L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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Richiamo l’attenzione dei lettori di FORA…su questa nota del giornalista Antonio Delfino. Non occorre aggiungere altro.  

Nicola Zitara, Siderno - Marzo 2006

Fonte:

https://www.larivieraonline.com/

I KAMIKAZE DELL’ANTIMAFIA

di Antonio Delfino

Continua il girone d’andata dei ragazzi di Locri, ospiti a Verona del prestigioso liceo classico “Maffei”. Si sono incontrati con i loro coetanei per dire che la ‘ndrangheta, ormai, è un enclave nel territorio calabrese, ma soprattutto nella Locride. Dopo Crema, Verona ed ancora altre tappe da definire per le innumerevoli richieste che giungono da ogni parte delle terre emerse.


La rinomata compagnia teatrale e di vario intrattenimento e spettacolo che è espressione, per chi non lo sapesse, del Forever (Forum per la resistenza e la verità) tenuto a battesimo, soltanto per la targa, da due testimoni d’eccezione, Mons. Giancarlo Bregantini, vescovo della diocesi e Agazio Loiero, Governatore delle Calabrie.


Il movimento, sorto dopo l’uccisione di Francesco Fortugno, era nato in maniera spontanea e guardato con grande attenzione da chi ha a cuore le sorti della nostra terra. Poi, gradatamente, nonostante i proclami dei trenta leader, ha assunto connotazioni spiccatamente politiche e partitiche diventando l’ariete del centro sinistra in una realtà, come la nostra, lisa e consumata.


A Verona, è stata buttata la maschera. A guidare il gruppo c’era Adriana Musella espressione dell’antimafia di professione e segretario del rinato Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata di cui è presidente Agazio Loiero.


Fanno parte del comitato anche autorevoli magistrati ed esponenti della cosiddetta società civile. Ormai, con i fondi regionali, i ragazzi di Locri possono andare a testa alta per avere avuto un  riconoscimento istituzionale. A Verona, com’era d’obbligo, si sono presentati come rappresentanti della riviera dei gelsomini con la gerbera in bocca.


La gerbera appartiene alla famiglia delle margherite. Quelle vincole e sparpagliate. Per il movimento dei ragazzi di Locri sono l’espressione del dolore, come la spettacolarizzazione,  le manifestazioni quasi quotidiane, le fiaccolate, la carovana del prete Ciotti, le benedizioni dei luoghi, teatro di delitti. Un eterno venerdì santo.


Nessuno reagisce. Ma da Isola Capo Rizzuto si alza la voce della chiesa di frontiera, attraverso le parole vibranti di don Eduardo Scorcio, parroco dell’Assunta. “Siamo stanchi – ha protestato don Eduardo – di sentir parlare, quando si parla di lotta alla ‘ndrangheta, sempre e solo di Locri e di vedere profuse tante risorse sempre e solo in quel territorio.


Il  consiglio regionale della Calabria – ha proseguito don Eduardo – ha deliberato innumerevoli iniziative per il territorio della Locride, quasi che il problema fosse solo lì e che gli unici giovani ribelli alla ‘ndrangheta  siano solo li. Anche a Isola Capo Rizzuto   siamo nel pieno di un drammatico e interminabile regolamento di conti tra le cosche della ‘ndrangheta.


Ciò che ci ha letteralmente sconvolto, dopo ben 19 delitti dal 2000 ad oggi, è che ormai sono stati rotti gli argini di ogni regola, arrivando a dissacrare con un feroce spargimento di sangue persino la notte di Natale”.


Poi le amare conclusioni di un prete che in vent’anni ha creato 24 associazioni nella sua parrocchia, fra cui la Misericordia con 550 volontari. “Siamo rimasti soli e l’abbandono da parte delle istituzioni è stato totale, compresa la chiesa diocesana. La Misericordia di Isola Capo Rizzato è composta da tanti giovani che giornalmente lottano per una civiltà dell’amore ma che hanno il torto di non essere schierati”.


Questo presente d’assalto dovrebbe essere preso a modello in tutta la Calabria che celebra i suoi riti nel Tg3 dei monsignori in una gara quotidiana tra prediche, processioni e manifestazioni antimafia.


P.S. “Ora bisogna guardarsi non soltanto dalla mafia, ma anche dall’antimafia”  Leonardo Sciascia


Antonio Delfino















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