L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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Calabria: dall’America dei greci
a parte dominante della “Questione Meridionale”

di Alessandro Morelli

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Calabria: una regione talmente disastrata socialmente ed economicamente tale da far nascere un problema nel problema “Questione Meridionale”: e cioè la “Questione Calabria”.


Eppure la Calabria un tempo non era cosi. Basta andare a ritroso nel tempo e accorgersi che all’incirca 25 secoli fa su questa terra ci fu un boom economico e culturale veramente inaudito e questo grazie ad un popolo avventuriero che spinto dallo spirito di iniziativa, un po’ dai racconti omerici, per migliorare le proprie condizioni di vita e anche per problemi politici si avventurò su queste stupende coste. Questo popolo ovviamente è quello greco e diedero un lustro a queste terre tale da differenziarle da quelle natie dandogli l’appellativo di “Magna Grecia”, perché sembrava davvero grande questo nuovo lembo di terra rispetto a quello d’origine.


Le emigrazioni greche verso questa terra che per loro era quello che  l’America ha rappresentato per noi meridionali, iniziarono verso l’ottavo secolo avanti cristo e si formarono delle metropoli rigogliose che ancora oggi conservano solo i nomi: Taranto, Crotone, Sibari, Syris, Caulonia, Locri, Metaponto, ecc.


Si può iniziare a parlare di Sibari, colonia formata nel 720 a.c. da Achei e Trezeni, popoli dell’allora Grecia e abitanti di Alice capitale religiosa della regione Acaia, la sua prosperità raggiunse proporzioni notevoli tanto che oggi “sibarita” su qualsiasi vocabolario della lingua italiana è sinonimo di mollezza o persona agiata nel lusso. Questa colonia greca arrivò a contare all’incirca 300.000 abitanti, una flotta mercantile che, anche grazie all’allora navigabile fiume Crati ,riuscì a intavolare scambi commerciali finanche con l’allora popolo russo ( sono state trovate alcune monete sibarite in quei territori), fino a quando l’allora rivale Crotone la distrusse.

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Tanto è bella e affascinante è la storia di Sibari che ci vorrebbe per lo meno un articolo dedicato solo a questo, allora parliamo di Crotone, i distruttori dell’antica civiltà sibarita. Anche Crotone fu fondata da coloni achei provenienti da Ripe e la sua fondazione risale all’incirca al 708 a.c. e questa città, anche se più laboriosa e meno dispendiosa di Sibari raggiunse un buon livello economico grazie alle viti, ulivi, grano e alberi da frutta che in quella terra prosperavano. E anche alcune personalità di tutto rispetto come il grande Pitagora, che fece un suo gruppo detto appunto i “pitagorici” che quasi erano più ascoltati dell’allora parlamento.


C’era Locri, di ceppo differente rispetto a Sibari e Crotone. Essi provenivano dalla locride greca e sbarcarono in Calabria intorno al 670 a.c. e anche loro raggiunsero una grande prosperità e diede i natali al grande Zeleuco promulgatore di leggi.


Ma Calabria non è solo greca, ma anche enotra, sveva, normanna, bruzia, italica (popolo che diede anche il nome all’attuale penisola), ecc.


E oggi? Oggi in Calabria ci sono: 800 km circa di coste, due mari stupendi e trasparenti, tre bellissimi parchi nazionali, montagne stupende e alcune di queste vanno a finire a picco sul mare, dando uno spettacolo suggestivo secondo a pochi, una grande varietà di prodotti agro-alimentari, le tradizioni dei paesi grecanici e albanesi, castelli millenari, ecc.. ecc..


Ebbene la somma di tutto ciò che in qualsiasi posto del mondo sarebbe immensa, in Calabria è pressoché nulla e capire il motivo di questo, dell’elevatissima disoccupazione, dei vari problemi di trasporti ( strade, ferrovie, ecc.), la criminalità diffusa, non è impresa agevole.


Dall’opera del dott. Antonio Pagano “Due Sicilie 1830-1880”  si evince testualmente : “…la Calabria, prima dell’Unità d’Italia era la regione più ricca d’Italia, ora è la più povera d’Europa. In Calabria lo sviluppo delle industrie iniziò con lo sfruttamento delle miniere di ferro e graffite.


Per questo era stato fondato il Real stabilimento di Mongiana, dove su un’area coperta di 12.000 metri quadri, furono costituiti una fonderia e un grandioso stabilimento siderurgico. Accanto vi era anche una fabbrica d’armi su un’area coperta di circa 4.000 metri quadrati.

