Calabria: una regione talmente disastrata socialmente ed economicamente tale da far nascere un problema nel problema “Questione Meridionale”: e cioè la “Questione Calabria”.
Eppure la Calabria un tempo non era cosi. Basta andare a ritroso nel
tempo e accorgersi che all’incirca 25 secoli fa su questa terra ci fu
un boom economico e culturale veramente inaudito e questo grazie ad un
popolo avventuriero che spinto dallo spirito di iniziativa, un po’ dai
racconti omerici, per migliorare le proprie condizioni di vita e anche
per problemi politici si avventurò su queste stupende coste.
Questo popolo ovviamente è quello greco e diedero un lustro a
queste terre tale da differenziarle da quelle natie dandogli
l’appellativo di “Magna Grecia”, perché sembrava davvero grande
questo nuovo lembo di terra rispetto a quello d’origine.
Le emigrazioni greche verso questa terra che per loro era quello
che l’America ha rappresentato per noi meridionali, iniziarono
verso l’ottavo secolo avanti cristo e si formarono delle metropoli
rigogliose che ancora oggi conservano solo i nomi: Taranto, Crotone,
Sibari, Syris, Caulonia, Locri, Metaponto, ecc.
Si può iniziare a parlare di Sibari, colonia formata nel 720
a.c. da Achei e Trezeni, popoli dell’allora Grecia e abitanti di Alice
capitale religiosa della regione Acaia, la sua prosperità
raggiunse proporzioni notevoli tanto che oggi “sibarita” su qualsiasi
vocabolario della lingua italiana è sinonimo di mollezza o
persona agiata nel lusso. Questa colonia greca arrivò a contare
all’incirca 300.000 abitanti, una flotta mercantile che, anche grazie
all’allora navigabile fiume Crati ,riuscì a intavolare scambi
commerciali finanche con l’allora popolo russo ( sono state trovate
alcune monete sibarite in quei territori), fino a quando l’allora
rivale Crotone la distrusse.
Tanto è bella e affascinante è la
storia di Sibari che ci vorrebbe per lo meno un articolo dedicato solo
a questo, allora parliamo di Crotone, i distruttori dell’antica
civiltà sibarita. Anche Crotone fu fondata da coloni achei
provenienti da Ripe e la sua fondazione risale all’incirca al 708 a.c.
e questa città, anche se più laboriosa e meno dispendiosa
di Sibari raggiunse un buon livello economico grazie alle viti, ulivi,
grano e alberi da frutta che in quella terra prosperavano. E anche
alcune personalità di tutto rispetto come il grande Pitagora,
che fece un suo gruppo detto appunto i “pitagorici” che quasi erano
più ascoltati dell’allora parlamento.
C’era Locri, di ceppo differente rispetto a Sibari e Crotone. Essi
provenivano dalla locride greca e sbarcarono in Calabria intorno al 670
a.c. e anche loro raggiunsero una grande prosperità e diede i
natali al grande Zeleuco promulgatore di leggi.
Ma Calabria non è solo greca, ma anche enotra, sveva, normanna,
bruzia, italica (popolo che diede anche il nome all’attuale penisola),
ecc.
E oggi? Oggi in Calabria ci sono: 800 km circa di
coste, due mari stupendi e trasparenti, tre bellissimi parchi
nazionali, montagne stupende e alcune di queste vanno a finire a picco
sul mare, dando uno spettacolo suggestivo secondo a pochi, una grande
varietà di prodotti agro-alimentari, le tradizioni dei paesi
grecanici e albanesi, castelli millenari, ecc.. ecc..
Ebbene la somma di tutto ciò che in qualsiasi posto del mondo
sarebbe immensa, in Calabria è pressoché nulla e capire
il motivo di questo, dell’elevatissima disoccupazione, dei vari
problemi di trasporti ( strade, ferrovie, ecc.), la criminalità
diffusa, non è impresa agevole.
