L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
Eleaml


Siderno, 4 marzo 2006 - Nasce il

Partito separatista degli Italici

Programma


1 – Il fallimento dello Stato unitario e le dure conseguenze del colonialismo interno sono i presupposti politici negativi che stanno all’origine del Partito separatista degli Italici.

2 - Il processo unitario si collegò al principio napoleonico di nazionalità. Ciò aveva la pregnanza di un valore per le regioni del Centronord, divise in sei stati, ma non per il Sud, dove da ottocento anni esisteva uno stato unitario e dove l’integrazione nazionale risaliva all’Alto Medioevo.

 Per storia, cultura, religione, principi morali, leggi civili, lingua, oltre che per il territorio comune - si è affermando e si afferma - che l’Italia è una sola nazione.

 L’affermazione è falsa. In passato l’Italia è stata politicamente unita soltanto durante la dominazione romana. Per altro, la storia attesta che neanche l’egemonia di Roma dette luogo a una sola nazione. Infatti, da un lato Roma portò la civiltà mediterranea nella parte centrosettentrionale della Penisola e in Europa, e dall’altra schiavizzò il Sud. Basta un solo esempio per rendersi conto di ciò, le Verrine di Cicerone, come dire l’autodenuncia di un romano doc. La devastazione del manto boschivo e la creazione del latifondo senatorio pesano tuttora sulla vitalità dell’ambiente meridionale.

 Comunque sia, la presunta unità politica si ebbe soltanto per qualche secolo, rispetto ai trentotto secoli di civiltà che vengono attestati per la parte meridionale della penisola, punteggiata da insediamenti civilmente avanzati già mille anni prima dell’ampollosa leggenda della fondazione di Roma.

Sicuramente l’unità non esisteva prima della conquista romana e altrettanto sicuramente si interruppe irreversibilmente con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente.

L’Italia rimase divisa dal Quinto secolo d. C. al 1860, cioè per i quattordici secoli comprendenti tutta l’Età medievale, tutta l’Età moderna e parte dell’Età contemporanea.

3 – Il termine Italoi, da cui i Latini trassero le parole Italicus, Italici, Italia, risale al Secondo millennio a. C. A coniarlo furono le popolazioni che abitavano la Penisola greca prima degli Elleni. Il termine si riferiva alle popolazioni stanziate dal Monte Circeo a Reggio, con le quali dette popolazioni intrattenevano intensi scambi religiosi, culturali e commerciali. Non comprendeva, invece, i gruppi barbarici insediati al di là del Circeo e del Tronto, come gli Etruschi e i Galli cisalpini.

La parola Italiani, per definire gli abitanti di tutta la penisola, è posteriore di duemila anni. Venne usata, a partire dal XV sec., più spesso dagli stranieri che dagli abitanti della penisola, in connessione con le compagnie di ventura a composizione interregionale, che combattevano sui vari fronti d’Europa, a volte al servizio del re di Spagna a volte al servizio del re di Francia. Essa venne diffusa sul finire della prima metà dell’Ottocento dagli agitatori politici, in una fase storica in cui i termini correnti per distinguere i meridionali erano “Napoletani” o “Siciliani” (nel significato storico ma anche di duosiciliani).

 4 – Il partito separatista adotta l’originario nome di Italici e respinge la parola Italiani, che cancella le diversità culturali e rovesciala primogenitura storica e geografica del toponimo Italia.

La dizione Italici viene adottata in contrapposizione alla dizione “Italiani”. Il progetto separatista mira a sostituire, nel paese meridionale, alla sovranità della Repubblica italiana lo Stato indipendente degli Italici.

Tuttavia la parola Italici non viene assunta in un significato antropologico o storico, ma in un significato marcatamente politico.

5 - Il partito separatista intende operare soltanto nelle regioni che i Greci chiamavano Italia, lo stesso che dire fra le popolazioni che fino al tempo dell’unità padanista vennero chiamate “napoletane”, in quanto insediate sul territorio del secolare Regno di Napoli.

Esse sono: l’Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Basilicata, la Calabria, la Campania, che comprende storicamente la provincia di Gaeta.

6 - I termini “Regno di Napoli” e “Napoletano”, che in passato indicavano lo Stato, nonché il termine “Napoletani”, che indicava i sudditi del re di Napoli, sono ancora nell’uso corrente, ma con un significato diverso: in funzione soltanto della città di Napoli. Resuscitarne l’uso darebbe luogo a equivoci. Né sarebbe coerente il ricorso al termine Duesiciliani, in quanto è doveroso riconoscere alla Sicilia e ai Siciliani il diritto di scegliere se associarsi o no alla viaprescelta dal Partito separatista degli Italici. Sarebbe comunque politicamente scorretto collegare l’appartenenza nazionale degli Italici al trono di un re.

 7 - L’impellente esigenza di separare il paese italico dallo stato italiano scaturisce dal fatto che lo stato italiano, sin dal suo sorgere, ha adottato dei meccanismi volti a drenare risorse dalle regioni meridionali a favore delle le regioni toscopadane. Il carognesco risultato di tale strategia politica è che il Centronord ha compiuto il suo “Risorgimento”, gode di una condizione di piena occupazione, tanto da importare manodopera extracomunitaria per coprire i vuoti occupazionali, e si prefigge un più alto grado di competitività internazionale.

