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Due Sicilie
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NO AL DECRETO BLOCCA MOBILITA’

di Angelo D'Ambra


Da circa 150 anni, la possibilità dei meridionali di realizzarsi nella propria terra è negata e, costretti ad abbandonare le proprie famiglie per trovare lavoro in un Nord spesso assai poco accogliente, essi si adoperano con sacrificio e dedizione col sogno mai sopito di ritornare lì dove sono nati e cresciuti.

L’obbiettivo, più volte palesato, di alcune forze politiche di impedire i trasferimenti lavorativi appare come un’ulteriore grave discriminazione: d’innanzi all’incapacità dello Stato Italiano di garantire a tutti eguali diritti, addirittura si vorrebbero alzare muri e gabbie per segregare le aree povere.

L’ordinanza n. 75 del Tar di Trento ha già sancito qualcosa di importante in merito: "È rilevante e non manifestamente infondata la questione d’illegittimità costituzionale del comma 8 dell’art. 67 della L.p. n. 19 del 2009 per violazione degli artt. 97 e 3 Cost., posto che la sede di svolgimento del servizio non potrebbe depotenziare i titoli di studio e di esperienza dell’insegnante; degli artt. 3, 4 e 120 Cost., in quanto sarebbe per tale via ostacolata la libera circolazione del personale insegnante fra le regioni; degli artt. 117 Cost. e 149 e 150 del trattato U.E., nonché del canone generale di ragionevolezza delle leggi, visto l’elevato punteggio attribuito in via retroattiva in ragione della sola continuità di servizio in Provincia di Trento".

Oggi però la questione si ripropone. Il Senatore Pittoni della Lega Nord, infatti, ha intenzione di proporre un emendamento al "Dl Sviluppo” riguardante "l’introduzione di un bonus per i docenti che ancora oggi rimangono nella provincia per la quale hanno optato nel 2007". Questa misura discriminatoria diretta ai precari della scuola sarà in discussione alla Camera il 06/06. Essa è tanto più grave perché non è che la premessa ed il viatico per una estensione della misura in altri ambiti lavorativi.

L’egregio signore vuole bloccare i trasferimenti di provincia per gli insegnanti precari, colpendo in maniera discriminatoria e razziale i meridionali, i quali si ritroveranno con un gap in graduatoria di 40 punti in meno, attribuiti arbitrariamente ai docenti che non cambiano provincia, un esplicito premio ai già privilegiati insegnati del Nord.

Esprimiamo solidarietà al fianco dei lavoratori in agitazione e sollecitiamo movimenti e partiti meridionalisti a muoversi nelle opportune sedi per bloccare l’emendamento e tutelare il diritto al Lavoro della nostra gente.























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