Dall’opera del dott. Antonio Pagano “Due Sicilie 1830-1880” si
evince testualmente : “…la Calabria, prima dell’Unità d’Italia
era la regione più ricca d’Italia, ora è la più
povera d’Europa. In Calabria lo sviluppo delle industrie iniziò
con lo sfruttamento delle miniere di ferro e graffite.
Per questo era stato fondato il Real stabilimento di Mongiana, dove su
un’area coperta di 12.000 metri quadri, furono costituiti una fonderia
e un grandioso stabilimento siderurgico. Accanto vi era anche una
fabbrica d’armi su un’area coperta di circa 4.000 metri quadrati.
Alla fine del Regno delle Due Sicilie la Calabria
era fortemente industrializzata e negli stabilimenti di Mongiana,
Pazzano, Fuscaldo, Cardinale e Bivongi vi lavoravano circa 2.500
operai, numero veramente notevole per l’epoca. Altre attività
importanti in Calabria, per antica tradizione, oltre alla notevole
produzione agricola, erano quelle tessili, in cui essa primeggiava per
la produzione della seta, gli arsenali e i numerosi cantieri navali. I
calabresi allora impiegati nelle solo industrie erano allora poco
più di 31.000.”
Dunque, a questo punto la Calabria e i suoi problemi si inseriscono a
pieno titolo nella Questione Meridionale, c’è da dire che in
tutto il meridione quando c’era il vecchio Regno delle Due Sicilie, la
diaspora dell’emigrazione era quasi nulla, inoltre il vecchio Regno era
molto sensibile alle infrastrutture, oltre a Mongiana, in Campania
c’era il maestoso opificio di Pietrarsa, una flotta mercantile seconda
solo a Francia e Inghilterra, una ricerca e sperimentazione come
sistemi elettrici, telegrafo, la prima linea ferroviaria in Italia e
seconda in Europa solo all’Inghilterra e per pochi mesi, e cioè
la Napoli-Portici inaugurata nel 1839, ecc. e per quando riguarda
strade e ponti basta pensare al ponte “Real Ferdinando” sul Gariglione
e al “Maria Cristina” sul Calore per dire che, riferito all’epoca,
c’era una certa attenzione per le nostre infrastrutture.
Poi venne l’Unità d’Italia e il sud fu razziato, stuprato e
infine colonizzato dal popolo nordista dell’allora regno sardo-sabaudo.
Lo stabilimento di Mongiana e l’opificio di Pietrarsa vennero
smantellati, lasciando sul lastrico migliaia di lavoratori per portare
macchinari e manodopera nel grigio nord; basti pensare all’Ansaldo a
Genova; il Banco di Napoli e quello di Sicilia, allora solidi e
fiorenti razziati dai nordisti invasori; durante il servizio militare
furono abolite le licenze speciali che si davano ai figli dei contadini
per poter loro permettere di seguire l’agricoltura in famiglia in
determinati periodi e questo fu un grandissimo colpo; tasse sopra tasse
finanche sul macinato.
Nacque la resistenza in tutto il sud,
territorio da sempre stuprato ma in quella circostanza più che
mai, ma la storia fu mistificata, tanto è vero che ancora
oggi questi partigiani vengono bollati come Briganti; e le barbarie
subite dai rivoltosi: stupri, teste tagliate, mutilazioni, fucilazioni
sommarie, torture e sevizie e finanche i campi di concentramento,
peggio dei lager nazisti o i gulag staliniani; basta andare a
Fenestrelle in provincia di Torino per trovarne uno.
Li i soldati “duosiciliani” rei di aver giurato fedeltà alla
propria patria venivano deportati e quindi fatti morire e squagliati
nella calce viva subendo una morte senza onore e dignità.
Insomma, quello che fecero in seguito nelle guerre coloniali in Libia,
Abissinia, Somalia, Eritrea, ecc. dove li allora capi partigiani
venivano barbaramente trucidati. Ma di questo i libri di storia
non possono parlarne, perché vige un tacito segreto di stato,
cosi come è molto difficile reperire notizie e documenti
negli archivi dello Stato Maggiore.
