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Si ringrazia la Biblioteca Alessandrina che ci ha autorizzato alla pubblicazione di una serie di articoli sul Mezzogiorno, tratti dai giornali TERRA NOSTRA e L’AZIONE CALABRESE del 1914, la cui lettura consigliamo agli amici naviganti.

Gli originali in formato JPG delle pagine del giornale sono consultabili all'indirizzo:

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Zenone di Elea - Luglio 2015

Fonte: TERRA NOSTRA, n. 6, 1914 -  https://www.alessandrina.librari.beniculturali.it/

I lavori pubblici nel triennio 1910-12

e la sperequazione tra Nord e Sud

(se vuoi, scarica il testo in formato ODT o PDF)

In un'ampia relazione pubblicata in questi giorni dal Ministero dei lavori pubblici vengono esaminali per prima volta, in base a numerosi  dati statistici i risultati dei vari sistemi di aggiudicazione degli appalti per pubbliche nelle vane regioni della penisola.

Il lavoro è frutto di ricerche laboriose e di studi complessi eseguiti dal dottor Carlo Petrocchi, capo della Sezione dei contratti del Ministero dei lavori pubblici sotto la solerte e vigile direzione del comm. Carlo Marzollo direttore generale del Segretariato del Ministero.

Dell'importante documento ci proponiamo di dare brevi colonne, specialmente ai fini che rientrano nell’attività spiegata dal nostro giornale in materia di lavori pubblici.

Da tempo era vivamente sentita la necessità di una pubblicazione che rispecchiasse fedelmente l'azione svolta dallo Stato, nella distribuzione delle opere pubbliche nelle varie parti del regno. Anche la Giunta Generale del bilancio, l’anno scorso faceva voti al  governo, perché «una pubblicazione statistica periodica offra modo di rendersi conto dell’azione del Ministero dei lavori pubblici nell'ambito di ciascuna regione e di ciascuna provincia per seguirla, spronarla ed apprezzarla nei giusti termini, il che oggi non e assolutamente possibile».

A colmare questa lacuna vene opportunamente la relazione di cui ci occupiamo e che, come e detto nella lettera introduttiva, diretta al Ministro Sacchi, è il principio di una le di studi statistici sugli appalti di opere, e potrà riuscire certamente utile per la possibilità di confronti fra le varie provincie e le varie regioni, confronti che nessun altro documento aveva da lungo tempo più consentito.

La relazione comprende i lavori appaltati nel triennio 1910-12 ed offre un quadro completo dell’azione spiegata dall’Amministrazione durante questo periodo. I volumi che seguiranno, arricchendo periodicamente la copia dei dati e prendendo anche in esame il risultato degli appalti, offriranno un quadro ancora più vasto e completo dell’attività che il Ministero esplica in ogni parte del Regno.

Da una delle molte pregevoli tabelle annesse alla relazione, risulta che, escluse le costruzioni ferroviarie le quali vengono aggiudicate a cura dell'Amministrazione autonoma, il Ministero dei lavori pubblici ha appaltato nel triennio 1910-1912, opere e provviste per l’ammontare complessivo di lire 243,343,607. 84.

Considerando i lavori e le provviste appaltati nelle varie regioni, la somma sopraindicata si ripartisce in L. 50,301,455. 43 per l’Italia settentrionale, in lire 65,986,190. 43 per l'Italia centrale e in lire 127,058,961. 98 per l'Italia meridionale.

A prima vista sembrerebbe che durante il triennio esaminato, le opere pubbliche si fossero distribuite in modo equo fra le varie regioni d Italia. Ma un accurato esame delle cifre ci porta ad una contraria conclusione.

Difatti, per potere apprezzare nella sua vera portata la somma di lire 127,058,961 rappresentante i lavori eseguiti nel Mezzogiorno, non si dei considerare tale cifra come entità a sé, ma si deve invece rapportarla alle condizioni dell’Italia meridionale, all'abbandono in cui essa era stata lasciata, alla parte di Cenerentola che per lungo volgere di anni essa aveva rappresentato nel bilancio del Ministero dei lavori pubblici; senza dimenticare inoltre che del Mezzogiorno fanno parte ben sette delle sedici regioni che costituiscono la penisola.

Ma non soltanto alle speciali condizioni del Mezzogiorno si deve por mente per apprezzare onestamente la somma dei 127 milioni. Devcsi pur notare che in questa cifra vanno comprese le moltissime spese straordinarie causate dai vari disastri tellurici che in questi ultimi anni si sono scatenati sul Mezzogiorno, come il terremoto del 28 dicembre 1908, il nubifragio della costa d'Amalfi, l'altro terremoto dell'Irpinia del giugno 1912.

Con queste considerazioni non si può affermare che il Mezzogiorno ormai non soffre più disparità di trattamento in confronto alle altre parti della penisola, nella distribuzione dei lavori pubblici. Troppo ci vuole ancora, perché ci sia dato tutto quello che ci spetta.

Per parlare delle nostre provincie calabresi, risulta dalla relazione pubblicata che nella somma dei 127 milioni esse partecipano per 25 milioni dei quali 5 sono assegnati a Catanzaro, 11 a Cosenza e 7 Reggio.

Gli, 11 milioni di Cosenza si spiegano in gran parte con la permanenza dell’onorevole De Seta al Ministero lei lavori pubblici nella qualità di sottosegretario di Stato e con la gagliarda, operosa attività esplicata da Luigi Fera, i quali riuscirono anni or sono a fare istituire in Roma uno speciale ufficio tecnico per la compilazione dei progetti che gli uffici di Cosenza non riuscivano ad apprestare. I pochi milioni fruiti da Catanzaro (soltanto 5) ci porterebbero ad amari confronti con altre provincie del Regno che certo non si trovano in eguale condizione di bisogni, come Ravenna, per esempio, che ne ha 9, come Venezia che ne ha 13, eco.

Ma ormai per noi il tempo dei lamenti deve essere chiuso. Per l'avvenire dovremo esigere ed imporre, se occorrerà, che il programma già preparato sia eseguito con sollecitudine e con larghezza di mezzi. Mostreremmo di essere degli imbelli se ci contentassimo, per esempio, di quella che ha ormai è diventata una frase di moda: «Contentatevi di quanto ha fatto in questi anni il Governo in Calabria, poiché ha fatto già molto

La verità è questa saltanti, che in questi ultimi anni il Governo, anche per merito personale dell'on. Lumi, ha cominciato a fare per noi quel che per tanti anni non aveva fatto. Finora siamo semplicemente di fronte ad un promettente inizio, null'altro. Dovremo pertanto, intensificare i nostri sforzi, affinché il programma di lavori già tracciato sia condotto a compimento e sia subito adeguatamente integrato, per ovviare alle deficienze già avvertite.

Queste considerazioni e questi ammonimenti ci ha suggerito il volume del dottor Petrocchi il quale ha fatto veramente opera nobilissima, mostrando non solo di conoscere a fondo ciò che è il tecnicismo della sua amministrazione, ma di possedere una larga visione dei più urgenti problemi che suscita la politica dei lavori pubblici in Italia. Egli ha preceduto l'attività dei nostri legislatori, i quali, allorché recentemente chiedevano conto al Governo sull'azione svolta dal Ministero dei lavori pubblici nelle singole parti della penisola, erano ben lontani dal pensare che la loro giusta richiesta avrebbe avuto una risposta immediata nell’opera pregevolissima del dottor Petrocchi.

Giuseppe Ambrosio.


Fonte: TERRA NOSTRA, n. 6, 1914 -  https://www.alessandrina.librari.beniculturali.it/

TERRA NOSTRA, n. 6, 1914















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