di Orazio Ferrara
Ci pensò il loro generale, il Landi, a sconfiggerli, facendo suonare la ritirata generale. Di quei magnifici soldati lo stesso Garibaldi ebbe a scrivere subito dopo “I Napoletani si batterono da leoni, e certamente non ho avuto in Italia combattimento così accanito, né avversari così prodi”; alla parte “Documenti”, in cui sono riportate le pagine dei diari del diplomatico e patriota italiano Pietro Chevalier, uomo di fiducia dello stesso Cavour e forse adombrato dallo scrittore Tomasi di Lampedusa nella figura dallo stesso nome, Chevalier, che ritroviamo in quello stupendo affresco storico, irriverente ed impietoso del nostro Risorgimento, che fu quell’opera letteraria de Il Gattopardo. E’ questo Chevalier a rivelarci gli squallidi e meschini retroscena di come fu fatta l’Unità d’Italia e dei personaggi che si piccarono di farla, personaggi spesso da operetta e qualche volta anche un po’ cialtroni.
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