettanti inscritti, rimasero assegnabili 49531, però ne furono assegnati 56433, vale a dire 6902 uomini in più, e ciò per effetto: 1° di 2258 rimandati dai Corpi dietro rassegna speciale che diedero luogo ad altrettante nuove assegnazioni; 2 ad altri 4644 pure assegnati passarono poi dalla la alla 2 Categoria per Eccedenza del Contingente. L'aumento effettivo recato alla 1(a) Categoria della Bassa-forza dell’Esercito fu dunque sempre di 49531, e computando. i volontari e gli assoldati che già erano sotto le armi di 53973.

I detti 56433 inscritti furono assegnati, cioè.

Alla.Fanteria di Linea 37245
Bersaglieri 4215
Cavalleria 5033
Artiglieria 5135
Zappatori del Genio 059
Treno d’Armata 881
Fanteria Real Marina 929
Corpo d'Amministrazione 302
Carabinieri Reali 1530
Depositi Cavalli-stalloni 104
Totale 56433

Fra gli inscritti. assegnati al Corpo, d’Amministrazione devono annoverarsi N° 77 studenti di medicina e chirurgia, cui fu fatta facoltà di rimanere in licenza illimitata per continuare gli studi in alcuna delle Università del Regno, sì veramente che si assoggettassero ad una ferma di anni otto. Conseguita la laurea e riconosciuti idonei, previo esame, costoro saranno nominati ai posti di medico aggiunto che si faranno di matto iij matto vacanti Bell’Esercito; che se intendano prosciogliersi dai loro obblighi militari potranno anche farlo mediante la surrogazione.

Questo provvedimento era inteso ad agevolare il reclutamento, del Corpo sanitario militare, ed è analogo a parecchi altri emanati già negli anni addietro. sulla stessa materia. È noto come nell’antico Esercito Sardo fossero istituiti fino dal 1833 gli allievi sanitari militari, cui succedettero i soldati studenti che vennero anch’essi aboliti. Cionondimeno si era pur conservata od almeno negli; ultimi anni si era riprodotta la consuetudine di accordare a simili studenti quelle agevolezze che permettessero ad essi di continuare gli studi, ed al Governo di raccoglierne qualche frutto pel reclutamento del Corpo sanitario militare. Or col citato provvedimento quella consuetudine fu di nuovo ridotta a norme stabili e precise.

Colle NN. MM. 5 e 48 dicembre 864, queste norme furono poi rinnovate, per la eva di quell'anno con quelle aggiunte e variazioni che nell’interesse degli studi dei giovani della disciplina, e per lo scopo che si propone il Governo parvero più opportune.

Le assegnazioni seguirono. per la massima parte presso, i. Depositi di Leva. Deporti. nei mesi di novembre e dicembre 1863, e gli inscritti assegnati vennero avviati direttamente alle sedi dei Corpi rispettivi, fatta eccezioni soltanto di otto Reggimenti di. Fanteria, e dei Reggimenti dì Cavalleria e di Bersaglieri, le cui furono mandati alla 4 Legione (allievi) a Torino.

Nelle consuete istruzioni pei Depositi di Leva fu quest'anno particolarmente raccomandato ai. Depositi stessi ed a tutte le Autorità militari che per proprio, ufficio avessero a prendervi ingerenza amministrativa disciplinare o di adoperarsi con tutto telo, secondoché richiede l’umanità è la giustizia, affinché per quanto.. spettasse alle loro attribuzioni il numero di essi inscritti riuniti nei Depositi di Leva» k non fosse mai soverchio alla capacità dei locali, e perché non fosse con più ragione soverchio alla capacità dei légni, su dei quali avessero dovuto i detti inscritti per la via di mare essere mandati alle rispettive loro destinazioni, essendoché la esperienza avesse dimostrato che non pochi inscritti siano caduti gravemente ammalati ed anco divenuti inabili al servizio al seguito di rassegna speciale, appunto per ir loro ammassamento nei Depositi di Leva, e pel modo disagioso onde avevano dovuto sopportare le traversate di mare.

Dai rapporti trasmessi al Ministero dopo chiuse le operazioni, si potè scor gore con soddisfazione che la maggior parte delle reclute si. mostro obbediente rispettosa e lieta d’imprendere il servizio militare.

Gl’inscritti che per non essere stati chiamati a far parie dei Contingente seconda catagorica. di Categoria formarono, a senso del prescritto nell'articolo 2° della Legge 13 loglio 1857, il Contingente di 2 Categoria, ascesero a 35973, suddivisi come segue:

Scambi di numero 52
Surrogati di fratello 69
Arruolati volontari con ferma eccezionale 35
Alunni ecclesiastici dispensati 351
Renitenti assolti 486
Ammogliati 82
Inscritti arruolali 34898
Totale 35973


Ma il Contingente effettivo di 2(a) Categoria di questa Leva, esclusi i 35 volontari gli 82 ammogliati ed 354 alunni ecclesiastici dispensati rimane di 35505.

Il Direttori Generale delle Leve ha unito alla mentovata sua Relazione una tabella delle professioni e mestieri di tutti gli inscritti dichiarati idonei, e che hanno fatto parte del Contingente di 1(a) e 2(a) Categoria, non che del loro grado d’istruzione.

Da questo pregevolissimo documento si potranno dedurre senza dubbio molte importanti, indicazioni; per ora il riferente si limita a ricavarne qualche cenno sommario di maggior momento.

Classificando adunque il Contingente totale in poche grandi Categorie secondoché gli Inscritti sono addetti all’agricoltura,all’industria, al commercio, od appartengono alla classe più agiata o dedita alte arti liberali, se ne hanno le indicazioni seguenti, cioè:

1(a )Agricoltori, bovari e cavallari 54032 54669
Barcaiuoli e pescatori 637
2(a )Muratori e simili 3754 23759
Operai in ferro 1826
in legno 2339
in pelle 2825
in commestibili 2486
Veterinari e Maniscalchi 185
Artefici in metalli preziosi 244
Artigiani,diversi 4501
Uomini di fatica 4688
Servitori 1211
3(a) Commercianti
1492
4(a )Proprietari 1858 5446
Belle arti 437
Impiegati, studenti, professioni liberali 2643
Arti salutari 208
Totale
85036

Non meno notabili furono le. notizie raccolte intorno al grado d’istruzione degli Inscritti dei quali si ebbero solo 25463 che sapessero leggere e scrivere, cioè il 29,59 per cento sul numero totale. Giova indicare i 20 Circondari che n’ebbero di più, e furono:

Alba 71.13
Alessandria 64,93
Aosta 70,54
Asti 64,18
Biella 83,73
Clusone 67,82
Corleone 57,64
Cuneo 77,24
Ivrea 86,30
Lodi 59,72
Mondovì 64,94
Novara 60,40
Pallanza 72, 34
Salò 58,75
Sondrio 66,34
Torino 58,50
Tortona 68,67
Valsesia 87,
Varese 69,17
Vercelli 57,61

Su questi 20,44 appartengono alle antiche Provincie Subalpine, li rimanenti pressoché tutti alla Lombardia. È singolarmente cospicua la proporzione che si osserva nei Circondari alpini di Aosta, Biella, Ivrea, Valsesia, Sondrio, Cuneo, Pallanza..

I Circondari invece ove si. ebbe una proporzione infima di inscritti che sapessero leggere e scriverà furono quelli di:

Bivona 0,44
Nicosia 4,04
Modica 4,86
Terranova 2,04
Trapani 3,98
Acireale 3,95
S Bartolomeo in Galdo 5,47
Iglesias 6,06
Reggio di Calabria 6,62
Penne 7,98
Piazza 8,09
Rocca S fasciano 8,44
Girgenti 9,08
Larino 6,57
Mazzara 8,43
Catania 9,94
Foggia 7,36
Cagliari 8,80
Alcamo 9,30
Brindisi 934

I quali tutti appartengono alla Sicilia, alla Sardegna o ad altre Provincie meridionali.

Altra notizia statistica importante riguarda la religione degli inscritti; e se si tolgano quelli del Circondario di Pinerolo, ove se ne contano 234 inscritti del culto protestante, due soli inscritti v’hanno in tutta Italia che professino questa ere denza, uno a Torino, un altro a Guastalla. Gli Israeliti ascendono a 178, il maggior numero a Livorno, quindi ad Ancona, Ferrara, Modena, Reggio, Asti, Casale, Firenze, Torino.

Il discarico finale della Leva sui nati nel 1843 fu pubblicato l’11 giugno 1864, e con essa furono, chiuse tutte le operazioni ad essa attinenti; il numero delle sedute nella 1 sessione fu di 4145, nella sessione completiva di 692 i risultati più essenziali sono riassunti nell’unito Specchio XXVII.

I ricorsi contro le decisioni dei Consigli di Leva furono 605 dei quali solo 122 furono ravvisati fondati, cioè il 20 per cento; È notabile il numero dei 174 ricorsi provenienti dalla Lombardia, cioè del 35 per cento, la quale cosa non indica però che quei Consigli procedessero men regolarmente degli altri, giacché fra i ravvisati fondati, quella provincia n’ebbe solo 13, vale a dire circa l’8 per cento.

Conchiudendo questo succinto ragguaglio della Leva sui nati nel 1843 è mio debito commendare la condotta generalmente tenuta dalle Autorità così militari come civili che sono preposte al servizio della Leva, ma non debbo dissimulare alcune poche eccezioni che con mio rincrescimento anche in quella Leva si manifestarono. Così talun Consigliere Provinciale si diede poco pensiero di assistere colla debita assiduità alle operazioni dei Consigli di Leva ed alcuno anzi diede quale increscevole indizio di parzialità. Ma ben più frequenti furono le occasioni di lagnanza che porsero i Sindaci e Segretari Comunali sia per negligenza od incapacità nella compilazione delle liste, nell’esibizione dei documenti nella somministranza degli schiarimenti, e qualche rara volta anche, ben mi duole il doverlo dire, per dimostrazione di animo parziale, per. contegno biasimevole, per documenti infedeli rilasciati o per altre arti adoperate a carpire l’esenzione o la riforma de’ loro amministrati. Di tutti i quali fatti il Ministra della Guerra ha ragguagliato a suo tempo il Ministro dell’interno, intanto che promosse la destituzione di quattro Commissari di Leva che per ignoranza o per gravi fatti si erano dimostrati incapaci dell’ufficio loro..

D’altro lato anche da parte degli inscritti non furono affatto infrequenti i tentativi più o men colpevoli e fraudolenti onde carpire la riforma corrompendo i medici (alcuno dei quali fu sottoposto benché senza effetto a processo) o simulando o procurandosi anche vere infermità che lor procurarono poi condanne più e men gravi. Taluni invece procurarono di carpire l’esenzione ed anche le dispense con documenti falsi, gli autori dei quali, quando scoperti, furono denunziati all’Autorità competente.

Fatte queste riserve per alcuni pochi e speciali casi, il Governo ha ampia ragion di lodarsi della regolarità con cui procedettero quest’anno le operazioni di Leva, del concorso zelante, probo ed illuminato delle Autorità diverse cui spetta prendervi parte, e sopratutto delle spirito militare che sempre meglio si svolge e manifesta nella gioventù Italiana di che si ebbe chiara e solenne testimonianza nel numero tanto scemato dei renitenti e nelle dimostrazioni liete e volonterose fatte dagli inscritti stati chiamati sotto le Nazionali Bandiere.

V

Pelle varie altre canee di aumento, diminuzione e variazioni

nella Bassa-forza dell'Esercito Leva sui nati nel 1844

Dobbiamo ora porgere qualche. ragguaglio delle varie cause che secondo quanto fu accennato al § III, o procurarono, qualche incremento alla,Bassa forza dell'Esercito oltre quello recatovi defila Leva, ovvero vi produssero qualche diminuzione, le quali ultime sono anche riassunte per Arma nello Specchia XXIX. Soggiungeremo qualche cenno delle altre principali variazioni avvenute nella Bassa forza medesima.

Gli aumenti provengono, come fu detto, o da arruolamenti volontari, o da residui di Leve napolitane, o dalla marina, o da disertori, rientrati.

Gli arruolati volontari sono classificati nello Specchio XXVIII per Arma, per età, statura e provincia d’origine; è notabile che il numero dei giovani di statura da m. 1,56 a 1,62 tiene verso gli altri una proporzione molto minore che fra gli inscritti di Leva; onde appare l’influenza occulta che esercita sulla inclinazione anche la statura. Il numero dei giovani provenienti dalle diverse provincie può forse porgere qualche indicazione sul maggiore o minore spirito militare Onde sono informate; ne risulterebbe che le provincie antiche vi conservano il primato. E par degno di avvertenza il numero dei giovani accorsi volontaria mente sotto le Bandiere Nazionali dalle Provincie Italiane che non fanno parte del Regno.

Ad agevolare il reclutamento dei Carabinieri Reali, fu conservato col R. D. 24 dicembre 1864 per le Leve del 1844 e pei volontari che assumerebbero la ferma nell’anno stesso, il vantaggio già loro accordato in parecchie Leve precedenti di computare a sconto della ferma il servizio prestato come, allievi.

Sono noti sotto la denominazione di sbandati i residui dell’antico Esercito Napolitano delle Leve del 1856, 1857, 1858, 1859, dei quali al 30 settembre 1863 si aveva un numero riguardevole tuttavia sottrattosi all’impero della Legge; nel corso dell’anno terminato al 30 settembre 1864, se ne arrestarono o si costituirono N. 1004. Altri 634 individui raggiunsero le bandiere nazionali dalle stesse Provincie i quali fanno parte delle Reclute che queste dovevano ancora somministrare; per la Leva dei 36 mila uomini portata dalla Legge del 26 maggio 1864, e che al 30 settembre ascendevano tuttora a 4999 uomini.

È pur noto che i due Reggimenti Fanteria Real Marina sono alimentati dalla Leva di terra, epperò anche sui nati nel 1843 essi ricevettero 900 uomini siccome appare dal precedente § IV; fra quei Reggimenti e l’Esercito di terrà succedono inoltre non infrequenti. passaggi d’uomini, sia per ragioni di servizio, sia per agevolare talune surrogazioni ordinarie o di fratello, quindi è che come, appare dal § III passarono nell’anno in discorso dalla Marina nell’Esercito 52 uomini e 55 dall’Esercito nella Marina.

Gli straordinari avvenimenti politici degli anni 1860, 1861, 1862, e la novità della Leva introdotta in parecchie Provincie dello Stato, avevano recato il numero dei disertori, dedotti quelli stati arrestati o costituitisi spontaneamente, al numero, eccessivo di 16223; nell’anno di cui si discorre se ne aggiunsero 2588 (compresi quelli che poi si costituirono o furono arrestati) numero ben troppo grande ancora, ma tuttavia di gran lunga inferiore a quello verificatosi negli anni precedenti; se ne arrestarono invece o si costituirono 2956, dimodoché la somma totale dei disertori, anziché crescere, diminuì di poco men che 400 uomini. Essi appartenevano alle Armi ed alle Provincie indicate nello Specchio XXX. Giova avvertire che gran parte delle diserzioni fu commessa al momento della Leva dagli inscritti nuovamente arruolati principalmente nelle Provincie dove la Leva fa introdotta recentemente, come a cagion d'esempio, in Sicilia.

Le altre cause maggiori di perdita per la Bassa forza furono naturalmente i congedi, cui tengon dietro le morti e le giubilazioni, e fra i congedi quelli principalmente concessi per fine di ferma che sono ripartiti fra le Armi, i gradì, le classi e le categorie diverse nello Specchio XXIV.

È rincrescevole il numero di oltre a 2300 Sott’Uffiziali che chiesero il congedo assoluto, sebbene circa 800 appartenessero alle classi in congedo illimitato.

Ed anzi egli è appunto questo numero considerevole di Sott’Uffiziali provinciali che chiamo a sé l’attenzione del Ministero, il quale con Nota del 16 marzo, ricordò di bel nuovo ai Comandanti di Corpo gli inconvenienti che potrebbero nascere da un numero soverchio di Sott'Uffiziali di quella Categoria così per la necessità di surrogarli al momento dell'invio fa congedo illimitato, come anche per l’eccedenza che né potrebbe risultare nei graduati in occasione della chiamata delle Classi, e raccomando loro di attenersi alle istruzioni vigenti che prescrivono di preferire per, l'avanzamento a quel grado quei Caporali che inscritti nel quadro d’avanzamento già, appartengano o siano disposti a far passaggio nella Categoria dì ordinanza. Inoltre con altra N. M. 11 gennaio si era rinnovata la facoltà ai Comandanti di Corpo di permettere senza ulteriore autorizzazione il passaggio all’ordinanza di quei Sott’Uffiziali provinciali che ne facessero richiesta. fu anzi più tardi interpellato il Comitato Superiore delle varie Armi sulla, convenienza di promuovere in proposito anche un più radicale provvedimento. però il Comitato, considerato come il numero dei Sott’Uffiziali provinciali che attualmente si trovano in congedo illimitato non ecceda propriamente i molti bisogni che si manifesterebbero nel caso di chiamata sotto le armi, fu d’avviso bastar per ora che si vegli alla piena osservanza delle disposizioni vigenti.

Nello scopo ad ogni modo di conservar nelle file dell’Esercito quel maggior numero che fosse possibile di Sott’Uffiziali provetti, il Ministero si fece ad avvisare ai vari mezzi con che fosse possibile di migliorarne le condizioni; ondeché preparò il progetto di Legge sul riassoldamento con premio, di che si discorrerà altrove.

I 1983 congedati per applicazione dell’art. 95 e 96 della Legge, pare dovrebbero aggiunger in qualche maniera al numero delle esenzioni; e così pure li 864 congedati per applicazione dell’art. 96; 438 lo furono perché divenuti figli unici o primogeniti di vedova, 217 perché divenuti primogeniti d’orfani, 187 perché figli unici di padre sessagenario.

Nell’applicazione di quest’ultimo articolo sorse il dubbio sé esso possa venir invocato dal surrogante chiamato a servire per annullamento della surrogazione, e fa risolto negativamente, conciossiaché la Legge prescrive genericamente e, senza eccezione che il surrogante debba nel detto caso o presentare un altro cambio o assumere il servizi personalmente; né la condizione di fui surrogante possa perfettamente assimilarsi anche per l’acquisto dei diritti che accorda la, Legge a chi presta servizio personalmente ((9)).

Così pur fu risolto negativamente l’altro dubbio se la dichiara legale di assenza del padre pronunciata dopo l’arruolamento dell’inscritto possa dar luogo al congedo in virtù del mentovato art. 96; perocché fu avvertito in primo luogo che siffatte assenze possono procurare il diritto all’esenzione e non al congedo, e che la sentenza del Tribunale che dichiara l’assenza non può considerarsi come: evento sopraggiunto in famiglia, giacche non ne muta essenzialmente le condizioni.

Il congedo accordato a N° 278 soldati provenienti dalle antiche Leve Napolitane fu conseguenza dell’applicazione loro fatta della Legge in virtù di cui erano stati arruolati, cioè parte perché furono arrestati i refrattari invece dei quali essi avevano dovuto marciare, parte perché riconosciuti sostegni della loro famiglia.

I casi di congedo per rassegna di rimando furono 3365 (all'incirca il decimo delle riforme, pronunciate nella Leva per infermità) e ne sono particolarmente, divisate le cause nello Specchio XXV. Non sarà senza importanza paragonare le proporzioni che tiene ciascun genere di malattie col totale dei congedi con quelle che tengono le malattie degli inscritti riformati col totale delle riforme seguite in occasione di Leva. Così p. e. la riforme per malattie di petto giunsero appena nella Leva ad 1/15 del numero totale, e nelle rassegne di rimando ad 1/3 il quale fatte avvertito già negli anni precedenti, ha dimostrato l’opportunità di riformare in questa parte l’elenco delle infermità esimenti dal servizio militare, siccome accenneremo a suo luogo.

I morti dal 1° ottobre 1865 al 1° ottobre 1864, furono 5744, cioè:

267
4774
58
3
645
5744

Di questi morirono: negli Ospedali militari 4221, (V. Specchio XXI), gli altri 1647 negli Ospedali civili, od alle case loro. Considerando invece il. periodo annuale dal 1° gennaio al 31 dicembre, i morti agli Ospedali militari sarebbero stati 4127, che importa una differenza in meno di 94 fra il 1° trimestre dell’uno e dell’altro anno, differenza spiegabile in parte per la minor forzach’era sotto le anni. Di questi ultimi si ragionerà con qualche maggiore particolare nel paragrafo relativo al Servizio Sanitario.

Anche dall’Amministrazione della Giustizia militare ragioneremo più ampiamente in altro paragrafo; per ora ne basta accennare che dal 1° ottobre del 1863 al 1° ottobre del 1864 furono 371 cancellati dai ruoli per effetto di condanna; dal 1° gennaio invece al 31 dicembre 1864 furono soltanto 118 fra i quali 8 condannati dai Tribunali ordinari, e 39 contumaci.

Le giubilazioni dal 1° ottobre 1863 al 1° ottobre 1864, furono 645. Invece dal 1° gennaio al 31 dicembre furono 846, dei quali 125 per causa di servizio, come appare dallo Specchio XXXII.

La materia delle giubilazioni diede luogo presso il Ministero della Guerra, e, presso la Corte dei Conti a molte e difficili controversie procedenti o da nuovi dubbi, sorti sulla legittima interpretazione di certi articoli della Legge organica 27 luglio 1850, o dall’applicazione, della Legge. medesima. ai militari provenienti dagli Eserciti Borbonico, toscano, ed altri degli antichi Stati o dall’applicazione delle Leggi di essi Stati a coloro che avevano tuttavia il diritto di invocarle, e finalmente dall’applicazione delle nuove, Leggi emanate in favore dei compromessi politici. Ma siccome le tre ultime specie di difficoltà, per quanto possano riuscire interessanti pel rispetto teorico, non hanno però un’importanza pratica molto lontana, il riferente si limita ad accennare alcune delle più gravi questioni relative all'applicazione della citata Legge 27 luglio 1850.

I dubbi più frequenti si riferirono all’applicazione degli articoli 3 e 4 della Legge, che accordano il dritto alla giubilazione ai militari divenuti inabili al servizio per ferite, infermità, eventi o pericoli incontrati per causa del servizio; vale a dire fu dubitato spesso se la ferita o l’infermità allegata cadesse nei casi contemplati dalla Legge, non bastando che. il servizio ne fosse stato l’occasione, o che la ferita o l’infermità fosse avvenuta contemporaneamente al servizio, ma richiedendosi che questo ne fosse la causa diretta ed mmediata. Quindi e che, fu rifiutata la pensione ad un militare ferito per caduta sul lastrico mentre apriva una prigione disciplinare ov’era di guardia, dacché non era inerente al servizio alcuna causa, né alcun. pericolo di cadere. Al. contrario essa fu accordata ad un militare ferito per esplosione di un’arma da fuoco di altro militare a cui egli era vicino per causa di servizio, fu mossa altrui, la questione se la malattia proveniente dal servizio ordinario, come la cecità originata da una oftalmia incontrata nell’attendere ai servizio in luoghi bassi ed umidi desse dritto ai benefici, portati dalla Legge, o se questi fossero riserbati alle malattie che fossero effetto di servizi straordinari. Ma molto opportunamente l’Avvocato Generale militare osservo che codesta distinzione non esiste nella Legge, ed anzi contraddice al suo vero intendimento e che sia il servizio ordinario o straordinario, sempre dà dritto alla pensione quando esso la causa efficiente e diretta delle ferite ed nfermità in essa Legge contemplate.

Altro, grave dubbio fu sollevato circa l’applicazione dell’articolo 25 della Legge (che computa per anno intiero le frazioni di tempo superiori a sei mesi).

Parve dà principio che questa disposizione, siccome compresa nel titolo terzo della Legge che tratta delle norme da osservarsi nello stabilirete pensione, do resse applicarsi soltanto alla misura delle somme da assegnarsi come pensione è non. alla misura del tempo necessaria pel conseguimento di essa La quistione. fu lungamente e sottilmente controversa allegandosi dall’ima e dall’altra parte; parecchi e speciosi argomenti. però la Corte dei Conti chiamata a decidere solennemente a sezioni riunite, considerato principalmente come il detto titolo terzo non tratti solo della misura della pensione, ma anche del conseguimento di essa, e che quando la Legge volle distinguere l’uno dall’altro, ordine di idee, lo fece con espressioni accuratamente. studiate, a tal fine, tocche non fece nel caso presente dichiarò (con sentenza 24 aprile 1865) che l’articolo 25 è applicabile all’uno ed all’altro. Una diversa interpretazione sarebbe riuscita perniciosa alla disciplina; in quanto avrebbe reso: inapplicabile riguardo al conseguimento del diritto alla, giubilazione anche l’art. 23 della Legge che ne escludevi! servizio prestato dai disertori e dai condannati prima della, diserzione o della condanna.

Notevole altresì fu il richiamo di un impiegato civile che avendo rinunciato, al grado militare quando già aveva acquistato diritto alla militare giubilazione si fece ad invocare al momento del suo ritiro la giubilazione a norma della Legge militare. Se. non che fu osservato, che a mente anche della Legge 27. giugno 1850 (art. 19) la pensione di ritiro vuole generalmente essere misurata a norma della Legge che. regge l’Amministrazione ove il giubilato ha terminato i suoi servizi.

Due altre questioni, sebbene non ancora definitivamente risolte, meritano di essere ricordate; la prima è se i Carabinieri Reali arruolati prima di aver raggiunto 25 anni di età, come sarebbe stato prescritto dalle RR. PP. 12 ottobre 1822, conservino tuttavia il diritto ai peculiari vantaggi loro assegnati dalla Legge. Il dubbio sembra muovere dal supposto che gli arruolamenti suddetti fossero irregolari; e che f irregolarità loro ne importi la nullità. Egli è infatti verissimo che la necessità troppo manifesta ed urgente di mantenere a pien numero l’Anna dei Carabinieri obbligo, non dirò frequentemente, ma quasi costantemente il Governo a recedere dal rigore delle accennate condizioni. Ora è per lo meno soggetto a grave controversia che il Governo segnatamente nel regime anteriore allo Statuto, non avesse facoltà, di autorizzare anche con semplici disposizioni ministeriali eccezioni a’ suoi proprii provvedimenti, sopratutto a provvedimenti emanati in epoca molto anteriore alla promulgazione del Codice civile, e che perciò contenevano promiscuamente materie, appartenenti al potere legislativo ed al potere esecutivo. È altresì molto dubbio se la irregolarità commessa dal Governo debba ricadere a carico dell'individuo che ha dovuto credere in buona fede all’Autorità che aveva il Governo di arruolarlo. Ma quel che più importa di avvertire è che l’irregolarità ed anche se vogliasi (che non è il caso certamente) l'illegalità è ben lontana dal trar seco la nullità dell’atto; son troppo enormi le conseguenze che scenderebbero da questa massima, contraria del resto ai principi!. elementari del diritto, perché il riferente non abbia fiducia che venga recisa. mente respinta. Basterebbe infatti una irregolarità commessa anche da un’Autorità subalterna pell’avanzamento di un Caporale perché egli si trovasse al termine della sua carriera anche brillante, messi in controversia tutti i suoi diritti. ed o ho voluto farne particolar menzione, perche se vere sono le informazioni a me pervenute, altri casi già si presentarono è molti altri pur troppo si potranno presentare in avvenire in cui la massima sovraccennata produrrebbe Conseguenze più o meno funeste ai militari od ai lor congiunti. Dirò di più, che quel principio svolto ed applicato nelle sue non rimote conseguenze recherebbe una grave perturbazione anche alla militare disciplina.

L’altra questione lungamente discussa, nel 1864 fu se il computo delle Campagne di guerra debba annoverarsi fra quelle disposizione di Favore della Legge, sulle giubilazioni militari che, a mente della Legge sulla riforma, non sono applicabili a militari riformati. Sembra veramente al Ministero che disposizioni di favore siano quelle soltanto che non sono comuni a tutto l’Esercito, ma particolari a certe Armi, ed a certe categorie di militari.

Veniamo ora a quelle variazioni che, senza modificare la forza complessiva Altre variazioni dell’Esercito hanno però una singolare importanza nello sviluppo del suo organismo, od influenza sulle sue condizioni morali cioè:

I riassenti; le promozioni e le retrocessioni; i passaggi d'arma; le decorazioni ed altre ricompense; i matrimoni.

Gli uomini riassentati dopo terminata la prima ferma furono 837, cioè:

GRADI Carabinieri Reali Fanteria di linea Bersaglieri Cavalleria Artiglieria Genio Treno d'Armata Corpi diversi. TOTALE
Sott'Uffiziali 113 279 35 29 30 10 19 37 552
Caporali 11 39 11 21 12 2 2 7 105
Soldati 52 36 3 17 23 4 7 18 180
TOTALE 176 374 49 67 65 16 28 62 837

L'età in cui impresero una nuova ferma fu:

Dai 26 ai 34 anni 312
Dai 34 ai 40 id. 135
Dai 40 in poi 190
837

V’ebbero inoltre N° 1914 riassoldati con premio siccome fu accennato al paragrafo precedente trattando delle liberazioni Ondeché il numero totale degli uomini che rinnovarono il loro assento fu di 2752.

Il numero delle promozioni avvenute nei periodo tanto spesso ricordato di retrocessioni fu di 44745 oltre a 18 Sott'Uffiziali promossi Guardarmi, e quello delle retrocessioni fa di 1501, ivi compreso 36 Furieri o Furieri maggiori retrocessi Sergenti per solo difetto di capacità, a mente del § 42 del Regolamento sull’Avanzamento. Già furono accennati (pag. 53) gli studi, ed provvedimenti fatti a proposito della promozione a Sergente dei Caporali appartenenti alle Classi provinciali. La distinzione delle dette promozioni e retrocessioni per Arma e per grado appare dallo Specchio XXIII.

I passaggi d’Arma avvennero secondo il consueto, o per alimentare i Corpi che non possono, o possono solo in parte, reclutarsi colle nuove Leve (quali sono i Carabinieri Reali, i Moschettieri ed Corpi sedentari), o per conseguenza di Rassegne d’ispezione, ovvero per effetto di creazione, scioglimento o modificazioni recate all’ordinamento dei Corpi, o finalmente per punizione..

Per l’Arma dei Carabinieri fa quest’anno richiesto con DD. MM. 1° aprile e. 24 novembre un reclutamento molto più ampio del consueto, poiché doveva provvedersi all’ampliazione del Corpo, cioè in tutto di:

17 uomini per ogni Reggimento di Fanteria
18 Bersaglieri
22 Genio, Cavalleria e Treno
20 Artiglieria da Piazza e Pontieri
26 Artiglieria da Campagna

Oltre questo contingente, il Corpo ricevette ancora dalle altre Armi N° 126 uomini.

Difficile assai fu sempre il buon reclutamento della Bassa forza dei Moschettieri e degli Istituti militari, Corpi che richiedono doti diverse ma non troppo facili a rinvenirsi generalmente, mentre, d’altra parte essi non porgono forse ai Caporali e Sott'Uffiziali che ne sono fregiati un proporzionato allettamento. Cionondimeno fu stabilito (N. M. 27 febbraio) che anche negli Istituti militari non. si ammettessero per quanto possibile che militari ascritti all’ordinanza o che consentano a farvi passaggio, troppi essendo gli inconvenienti che trae seco l’ammessione dei. provinciali.

Scarsi furono i passaggi nei Corpi sedentari, cioè:


Nei Veterani Nella Guardia
R. del Palazzo
Dalla Fanteria 24 4
Bersaglieri 2
Cavalleria 1
Treno d’Armata
Artiglieria e Genio 29 1
Carabinieri Reali 11 3
Veterani
20
Totale 67 28

Altri passaggi pur consueti furono quelli che. tennero dietro alle rassegne d’ispezione ogniqualvolta si riconobbero individui atti a servire piuttosto in altr’Arma o Corpo, che in quella cui appartenevano. per questo motivo parecchi Soldati furono trasferii, perché d’alta statura, dalla Fanteria di linea nei Granatieri, parecchi altri dai Corpi speciali nella Fanteria. Un reclutamento altresì fu fatto in quest'ultima Arma di individui capaci ad esercitare il grado di Caporale nel Corpo d’Amministrazione, che difficilmente riusciva a trarne un numero sufficiente dai propri soldati.

Abbiam già rammentato i passaggi occasionati dell'ampliazione dei Carabinieri. La creazione di due nuovi Reggimenti di Cavalleria e l’ampliazione del Corpo Cacciatori Franchi, diedero pur esse luogo ai vari passaggi che furono altresì già mentovati al precedente § I, è così pure la Bassa forza che già apparteneva ai Depositi di Sardegna fu trasferta all’epoca del loro scioglimento negli altri Corpi dell’Anna di Fanteria..

I passaggi ordinati per punizione nel Corpo dei. Cacciatori Franchi, furono,( )come appare dallo Specchio XXIV, nel periodo di uri anno 4095 compresi 47 uomini provenienti dalla Marina, e non comprese 80 Guardie di Pubblica. Sicurezza e 38 Guardie Doganali. Lo Specchio ora detto chiarisce le Armi cui gli individui appartenevano, le provincie onde sono nativi, la qualità del loro assento e le mancanze che vi diedero, luogo. È degna di osservazione l’atta proporzione dei Volontari che vedremo di nuovo riprodursi nella statistica penale.

Nel corso dell’anno, non furono autorizzati matrimoni nella Bassa forza salvo Matrimoni che di Musicanti, Capi operai, Vivandieri e simili, cioè:

Netta Fanteria 26
Bersaglieri 1
Cavalleria 5
Treno d’Armala 1
Artiglieria e Genio 3
Carabinieri Reali 1
Totale 37


Netto Specchio XXII sono indicate le medaglie e le menzioni onorevoli state accordate nel 1864 a Sott’Uffiziali, Caporali, e Soldati per atti di valore compiuti principalmente nella lotta contro il brigantaggio, alcuni in occasione dello scoppio del polverificio di Scafati, e qualche volta anche nell’arresto di insigni e però colosi malfattori, alle quali voglionsi aggiungere quelle accordate dal Ministero Interni per coraggio civile adoperato il. più frequentemente ad estinguere incendi talvolta anche gravissimi, od a salvare, da certa morte annegati di ogni sesso ed età. Il numero totale di queste ultime ricompense accordate ai militari di ogni grado fu già da noi mentovato a pag. 25.

Ricorderemo ancora i Sott’uffiziale che per essersi distinti nelle varie Scuole normali di Fanteria, di Cavalleria e dei Bersaglieri meritarono di esser nominativamente menzionati nel Giorn. Militare (N. M. 29 agosto); e i molti premi vinti dalle Rappresentanze dell'Esercito nel concorso al secondo tiro nazionale (N. M. 17 novembre) di cui avremo occasione di porgere altrove qualche maggior ragguaglio.

Come appare dallo Specchio XXV, l’Esercito si componeva al 30 settembre di oltre 100 mila, uomini d’ordinanza e 338 mila in servizio provinciale o di 2 Categoria. La proporzione dell’ordinanza è superiore d’assai a quella che comporta la Legge sul Reclutamento, e ciò perché i Toscani, i Parmensi e Modenesi provenienti da Leve anteriori all'annessione erano assoggettati alla ferma d’ordinanza, come lo furono i Napoletani provenienti dalla Leva del 1861.

Soggiungeremo ancora che avendo il Ministero richiesto ai Corpi una statistica del numero dei militari. loro appartenenti classificati secondo la loro rispettiva provincia nativa ne risulta che al 1° febbraio 1864 erano sotto le armi, cioè:

Delle antiche provincie (compresa la Sardegna) N° 68059
Della Lombardia 45425
Dell’Emilia 11648
Delle Romagne (compresa l’Umbria) 24393
Della Toscana 18267
Provincie Napoletane 90141
Siciliane 24450
Estere 5831

288214

Queste nozioni riescono principalmente utili per valutare l’importanza delle indicazioni contenute in parecchi Specchi della presente Relazione.

