L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
Eleaml


comunicato stampa

SAVOIA? NO, GRAZIE

(se vuoi scaricare in formato RTF)


L'Associazione Culturale "Due Sicilie" di Gioiosa Jonica (RC), in questi giorni in cui i Savoia arrivano a Napoli, intende recuperare dall'oblio un episodio della nostra storia nel quale la dinastia sabauda ha avuto precise responsabilità.

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25 GIUGNO 1874: L'ASTA DELLA VERGOGNA!

Vendita dello STABILIMENTO METALLURGICO di MONGIANA

 

In "ottemperanza" alla Legge 23 Giugno 1873 ed in sintonia con il programma di "liberazione" del Sud, il nuovo Regno d'Italia liberava i meridionali di uno dei complessi industriali più considerevoli esistenti nell'ex Regno delle Due Sicilie: lo STABILIMENTO METALLURGICO di MONGIANA (1.500 operai).

Venivano lasciate sul lastrico 1.500 famiglie di operai, fino a quel momento regolarmente salariati; si procedeva cinicamente e spudoratamente allo smantellamento del più grande complesso industriale siderurgico della penisola italiana, che il nuovo Stato, già nel 1862, includeva tra i beni demaniali da alienare.

Il complesso siderurgico calabrese di Mongiana, Stilo e Ferdinandea era, fino al 1860, il maggiore produttore di materia prima e semi-lavorati per l'industria metalmeccanica lavorando a pieno regime 13.000 cantaja di ghisa annue (1.167 tonnellate), senza alcun segnale di crisi. Nel 1862 la produzione viene più che dimezzata, insieme ai dipendenti dello stabilimento, posti in cassa integrazione e, quindi, licenziati.

Contemporaneamente si registra un incremento degli stabilimenti dell'area ligure-piemontese (l'Ansaldo, che prima del 1860 contava soltanto 500 dipendenti, dopo questa data li raddoppia).

Il Regno d'Italia dei Savoia cancellò l'industria meridionale ed utilizzò le risorse del Sud per finanziare lo sviluppo economico del Nord.

Gli operai calabresi di Mongiana chiedevano di continuare a lavorare nei loro paesi: furono costretti ad emigrare (o a diventare "briganti").

Fabbriche, officine, forni di fusione, boschi, segherie, terreni, miniere, alloggi e caserme: tutto il complesso mongianese diventò la "casa di campagna" di Achille Fazzari, ex garibaldino, che l'aveva "acquistato" all'asta per poco più di cinquecentomilalire!

Nessuno più ha memoria di questa vicenda. Mongiana è oggi un piccolo paese, tra i più spopolati e poveri della Calabria.

I calabresi e tutti i meridionali costretti ad emigrare attendono ancora di veder riconosciuta e restituita dignità al proprio passato!

ASSOCIAZIONE CULTURALE "DUE SICILIE" - GIOIOSA JONICA

posta elettronica: [email protected]

 

 

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