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Alla fine del Regno delle Due Sicilie la Calabria era fortemente industrializzata e negli stabilimenti di Mongiana, Pazzano, Fuscaldo, Cardinale e Bivongi vi lavoravano circa 2.500 operai, numero veramente notevole per l’epoca. Altre attività importanti in Calabria, per antica tradizione, oltre alla notevole produzione agricola, erano quelle tessili, in cui essa primeggiava per la produzione della seta, gli arsenali e i numerosi cantieri navali. I calabresi allora impiegati nelle solo industrie erano allora poco più di 31.000.”


Dunque, a questo punto la Calabria e i suoi problemi si inseriscono a pieno titolo nella Questione Meridionale, c’è da dire che in tutto il meridione quando c’era il vecchio Regno delle Due Sicilie, la diaspora dell’emigrazione era quasi nulla, inoltre il vecchio Regno era molto sensibile alle infrastrutture, oltre a Mongiana, in Campania c’era il maestoso opificio di Pietrarsa, una flotta mercantile seconda solo a Francia e Inghilterra, una ricerca e sperimentazione come sistemi elettrici, telegrafo, la prima linea ferroviaria in Italia e seconda in Europa solo all’Inghilterra e per pochi mesi, e cioè la Napoli-Portici inaugurata nel 1839, ecc. e per quando riguarda strade e ponti basta pensare al ponte “Real Ferdinando” sul Gariglione e al “Maria Cristina” sul Calore per dire che, riferito all’epoca, c’era una certa attenzione per le nostre infrastrutture.


Poi venne l’Unità d’Italia e il sud fu razziato, stuprato e infine colonizzato dal popolo nordista dell’allora regno sardo-sabaudo. Lo stabilimento di Mongiana e l’opificio di Pietrarsa vennero smantellati, lasciando sul lastrico migliaia di lavoratori per portare macchinari e manodopera nel grigio nord; basti pensare all’Ansaldo a Genova; il Banco di Napoli e quello di Sicilia, allora solidi e fiorenti razziati dai nordisti invasori; durante il servizio militare furono abolite le licenze speciali che si davano ai figli dei contadini per poter loro permettere di seguire l’agricoltura in famiglia in determinati periodi e questo fu un grandissimo colpo; tasse sopra tasse finanche sul macinato.


Nacque la resistenza in tutto il sud, territorio da sempre stuprato ma in quella circostanza più che mai,  ma la storia fu mistificata, tanto è vero che ancora oggi questi partigiani vengono bollati come Briganti; e le barbarie subite dai rivoltosi: stupri, teste tagliate, mutilazioni, fucilazioni sommarie, torture e sevizie e finanche i campi di concentramento, peggio dei lager nazisti o i gulag staliniani; basta andare a Fenestrelle in provincia di Torino per trovarne uno.


Li i soldati “duosiciliani” rei di aver giurato fedeltà alla propria patria venivano deportati e quindi fatti morire e squagliati nella calce viva subendo una morte senza onore e dignità. Insomma, quello che fecero in seguito nelle guerre coloniali in Libia, Abissinia, Somalia, Eritrea, ecc. dove li allora capi partigiani venivano barbaramente trucidati.  Ma di questo i libri di storia non possono parlarne, perché vige un tacito segreto di stato, cosi come è molto difficile reperire notizie e documenti negli  archivi dello Stato Maggiore.


Troppo alto è il rischio che si scoprono alcune cose ? E cosi ci vediamo costretti a vedere intitolati a personaggi come Cavour, Garibaldi, Vittorio Emanuele, Cialdini, Nicotera, Ricarsoli, ecc. strade, piazze e finanche maestose portaerei!!! E i nostri eroici partigiani ancora oggi bollati come Briganti senza una sola stele a ricordarli…..


Insomma, altro che fratelli d’Italia, il nord scese al sud per conquistarlo e quindi sfruttarlo e negli ultimi tempi, dopo averlo sfruttato per bene, è uscita fuori una coalizione politica denominata “Lega Nord” che si permette di parlare di secessione, di federalismo, di devolution, organizza manifestazioni di protesta contro i rifiuti “puliti” che giungono dal sud, quando loro invece inviavano negli inceneritori meridionali rifiuti tossici andava tutto bene.

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In Italia ormai si sa che il potere economico è tutto concentrato nelle banche del nord e queste effettuano una politica bancaria dove il tasso d’interessi praticato al sud è di gran lunga superiore al nord (in particolar modo in Calabria) e questo fa si che al sud non si può investire denaro perché chiedere un prestito bancario è qualcosa di molto oneroso.


Quindi non nascono nuove industrie e le industrie sono tutte concentrate al nord e quindi noi meridionali siamo costretti, oltre ad emigrare al nord per lavorare, anche ad acquistare i prodotti che provengono dal nord, accrescendo il loro potere economico e invece il sud continua a decrescere!