Giova ora porgere qualche cenno delle operazioni iniziate nel 1864 per la Leva sui nati nel 1844. Essa era stata ordinata colla Legge 31 luglio 1864 la quale come l'anno precedente assegnava 55.000 uomini alla 1° Categoria, e rinnovava le esenzioni state accordate agli inscritti ammogliatisi prima dell'introduzione della Leva nelle provincie ov'essa era stata introdotta recentemente dal Governo Italiano, e ad alcuni inscritti napolitani che si trovavano in condizioni analoghe.

Anche quest’anno la Lèva fu anticipata di un anno dall’epoca che pei tempi normali vie fissata dalla Legge sul Reclutamento. Però, come fu detto più sopra, le operazioni della Leva essendosi protratte alquanto più tardi dell’anno precedente, l’assento degli inscritti non ebbe luogo che nel principio del 1865, cioè dell’anno appunto come prevede la Legge organica, in cui compiono il 24° anno di età. Ondechè si può dire essersi fatto un passo assai notevole nel ritorno al normale periodo del reclutamento

La prima sessione dei Consigli di Leva fu aperta il 22 settembre, e chiusa li 4 febbraio 1865. Le operazioni di sorteggio cominciarono li 6 ottobre. Le sedute per l’esame definitivo cominciarono li 2(J) gennaio 1865.

Per norma dei Consigli il Ministero indirizzo loro, secondo, il consueto, una ampia e particolareggiata istruzione, in cui rinnovava per la massima parte le avvertenze fatte nella Leva precedente. Di più raccomandava ai Prefetti e Sotto-Prefetti di proceder prima delle sedute per l’esame definitivo ad un’accurata ispezione del rispettivo ufficio del Commissariato di Leva, onde accertarsi che fosse tenuto con quell’ordine che è richiesto dal. servizio, è prescritto dai Regolamenti, con incarico di riparare immediatamente alle irregolarità, trascuranze ed omissioni che venissero a riconoscere e di riferirne al Ministero. Avvertiva quindi si procurasse di avvisar sempre l’Uffiziale dei Carabinieri Reali delle sedute del Consiglio per tempo, così che potesse provvedere in modo da non esser distolto dall’intervenirvi da altre ragioni di servizio; si avvertisse il Direttore compartiimentale delle Gabelle dell’esito sortito nella Leva dalle Guardie doganali loro dipendenti, e comunicava loro alcuna delle massime, che il Ministero aveva avuto occasione di adottare nella Leva sui nati del 1843, le quali furono più sopra già da noi riferite. Si mettevano inoltre in avvertenza che i militari mandati ai Cacciatori franchi per effetto di una condanna per furto, non cessano perciò di procurare l’esenzione ai fratelli, comeché non vi siano mandati per punizione, ma per riguardo al decoro dell’Esercito, e così pur non cessano di procurarla coloro che vi sono mandati perché condannati al domicilio coatto. Al contrario non la procurino gli assoldati promossi Uffiziali, finché si trovano vincolati dalla loro ferma (V. anche N. M. 23 dicembre), badassero i Consigli di non concedere nella prima sessione l’esenzione definitiva all’uno dei due fratelli nati nello stesso anno, ma differirla alla sessione completiva quando cioè fosse accertata l’idoneità del: fratello arruolato, il non ammetter per. valido ed efficace il riconoscimento degli spurii quando si avesse veramente fondato motivo anche dietro le indagini che all'uopo si dovrebbero praticare di crederlo fraudolento, di ammettere invece a surrogati anche i militari congedati per applicazione dell’art. 96 della Legge, sempreché la famiglia vi consentisse, di riferire al Ministero le decisioni in materia di esenzione che potessero dar luogo a dubbi e contestazioni. Si respingessero invece i richiami presentati per niegata riforma, siccome quelli che dovevano farsi valere ai Depositi di Leva. Si davano inoltre istruzioni, ai Prefetti sul contegno da. tenere in caso di controversia sollevata innanzi ai Tribunali.

Il Ministro comunicava loro, finalmente un muovo elenco delle infermità ed mperfezioni esimenti dal servizio militare (N. M. 27 dicembre) che vuol essere annoverato Ira i più importanti provvedimenti emanati quest'anno in materia di Leva. Esso ebbe a scopo precipuo agevolare assai più che non facesse l’elenco prima in vigore da una parte l'esenzione dei giovani minacciati da malattie, di petto, e di limitare dall'altra le esenzioni che per l'addietro si accordavano per leggiere infermità. Omettendo alcuni miglioramenti di minor conto, accenniamo però un altro principale scopo che colla detta pubblicazione si propose il Governo, quello cioè di rimuovere dalle norme prescritte per l'accertamento delle malattie allegate dagli inscritti ogni mezzo; che potesse anche menomamente ripugnare all'indole mite ed umana delle nostre Leggi e dei nostri costumi.

Con altre disposizioni si procuro di assicurare l'ottimo reclutamento dell'Esercito. Anzitutto col R. D. 13 ottobre furono ammessi anche in quest'anno all'affidamento i Sott'Uffiziali provinciali ed Carabinieri Reali che già abbiano compiuto i primi cinque anni del loro servizio, la qual disposizione congiunta a quella emanata con Nota Ministeriale 16 dicembre, che dichiara ammissibile alla liberazione tutti gli inscritti che né facciano richiesta nel corso della sessione di Leva, preludeva in qualche modo all’attuazione di alcuni dei principi!, che verrebbero sanciti dalla proposta Legge sull'affrancazione dal servizio di cui farem cenno fra. breve. Intanto anche per quest'anno il prezzo della liberazione fu per Decreto 20 novembre fissato in. lire 3200. Le,disposizioni pure emanate perle nuove Leve di quest’anno destinate ai Carabinieri Reali e per gli inscritti sto denti di. medicina e. chirurgia furono già ricordate alle pagine 46 e 52.

Il numero totale degli inscritti fu di 223,531 dei quali 15,570 capilista, 3781 omessi di Leve precedenti; e 204,180 nati nel 1844, ne risulta una notevole diminuzione del numero dei nati rispetto a quello dell'anno precedente. per conseguenza anche la proporzione del Contingente di 1(a) Categoria ripartito fra i Circondari del Regno. (R. D. 27 novembre) fu d'alquanto più elevata cioè del 26 (5)|4 per cento. però è da notare che secondo l’intenzione manifestatane dal Ministro in nome del Governo, al Parlamento, il numero dei chiamati effettivamente sotto le armi non fu che di 46 mila uomini.

I Depositi di Leva furono costituiti con D. M. 18 dicembre nel quale si aggiunsero nuove avvertenze a quelle già sulle fatte nelle passate Leve. Al Deposito d’Ivrea fu surrogato per le Provincie Subalpine quello di Pinerolo.

Le norme per le competenze e la contabilità degli inscritti di Leva forano stabilite coll’istruzione del 19 dicembre; pel ricevimento delle nuove Leve furono rinnovate le avvertenze già state fatte colle Note Ministeriali 28 ottobre e 2 novembre 1851, intese essenzialmente a procurare loro quell’accoglienza benevole e riguardosa che. tanto. giova a. rimuovere ogni sinistra impressione. nei giovani.. soldati ed a. favoreggiare lo sviluppo degli spiriti militari.

VI

Modificazioni alle leggi organiche

Furono già accennati di mano in mano che ne venne l’opportunità parecchi provvedimenti emanali durante il 1864 per la più perfetta esecuzione delle Leggi organiche è più propriamente delle Leggi sul Reclutamento e sull’Avanzamento, né occorre ricordarli qui di nuovo riuniti, bastando accennare che il più importante fu senza dubbio il nuovo Elenco delle infermità esimenti dal servizio militare. Bensì dobbiamo far menzione delle modificazioni divisate, così alle Leggi ora dette come alle altre Leggi organiche dello stato degli Uffiziali, delle giubilazioni e del Codice penale militare le quali sebbene per. la maggior parte, non abbiano potuto essere in quell’anno mandate ad effetto, furono però argomento degli studi e delle cure dell’Amministrazione.

La prima riguarda l’articolo 35 della Legge sullo stato degli Uffiziali che determina la misura in cui possono essere sequestrati i loro stipendi. Egli è noto come per antichissima Legge della Monarchia che risate sino ad un R. Ordine del 1° settembre 1582, siffatti sequestri erano proibiti eccettuati alcuni casi dalla Legge determinati. Se non che coll’art. 35 della Legge 25 maggio 1852, probabilmente in ossequio dei principii di dritto comune che taluno dubitava, non fossero offesi da quel privilegio, si determino che. gli. stipendi potessero essere sequestrati sino a concorrenza del quarto o del terzo, secondo il grado dell'Uffiziale. Però, dacché colla Legge 14 aprile 1864 fu vietato il sequestro delle paghe degli impiegati civili, ragion voleva che lo stesso, divieto fosse di nuovo esteso alle paghe militari come già lo era alle loro pensioni in virtù della Legge 27 giugno 1850; e questo fu fatto colla Legge 17 giugno 1864, senza timore che ne venissero vulnerati i principii di. civile eguaglianza. a cui s’informa il nostra reggimento politico giacche il Governo ha senza dubbio il diritto di apporre, purché preventivamente, al pagamento degli stipendi ch’egli assegna ai suoi dipendenti quelle condizioni che stima più utili e conducevoli al servizio pubblico.

In conseguenza di. quel provvedimento il riferente ha creduto opportuno, al fine, dì mantenere tra gli ordinamenti amministrativi e le disposizioni della Legge quella perfetta armonia che ha sempre fatto osservare, all’infuori dei casi e dei limiti prescritti dalla nuova Legge, abolire quelle ritenenze che per certi casi erano dai regolamenti disciplinari autorizzati non senza procurar però che i militari traggano da questa disposizione un nuovo eccitamento ad adempiere sempre con perfetta lealtà ai loro doveri e ad astenersi così dal mal abito ci contrar debiti come dal contrarne per cause ed n modi disdicevoli al carattere militare.

Una seconda proposta aveva tratto alla dispensa dei chierici dall’obbligo. della Leva. Sono note ed anche ovvie le ragioni che mossero il mio predecessore a promuovere l’abolizione di quel privilegio, e la Camera dei Deputati ad approvarla a gran maggioranza; e sono pur note le considerazioni di un ordine diverso che mossero il Senato del Regno a respingerla.

Col progetto di Legge sull’affrancazione dal servizio militare e sul riassoldamento con premio preparato nel 1864 e presentato quest’anno giusta gli ordini di V. M. alle deliberazioni del Parlamento, il riferente si propose di modificare. radicalmente il sistema attuale delle surrogazioni militari in guisa che, fatta a queste siano rivolte non più a surrogarli numericamente con altrettanti affidati militari ma bensì a conservare nell’Esercito un numero quanto si possa maggiore bensì, senza che però debba essere sempre eguale, di graduati di Bassa forza e principalmente di Carabinieri Reali è di Sott’ufficiali. Il riferente infatti aveva considerato come la somma che suole fissarsi per prezzo della surrogazione, mentre da una parte non può di. molto elevarsi senza renderla inaccessibile alla massima parte degli inscritti, dall’altra non è sufficiente per allettare i graduati di qualche merito a continuare nel servizio, e va invece molto spesso a beneficio di semplici Soldati, i quali non importa gran fatto siano più o meno provetti. Egli ha quindi creduto conveniente dopo lunghi studi di recare ad una misura molto più elevata il premio da accordarsi a quei primi, ancorché il numero loro debba quindi riuscir per avventura inferiore a quello degli inscritti liberati.

Infatti egli Crede, e chiunque abbia esperienza del Governo degli uomini sarà certamente del suo parere, che in questo caso la considerazione del numero debba posporsi a quella della qualità, molto più importando, conservare all’Esercito un numero anche ristretto di Sott’Uffiziali provetti e distinti che vi conservino l'istruzione e la disciplina, che non un maggior numero di gregari di nessun merito. Nè però il numero sarebbe, trascurato, giacche per una serie di combinazioni ampiamente svolte nel progetto di Legge, sopprimendosi tutti i benefizi che per un® od altro motivo sarebbero superflui od inopportuni, ed stituendosi una cassa militare che tragga dai versamenti degli inscritti quei maggiori utili che se ne possono aspettare, si sono riservati allo Stato molli mezzi. di mantenere od accostarsi almeno in un termine, determinato cioè di un quinquennio (art. 16 del progetto) al. pareggio tra il numero degli inscritti affrancati dal servizio, e quello dei militari assoldati con premio; mezzi che anzi andranno crescendo di modo in mano che l’istituzione venga svolgendosi a produrre tutti i frutti ond’essa è capace.

Oltre allo scopo essenziale testé discorso, il progetto recherebbe anche nei nostri ordinamenti militari altri cospicui vantaggi, quali sarebbero, quello di ridurre a minime proporzioni la Categoria dei surrogati ordinari, e. quello di rimuovere dagli assoldati militari ogni nota di servizio prestato per conto altrui, conservando loro ed alle loro famiglie tutti quei vantaggi che:le Leggi consentono agli arruolati volontari.

Il progetto lungamente studiato,dal Ministero venne sottoposto all’esame del Comitato superiore delle varie Armi che vi reco molti ed importanti miglioramenti, e, fu quindi, presentato al Senato del Regno che lo accolse col suo voto, ma non in tempo abbastanza perché, potesse altresì esser votato dall’altra Camera, la quale spera il riferente lo accoglierà favorevolmente ancor essa, quando alla sessione prossima le, venga, ove così piaccia a S. M., nuovamente presentito.

Esso era stato preceduto da altro progetto che ammetteva al riassoldamento militare i Sott’Uffiziali e i Carabinieri Reali dopo cinque anni di servizio, il quale sebbene approvato dalla Camera dei Deputati; non ebbe però altro seguito perché in parte riprodotto, in parte radicalmente modificato da quello ohe siamo venuti esponendo.

Più pronto esito ebbe una modificazione divisata nel 1864 ed attuata nel 1865 all’art. 30 della Legge sull’Avanzamento al fine di far decorrere l’anzianità degli Uffiziali provenienti dall’Accademia Militare dal giorno della loro promozione al 3° anno di corso dell'Accademia anziché da quello della loro nomina ad Uffiziale; per l’addietro gli allievi di quell’istituto ricevevano il grado di Sottotenente al momento della loro promozione al 3° anno di corso ohe,era pur quello in cui erano promossi Uffiziali i loro, coetanei delle Armi di fanteria e cavalleria. Ma continuando essi a rimanere allievi nell’Accademia, ne nasceva non di rado un qualche disaccordo tra i dritti del grado ond’erano rivestiti e che importa di mantenere illesi, ed loro doveri di allievi in un Istituto educativo. Ondeché parendo necessario di differire la loro nomina, sino all’epoca in cui cessassero dalla condizione d’allievi, e d’altra parte, importando che non fossero pregiudicati nell’anzianità rispetto ai loro coetanei delle altre Armi, fu provveduto colla disposizione sovraccennata per Legge 5 maggio 1865.

Di molto maggior momento furono; le modificazioni recate alla Legge sulle giubilazioni militari, col progetto che fu poi convertito in Legge il 5 febbraio 1865. per essa la tariffa delle pensioni militari, che era per tutti i gradi troppo inferiore allo stipendio del grado rispettivo, venne recata ad una proporzione approssimativamente. eguale a quella che è stabilita, per le pensioni Civili; ed altri vantaggi di queste ultime, rispetto segnatamente alle vedove ed agli orfani, e ad alcune Categorie meno fortunate di militari, furono alla pensione militare accomunati. fu inoltre notevolmente aumentata la pensione ai militari di Bassa forza mutilati per causa di servizio, e cori pensiero altrettanto giusto, quanto generoso, furono estesi i benefizi(:) della nuova Legge ai( )militari giubilati per ferite od infermità incontrate nelle campagne precedenti dal 1850 in poi, alle loro famiglie, ed alle famiglie di quelli che vi perdettero la vita; finalmente fu risolta altresì la grave questione del computo dei. servizi prestati sì negli Eserciti regolari esteri, sì negli Eserciti dei vari Governi provvisori sorti in Italia dal 1848 in poi; e tutti furono computati a coloro che attualmente prestano servizio nell’Esercito nazionale, siccome quelli che hanno dimostrato col fatto il fermo proposito di consacrar la vita a difender colle armi la patria. Qui torna opportuno ricordate il non dissimile provvedimento emanato Colla Legge 27 novembre 1864 In favore degli antichi Uffiziali Veneti, che abbiano soddisfatto a certe determinate condizioni, e quello benché sancito più tardi in favore di quelli Uffiziali dell'Esercito borbonico, cui al momento della giubilazione mancava alcunché a compiere il biennio del loro grado per menomare il nuovo onere che la Legge doveva recare alla finanza pubblica, il Governo propose, sì di sottoporre a certe condizioni di età il dritto dei militari a chiedere la giubilazione, sì di sopprimere alcuni speciali vantaggi che la Legge precedente accordava ai graduati delle Armi speciali, agli Uffiziali Sanitari, ai Cappellani militari, ai Professori. D’altra parte le Leggi per la ritenenza sugli stipendi e per l’imposta sulla ricchezza mobile applicate come dovevano essere anche agli stipendi degli Uffiziali, dovevano fruttar tanto da compensare largamente l’Erario’ della maggiore spesa, onde la nuova Legge lo avrebbe aggravato.

La proposta del Governo fu accolta dall’una e dall’altra Camera con quella 5 singolare benevolenza che il Parlamento Nazionale, associandosi. costantemente ai, sentimenti di V. M., ha sempre dimostrato verso l’Esercito, e ohe l’Esercito ha sempre procurato di meritare colla illimitata sua devozione Alla indipendenza della Patria, alla dignità della Vostra Corona ed alle istituzioni dello Stato.

Il Codice penale militare del 1° ottobre 1859 deve andare soggetto, secondoché fu prescritto nella. Legge della sua promulgazione, ad una revisione in cui. si emendino quelle parti che l’esperienza abbia dimostrato manchevoli, o meno opportune, infatti era difficile formolare perfettamente in ogni suo particolare, senza il sussidio d’un comprato esperimento una. Legislazione fondata in gran parte su principii nuovi e lontani da quelli che reggevano non solo Fantina Legge militare del Regno, ma quella altresì degli altri Stati militari d’Europa, oltreché le ( )condizioni del Regno d’Italia troppo diverse da quelle, dell’antico, Stato Sardo per cui il Codice era stato preparato richiedono anch’esse, specialmente in ciò che ha tratto alla forma dei procedimenti, qualche modificazione. A preparare, questo lavoro il Ministero si procuro prima dalla Magistratura e dai Comandanti militari le più ampie informazioni, e diede quindi opera colla debita diligenza agli studi opportuni; essi sono ormai condotti ad un termine soddisfacente e cori. sentono al riferente la speranza di poter fra non molto rassegnare a V. M. e presentare alle discussioni del Parlamento quelle modificazioni, non molte perone molto gravi, che l'esperienza avrebbe indicato come utili e salutari.

Intanto è noto come le condizioni eccezionali in cui versava l’Esercito nel 1862 consigliassero alcune modificazioni provvisorie alte segnatamente a reprimere più efficacemente il reato di diserzione così ne’ suoi primi conati, come nell’opera di quei subornatori che troppo spesso; ne erano in quei tempi gli autori. La Legge promulgata il 27 luglio 1862 per la sola durata di un anno veniva prorogata. per uri. altro anno colla Legge 8 agosto 1868 è per Un terzo anno ancora colla Legge 20 luglio 1864, dacché per avviso unanime delle, Autorità militari, ed anche salvo qualche rara eccezione della Civile magistratura essa aveva prodotto ottimi effetti, ondeché il riferente ha fiducia che, in qualche parte possa essere introdotta nel nuovo Codice. però già colla Legge 14 febbraio 1864 le si erano temperati gli effetti di alcune sue disposizioni estendendo alle persone non militari il beneficio della libertà provvisoria nei casi in cui essa è consentita dal diritto comune.

Un’altra anche essa urgente modificazione fu introdotta nel Codice colla detta Legge 14 febbraio 1864, per cui la nomina dei Presidenti é dei Giudici dei Tribunali militari che dal Codice vien riservala al Re fu delegata alle Supreme Autorità militari dei Dipartimenti, ed all’unico Tribunale Spedale che il Codice istituisce nella Capitale del Regno, né vengono sostituiti altrettanti quante sono le sedi dei Dipartimenti militari. Siffatte modificazioni ciano naturalmente indicate dalle condizioni del Regno d’Italia così diverse da quelle dell’antico Piemonte.

Provvedendo poi all’insufficienza di alcune disposizioni del Codice penale militare, la Legge stessa Stabilisce le norme regolatrici della disciplina del Pubblico Ministero militare.


PARTE SECONDA

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SERVIZIO ed STRUZIONE

VII

Servizio militare

Venendo ora a ragguagliare V. pi. circa, l’andamento del servizio militare durante il. 1864, non avrò a riferirle. all’infuori della lotta contro il brigantaggio alcunché di molto notevole; dacché grazie anche alle condizioni del Regno che vanno, ogni giorno meglio ricomponendosi, il servizio ormai perfettamente ordinato procedette generalmente con lodevole regolarità sia presso i diversi Stati Magglori sia presso i Corpi, senza accidenti gravi e senza che occorressero straordinari provvedimenti. Cionondimeno io procurerò di ritrarne alla M. V. quel che valga a rappresentarle un più evidente concetto, così dell’andamento del servizio nell’interno dei Corpi, come del servizio territoriale e di piazza, delle mosse di truppa, e più specialmente dei servizi che 1? Esercito ha prestato nell’interesse dell’ordine e della sicurezza pubblica. dei servizio tecnico prestato dalle Armi speciali si ragionerà nella Parte terza di questa Relazione, e del servizio proprio dell’Arma dei Carabinieri Reali mi tacerò generalmente siccome quello che dipende da altro Dicastero, e pel quale mancherebbero al Ministero della Guerra gli elementi necessari a porgerne un ragguaglio soddisfacente.

Per ccertarsi del buon andamento del servizio e della disciplina nell’interno dei Corpi; è noto a V. M. come in ciascun, arino il Ministero soglia sottoporli dei corpi ad accurata ispezione per parte, di vari Uffiziali: Generali, secondo certe norme che, iniziate già or sono molti anni da’ miei predecessori, vennero man mano ampliandosi e perfezionandosi. anche nei più minuti particolari., e che vennero ridotte a forma più ampia e più compiuta nelle Istruzioni del 16 settembre 1864 per l’Arma di Fanteria, cui vogliono aggiungersi le Istruzioni del 12 agosto precedente per la compilazione degli specchi caratteristici e di condotta.

L’ispezione del 1863-64 ordinata con D. M. 42 novembre 1863, e quella del 1864 65 Ordinata, con D. M. 12 ottobre 1864 diedero risultati abbastanza soddisfacenti. Le mende avvertile furono poche né molto gravi; talvolta difetto di contegno ne’ militari fuori delle file, non bastante cura nella conservazione delle armi, talvolta altresì qualche rilassatezza nel servizio di piazza; ma però negli Uffiziali e nelle Truppe amor del. servizio, desiderio d’istruzione e devozione profonda alla M. V. ed alle istituzioni nazionali..

Del contegno morale degli Uffiziali già si è discorso ampiamente al § 11 di questa Relazione: quello dei Sott'Uffiziali, Caporali e Soldati pel periodo, scorso dal,4 ottobre 1863 al 1° ottobre 1864, può agevolmente argomentarsi dai documenti già allegati da una parte circa le ricompense straordinarie che molti seppero meritare (Specchio XXIII), dall’altra circa le:diserzioni, le retrocessioni, i passaggi ai Cacciatori Franchi (Specchi XXII, XXXIII, XXIV) cui voglionsi aggiungere i reati commessi oltre le diserzioni, avvertendo:

1° Che le diserzioni commesse in gran parte da nuovi di leva, furono. altresì riparate per tre quinti (4696) da spontanee presentazioni.

2° Che nelle retrocessioni non devono compitarsi i graduali condannati dai. Tribunali militari, perocché già siano compresi fra i condannati.

3° Che neppur nei passaggi ai Cacciatori Franchi devono computarsi i militari ivi mandati per applicazione dell’art. 204 del Codice, siccome quelli che sono pur già contemplati nei Condannati.

Premesse queste avvertenze si avrebbero.

Diserzioni 2588
Condanne per altri reali militari o. misti 1541
Passaggi al Corpo Franco (esclusi i condannati per furto) 731
Retrocessioni a(1) soldato (esclusi i condannati) 1467

6327

Questo computo si dovrebbe ridurre d’alquanto pel periodo che comincia al 1° gennaio e. termina al 31 dicembre 1864, noi quale i disertori furono 2366, i condannati in contraddittorio per reati militari o misti 1552 e scemarono anche d’alcunché le,retrocessioni e i passaggi ai Cacciatori Franchi.

Oltre i reati e le mancanze più gravi ora dette, i Comandanti di Corpo, ebbero a reprimere coi. Castighi disciplinari, che il Regolamento mette a loro disposizione, altre minori mancanze che furono generalmente contro l’obbligo dell’obbedienza e della subordinazione, come esitazioni o ritardi ad obbedire, inesecuzioni od infrazioni di ordini ricevuti, risposte, osservazioni e richiami indebiti, o più frequentemente ancora mancanze illecite agli appelli, uscite od assenze o ritardi illeciti, o finalmente mancanze di contegno, o nella montura, e giuochi od atti non decorosi; più sovente si ebbe a punire l’ubbriachezza, dirado invece gli abusi d’autorità. Mi è grato notare che mercé le energiche disposizioni fatte negli anni precedenti vada scomparendo ormai del tutto anche la funesta piaga della camorra.

Nessun accidente ci dà motivo di far menzione speciale delle rassegne annuali, né delle rassegne passate all’arrivo od alla partenza delle Truppe. Accenneremo bensì alla rassegna passata in Torino dal Re in occasione della Festa Nazionale, ed n Milano da S. A. R.. il Principe Ereditario nella stessa festa ed n quella di S. Martino; non che quelle passate dalle altre Autorità militari nelle feste medesime, nell’anniversario della nascita del Re e nell’anniversario della battaglia di S. Martino che per disposizione ministeriale fu aggiunto alle altre solennità militari.

Gli Uffiziali e le truppe fruirono così nell’inverno del 1863 64 come del 1864-65 delle consuete licenze ridotte però generalmente, e salvi alcuni casi eccezionali, soli giorni 30'per gli Uffiziali. Al 1° gennaio 1865 si avevano in licenza N° 1028 Uffiziali,43472 Sott’Uffiziali, Caporali e Soldati. Al 30 giugno 1864, nella stazione cioè in cui le licenze non si accordano generalmente che per motivi di salute o di famiglia si avevano 633 Uffiziali e 3347 uomini di Bassa forza; al 30 settembre 442 Uffiziali, ed uomini di Bassa forza 3667.

Gli Uffiziali in licenza all’estero, e così pur quelli in missione, non erano per l'addietro soggetti a norma determinata circa l’uso che potessero farvi della loro divisa; però era ovvio che dovessero aver riguardo alle consuetudini ed alle condizioni politiche del paese ove facevan dimora. ad antivenir tuttavia la rinnovazione di qualche inconveniente avvenuto, il Ministero ha determinato (3 gennaio) che i detti Uffiziali si astengano d’ora innanzi dal vestir la divisa salvoché in caso di presentazione ufficiale o di invito ricevuto dalle Autorità.

Similmente era avvenuto che qualche Uffiziale cui il Ministero aveva dato, per ragion di servizio, altra destinazione, ottenesse dai Comandanti di Divisione o di Dipartimento, alcuna di quelle licenze, o proroghe che questi hanno generalmente facoltà di concedere. Con N. M. 18 giugno, i mentovati Comandanti furono messi in avvertenza che gli Uffiziali in discorso trovandosi sotto l’azione di un ordine Ministeriale essi dovevano astenersi da simili concessioni.

Ad altre minute lacune provvide ancora il Ministero, relative al servizio in terno dei Corpi od alla disciplina, le quali per la maggior parte si riferiscono od all’esecuzione della nuova Legge penale militare, e queste accenneremo al seguente § X, ovvero procedono. dall’attuazione di recenti ordinamenti. Tale fa l’approvazione (19 settembre) delle marcie speciali di cui difettava la massima parte dei Corpi, comecché di nuova formazione, e quella dei ritornelli proprii a ciascun Corpo di Cavalleria, d’Artiglieria, del Treno e dei Bersaglieri, mezzo opportunissimo alle varie Armi dr riconoscersi nelle, varie contingenze del servizio. Tale fu eziandio la disposizione del 0 dicembre, che dichiarò tenuti quei Luogotenenti Colonnelli che non avessero il comando del Corpo, a concorrere al servizio di piazza insieme coi Maggiori.

Vengono quindi alcune disposizioni che riguardano più specialmente l’applicazione delle Leggi e degli ordinamenti civili alle persone ed alle cose della milizia.

Le Condizioni infatti della vita militare e della militare disciplina richiedono certe cautele e riguardi che valgano a guarentir nello stesso tempo, e gli interessi dei militari medesimi e quelli della disciplina e i diritti altresì che tanto all’Autorità ei vile, quanto ai privati avvenga di esercitar verso di loro. A questo molteplice scopo furono indirizzate le disposizioni fatte dal Ministro Guardasigilli per l’osservanza in tutto il Regno delle norme prescritte per l’intimazione ai militari degli Atti civili (10 ottobre) non chele regole stabilite circa quei militari che. sottoposti. a procedimento presso l’Autorità giudiziaria ordinaria, vi ottengano la libertà provvisoria (3 aprile), la facoltà fatta con certe condizioni agli agenti doganali di visitar le militari vivanderie (14 maggio) e finalmente l’obbligo ricordalo alle truppe ed ai militari isolati di pagare le tasse di pedaggio, barriere e simili che siano stabilite (4 agosto).

Ricorderò ancora siccome in qualche maniera attinente allo stesso argomento la dichiarazione fatta con N. M. 42 settembre, per motivi dedotti dai principi che reggono la militar disciplina, non esservi reciprocanza di saluto salvo un solo caso ivi specificato, fra i militari e le Guardie Doganali o di Pubblica Sicurezza.

Ma la principale disposizione emanata in materia disciplinare fu senza dubbio il nuovo Regolamento di disciplina (25 febbraio) per l’Arma di Cavai. lena, con cui abolito definitivamente il Regolamento 18 agosto 1840 che era rimasto in vigore per alcune parti speciali a quell’Arma, le venne applicato il Regolamento conforme a quello adottato per la Fanteria col R. D. 30 ottobre 1859. Il provvedimento sebbene importante, quanto alla necessità di somministrare all’Arma di Cavalleria un Regolamento unico di servizio, non reco però innovazione di momento, dacché i nuovi principii adottati per l’Arma di Fanteria erano già stati estesi col provvedimento stesso che pubblico il Regolamento di quest'ultima a tutte le Armi dell’Esercito in quanto loro fossero applicabili.

L'andamento del servizio già assicurato presso gli Stati Maggiori di Dipartimento e di Divisione, crede il riferente che verrà anche agevolato dalla soppressione iniziata nel 1864 (v. pag. 4) e compiuta in quest’anno delle varie Sotto Divisioni militari. Intanto egli potè attendere (Istruzioni 27 dicembre) ad introdurre nell’interno andamento dei loro uffici quella maggiore uniformità, anche rispetto a particolari. di minor momento che giova notevolmente all’ordinata e facile spedizione degli affari senza però vincolare soverchiamente quella libertà d’azione che la gran diversità delle condizioni locali dei vari Comandi richiede, sia loro riservata.

Di maggior importanza fu il Decreto del 17 marzo, col quale la M. V. colmando; una lacuna rimasta nell’ordinamento dei Comandi dipartimentali e divisionali provvide alla successione nei, Comandi stessi pei casi d’assenza e mancanza dei titolari, e definì ad un tempo a chi ed entro quali limiti spettasse l’autorità militare superiore nei minori presidii. Coi quali provvedimenti facendosi alla superiorità del grado e dell’anzianità una più larga parte che non avessero loro riservato le Sovrane determinazioni del 23 novembre 1844, furono chiamati a concorrere ai Comandi Divisionali, i Comandanti di truppe attive compresi fra questi i Comandi dipartimentali di Cavalleria,e dell’Artiglieria, ed ora anche del Genio; vi furono chiamati altresì i Comandanti di Circondario, ma prescritto loro di delegarne in certi casi l'esercizio ai Comandanti delle truppe attive. Inoltre furono definite le attribuzioni dell'autorità superiore nei minori presidii, sia ch'essa venga devoluta ai Comandanti delle truppe od a quelli del Circondario. Se non che alcuni dubbi essendo poi ancor sorti circa l'applicazione. di quest’ultima disposizione, essi vennero poi dichiarati con N. M. del 44 gennaio 1865. Lo stesso principio della superiorità del grado era stato applicato col R. D. 2. 8 febbraio all’ordine di precedenza degli Uffiziali della R. Casa; prescrivendosi a modificazione del R. D. 24 aprile 1849, che nel solo caso di parità nel grado, l'anzianità della carica conferisse la precedenza.

Il servizio interno degli uffici dei Comandi di Circondario sottoposto anch’esso ad ispezione durante l’inverno 1863 64 risulto procedere esso pure lodevolmente, ed anzi il Ministero proseguendo ed ampliando il sistema già iniziato negli anni precedenti di affidare a quei Comandi parecchie incumbenze amministrative che prima erano devolute od all'amministrazione centrale o ad altri uffici, ha potuto riuscire ad introdurle (Istruzioni 20 dicembre) anche in questa parte del servizio nuove agevolezze e semplificazioni che saranno altrove più particolarmente indicate.

Nel servizio di piazza e più propriamente delle piazze forti, venne introdotta, anche ad imitazione di quanto già si pratica presso altre. nazioni, una importante agevolezza in beneficio dei cittadini col Decreto 30 ottobre che. prescrive se ne tengano aperte Je porte in tempo di pace anche nelle ore notturne, con quelle limitazioni però che la sicurezza del servizio richiede. La cautela infatti di tenerle chiuse, opportuna ed anzi necessaria senza alcun dubbio in altri tempi era per le mutate condizioni sociali divenuta superflua, e solo dannosa ai civici commerci. Lo stesso intendimento di menomar per quanto possibile gli incomodi. che talvolta le discipline militari recano ai privali, ebbe l’abolizione del divieto di. fumare in prossimità delle sentinelle portata dalla N. M. 28 febbraio.

Il servizio di piazza venne d’alquanto alleggerito nel 1864, per la soppressione di N° 55 Tesorerie nell'alta e Media Italia, portata dal Regio Decreto 13 dicembre 1863, la qual permise segnatamente nel Dipartimento militare, di richiamare alla sede del Corpo rispettivo con Notabile Vantaggio del servizio e della disciplina, 7 Compagnie che ne erano distaccate. D’altra parte alcuni Corpi di guardia dovettero stabilirsi nelle Provincie Napoletane per altrettante Tesorerie o Ricevitorie, e per alcune delle Succursali della Banca Nazionale colà stabilite. Non tutte però le richieste dell’Autorità amministrativa poterono essere secondate, perocché noi consentissero le forze di cui disponevano le Autorità militari.

Oltre agli oradetti ordinari servizi di piazza, le truppe ebbero a prestarne molti altri straordinari ora per la riscossione dei tributi nelle Provincie meridionali, ed anche (una sola volta nel 1864) in Sardegna, ora per l’inseguimento dei renitenti in Sicilia, ed anche, sebbene con frutti minori, nelle Romagne, nelle Marche e nell’Umbria, ora per la repressione del contrabbando ed ora pel servizio di vigilanza ai confini dell’Umbria, del Po, del Mincio e della Valtellina. Il quale ultimo servizio richiese una particolar attenzione nell'occasione che il territorio Veronese era infestato da malviventi; quando poi alcuni moti politici, di qualche momento vennero a scoppiare nel Veneto, il Ministero affidò il servizio su tutta la frontiera al Colonnello Carchidio.