Troppo alto è il rischio che si scoprono alcune cose ? E cosi ci
vediamo costretti a vedere intitolati a personaggi come Cavour,
Garibaldi, Vittorio Emanuele, Cialdini, Nicotera, Ricarsoli, ecc.
strade, piazze e finanche maestose portaerei!!! E i nostri eroici
partigiani ancora oggi bollati come Briganti senza una sola stele a
ricordarli…..
Insomma, altro che fratelli d’Italia, il nord scese al sud per
conquistarlo e quindi sfruttarlo e negli ultimi tempi, dopo averlo
sfruttato per bene, è uscita fuori una coalizione politica
denominata “Lega Nord” che si permette di parlare di secessione, di
federalismo, di devolution, organizza manifestazioni di protesta contro
i rifiuti “puliti” che giungono dal sud, quando loro invece inviavano
negli inceneritori meridionali rifiuti tossici andava tutto bene.
In Italia ormai si sa che il potere economico
è tutto concentrato nelle banche del nord e queste effettuano
una politica bancaria dove il tasso d’interessi praticato al sud
è di gran lunga superiore al nord (in particolar modo in
Calabria) e questo fa si che al sud non si può investire denaro
perché chiedere un prestito bancario è qualcosa di molto
oneroso.
Quindi non nascono nuove industrie e le industrie sono tutte
concentrate al nord e quindi noi meridionali siamo costretti, oltre ad
emigrare al nord per lavorare, anche ad acquistare i prodotti che
provengono dal nord, accrescendo il loro potere economico e invece il
sud continua a decrescere!
Ecco spiegato il “circolo vizioso”; altro che Roma ladrona, i veri
ladroni sono loro!!! Dopo averci spogliato di tutto nella loro guerra
coloniale per la conquista del sud e spremuti come limoni, si è
creato un processo a catena che vede loro comandare su tutto, persino
la politica; oggi la Lega Nord con il suo quorum di voti è l’ago
della bilancia della politica italiana, garantisce i voti ad una
coalizione in cambio di quello che vogliono; ecco spiegato la
devolution, il federalismo e i vari ministeri che i “ladroni”
ricoprono, e il problema paradossale è che votando la coalizione
a cui appartengono facciamo crescere pure il loro potere!!!
E qui che bisogna fare un monito ai tantissimi emigranti meridionali al
nord Italia; se siete al nord non siete ospiti e non rubate lavoro e
niente a nessuno, ma dovete e dobbiamo tutti sentirci, dal semplice
operaio al grande dirigente, come fossimo li per prenderci una minima
parte di qualcosa che ci è stato impunemente tolto!!!Ma come
reagire a tutto ciò?
Non è semplice, comunque innanzitutto
boicottando e quindi non acquistando i prodotti delle industrie del
nord e poi soprattutto riuscire a formare il tanto auspicato “Partito
del Sud”, unica via d’uscita a questo circolo vizioso. Infatti se si
riesce a formare una formazione politica in grado di garantire un certo
quorum di voti tali da contrastarli, allora la coalizione che
vorrà questi voti e quindi grazie a questi vincerà,
dovrà giocoforza cedere alle nostre richieste; e tra queste il
tanto auspicato articolo 132 della costituzione che permette a
più regioni di coagularsi in un'unica macroregione, con tutte le
regioni meridionali riunite in un'unica macroregione e quindi in
risposta al federalismo, studiato, progettato e tra poco attuato solo
per scaraventare il sud definitivamente nel baratro. Ma oltre a questo,
un partito del sud deve servire anche a cambiare alcune cose che di
marcio abbiamo dentro e qui ritorno a parlare prettamente della
Calabria.