Ecco spiegato il “circolo vizioso”; altro che Roma ladrona, i veri ladroni sono loro!!! Dopo averci spogliato di tutto nella loro guerra coloniale per la conquista del sud e spremuti come limoni, si è creato un processo a catena che vede loro comandare su tutto, persino la politica; oggi la Lega Nord con il suo quorum di voti è l’ago della bilancia della politica italiana, garantisce i voti ad una coalizione in cambio di quello che vogliono; ecco spiegato la devolution, il federalismo e i vari ministeri che i “ladroni” ricoprono, e il problema paradossale è che votando la coalizione a cui appartengono facciamo crescere pure il loro potere!!!


E qui che bisogna fare un monito ai tantissimi emigranti meridionali al nord Italia; se siete al nord non siete ospiti e non rubate lavoro e niente a nessuno, ma dovete e dobbiamo tutti sentirci, dal semplice operaio al grande dirigente, come fossimo li per prenderci una minima parte di qualcosa che ci è stato impunemente tolto!!!Ma come reagire a tutto ciò?


Non è semplice, comunque innanzitutto boicottando e quindi non acquistando i prodotti delle industrie del nord e poi soprattutto riuscire a formare il tanto auspicato “Partito del Sud”, unica via d’uscita a questo circolo vizioso. Infatti se si riesce a formare una formazione politica in grado di garantire un certo quorum di voti tali da contrastarli, allora la coalizione che vorrà questi voti e quindi grazie a questi vincerà, dovrà giocoforza cedere alle nostre richieste; e tra queste il tanto auspicato articolo 132 della costituzione che permette a più regioni di coagularsi in un'unica macroregione, con tutte le regioni meridionali riunite in un'unica macroregione e quindi in risposta al federalismo, studiato, progettato e tra poco attuato solo per scaraventare il sud definitivamente nel baratro. Ma oltre a questo, un partito del sud deve servire anche a cambiare alcune cose che di marcio abbiamo dentro e qui ritorno a parlare prettamente della Calabria.


Questa regione, più di ogni altra nel corso dell’antichità ha subito disastri idro-geologici immani; alcuni per mano dell’uomo come quando sotto dominazione romana sradicarono dalle catene montuose (Sila, Aspromonte) alberi a iosa per le loro imbarcazioni, cambiando il drenaggio del terreno e quindi non rendendo più navigabile il corso di alcuni fiumi tra cui il Crati e il Coscile, oltre al grave disastro ambientale che verrà comunque ri-attuato anche dall’esercito piemontese che, per scovare i “briganti” nascosti sulle montagne e per far loro terra bruciata, incendiarono parecchi chilometri quadrati di boschi.


E altri invece attuati per mano non umana, come vari terremoti che si sono susseguiti e che hanno raso parecchi paesi al suolo. Di tutte queste disgrazie che hanno azzerato varie volte l’economia e il tessuto sociale calabrese, hanno fatto si che in credenze popolari, scetticismi, ecc. il calabrese medio, sia stato molto superstizioso e quindi in questo fertile terno storicamente i politicanti calabresi hanno trovato terreno fertile e ancora oggi, dovuto alle scarse vie di comunicazioni, un territorio aspro e una geografia difficile, riescono a fare il bello e il cattivo tempo.

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Provate ad entrare in un qualsiasi ufficio amministrativo statale per sbrigare anche una semplice pratica e vedrete che, se non si conosce questo o quel funzionario dovrete aspettare oppure ritornare l’indomani, perché qui è molto sviluppata la teoria di andare a nome di…….


Ed ecco alcuni esempi di scempi dei politici calabresi. Un tempo, il sindaco di Nizza, cittadina francese riuscì ad acquistare e ad istallare sulla Promenade Des Anglais della sua città una bella balconata in stile liberty; e sapete dove fu acquistata?


A Reggio Calabria, dall’allora amministrazione comunale!!! Quindi quella che faceva bella mostra di se sul lungomare reggino fu trafugata in Francia in cambio dei famigerati 30 denari! Fortunatamente, di recente l’amministrazione comunale di Reggio è riuscita a riacquistare la sua balconata, salvando in parte lo scempio. 


Altro esempio è Catanzaro, che fin dall’inizio del secolo era una sorta di capitale meridionale della cultura fino a quando l’inetta classe politica fece degli inspiegabili errori. All’inizio degl’anni 30 fu abbattuta la “Porta Marina” e tutte le antiche mura cittadine che in ogni posto del mondo sarebbe una fortuna averle intatte, basti pensare ad Arezzo, Lucca o Siena… o la distruzione sempre all’epoca del bellissimo teatro “San Carlino” che, per la sua bellezza, era visto come un teatro “San Carlo” di Napoli in miniatura e quindi costruirci al suo posto un orrendo palazzone adibito ad ufficio postale; l’abbattimento della strettoia su corso Mazzini con l’annessa cancellazione di bellissimi palazzi ottocenteschi, per installare li alcuni alberelli.