Nelle Provincie Napolitane la truppa dové proteggere con numerosi distaccamenti i lavori delle ferrovie meridionali e delle Calabro Sicule, e somministrare molte e frequenti scorte agli Agenti governativi, agli Ingegneri, ed spettori demaniali, ai Controllori del Catasto, alle vetture corriere, agli Agenti delle ferrovie, e talora anche (siccome avvenne a Potenza) per assicurar la persona dei testi chiamati a deporre in causa di reazione. però le istanze degli Agenti governativi e delle Società private, prima in occasione delle operazioni che dovevansi eseguire nel bosco di Monticchio, e quindi degli altri lavori per la costruzione delle ferrovie furono così numerose ed anche così particolareggiate che quel Comandante militare, il Generale Pallavicini, non avrebbe potuto secondarle tutte, e nella esagerata proporzione richiesta, senza intermettere del tutto la persecuzione del brigantaggio. Quindi è che il Ministro della Guerra dovette fare ufficio presso gli altri Ministri suoi colleghi affinché i Funzionari governativi e gli altri Agenti moderassero le domande loro, e lasciassero all’Autorità militare il carico di regolare il modo di secondarle. Anche difficile fu di appagare pienamente le istanze della Società delle Ferrovie Calabro Sicule per la protezione della ferrovia che si va costruendo dalle spiagge del mare Jonio all’estremità della Calabria, sì per l’estrema insalubrità delle regioni in cui si. dovevano eseguire i lavori durante la stagione estiva, sì anche per la deficienza di forze disponibili. Da ultimo, fu concertato di stabilire Distaccamenti fissi in una serie di Stazioni stabilite nel luogo dove avevano ad eseguirsi i lavori.

Fra i servizi straordinari di sicurezza pubblica prestati nelle Provincie Settentrionali e Centrali tenne il principal luogo la chiamata a Torino di un considerevole nerbo di truppa pei dolorosi casi di settembre. Nella città e ne’ suoi dintorni rimasero oltre al consueto presidio dagli ultimi di settembre al 30 novembre cioè finché fu. terminata la discussione della Legge per l'approvazione della Convenzione 15 settembre: 3 Battaglioni di Fanteria, 6 Squadroni, 1 Batteria, I Compagnia di Zappatori; Due altre Brigate che erano pure state chiamate a Torino il 21 settembre, erano rientrate il 28 stesso mese alle stanze loro assegnate.

Del rimanente la tranquillità onde all'infuori dei casi suddetti eran liete le mentovate Provincie non richiese né molti né gravi provvedimenti straordinari.

Ma il compito più penoso dell’Esercito fu anche nel 1864 la lotta che dovette sostenere contro il brigantaggio ond’erano travagliate le Provincie Napoletane. per verità sul principio dell’anno la tranquillità onde godevano le Provincie di Napoli, di Molise, di Benevento, gli Abbruzzi, le frontiere Pontificie, la Capitanata, la Terra d'Otranto, i due Principati e i successi minuti, ma frequenti che si ottenevano in Terra di Lavoro, la distruzione della banda Monaco nelle Calabrie, i progressi dei. Generale Pallavicini che, purgando la Terra di Bari ne cacciava le bande che la infestavano in Basilicata è più propriamente nel Melfese, lasciavano fondata speranza di vedere spento fra breve e del tutto quel tristo portato dei civili rivolgimenti.

Però alle speranze non risposero perfettamente i successi. Le bande cacciate dalla Terra di Bari nel Melfese si riunivano sotto Crocco per quindi molestare i territori circostanti pei Principali e quindi di bel nuovo la Tèrra di Bari, e. rientrar poi nel Melfese stesso, le cui topografiche condizioni sono singolarmente propizie ai loro agguati e ricoveri. Preso quindi nuovo ardire la banda spingevasi un'altra volta nella Provincia di Bari onde ancora un’altra volta respinta, in Basilicata e nel. Melfese, e qui pure assalita e sconfitta con molte perdite si divise in due ricoverandosi nei soliti covi di Monticchio e Lagopesole. Quasi contemporaneamente ricomparivano alcune poche bande nella Capitanata ed altre in. maggior numero nei Principali, ove comandava il Generale Franzini, condotte, dal Tranchello. dal Ciardullo, dal Sacchetiello e da altri parecchi, ora sciogliendosi in piccole bande, ora riunendosi sotto un Capo di maggior fama, passando ora nell’una ora nell’altra Provincia finché l’ostinato inseguimento delle truppe riuscì prima a cacciare il Crocco sul territorio Pontificio, poscia a prendere od uccidere i Capi più famosi fra i quali il Tortora, il Masini, il Sacchetiello, lo Schiavone, il Trinchello, cosicché in sullo scorcio dell’anno quella regione potè credersi restituita alla tranquillità.

Intanto che il brigantaggio andava soggetto alle accennate vicende nelle Provincie Centrali, esso ricompariva altresì verso la primavera in Terra di Lavoro sulla frontiera Pontificia, ma verso la state pigliava notevole incremento sotto la condotta del Caparzi (dì 40 briganti), del Cebrone (di 30 briganti), del Guerra, del Grillo, del Fuoco, del Tommasini e di altri minori, commettendo ricatti ed omicidi. Se non che mercé fazione costante delle truppe; comandate dai Generali Villarev e Burnod, ed l concorso fattosi più efficace in agosto e settembre del( )Corpo d’occupazione francese in Roma, e quindi l’uccisione del Tommasini per mano di altro brigante, la facciata del Caparzi e di altri nel territorio Romano, e sopratutto i minuti ma frequenti e quotidiani successi delle troppe, l’ordine veniva finalmente anche in quella Provincia stabilito.

Al fine dell’anno 1864, i territorii della Terra di Lavoro e del Confine Pontificio erano pervenuti ad un grado di tranquillità non più goduto dal 1860 in poi, abbastanza tranquilli erano rimasti quasi tutto l’anno gli Abbruzzi, tranquilla la Capitanata per cui potè sciogliersi la zona militare di Foggia, tranquillo il Molise, la ferra di Otranto; infestato tuttavia da qualche banda il Circondario dì Cerreto in Provincia di Benevento, i Principati, la Basilicata dove però di 500 briganti annotati al 1° gennaio 1864, ne erano lungo l’anno scomparsi (417 costituiti, 142 arrestati, 228 uccisi). Così pure era tuttavia infestata la Terra di Bari, da alcune piccole bande contro le quali continuava ad agire il Generale Pallavicini. Anche nelle Calabrie le condizioni della tranquillità pubblica erano migliorate d’alquanto.

Non è ora mio ufficio ricercare le cause che, non ostante gli sforzi perseverati di tutte le Autorità e specialmente dell’Esercito, mantengono tuttora in vita la piaga del brigantaggio, ma non posso astenermi dal deplorarne una che è certo fra le principali, cioè l’attitudine passiva di una parte della popolazione e la scellerata connivenza di alcuni Cittadini. Così avvenne in Calabria che 7 briganti poterono riunire in Campagna oltre a 200 persone uomini, donne è ragazzi, e quindi scaricar su quello stuolo di gente parecchi colpi di fucile ferendo sei o sette persone senza che alcuno osasse sorgere contro quei malfattori. Così negli Abbruzzi un Capobanda recatosi solo alla mandra di un ricco proprietario potè uccidervi impunemente diciassette bestie bovine alla presenza di cinque guardiani. Così ancora presso Eboli fu consumato il ricatto al prezzo di 50 mila ducati, di quattro persone fra cui di un impresario dei lavori ferroviari alla presenza di moltissimi operai fra cui venti almeno erano bene armati, senza che alcuno si opponesse all’audace misfatto. Così finalmente il brigante Saccheliello con altri malviventi fu arrestato nella casa di un Luogotenente della Guardia Nazionale solito a dare ricovero a quello e ad altri briganti.

Devo però soggiungere che non furono neppur rari gli esempi di un efficace concorso prestato dalla Guardia Nazionale, ed anche da privati cittadini.

Io non mi farò a ritrarre più minutamente le difficoltà, i disagi, i pericoli, di una lotta che da tanto tempo si combatte contro malfattori numerosi, di ogni recondito luogo peritissimi, (audacissimi e per disperazione feroci, dirò solo che le truppe ebbero a farvi prova ad ogni momento di tutte le virtù militari, la pazienza nelle privazioni, la fatica nelle marcie diuturne e difficili, la prudenza nel preparare e l’ostinazione nel sostenere accaniti combattimenti né furon rare le occasioni in cui ebbe a risplender di bella luce il loro valore.

Lo Specchio XXIII esprime il numero delle ricompense varie state accordate per quel titolo dal Governo di V. M.; mi resta il grato ufficio di accennare particolarmente a V. M. alcuni fatti che fra i molti lodevoli vanno distinti per merito singolare.

Ho già ricordato il coraggio e l’accorgimento dimostrato dal Capitano Fera nel sorprendere ed opprimere il Capo banda Nasini. Accennerò ora al fatto dei cinque Carabinieri Reali che assaliti improvvisamente ed avviluppati da 25 briganti della banda di Ninco Nanco, ed uccisi dopo ben due ore di audace combattimento tre dei loro, resistettero ferocemente due soli per ben mezz'ora alla banda intera, finché sopravvenuta in loro soccorso la stazione di Genzano con Guardia Nazionale a cavallo i briganti si diedero alla fuga; né men singolare fu l'audacia del bersagliere Botta che inseguendo con altri presso Candela il Capo banda Volonino, e vistolo gettarsi col cavallo nell’Ofanto ingrossato da pioggie recenti, spogliatosi nudo ed armato colla sola daga gettassi al nuoto, lo inseguì, lo raggiunse già presso alla riva opposta del fiume, e dopo lotta accanita lo uccise, trasportandolo nuovamente al nuoto, e fra l’ammirazione dei compagni, sulla riva ond'era partito.

Non ometterò neppure il Carabiniere Bertela 1° Federico che in compagnia di altro Carabiniere e di alcuni militi a cavallo, avea preso ad inseguire cinque malandrini di pessima fama, il quale avanzatosi nell'inseguimento molto innanzi ai compagni, e trovatosi perciò momentaneamente solo a fronte dei cinque assassini, con subito consiglio fintosi morto, per un colpo esplosogli contro da un di costoro, lo lasciò avvicinare ed esplosagli la carabina nel petto, e tre volle il revolver lo uccise, intantoché il compagno sopravveniva a sottrarlo dalla vendetta degli altri briganti.

I risultati ottenuti durante il 1864 nella repressione del brigantaggio sono in qualche maniera numericamente espressi e paragonati con quelli. ottenuti l’anno 1863 nello Specchio seguente:

I risultati ottenuti durante il 1864 nella repressione del brigantaggio

Da questo. Specchio appare come grandemente sia diminuito il numero dei delitti contro le persone ed aumentato d’assai quello contro la proprietà, e segnalamento la depredazione di animali.

I 'fatti narrati rendono anche ragione del perché la Legge eccezionale contro il brigantaggio del 15 agosto 1863 sia stata mantenuta in vigore sino a tutto il 34 dicembre 1865 colle leggi delli 7 febbraio, 30 aprile e 24 dicembre 1864, omesse però del tutto le disposizioni relative al domicilio coatto, ed ammesso inoltre contro le sentenze dei Tribunali militari il ricorso per incompetenza presso il Tribunale Supremo di Guerra.

Conchiudendo: sebbene i risultati ottenuti quest’anno non abbiano ancora risposto pienamente alle speranze, 0 direm meglio ai desideri concepiti, è pero, evidente che grandi miglioramenti si sono ottenuti, e che non siamo ormai lontani dallo scopo, come nessuno ignora, mollo arduo di estirpare codesta piaga della Provincia Napoletana che anche in altri secoli diede lunghi travagli ad altri e pur possenti Governi.

Dallo Specchio XXVI apparisce quale fosse la distribuzione dei Corpi nelle stanze dei corpi vane Provincie del Regno al principio del 1864, e le variazioni avvenute nel corso dell’anno, onde, è agevole dedurre altresì da quali Corpi fosse presidiata ciascuna Provincia in qualsiasi epoca dell’anno stesso.

Ne risulta altresì che 12 Reggimenti di Fanteria non hanno, cambiato di stanza; . 45 hanno cambiato di stanza nell’interno di uno stesso Dipartimento; 22, cioè 11 Brigate furono trasferte da uno ad altro Dipartimento.

I Reggimenti di Cavalleria cambiarono pressoché tutti di stanza, 11 furono trasferii dall’uno all’altro Dipartimento.

I cambi avvennero la maggior parte nell’estate e sul principio d’autunno connettendosi anche colle mosse occasionate dai Campi d’istruzione.

Per effetto di queste dislocazioni furono diminuiti i presidii Napoletani di due Brigate, una delle quali fu accresciuta al 1°, l’altra al 1° Dipartimento, e di quattro Battaglioni di Bersaglieri che andarono distribuiti pel 4, nel 2°, nel 3°, nel 5° Dipartimento, e di tre Reggimenti di Cavalleria acquistandone uno di nuova formazione Uno pure ne perdette il 7° Dipartimento, mentre il 1° Dipartimento ne perdeva due e ne acquistava cinque (uno pure di nuova formazione): due pure ne acquistava il 5° Dipartimento.

Il cambio dei presidii meridionali complicato ancora dal cambio dei Battaglioni distaccati in quelle Provincie, merita qualche cenno più particolarizzato.

Erano stanziali al 1° gennaio 1864 nelle Provincie Napoletane:

1° N° 20 Reggimenti completi di Fanteria di linea (V. Specchio XXVI).

2° N° 40 quarti Battaglioni pure di Fanteria di linea.

3° N° 21 Battaglioni Bersaglieri.

4° N° 8 Reggimenti di Cavalleria.

oltre ai consueti presidii d’Artiglieria, Zappatori, ecc..

Le migliorate condizioni della sicurezza pubblica consentivamo di ridurre quella forza a proporzioni minori, mentre d’altra parte era pure necessario dare il cambio a qualche Brigata che aveva più specialmente sofferto o per influenza di clima o per sostenute fatiche, e darlo altresì per lo stesso motivo ai quaranta Battaglioni distaccati, e la cui prolungata assenza dalla sede del Corpo sarebbe inoltre riuscita di detrimento alla disciplina ed alla regolarità della loro istruzione. Fu quindi determinato, di concerto anche col Comandante del 6° Dipartimento:

1° Di richiamare nelle Provincie Settentrionali e Centrali le Brigate di Modena, Acqui, Pinerolo, e cinque Battaglioni di Bersaglieri, e di surrogarle solo colla Brigala Marche ed un Battaglione di Bersaglieri. Vi si aggiunse più tardi lo scambio della Brigata Granatieri di Lombardia con quella dei Granatieri di Toscana.

2° Di dare il cambio ai quaranta quarti Battaglioni distaccati coi primi Battaglioni degli stessi loro rispettivi Reggimenti. però dieci quarti Battaglioni appartenenti a Reggimenti stanziati in Sicilia, furono bensì mandati anch’essi alla sede del Corpo, ma furono surrogati dai primi Battaglioni di altri Reggimenti stanziati nell’Alta Italia.

Fu poscia anche determinato di richiamarne tre Reggimenti di Cavalleria.

Gli stessi motivi consigliarono di diminuire i presidii della Sicilia di due Battaglioni, richiamando tutti i quarti Battaglioni che v’erano distaccati e surrogandoli coi dieci quarti Battaglioni distaccati nelle Provincie Napoletane nell’isola, appartenenti ai Reggimenti che già erano di stanza in Sicilia e coi quarti Battaglioni di altri 4 Reggimenti. Similmente avuto riguardo ab considerevole aumento recato all'Arma dei Carabinieri Reali a cavallo, fu determinato di richiamare il Reggimento Cavalleggeri di Alessandria mandandolo alla stanca. in Saluzzo.

Perche poi durante l’operazione nessun punto delle Provincie Napoletane o Siciliane si trovasse soverchiamente sguarnito di forze, l'operazione fu attuata lentamente, così che ben pochi Battaglioni vi si trovarono contemporaneamente mancanti.

Essa cominciò colla partenza dagli Abbozzi (24 febbraio), di alcuni Battaglioni della Brigata Modena cui fu immantinenti surrogata la Brigata Marche e quindi della Brigata Pinerolo, e dei quarti Battaglioni degli altri Reggimenti surrogati prontamente dai primi Battaglioni del Reggimento rispettivo, previi sempre, gli occorrenti avvisi fra i Comandanti del Dipartimento perdente del ricevente.

Le Truppe scambiale tennero quattro diverse vie, cioè una piccola parte la via dell’Umbria (viaggiando per tappe e scambiandosi ai confini), altre per l’Adriatico. da Manfredonia o Brindisi, ad Ancona e viceversa, altre per la ferrovia meridionale, da Ancona a Foggia aperta appunto in quella primavera, altre finalmente pel Mediterraneo da Napoli a Genova, e taluno a Livorno e viceversa.

La via dell’Adriatico venne interrotta dopo i. primi trasporli e surrogala dalla ferrovia meridionale per guasti successi nei piroscafi del Governo, e specialmente per l’investimento avveduto all’isola di Tremiti la notte dall’11 al 12 marzo del vapore; il Lombardo, che trasportava da Ancona a Manfredonia il 3° Battaglione del 55 Reggimento. Nessun danno però n’ebbero le persone che furono poi trasportate, a destinazione dal Dora e dal Confienza.

La maggior parte però delle truppe fu trasportata per la via del Mediterraneo Con vapori postali od altri legni del Governo e con legni noleggiati, fra i quali l’Indostan e sopratutto il Bresil. per tal fine i quarti Battaglioni partenti dal 6° Dipartimento si recavano dalle varie loro stanze a Napoli per le vie ordinarie, alcuni da Reggio di Calabria per mare. Di mano in mano che arrivavano a Genova, il Comandante di questa Divisione ne avvisava per telegramma i mandanti dei rispettivi Dipartimenti affinché partissero tosto per la ferrovia alla volta di Genova i primi Battaglioni del rispettivo Corpo che dovevano surrogarli.

I tre Reggimenti di Cavalleria richiamati nell’Alta e nella Media Italia vennero per tappe senza inconvenienti di sorta. Furono invece colà trasportati sul Bresil, dall’aprile al luglio, oltre a 700 cavalli, la massima parte di nuova rimonta, destinati ai Corpi di Cavalleria stanziati colà.

Contemporaneo e coordinato con quello delle Provincie Napoletane fu il cambio dei Battaglioni stanziati in Sicilia. Gli ultimi squadroni dei Cavalleggeri di Alessandria, ebbero una traversala tempestosa e così travagliosa pei cavalli che, sbarcati a Genova fu forza differire di 5 o 6 giorni il loro viaggio ulteriore, perché potessero risanare delle contusioni e ferite sofferte.

La partenza dei Corpi e Battaglioni richiamati dal 6° Dipartimento diede naturalmente luogo a parecchie altre. dislocazioni intese principalmente a lasciare mai scoperto il servizio contro il brigantaggio, e l’arrivo loro dell’Alta e Media Italia fu causa di altre dislocazioni ordinate al fine di procacciare loro le stanze più opportune a ristorarsi dai disagi sofferti che, specialmente pei la Brigata Pinerolo, erano stati assai gravi. Le più importanti di tali dislocazioni si possono desumere dal citato Specchio XXVL

Omettiamo similmente di far particolar menzione delle altre frequenti mosse di truppa avvenute dall’uno all’altro presidio del 6° Dipartimento secondo i vari bisogni che suscitava la lotta col brigantaggio, e (l)più specialmente al fine di dai qualche riposo a truppe affrante non tanto dalle fatiche, quanto. dalla mal aria siccome avvenne principalmente al 7° e 12° Reggimento di Fanteria.

Le molte altre dislocazioni avvenute o pel cambio ordinario dei distaccamenti, o per servizi d’ordine pubblico, o per formazione o scioglimento di Corpi, o per invio di nuove leve dai Depositi ai rispettivi Corpi; o per altri motivi non diedero luogo ad accidenti mollo notevoli..

L’Esercito fu alcune volte utilmente sussidialo così nei servizi di piazza come in quelli d’ordine pubblico dalla Guardia Nazionale. Tuttavia poiché non erano ancor determinate con sufficiente chiarezza e precisione le attribuzioni dell'Autorità militare e della Guardia Nazionale allorché questa sia chiamata a qualche servizio od a qualche funzione o solennità, fu istituita di concerto fra i Dicasteri dell'Interno e della Guerra, una Commissione incaricata di preparare un apposito provvedimento, il quale emano poi infatti col R. D. del 26 gennaio 1865. Già col R. D. 24 settembre precedente si era anche surrogalo un nuovo Regolamento a quello del 31 luglio 1862 sulle Guardie Nazionali mobilizzate, con qualche aggiunta o modificazione consigliata dall’esperienza che se n’era fatta a questi ultimi anni...

E poiché mi accade di ragionare di nuovo dei rapporti dell’Esercito con altri Corpi ed altre Autorità, ricorderò il dubbio sorto e poi risolto con N. M. 6 febbraio 1865, circa gli onori che debbano rendere le truppe ai Prefetti quando siano in divisa ed n forma pubblica, i quali definiti già dal Regolamento di disciplina erano stati poi notevolmente modificati da posteriori disposizioni. La questione recata innanzi al Comitato superiore delle varie Armi, addì 22 dicembre 1864, esso emise una deliberazione che è pregio dell’opera riprodurre nella sua parte più sostanziale.

“Gli onori che le Truppe rendono alle Autorità militari sono una manifestazione necessaria dei principii di disciplina e subordinazione che stanno a base di ogni militare organamento, mentre quelli resi ad altre Autorità non sono che un semplice atto di deferenza consigliato dalle convenienze, e non bisogna che una troppo larga comunanza di prerogative sotto siffatto rapporto venga a scemare il prestigio. in cui i gradi militari devono mantenersi in faccia all'Esercito.

“Questa considerazione fu senza dubbio che motivò la differenza stabilita dai Regolamenti di disciplina fra gli onori dovuti, dalle Truppe alle Autorità militari, e quelli da rendersi atte Autorità ecclesiastiche o civili. Il Comitato crede conveniente che tale differenza si mantenga, è perciò che riguarda più particolarmente i Prefetti, desso trova un nuovo motivo a conferma di questo. suo giudizio in quanto si pratica in Francia ove ebbe origine l’istituzione di siffatta carica.

“Il Regolamento francese sul servizio nelle Piazze e nelle Guarnigioni pubblicato in sullo scorcio del 1863; riproducendo all'art. 333 le norme già da lungo tempo in vigore in Francia anche sotto il regime costituzionale, prescrive che per i Prefetti in divisa le Truppe abbiano a schierarsi portando le armi, i tamburini tenendosi pronti a battere ed trombettieri a suonare.

“Conviene inoltro osservare che ove si ammettesse che gli onori da rendersi ai Prefetti fossero uguali a quelli dovuti ai Luogotenenti Generali, non si potrebbe a meno di modificare eziandio; in modo analogo quelli che a termini dei nostri Regolamenti competono ai Magistrati della Corte di Cassazione, della Corte dei Conti ecc., in corpo, od in deputazione.

“Per i motivi dianzi esposti il Comitato è di unanime parere che i Prefetti abbiamo od essere trattati come lo sono in Francia; cioè che presentandosi essi in divisa ed n forma pubblica, le Truppe, dopo essersi schierate debbano, solo; se di Fanteria, portare le armi in parata senza rulli di tamburo; se di Cavalleria, portar le armi senza chiamata di tromba.

Tale deliberazione fu mandata ad effetto colla mentovata Nota che la estese però anche ai Sotto Prefetti, ed n conformità al disposto dal Regolamento di disciplina (§ 84).

VIII

Dell'istruzione militare

Come l’istruzione delle truppe fu assidua cura dell’antica Amministrazione militare Subalpina, cosi fu costante argomento delle sollecitudini dei Ministri della Guerra del Regno d’Italia., né v’ha forse parte del servizio militare che non abbiano, procurato di promuovere incessantemente per mezzo dell’istruzione, cosi teorica come praticarne alcun grado, anche elevato della Milizia che non sia stolto, per essa, chiamato a perfezionarsi nella cognizione e nell’adempimento, dei suoi doveri.

Questa istruzione multiforme e diversa, secondo le diverse Armi, i diverbi gradi e i diversi intenti che si propone, può ridursi a tre capi principalmente, cioè all’istruzione pratica e teorica strettamente militare ed ndispensabile, ad abilitare i militari dei varii gradi all'adempimento del servizio loro proprio, all’istruzione di perfezionamento anch’essa in parte pratica ed n parte teorica ed all’istruzione di metodo destinata a somministrare all’Esercito distinti istruttori; e ad imprimere nell’istruzione dei varii Corpi uniformità di metodi e d’indirizzo. L’istruzione propriamente militare, si. porge, presso i Corpi; e riceve, ai Campi d’istruzione la sua più ampia esplicazione, l’istruzione di perfezionamento e quella di metodo hanno luogo, parte presso i Corpi parte, plesso le Scuole normali, o presso le Scuole speciali appositamente istituite. Delle Scuole d’applicazione, che consideriamo piuttosto come complemento degli Istituti Utilitari, si ragionerà nel paragrafo seguente.

Le istruzioni militari pratiche sul Regolamento di esercizi furono nel 1864 condotte in guisa, giusta le raccomandazioni fatte dal Ministero, che all’aprirsi dei Campi istruzione le truppe fossero in grado di profittare al più presto possibile dell’istruzione campale, né fossero obbligate ad impiegare il tempo riservate a quest'ultima nelle Scuole di dettaglio che possono farsi nei presidii. Colla stessa alacrità furono proseguite, dalle Armi di linea le altre istruzioni pratiche pre scritte dal Regolamento di disciplina, nelle epoche per ciascuna di esse, fissate. La Scuola del tiro fu particolarmente. raccomandata, ed a viemmeglio accertarsi del suo andamento, il Ministro prescrisse, con N., M. 25 novembre se gli trasmettesse in ciascun, anno uno specchio de’ suoi risultati.

Dell’istruzione acquistata sul tiro le Truppe:diedero anche saggio al Tiro Nazionale in Milano dove furono mandati a rappresentare l'Esercito 3 militari per ogni Reggimento di Fanteria e 6 per ogni Reggimento di bersaglieri.

Oltre ai premi conseguiti ai bersagli riservati per l’Esercito. (L. 4155) essi concorsero altresì a tutti i tiri cui furono ammesse le armi d’ordinanza e vi guadagnarono premi per la somma di L. 14000 allinei rea, oltre a parecchi minuti premi di medaglie e simili. Tutti i Reggimenti concorsi al Tiro ebbero parte alte vincite. Le più cospicue toccarono ai Reggimenti 38° (1460), 29° (1216), 3° Granatieri, 2° Bersaglieri, 62°,6° Bersaglieri e 30°.

Qui dobbiam ricordare come l’istruzione sul tiro e l’altra sulle armi che fanno parte del Regolamento per gli esercizi della Fanteria del 1852 vennero del tutto riformate per R. Decreto del 17 marzo 1864, a seconda delle variazioni avvenute in questi ultimi anni nel congegno delle Armi e nello sviluppo delle teorie militari. Similmente con N. M. 24 dicembre venne pubblicata e sottoposta ad esperimento definitivo una prima parte di un nuovo Regolamento di esercizi per l’Arma di Bersaglieri che n’era tuttavia mancante.

Contemporaneamente all’istruzione militare pratica tutti i Corpi dovettero attendere all’istruzione teorica in conformità delle prescrizioni che per ciascun grado, sono accuratamente divisate nel Regolamento di disciplina.

Le Armi speciali attesero anch'esse alla propria istruzione tecnica analogamente a quanto era prescritto per le Armi comuni.

I Reggimenti d'Artiglieria eseguirono le Scuole del tiro nei poligoni loro rispettivamente assegnati ((10)). Lo Specchio XXVII indica il numero e le specie dei tiri eseguiti in tal circostanza dà ciascun Reggimento. La 6(a) Compagnia del 9° Reggimento esegui esercitazioni sul Po con quel materiale speciale.

Dal suo canto l’Arma del Genio potè, dar maggiore sviluppo alle Scuole di zappa, mina, e quelle di costruzione di ponti di circostanza, di forni di campagna e simili.

Con non minor alacrità furono promosse le Scuole di perfezionamento che possono partirsi la due classi secondoché o si limitano a. sviluppar le facoltà fisiche ed intellettuali del solito, ovvero. spingendosi più oltre intendano ad uno scopo, pressoché esclusivamente militare.

Nella prima classe vogliono annoverarsi le Scuole di ginnastica, di bastone, di nuoto, è principalmente le Scuole di lettura, scrittura, aritmetica, geometria, composizione e simili materie istituite pei Sott’uffiziali, Caporali e Soldati, le quali istruzioni mentre riescono di grande utilità all’Esercito sviluppando la robustezza o l’intelligenza del soldato, sono anche per lui d’insigne beneficio delle occorrenze della Vita civile.

Alla seconda classe appartengono invece la Scuola superiore dei Sott’Uffiziali ove vien loro somministrata un’istruzione elementare sulla fortificazione, sulla topografia, sul tiro è sulla contabilità, ma principalmente le Scuole tecniche per gli Uffiziali, la. Scuola di Cavallerizza pei Capitani dr Fanteria, ed altre, con simili.

Delle Scuole di ginnastica, di bastone e di nuoto non abbiamo a ricordare altre di notevole salvoché fu estesa a tutti i Corpi dell’Esercito (11 aprile) l’istruzione che già prima d’allora era stata approvata per le Scuole di nuoto dell’Arma d’Artiglieria.

Lo Specchio XXVIII rappresenta i risultati delle Scuole Reggimentali. però esso si riferisce esclusivamente alle Truppe stanziate nell’Alta e Media Italia, giacché quelle delle Provincie meridionali non ebbero agio di attendervi.

SI ebbero dunque:

Dal principio dell’anno scolastico 1863-64 107,460 allievi
Nuovi avuti nel corso dell’anno 17,662 id.

125,422 id.
Da cui deducendo gli esenti 20,705 id.
Avrebbero frequentalo le Scuole 104,417 allievi
Ripartiti cioè:

Della Fanteria di linea 79577 allievi
Dei Bersaglieri. 6905 id.
della Cavalleria 7734 id.
Dell’Artiglieria 4858 id.
Del Coni 3489 id.
Dei Treno d’Armata. 1362 id.
Del Corpo d’Amministrazione e dei Cacciatori Franchi 792 id.

104,447 id.


Per distruzione di detti 104,000 uomini si tennero in ciascun Corpo; da 10 a 12 Scuole quali sono indicate nello Specchio; suddivise però in sezioni secondo il numero degli, allievi la diversità delle materie, e le altre norme stabilite dal Regolamento. Ciascuna Scuola ebbe un maggiore o, minor numero di lezioni coll'intervento di un maggiore o minor numero di allievi troppo diverso secondo la diversità dei casi perché sia possibile ed utile ridurle ad una classificazione abbastanza chiara e succinta. Diremo solo che i giorni di scuola furono in media da 60 a 70 per ciascun Corpo; alcuni Corpi ebbero anche 90 alcuni altri appena 40. Il numero complessivo delle lezioni date fu di circa 94,000. Undicimila allievi all’incirca profittarono abbastanza delle Scuole per esser trasferti alla classe superiore nel corso dell’anno od agli esalai finali. L’istruzione degli altri sebbene men compiuta, riuscirà pur sempre, molto proficua, special niente per quelle molte migliaia di giovani Soldati che, venuti sotto le armi digiuni di ogni arte del leggere o dello scrivere, ritorneranno alle case loro provveduti almeno delle prime nozioni più indispensabili, che stimolati dall’utile sapranno svolgere ed applicare in misura proporzionata alla loro condizione ai vari bisogni del viver domestico e civile.

Incagliate dalle frequenti dislocazioni, dai molti distaccamenti, dalla difficoltà in molli presidii di aver locali opportuni e sufficienti, dalla convenienza in questo primo periodo di costituzione dell’Esercito Nazionale, di. dare la preferenza alle istruzioni più strettamente militari e da tanti altri accidenti quanti sono quelli inerenti alla vita militare, le Scuole Reggimentali porsero tuttavia frutti non dir spregievoli. Ciò nondimeno il riferente non si dissimulò che poteva riuscir, utile introdurre qualche modificazione nel loro ordinamento, sia semplificandolo, sia recidendone qualche elemento meno utile è raccogliendo gli sforzi in quell’istruzione che sia più necessaria o di più sicuro profitto, epperò preparo quell’ordinamento che non ha guari ebbe l’onore di rassegnare all’approvazione di V. M.

Al fine di vieppiù stimolare lo zelo degli insegnanti il Ministero pubblicò nel Giornale Militare, come fu già detto, il nome degli Uffiziali che presso le Scuole Reggimentali avevano reso più distinti servizi.

Anche per le Scuole tecniche degli Uffiziali, il Ministero pubblico il nome Scuole Tecniche degli Uffiziali che si erano distinti nell’insegnamento, e di quelli altresì che ne avevano tratto maggior profitto.

Ciò nondimeno nell’intento di promuoverne lo sviluppo esso prescrisse al riaprirsi delle Scuole (D. M. 28 novembre) alcune nuove norme ch’egli ha cagione di sperare siano riuscite proficue; prescrisse cioè 7 che alle consuete materie di esse Scuole (operazioni secondarie della guerra, topografia ecc. fortificazioni campali) si aggiungesse amministrazione e la contabilità conforme ai programmi del 10 dicembre 1862, 2(a) parte) che le altre materie fossero insegnate conformemente ai programmi pubblicati dal Corpo di Stato Maggiore che alle. Scuole, fossero tenuti: sola gli Uffiziali che non abbiano compiuto il 30° anno di età. E finalmente (questo era la disposizione più importante) che l’insegnamento ne fosse affidato ad Uffiziali provenienti dalla Scuola normale, che per tal fine appunto il Ministero aveva istituito l’anno precedente, presso il Corpo di Stato Maggiore che però l'insegnamento delle diverse materie e delle operazioni secondarie della guerra, specialmente dovesse essere completatola una istruzione pratica di cui il Corpo di Stato Maggiore aveva somministrato le norme nella Scuola oradetta.

La Scuola di Cavallerizza pei Capitani di Fanteria ebbe luogo secondo il consueto nei varii presidii che ne presentavano l’opportunità.

Le Armi d’Artiglieria e del Genio attesero naturalmente ad istruzioni speciali loro proprie. per l’Arma d’Artiglieria fu istituita nell’inverno una Scuola superiore pei Sott’uffiziali che aspirino al grado di Uffiziale, presso ciascun Reggimento d’Artiglieria ed una Scuola preparatoria per gli Uffiziali subalterni provenienti dalla classe dei Sott’Uffiziali, e proposti pel grado di Capitano.

D’altra parte si Sfecero presso i vari laboratori d’Artiglieria due corsi successivi per gli artifici da guerra in servizio degli uomini di Bassa forza, ed un’altra speciale pei cannonieri, e venne fatta facoltà ai Comandanti dei Reggimenti di scegliere quattro Cannonieri per Compagnia o Batteria, onde porgere loro l’istruzione, pratica a letteraria occorrente ad abilitarli ad esercitare il grado di’ Caporale.

Similmente nell’Arma del Genio furono continuate le Scuole speciali tecniche pratiche dell’Arma, e con Nota del 19 novembre fu istituita in Alessandria una Scuola telegrafica di mesi sei per gli Uffiziali, e di mesi tre pei Sott’Uffiziali e Caporali, nello scopo di abilitarli a valersi dei telegrafi elettrici in campagna.

L’Arma del Genio aveva già compilato un'istruzione sul maneggio in campagna del materiale telegrafico.

Anche l’istruzione degli Uffiziali del Corpo di Stato Maggiore fo accuratamente promossa, sì cogli ordini dati perché venissero convenientemente esercitati in occasione dei Campi d’istruzione, sì Colla destinazione dei giovani Uffiziali del Corpo presso i Reggimenti d’Artiglieria ove devono, procacciarsi, quell'esperienza dei servizio in genere e di quello d’Artiglieria specialmente che agli Uffiziali di Stato Maggiore è necessaria.