Questa regione, più di ogni altra nel corso
dell’antichità ha subito disastri idro-geologici immani; alcuni
per mano dell’uomo come quando sotto dominazione romana sradicarono
dalle catene montuose (Sila, Aspromonte) alberi a iosa per le loro
imbarcazioni, cambiando il drenaggio del terreno e quindi non rendendo
più navigabile il corso di alcuni fiumi tra cui il Crati e il
Coscile, oltre al grave disastro ambientale che verrà comunque
ri-attuato anche dall’esercito piemontese che, per scovare i “briganti”
nascosti sulle montagne e per far loro terra bruciata, incendiarono
parecchi chilometri quadrati di boschi.
E altri invece attuati per mano non umana, come vari terremoti che si
sono susseguiti e che hanno raso parecchi paesi al suolo. Di tutte
queste disgrazie che hanno azzerato varie volte l’economia e il tessuto
sociale calabrese, hanno fatto si che in credenze popolari,
scetticismi, ecc. il calabrese medio, sia stato molto superstizioso e
quindi in questo fertile terno storicamente i politicanti calabresi
hanno trovato terreno fertile e ancora oggi, dovuto alle scarse vie di
comunicazioni, un territorio aspro e una geografia difficile, riescono
a fare il bello e il cattivo tempo.
Provate ad entrare in un qualsiasi ufficio
amministrativo statale per sbrigare anche una semplice pratica e
vedrete che, se non si conosce questo o quel funzionario dovrete
aspettare oppure ritornare l’indomani, perché qui è molto
sviluppata la teoria di andare a nome di…….
Ed ecco alcuni esempi di scempi dei politici calabresi. Un tempo, il
sindaco di Nizza, cittadina francese riuscì ad acquistare e ad
istallare sulla Promenade Des Anglais della sua città una bella
balconata in stile liberty; e sapete dove fu acquistata?
A Reggio Calabria, dall’allora amministrazione comunale!!! Quindi
quella che faceva bella mostra di se sul lungomare reggino fu trafugata
in Francia in cambio dei famigerati 30 denari! Fortunatamente, di
recente l’amministrazione comunale di Reggio è riuscita a
riacquistare la sua balconata, salvando in parte lo scempio.
Altro esempio è Catanzaro, che fin dall’inizio del secolo era
una sorta di capitale meridionale della cultura fino a quando l’inetta
classe politica fece degli inspiegabili errori. All’inizio degl’anni 30
fu abbattuta la “Porta Marina” e tutte le antiche mura cittadine che in
ogni posto del mondo sarebbe una fortuna averle intatte, basti pensare
ad Arezzo, Lucca o Siena… o la distruzione sempre all’epoca del
bellissimo teatro “San Carlino” che, per la sua bellezza, era visto
come un teatro “San Carlo” di Napoli in miniatura e quindi costruirci
al suo posto un orrendo palazzone adibito ad ufficio postale;
l’abbattimento della strettoia su corso Mazzini con l’annessa
cancellazione di bellissimi palazzi ottocenteschi, per installare li
alcuni alberelli.
Oppure l’inspiegabile abbattimento del Cineteatro Politeama, di stile
liberty, secondo in Europa ad avere il tetto scorrevole. Oppure alla
demolizione delle antiche carrozze ferroviarie della funicolare
risalenti al 1900, la seconda tramvia ad essere costituita nel Regno di
Napoli dopo la già citata Napoli-Portici.
Cose veramente orrende quando barbare che hanno
fatto si che in quella città decantata dal Gissing come esempio
di civiltà e cultura, oggi appare un’accozzaglia tra palazzoni
moderni e vecchi palazzi superstiti in stile ‘800 e fanno davvero male
alcune fotografie e cartoline della Catanzaro antica in cui si poteva
ammirare tutto il vecchio splendore.