Oppure l’inspiegabile abbattimento del Cineteatro Politeama, di stile liberty, secondo in Europa ad avere il tetto scorrevole. Oppure alla demolizione delle antiche carrozze ferroviarie della funicolare risalenti al 1900, la seconda tramvia ad essere costituita nel Regno di Napoli dopo la già citata Napoli-Portici.


Cose veramente orrende quando barbare che hanno fatto si che in quella città decantata dal Gissing come esempio di civiltà e cultura, oggi appare un’accozzaglia tra palazzoni moderni e vecchi palazzi superstiti in stile ‘800 e fanno davvero male alcune fotografie e cartoline della Catanzaro antica in cui si poteva ammirare tutto il vecchio splendore.


Per non parlare di Crotone; nel parco di  Capo Colonna esiste il tempio di Hera Laricia  che per 500 anni in tutto il mondo ebbe l’importanza che oggi ricopre la basilica di San Pietro a Roma. Ebbene, nel bel mezzo di questa che in ogni angolo del mondo sarebbe una reliquia da lustrare come un oracolo, è stata data una concessione ad una società petrolifera (del nord, ovviamente!)  di effettuare delle trivellazioni con l’impiego di esplosivi per cercare del gas metano a 300 metri di distanza da l’unica antica colonna ancora esistente!


Quindi, se la Sovrintendenza Archeologica del comune di Roma fosse gestita dalle “fini” menti dei politicanti calabresi, nel bel mezzo del Foro Romano e a 300 metri dal colosseo ci sarebbero una bella fila di pozzi petroliferi!!!


E spostandoci dal problema della conservazione dei beni ecologici a quelli turistici, vi accorgerete che la Calabria è l’unico posto al mondo, compresi l’Africa o l’Asia, dove c’è la piena impossibilità o quasi ad acquistare un pacchetto di viaggio comprensivo di soggiorno + viaggio aereo.

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E cosi mentre la Sicilia ha 3 compagnie aeree, la Sardegna 2, la Calabria è ancora ferma a zero ed ecco spiegata simile impossibilità. O come non parlare dei fondi che arrivano dalla Comunità Europea alla Calabria, quale regione ad “Obiettivo Uno” e che vengono puntualmente restituiti al mittente perché non si sa come impiegarli! Anche se ultimamente, per fortuna, su questi fondi con varie pressioni qualcosa si riesce ad utilizzare.


Per non parlare della SA-RC, unica autostrada italiana ad essere gestita direttamente dall’Anas e non data in gestione a privati, con i suoi cantieri fantasmi; ma qui non mi divulgo, perché ormai non è più un problema politico, bensì delle procure.


Parte di questi scempi è dovuto anche alla fuga, un po’ come in tutto il meridione, di cervelli e cosi succede che in questa terra a fare politica restano esclusivamente o quasi soggetti capaci di simili “imprese”.


E cosi questi “cervelli” influenzano anche la maggior parte dei nostri imprenditori. Provate ad entrare nello studio di parecchi imprenditori calabresi e vedrete che di Marketing, piani pubblicitari, quote mercato, ecc. sono estremamente profani, bensì in varie leggi 48, 64 , agenda 2000, ecc. saranno grandi conoscitori e quindi grandi strateghi di come intercedere in finanziamenti pubblici, magari con l’aiuto del solito intelligentissimo politicante di turno in cambio di un certo numero di voti.


E quindi vedremo i ragazzi che, emigrano oppure aspettano al paese che arrivi il tanto promesso “posto fisso” , tanto fare un’impresa in Calabria, senza l’aiuto “burocratico” è davvero un’impresa.


Ultimamente una piccola inversione di tendenza inizia ad esserci, infatti da una ricerca risulta che Crotone sia la prima provincia in Italia a numero di imprese giovanili, oppure il mercato turistico di Tropea o Capo Vaticano che sono sempre in crescendo.


Ma ciò ancora non basta, bisogna dare di più, ed essendo coscienti della propria storia, delle origini del male, del fatto che la classe politica meridionale per suo interesse privato le risulta conveniente mantenere una Calabria arretrata, con il voto che resta un”piacere personale” invece che l’approvazione di un progetto, qualcosa nella nostra coscienza potrebbe rinascere.


Cosi non solo non faremo riposare in pace i nostri gloriosi avi, ma potremmo fare una nuova America, ma questa volta per noi e per il resto del meridione, le potenzialità ci sono, il passo difficile è prendere coscienza di queste, coscienza degli scempi subiti e allora ricostruire tutto, daccapo, per far rinascere una nuova America, degna dei suoi avi...


Morelli Alessandro



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