Or venendo all’istruzione dì metodo o normale che voglia dirsi destinata a formare istruttori ed a dare a tutte le militari istruzioni un indirizzo uniforme ed n ogni sua parte coordinato, è superfluo avvertire che a questo medesimo scopo concorre in molte punti l’istruzione propriamente militare è fucila di. perfezionamento, in quanto abilitano i graduali, ad'istruire alla lor volta i loro dipendenti. Devono anzi principalmente considerarsi come istruzioni di metodo 0 normali presso t Corpi quelle che; a mene dd Regolamento di disciplina si fanno agli istruttori ed agli allievi istruttori, e quelle che si danno ai Monitori delle Scuole Reggimentali ((11)).

Le Scuole normali invece di Fanteria, di Cavalleria e dei Bersaglieri furono anche in parte Scuole di perfezionamento.

Ma prescindendo, da questo naturale intreccio di materie troppo intimamente connesso, ne giova far più particolare, menzione delle Scuole normali oradette dopo aver fatto qualche ceno di alcune altre Scuole state temporaneamente istituite.

Già abbiam mentovato la Scuola normale istituita nell’inverno 1863-64 presso il Corpo di Stato Maggiore all’intento di formare abili insegnanti per le Scuole tecniche degli Uffiziali. Soggiungiamo che v’intervennero 17 Uffiziali, nell’anno seguente si riaperse la Scuola e ve ne intervennero 25.

Due altre istruzioni normali vennero istituite sol Governo delle armi e sulla contabilità. Sull’uso e sulla conservazione delle armi fu aperto verso a metà di agosto un corso d’istruzione della durata di due mesi presso la Fabbrica d’armi di Torino, ed un altro in Brescia a cui convennero 80 Uffiziali subalterni scelti in 40 Reggimenti di Fanteria. La Scuoia di contabilità, già iniziata. nell’anno precedente ebbe termine in febbraio; ma un nuovo Corso di 40 Uffiziali si ricominciò al 1° aprile che termino col 30 ottobre, a cui succedette un altro Corso ancora al 1° di dicembre.

Finalmente ad introdurre nell’insegnamento della, ginnastica più sicuro indirizzo. a perfetta unità di sistema, fu istituita presso la R. Militare Accademia una Scuola normale diretta dal Professore cav. Obermann, di cui è nota in Italia la singolare abilità, e vi vennero chiamati alcuni militari di Bassa forza dei varii Corpi, ma più specialmente, parecchi Allievi dei Battaglioni di Figli di militari. Il Corso fa reso vieppiù compiuto ed utile per alcune lezioni sulla struttura del corpo umano che vi porse un altro distinto Professore il cav. Gamba; l’esito attestato da un esperimento finale corrispose per ogni verso all’aspettazione, e nel Giornale militare furono pubblicati i nomi (N. M. 3 ottobre) degli Allievi che si erano maggiormente, distinti.

Veniamo ora albe Scuole normali. Come ebbi l’onore di ricordare a V. M. in una recente occasione, esse avevano dovuto (quella di Fanteria specialmente). deviare alquanto a questi ultimi anni dal primitivo loro scopo ed era d uniformar nell’Esercito le istruzioni pratiche del servizio per attender invece a compiere l’istruzione tuttavia deficiente di una parte dei nuovi Uffiziali che per l’urgenza dei bisogni erano stati rapidamente promossi. Tuttavia già nel 1862 ((12)) e quindi nel 1863 e nel 1864 si potè pensare a restituirle almeno, parzialmente al loro scopo primitivo provvedimento che ora si è terminato di attuare in seguito dalla proposta sottoposta dappoi a V. M.

Il corso della Scuoia di Fanteria, cominciato al fine di gennaio 1864 ebbe termine al fine di luglio previo il solito esperimento sostenuto innanzi al Generale Ispettore conte Scozia, di Calliano. Essendosi però avvertito, come siffatti Corsi semestrali riuscissero troppo brevi per dare all’istruzione uno sviluppo sufficiente, fu determinato ritornando alle norme che anticamente reggevano la Scuola, di assegnar loro una durata di 9 mesi, che unito a 3 mesi d’intervallo fra i due Corsi, viene a costituire un periodo annuo. D’altra parie invece di chiamarvi 4 Uffiziali, 6 Sergenti e 6 Caporali di 20 Reggimenti furono chiamati 2 Uffiziali, 4 Sergenti 2 Caporali e 2 Soldati per ciascuno degli 80 Reggimenti di Fanteria, cosicché venne raddoppiato il numero degli Uffiziali e quasi triplicato quello della Truppa chiamato alla Scuola e il benefizio ne fa esteso contemporaneamente a tutto, l’Esercito. Or siccome in Ivrea non si avrebbe, avuto edifizio di sufficiente capacità per’ fin Corso così numeroso, la Scuola fa trasferta a Colorno (Parmense) dove si avevano disponibili più ampi locali sebbene la soppressione avveduta in quel frattempo del Collegio di Parma, porse più tardi l’opportunità di trasferirla anche più convenientemente in quest’ultima città. ad Ivrea fa trasferta da Asti la Scuola di Musica che in quest’ultimo presidia si trovava in termini piuttosto angusti.

Il corso. della. Scuoia normale dei Bersaglieri in Livorno cominciato negli ultimi mesi del 1863, ebbe termine in giugno, alla qual epoca il Luogotenente Generale cav. Di S. Pierre ebbe ad ispettarla ed esaminarne i risultati i quali, per quanto, riguarda, la Bassa forza, riuscirono assai lodevoli. Il Corso fa ricominciato in ottobre senza però che ne fosse modificata la forza quale era Stata determinata nel Corso precedente. Bensì la durata fa recata da sei ad otto mesi.

Rispetto alla Scuola di Cavalleria il Ministero considerò lungo tempo se non occorresse per avventura modificarne l'ordinamento e fece in proposito alcuni studi che però ebbero maggiore sviluppo ed esito definitivo nell’anno seguente.

La Scuola fu ispettata lungo l’anno dal Luogotenente Generale cav. Griffinì, ed al fine dell’anno dal Luogotenente Generale conte Valfrè.

I Campi d istruzione ebbero luogo nei primi Dipartimenti, cioè sulle Lande

di S. Maurizio, a Somma, al Ghiardo, a Bagnacavallo ed a Foiano, e vi convenne la maggior parte delle Truppe stanziate ripartitamente nei rispettivo Dipartimento, in due distinti periodi, di due mesi all'incirca ciascuno, ad eccezione del Campo del dipartimento che,ebbe tre periodi di 30 giorni ciascuno. Nel 2° periodo del campo di S. Maurizio ed n(:) ambedue i periodi di quello di Somma vi convennero due Divisioni di Fanteria, in tutti gli altri una Divisione soia nel. 3° periodo dei campo di Bagnacavallo una sol. Brigata, in tutto 13 Divisioni ed una Brigata, ossiano 27 Brigate. Non potè parteciparvi la Brigata Pinerolo, tuttora affranta dai mali sofferti nelle provincie Meridionali.

Convennero inoltre ai campi 12 Reggimenti di Cavalleria (4 nel 4 Dipartimento, 3 nel 2° Dipartimento, 4 nel 3°, 2 nel 4° e 2 nel 5°) e finalmente una forza proporzionata. di Bersaglieri e Batterie d’Artiglieria, e delle Armi sussidiarie del Treno e del Genio.

Dallo Specchio XXXIX apparisce altresì la composizione e la fetta di ciascun Campo, e quali Corpi vi siano intervenuti.

I Campi ebbero principio nei primi giorni di giugno subito dopo le feste dello Statuto, e terminarono il 25 Settembre, alcuni giorni prima dell'epoca prestabilita, in conseguenza dell'agitazione politica manifestatasi in Italia dopo pubblicata la Convenziono del 15 settembre.

Essi furono comandati sotto l’immediata autorità del Comandanti. di Diparpimento, dai seguenti Luogotenenti Generali, cioè:

A S. Maurizio, dai L. Generali Bixio (1° periodo) e Pianell (2° periodo).

A Somma, dai L. Generali Petitti (1° periodo), e Nunziante (2° periodo).

Al Ghiardo, dai L. Generali Righini (1° periodo), e Grifoni (2° periodo).

A Bagnacavallo, dai L. Generali Mezzacapo (1° periodo), Pinelli (2° periodo) e Casanova (3° periodo).

A Foiano, dai L. Generali Cadorna (1° periodo), e Regis (2° periodo).

Al Campo di Somma (1° periodo) intervenne S. A. R: il Principe ereditario Comandante la 1(a) Divisione, come intervenne al Campo di S. Maurizio, S. A. R. il Principe Amedeo Comandante il 1(o) Reggimento, di Fanteria.

Al. Campo di S. Maurizio la Fanteria doveva essere alloggiata nelle baracche, le Armi a cavallo accantonate. La Cavalleria non potè però esservi mandata, che verso il principio di luglio, per difetto che vi si aveva di paglia prima che fossero. fatte le messi; ed anzi dovette rimanere accampata fino al fine di quel mese.

Agli altri Campi tutte le Truppe dovevano bensì essere accantonate, ma però ne doveva sempre rimanere nna parie attendata succedendosi le une alle altre, così che tutte rimanessero sotto le tende un egual numero di giorni.

Però questa norma non fu perfettamente osservata al 1° periodo del Campo di Somma in cui la coltivazione dei bozzoli suole occupare nel mese di giugno la maggior parte dei locali ove potrebbero alloggiare le truppe, ondeché per non disturbare quell’operazione si fecero accampare sette Reggimenti di fanteria, e si mantennero per oltre un mese sotto le tende. Un’altra difficoltà presenta quella regione nella scarsità dell’acqua, per vincer la quale si colloco un’intiera Divisione sulle sponde del Ticino, una Brigata a destra, l’altra a sinistra, una Brigata sulla Strofa ed un Reggimento a Gallarate. per metter poi in comunicazione le Brigate alla destra del Ticino, fu costrutto un ponte nello spazio di tre ore non ostante la pioggia dirotta caduta in quel giorno e la notte precedente, l’altezza e la rapidità della corrente che era di 2(m),50. ad agevolare inoltre i trasporti segnatamente dell'arqua dal Ticino furono costrutti, dai Zappatori del Genio 1845 metri di strada nuova e riattatine 706.

Dapprincipio alcuni abitanti di Bagnacavallo e dei Comuni colà vicini di Lago e di Alfonsine, è taluni abitanti altresì di Foiano si dimostrarono ritrosi ad accogliere le Truppe accantonate allegando considerazioni igieniche, ma sopratutto le molestie che trae seco, l’alloggio delle Truppe presso i privati. Ma altri abitanti si opposero non meno caldamente invocando il Campo come insigne beneficio agli agricoltori ed ai commercianti. D’altra parte alcune considerazioni igieniche, dedotte segnatamente dalla distanza degli accantonamenti dal Campo di Bagnacavallo e confermate dall’esperienza, indussero il Comandante, del 1° Dipartimento a prescrivere verso la metà di luglio che tutte le Truppe, salvo l’Artiglieria, fossero attendate.

Già fin dal mese di febbraio era stato prescritto ai Corpi di ordinare l'istruzione delle Truppe in guisa che al momento del loro intervento al Campo avessero compiuta quella di dettaglio, ondeché colla Circolare N. 8 del 15 maggio fu stabilito che nel 1° mese del Campo la Fanteria fosse esercitata sulla scuola di Battaglione e di Cacciatori, e in tutte quelle operazioni secondario della guerra cui possa esser chiamato un Battaglione isolato, e quindi sulle evoluzioni di Reggimento; la Cavalleria e l’Artiglieria ricevessero l'istruzione corrispondente a quella ora detta.

Nel secondo mese, ultimate le evoluzioni di Reggimento, dovevano intraprendersi quelle di Brigata fatte prima per Arma, poi per Brigate miste di varie Armi, quindi marce manovre per Brigata, in cui dovevano osservarsi tutte le pratiche prescritte del Regolamento pel servizio in campagna e delle istruzioni sulle operazioni secondarie della guerra. Nella ultima quindicina dovevano eseguirsi manovre di Divisione e marce manovre di Divisione accompagnate dall’occupazione e difesa di posti, rimanendo anche te Truppe lontane qualche notte dal Campo. Alle marce manovre di Divisioni isolate dovevano seguirà quelle di due Divisioni riunite ai Campi dove ne erano due

La Fanteria doveva compiere l’istruzione sul tiro. Inoltre al Campo di San Maurizio e di Somma la Fanteria di linea ed Bersaglieri dovevano attendere altresì all’istruzione sul tiro di combattimento secondo le norme prescritte per D. M. 8 giugno. per le esercitazioni le Truppe ebbero una dotazione di 400 cartucce a polvere per ciascun uomo della Fanteria di linea, di 420 pei Bersaglieri, di 30 pella Cavalleria, 50 cartocci per ciascun pezzo d’Artiglieria. In qualche Campo fu ecceduta questa misura, in altro si potè fare qualche risparmio.

Le istruzioni furono condotte in conformità degli ordini del Ministero, sebbene il grado d’istruzione assai disuguale fra le varie Truppe convenute a ciascun Campo frapponesse dapprincipio qualche difficoltà. In ogni periodo progredendosi gradatamente dalle minori alle maggiori frazioni di truppa e nell’applicazione dei vari temi delle operazioni secondarie della guerra dai più facili ai più difficili, si giunse abbastanza rapidamente alle evoluzioni ed alle marcie manovre e fazioni campali di Brigata e di Divisione e di Corpo d’Armata State prescritte, procurandosi che tutti acquistassero la maggior cognizione pratica del servizio in campagna in tutte le sub parti, ma principalmente di sviluppare il senso pratico ed l colpo d’occhio militare dei Comandanti ed anche degli Uffiziali inferiori. Perciò fu indirizzata la loro attenzione allo studio complessivo dei terreni, delle condizioni di fatto di ogni natura, ed esercitato il loro intelletto a quella prontezza di concepimento e rapidità di esecuzione che è condizione essenziale di. riuscita nei fatti di guerra.

Le Truppe accampate ebbero occasione di far bene la scuola di attendamento e specialmente quella di avamposti; in qualche Campo fu fatta anche con particolar diligenza dalla Fanteria la scuola di zappa.

Il Campo di S. Maurizio (1° periodo) fu chiuso con una marcia-manovra sino a Strambino ed Agliè che durò, quattro giorni ivi compresa una fazione campale. Nel 2° periodo che non potè durare più di 40 giorni, doveva esser chiuso con una marcia manovra di dieci giorni la quale dava speranza dì riuscir perfettamente, quando dovette interrompersi con generale rincrescimento dopo il quarto giorno pel richiamo delle Truppe a Torino.

Al Campo di Somma, la vicinanza del Ticino permise di fare l’istruzione sul passaggio dei fiumi, ed l primo periodo infatti fu chiuso con una. marcia manovra combinata col passaggio del Ticino per sorpresa operazione in tempo di guerra difficilissima e che fu eseguita con esito soddisfacente. 1 pontieri stabilirono il ponte con maravigliosa destrezza e rapidità. Reggimenti dì fanteria impiegarono nel passaggio da 12 a 15 minuti ciascuno, i quattro Squadroni di cavalleria 30 minuti. Le troppe che dovean quindi pei vie diverse ed a diverse distanze guadagnare l’erto altipiano, di Varallo-Pombia e giungervi contemporaneamente, eseguirono assai bene il difficile movimento.

L’ultima fazione del 2° periodo doveva essere invece un passaggio del fiume di viva forza a Tornavento. Il ponte fu gittato in 56 minuti, se non che, a mezzo del passaggio delle colonne, si ruppe urtato da un barcone che, contro i fatti divieti, veniva navigando da Castelletto. Una parte del ponte trasportata dalla corrente per oltre due chilometri, fu poi fermata e riunita all’equipaggio mercé l’energia dei pontieri e dei loro Uffiziali;

In talun Campo (a Foiano) si. profitto delle ricordanze storico militari che porgevano i luoghi, non solo per far meglio comprendere agli Uffiziali ed eseguire le regole dell’arte, ma per porgerne loro un più ampio e pieno concetto mercé il paragone delle regole antiche colle moderne e per conseguente delle variazioni successe nell’arte medesima.

I risultati, a quanto appare dalle relazioni dei Generali Comandanti, risposero Risultati dei campi all’aspettazione. Tutte le Afoni. e gli Uffiziali di ogni grado e classe ebbero a, trarne molto profitto; i Comandanti progredirono notevolmente, nel modo di ap. prezzare le posizioni e di applicare al terreno i precetti, detta tattica. Le Truppe vi, acquistarono insieme colla maggior istruzione maggior agilità e robustezza, mercé le fatiche giornaliere gradatamente accresciute, cosicché furon rarissimi gli esempi di soldati rimasti addietro nelle marcie quantunque assai lunghe e faticose.

I Generali Comandanti chiamati a stendere un rapporto sommario sull’andamento del Campo ebbero essi pure una nuova occasione di raccogliere ed ordinare i loro concetti, di avvertire inconvenienti ed imperfezioni nella pratica del servizio, e nell’istruzione dei Corpi e di fare osservazioni e proposte dal Ministero altamente apprezzate sui miglioramenti che possano introdursi nei vari rami del servizio.

Nè minore utilità dovettero ricavare gli Uffiziali di Stato Maggiore esercitandosi in tutte le pratiche dei servizio loro affidalo in campagna, nonché nella compilazione del Diario storico militare e delle memorie topografiche statistiche-militari e sulle manovre campali ove ebbero ampio campo di esercitare l’ingegno sia nella descrizione e nell’apprezzamento delle operazioni militari sia nello studio dei terreni, considerati nei toro molteplici rapporti colle dette operazioni e delle condizioni militari d’ogni specie che hanno per. l’arte della guerra qualche importanza.

Per accertare più specialmente l’esito dell’istruzione della Cavalleria e la capacità dei Comandanti di quell’Arma fu inviato al fine di luglio al Campo di S. Maurizio il Luogotenente Generale conte di Sambuy, ed a quello di Somma. il Luogotenente Generale conte De Sonnaz Maurizio.

La disciplina del resto si è conservata in tutti i Campi assai lodevole, nessun Disciplina disordine di qualche importanza, le mancanze poche e leggere, il contegno delle Truppe lieto e contento. A quest’uopo erano trattenute nelle ore non riservale alle istruzioni in giuochi e sollazzi atti a rallegrare la mente ed esercitare il corpo, rimedio efficace all’ozio ed alla infingardaggine. Alcune feste militari giovarono a sollevarle dalle, lunghe fatiche onde viemmeglio stringere i loro rapporti di simpatia colle popolazioni, le quali d’altra parte ebbero a. mostrar Soddisfatte del lodevole contegno serbato verso di loro.

Lo stato sanitario fu anch’esso generalmente assai buono. A questo ne erano inculcate al soldato quelle avvertenze e quei precetti non solo che si contengono nel Regolamento di disciplina, ma quelli altresì che richiede la speciale condizione dei Campi, sì rispetto ai cibi ed alla nettezza della persona, sì rispetto alla giacitura ed alle altre contingenze proprie di quella circostanza,

Al Campo di S. Maurizio v’ebbe qualche frequenza di febbri in agosto e settembre proprie per verità di quella regione, e fomentate fors’anco dà certe circostanze locali cui non è impossibile in qualche parte di riparare. Mentre quanti invece vi furono le oftalmie (103 su 17 mila uomini fra cui 64 granulosi) e le altre malattie. La mortalità fu mitissima; di 6 uomini soltanto in 40 giorni.

Al Campo di Foiano si notarono nel 2° periodo febbri alquanto frequenti originate però non da quel clima, ma dai climi insalubri della frontiera pontificia da cui procedevano le Truppe. 11 medesimo si osservo al Campo di Somma (1° periodo) dove i malati ascesero in media a quattro per ogni mille uomini al giorno, vale a dire a 4,736 per le Truppe accampate, a 3,284 per le accantonate ((13)). Il numero dei malati dall’11 circa per % che era al principio del Campo, discese al 7,35. Nel 2° periodo i malati discesero da 4 per mille al giorno che entravano sul principio allo spedale od all'infermeria a 2 per mille.

Al Campo del Ghiardo le Truppe partirono in condizioni sanitarie molto migliori che non v’erano andate; il numero dei malati che era al principio del 1° periodo del 11 ½ per % discese al 5 per % e così pur discese pel 2° periodo dal 8 al 4,25 per %.

I servizi amministrativi I servizi amministrativi procedettero dappertutto in modo soddisfacente.

Le Truppa cagionarono, in occasione dei Campi com’era inevitabile non ostante le cure più diligenti, alcuni danni alle proprietà private che però non furono ne molti né gravi, e vennero abbastanza sollecitamente accertati è risarciti ((14)) A quest’uopo ed anche al fine di premunire l’erario dall'artifizio di taluni che sogliono indugiare i loro richiami. nello scopo di far prevalere pretese, esagerate, il Ministero diede particolareggiate istruzioni (12 giugno) per la fissazione di termini perentori ai danneggiati, la formazione di una Commissione chiamata a verificarne i richiami, e pel procedimento da osservarsi in proposito.

Concludendo: ai Campi convennero pressoché i tre quinti dell’Esercito Italiano, (mentre gli altri due quinti si travagliavano nelle Provincie meridionali nella lotta penosa bensì, ma non priva di qualche istruzione, contro il brigantaggio), e si ha ogni ragione di credere, che la Truppa vi abbia acquistato non solo quella istruzione più ampia e pratica e quelle più perfette abitudini militari che sono il proprio scopo di siffatta istituzione, ma altresì quella maggiore omogeneità e coesione dei vari suoi elementi che è più particolar bisogno dell’Esercito e della patria italiana.

Qualche breve cenno. ne giova ora soggiunger circa i vari altri mezzi d’istruzione che il Ministero ha direttamente od almeno indirettamente promosso nell’Esercito.

Vengono m primo luogo le biblioteche militari. tre nuove ne furono stabilite a Casal Monferrato, a Siracusa ed a Caltanisetta, e recate perciò a 37. Tutte furono alimentate colla somma di 9. 0,000 lire che pei tal uopo sono stanziate in bilancio, ripartita proporzionatamente alla maggiore o minore importanza dei rispettivi presidii. per l’acquisto delle opere si è prescritto con N. M. 6 marzo qualche maggiore cautela e si è concessa per la loro distribuzione agli Uffiziali, qualche maggiore agevolezza che ne basterà aver qui accennato.

Non ultimo argomento dell’amore agli studii militari che. va crescendo nell’Esercito, né mediocre, mezzo di diffondere e promuovere gli studii, sono gli scritti che parecchi distinti Uffiziali vennero pubblicando anche nel 1864, alcuni dei quali avvalorati dall’espresso autorevole consenso del Ministero della Guerra,

Fra queste pubblicazioni menzioneremo segnatamente:

1° Il Giornale d’Artiglieria ((15)).

2° Il Giornale del Genio.

3° L’Italia Militare.

4° L’Annuario dell’Italia Militare.

5° Il Genio all’assedio d’Ancona e nella Campagna della Bassa-Italia del 1860-1864.

6° Là relazione sulle operazioni dell’Artiglieria negli assedii di Gaeta e Messina.

7° Il trattato sulla costruzione delle Batterie.

8° Le lezioni sul passaggio dei fiumi in servizio della Scuola d’applicazione.

Fra le pubblicazioni del Giornate del Genio meritano speciale ricordo le seguenti:

a) Tipi normali per le diverse Armerie.

b) Memorie sai Campo dì Beverloo sugli stabilimenti militari dell’Inghilterra, e sugli edilizi militari della Francia, dei Colonnello Castellazzi.

c) Studii sulle stabilità dei tetti, del Colonnello Sechero.

Fra le pubblicazioni del Giornale d’Artiglieria vogliono annoverarsi le seguenti:

Sunto storico dello scoppio avvenuto il 18 novembre 1863 nel Polverificio di Scafati.

Resoconto sull’abbuonamento delle canne da fucile.

Motivi dell’adozione del sacco da terra francese.

Resoconto delle esperienze d’Artiglieria eseguite nel 1863.

Resoconto delle esperienze eseguite col pendolo detto balistico a scintilla. d’induzione.

Finalmente fra i mezzi d’istruzione che 11 Ministero promosse sempre fra Uffiziali è che raccomando loro anche con disposizioni, favorevoli, voglionsi ancora annoverare i viaggi all’estero. Quindi è ch’egli affido loro talvolta speciali missioni segnatamente. dove per cagion di guerra si ha miglior occasione di acquistare la pratica e l’esperienza. dell’arte militare..

Così fin dal 1863 un Uffiziale Superiore di Stato Maggiore fu mandato agli Stati Uniti d’America per seguirvi gli Eserciti, combattenti e raccogliervi quelle informazioni che ai progressi dell’arte militare fra noi potessero esser più utili ed egli continuo a rimanervi nel 1864. Così ancora due Uffiziali furono inviati, nello Schléswig Holstéin allo stesso scopo.

IX

Degli Istituti militari

Non Ostante le assidue cure impiegate dal Ministero sin dalla costituzione del Regno al fine di riordinare gli Istituti militari proporzionandoli ai bisogni del nuovo Esercito ed alle condizioni particolari dell’Italia, non deve il riferente dissimularsi che l’opera era naturalmente lenta e difficile per la natura sia dei problemi che con essa si devono risolvere, sia dei mezzi che devonsi adoperare, ondeché essa lasciava ancora al principio del 1864 alcunché da desiderare. Sebbene gli Istituti superiori fossero definitivamente costituiti, i Collegi secondari riordinati, ed il corso degli studi stabilmente determinato mancava ed n parte manca tuttora un definitivo assetto dell'amministrazione e della disciplina interna, dei Programmi d’insegnamento, dei libri di testo, alle quali cose tutte convien procedere con molta ponderazione. Arroge che l’opera del Consiglio superiore chiamata principalmente a sussidiare l'Amministrazione Coll’Autorità dei suoi lumi e della sua esperienza, venne spesso incagliata dall’assenza di suoi. Membri distratti da altri servizi, ondeché V. M. si indusse col Decreto del 5 settembre ad accrescerne il numero. Non ostante tutte queste difficoltà, gli Istituti militari fin dagli anni passati poterono soddisfare in gran parte al loro compito e procedettero nel 864 molto regolarmente, intantoché il Ministero continuava a compiere don parziali provvedimenti e generalmente a seconda dell’avviso del Consiglio superiore alcune lacune sia dell’ordine disciplinare sia scolastico sia anche amministrativo e provvedeva per via di ispezioni affidate a vari Uffiziali Generali a recar la più oculata vigilanza nel loro andamento. Giova ora entrare in qualche maggior particolare.

Li Specchi XL è seguenti rappresentano l’andamento scolastico e disciplinare degl’istituti superiori e secondari e principalmente l’esito degli esami di ammissione, di promozione è di uscita paragonato anche con quello degli anni precedenti.

Dallo Specchio XL si raccoglie come sia sempre stato dal 1861 in poi e sia tuttora scarso il concorso dei giovani delle varie Provincie ai Collegi militari, fatta ragione delle vaste proporzioni in cui questi furono istituiti, e ciò non ostante le 400 mezze pensioni gratuite Che il Governo concede ai figli di militari ed impiegati. Causa ben naturale di tale scarsità è l’indirizzo tutto speciale dei Collegi per cui v’entrano solo coloro che hanno una recisa predilezione per gli studii militari o che vi sono allettati dalla mezza pensione gratuita, e taluno. ancora che mal riesce nei consueti studi Civili.

Vero è che quando in via eccezionale si fecero ammessioni non nel solo primo anno di Corso, ma anche negli anni successivi, il reclutamento ne fu molto agevolato. Di questa guisa nel 1861 si ebbero 435 ammissioni oltre quelle contemplate nello Specchio XL e circa 50 nel 1862; però è noto come siffatte ammissioni riescano pericolose per la disciplina.

Rispondendo adunque i Collegi a’ bisogni reali bensì ma eccezionali, il Ministero si persuase dell’opportunità di, ridurli; or siffatta riduzione poteva attuarsi, o sopprimendone alcuno, ovvero mantenendoli tutti affine di secondare nelle varie regioni del Regno lo sviluppo ancora lento in Italia dello spirito, militare, ma riducendoli però a proporzioni assai minori come sarebbero quelle de’ Licei civili. però essendo manifestamente esiguo il concorso al Collegio di Parma e premendo provvedere in Firenze per gli urgenti bisogni che vi creava il trasporto della Capitale, il Ministero si attenne,al primo partito sopprimendo i Collegi stabiliti in quelle due città.

Lo Specchio XLIII rappresentando il numero degli allievi dei Collegi rimandati in ciascun anno di Corso, porge anche una sufficiente idea dell’andamento degli studi, come lo Specchio XLII rappresenta il movimento generale degli allievi medesimi.

I risultati ottenuti furono abbastanza soddisfacenti, dacché la massima parte dei concorrenti di quella provenienza riuscì a vincer la prova per l’ammissione agli Istituti superiori, ed anzi occupo di gran lunga la maggior parte dei posti vacanti nell'Accademia.

Passando. ora all’andamento scolastico degl’istituti superiori, lo Specchio XLIV rappresenta qual fosse la popolazione in allievi di ciascun Istituto al 4 gennaio 1864, le diminuzioni e gli aumenti avvenuti, e se ne raccoglie che la Scuola militare di Fanteria sostenne gravi diminuzioni, perocché le nuove ammessioni riuscissero notevolmente inferiori alle uscite. L’Accademia’ militare invece, e la Scuola di Cavalleria rimasero presso a poco della stessa forza. L’ammessione dei nuovi allievi ebbe luogo come gli anni precedenti previo un esame di concorso sostenuto innanzi ad una Commissione per tal fine istituita e. mandata nei principali centri del Regno. Il numero dei giovani che domandarono l’ammessione agli esami, e di quelli che si presentarono fu complessivamente di poco inferiore a quello degli anni precedenti, come appare dallo Specchio XLI, ma, classificato secondoché essi provengono dai Collegi o dall’insegnamento civile, presenta un notevole aumento pei primi, ed una diminuzione pei secondi.

L’aumento dei concorrenti provenienti dai Collegi è naturale effetto dello sviluppo di questi ultimi; però è da avvertire che nel 1864 si raccolsero i frutti delle ammissioni numerose avvenute nel 1859 e nel 1860, quando i Corsi erano quinquennali, come nel 1865 si raccoglieranno i frutti delle ammessioni numerose anch’esse avvenute nel 1861 e quelle ad un tempo del 1862. Invece negli anni venturi può dubitarsi, siccome già fu accennato, che il contingente dei Collegi sia per scemare di nuovo. La diminuzione dei concorrenti civili pare debbe attribuirsi, principalmente a ciò che l’entusiasmo per la carriera militare, stato singolarmente eccitato dai maravigliosi casi degli anni precedenti, doveva naturalmente nel ricomporsi della pubblica cosa intiepidire d’alquanto.

La differenza fra le domande di ammissione agli esami e l’effettiva presentazione proviene in parte dà materiale impedimento, in parte per gli allieti del Collegi dall’esito men fortunato degli esami interni, pei borghesi da mutato proposito.

Il risultato dell’esame fu (Specchio XLI) che pel reclutamento dell’Accademia si ottenne un contingente superiore al bisogno, che sarebbe stato di 80, a 90 allievi; per quelli invece delle Scuole di Fanteria e di Cavalleria fu assai inferiore.

Il numero degli allievi riconosciuti idonei (vedi Specchio XLII). classificato per Provincia, d’origine accenna, come negli anni precedenti, ad una riguardevole prevalenza dei giovani delle Provincie antiche, conseguenza anche del loro maggior concorso ai Collegi; però è notevole ch’essa tende continuamente a scemare, mentre invece tende a crescere il contingente segnatamente delle altre Provincie ondeché si può preveder non lontano il tempo in cui anche per questo rispetto il concorso delle Provincie diverse venga meglio ad equilibrarsi.

Il numero similmente degli allievi riconosciuti idonei classificato, secondoché provengono dai Collegi militari o dall’insegnamento civile, e paragonato col numero dei concorrenti presentatisi agli esami, dimostra (Specchio suddetto).

1° Che quasi tutti gli. allievi, dei Collegi riuscirono felicemente nella prova.

2° Che invece quelli provenienti dall'insegnamento civile fallirono nella enorme proporzione del 70 per %.

3° Che questi ultimi si mostrarono per la massima parte deficienti nelle matematiche (42 p. %) e nelle lettere francesi (48 p. %)

4° Che né i soli Collegi, né il solo insegnamento civile avrebbe bastato al reclutamento, onde si abbisognava, essendo troppo scarsa nei Collegi la popolazione degli allievi, e negli Istituti civili l'istruzione appropriata alla carriera militare

5° Che però i Collegi contribuiscono principalmente ad alimentare l'Accademia, e sono per essa attualmente di assoluta necessità, mentre le Scuole di Fanteria e di Cavalleria ricevono dall'insegnamento civile un contingente assai più cospicuo.

Il concorso avendo somministrato un numero di candidati superiore al bisogno. per l’Accademia, ed nferiore. invece per le Scuole di Linea, il. Ministro assegni a queste ultime ih conformità del Regolamento gli ultimi riconosciuti idonei all’Accademia, e per l’ammessione alfe, Scuole di Linea abbasso la media richiesta ad. otto punti invece dì dieci per quei giovani però soltanto che avessero ottenuto i dieci punti pelle materie più importatiti, cioè nelle lettere italiane e nelle matematiche. Si ebbero pertanto ammessi nell'Accademia N° 86 allievi ((16)); nella Scuola di Fanteria 170, in quella di Cavalleria 60, oltre a quelli che dall’Accademia vennero trasferti all’una od all’altra Scuola di Linea.

Come appare dallo Specchio XLIV gli Istituti superiori hanno somministrato nel 1864 all’Esercito 389 Uffiziali, cioè 54 alle Armi speciali, 335 alle Armi di Linea ((17)), oltre un allievo uscito Sott'Uffiziale nelle Armi speciali per difetto di età.

Lo scarso Contingente somministrato alle prime dimostra come opportunamente l’Amministrazione abbia sempre rivolto i suoi sforzi ad assicurarne il reclutamento; l’eccedenza invece degli allievi riusciti idonei per le Anni di Linea rispetto alle vacanze avvenute costrinse il Ministero a differire di alcuni mesi, la nomina a Sottotenente degli ultimi promossi.

Il numero degli allievi rimandati agli esami finali dell’Accademia fu considerevole, sia pel 3° anno di corso, sia anche pel 1° e pel 2° (Specchio XLIII). Non così avvenne presso le Scuole militari, di Fanteria e di Cavalleria; però è noto che gli allievi rimandati ad un primo esame sono ammessi a ripeterlo quando soddisfacciano a certe condizioni; or se si considera solo quel primo esame se ne ha il risultato seguente per, tutti gli anni di corso presso ciascun Istituto, cioè per l’Accademia.

Il numero degli allievi rimandati agli esami finali dell’Accademia

Pare da questo Specchio che gli allievi provenienti dall’insegnamento civile riuscirono in complesso d’alcunché superiori a quelli provenienti dai Collegi militari, ma questa superiorità è anche maggiore presso la Scuola militari di Fanteria, dové si ebbero i risultati Seguenti.


Scuola militari di Fanteria

I ripetenti sono considerati, a parte ed è degno ai nota lo scarsissima profitto che se. ne può aspettare.

Negli allievi provenienti dall’insegnamento civile sì comprendono quelli che vennero dai corpi di Truppa, i quali infatti hanno generalmente, ricevuto negli Istituti civili la loro prima istruzione, ma deducendo anche questi si avrebbero pei Soli allievi provenienti immediatamente dal detto insegnamento le proporzioni seguenti:

Pel 2° Anno di Corso. Esaminati 160, promossi 137, 80 p. %

Pel 1° Anno di Corso. Esaminati 84; cioè l’81 p. %

Venendo ora a ragionare delle poche variazioni occorse nell’ordinamento degli Istituti già fu ricordata la soppressione dei Collegi di Parma e di Firenze occasionata principalmente dallo scarso concorso degli allievi. Giova soggiungere: che gli allievi dei Collegi soppressi furono trasferii ai Collegi conservati, con tale avvertenza che fossero in egual proporzione distribuiti. fra gli uni e gli altri giovani di maggioro è quelli di più tardo ingegno.