Al contrario il Sud non ha il potere di gestire le proprie risorse e versa in un miserando vuoto produttivo e occupazionale.

8 - Disoccupazione, degrado morale e politico s’inseguono e s’accavallano. Il disonestoequilibrio erariale instaurato dallo stato unitario è stato recentemente riformato in peggio. A questo punto la retorica patriottarda non basta più a salvare la mostruosa costruzione di uno Stato che al suo interno include un popolo indipendente e una colonia.

9 – Nonostante le affermazioni retoriche del vincitore, la colonizzazione del paese meridionale è stata conseguita con atti delittuosi e spesso incivili da parte dei governi italiani.

 Ne ricordiamo qualcuno:

-  il genocidio di centinaia di migliaia di persone, tra militari, resistenti borbonici e inermi contadini;

 - l’azzeramento della borghesia attiva duosiciliana realizzato attraverso il saccheggio dell’ingente risparmio duosiciliano;

 - l’annientamento dell’industria pubblica napoletana e dei cantieri navali;

 - il blocco dell’industria privata e del sistema creditizio duosiciliano;

 - il blocco della marina mercantile, il conseguente invecchiamento della flotta, una delle grandi conquiste napoletane;

 - la vendita di oltre un milione di ettari di terre demaniali ed ecclesiastiche, per foraggiare i risorgimentati neo-capitalisti toscopadani;

 - l’inaugurazione nelle campagne di una crisi secolare, le cui conseguenze sono la disoccupazione strutturale, l’improduzione e due migrazioni bibliche in appena settant’anni;

 -  in età giolittiana, il saccheggio della valuta rimessa dagli emigranti e il suo uso per industrializzare la Liguria, il Piemonte e la Lombardia;

 - il connesso protezionismo industriale e la penalizzazione dei produttori e consumatori italici, costretti a pagare le merci toscopadane a prezzi esorbitanti;

 - lo scippo mussoliniano delle riserve valutarie del Banco di Napoli (ancora una volta rimesse degli emigrati), che vennero devolute alla Banca d’Italia in stato fallimentare;

 - il fascismo;

 - la prima e la seconda Guerra Mondiale, a cui le popolazioni italiche dettero un contributo di sangue proporzionalmente maggiore che le popolazioni italiane;

 - lo scippo da parte dei capitalisti padani del controvalore delle Amlire spese dai militari americani durante i due anni di occupazione del Sud, tra il 1943 e il 1945;

 - l’alleanza secolare tra lo stato, le industrie, le banche, i costruttori toscopadani con le mafie e i mafiosi;

 - l’annientamento di Napoli, di Palermo e delle altre città italiche;

 - la falsificazione degli eventi storici, il ribaltamento sugli italici delle responsabilità toscopadane, la cancellazione della storia politica e della stessa memoria storica degli italici, l’opera d’indrottinamento negativo circa la storia e l’antropologia italiche, portata spavaldamente e vilmente aventi nelle aule scolastiche e attraverso i mass-media;

 - l’imposizione di un modello culturale forestiero, che ha diffuso il degrado morale e culturale nel Paese italico, ed ha prodotto un baratro tra borghesia urbana romanizzata e popolazioni rurali marginalizzate nel diritto al lavoro e nelle attività produttive;

 - la disoccupazione strutturale, che è divenuto un fenomeno non modificabile.

10 – La rivendicazione dell’indipendenza italica riguarda la funzione regolatrice dell’ente Stato nell’economia, nei rapporti civili e sociali, nella vita privata, nel risparmio, nella formazione culturale, sul destino degli individui e delle famiglie, sull’onore di ciascuno, sulle finalità che un paese libero si prefigge.

11 – Il fallimento del meridionalismo dimostra che i problemi creati dall’unità non hanno possibilità alcuna di soluzione nel quadro cavourrista. La sommatoria di una società politica colonialista e di una società civile subalterna impedisce il libero movimento delle forze italiche della produzione. Ciò determina il blocco dello sviluppo e rende praticamente vano qualunque tentativo di superare il problema secolare dell’inoccupazione e improduzione.

 La presenza, al Sud, di maestranze moderne e di una classe di tecnici di alto livello rende più dolorosa l’impotenza.

12 - Il progetto separatista si fonda sul diritto/dovere di rispettare il nostro passato, i nostri morti, il loro e il nostro lavoro. Il processo di liberazione comporta una profonda rivoluzione sociale.

13 -Il colonialismo toscopadano ha un punto di forza che non sta nella violenza delle armi, bensì nella corruzione di specifici settori della collettività meridionale, affinché operino a favore del sistema toscopadano e contro gli interessi delle popolazioni meridionali. Di conseguenza il progetto separatista non configura un’azione militare contro chicchessia, all’interno o all’esterno del paese. Il suo fondamento sta nell’esigenza vitale di dare un nuovo e diverso ordine all’assetto culturale, politico ed economico del paese italico.