Per non parlare di Crotone; nel parco di Capo Colonna esiste il
tempio di Hera Laricia che per 500 anni in tutto il mondo ebbe
l’importanza che oggi ricopre la basilica di San Pietro a Roma. Ebbene,
nel bel mezzo di questa che in ogni angolo del mondo sarebbe una
reliquia da lustrare come un oracolo, è stata data una
concessione ad una società petrolifera (del nord,
ovviamente!) di effettuare delle trivellazioni con l’impiego di
esplosivi per cercare del gas metano a 300 metri di distanza da l’unica
antica colonna ancora esistente!
Quindi, se la Sovrintendenza Archeologica del comune di Roma fosse
gestita dalle “fini” menti dei politicanti calabresi, nel bel mezzo del
Foro Romano e a 300 metri dal colosseo ci sarebbero una bella fila di
pozzi petroliferi!!!
E spostandoci dal problema della conservazione dei beni ecologici a
quelli turistici, vi accorgerete che la Calabria è l’unico posto
al mondo, compresi l’Africa o l’Asia, dove c’è la piena
impossibilità o quasi ad acquistare un pacchetto di viaggio
comprensivo di soggiorno + viaggio aereo.
E cosi mentre la Sicilia ha 3 compagnie aeree,
la Sardegna 2, la Calabria è ancora ferma a zero ed ecco
spiegata simile impossibilità. O come non parlare dei fondi che
arrivano dalla Comunità Europea alla Calabria, quale regione ad
“Obiettivo Uno” e che vengono puntualmente restituiti al mittente
perché non si sa come impiegarli! Anche se ultimamente, per
fortuna, su questi fondi con varie pressioni qualcosa si riesce ad
utilizzare.
Per non parlare della SA-RC, unica autostrada italiana ad essere
gestita direttamente dall’Anas e non data in gestione a privati, con i
suoi cantieri fantasmi; ma qui non mi divulgo, perché ormai non
è più un problema politico, bensì delle procure.
Parte di questi scempi è dovuto anche alla fuga, un po’ come in
tutto il meridione, di cervelli e cosi succede che in questa terra a
fare politica restano esclusivamente o quasi soggetti capaci di simili
“imprese”.
E cosi questi “cervelli” influenzano anche la maggior parte dei nostri
imprenditori. Provate ad entrare nello studio di parecchi imprenditori
calabresi e vedrete che di Marketing, piani pubblicitari, quote
mercato, ecc. sono estremamente profani, bensì in varie leggi
48, 64 , agenda 2000, ecc. saranno grandi conoscitori e quindi grandi
strateghi di come intercedere in finanziamenti pubblici, magari con
l’aiuto del solito intelligentissimo politicante di turno in cambio di
un certo numero di voti.
E quindi vedremo i ragazzi che, emigrano oppure aspettano al paese che
arrivi il tanto promesso “posto fisso” , tanto fare un’impresa in
Calabria, senza l’aiuto “burocratico” è davvero un’impresa.
Ultimamente una piccola inversione di tendenza inizia ad esserci,
infatti da una ricerca risulta che Crotone sia la prima provincia in
Italia a numero di imprese giovanili, oppure il mercato turistico di
Tropea o Capo Vaticano che sono sempre in crescendo.
Ma ciò ancora non basta, bisogna dare di più, ed essendo
coscienti della propria storia, delle origini del male, del fatto che
la classe politica meridionale per suo interesse privato le risulta
conveniente mantenere una Calabria arretrata, con il voto che resta
un”piacere personale” invece che l’approvazione di un progetto,
qualcosa nella nostra coscienza potrebbe rinascere.
Cosi non solo non faremo riposare in pace i nostri gloriosi avi, ma
potremmo fare una nuova America, ma questa volta per noi e per il resto
del meridione, le potenzialità ci sono, il passo difficile
è prendere coscienza di queste, coscienza degli scempi subiti e
allora ricostruire tutto, daccapo, per far rinascere una nuova America,
degna dei suoi avi...
Ai sensi della legge n.62
del 7 marzo 2001 il presente sito non costituisce testata giornalistica.
Eleaml viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale e
del web@master.