Altra notevolissima riduzione fu attuata nel Personale insegnante dei Collegi, dacché il ripario definitivo stato adottato nel 186 3 delle lezioni per ciascuna classe e materia, dimostro come la Pianta approvata col R. Decreto 23 novembre 1863 eccedesse d’alquanto i bisogni; la riduzione fu di un Direttore di spirito e di nove insegnanti per ciascun Collegio e dovrà essere anche maggiore quando lo comporti il numero degli allievi, né tuttavia per queste riduzioni fu col. locato in aspettativa un numero d’insegnanti proporzionatamente molto considerevole (V. Specchio XX),(:)perocché già per l'addietro l'amministrazione avesse proceduto nelle nomine ai posti vacanti con molta cautela e sobrietà.

Qualche riduzione avvenne, anche nel Personale di Governo, la della Scuola di Fanteria per la diminuzione dei numero degli allievi, sfa dei Collegj mercé l’ordinamento degli allievi in tre Compagnie rispondenti ai tre anni di corso.

Finalmente fu risolta la grave questione delle attribuzioni dei Professori aggiunti, ovvero adoperarsi solo. in Sussidio di questi ultimi. Dopo molta ponderazione fu riconosciuto che questo ultimo sistema utilissimo negli Istituti superiori dove le classi d’insegnamento possono essere molto numerose, non lo è più nei secondarii dové esse non devono oltrepassare in media i 46 allievi, e che perciò dovevano i Professori aggiunti aver attribuzioni identiche a quelle dei titolari appunto come i Professori reggenti nei licei civili.

Per queste varie determinazioni, oltre a qualche non grave modificazione m tradotta in alcuni. programmi per l'ammissione e per l'insegnamento, si può dirò che fu dato al personale insegnante ed all'insegnamento stesso un assètto definitivo. Non è da omettersi dei tutto un nuovo corso di disegno appropriato ai bisogni dell'Esercito che immaginato da un benemerito Uffiziale in ritiro si viene pubblicando per cura di un abile editore.

L’andamento disciplinare dei varii Istituti apparisce dalla colonna 4 e 5 delli Specchi XLIV e XLV ov’è indicato il numero dei giovani rimandati da ciascun Istituto alle loro famiglie o da essi richiamati; i Collegi di Napoli e di Parma presentane un Contingente proporzionatamente più grave.

Degli inconvenienti che parvero nascere dal grado di Sottotenente onde, erano per l’addietro fregiati gli allievi del 3° anno dell’Accademia e dei provvedimenti fatti in proposito abbiam già ragionato più sopra (pag 66), come altresì abbiate. già accennato (pag. 58) alle difficoltà che s’incontra nel reclutamento del personale di Governo, segnatamente di quello di Bassa-forza pei Collegi secondarii.

Del servizio religioso e sanitario appena accade accennare la generale rivaccinazione prescritta agli allievi, non avendosi, del resto cosa, alcuna meritevole di menzione.

Della Scuola d'applicazione di Stato Maggiore; e di quella d'Artiglieria e del Genio. occorrono pochi cenni. La prima continuò ad alimentarsi, fra gli Uffiziali subalterni delle Armi di linea che soddisfacevano alle prescritte condizioni di età. Di 60 concorrenti 49 vinsero la prova. Allo scadere del 1864 il primo anno di corso contava 24 Uffiziali, il secondo anno 27. La Scuola, d’applicazione d'artiglieria e del Genio creata il 1° settembre 1863, riordinata il 28 gennaio 1864, si trovo col settembre di quest’anno definitivamente costituita. mercé apertura del suo secondo anno di Corso.

L’età di ammissione ai Battaglioni dì figli, di militari fu con notabile modificazione alle norme prima vigenti recata nel 186 dagli anni 14 ai 16 affinché gli allievi non debbano rimanere nell’Istituto più di due anni prima di contrarre l'arruolamento nell'Esercito. Ed infatti considerato come poi lo scopo che. si vuol ottenere da tali istituti di aver giovani soldati atti a divenir presto abili Caporali e Sott’Uffiziali, un corso di tre anni, di studi fosse soverchio sopratutto se gli allievi sono già provveduti come devono esserlo di una prima istruzione elementare. Potendosi quindi senza inconvenienti, ridurre il corso di un anno, potrà anche ridursi di un terzo la forza, degli allievi, senza che i Battaglioni cessino di somministrare all'esercito un Contingente eguale a quello che per l’addietro. Questa riduzione permise di. sopprimere il Battaglione che si aveva in Firenze (sotto la denominazione di Collegio pei figli di militari); che si era divisato di trasportar a Spoleto trasferendone; gli allievi parte al Battaglione di Racconigi, parte a quello di Palermo; permise altresì di ridurre alle proporzioni di un Battaglione solo i due Battaglioni di Maddaloni.

Del rimanente le ammissioni furono come al solito, numerose, benché come al solito fossero scarse le domande per i giovani dell’Italia Centrale e della Sicilia. però importando che tutte le provincia siano in questi Istituti convenientemente rappresentate, si ebbe cura di fare ai concorrenti delle provincie suddette quelle preferenze che le norme vigenti consentivano.

La disciplina lasciò qualche cosa a desiderare specialmente presso l’Istituto Garibaldi a Palermo, dopo da venuta, colà degli allievi trasferitivi di Firenze, e l’Amministrazione ebbe il riaccrescimento di dovere ricorrere ad energici provvedimenti.

L'insegnamento è generalmente dato in quegli Istituti dal Cappellano e da Maestri elementari, ì quali ultimi sono pagati con fondi proprii dell’Istituto medesimo. I Cappellani, e Maestri che al 1° gennaio erano 39, furono ridotti al 25 di dicembre a 28 per effetto principalmente delle avvenute soppressioni.

Fu anche osservato che dopo un qualche spazio di tempo parecchi allievi risultavano inabili alla milizia; a questo sconcio fu provveduto inculcando vie maggior diligenza agli Uffiziali sanitari incaricati delle visite per le ammissioni subordinando le ammessioni stesse ad una visita ulteriore del Medico di Dipartimento.

I Battaglioni hanno somministrato nell’Esercito durante il 1864 N°( )451 Soldati, ed hanno ricevuto circa 300 nuovi allievi.

Giova soggiungere che parecchi allievi dell'ultimo anno di corso, furono chiamati al Corso normali di ginnastica già più sopra accennate e che uscirono abili e distinti istruttori. Cosi pure alcuni altri che si erano dimostrati assai abili nel disegno furono destinati presso il Corpo, di Stato Maggiore per tentarvi carriera di disegnatori e di incisori, al qual fine doveva esser loro impartita apposita istruzione.

La Scuola di musica somministro nel 1864 all’Esercito N° 73 Musicanti; Trombettieri e Tamburini, e verso il fine d’anno fu trasferta dà Asti ad Ivrea(. )senza però che cessasse, di dipendere dal Corpo dei Veterani ed Invalidi.

Gli Istituti militari di educazione femminile sotto tre: il Ritiro per le figlie di militari in Torino, quello di San Nicola alla Strada, quello del(; ) Gesù in Monreale (Sicilia) cui converrebbe però ancora aggiungerete Scuole per le ragazze del Corpo Veterani ed invalidi.

Nessuna nuova ammissione ebbe luogo nel Ritiro di Monreale, ove il numero delle ricoverate ascendeva nel 1864 a 44. Il Ritiro San Nicola alla Strada dipendente m parte anche dal Ministero Interni e dalla Marina attende purè un nuovo ordinamento preparato appunto dal Ministero Interni. Intanto 40 giovani che si trovavano in più urgenti strettezze vi furono ricevute. Il numero delle giovani carico del Ministero della Guerra era al 31 dicembre di 241.

Finalmente il Ritiro delle figlie di militari che al principio del 1864 contava 8 alunne, ne ricevette 6 nel corso dell’anno, e ne perdette tre ritirate dai loro parenti rimanevano 62 al 31 dicembre. L'amministrazione e la disciplina vi precedettero con perfetta regolarità, ma rendendosi ciò nondimeno manifesta la necessità di qualche miglioramento si avvisò a riformarne il regolamento, affine di dare alle alunne una istruzione che le metta meglio in grado di provvedere convenientemente alla propria sussistenza. Intanto poiché l’assegnamento di L. 120 solite a corrispondersi ad ogni alunna nuovamente ammessa per provvederla di corredo, riusciva manifestamente insufficiente il Ministero l’avviso opportuno di recarlo a L. 300. Inoltre, avuto riguardo alle strettezze economiche dell'istituto, gli accordò un sussidio di L 2000.

Delle Scuole femminili, presso il Corpo dei Veterani ed invalidi, basterà accennare che precedettero secondo il consueto assai regolarmente.

X

Giustizia militare

Con altra apposita Relazione già ebbi l'onore di ragguagliare V. M. dell'andamento dell'amministrazione della Giustizia penale militare durante gli anni 1861-62-63-64, ed io non bo qui che ricordare quella parte appunto che all'anno 1864 si riferisce, paragonandola anche coi risultati del precedente anno 1863, ed aggiungendovi qualche più particolare ragguaglio che cominciato a raccogliersi solo in questi ultimi anni, non aveva potuto trovar luogo in quella Relazione complessiva.

Lo Specehio XLVI rappresenta l'andamento generale di tutti i procedimenti stati comunque trattati innanzi ai Tribunali militari durante il 1864 paragonato con quello del 1863. Devo però avvertire che vi è contemplato il numero effettivo degli imputati, e non già quello dei procedimenti né quello dei reati. È ovvio infatti che parecchi procedimenti comprendendo più d’un individuo ciascuno, il numero loro deve riuscire inferiore a quello degli individui, siccome d’altra parte, uno stesso individuo essendo talvolta imputato di parecchi reati il numero di questi è maggiore di quello degli imputati. Ma siccome il numero e da qualità di questi ultimi è quello che più importa di avvertire, perciò sii questa verseranno principalmente le presenti considerazioni, non senza accennar tuttavia a suo luogo quello che possa esservi di notevole, sia nel numero effettivo dei processi sia in quello dei reati.

Dallo Specchio XLVI, si raccoglie adunque che al principio del 1864 si avevano 300 militari sottoposti a. procedimento in meno che alla stessa epoca del 1863, e 3500 in più di processi contro persone non militari, onde un’eccedenza complessiva di 3200 processi, natural conseguenza della giurisdizione conferita ai Tribunali militari colla Legge di agosto 1863 sui renitenti, sugli imputati di brigantaggio ecc.

Il numero totale degli individui denunziati nell’anno fu di 20040, però deducendone N°( )1964 rimandati ad altro Tribunale, che compariscono indebitamente anche presso questi ultimi come nuovi, si ha il numero effettivo di 18076 denunciati, dei quali però men della meta appartengono all’esercito, cioè:

Militari 8139
Renitenti 5343
Subornatori 622
Briganti o manutengoli 3895
Guardie Doganali o di Pubblica Sicurezza 77

18076

Nel 1863 si ebbero invece N° 23491 denunciati fra cui 12724 militari, 7121 renitenti, ondeché si ebbe nel 1864 una diminuzione di N. 4582 denunce di militari e 1740 di renitenti, ed un aumento invece di 1368 briganti e manutengoli.

Come diminuì il numero delle cause, cosi diminuì quello delle condanne e dei giudizi pronunciati. V’ebbero quindi 2100 condannati militari in meno che nel 1863, sebbene per l’aumento di 1469 condanne contro persone non militari siasi avuto soltanto la diminuzione complessiva di poco più che 600 condanne. È tenuto conto dell’avvenuto aumento di assolutorie e dichiarò di non farsi luogo; non che delle morti successe, durante il. procedimento, il numero delle persone giudicate nell’anno o dalle Commissioni d’inchiesta o dai Tribunali sarebbe inferiore, appena, di 156 non ostante la(; ) diminuzione avvenuta nelle denuncie, perocché i Tribunali, profittando dell’agio che veniva lor fatto dal numero scemato delle cause nuove, poterono spedirne un viemaggior numero di antiche, scemando così di un quarto l’arretrato che avevano al 31 dicembre 1863.

Infatti il numero delle persone sottoposte a procedimento che al 1° di gennaio era di 8558, discese al 31 dicembre a 6557 con una diminuzione di 2409 militari ed un aumento di 408 persone non militari che importa una diminuzione complessiva di 2001 imputati.

Conchiudendo si ebbe una diminuzione riguardevolissima di denunzie e di condanne contro militari, compensate però in parte da un aumento di denunzie e di sentenze, contro persone non militari.

Imputati militari

Or scendendo a considerare più particolarmente ciascuna categoria di imputati, ed anzitutto gli imputati militari, che sono proprio argomento di. questa Relazione, giova premettere questa generale avvertenza, che né il numero dei denunziati, né quello neppur delle condanne apparente dagli Specchi annessi, non esprimono l’effettivo numero dei militari fattisi colpevoli nel 1864, giacché la massima parte dei condannati in contumacia viene condannata di nuovo in contradditorio e comparisce perciò due volte, oltreché una parte anch’essa considerevole, venne condannata per reati commessi, negli anni precedenti. per ricavare dalla statistica il numero effettiva dei reati Commessi in un determinato periodo di tempo, sarebbe stato necessario introdurvi operazioni soverchiamente complicate ed. inoltre superflue, perocché l’Amministrazione abbia altri mezzi più semplici per giungere,al medesimo intento. Infatti la difficoltà versa essenzialmente sui conti di diserzione, giacché ì reati militari non accompagnati da diserzione sono prontamente conosciuti e puniti, e Io sono pure la maggior parte dei reati misti, che del resto diedero luogo appena al 10 per cento delle. condanne in contraddittorio. Ora il numero dei disertori di ciascun anno ricavandosi da altre informazioni amministrative, basta aggiungervi il numero dei reati in servizio o misti apparenti dalla statistica per avere un ragguaglio tanto approssimativo al vero quanto da cosiffatte statistiche possa sperarsi. Infanti se alcuni pochi di questi ultimi reati furono commessi nell’anno precedente ed alcuni pochissimi in epoca più lontana, essi sono compensati ad un dipresso da quelli che, commessi in quest’anno, saranno giudicati nell’anno venturo.

Così per esempio sapendosi che il numero delle diserzioni commesse dalla

Truppa nel 1864 ascende (pag 69) a 2366
Ed aggiungendovi condannati per altri reati militari 967
per reati misti 585
Si ha il totale degli uomini di Bassa-forza riconosciuti colpevoli di reati militari o misti in
3918
a cui aggiungendo ancora le condanne pronunziate contro militari da Tribunali ordinari
187
Si ha il totale di reati 4105

che porge un sufficiente criterio delle condizioni morali dell’Esercito durante il 1864. Ma se queste notizie di fatto sono necessarie ad apprezzare in modo assoluto siffatte condizioni, non tolgono però che la statistica giudiziaria porga. solido fondamento ad altre, ulteriori induzioni, ed una. misura certa anche essa di quella che diremmo movimento morale dell'Esercito, come apparirà dalle osservazioni che verremo svolgendo.

Uffiziali

l nuovi procedimenti istituiti nell'anno 1864 contro gli Uffiziali furono 58 (Specchio XLVI), onde si ebbe la diminuzione di oltre la metà delle denuncie prodottesi nell'anno precedente, segno certo e lietissimo delle migliorate condizioni disciplinari.

Furono definiti i procedimenti di 78 Uffiziali, e fra questi ne furono condannati 27, cioè il 35 per %; assolti o dichiarati non farsi luogo, furono in complesso 51 cioè il 65 per %, con proporzione affatto inversa da quella che si osserva pel complesso dei militari giudicati. Le assolutorie ascesero a circa il 35 ½ per cento e le dichiare al 29 ½ per cento (Specchio XLVII) e così di nuovo, contrariamente e quanto avviene rispetto alla Bassa-forza, le assolutorie eccedono notevolmente le proporzioni delle deliberazioni favorevoli della Commissione d'inchiesta. Nel 1863 le condanne erano appena dei 27 per %, ondeché appare che se le accuse furono men frequenti, l’esito fu però nel 1864 alquanto più severo. Cionondimeno la sproporzione delle condanne, col numero dei giudizi sarebbe ancora ben singolare se non dovesse attribuirsi in gran parte a ciò che l'Amministrazione sollecita anzitutto del decoro degli Uffiziali, non esita a promuover giuridici procedimenti ogniqualvolta si manifestino a loro carico indizi, di qualche gravità, ancorché non accompagnati da tutto quel corredo di prove che suolsi richiedere nell’amministrazione della giustizia ordinaria. Essa infatti sa troppo bene quanto nuoca alla dignità ed all’autorità del grado ogni sospetto, quando si trascuri di appurarlo, e quanto importi di metter fuori di controversia la condotta e il contegno degli Uffiziali.

Il numero dei condannati ascese ad 8 pei reati di diserzione, ad 8 per gli altri reati militari; ad 11 per reati di prevaricazione, cioè alla metà dei giudicati pei primi; e per gli altri ad una proporzione molto inferiore? Relativamente alla forza totale degli Uffiziali che come abbiamo veduto a suo luogo ascendeva. ad. oltre 15 mila il numero dei condannati fu alquanto inferiore al 2 per mille.

I reati di Uffiziali. che richiesero maggior tempo alla definizione del giudizio furono, com’è naturale argomentare, quelli di prevaricazione per cui si impiegarono in media 252 giorni ciascuno. I reati in servizio non richiesero invece che 60 giorni ciascuno. Quindi ancora appare che i reati di prevaricazione voglionsi per la maggior parte imputare agli anni precedenti.

Fra i processi rimasti in corso al 31 dicembre, se ne hanno cinque che risalgono ad epoca anteriore al 1864; però tre riguardano contumaci; due Uffiziali soltanto sono ditenuti.

Un Uffiziale fu condannato dai Tribunali ordinari alla pena del carcere per ferite e percosse; due Uffiziali assimilati lo furono per frodi e simili reati (Specchio LIII).

Sott’Uffiziali, Caporali e Soldati

Furono denunciati pel 1864 N° 8081 individui di Bassa forza (oltre 1201 rimandati ad altra giurisdizione) (Specchio XLVI) cioè circa il 2,80 per % della forza totale dell’Esercito che però tenuto conto di gran parte dei contumaci che compariscono due volte si riduce a poco più del 2 per %. Si ebbero quindi 10470 giudicati, rimanendo in corso di giudizio 2586 imputati con una diminuzione verso il 1863 di 4519 denunciati (35 per %), di 2455 giudicati (26 per %) e di 2389 processi rimasti in corso.

Su queste cifre occorrono anzitutto alcune osservazioni:

Fra gli 8081 denunciati, o direm meglio, fra gli 8081 di cui fu iniziato nell’anno il procedimento, 6745 lo furono per diserzione (Specchio XLIX bis), sebbene le diserzioni effettivamente commesse ascendano solo a 2366 (pag. 69 e 104), la qual differenza proviene da che in quel primo numero sono compresi: 1°' N° 1827 prosciolti 0 rimandati ad alita giurisdizione; 2° gran parte di contumaci arrestati e quindi giudicati in contraddittorio che perciò compariscono due volte; 3° moltissimi individui già condannati in contumacia negli anni precedenti arrestati 0 presentatisi, e condannati di nuovo in contraddittorio nel 1864; 4° e finalmente molti disertori degli anni precedenti, di cui in qualche Tribunale si era trascurato di iniziare il processo perché contumaci.

Vuolsi, quindi avvertire il numero cospicuo degli imputati rimandati ad altra giurisdizione. Essi etano saliti nel 1863 ad oltre 1200 con aggravio notevolissimo dell'Erario, con danno anch’esso grave dei ditenuti, sopratutto degli innocenti, ed anche con qualche detrimento al decoro della giustizia militare. Allora ne fu fatta l’osservazione, avvertendo come questo dovesse probabilmente essere effetto di qualche imperfezione della Legge penale. Nel 1864 codesti rinvii salirono ancora ad un numero di ben poco inferiore, ma. siccome buona parte deve attribuirsi alla soppressione di cinque Tribunali, è lecito argomentarne che qualche miglioramento, si è già introdotto sull’applicazione della Legge, intantoché la Legge stessa, venga, quando. veramente ne sia il caso, riformata.

Il numero dei giudicati non corrisponde precisamente per la ragione già detta al principio di questo paragrafo al numero dei reati loro imputati che fu d’alquanto superiore; v’ebbe cioè un’eccedenza di 447 diserzioni, di 71 altri reati militari (tra cui 16 d’insubordinazione, 20 di disobbedienza, 25 di vendita, pegno ed alienazione di effetti militari) e di 43 reati comuni (fra cui 26 di furto, truffa e simili). Sono ovvie le cause che danno luogo a questo maggior numero di reati; . del resto, ascendendo esso appena al 5 per % degli imputati, ed al 7 per % delle condanne, non può influire sulle ulteriori nostre considerazioni.

Finalmente del N° di 2586 imputati che ai 31 dicembre 1864 apparivano sottoposti a giudizio dovrebbero esser dedotti N° 840 soldati sbandati dell’antico Esercito Borbonico stati indebitamente compresi nei loro Specchi da qualche Tribunale, dedotti i quali e dedotti gli altri contumaci si hanno in attesa di giudizio al 31 dicembre 1864 N° 874 ditenuti di Bassa forza, cioè meno del 3 per mille.

Fra i processi rimasti in corso ve ne hanno 1143, vale a dire oltre ai due quinti, che risalgono ad epoca anteriore al. 1° gennaio 1864. però la massima parte (1113) riguardane contumaci; solo 90 uomini di truppa sono ditenuti, ma. probabilmente non lo sono tutti dall'epoca in cui fu principiata il processo.

Prescindendo dai giudizi contumaciali, e distinguendo (Specchio XLIX) gli assolti per sentenza dei Tribunali dai dichiarati non farsi luogo a procedimento, per sentenza della Commissione d’inchiesta, si avrebbero sii 8141 giudicati le proporzioni seguenti, cioè:

Ditenuti condannati.: 5676, cioè il 70 per %.

Dichiarati non farsi luogo a procedimento dalla Commissione d’inchiesta: 1859, cioè il 22 ½ per %.

Assolti: 603, cioè il 7 ½ per %.

In tutto gli assolti e i dichiarati non farsi luogo a procedimento ascesero al 30 per %o degli imputati; nel 1863 erano ascesi a proporzioni poco diverse e forse alquanto inferiori. Nel 1857 gli imputati così prosciolti non superavano il 18 per %. Tuttavia avendosi sotto gli occhi il resoconto dell’Amministrazione della Giustizia militare in Francia durante il 1859, vuolsi osservare che anche colà si avrebbe pei soli reati militari una proporzione di oltre al 27 per cento di assolti (acquittés).

E da notare la proporzione del 70 per % degli, assolti o dichiarati non farsi luogo per reati di ferite o percosse fra militari, del 40 per % per reati di furto.

Le condanne per diserzione ascesero all’1,41 per % della forza dell’Esercito (al 30 giugno 1864); diminuendo verso il 1863 di pressoché il terzo; le condanne invece sì per gli altri reati militari e sì per reati comuni sono aumentate. L’aumento fu pei reati militari di circa il 16 per cento; pei reati comuni del 38 per %.

Infatti si ebbero, considerando sempre le sole condanne in contraddittorio,

Nel 1863
E nel 1864
Condanne per diserzioni 5922 Condanne per diserzioni 4127
per altri reati mil. 830 per altri reati mil. 967
per reati comuni 420 per reati comuni 585

7172
5679


Un aumento all’incirca 140 condannati si verificò pei reati d'insubordinazione, di 50 pei reati di disobbedienza, di 118 per reati di furto, e di 15 per ferite e percosse fra militari.

Sono scemate notabilmente le condanne di ammutinamento e rivolta, e quelle per vendita e pegno di effetti militari.

Rispetto alla forza presente sotto le armi i ditenuti condannati per diserzione, ascesero alla proporzione dell’1,41 per % i condannati per altri reati militari, a poco più del 3 per mille (e per insubordinazione circa l'1,70); e per reati %( )poco più del 3 per mille (e per insubordinazione circa l’1,70); e per reati comuni al 2 per mille, la maggior parte (cioè 513 su 685) per furto, truffa, falso e simili.

Non si può dissimulare che, sebben scemata di molto, è ancor troppo elevata ta proporzione delle diserzioni. Se non che considerando la provincia d’origine dei condannati non sarà malagevole chiarirne la ragione.

A questo fine cominciando le nostre osservazioni dai soli condannati in contraddittorio, e ritenendo per termino di paragone la forza,che ogni Provincia somministrava all’Esercito al 1° febbraio 1864, e che perla massima patte dell’anno non fu notevolmente alterata, ne raccogliamo la Tabella seguente.

PROVINCIE (((18))) DISERZIONI ALTRI REATI MILITARI REATI MISTI
Numero delle condanne Propor-zioni per ogni 100 militari numero delle condanne Propor-zioni per ogni 100 militari Numero delle condanne Propor-zioni per ogni 100 militari
Antiche Provincie
(compresa la Sardegna)
164 0,21 186 0,27 77 0,11
Lombardia 264 0,58 111 0,24 52 0,11
Emilia 299 2,58 39 0,33 26 0,22
Romagne, Marche ed Umbria 559 2,29 83 0,34 44 0,18
Toscana 110 0,60 42 0,23 30 0,18
Provincie Napolitane 1825 2,02 366 0,40 322 0,35
Sicilia 729 2,98 75 0,37 68 0,27
Esteri 177 3,03 62 0,06 25 0,12

Onde appare come le Provincie che diedero una proporzione veramente elevata di disertori furono (all’infuori dell’Emilia), la Sicilia, le Romagne, le Marche e l’Umbria dove è stata recentemente introdotta la leva. Vengono quindi i nativi delle Provincie napolitane in parte forse anche perché comprendevano ancora buon numero di Soldati dell’antico Esercito Borbonico e specialmente di quelli che già sbandati mal salino accomodarsi alla vita regolare di un Esercito disciplinato.

Siccome però dalla statistica del 1863 non appariscono distintamente per ogni Dipartimento i contumaci e i non condannati e necessario, al fine di istituire un paragone adeguato di riunire anche pel 1864 le 3 categorie di imputati, onde si avrebbero le proporzioni seguenti.


Questo Specchio conferma di nuovo le risultanze dello Specchio precedente (pag. 108) quanto alla prevalenza delle diserzioni nelle provincie Siciliane e Romane, ma dimostra altresì che in queste stesse Provincie essa è grandemente diminuita dalle proporzioni che si avevano nel 1863. Essa fu della metà pei Siciliani, di quasi un terzo per le provincie Romane, e dimostra, come quei popoli vadano rapidamente accomodandosi all’impero della nuova Legge sulla leva. per gli uomini delle altre Provincie la diminuzione fu molto minore, ma pur tuttavia notevole.

Per gli altri reati militari invece e pei reati comuni, si ebbe per gli uomini delle Provincie antiche della Lombardia e dell’Emilia una proporzione poco diversa da quella del 1863; per quelli provenienti dalle altre Provincie si ebbe piuttosto un aumento assai notevole che appunto pare possa, come fu già avvertito, attribuirsi in parte atte diminuite diserzioni.

Distinguendo le varie classi di reati, le Provincie d’origine potrebbero disporsi nell’ordine seguente che rappresenta, cominciando dalla più aggravata la progressione decrescente della loro criminalità, cioè per le diserzioni.

Esteri,

Emilia,

Sicilia,

Romagne, Marche ed Umbria,

Provincie Napoletane,

Lombardia,

Toscana,

Antiche Provincie.

Se si considerano i soli condannati in contraddittorio (pag. 108) si ha la stessa progressione, salvoché la Toscana precederebbe di alcunché la Lombardia.

Esteri,

Provincie Napoletane,

Emilia,

Romagne, Marche ed Umbria,

Sicilia,

Toscana,

Lombardia,

Antiche Provincie.

Pe’ soli condannati in contraddittorio questa progressione sarebbe modificata in quanto l’Emilia precederebbe le Romagne, le antiche Provincie precederebbero la Lombardia, e queste la Toscana.

Pei reati comuni sarebbe la progressione seguente:

Esteri,

Provincie Napoletane,

Sicilia,

Toscana

Romagne, Marche ed Umbria,

Emilia,

Lombardia,

Antiche Provincie.

Considerando i soli condannati in contraddittorio questa. progressione sarebbe modificata leggermente, in quanto l’Emilia otterrebbe il luogo della Toscana, e questa quello dell’Emilia.

Il piccol divario che corre fra i risultati dei due modi di computo sembra dimostrarne la solidità.

Pero nella mentovata progressione non corre sempre fra le. une e le altre Provincie una distanza, eguale; fra talune è grandissima, e fra le altre è minima; Così pei reati di diserzione le Provincie potrebbero distinguersi in due gruppi essenzialmente distinti, il primo che comprende le Provincie meridionali, le Romagne, e l’Emilia che porge un Contingente di condannati del 2 al 3 per cento della forza, il 2° che comprende le. antiche Provincie, la Lombardia e la Toscana che appena supera in media il ½ per cento. Gli stessi gruppi e con viemaggiori distanze fra l’uno e l’altro avrebbero potuto formarsi pel 1863.

Negli altri reati militari la stessa distinzione può farsi tra i due gruppi medesimi, sebbene non corra più tra l’uno e l’altro divario così enorme.

Quanto ai reati comuni le Provincie, possono distinguersi in 3 gruppi, il primo delle Provincie meridionali che diedero 0,27 e 0,35 condannati per cento uomini, le centrali che ne diedero 0,18 e 0,22 e le settentrionali che ne diedero 14 per cento..

Per ogni classe di reati gli Esteri somministrarono nel 1864 un Contingente, superiore a quello dei militari d’ogni altra Provincia. Cio, era avvenuto anche nel 1863. Siccome poi gli Esteri provengono. naturalmente dall’arruolamento volontario, ne viene anche così spiegato almeno in parte, il numero veramente eccessivo di circa 700 condannati arruolati volontari. Siffatta esuberanza fu pur già avvertita nel 1863 in cui si ebbero 1500 accusati.

Non occorre addentrarci sulle altre condizioni degli imputati, né dell’età né della professione, né del grado, siccome quelle intorno a cui o non si hanno dati abbastanza certi, o per quanto sembri non presentano proporzioni degne di nota.

Bensì soggiungeremo qualche avvertenza riguardo all’Arma cui i condannati appartengono.

Considerato per Arma ii numero dei Sott'Uffiziali, Caporali e Soldati condannati per ciascuna delle tre specie di reati, sta colla forza dell’Arma rispettiva quale risultava al 30 giugno nelle proporzioni seguenti.

ARMI
O
CORPI
FORZA
sotto
le armi
il 30 giugno 1864
condanne
per diserzione
CONDANNE
altri reati militari
CONDANNE
per reati misti
TOTALE
Numero delle condanne Proporzione per ogni 100 uomini Numero delle condanne Proporzione per ogni 100 uomini Numero delle condanne Proporzione per ogni 100 uomini
Fanteria 181355 2544 1,40 553 0,30 349 0,19
Bersaglieri 20310 277 1,35 74 0,36 48 o; 23(; )
Cavalleria 49888 301 1,51 57 0,28 69 0,34
Artiglieria 22523 170 0,75 65 0,28 50 0,22
Genio 4562 30 0,65 24 0,46 8 0,17
Treno d‘Armata 3070 39 0,68 20 0,35 6 0,40
Corpo d’Amministrazione 4372 25 0,57 26 0,59 6 0,11
Cacciatori Franchi 2698 128 1,74 90 3,18 20 0,74
Carabinieri Reali 20918 32 0,15 46 0,22 23 0,10
Corpi Sedentarii 7385 11 0,14 9 0,10 1 0,01

Da questo Specchio appare in primo luogo quello che già ne venne chiarito dalla considerazione delle Provincie d’origine, cioè che non sempre identiche sono le influenze determinanti ai reati comuni ed ai reati militari. senza alcun dubbio se si considerano i Corpi eccezionali, come da una parte l’Arma dei Carabinieri Reali e i Corpi sedentari e dall'altra il Corpo dei Cacciatori Franchi, naturalmente quella che diremmo moralità militare segue le proporzioni della moralità comune, ma nelle altre Armi quelle che somministrano maggior Contingente di reati militari non somministrano perciò il Contingente maggiore dei reati comuni.

Lasciando infatti in disparte i Corpi eccezionali suddetti, si ha per le altre Armi la progressione decrescente che seghe, cioè:

Diserzione Altri Reati militari Totale Reati militari
Cavalleria 1,50 Corpo d(?)Amministr. 0,50 Cavalleria 1,79
Fanteria 1,40 Genio 0,46 Bersaglieri 1,71
Bersaglieri 1,25 Bersaglieri 0,36 Fanteria 1,70
Artiglieria 75 Treno d’Armata 0,35 Genio 1,11
Treno d’Armata 68 .Fanteria 0,30 Corpo d’Amministr. 1,07
Genio 65 Cavalleria 0,28 Artiglieria 1,03
Corpo d’Amministr. 67 Artiglieria 0,28 Treno d’Armata 1,03

No. raccogliamo che nei reatipuramente. militari ma più propriamente nelle diserzioni, le truppe possono distinguersi iti due gruppi molto distanti Fimo dall’altro, le Armi di linea e le Armi e Corpi speciali che stanno fra loro presso a poco come 3 a 2.

Considerando invece i reati comuni si avrebbe la progressione seguente:

Cavalleria per ogni cento domini 0,34
Bersaglieri id. 0,23
Artiglieria id. 0,22
Fanteria id. 0,19
Genio id. 0,17
Treno d’Armata id. 0,10
Corpo d’Amministrazione id. 0,11


Noteremo ancora il numero riguardevole de’ Carabinieri Reali stati condannati che giunse a 101. Gli imputati giunsero in tutto a 208. Simile osservazione fu pur già fatta nel 1863; nel 1857 gli imputati erano saliti appena a 10.

Le condanne a pene gravi furono, rispetto al numero dei giudizi, scarsissime. Due fra i giudicati in contraddittorio furono condannati a morte passando per le armi, 3 ai lavori forzali, 9 alla reclusione ordinaria, tutti per insubordinazione. Si ebbero inoltre 8 condanne a’ lavori forzati e 10 alla reclusione ordinaria per diserzione accompagnala dà altri più gravi reati; 1 a’ lavori forzati 30 alla reclusione ordinaria per furto, truffa ed appropriazione indebita. Tutte le altre condanne furono al carcere od alla reclusione militare. Nel 1863 si avevano 19 condannati a morte (per l’influenza ancora dei fatti di Aspromonte), 35 i lavori forzati, 74 alla reclusione ordinaria.

Il tempo impiegato nei procedimenti o, diremo più precisamente, il tempo dorante il quale ciascun condannato in contraddittorio rimase sottoposto a giudizio, fu pei reati di diserzione in media di giorni 78 per ogni condannato, pei reati in servizio di giorni 66, pei reati comuni di giorni 60. Ondeché seguono rispetto alla durata una progressione pressoché inversa a quella che si dovrebbe presumere. Forse la causa ne è che i reati di diserzione sono iniziati in contumacia dei rei, e proseguiti in gran parte all’epoca del loro arresto. Sembra però che questa considerazione non varrebbe pei reati in servizio.

N° 206 militari sotto le armi furono giudicati per reati comuni dai Tribunali Ordinari; ne furono assolti 32, condannati 176 poco più del ½ per mille della forza dell’Esercito e la massima parte alla pena del carcere; furono pur condannati altri 11 militari in congedo illimitato (Specchio LIII)

Renitenti, favoreggiatori alla renitenza od alla diserzione

 briganti e manutengoli (Specchio LIV)

Il numero dei renitenti stati denunziati nel 1864 fu anche sproporzionato e ne sono abbastanza note le cause (Specchio XLVI). Esso non fu però maggiore che nell’anno precedente, sebbene la Legge che ne deferiva la cognizione ai Tribunali militari esercitasse la sua azione nel 1863 per soli 4 mesi. Del rimanente l’effettivo numero delle renitenze avvenute nell’anno, appare più precisamente dà quanto fu detto relativamente alla Leva sui nati nel 1843.

