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Fonte:
https://www.historiaregni.it/ - giovedì, dicembre 10, 2015

Maestro, ma tu, sei napoletano o italiano?

L’Accomodato* - Italia padana, 3 dicembre 2015


(se vuoi, scarica il testo in formato ODT o PDF)

Marzo 2015

Maestro, ma tu, sei napoletano o italiano? di L'Accomodato



Sinceramente non so dirvi se questa domanda sia mai capitata ad un mio collega. A me è capitata ieri mattina, 2 dicembre dell’anno di grazia 2015, in una terza elementare.

Una domanda dal tono educatissimo, a cui ho risposto con una battuta: Io sono Napolitano, con la “i”. Ovviamente il bambino non ha capito nemmeno la distinzione grammaticale, ma una sua compagna, figlia di mamma napoletana, ha capito la mia precisazione e gliel’ha ripetuta, pur non comprendendone la sostanza.

Per i curiosi, posso dire che la domanda è nata dal fatto che da sempre mi spaccio per un tifoso della squadra del Napoli (a me del calcio importa meno di niente) e tutte le volte che mi capita sottolineo che Napoli è una delle più belle città del mondo.

Questa storia del “non essere italiani” io in trent’anni di insegnamento l’ho sentita decine di volte, nella formulazione del “lui non è italiano”, riferita ad alunni siciliani, calabresi, pugliesi, campani, in diverse occasioni. Mentre si discuteva di geografia, di storia, di fatti di attualità, sovente per risolvere screzi tra bambini.

La battuta più fastidiosa fu quella rivolta - una trentina di anni fa - ad un bambino siciliano, che fu apostrofato malamente con uno “sta zitto mafioso”. Dal compagno di classe che gli sedeva davanti.

Le altre me le sono scordate, questa del “sta zitto mafioso” la risento ancora quando per un qualche motivo mi ritorna alla mente.

Quando una parte di territorio di uno stato viene percepita come non appartenente alla comunità, qualcosa di profondo si è rotto oppure si tratta di un legame che non si è mai generato. Com’è nel caso italiano.

Non stiamo qui a sindacare se è colpa del nord o del sud.

Il dato di fatto è che questa estraneità nasce nei primi anni postunitari. Gran parte di Napoli ma anche delle maggiori città del sud si sentiva italiana ed europea, ma l’opposizione armata delle campagne e di alcune frange marginali delle classi abbienti - legate per interesse o per fedeltà al vecchio governo borbonico - impedì la costruzione di un senso civico comune tra le due parti d’Italia.

La rapacità dello nuovo stato ad impronta sabauda ed il suo atteggiamento coloniale nei confronti delle provincie meridionali fu l’altro elemento negativo che mandò a farsi benedire il “sentirsi italiani” da parte di qualche milione di meridionali e dall’altra parte fece crescere il “non percepirli come italiani” a nord del Tronto.

Affermare che è stata la Lega Nord a creare questi problemi significa essere o ignoranti o in malafede. La Lega li ha solo riportati alla luce togliendoli da quella coltre di ipocrisia sotto cui erano tenuti dalla mitologia patriottarda.

L’Italia, quella vagheggiata da poeti e da alcuni rivoluzionari romantici dell’Ottocento non è mai nata.

* Accomodato fa parte del lessico zitariano, indica i meridionali emigrati al nord che si sono sistemati, i cui interessi ormai non coincidono più con quelli che sono rimasti nelle Provincie Napolitane.
























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