L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
  Eleaml


All’Onorevole Raffaele Lombardo

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Nicola Zitara
Via delle Magnolie, 53
89048 SIDERNO (RC)

All’Onorevole Raffaele Lombardo
Governatore della Regione Sicilia
Sua sede istituzionale
Palermo

La mia rispettabile età e i miei acciacchi non mi hanno dato l’occasione di incontrarLa né in pubblico né in privato. Apprezzo moltissimo il sasso da Lei lanciato nello stagno e credo che tra il Suo Movimento e il Partito Separatista Neoborbonico, che mi dà qualche credito personale, si possa stabilire una fruttuosa collaborazione anche di tipo votocratico. Ma, come dite voi Catanesi, mille hiuri, mille rose 'u Signuri accussì vosi.

Politicamente penso che siamo alla fine della formazione "Stato nazionale". Il mondo Metà ottocento, quello di Luigi d’Orleans, di Napoleone III, di Camillo Benso, sedicente Conte di Cavour, di Vincenzo Gioberti, di Giuseppe Garibaldi è morto in modo definitivo e irreversibile. Evidentemente si va verso grossi conglomerati di tipo continentale in cui le antiche identità assumeranno il carattere giuridico che avevano la Contea o la Marca al tempo di Carlo Magno.

Immagino un conglomerato Europa Centrale, uno slavo,  uno indonesiano, due o tre  cinesi, almeno due sudamericani, uno nordamericano, etc.

Il Regno di Napoli, la Sicilia, la Sardegna, Cipro, Malta, Tunisi, l’Egitto, l’Anatolia, l’equivoco Medio Oriente costituirono per millenni un loro conglomerato, che un illustre storico francese ha chiamato il Continente Mediterraneo.

Non possiedo idee divinatorie, ma un folletto dentro di me dice che prima o poi si tornerà a vedere rifiorire questo luogo terramarino dove nacque la storia. Niente di sicuro, un’idea come un’altra, che tuttavia vale la pena di sondare.

Non è che manchino autorevoli pubblicazioni sul Mediterraneo, sulle città del Mediterraneo, sugli cambi fra i paesi e le culture del Mediterraneo, ma hanno tutte carattere subalterno agli interessi di Lisbona, di Marsiglia, di Genova, di Milano, di Trieste e via dicendo. Proprio per questo invece a una rivista, in più lingue, che si opponga a tale visione euroservile del Continente Mediterraneo (il quale tra l’altro non è stato creato, ma proprio distrutto da Genova e Venezia rinascimentali) e la intitolerei il Commonwealth mediterraneo che risusciti lo status di quel Regno di Gerusalemme che la Cristianità romana, non ancora trionfante, conferì al grande Federico II.

Sceglierei come sede di questa idea editoriale (tra il comune giornalismo e l’informazione coltissima e la ricerca) o la città di Reggio o la città di Messina.

Inutile dire che il Movimento Neoborbonico non ha i mezzi per sostenere un tale impegno e che io personalmente non possiedo la cultura e l’età per sostenerlo. Ho come punto di riferimento una persona di grande onestà intellettuale e di giovanile dinamismo che potrebbe organizzare la redazione, ma non certamente assumere la direzione, la quale dovrebbe essere scelta da Lei personalmente.

Lo sviluppo delle comunicazioni marittime e aeree che si avrà nei prossimi decenni sarà limitato soltanto dalle risorse di combustibile fossile.

A un uomo di libri come me, questo scenario mondiale fa pensare all’età dell’ellenismo, o anche all’età  bizantina allorché la combinazione tra trasporto navale, trasporto terrestre misero al centro del mondo il Vecchio Continente.

C'è poi un pericolo. L’operazione di rimpossessarsi dei traffici mediterranei è stata intuita a Trieste e in altre città rivierasche del continente europeo con trenta quarant’anni d’anticipo rispetto alla mia intuizione. Si riavrebbe, in sostanza, una riedizione della reclamizzata funzione degli imperi navali di Venezia e di Genova, attraverso la quale i regni barbarici d’Europa dominarono il Continente Mediterraneo, lo sfruttarono, lo spaccarono e ne distrussero la compattezza e solidità. Quindi allarme rosso.

Intanto Napoli, che è l'interporto più grande d'Italia, corre gravi pericoli di essere esautorato. Gioia Tauro rimane bloccata nel suo ruolo e Messina non sa che pesci pigliare.

Se Lei ha in mente di aderire ad un'idea (o forse  meglio ha una preoccupazione) simile alla mia potremo stabilire un contatto epistolare e potrei presentarLe una persona capace di avviare la redazione qui immaginata.

Politicamente mi congratulo. Spero che abbia fortuna.

Le invio cordiali e rispettosi saluti.

Siderno, 4 agosto 2009.

Nicola Zitara

























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