É poi notevolissima la diminuzione che si osserva nelle denunzie dei subornatori non ostante la circostanza testé accennata e la proporzione degli assolti coi condannati che fu di 3 a 1, e nel 1863 era stata circa di 2 a 1. Essa dimostra come cautamente procedano in siffatte materie i Giudici militari. I tre quarti delle condanne avvennero nelle Romagne e nell’Umbria. I reali di favoreggiamento alla diserzione stanno tra loro come 1 a 3.

Quanto al brigantaggio l’aumento avvenuto nel 1864 viene facilmente spiegato dall’osservazione simile alla già fatta, che cioè la Legge del 5 agosto 1863 non potè esercitare la sua azione che per 4 mesi, cioè per una terza parte di quell’anno. Al qual ragguaglio si avrebbe nel 1865 una diminuzione anche riguardevole degli 822 condannati, 360 all’incirca lo furono per brigantaggio, gli altri per complicità. Di questi ultimi 77 ricorsero ai Tribunale Supremo per incompetenza; cinque soli ricorsi furono accolti, segno non dubbio della grande circospezione osservata dai Tribunali di guerra.

Tribunale Supremo di Guerra

Rimane che diciamo alcunché dei lavori del Tribunale Supremo di guerra ((19)). Erano in corso presso il medesimo principio dell’anno N° 45 procedimenti, cui se ne aggiunsero 455 nel corso dell’anno medesimo; ne furono definiti dal Tribunale 439,5 lo furono per decesso od altre cause ondeché ne rimasero vertenti in fin dell’anno 57 poco più che non ve n'erano al 1° gennaio.

Il numero delle cause introdotte innanzi al medesimo è andato sempre aumentando d’anno in anno dall’epoca della sua prima istituzione, siccome appare dalle osservazioni che fanno seguito all’annesso Specchio LV, però se dalle cause introdotte nel 1864 si diffalcano quelle relative ai reati, di renitenza (66) o di brigantaggio (51), di recente attribuite alla giurisdizione militare, invece di aumento si avrebbe una molto riguardevole diminuzione.

Altra, e più importante osservazione è che il numero delle sentenze annullate fu nel 1864 di gran lunga minore, rispetto al numero delle cause definite che non fosse nel 1863. Infatti fu nel 1864 del 12,83 per cento, ed era stato nel 1863 del 22,25 per cento. Onde appare una differenza poco meno che della metà tre sole sentenze furono annullate in cause di brigantaggio.

I procedimenti durarono in media poco più di un mese e mezzo, alcuni pochi superarono li 70 giorni. però quando si computi solo il tempo scorso fra Farcivo degli atti e la definizione, si ha il 70 per % delle sentenze pronunciate entro i 40 giorni.

Giova notare finalmente il numero riguardevole dei ricorrenti dell Arma dei Carabinieri che giunse a 34, poco meno del terzo dei condannati dell’Arma stessa. Nella Fanteria invece giunsero appena a circa 1/25.

Grazie e commutazioni pena

Si è largamente esercitata nel 1864. la Sovrana clemenza in favore dei condannati dai Tribunali militari, però sempre sotto forma di semplici Decreti individuali, ad eccezione del Decreto 9 novembre, che accorda un nuovo termine di mesi 6 per presentarsi agli antichi disertori Lombardi che abbandonarono le bandiere dopo i fatti del 1849.

Le altre grazie furono in massima parte accordate a renitenti o disertori e sopratutto a quelli delle Provincie nuove alla Leva (Romagne, Marche, Umbria e Sicilia). Degne di particolare menzione furono le grazie per cui fu definitivamente dato termine ad ogni pena incorsa pei fatti successi di Sicilia e Calabria in luglio ed agosto 1862.

Il numero dei militari cui venne condonata la pena rimanente a scontarsi

fu in tutto l’anno di 4747
quello dei renitenti di 2501
In tutto 7248

cui vogliono aggiungersi N°423 riduzioni di pena accordate ai militari 16 accordate ai renitenti 2 commutazioni a militari.

Ordinamento e Servizio

Il miglioramento avvenuto nelle condizioni disciplinari dell’Esercito permise sin dal principio del 1864 di pensare a ridurre il numero dei Tribunali dei ventitré Tribunali permanenti né furono nel corso dell’anno soppressi cinque, cioè quelli di Modena, Cremona, Livorno, Piacenza e Forlì, la cui giurisdizione fu trasferita ai Tribunali delle Divisioni limitrofe.

La riduzione dei Tribunali avrebbe dovuto trar seco quella altresì del personale civile e degli Uffiziali istruttori loro addetti, ed infatti anche questa fu ordinata col Regio Decreto 18 dicembre, portante un nuovo quadro organico del personale medesimo. Se non chela giurisdizione eccezionale conservata ancora ai Tribunali militari, sia sui reati di renitenza e sii quelli di subornazione, sia sul brigantaggio e la necessità di conservare ancora per la repressione dei brigantaggio medesimo cinque Tribunali di guerra, oltre gli ordinari (quattro dei quali avevano essi pure le attribuzioni dei Tribunali di guerra) non permise di recare la riduzione a quel termine che altri avrebbe desiderato, ad ogni modo però (Specchio Xl) il personale civile superiore in servizio effettivo fu ridotto rispetto a quello esistente al 1°. gennaio 1864 di 5 funzionari, ed il personale di Segreteria, di quattro. Vero è che la maggior parte dei titolari degli Uffici soppressi, avendosi dovuto collocare in disponibilità, la diminuzione complessiva si riduce per ora a due funzionari soltanto dell’Ordine Superiore ed uno dell’inferiore. Fra i cessati dal servizio comparisce come giubilato un volontario, la giubilazione gli fu accordata per ferite incontrate in guerra, né propriamente apparterrebbe agli atti dell’Amministrazione della Giustizia militare.

Assai più riguardevole fu la diminuzione di 19 Uffiziali istruttori o Sostituiti istruttori.

Ricorderemo altresì alcuni provvedimenti disciplinari emanati contro alcuni funzionari civili, i quali si riassumono in 6 ammonizioni,4 censura ed 8 Sospensioni. Le ammonizioni furono inflitte per indebite comunicazioni di notizie relative al servizio per trasferte eccessive,ed una per troppo erronea interpretazione della Legge.

Le sospensioni ebbero origine: 1 da negligenza di un Impiegato, 3 per in debita ingerenza consentita a persone estranee in cose d’ufficio, una per trasferte eccessive, 2 per mancanze di contegno,4 finalmente per matrimonio contratto senza autorizzazione superiore.

Sono anche notevoli ed in qualche modo da annoverarsi fra i provvedimenti disciplinari 3 dispense dal servizio date d’Autorità a Funzionari delle Segreterie.

Il servizio della Giustizia militare procedette del rimanente con sufficiente ed anzi lodevole regolarità, e con utili risultati, siccome appare dai cenni statistici che abbiamo fin qui discorso. Onde meglio apparisca d’opera dei vari Tribunali, raccogliamo nell’unito. Specchio LVI il numero dei procedimenti che (indipendentemente dal numero degli imputali) furono iniziati e di quelli che furono compiuti net corso dell'anno, ne risulta che astrazion fatta dai processi di brigantaggio, furono iniziati nell’anno 13486 procedimenti, e ne furono spediti 14834 con una diminuzione per conseguente di 1348 processi arretrati, e segnatamente di oltre ad 800 processi contro contumaci che negli anni addietro erano stati trascurali da qualche Tribunale ed infatti ancora al 31 dicembre 1864 su 5144 processi in corso se ne avevano circa due terzi (392 contro contumaci che però si ridurrebbero a soli 656 quando se ne detraessero 2128 del Tribunale di Chieti e 508 del Tribunale di Torino, procedenti dal cumulo delle contumacie avvenute nei quattro ami precedenti che si erano trascurate per dar passo ai processi dei ditenuti.

I processi introdotti per brigantaggio furono 2400, i definiti 1700; fra i rimasti indefiniti fa maggior parte riguardano contumaci.

Ad ogni modo per meglio accertarsi del regolare andamento del servizio, il Ministero commise all’Avvocato Generale Militare di aspettare gli Uffici fiscali, e i ragguagli sul risultato, dell’ispezione furono soddisfacenti. Presso un solo Tribunale si ebbero a scoprire disordini ed irregolarità che vennero tostamente represse.

Sorse bensì nelle Provincie meridionali qualche non grave conflitto di competenza fra i Tribunali militari e la Magistratura civile in causa di brigantaggio, provvedimenti ovvero anche di eccesso nell'esecuzione di qualche ordine, e mie grato attestare che i Magistrati militari mantennero generalmente con fermezza e moderazione sebbene in condizioni difficili, i diritti che fa Legge ha loro conferito.

Furono altresì avvertiti alcuni parziali inconvenienti originati da non perfetta osservanza presso i Corpi delle disposizioni disciplinari o delle Leggi che provvedono al pronto accertamento dei reati commessi oda non sufficiente diligenza nel procedere Contro la diserzione segnatamente dei surrogati, si procuro di ripararvi; richiamando, le Autorità cui si aspetta alla stretta esecuzione delle prescrizioni vigenti (NN. MM. 17 marzo, 7 giugno). Ricorderò ancora il caso di quel Sott'Uffiziale che trovato trafitto nel cortile del quartiere, fu creduto suicida, mentre una più accurata ispezione dimostrò come fosse vittima di omicidio quando già era difficile e riuscì infatti impossibile trovar traccia, del reo. Quindi è che il Ministero con N. M. 4 dicembre 1864, avvertì i Corpi di ciò che in cori simili, a mente della Legge comune, dovessero praticare.

Già con Nota del 2 aprile aveva loro prescritto di riferirgli sollecitamente i. particolari dei fatti che avessero dato luogo a procedimenti contro Uffiziali.

Il Ministero rivolse anche la sua attenzione alle varie cause che prolungano tuttora oltre il debito i militari procedimenti. Fra queste furono notate la lentezza delle traduzioni degli accusati (ed a questa si procuro di rimediare invitando l’Arma dei Carabinieri Reali a promuovere i provvedimenti opportuni) e le frequenti e spesso poco utili citazioni di testimoni lontani, le quali anche recano spesso gravi incagli al(1) servizio.. Ed anche a questo inconveniente l’Avvocato Generale Militare procuro di provvedere nei termini consentiti dalla Legge, intanto che la Legge stessa venga suo tempo in questa parte corretta.

Finalmente colla N. M. 16 dicembre furono stabilite le norme da osservarsi pel trasferimento degli Uffiziali alla sede del giudizio.

Parecchie e, gravi controversie furono definite dai Tribunali che non è ora mio ufficio di ricordare, bastandomi attestare coma essi abbiano fatto prova generalmente di buon criterio e di giusto zelo pel mantenimento della disciplina. Non tacerò, tuttavia di un importante dubbio sollevato circa l’efficacia giuridica dei limiti posti dal Regolamento di disciplina all'esercizio del dritto al comando.

È noto che il Codice penale militare reprimendo con certe pene (art. 104) il reato di rifiuto d'obbedienza al superiore, non definisce chi sia questo superiore, né entro quali limiti egli abbia dritto. di comandare. questa definizione e questi limiti sono invece posti nel Regolamento di disciplina e nei vari provvedimenti del Re che istituiscono o modificano or questa or quella carica, Corpo od Autorità militare. Il Regolamento di disciplina pone il principio fondamentale che l'ubbidienza è dovuta al superiore in grado od in impiego (§ 24), salve però alcune rare eccezioni e limitazioni (§ 27 e 28), ma limita l'obbedienza (§ 49) alle cose del servizio ed a tutto ciò che si appartiene all’autorità a lui (superiore) conferita dai Regolamenti. Onde apparirebbe che cessando l'autorità di comandare, cessa l'obbligo di obbedire, e che l'autorità è definita dai Regolamenti che sono naturalmente molti e mutabili.

Or si è sollevato il dubbio che le definizioni e limitazioni dei Regolamenti disciplinari non abbiano una efficacia giuridica, che il dritto al comando sia inerente ed essenziale alla superiorità del grado indipendentemente dai Regolamenti, e che quindi l'obbligo di ubbidienza verso il superiore in grado non possa essere dai. Regolamenti in alcun modo limitato o modificato, onde seguirebbe che si troverebbero in contraddizione colla Legge penale le già accennate limitazioni portate dal Regolamento di disciplina ed altre parecchie, e che anzi forse resterebbe priva di sanzione penale la superiorità dell'impiego, e quella derivante dall'anzianità le quali non hanno altro fondamento che i Regolamenti disciplinari e ne sarebbero singolarmente affievolite le tante disposizioni dei Regolamenti medesimi che si adoprano a definire con singolar cura i doveri, i diritti e le attribuzioni di ciascun militare.

Se non che fu d'altra parte osservato che la Legge non ha mai preteso di regolare nell'Esercito questo dritto al Comanda (che è in ogni gerarchia essenzialmente distinto dal grado), né vita infetti alcun testo di Legge che lo faccia, ma ch'esso è confetto dal Re il quale, a termini anche dello Statuto, lo possiede come Comandante supremo nella sua pienezza e lo comunica egli solo, con ordini individuali o disposizioni generali e regolamentari, ai. Comandanti da lui dipendenti; lo comunica, dico, in quella sola misura ed n quei limiti diversi secondo le diverse circostanze di tempi), di luogo e di servizio, che al servizio medesimo crede utili e conducevoli. Soggiungevasi l'osservazione che tutte le regole e le limitazioni relative al dritto al comando essendo portata dai regolamenti e nessuna dalla legge, ne seguirebbe che quando quelli non avessero efficacia legale, il superiore in grado verrebbe ad essere rivestita di un diritto illimitato al comando di cui non si ha esempio in alcuna gerarchia, e dà Cui non potrebbe scaturire che confusione ed anarchia, sopratutto quando ne sono investiti non uno o pochi, ma parecchie migliaia di superiori quanti ne sono nell'Esercito.

Ridotta a questi termini la questione il Ministero si riservo di vedere nell’occasione della prossima riforma del Codice, se fosse il caso dì introdurvi qualche deposizione atta a rimuovere ogni incertezza.

Stabilimenti penali

Concludiamo questa men lieta materia con qualche cenno sull’andamento degli stabilimenti penali militari, cioè della reclusione militare e delle carceri militari.

I locali assegnati alla reclusione militare erano di gran lunga insufficienti al ( )principio del 1864 a contenere tutti i condannati; ondeché per sopperire ai più urgenti bisogni, si dovette istituire la nuova succursale di S. Giacomo in Savona capace di 240 condannati, mentre si Sopprimeva la piccola succursale del Forte di Bard. Intanto si proseguivano alacremente i lavori attorno all’ampia succursale di S. Angelo Nuovo e S. Angelo Vecchio in Gaeta, che finalmente poterono nel corso dell’anno venir occupati, e si provvedeva quella del Castellaccio in Genova di una infermeria.

La reclusione militare fu nel 1864 sottoposta ad accurata ispezione per parte del Luogotenente Generale cav. Decavero, il quale ne visitò ed esaminò così lo stabilimento principale, come tutte le succursali.

Dal suo rapporto apparve come il servizio della reclusione e delle sue succursali procedesse regolarmente in conformità dei Regolamento 14 settembre 1853, salvoché il Generale Ispettore rappresento la convenienza di sopprimere quelle succursali minori ove non possono stabilirsi laboratori per riunire i reclusi entro stabilimenti più vasti ove siano occupati e sottratti alle funeste conseguenze dell’ozio.

La costruzione sopramentovata della succursale di Gaeta risponde già in parte a questo principale bisogno degli stabilimenti penali militari, e la diminuzione avvenuta, nel numero di condanne lascia sperare di poter ridurre il numero degli stabilimenti iii guisa che cessi fra poco il grave inconveniente lamentato dal Generale Ispettore..

La forza dei reclusi lungo l’anno ascese ordinariamente o di poco supero i Movimento 3000 uomini dei quali circa 2350 ditenuti allo stabilimento principale od alle succursali d’Alessandria, Fossano, Vado, del Castellaccio, di Gaeta, di Livorno, e di Bardi, ed rimanenti parte si trovavano in traduzione, parte in attesa della traduzione medesima, traduzione che talvolta fu indugiata per diletto di locali a cui destinarli.

Al fine dell’anno però, mercé le numerose grazie consentite dalla Sovrana demenza, la forza dei reclusi ora discesa a 2265, oltre a quelli che si trovavano in traduzione o non ancora assegnati. Di questi, N. 1505 trovavansi condannati per diserzione, 424 per insubordinazione, e 286 per reati diversi, vale a dire che più non si riscontra fra i condannati detenuti alla reclusione, la proporzione stessa che nelle condanne, perocché i colpevoli per insubordinazione od altri reati essendo generalmente condannati a pena d’assai superiore che non i semplici disertori e rimanendo perciò più lungo tempo nello stabilimento, ne viene per conseguente anche aumentala la loro popolazione.

Solo 830 reclusi erano impiegati al 31 dicembre nei laboratori, cioè poco più di un terso della popolazione totale, ed in numeri tondi:

150 Tipografi,

350 Sarti,

240 Tessitori,

45 Lattai,

35 Calzolai,

24 Falegnami e ferrai.

L'opera dei reclusi si esercita pressoché esclusivamente in servizio dell’Esercito.

Il laboratorio Sarti fabbricò o ridusse in numeri tondi:

30,000 Giubbe,

38,000 Pantaloni di tela,

3,000 Id. di panno,

7,000 Mutande,

14,000 Camicie,

1,200 Camicioni,

4,700 Tuniche,

6,000 Asciugamani,

6,000 Tasche a pane.

Il laboratorio Calzolai fabbricò:

4,900 paia scarpe,

4,700 Borse,

870 paia stivaloni,

4,300 Zoccole,

2,570 Coreggie.

Il laboratorio Tessitori fabbricò:

120,000 metri di tela crociata, s

17,000 id. id. diversa,

1,000 id. di mantili e salviette,

1,000 Fazzoletti da naso.

Finalmente il laboratorio Lattai fabbricò:

35,000 Gavette,

33,000 Scatole pel lucido,

64,000 Id. per la manteca,

7,900 Id. per la polvere,

800 Bicchieri di latta.

L’opera della tipografia fu tutta impiegata per registri e stampati dell'amministrazione militare e dei Corpi.

Lo Specchio LVII rappresenta il valore dei lavori eseguiti, mercé i quali l’Amministrazione ha potuto provvedere vantaggiosamente ai propri bisogni e procurare ai reclusi un beneficio di 64,000 lire per la loro mano d’opera.

V’ebbero nell’anno 750, puniti, un centinaio circa cogli arresti, il rimanente colla cella ordinaria di rigore, 12 colla segregazione.

Lo stato sanitario fu naturalmente presso la Reclusione militare molto meno prospero che presso i Corpi. Si ebbero 134 morti nell’anno, gran numero dei quali per tisi polmonare, bronchite è simili infermità. La mortalità, fu minore al Deposito principale che in tutte le Succursali 3 ½ p. %, fu massima ad Alessandria 9 ½ p. %, a Bard e Gaeta, dell’8 p. % a Vado, Genova e Fossano del 6 p. %.

Poiché il Codice penale militare istituì la pena del carcere militare distinta da quella della Reclusione militare e da scontarsi in appositi luoghi di detenzione, ragione voleva che nei vani Dipartimenti del Regno i Carceri, militari venissero stabiliti ed ordinati. Ciò non fu fatto ancora che molto imperfettamente ad Alessandria, Milano, ai forti di Rubiera e S. Leo, il forte di Belvedere a Firenze, quello di Castellamare, di Sant’Elmo e del Carmina a Napoli ed al Castello di Bari, nel 6° Dipartimento. Net 1864 fu abbandonato il forte di Bardi e tutti i condannati di quel Dipartimento riuniti a Rubiera, mentre si pensava a stabilire il carcere del 2° Dipartimento alla Rocca di Bergamo; riservando il Castello di Milano pei ditenuti in attesa di giudizio.

Fin dal principio del 1864 fu preparato un progetto di ordinamento e di Regolamento disciplinare che però non ha potuto ancora venir attuato.

Intanto il Ministero incarico il Generale Cav. Decave. ro di ispettore i varii carceri militari tuttora esistenti e di riferirgliene. Vuolsi confessare che la Relazione non porse in ogni parte ragguagli abbastanza soddisfacenti per difetto principalmente di norme certe e sicure nella direzione di quegli stabilimenti.

Agli sconci più gravi si procurò di riparare immediatamente, intantoché il. nuovo Regolamento avrebbe provveduto ad ogni parte del servizio; Non vuolsi. tacere però che qualche lodevole tentativo era stato fatto fin dagli anni precedenti nei carceri di Milano e di S. Leo allo scopo principalmente di far cassare l’ozio in cui ora si giacciono i ditenuti, e che sebbene non potessero conseguire, l’intero loro effetto, non andarono però privi di qualche buon risultato.

I carceri in discorso, sono destinati esclusivamente ai condannati. 1 militari accusati sono custoditi nelle carceri civili ed amministrati dal Ministero Interni. Però, mercé gli accordi passati fra i due Dicasteri, si è procurato, per quanto le circostanze lo consentissero, di tener separati gli accusati militari dagli accusati civili. A questo fine anzi gli accusati militari in Milano sono ditenuti in quel castello, in Parma nella cittadella, a Firenze nel forte da Basso, nel quartiere di Pizzo falcone a Napoli, e così in qualche altro luogo.

Anche a Torino furono fatte istanze onde ottenere lo stesso scopo, ma noi si ha tuttora in questa che si aveva in questa città.

PARTE TERZA

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DEI SERVIZI TECNICI ED AMMINISTRATIVI

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XI

Servizio Tecnico del Corpo di Stato Maggiore

Il Corpo di Stato Maggiore continuar nel 1864 ad adoperarsi principalmente nell'esecuzione della grande opera affidatagli dalla Legge 10 agosto 1862 rispetto alla carta delle Provincie meridionali che dovrà essere compiuta nel 1870.

Nel corso dell’anno fu pertanto proseguita la triangolazione delle Provincie Napolitane, compiuta quella di 1° ordine della Calabria Ulteriore 1(a) e 2(a), quella di dettaglio in Capitanata; condotta a termine la triangolazione provvisoria attorno al Vesuvio, riordinate le levate di quelle Provincie alla scala di 1/50 mill., cominciato il rilevamento dell'estremità della Calabria Ultra 1(a) alla scala di 1/50 mill., compiuto il riattacco della Sicilia al Continente, compiuta nell'isola la triangolazione di 1° e 2° ordine e pressoché compiuta quella di dettaglio per rilevamenti, proseguito e molto inoltrato il rilevamento alla scala di 1/50 mill.

I calcoli di queste reti piglieranno posto nella misura dell'arco di meridiano determinato dalla conferenza di Berlino.

Intanto premendo e per i servizi pubblici militari e per gli amministrativi di aver buone carte all''1/50000 sia delle Provincie Napoletane e sia della Sicilia, il Corpo, dopo. averne invano sperimentata la riproduzione in litografia, riuscì invece ad ottenere lodevoli risultati colla fotografia e spera di p’fecirè per questo mezzo nell’intento suo. Intanto ha posto mano alla riproduzione di 27 fogli alla stessa scala rappresentanti gran parte degli Abbruzzi della Terra di Lavoro e della provincia di Napoli. Gli stessi fogli riprodusse alla scala di( ) 1/50 mill., è quella dei dintorni di Napoli a 15 fogli alla scala di 1/25 mill.

Si compivano nello stesso tempo gli scandagli dei dintorni di Brindisi e si proseguivano quelli del Golfo di Taranto.

Rispetto alle Provincie settentrionali, il Corpo proseguiva a formarne le carte alla scala di 1/50 mill. in continuazione di quella delle antiche Provincie; continuava pure il lavoro dell’incisione in 3000 copie delle carte delle Provincie settentrionali e centrali alla scala di 1/600 mill., compiva le carte in litografia alla scala di 1/86400 degli ex Ducati, dell’ex Pontificio e della Toscana, e ne cominciava la riproduzione in autografia.

Esso compì pure la carta colorata della parte centrale dell’Alta Italia, proseguì i rilevamenti del corso del Po e riprodusse le descrizioni di tutti i corsi d’acqua più importanti che solcano la Lombardia.

Il Corpo di Stato Maggiore condusse inoltre a termine la triangolazione ed il rilevamento delle piazze di Pavia, Piacenza, Pizzighettone e Bologna, la fotografia di tutte ed il rilevamento e le piante di parecchie delle principali piazze del Regno.

Prescindendo da alcune minori occupazioni, da molti lavori fotografici e litografici ad uso del Corpo stesso, dalla dotazione di strumenti geodetici fatta a tutte le Scuole militari del Regno, vuolsi ancora far menzione, come di importante lavoro in corso, dell’Itinerario generale del Regno d’Italia, la cui formazione fu prescritta con Decreto Ministeriale 11 marzo 1862. Le Provincie del Regno state invitate a riempire le tabelle itinerarie state loro mandate avevano tutte soddisfatto all’invito al principio del 1865, ad eccezione soltanto di dodici.

Finalmente ricorderemo la missione addata al Luogotenente Generale Cav. Ricci Capo dell’ufficio di Stato Maggiore e dal Colonnello Devecchi, unitamente ad alcuni Astronomi destinati dal Ministro dell’istruzione pubblica presso il Congresso internazionale che il Governo Prussiano convocò a Berlino affine di provvedere alla misura di un arco di meridiano fra Cristania, Berlino e Palermo.

Il Ministro della Guerra ha già provvisto perché possano intraprendersi o rettificarsi i lavori geodetici che abbian tratto a quella operazione internazionale

XII

Servizio d'artiglieria

Fra i bisogni che più urgentemente premeva di soddisfare fin dall'epoca della prima costituzione dell’Esercito Italiano era guelfo di rifornirlo delle armi C del materiale d'Artiglieria ond’era naturalmente difettoso sì per la scarsa ed. anzi quasi nessuna provvista che ne avevano i cessati Governi Italiani, latta soltanto eccezione per quanto, riguarda il materiale d'Artiglieria del Governo di Napoli, sì ancora per la disformità dei modelli su cui era costrutto il materiale esistente, e finalmente perché i rapidi e multiformi progressi fatti dalla scienza in questi ultimi anni avevano rese pressoché inutili le antiche munizioni; conveniva quindi accrescere le nostre armi di abbondante materiale nuovo e trasformare in massima parte l'antico.

Perciò fu che fin dal primo anno dei Regno d'Italia fu data opera sollecita alla rinnovazione ed all'amplìazione del materiale, la quale pur sollevando parecchie difficili quistioni d'ordine diverso, e fra se complesse ed intrecciate, richiedeva esperienze é studii accurati, mentre d'altra parte non era breve opera neppur essa, quella della fabbricazione..

Cionondimeno al principio del 1864 parecchi materiali di nuovo modello erano stati approvati, molta parte di quello ch'era da fabbricarsi condotta a termine. Nel corso poi di quell'anno l’opera sempre alacremente sollecitata, e secondata dai voti del Parlamento che consentiva a tal, uopo colle Leggi 28 giugno e 25 luglio; la spesa di sei milioni e mezzo fu condotta molto vicina al suo compimento.

Essa può ridursi ai Capi seguenti.

Adozione di nuovo materiale da guerra.

Studii ed esperienze sia per adozioni ulteriori, sia nell'interesse dell’arte militare. Istruzioni relative al materiale segnatamente di nuova adozione. Costruzione del materiale da guerra e sua distribuzione.

Soggiungeremo poi qualche cenno delle riforme altresì che si sono introdotte nell'amministrazione di quel materiale.

Fra i nuovi materiali da guerra stati adottati, devono ricordarsi principale di mente alcune bocche da fuoco rigate da muro, mentre si continuo l'approvazione dì parecchi loro accessori, delle tavole di tiro, di parecchie tavole di costruzione cori di materiale recentemente adottato, come di materiale già antico per cui non erano ancora state formate, e finalmente la definitiva formazione dei traini di assedio.

Non fu introdotta alcuna innovazione nelle armi portatili; bensì in conseguenza delle innovazioni avvenute negli anni precedenti furono con Nota Ministeriale 6 marco ridotte a cinque sole le specie di cartuccie da distribuirsi ai Corpi, due a pallottola pei Corpi muniti di fucili, moschetti e carabine, due pure a pallottole pei Corpi muniti di pistole, ed una a polvere per tutti i Corpi indistintamente. Così pure per conseguenza. delle fatte innovazioni fa pubblicato un nuovo specchio ed una nuova tariffa degli utensili onde debbono essere provvisti i Capi armaiuoli dei Corpi.

Intantoché si facevano questi provvedimenti si spingevano gli studi per l’adozione di altre nuove bocche da fuoco e loro accessori; e per la difesa delle coste e per altre modificazioni da introdursi nel materiale accessorio dell’Anna; si preparavano ed eseguivano molte esperienze comparative; specialmente notevoli per la loro importanza sono i preparativi fatti per. un esperimento comparativo su varie specie di carabina, onde introdurre nell’armamento dei Bersaglieri quei maggiori miglioramenti che lo stato presente della scienza sia per consentire. Giova ricordare altresì le esperienze istituite sul tiro in breccia con batterie rigate di tutti i calibri contro il forte Cerro in Laveno, non che sulla fabbricazione di cariche di polvere compressa.

Le istruzioni emanate rispetto al servizio dell’arma riguardano certi particolari. relativi alla fabbricazione, od all’uso, od al. Caricamento dei materiali, altre la verificazione loro, la prova, la visita, e la collaudazione; altre finalmente si riferiscono all’istruzione stessa dell’arma, e delle altre armi; notabilissima fra queste fu la statistica pubblicata colla Nota Ministeriale 10 dicembre degli inconvenienti successi nel maneggio delle armi da fuoco cariche durante il triennio precedente e le importanti istruzioni che con viva sollecitudine per la salute del soldato il Ministro ne dedusse raccomandandone la. stretta, osservanza.

Lavori eseguii; i lavori eseguiti, furono cospicui. Vennero costrutti. ben oltre a mille bocche rigate d’artiglieria, oltre a cinquantamila tra fucili, carabine e moschetti, buon. numero di daghe e sciabole, cinquanta milioni di cartucce e cento milioni di capsule,un milione circa di kilogrammi di polvere la maggior parte da mina, oltre un riguardevole materiale accessorio.

Le officine pontieri trasformarono una parte del materiale da campagna Model|o 1863. Il Governo ordino inoltre:

a) Là fabbricazione di artiglierie rigate e cerchiate di varia specie, non che del materiale necessario pel loro servizio e di quello dei traini d’assedio;

b) Di recare a compimento i depositi delle munizioni ed artifizii da guerra;

c) Di compiere in parte la riserva di fucili di Fanteria Modello 1860, e di apporre l’alzo a quelli che ne difettavano.

Il servizio delle officine procedette regolarmente, né meno alacremente procedette la distribuzione delle nuove armi e la loro, surrogatone, alle antiche, così presso le Piazze, come presso i Corpi. Ondeché furono recate a Compimento le dotazioni approvate nell'anno precedente. per parecchie Piazze, provvedendole di tutto, il materiale occorrente. Si approvo anzi una, nuova dotazione della Piazza di Genova che pur si cominciò ad attuerei D'altra parte fu ridotto armamento di alcune Piazze a quello di sicurezza altre furono disarmate; alcune nelle Provincie Napoletane furono abbandonate.

A tutti i Reggimenti d’Artiglieria da campagna fu cambiato il materiale e si somministro l'occorrente per 48 Batterie di cannoni da 8 rigati Modello 1863, su 6 pezzi completi, e 3 Batterie di posizione. da cannoni 46 rigati. Ciascuno, dei tre Reggimenti da piazza ricevette il materiale per due Batterie da montagna da cannoni da 5 1/3 rigati. Si riunirono nelle Piazze a ciò destinate i traini di riserva di materiali da campagna e del materiale dei traini d'assedio.

Furono scambiati a tutti i Reggimenti di Fanteria i fucili Modello 1860 senz'alzo con altri dello stesso Modello con alzo (N. M. 30 settembre); a tutti i Reggimenti di Cavalleria i pistoloni Modello 1843 con altri del Modello 4860; a tutte le Legioni di Carabinieri i moschetti lisci ond’erano provvedute, con moschetti rigati Modello 1860 o con moschetti rigati della Gendarmeria francese (Modello 1837). Si cominciò lo scambio a parecchi Reggimenti di Cavalleria delle pistole a canna liscia con pistole rigata (Modello 4860) e delle sciabole Modello 1834 con quelle del Modello 1860.

Per tal guisa al fine del 1864 si era ormai soddisfatto alla necessito della difesa delle piazze terrestri, recati a compimento i traini d’assedio da campagna e da montagna, e provveduto all’ottimo armamento dei Corpi. Solo rimaneva a provvedere alla difesa delle coste. munendole di artiglieria di tal possanza che possano agire con sicuro effetto contro le navi corazzate di maggior resistenza: che oggi si vanno costruendo delle principali. Nazioni marittime. A questo urgente scopo il riferente richiese poi il Parlamento Razionale conformemente agii ordini di V. M. di una nuova spesa di tre milioni e mezzo.

Intanto una modificazione importante si venne attuando nell’amministrazione del materiale. Poiché il Decreto del 2 marzo del 1862, riordinando in forma appropriata all'ampiezza del nuovo Regno l'Arma d’Artiglieria, ebbe create le Direzioni territoriali dell'Arma e costituitele come altrettanti, centri indipendenti gli uni dagli altri sotto l'immediata autorità del Ministero della Guerra, era opportuno che si raccogliesse presso le Direzioni medesime, l’amministrazione del materiale esistente nel rispettivo territorio, che essa fosse affidata, ad un Consiglio in conformità dei principii che applicati all'amministrazione dei Corpi di truppa avevano, secondoché dimostra una ben lunga esperienza, fatto ottima prova.

Siffatti Consigli furono pertanto istituiti con R. Decreto 27 settembre. 1863, e previe alcune istruzioni emanate dal Ministero sotto la stessa data del 20 dicembre successivo vennero attuati addì 1° gennaio 1864. Per essi l’Amministrazione centrale potè esonerarsi dal carico di riassumere le contabilità di oltre a 150 contabili secondarii, restringendo le sue relazioni con soli 30 Consigli amministrativi con notabile discentramento dei suoi lavori. Nel corso dell’anno emanarono parziali irruzioni sulla ricognizione delle carte contabili, sulla condizione dei Consigli, sul conteggio delle frazioni ed altre per cui pare ormai siano rimosse tutte le difficoltà per l’applicazione del nuovo sistema.

Rimaneva che si formolasse apposito e compiuto Regolamento per siffatta Amministrazione, il quale infatti fu pubblicato colla data 15 dicembre 1864, ed. attuato in via provvisoria per essere poi definitivamente pubblicato colle modificazioni che l’esperienza dimostrerà necessarie nel corso, se possibile, del 1865. Collo stesso Regolamento furono riprodotte inoltre le disposizioni del mentovato Decreto 22 agosto 1852 sulla Fabbrica d’armi che in virtù del Decreto 15 gennaio 1863 reggevano altresì il servizio interno delle altre officine.

Contemporaneamente si preparo il R. Decreto emanato poi li 20 febbraio 1865 che stabilì una nuova classificazione degli operai, assimilandoli per la giubilazione ai gradi militari di Bassa forza, ed il Regolamento pel servizio interno delle direzioni e per gli operai emanato nel successivo aprile.

Essendo così totalmente cambiate da una parte le norme che reggevano la sorte degli operai e dall’altra riprodotte nel Regolamento 15 dicembre, quelle che reggevano il servizio delle officine, divennero superflui i Regolamenti del 23 marzo 1844 ed il Decreto sul sistema a cottimo della Fabbrica d’armi del 22 agosto 1852, che vennero perciò abrogati col mentovato Decreto dei 20 febbraio 1865.

Un passo ulteriore si fece ancora nella via del decentramento coll’istituzione già mentovata (§ 1°) degli uffici di contabilità presso i Comitati d’Artiglieria, ai quali spetta verificate e riassumere le contabilità delle Direzioni.

Altri due provvedimenti giovarono ad agevolare l’opera dell’Amministrazione, l’uno concernente la raccolta dei nitri, l’altro la distribuzione delle armi e munizioni a corpi non militari.

É noto che i nitri raccolti nello Stato solevano presentarsi dai provveditori li mandavano all’unico stabilimento in cui possano essere raffinati. Ora fu osservato che codesto metodo moltiplicando i lavori d’amministrazione e di analisi riesciva dì qualche aggravio all’Erario, ondeché per D. M. del 40 giugno fu stabilito che ì nitri dovessero presentarsi in Genova dai provveditori medesimi, mediante un leggero ma proporzionato aumento sul prezzo.

Ora pare il pagamento delle armi e munizioni distribuite alta Guardia Nazionale e ad altri Corpi non militari che. per l’addietro andava soggetto, a parecchie lentezze e formalità, fu notevolmente agevolato colla N. M. 6 giugno 1864, che prescrisse il pagamento fosse fatto all’atto stesso della consegna, eccettuate soltanto le Guardie doganali e quelle di pubblica sicurezza.

Giova similmente ricordare le norme concertate col Ministero delle Finanze pel ricevimento nei magazzini d’Artiglieria delle polveri avariate o di contrabbando esistenti presso i magazzini delle Gabelle, ed al fine di assicurare l’opera dei.

Capi Armaiuoli militari alla riparazione delle armi delle Guardie doganali (N. M. 22 dicembre).

XIII

Servizio del Genio

Fin dal 13 novembre 1859 il Governo di V. M. sollecito d’assicurare la frontiera del nuovo Regno verso l’Austria, assegnava alle opere di fortificazioni per ciò necessarie la somma di. 40 milioni da ripartirsi fra i Bilanci di vari anni, la quale venne poi infatti applicata appunto alle fortificazioni di Pavia, Piacenza, Pizzighettone, Bologna ed Ancona. Col progredire di quelle opere il Governo, dovette avvisare a provvedere all’altro bisogno esso pure urgente, di caserme e di altri edifici militari, ai quali solo parzialmente, e per le più stringenti necessità si era provveduto negli anni passati, e questa fu precipua sua cura nel 1864.

I lavori adunque attinenti al servizio del Genio eseguiti In quest’anno si riferiscono, oltre alle consuete opere di ristauro e di conservazione, in parte bensì ancora alla continuazione ed anche al compimento delle opere di fortificazioni già per l’addietro intraprese, ma più specialmente alla costruzione dei militari edilizi.

Nessuna opera di fortificazione di qualche importanza fu iniziata nell’anno, ma furono alacremente proseguite quelle iniziate negli anni precedenti specialmente ad Ancona ed a Bologna, e fu compiuto o molto inoltrato lo studio di opere importantissime, fra cui meritano principal menzione il progetto di trasformazione della piazza di Piacenza in vasto campo trincierato, e quello delle fortificazioni per la difesa del Golfo della Spezia, e degli stabilimenti. Marittimi che vi sono raccolti. Taccio degli studi di minor conto che si proseguono a migliorar la difesa di alcune Piazze che tuttavia ne difettano.

A questi studi attese con singolar sollecitudine la Commissione permanente di difesa dello Stato presieduta da S. A. R. il Principe, di Carignano, ed egli si fu principalmente in conformità de’ suoi voti che il Ministero fece attuare parecchie modificazioni più urgenti nelle fortificazioni di alcune Piazze e provvide le Piazze principali della dotazione dei materiali per la difesa occorrenti.

D’altra parte l'Amministrazione ebbe cura di esonerarsi di quelle opere di fortificazione e di quei terreni. che dalla mentovata Commissione permanente vengono riconosciuti non più necessari alla difesa, ed anzi una Commissione apposita istituita fin dal 1863 visitava i posti fortificali del littorale italiano per esaminare quale utile se ne potesse ricavare, quali posti invece fossero da abbandonare. Essa ne scrisse ampio e particolareggiato rapporto ché ora è sottoposto all’esame della Commissione permanente.

Conformemente alla Legge 19 ottobre 1859 fu determinata nel corso dell’anno la zona delle servitù militari di parecchie piazze, cioè di Alessandria, di Cagliari, d’Alghero, e di Ancona. Intanto fu promossa in Parlamento, sebbene non abbia potuto conseguirsi ancora, l’estensione a tutto il Regno della Legge testo mentovala, la quale applicata tuttora a poche Piazze dello Stato, cominciò, a dar luogo a qualche processo di contravvenzione, che il Ministero però tronco quasi sempre usando tutta quella, condiscendenza che gl’interessi della pubblica difesa consentivano.

I lavori eseguiti, iniziali il progetto intorno agli edifizi militari (omettendo le consuete minute opere di conservazione e di ristauro) essi possono classificarsi secondo che sono destinati:

a) A caserme,

b) All’istruzione delle Truppe,

c) Ad officine, o magazzini dell’Artiglieria o del Genio,

d) Ad officine o magazzini dell’Amministrazione, ivi compresi i panifici militari,

e) Al servizio sanitario,

f) Agli stabilimenti di pena.

Per tutti questi rispetti l’Arma del Genio fu nel 1864 molto operosa, ma soprattutto per quanto riguarda le caserme e i magazzini d’Artiglieria. Quanto, alle caserme, ricordiamo i cospicui lavori condotti a termine nel castello di Pavia (pel Reggimento d’Artiglieria), la caserma pure ultimata di S. Vittore in Milano (per Cavalleria), il proseguimento delle caserme di Pisa (per Artiglieria), di Brescia (per Cavalleria), di Sassari (per Fanteria), intanto che si pose mano alla caserma di Piacenza per l’Arma d’Artiglieria.

Nè bastano queste opere a provveder sufficientemente l’Esercito di alloggi salubri. Gli antichi piccoli Stati italiani pressoché privi di Eserciti loro propri, erano naturalmente sprovvisti altresì come di munizioni, così di militari edifizi, oltrecché anche di. quella piccola forza militare che mantenevano, non avevano per avventura tutta quella cura che le stesso loro interesse avrebbe consigliato ma che 8 stretto, dovere di Uno Stato che nella floridezza del suo Esercito ha un proprio e precipuo sussidio.

Quindi è che furono preparati i progetti di altre, cospicue caserme ad An cono, a Rimini, a Bologna, a Forlì, a Piacenza e di una ancora per Cavalleria a Foggia, e di altra a Bari per Fanteria. I quali progetti, sebbene non possano tutti venir immediatamente attuati, dovranno esserlo però in epoca non lontana, e già per una parte si è ottenuta dal Parlamento la Legge approvativa della spesa occorrente (25 luglio).

Fu inoltre iniziato lo studio di una caserma per Cavalleria, di riduzioni pure a caserme in Asti pel Treno, a Reggio (Emilia) per Cavalleria, in Vigevano e Lucca per Artiglieria, di parecchie ampliazioni, sistemazioni e miglioramenti in Pavia, Piacenza, Palermo e Catania.

Non minore sollecitudine fu adoperata nelle officine e nei magazzini d’Artiglieria e del Genio; compiuta la riduzione del palazzo dell’Esposizione in Firenze ad arsenale di costruzione, e lo stabilimento di officine di costruzione in Torre Annunziata, un nuovo laboratorio artificieri e le officine di costruzione e ripa razioni d’Artiglieria in Pavia, l’ampliazione della Fabbrica d’armi in Torino, ed in Torino pure proseguito alacremente l’arsenale di costruzione in Borgo Dora, fu iniziata in Pavia la costruzione di officine per pontieri e di un bacino e cantiere pei loro piroscafi; in Ancona nuove officine di costruzione ed un nuovo laboratorio pirotecnico. Intanto fu intrapreso lo studio, fra gli altri, di un arsenale del Genio e di un nuovo laboratorio pirotecnico in Alessandria, di un nuovo laboratorio d’Artiglieria in Firenze, ora sospeso per effetto del trasporto in quella città della Capitale del Regno; della sistemazione generale del polverificio di Scafati.

Similmente cospicui magazzini a polvere furono costrutti in Alessandria, in Bologna, in Rimini, in Pisa, in Piacenza, in Pavia, in Fossano, iniziata la costruzione di altri in Ancona Milano, Pavia, Pizzighettone, Palermo e Torino, ed al Campo d’istruzione nei magazzini, armerie e tettoie pel ricovero del materiale da guerra, principalmente in Bologna, Firenze, e quindi anche in Casale, in Caserta, in Modena, in Pavia, in Pizzighettone ed in Parma pel materiale del Genio. Di altri simili magazzini per l’Artiglieria o pel Genio fu intrapreso lo studio a Bari, Capua, Vigevano, Ancona, Bologna Piacenza, Caserta e Napoli.

A beneficio del servizio delle sussistenze fu compiuta o recata a buon termine nel 1864 la riduzione della Caserma Salimbeni (Pavia), e di altri minori edifizi in Pizzighettone, Messina e Lucca. Furono studiati i progetti di nuovi Panifici principalmente nelle Provincie meridionali; compiuta la costruzione di magazzini per l'Amministrazione militare in Milano e Pavia.

Furono notabili non tanto per la spesa quanto per lo scopo, le postazioni intraprese per l'istruzione delle Truppe, cioè il tiro al bersaglio in. Alessandria, le piazze d'Ancona e di Pisa., le cavallerizze di Forlì:e Pavia, quelle iniziate a Ferrata, Piacenza e Sinigaglia, ed il nuovo bersaglio che pur si divisa di costrurre a Ferrara

Men numerosi ma pur notevoli furono i lavori del Genio intorno agli stabilimenti di sanità, fra i quali voglionsi ricordare la compiuta ampliazione dello spedale militare d’Alessandria e quella degli ospedali di Torino, Brescia, Gangliari e Palermo, l'adattamento di un vecchio magazzino a laboratorio farmaceutico in Torino. Ma la più cospicua fra tutte in quest'ordine di costruzione sarà quella già approvata, non però ancora attuata, dell'ospedale militare di Piacenza, la cui spesa sarebbe computata in L. 858 mila.

Rimangono a ricordarsi i lavori eseguiti o divisati attorno agli stabilimenti penali. Già fu accennata al paragrafo X della Parte 2 l'angustia di locali in cui versava l'Amministrazione per la custodia sia dei condannati alla reclusione, sia dei condannati al carcere e sia anche dei militari sottoposti a procedimento con non piccolo pregiudizio della disciplina. A questo inconveniente fu ormai poste pressoché compiuto rimedio, anzitutto coll'adattamento in Gaeta di due caserme a vasta succursale della reclusione militare, coll'ampliazione prossima ad ultimarsi dello stabilimento principale in Savona, coll'ampliazione iniziata di quella di Fossano, e quindi con vari lavori di adattamento per cui si potrà stabilire un carcere centrale a Forlì, un altro a Bergamo, ed averne quindi uno in ogni Dipartimento ed anzi due nel Dipartimento di Napoli.

Le nuove costruzioni che siamo venuti divisando, richiesero talvolta l'acquisto di proprietà considerevoli, fra le quali giova ricordare il tenimento Herford in Bologna (al prezzo di 340,000 lire) con cui ampliare quella piazza d’armi, ed ove costruire parecchi edifizi militari, ed il Seminario di S. Pietro in Cielo d’oro in Pavia (L. 382,000) da convertirsi in ospedale.

Non punto onerosa fu l'occupazione che continuò a fare l’Amministrazione militare in virtù della Legge 27 agosto 1862 di parecchi conventi che trasformo ad uso del servizio militare ((20)) per essa l'Amministrazione potè supplire al bisogno urgente che si aveva di caserme in Trapani, Faenza, Caltagirone, Barcellona e principalmente in Siena, ed istituire uno Spedale militare in Catania ed in Ferrara. È noto che il Governo domandò la proroga di quella Legge e la ottenne con altra Legge del 21 dicembre 1864.

Similmente l'Amministrazione della guerra acquistò dal Demanio dello Stato, in virtù pur della Legge 24 agosto 1862, parecchi edifizi già propri della Cassa Ecclesiastica il cui prezzo fu pagato con cartelle del debito pubblico, però fu necessario, istituendo anche a tal fine apposite Commissioni presso i Gran Comandi di Dipartimento e fossero riconsegnati al Demanio quegli edilizi che per mutate circostanze più non erano necessari all’Amministrazione.

L’Amministrazione si adoperò con ogni maggior diligenza perché l’esecuzione servizio del molti lavori sovraindicati fosse perfettamente regolare e lodevole, né avvenne. cosa in proposito meritevole di ricordo speciale.

Essa ebbe l’occhio principalmente da una parte ad assicurare la prontezza dei pagamenti, dall’altra ad obbligare gl’impresari alla sollecita esecuzione dei loro impegni. I pagamenti furono molto agevolati dal largo uso che fece il Ministero dei crediti aperti senza che se ne sia sperimentato inconveniente di sorta, al qual riguardo sortirono tutto l’effetto desiderabile. le istruzioni, ministeriali del 31 marzo 1862 e 29 settembre 1864. Ondeché egli avvien assai di rado che al Ministero pervenga per ritardo nei pagamenti qualche richiamo fondato, e questo ancora sempre procede da cagione eventuale e momentanea ed estranea all’Amministrazione centrale. Affinché poi gl’impresari soddisfacciano anche essi pienamente al debito loro, fu adottato il sistema di farvi, in caso d’indugio, supplire d’ufficio a loro spese secondo la facoltà che se ne è stipulata. Generalmente i primi. atti di questo recedimento bastano a Scuotere gli Impresari morosi.

Bensì fu e sarà sempre difficile in questo parte dell’amministrazione militare di antivenire le vertenze precedenti da alterazione dei contratti e da altri simili accidenti di servizio.

Molte pratiche sono tuttora pendenti per accertare la libertà dei beni immobili, stati occupati per espropriazione, specialmente nella costruzione delle fortificazioni verso la frontiera Austriaca, decretata colla Legge 13 novembre 1859.

La necessità di guarentire l’erario dalle pretensioni eventuali dei terzi, obbligo l'Amministrazione a procedere nel pagamento del prezzo con molta cautele, sebbene ad accelerare ed agevolare le pratiche il Ministero abbia incaricato le Autorità, dipendenti di attendere a tutti gli incumbenti preliminari, e di riferirglieli solo allorché appurati perfettamente tutti gli estremi legali, non rimanga che a fare i provvedimenti definitivi.

Finalmente voglionsi ricordare le pratiche lungamente trattate, delle indennità da accordarsi per abbattimenti di alberi eseguiti nella guerra del 1859 per ragione di difesa( )in parecchie private proprietà dei dintorni d’Alessandria, Casale e sulle rive della Dora Baltea, non che per risarcimento dei danni cagionati nella stessa occasione dagli. Austriaci per provvedere alla difesa di. Piacenza, danni che i richiamanti valutano ad oltre due milioni di lire. La prima questione lungamente agitata innanzi ai Tribunali non sembra lontana da un amichevole componimento. Più ardua e più lontana dalla soluzione è la seconda, pratica, per chiarir la quale, la Commissione di liquidazione istituita presso il Ministero mando sul sito uno de’ suoi membri, e rassegno poi una elaborata voluminosa relazione, così sulla questione generale di diritto, come sulla domanda di ciascuno dei molti interessati.

L’Amministrazione compì eziandio, previe le cautele opportune, tutti ormai i pagamenti arretrati dei cessati Governi d’Italia, per quanto al Governo nuovo spettava di soddisfarvi, terminando anche nelle Provincie meridionali non poche vertenze pendenti da lunghi anni sotto il Governo Borbonico.

Mentre poi dall’un lato, Passetto più regolare dato all’Esercito, e l’allestimento di nuovi edifizi permisero di scemare notevolmente e di oltre a 300,000 lire le spese di locazione, si venne d’altro lato ad aumentare il provento a profitto delle Finanze della locazione di terreni, di fortificazioni o di altri demaniali destinati ad uso militare. Perocché siansi fatte cessare tutte le occupazioni abusive, e siansi diligentemente indagate le usurpazioni commesse, segnatamente nelle Provincie di nuova annessione, rivendicati i diritti dello. Stato.

Similmente si è procurato (N. M. 12 giugno) di introdurre viemaggior precisione, prontezza e regolarità nell'accertamento dei danni recati alle proprietà private in occasione dei Campi d’istruzione, delle Scuole di tiro e simili circostante.

Le quali istruzioni, ed altre che pur sono per emanare prossimamente circa le spese cadenti a carico dei Corpi anche per danni, lavori e provviste seguite nei locali da essi occupati, facendo. cadere a carica dei colpevoli i danni procedenti da abuso od incuria, diminuiranno non poco le indennità e le spese, cui per siffatte cause soggiaceva l’Erario.

Intanto l’Amministrazione preparava un nuovo ordinamento della contabilità del materiale del Genio, conforme quanto alle norme regolatrici al nuovo Regolamento di contabilità dei materiale d’Artiglieria che istituendo per ogni Direzione un unico libro mastro, ne renderà più agevole l’andamento.

XIV

Dei Servizi amministrativi

L’andamento generale dei servizi amministrativi fu nel 1864 abbastanza lodevole, e sebbene il Corpo dell’intendenza militare e gli altri Uffici da cui quei Servizi dipendono fossero tuttora scarsi di personale sperimentato è provetto, tuttavia si può affermare che adempirono generalmente molto bene all’ufficio loro.

Del che si ebbe anche una prova nella perfetta regolarità con cui adempirono al loro compito presso i vari Campi distruzione. Dell’andamento di ciascuno di essi ci limitiamo a porgere quei cenni che valgano ad esprimerne un sufficiente concetto.

Sussistenze militari

Il. pane somministrato alle Truppe fu pressoché interamente, ossia per cinque sesti, fabbricato ad economia nei primi cinque Dipartimenti (Specchio LVIII); fu invece somministrato dalle Imprese nelle Provincie Napolitano dove si trova in esercizio il solo panificio di Bari, e nelle Siciliane dove non ve n’era alcuno. Però anche nella Sicilia fu condotta a termine in Messina la costruzione di tre forni e fariniere, che nel corrente anno furono messi in esercizio, e si ha fiducia di attuare tra breve altresì un panificio in Palermo furono intanto studiati i progetti pei panifici. di Ancona, Capua, Salerno, Foggia, Gaeta, Caserta e Siracusa.

Il servizio ad impresa non diede luogo ad accidenti notevoli, trattene le servizio ad impresa osservazioni che. di occorrerà di fare paragonandolo con quello ad economia.

I risultati della fabbricazione ad economia furono quanto altri possa desiderarli soddisfacenti, siccome dimostra il citato Specchio LVIII. Il prezzo totale delle razioni fu di cent, 19,233 e consta: 1° del prezzo del grano compreso il Dazio (cent. 17,6 all'incirca); 2° delle spese di fabbricazione (cent. 1,63 5).

Il primo prezzo il quale, dedotto il Dazio, ed al ragguaglio di 161 razioni circa per quintale di grano, suppone un prezzo medio per ogni quintale di L. 26,704, è abbastanza giustificato dai noti prezzi correnti della derrata nel corso dell’anno. Esso fu ottenuto con provviste fatte generalmente col metodo degli incanti, dacché essendo cessate le crisi annonarie e le altre circostanze che in altri tempi avevano consigliato l’Amministrazione a valersi delle trattative private, conformemente alla facoltà specialmente fattale dalla Legge, essa preferì di astenersene in ossequio ai principii generali che reggono le nostre Leggi economiche.

Però in più di un caso essa dovette ricorrere ancora a questa forma di contrattazione, merita special menzione l’appalto di 60 mila quintali di grano andato una prima volta deserto per assoluta mancanza, ed una seconda volta per insufficienza di offerte, non ostante le più che discrete esigenze dell'amministrazione. Essa ebbe ad accorgersi come siffatta diserzione fosse effetto di una coalizione di fornitori che anzi erano riusciti a creare una elevazione artificiale dei prezzi sul pubblico mercato, non senza danno manifesto del pubblico siccome fu già parecchie volte avvertito da distinti economisti. L’Amministrazione ricorse quindi alle trattative private, e ne ottenne, rispetto alle esigenze degli Impresari; il beneficio di 204 mila lire rispetto al prezzo delle mercuriali di 152 mila lire già nel primo trimestre essa aveva ottenuto per tal guisa un risparmio di 52 mila lire sul prezzo delle mercuriali che suole esser minore alla sua volta del prezzo voluto dagli Impresari. Simili casi si rinnovarono benché in molto minori proporzioni nel 3° e 4° trimestre dell’anno. Nella parte del prezzo della razione proveniente dal prezzo del grano, si è compreso anche il dazio, il quale dopo la Legge sul Dazio consumo ha di alcunché aumentato il prezzo del pane segnatamente nel 2° e nel 1° Dipartimento, questa fu anzi materia di parecchie controversie tra Amministrazione ed Municipi, dacché questi pretendessero talvolta dì esigere il dazio quando non va dovuto, o perché essendo imposto sulle farine non doveva cadere sul pane fabbricato o viceversa, o per altra non dissimile vertenza.

Nelle spese di fabbricazione sono computate non solo quelle immediatamente. occorrenti alla fabbricazione del pane (macinatura, combustibili ecc.) ma tutte le spese generali altresì del personale, dì fitti, d’amministrazione; viceversa ne sono dedotti i proventi vari che si ricavarono di cenere, mondiglia e simili, che. ascesero a poco più di uh centesimo per razione. La spesa, netta di fabbricazione ascende adunque per ogni razione a cent. 1,635. Nei primi anni dell’ordinamento del servizio, cioè dal 1850 al 1856 la spesa ascese a cent. 3,342. Però per l’anno 1856 era già distesa a cent. 2,20 all’incirca, (V. l’ampia ed accuratissima Relazione pubblicata il 15 luglio 1857 dall’allora Ministro della guerra Generale La Marmora), e poteva credersi che fosse ridotta ad un limite molto modesto. Cionondimeno rimane pur sempre nel 1864 una diminuzione di circa cent. 0,6 per razioni, ed un beneficio quindi di circa 276 mila lire, il quale attesta come la perseverante solerzia dell'Amministrazione possa ottener ulteriori ed importanti risultati anche là dove sembra a prime vista essersi già ottenuti tutti i risparmi possibili.

Paragonando poi il costo del detto pane con quello del pane somministrato ad impresa, sembrerebbe a primo aspetto che quello costando cent. 3,531 in meno per ogni razione siasi ottenuto il beneficio di oltre un milione e seicento. mila lire. Tuttavia è da avvertire che le. Imprese ebbero generalmente solo il servizio dei presidii minori, che se avessero avuto anche quello dei presidii più; importanti, la differenza sarebbe stata senza dubbio men grave. Ad ogni modo pero, quand'anche per qualche prodigiosa industria le imprese fossero pervenute non solo a diminuire, ma a sopprimere finterà spesa di essa fabbricazione, essi non avrebbero ancora potuto giungere alla metà della differenza che porre fra il prezzo del pane dell’impresa e quello del pane ad economia. Non occorre neppure, far menzione dell'economia che gli Impresari potessero ottenere nei prezzi dei grani, sia perché l’Amministrazione comprando anchessa generalmente per appalto ottiene già per questa via tutto il beneficio che dall’impresa si possa aspettare, sia perché il concentramento di una grande fabbricazione, se ha influenza sul costo della fabbricazione stessa, non la ha sul prezzo della materia prima.

L'Impresario non potrebbe dunque offrir patti migliori che ricorrendo alle frodi che pur sono in tal materia tante e così multiformi e difficili a scoprire ed,a punire. Ma egli è appunto per recider dalla radice questa peste esiziale alla salute del Soldato, non meno che all’Erario, che fu creato il servizio ad economia, il quale quand’anche non procurasse, come sembra indebitato che procuri, cospicui risparmi all’Erario, procura però allo Stato un beneficio di gran lunga maggiore e militare, ed anche economico, assicurando al Soldato un nudrimento sano e sostanziale, e mantenendo intanto organizzato per ogni.evento un servizio quanto importante altrettanto difficile ad ordinare d’improvviso alla imminenza di una guerra.

Mentre quindi il Ministero continua a lodarsi dell’opera del Corpo delle Sussistenze pel servizio del pane, ha ravvisato d’altra parte giunto il tempo di restringerla quanto alla somministranza dei viveri in natura per il rancio, a minimi termini. Siffatto modo di somministranza che per le spese d’amministrazione e per le perdite accidentali cui dà luogo, importa una maggiore spesa di cinque centesimi al giorno per ogni Soldato, era. pressoché Inevitabile quando, come avvenne negli ultimi anni, le Truppe dovevano di frequente esser frazionate e divise in luoghi dove erano scarse ed insufficienti le opportunità di provvedersi i generi necessari al vitto, ma riesce certo meno conveniente ora che tali necessità sono in gran parie cessate. Fu quindi prescritto (N. M. 14 dicembre). che d’allora in poi i Corpi debbano provvedere essi medesimi al proprio rancio cogli assegnamenti che son fatti per tal fine. Col quale provvedimento, oltre ad un’economia sul Bilancio di un milione e 600 mila lire, si diede anche ai Corpi comodità di modificare in discreta misura, il loro ordinario a seconda dei diversi bisogni e delle diverse opportunità che nascono dalla tanta diversità, dei climi, delle terre e delle stagioni dove occorre alle Truppe di stanziare. Il Ministero si riservò bensì di far somministrare i viveri dall’Amministrazione nei casi che circostanze affatto speciali fossero per consigliarlo.

Intanto esso si era altresì preoccupato della grave difficoltà di assicurare Forni dì campagna in tempo di guerra il pane alle Truppe in campagna, specialmente nei Cosi di grandi concentramenti di Truppe, dacché sia i forni così detti di circostanza indicati dai memoriali, sia i forni in ferro portatili, presentano tutti fra altri gravi inconvenienti quello gravissimo di dare pane mal cotto. Il Comitato del( )Genio chiamato ad esaminare la questione ed a far le sue proposte, considerato che i forni in muratura danno il pane migliore e possono senza troppa difficoltà costruirsi dovunque, propose di modificare semplicemente pel servizio in campagna i forni permanenti dei panifici attuali, sostituendo alla forma elissoidica, più economica ma di lunga e difficile costruzione, una pianta rettangolare con volta cilindrica. Un modello ne fu costrutto per primo esperimento in Torino, che diede pane perfetto, e che leggermente modificato soddisfece pienamente in un secondo esperimento a tutte le condizioni richieste, sì per l’economia del tempo, sia per l’eccellenza del pane.

Vennero poscia costrutti ai Campo d’istruzione di S. Maurizio altri tre forni, ed adoperati durante 38 giorni alla cottura del pane da munizioni per quelle Truppe, e vi funzionarono sempre regolarmente facendovisi in ciascuno 8 infornate al giorno di 400 razioni, ed n tutto 9600 al giorno; il pane era più grato al Soldato che non quello che si mandava dal panificio di Torino. Il Ministero adottò quindi definitivamente il tipo proposto e pubblicò nel 1865 le occorrenti istruzioni nel Giornale del Genio militare.

Del servizio sanitario

L’annesso Specchio LIX rappresenta lo stato sanitario dell’Esercito nei vari mesi dell’anno e nei vari Dipartimenti, e ne risulta che la Truppa consumò nell’anno 4,482,521 giornate di ospedale, le qual divise pei 365 giorni dell’anno si avrebbero 12,280 malati al giorno, ossia sopra una forza approssimativa di 290 mila uomini poco più. del. 4 per %, proporzione inferiore a quella che. suole osservarsi.

Però, siccome nel detto, numero non sono comprese le giornale consunte negli spedali civili ed altrove, le quali sono piuttosto numerose, e possono valutarsi ad un quarto di quelle consunte negli spedali militati, non si dubita di errare notevolmente recando quella proporzione ad oltre il 5 per % quale appunto, è prevista nel Bilancio, ed infatti dalla situazione dell’Esercito (Specchio XXV) del 30 settembre 1864, si hanno sopra una forza di 298 mila uomini circa, 16 mila malati allo spedale, cioè alquanto più del 5 per %.

Il numero delle giornate d’ospedale diviso per la forza sotto le armi darebbe una proporzione alquanto maggiore di 15 giorni ciascun uomo che aumentata per la ragione ora detta, del quarto, ascenderebbero ad alcunché più che 19 giorni e di nuovo ad alcunché più del 5 per % dei giorni dell’anno.

Il numero dei militari entrati negli spedali. militari fu di 264 mila, vale a dire 1,86 per % della forza e vi rimase in media sedici giorni; 160 mila febbricitanti, 44 mila per malattie. Chirurgiche, 38 mila per malattie veneree, 24 mila per oftalmia; però è noto che molti di più inferma salute entrano ed escono, dallo ospedale parecchie volte nell’anno, altri sono trasferii dall’uno all'altro ospedale, e tutti compariscono ad ogni volta nella Statistica come nuovi entrati, ondeché il numero effettivo dei militari infermati nell’anno deve subire una considerevole riduzione.

La mortalità pei febbricitanti fu di circa 1,20 per % sul totale della forza, del 2,25 per sul totale dei curati, per le malattie chirurgiche del 0,13 sul totale della forza, del 0,88 sul totale dei curati; pei vaiuolosi la mortalità fu grande; del 6,70 per % dei curati.

Rispetto agli anni. immediatamente precedenti, la statistica sanitaria presenta sopra una forza non guari diversa, un aumento notevole dovuto probabilmente in gran parte all'epidemia morbillosa onde furono travagliate l’Emilia, le Romagne, la Sardegna e qualche parte di Lombardia però si può anche credere che parte di questo aumento non sia che apparente in quanto mercé il migliorato andamento dell'amministrazione parte dei malati nelle Provincie meridionali che per l’addietro erano curati presso gli ospedali civili o presso i Corpi, compariscono pel 1864 nella statistica militare. In quest’anno si è ottenuta una riguardevole diminuzione di affetti dal vajuolo che in parte ben puossi attribuine ai provvedimenti che con molta sollecitudine si eran fatti nell’anno precedente per combatterlo. Invece si ebbe, quasi una recrudescenza di oftalmia che influì segnatamente nella Sardegna, ed obbligo l’Amministrazione ad accelerare lo scioglimento già divisato del Deposito di Fanteria; in Sassari un aumento si verificò altresì nei venerei.

Considerata nei vari mesi dell’anno la mortalità dei febbricitanti (che soli seguono, per questo rispetto un andamento regolare) fu secondo il consueto massima in gennaio e febbraio, minima, in agosto e. settembre; fu notevole la recrudescenza di vajuolo in luglio ed ottobre, di oftalmia in genere nell’estate, dell’oftalmia bellica in luglio e agosto, e soprattutto in settembre.

Considerata rispetto alle diverse regioni del Regno, la mortalità afflisse principalmente la Sardegna, per effetto, come già si è accennato dell’influenza morbillosa e quindi per la stessa cagione il 2° ed l 1° Dipartimento, il vaiuolo travagliò il 1° ed il 4° Dipartimento e l’isola di Sardegna, ma nel 1° Dipartimento fu mitissimo ned suo esito; fu più mite nelle Provincie Napolitane; in queste invece si svolsero con maggior frequenza le malattie veneree. É degnissima di osservazione la mortalità molto minore dei febbricitanti in Sicilia che nelle altre Provincie.

Per combattere più efficacemente l'oftalmia furono istituiti Depositi di oftalmici in ciascun Dipartimento in cui raccogliere gli affetti da oftalmie leggere od esordienti, ovvero lenti o stazionarie. Gli affetti da oftalmia acuta sono trattenuti a letto, negli ospedali, ma segregati per quanto possibile dagli altri ammalati. Contemporaneamente furono istituiti negli ospedali di ciascun Capoluogo di Dipartimento scuole di clinica oftalmica, ove gli Uffiziali sanitari potranno viemmeglio estendere le loro cognizioni su quella malattia, ed abilitarsi a vieppiù efficacemente combatterla; a questo fine il Corpo superiore di sanità militare impartì ai suoi dipendenti ampie ed accurate istruzioni.

Similmente per combattere lo sviluppo, che si osserva troppo più grave che non si avrebbe cagione di presumere, delle malattie veneree nelle Provincie. meridionali, il Ministero della Guerra fece uffici presso il Ministero dell'Interno affinché anche colà si esercitasse in tal materia dalle Autorità cui si aspetta quella vigilanza che si pratica nelle. Provincie settentrionali.

Intanto due nuovi ospedali furono istituiti l’uno a S. Miniato, succursale di. quello di Firenze, l’altro a Potenza succursale di quello di Cava dei Terreni.

Delle condizioni del servizio sanitario presso ii Campi d’istruzione, gli Stabilimenti e gli Istituti militari, come dello riforme degli inscritti di leva e di quelle occasionate da rassegne di rimando; si è fatta sufficiente menzione nei paragrafi che a tali materie si riferiscono.

Il Ministero fu generalmente soddisfatto dell’opera degli Uffiziali sanitari, ed ebbe principalmente a lodarsi del Concorso illuminato e zelante del Consiglio superiore di sanità militare, segnatamente nel chiarir le molte questioni che si vengono tuttodì sollevando in materia di reclutamento, di riforme, di giubilazioni per ferite. od infermità, e nell’indirizzo da darsi al servizio in ciò che si attiene all’esercizio dell'arte salutare.

Dei movimenti del personale sanitario già si è ragionato al precedente paragrafo II. (gag. 23).

L’amministrazione procedette regolarmente; però il Ministero ne ordinò l’ispezione, i risultati della quale dimostrarono come tale provvedimento non fosse inopportuno. La finanza degli ospedali versava in qualche penuria, perocchè i suoi introiti stati determinati parecchi anni addietro più non rispondano abbastanza ai prezzi dei viveri, fu perciò aumentata d’alquanto la retribuzione che devono corrispondere gli Uffiziali ricoverati, e devoluti agli ospedali certi assegni della Bassa forza che per l’addietro erano riservati ai Corpi rispettivi.

Per agevolare finalmente i lavori amministrativi che hanno tratto al ricovero di militari negli ospedali civili ed esonerarne il Ministero, la liquidazione di siffatta contabilità e i pagamenti che ne risultano fu affidata agli Ospedali Divisionari.

Il quale provvedimento porgerà anche al Corpo sanitario il modo di far più compiuta la statistica sanitaria.

Una notevole modificazione fu fatta alle norme che reggono il servizio degli ospedali colla N. M. 20 luglio che abroga la precedente disposizione 11 maggio 1844 per cui il denaro che si fosse rinvenuto presso gl'infermi era devoluto all'Amministrazione degli ospedali, la qual disposizione infatti non poteva accordarsi coi principii di stretta legalità cui s'informa il Governo attuale.

Vestiario, casermaggio, alloggi militari e trasporti

Le condizioni politiche dell’Europa nello scorcio del 1863 consigliavano di conservare provviste di vestiario più. abbondanti del. consueto, epperciò il Ministero, avea prescritto ai Corpi (N. M. 24 dicembre 1863) di tenere in magazzino una quantità,di robe assai superiore a quella fissata dalle precedenti disposizioni, e provveduto. dal canto suo a face incette sufficienti in caso di guerra ai primi e più urgenti bisogni. Le incette per tal motivo attuate oltre ai bisogni ordinari del servizio ascesero a somme considerevoli. Però dileguatesi le apparenze che avevano consigliato siffatti provvedimenti, il Ministero rivocò (31 dicembre 1864) la N. M. del 21 dicembre 1863 e dispose perché le robe acquistate nel 1864, oltre i bisogni allora occorrenti fossero impiegate nel 1865. Questo provvedimento permise pel 1865 una riduzione di ispesa per vestiario e corredo, di oltre 10 milioni e mezzo, siccome il Ministro ebbe a ragguagliare la Camera nella relazione pel bilancio di quell’anno.

Le incette o introduzioni e le distribuzioni seguirono dal rimanente secondo il consueto senza accidente meritevole di memoria, salvo quanto saremo per accennare intorno all’ordinamento dell’Amministrazione(; ) di questo e degli altri materiali.

Intanto egli importava di proseguire la riforma dei Regolamento sul vestiario, il corredo e le divise dell'Esercito, che pubblicato nel 1833 era ormai per la massima parte stato annullato dalle radicali modificazioni state posteriormente introdotte in questa parte del servizio e sparse in una serie pressoché innumerevole di più o meno minute disposizioni.

Già colle Istruzioni del 24 giugno 1863 e 1° dicembre stesso anno ((21)) si erano raccolte e coordinati i vari provvedimenti prima d’ora emanati intorno alla divisa ed alla montura degli Uffiziali dei varii Corpi di Fanteria,:dello Stato Maggiore delle Piazze, degli Invalidi e Veterani, dei Cappellani e degli Uffiziali Sanitari, nonché degli Uffiziali giubilati, rivocati o riformati, Proseguendo nel medesimo intento si pubblicarono addì 15 ottobre e 31 dicembre 1864 simili istruzioni per gli Uffiziali dei Carabinieri Reali, dei Corpi di Stato Maggiore dell’Artiglieria, del Genio, della Cavalleria, del Treno e dei veterinari militari, e finalmente per gli Uffiziali e per gli allievi degli Istituti militari. Per tal guisa si ha ormai pressoché compiuto il Regolamento sulle divise degli Uffiziali. Rimarrebbero a riordinare le disposizioni relative al corredo ed alla montura delle Truppe; che però sarà opera di maggior lena e maggiore difficoltà. Intanto anche quest'anno fu introdotta in proposito qualche modificazione, cioè stabilito un nuovo modello di giubba e di pantaloni di tela crociata uniforme per tutti i Corpi (10 settembre); fu prescritto di apporre i distintivi di grado o qualità, alle saccoccie dei cappotti come già a quelli delle tuniche dei Furieri Maggiori e Caporali Maggiori (7 febbraio e giugno) ed alle golette pur del cappotti dei Capi musica e Musicanti (14 dicembre).

Fin dagli anni 1862-63 il materiale pel casermaggio era stato grandemente migliorato nel 2°, nel 3°; nel 4°, nel 5° e nel 6’ Dipartimento, e sul finire del 1863 erano stati condotti a termine i provvedimenti opportuni, a compiere la dotazione altresì dei presidii della Sicilia. Però l’introduzione non potè aver luogo che nei primi mesi del 1864 non senza qualche lentezza proveniente dalla difficoltà dei trasporti nei vari minori presidii fra cui le forniture dovevano essere ripartite.

Nel 2°, nel 4° e nel 5° Dipartimento era insufficiente la dotazione delle tavolo e pacche occorrenti alle Scuole, alle mense, agli Uffici, ed anche a questa parte del. servizio fu provveduto.

Fu inoltre fatto in Sicilia l'esperimento di far somministrare dall’impresa delle caserme, mediante la moderata retribuzione di centesimi 15 ai giorno, le suppellettili gli effetti letterecci agli Uffiziali colà stanziati. Il quale sistema essendo felicemente riuscito fu esteso fin dal 1864 anche alla Scuola militare i di Fanteria, e riceverà poi nel 1866 una più ampia applicazione.

Degli alloggi militari non occorre fere altro cenno, salvoché addì 6 luglio 1864, fu presentato di nuovo dal Ministro dell’interno al Parlamento un progetto di Legge sulle somministranze militari a carico dei Comuni, al fine di riformare la Legge tuttora vigente del 9 agosto 1836, ma non potè tuttavia venire in discussione.

L’Amministrazione ebbe nel 1864 a volgere una speciale attenzione ai trasporti per mare di persone e cavalli, ed ai trasporli di merci e materiali per via d'imprese.

I trasporti per mare, numerosi anche più che nell’anno precedente come si è potuto raccoglierei di quanto si riferì al § VII delle mosse di Truppe avvenne nel 1864, furono attuati, non più dalla Marina militare distratta allora da altri’ impegni, ma in massima parte da due Vapori commerciali che eseguirono una serie. continuata di viaggi fra i porti delle Provincie settentrionali (Genova e Livorno) e Napoli, la Sicilia e la Sardegna. Vi fu impiegata la forza complessiva di 2000 cavalli.

L’estensione data alle ferrovie delle Provincie Centrali e meridionali d’Italia e i vantaggi riguardevoli che naturalmente se ne devono raccogliere pel servizio dei trasporti indusse l’Amministrazione a vedere modo di volgerne il beneficio anche a pro dell’Erario. Importava inoltre di meglio regolare l’ingerenza delle varie Amministrazioni nella determinazione e nella giustificazione di certi corrispettivi dovuti all’impresa.

A questo fine fu stretta addì 1° aprile 1864, d’accordo coll’impresa, una novazione al Contralto del 1864 nella quale fra le altre cose fu stipulata la facoltà all’Amministrazione di sperimentare il concorso per una nuova impresa per l’anno 1865 e seguenti. Tosto come furono note le nuove stipulazioni, pervennero al Ministero parecchie offerte di servizio con patti notevolmente migliori. Ondeché fu apparecchiato un nuovo Capitolato con condizioni meglio rispondenti allo scopo sopraindicato, promosso un nuovo appalto con ribasso considerevole sui prezzi precedenti.

Intanto l’Amministrazione proseguiva col Ministero dei lavori pubblici e colle Società ferroviarie le pratiche intese ad introdurre condizioni migliori ed uniformi per tutto il Regno pel trasporto dei militari sulle ferrovie, le quali sortirono già in parte il loro effetto nella Legge 14 maggio 1865.

Finalmente come attinente al servizio trasporti ne giova accennare al servizio d'imbarco e sbarco pegli uomini, cavalli e materiale militare su tutti i punti di approdo del littorale italiano, che iniziato fin dal 1862 e gradatamente esteso venne nel 1864 compiutamente generalizzato. Esso è generalmente regolato con apposite scritture, in poca parte esercitato ad economia per cura dei comandi locali e di circondario.

Amministrazione dei materiale pei servizi amministrati

Devo ohi far qualche cenno delle notevoli modificazione introdotte pell’amministrarione dell’ampio materiale attinente ai servizi del vestiario, dei trasporti, del Casermaggio, delle sussistenza, della sanità militare ed altri consimili che l'Amministrazione militare raccoglie ne’ suoi magazzini per quindi distribuirli all'Esercito.

E. noto come fin dal 7 luglio 1861 fossero creati nei principali centri del Regno, ad imitazione ed in sussidio del magazzino merci che nello Stato subalpino provvedeva a questo servizio, parecchi magazzini generali e succursali che però non avevano ricevuto ancora sul principio del 1864 un indirizzo abbastanza determinato e conveniente. Mancava un provvedimento che regolasse l'applicazione a questo speciale servizio del Regolamento organico 10 novembre 1856; l’azione delle Giunte di Revisione non si esercitava ancora con tutta la regolarità la energia, che si desiderava e mancava anzi ancora qualche forma ne’ suoi pro cedimenti; che sarebbe occorsa a guarentigia così dell’Erario, come dei provveditori; ancora. troppo numerose e minute erano le attribuzioni riservate all’Amministrazione centrale, perocché la gestione affidata alla sola persona dei Direttori e dei Contabili non poteva assoggettarsi nelle sue operazioni a tutte quelle formnali la che sono possibili soltanto coll’assistenza di un corpo deliberante.

A tutte queste lacune fu provveduto col Decreto 7 febbraio 1864, il quale creo presso ogni magazzino generale una Direzione dipartimentale da. Cui dipendono. tutti, i magazzini istituiti nel rispettivo territorio, e presso ogni Direzione, un Consiglio d’amministrazione, e ne determinò le attribuzioni.

Il Decreto autorizzò il Ministro della Guerra a creare o sopprimere, secondo, il bisogno, magazzini secondari o di transito, amplio l’istituzione delle Giunte di Revisione provvedendo alla permanente efficacia della loro azione, e. finalmente autorizzo il Ministro a provvedere all’Amministrazione dei magazzini con istruzioni provvisorie, l'esperimento delle quali farà poi luogo a suo tempo ad un Regolamento definitivo. Una parte di tali istruzioni; quella cioè, che più preme, sia immediatamente attuata perché regola le relazioni, dei Corpi coi magazzini, fu pubblicata addì 22 dicembre.

Non devo intanto dissimulare come l’azione delle nuove Giunte di Revisione, mentre per certi rispetti riesce molto più proficua al servizio, lascia ancora alcun che a desiderare riguardo a. quella ragionevole agevolezza che è necessario si conservi nei rapporti dei Governo, coi provveditori.

Ammaestrata dall’esperienza del 1859, l’Amministrazione si era preoccupata sin dal 1864, della conservazione del materiale occorrente ai vari servizi delle Truppe in campagna e principalmente del carreggio provvedendo per la creazione di magazzini centrali, ove custodire e conservare una ingente quantità di carri, ambulanze e materiale da campo, come tende, coperte da campo, bardatura, cucine da campagna. La qual creazione ebbe anche quest’altro vantaggio di apparecchiare locali ove possa in caso di guerra svernare l’Esercito. Nel 1864 siffatti magazzini erano già attuati; in pressoché tutte le principali città del Regno, il Corpo dei Treno era stato esonerato dal carico di attendere alla conservazione, alla riparazione ed alla contabilità del carreggio, che insieme coll'altro materiale viene dato in consegna al Personale contabile dell’amministrazione militare; le riparazioni furono generalmente affidate alle officine di Artiglieria, secondo le norme contenute nelle Istruzioni del 25 agosto 1863.

Anche la forma e la costruzione di essi veicoli fu argomento di lunghi studi e di notevoli. miglioramenti. Prima del 1856 ne erano vari i modelli, benché prevalesse quello noto, sotto la denominazione di alla tedesca. L’esperienza delle ultime Campagne suggerì parecchie modificazioni, finché nel 1862 furono determinati i modelli e disegni, e costrutti i saggi tipi di ciascuna specie di veicoli. Conformemente a. questi modelli e tipi seguirono le molte incette eseguite nel 1864 ((22)).

Resta ancora a pompiere un lavoro di qualche importanza, cioè la formazione delle tavole di costruzione non solo del carreggio e delle ambulanze, ma di tutto. Immateriale costituente la dotazione dei magazzini dell’Amministrazione militare.

Amministrazione dei Corpi

Col Regolamento 1° marzo 1863 si era dato all’interno andamento dell’amministrazione dei Corpi un assetto definitivo, coordinando le molte disposizioni che, segnatamente dal 1850 in poi, avevano profondamente modificato il Regolamento 21 luglio 1840. Trattandosi di applicare norme già note, il nuove Regolamento noti poteva incontrare ostacoli neppur nella sua prima applicazione, ed anzi riusciva ad agevolare notevolmente le operazioni amministrative, né rimase quindi al Ministero altro compito che di curarne la stretta osservanza, reprimere gli abusi che per avventura si manifestassero, e compierne forse o modificarne, secondo le opportunità, qualche minuta ed affatto parziale disposizione.

I Consigli d’amministrazione corrisposero infatti con zelo ed intelligenza alla sua aspettazione. Se si ebbe ad avvertir presso talun Corpo qualche soverchia larghezza nelle spese di cancelleria, illuminazione e simili; e presso qualche altro alcune operazioni contrarie alle regole amministrative; all’uno ed all’altro inconveniente fu provveduto colle NN. MM. 18 dicembre e 14 marzo.

Ma l’attenzione del Ministero fu sempre principalmente rivolta alla condizione delle masse individuali, troppo importando la loro prosperità, così all’Erario cui toccherebbe sopportare i debiti dei congedati che. non fossero in grado di soddisfarvi, come anche alla disciplina, perocché difficilmente si mantenga buon soldato chi fu sempre onerato da grosso debito. Ondeché avvertendo come presso alcuni Corpi le dette masse siano tuttora aggravate da debiti riguardevoli. procedenti, a quanto pare, da distribuzioni o riparazioni permesse con troppa facilità o da omesse ritenenze, e talvolta anche da incette fatte con non sufficiente accorgimento, il Ministero richiamo. d nuovo colla N. M. 23 novembre la Loro attenzione su questa parte del servizio, provvedendo, perché vi si recasse da tutti quelli cui si appartiene la vigilanza più efficace.

Allo stesso scopo di antivenire gli eccessivi debiti delle masse individuali, furono assoggettati a ritenenza in loro favore (N. M. 28 febbraio) i soprassoldi accordati ai militari destinati in servizio di sicurezza pubblica, dacché tali soprassoldi sono destinati non solo a ricompensare il soldato dello straordinario servizio che presta, ma anche a risarcirlo del maggior logoramento delle sue robe.

La contabilità dei Corpi che al principio, del 1864 erano ancora arretrate, d’alquanto, furono nel corso dell’anno assestate e condotte al corrente ad eccezione di tre o quattro Corpi soltanto. Duole di non poter dire altrettanto, delle verificazioni cui devono attendere gli Uffici; d’intendenza, o sia perché il personale di quel Corpo, in gran parte reclutato da pochi anni, non sia ancora abbastanza. provetto, o sia anche per la moltiplicità delle minute disposizioni che devono applicarsi e che non sono per anco ridotte; come sarebbe da desiderarsi, a formali unico Regolamento. Al primo inconveniente provvederà il tempo e gli e& ami cui vanno assoggettati nel corso della carriera gli Impiegati dell’intendenza; al secondo le varie disposizioni che si vennero preparando nel 1864 e che già in gran parte emanarono nel 1865, con cui vengono di molto semplificate le regole minute ed intralciate, che se all’amministrazione di un piccolo Esercito potevano essere utili ed opportune, più non lo sono all’Esercito Italiano. E poiché mal si potrebbe provvedere ad un. Regolamento definitivo sulle paghe prima che sia terminato il lavoro di semplificazione cui ora si attende, si supplì per ora ai bisogni più urgenti colla pubblicazione per opera di distinto funzionario, di una Guida che il Ministero ha approvata.

I principia e le norme fondamentali del Regolamento per l’amministrazione e la contabilità dei Corpi hanno questo singolare pregio di potersi applicare con poche modificazioni, se non a tutte, alla maggior parte, almeno delle Amministrazioni dipendenti dal Ministero della Guerra, né è che ignori quanto importi alla. facilità e sicurezza delle operazioni di un. vasto Dicastero, ch’esse siano governate da norme quanto sia possibile semplici ed uniformi. Giova soggiungere che esse norme porgono anche il mezzo di esonerare il Ministero da molli lavori, e di attuare m molle parti del servizio quel discentramento che è stringente bisogno sopratutto delle grandi Amministrazioni come quella della guerra,(; ) senza però scemare ed anzi migliorandole, le necessarie guarentigie pell’onesto ed intelligente maneggio del pubblico denaro. Quindi è che il Dicastero della guerra ha procurato. già in questi ultimi anni di estendete le norme che reggono l’Amministratone dei Corpi all’Amministrazione dei Comitati e degli Stati Maggiori dell’Artiglieria, del Genio e del Corpo di Stato Maggiore, ed appunto in questo anno 1864 alle Direzioni d’Artiglieria di cui già si è discorso precedentemente ed all’amministrazione dei Comandi militari; di Circondario.

Con quest’ultimo provvedimento (Istruzione 20 dicembre) il Ministero istituendo presso la Casa R. invalidi in Asti un Consiglio d’Amministrazione pei Comandi militari, le affido il pagamento e conteggio delli stipendi ed altre competenze degli Uffiziali dello Stato Maggiore delle Piazze, delli stipendi di tutti gli Uffiziali in disponibilità ed n aspettativa. Riducendo così una gran quantità di pagamenti che solevansi fare direttamente dal Ministero alla forma delle operazioni interne di un Corpo, non solo il Ministero. esonero se medesimo da un cospicuo lavoro, ma diminuì notevolmente la somma degli incumbenti amministrativi e guarentì viemmeglio la regolarità di tutte le operazioni. Analoga e non meno importante semplificazione si ottenne affidando allo stesso Consiglio il pagamento e Conteggio di tutte le somme che per conto loro o del Ministero altre volte si pagavano dagli Uffici d’intendenza militare ed ora si pagano dai Comandi, di Circondario.

Le paghe e le altre competenze dell'Esercito andarono soggette nell’anno a altre competenze leggerissime modificazioni. Appena ne occorre accennare l’indennità di via accordata ai giubilati pel ritorno in patria (25 febbraio), l’indennità mensuale di alloggio accordata ai Comandanti di Diparti mento o di Divisione militare quando non possano conseguirla ih natura (R. D. 30 luglio), e la N. M. 28 maggio che determina le competenze straordinarie da distribuirsi alle Truppe quando siano rassegnate dal Re e quelle che possano concedersi in occasione di altre rassegne.

Esse andarono soggette però a tre importanti provvedimenti legislativi; cioè, del 17 giugno che le sottrae ad ogni sequestro, salvo i casi e nella misura da essa Legge contemplati, del 18 dicembre, che stabilisce una nuova ritenuta per la pensione, e del 44 luglio che sottopone alla tassa sulla ricchezza mobile le paghe dogli Uffiziali e loro accessori, non che altri redditi d’indole militare.

Cavalli, puledri e muli

L’Amministrazione fece acquistare nel 1864 di N° 2932 cavalli, 44 muli provenienti dalle razze, ed incettati ai prezzi apparenti dagli Specchi LX, LXI i quali ne indicano altresì la destinazione. Come. appare dallo Specchio LX il più cospicuo contingente fu somministrato dall’Ungheria, cui tien dietro l’Italia e quindi la Prussia e le terre settentrionali d’Europa. I cavalli provenienti dal Norie dalla Germania diedero risultati migliori; veggono quindi quelli dell’Ungheria che di molto sovrastano ai, cavalli d’origine prussiana. N° 2200 cavalli all'incirca furono destinati a rifornir i Reggimenti di Cavalleria fra cui si avevano due Reggimenti di nuova creazione; il rimanente fu assegnato ai traini dell’Artiglieria; al Treno non occorse alcuna somministranza, siccome quello i cui quadri vennero ridotti, al piede di pace.

I prezzi furono d’alquanto inferiori a quelli del 1860 e superiori a quelli del 1862 e 1863, la qual cosa facilmente è spiegata dalle contemporanee condizioni politiche dell’Europa, La perdita dei cavalli di nuova rimonta (Specchio LXII) fra morti, abbattuti e riformati, ancorché grave, non fu però superiore all’aspettazione se si ha riguardo all’influenza che deve esercitare il cambialo tenore di. vita. Le perdite proporzionatamente maggiori avvennero nei cavalli di razza italiana e prussiana.

Conformemente a quanto si, era già praticato pel 1863, fu compilata una statistica delle perdite avvenute fra cavalli de’ vari Corpi, sia per morte od abbattimento, sia per vendita a seguito di riforma. Essa fu pubblicata nel G. M, del 1865 e se ne riproducono gli Specchi C D E che ne riassumono i risultati (Specchi LXIII, LXIV, LXV). Le perdite che si osservano molto maggiori in talun Corpo che negli altri procedono in parte, come è ovvio immaginare, da maggiori fatiche supportate nelle Provincie. meridionali, in parte anche. prevengono da affezioni tifiche sviluppatesi in alcun Corpo, come avvenne nel 10° Reggimento d’Artiglieria e nei Lancieri di Milano; in parte finalmente da cattive condizioni di stabulazione.

Fra gli abbattuti, 530 lo furono per moccio, 142 per farcino, 6 per moccio e farcino, 48 per frattura di gambe, 25 per altre malattie insanabili. Duole che non ostante le maggiori e più diligenti precauzioni che da tanti anni si adoprano dall’Amministrazione contro il moccio ed l farcino, essi menino tuttavia tanta strage; non può negarsi però che causa precipua ne furono a questi ultimi tempi, come già si è detto le fatiche straordinarie occorse nelle Provincie meridionali.

Contemporaneamente alla rifornitura delle Armi a cavallo fu provveduto alla riproduzione cavallina coll’incetta di 997 puledri, dei quali anche viene indicato nel mentovato Specchio il prezzo e la provenienza.

Contabilità

Al principio del 1864 erano ancora molti i lavori in corso della contabilità arretrata, per natural conseguenza anch’essi dei casi degli anni precedenti.. Nel corso dell’anno furono spinti con alacrità, e si può affermare non lontana l’epoca in cui essa si trovi assestata.

Superate le difficoltà che, pei diversi sistemi d’amministrazione già vigenti presso i varii cessati Governi d’Italia, si erano incontrate nell'assestamento dei conti per l’Esercizio del 1864, il quale per la prima volta comprendeva le spese militari di tutte le Provincie del Regno, si poterono accertare definitivamente le spese di quell’anno nella somma di 287,270 mila lire. Similmente fu condotto a buon punto l’assestamento dei conti del 1862 e 1863 i quali anzi sarebbero ormai del tutto ultimati se non restassero tuttavia ad appurarsi alcune poche differenze tra le imputazioni ed pagamenti su crediti aperti nelle Provincie allora rette in questa materia, dalle Istruzioni del 20 dicembre 1864. Finalmente molle, delle pratiche tuttora in corso al principio dell’anno per crediti verso i cessati Governi della Penisola e per fatti che avevano attinenza al servizio militare, e ai casi politici del 1848 e 1849 ed anche del 1859 e del 1860; Vennero risolte dietro accurati rapporti della Commissione di liquidazione che vi attende con solerzia e con risultati soddisfacenti.

Altri crediti verso il Governo Borbonico per somministranze fatte, a quell’Esercito prima del settembre 1860, ed altri ancora per somministranze pur fatte all'Esercito meridionale avean dato origine a richiami incessanti e vivissimi che il Governo non ha potuto nella sua giustizia non prendere in seria considerazione, e per soddisfare ai quali propose, ed il Parlamento approvo un assegnamelo straordinario di 4,300 mila lire, ammontare di crediti che erano stati accuratamente accertati (Legge 22 gennaio 1865).

Or venendo alla contabilità corrente, egli è noto come le norme regolatrici della contabilità dello Stato furono modificate notevolmente col Regolamento 13 dicembre 1863, il quale esonerando gli Uffici centrali dal carico di molte scritture, senza accrescerle tuttavia soverchiamente presso gli Uffici dipendenti, e introducendo il sistema dei prospetti quinquennali intendeva ad accelerare e semplificare le operazioni contabili. L’Amministrazione della guerra secondando, com’era sua debito, per quanto le si apparteneva, le intenzioni del Ministero delle Finanze, si adoperò (DD. MM. 12 gennaio e 30 marzo) perché esse norme venissero prontamente e regolarmente osservate, e ne ottenne tosto fra gli altri Vantaggi quello di esonerare gli Uffici d’intendenza delle Provincie Napoletane, Siciliane. e Romane, di una mole cospicua di lavori. Abbiamo già accennato altri miglioramenti di simil natura introdotti per via della delegazione di una parte cospicua di operazioni presso i Comandi di Circondario sotto la direzione di un Consiglio d’Amministrazione, presso la Casa R. Invalidi e Compagnie Veterani.

Allo stesso scopo di semplificare le operazioni fu data, dietro eccitamento del Ministero delle Finanze, una nuova forma al Bilancio della Guerra riunendo in ciascun capitolo le varie spese di identica natura e fra loro strettamente attinenti, che prima andavano disperse fra diversi capitoli.

Ad ogni modo l’esercizio del bilancio procedette regolarmente nel corso dell’anno furono rilasciati 31117 mandati o decreti d’apertura, cioè::

12253 sull’Esercizio 1863
18864 id. 1864

Bensì il bilancio del 1864 che era stato fissato in poco più di 233 milioni tra spese ordinarie e straordinarie dovette essere aumentato ancora di oltre 23 milioni di spese la massima parte anch’esse straordinarie provenienti dalla maggior forza trattenuta sotto le armi, e dagli approvvigionamenti fatti sul principio dell’anno, al fine di provvedere ad. eventi gravi che allora si presentivano. per lo stesso motivo un aumento di circa due milioni dovette esser proposto sul bilancio 1863. Vero è, come fu detto a suo luogo, che parte di queste maggiori spese andarono a benefizio dell’anno successivo. Accenniamo altrove (pag. 125, 131) le spese straordinarie stanziate nel Bilancio per Legge speciale nel 1864 onde provvedere alla costruzione di parecchi edilizi militari (alcuni dei quali però non vennero tuttavia attuati) ed all’armamento dell’Esercito, non che la ragione delle riguar. devoli economie proposte per l’anno 1865 (pag. 11 e 12).

XV

Amministrazione centrale

Da quanto siam venuti esponendo nel corso di questa. Relazione altri potrà di leggieri conoscere quali siano state le principali occupazioni dell’Amministrazione centrale in,ordina alle varie parti dei servizio militare durante l’anno 1864; sarebbe quindi superfluo riandarle anche brevemente. Le disposizioni di massima per essa fatte sono inoltre pubblicate nel Giornale Militare, nel Giornale d?Artiglieria, nel Giornale dei Genio Militare, e così pure abbiamo già abbastanza ampiamente chiarito (pag. 2) l’opera di discentramento che si è venuta proseguendo cautamente, bensì, ma con molta diligenza e perseveranza e le riduzioni che per conseguente vennero attuate nei quadri del Ministero. Cionondiméno i lavori quotidiani dell’Amministrazione vuolsi confessare che sono ancora molto voluminosi. Oltre a. quelli attinenti alla verificazione e liquidazione di vaste e minute contabilità ed ai frequenti lavori di statistica che pur, sono indispensabili a governar con sicuro criterio un grande Esercito, il Ministero ha ricevuto nell’anno più che 300,000 lettere, ha scritto circa 248,000 dispacci; i decreti personali furono 3255, i decreti ministeriali 2184, le relazioni al Consiglio di Stato 1812, i mandati spediti circa 31 mila. Gli Uffici del Ministero tengono oltre a 720 registri, numero che non parrà eccessivo a chi consideri da una parte la necessità di raccogliere e tenere ordinate tutte le notizie che avran tratto al servizio, alla disciplina, all’istruzione ed al Governo di un personale di circa mezzo milione d’uomini, ed all’amministrazione di un materiale corrispondente.

L’Amministrazione centrale è assistita nei suoi studi e nelle sue operazioni dai Comitati delle varie Armi dai Consigli Superiori degli Istituti e della sanità militare, dall’ufficio dell’Avvocato Generale militare, e spesso anche da Commissioni speciali e temporanee che il Ministero crea appositamente per esaminare con sollecitudine l’ima e l’altra questione di qualche gravità, ed o non posso che lodarmi dello zelante concorso che gli Uffiziali Generali e Superiori e gli alti Funzionari militari hanno costantemente prestato ai miei predecessori ed a me nell’adempimento del grave Compito, che spetta al Ministro della Guerra.

CONCLUSIONE

Dàquanto io venni finora esponendo con quei maggiori particolari che ai limiti di questa Relazione si convenivano, la M. V. ha potuto raccogliere più precisamente in. quali condizioni versasse l’Esercito durante il 1864 e quali progressi abbia fatto rispetto al suo, interno ordinamento, all’istruzione, alla disciplina, al servizio, all’armamento, all'amministrazione. I quali se possono meritare l’ambita approvazione di V. M. io m’affretto a dichiarare ch'essa è dovuta per le massima parte al mio predecessore Generale Della Rovere che resse il Ministero fin verso il fine dell’anno, e i cui disegni furono anche per la maggior parte da me volonterosamente proseguiti, comecché amendue concordassimo pienamente, e me lo reco a ventura, in molte importanti, materie; Così alla sua volta quand’egli nel 1862 ebbe a succedere a me in questa stessa amministrazione ben volle dar seguito a parecchi gravi provvedimenti che io,aveva iniziato e promosso. La qual conformità di vedute e costanza di propositi, che io credo poter assicurare a V. M. essere stata ed esser tuttora, almeno quanto alle massime fondamentali, ed al generale indirizzo dell'amministrazione, comune a tutti i Capi dell’Esercito, mi par provare abbastanza la bontà del sistema e prometterne ottimi effetti.

Vero è che allorquando la V. M. chiamo a. reggere la cosa pubblica il Ministero cui mi onoro di appartenere, ed esso ebbe a considerare in tutta la loro realtà le condizioni del. nuovo Regno, e la difficoltà più grave fra tutte, quella delle finanze, fu risolutamente determinato di recarvi colla maggior sollecitudine ogni più efficace rimedio, fra i quali tenevano, senza dubbio un principal luogo le economie che risultassero possibili nell’amministrazione militare. Profondamente convinto insieme coi miei colleghi della necessità di mirare in faccia al pericolo per scongiurarlo; anche,con gravi sacrifizi, anziché aggravarlo dissimulandolo, non ho esitato a proporre io stesso a V. M. e quindi dietro i suoi ordini al Parlamento, per quanto ne fossi dolente, molto maggiori economie che non avesse proposto il mio predecessore; confidando a ragione che l’Esercito avrebbe sopportato questo sacrificio con quella abnegazione che dimostro in ogni altra circostanza. Ma queste economie, iniziate soltanto nel 1864 e sviluppatesi nell’anno successivo, furono però condotte in guisa, siccome già ebbi altra occasione di riferire a V. M., che l’organismo militare del Regno non ne fosse turbato, né l’elemento combattente dell’Esercito avesse a scemare di solidità e di forza.

Ondeché rimane pur sempre incontrastabile che le condizioni militari del Regno hanno progredito notevolmente. Ne sono prova manifesta la Leva oramai accolta senza ripugnanza, e regolarmente attuata nelle molte Provincie ave fu di recente introdotta, il reclutamento assicurato di Uffiziali distinti segnatamente per le Armi speciali, le Truppe assiduamente esercitale nelle fatiche della milizia l’istruzione promossa sempre in tutti i. rami del servizio, il brigantaggio efficacemente combattuto; proseguito nei limiti del possibile l’allestimento delle fortezze, delle caserme e di altri militari edifizi, apparecchiate le armi, le munizioni di ogni maniera opportune, diligentemente curato il vitto, il vestilo, gli alloggiala sanità militare, l’amministrazione delle Truppe pienamente ordinata, quella del materiale da guerra in gran parte riformata. Ma V. M. sarà principalmente soddisfatta vedendo. come la disciplina vedasi notevolmente rassodando, e come, in. tutto l’Esercito regni quella concordia e quella fratellanza che, aliena da ogni spirito di parte, e fondata sopra il sentimento profondo, ed a tutti comune, del dovere e dell’onor militare, e della devozione, a V. M. ed all’Italia, sono certo e lieto argomento di fiducia per il presente, e di speranza por l’avvenire.




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1 Essa non concordi pienamente con Quella stata testé pubblicata dalla Direzione Generale della Fanteria, perché questa non tenne conto dei Sottotenenti allievi dell'Accademia, che infatti non fanno parte dell’Esercito.

2 In questo numero non sono naturalmente compresi quelli convocati contro Cappellani militari od altri Uffiziali assimilati dei quali, si discopre altrove.

Non sono contemplati ih questo Specchio ì seguenti matrimoni, per cui pure emano declaratoria del Tribunale Supremo, cioè di 1 Uffiziale dei Carabinieri Reali e di 10 militari e Funzionari della Marina.

4 I Congedati per questo titolo in tutto l'Esercito furono 2847, ma 606 all'incirca erano già in congedo illimitato.

5 I morti in tutto l'Esercito furono 5744, ma N. 693 vogliono imputarsi alle classi in congedo illimitato.

6 Volendosi però avere il numero totale dei nati nel 1843 viventi al momento della Leva convito aggiungervi N° 4087 giovani stati cancellati dalle liste perché Inscritti marittimi.

7 In questi Circondari i renitenti furono assai numerosi.

8 per simil motivo non fu trasferta alla prima Categoria un militare stato condannato a tre., mesi di carcere per tentativo di renitenza.

9 V. più ampiamente svolta la questione nella Relazione del Generale Torre.

10 2° Reggimento (da piazza) sulle Lande di Lombardia

3° id. id. a Bresso

4° id. id. a Gossolengo

5° id. (Campagna) Lande di S. Maurizio

6° id. id. di Somma

7° id. id. di Viareggio

8° id. id. di Bresso

9° id. (Pontieri) a Gossolengo

10° id. (Campagna)

11 V. Regolamento di disciplina per la Fanteria 684,686 687 e seguenti, di Ginnastica Scuole dei Corpi.

12 D. M. 29 ottobre 1862, § 1.

13 A Somma si ebbero sopra una forza dai 12 ai 14 mila uomini in 50 giorni 2582 malattie tra cui 456 chirurgiche (in ferite) 178 oftalmie reumatiche e 24 granulose,224 emeralopie, 175 affezioni reumatiche,380 gastricismi, 70 dissenterie (diarree),225 febbri intermittenti. Là mortalità fu anche di soli 6 individui oltre due annegatisi per imprudenza.

14 Al Campo di Somma i risarcimenti richiamati ascesero nel 1° periodo ad oltre 23 mila lire, ma furono accertati solo nella somma di L. 6869, dei quali anzi 2900 dovettero imputarsi a carico dei Corpi, e sole 3968 a carico dello Stato.

15 I giornali d’Artiglieria e del Genio sono anche ufficiali, e pubblicano i documenti ufficiali relatori al servizio di quelle Armi.

Altri documenti ufficiali sono:

Il Giornale Militare.

L’Annuario Militare.

16 Quattro degli ammessi domandarono di passare alla Scuola di Cavalleria, e furono quindi surrogati cinque altri rinunciarono all’ammessione, ondeché ammessi furono 95.

17 Non sono compresi gli 85 allievi dell’Accademia promossi Sottotenenti allievi, e sono invece compresi 63 già Sottotenenti allievi usciti nelle Armi, speciali, e nella Fanteria, onde nasce la diversità di 22 tra questo numero o quell'apparente dalla statistica degli Ufficiali (Specchio II).

18 Nel 1° trimestre 1864, non essendosi ancora distinti i condannati ditenuti dai contumaci (che erano 411), fu forza ripartirne la deduzione solo in modo approssimativo tra le varie Provincie però l’errore non ha potuto esser notevole, giacche anche allora ben più della metà degli accusati apparteneva alle Provincia meridionali.

19 Esso ha anche spedito 181 pratiche di matrimonio.

20 Conventi 0 monasteri del Carmine in Alcamo ed in Catania di S. Francesco, in Trapani e Faenza, della Missione in Ferrara, di S. Agostino in Lucca, della Madonna in Siena, di S. Domenico in Caltagirone, dei Padri Basiliani in Caltagirone.

21 Queste ricevettero qualche spiegazione rispetto alla tenuta dei Granatieri colle NN. MN 18 marzo e 1° dicembre 1864.

22 I veicoli attualmente adottati per le ambulanze e pei trasporti al seguito dell'Esercito, sono:

II carro d’ambulanza, modello 1862.

Il cassone. d’ambulanza ordinario col N’ 2 di Fanteria e Cavalleria.

La carretta scoperta da battaglione, modello 1861.

Il carro dello Stato Maggiore (forgone).

Il carro da torchio litografico.

Il carro da foraggi; modello 1859.

Il carro forte da trasporto.

Il carro leggero da trasporto.

La fucina da cavalleria, modello 1862.

La fucina da campagna, modello 1844.

La vettura per la posta a due ruote.

I veicoli di modello riprovato sono tuttavia conservati in uso sino a consumazione e sono di preferenza Impiegati in tempo di pace nei servizi delle guarnigioni.

23 Di questo disposizioni più minute ne basterà accennare le cautele prescritte nell’esecuzione dei pagamenti (5 febbraio). Le disposizioni del. 3 maggio relative ai rendiconti dei Distaccamenti, quella del 7 luglio che esclude dal versamento alla Cassa dei depositi e prestiti le somme, lasciate dai militari defunti. quando siano inferiori alle L. 100, siccome quelle più non fruttano interessi, la N. M. dell’11 dicembre che pone a carico della massa bene armato anche la rinnovazione e fa riparazione dei picozzini di Fanteria.















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