14 - L’indipendenza sarà proclamata attraverso la procedura di revisione costituzionale prevista dall’art. 138 della legge costituzionale della Repubblica italiana.

Una tappa intermedia tra l’attuale condizione di sudditanza e l’indipendenza politica potrebbe essere la formazione di una macroregione italica comprendente le regioni sopra elencate.

 15 - L’azione politica volta a riconquistare l’indipendenza si svolgerà nelle forme previste dalle leggi vigenti, attraverso la conquista democratica dei Comuni, delle Province e delle Regioni dell’attuale stato, e l’elezione al parlamento italiano di candidati del Partito separatista.

16 -  Conseguita l’indipendenza, il paese italico andrà risanato dalla corruzione, dall’inefficienza, dalla immoralità civica, dall’improduzione, che pesano sulla vita dei suoi abitanti.

Per i cinque anni successivi, il governo centrale del nuovo Stato non avrà rappresentati elettivi.. Sarà invece guidato da un Reggente provvisorio, che nominerà ed eventualmente revocherà il capo del governo e i ministri.

17  - Allo scadere del terzo anno d’indipendenza, il Reggente indirà un referendum popolare che, a maggioranza assoluta dei votanti, scelga tra la forma repubblicana e la forma monarchica dello Stato. Nel caso di vittoria della repubblica, il reggente assumerà la funzione di presidente provvisorio della Repubblica italica, nel caso di vittoria della monarchia, sarà proclamato il Regno italico, la dinastia dei Borboni di Napoli sarà restaurata e salirà al trono un o una discendente di Ferdinando II che non abbia ancora raggiunto il quindicesimo anno d’età.

18 - Nei cinque anni successivi alla proclamazione dell’indipendenza, il governo sarà coadiuvato da una Consulta nazionale di cento membri e dalle commissioni particolari di cui la Consulta vorrà farsi aiutare per il perfezionamento delle sue proposte.

19 - I consultori saranno scelti fra tutti i docenti delle università italiche mediante un unico sorteggio nazionale. Ogni anno, a partire dalla fine del secondo anno, i trenta consultori più anziani decadranno. Il sorteggio successivo, sempre fra i docenti universitari, riguarderà tanti posti di consultore quanti mancano per il plenum di cento.

 20 - Alle popolazioni italiche verranno garantiti tutti i diritti naturali dell’uomo e del cittadino, non escluse le libertà di parola, di riunione, di stampa, di associazione e di libera organizzazione in partiti politici.

21 -  Lo Stato si assumerà le spese tipografiche dei giornali di qualunque tendenza politica e filosofica che abbiano non meno di quindicimila lettori paganti.

22 –  Lo Stato avrà carattere laico, tuttavia assisterà economicamente i ministri della Chiesa cattolica e delle altre chiese cristiane nella loro opera di guidare i giovani verso la morale della solidarietà e del rispetto umani.

23 - Nel campo della produzione, l’iniziativa privata sarà difesa e sostenuta dallo stato.

Le società fra lavoratori potranno ottenere in leasing macchine e impianti.

Ove occorra, lo Stato procederà a investimenti di tipo industriale. Le industrie così create saranno quotate in borsa e devolute agli acquirenti.

24 – Il sistema bancario e creditizio sarà di natura pubblica e riservato allo stato, alle regioni, alle province e ai comuni. Non sono ammesse altre istituzione bancarie, sia pure di carattere mutualistico e cooperativistico.

La banca di emissione sarà un’istituzione pubblica. Essa provvederà anche al cambio della valuta estera.

25 - L’attività agricola avrà carattere professionale. I poderi saranno dati in affitto per un triennio dal comune nel cui territorio ricadono a una ditta individuale o collettiva. L’ente pubblico fornirà i capitali occorrenti per migliorare o convertire la produzione. Le migliorie apportate con il lavoro dell’assegnatario saranno valutate in base al risultato

Gli enti territoriali programmeranno gli indirizzi colturali e produttivi per ogni ciclo agrario.

La rendita fondiaria. spettante agli ex proprietari sarà pagata dal Comune e si estinguerà con la morte della persona fisica che la percepisce, tranne il caso di discendenti minori o incapaci che non abbiano altra fonte di reddito, e di altri familiari del defunto che vengano a trovarsi nella medesima condizione.

26 - La scuola sarà pubblica e gratuita in ogni grado. Gli studenti meritevoli riceveranno uno stipendio mensile.

27 -Il potere giudiziario sarà indipendente, sovrano e incensurabile. La funzione di magistrato non sarà revocabile e verrà esercitata in una sede lontana non meno di 150 chilometri dal luogo di nascita e di residenza.

 Lo Stato risarcirà le vittime di un eventuale errore giudiziario.

Lo Stato degli Italici provvederà rapidamente alla riforma delle varie procedure giudiziarie nel senso di renderle più spedite, meno formalistiche e più certe.

Nelle cause civili e amministrative (ma non in quelle tributarie) la conciliazione giudiziaria sarà istituzionale e precederà ogni grado del giudizio. La conciliazione delle cause avrà l’efficacia di una sentenza, ma non sarà appellabile.

Presso ogni tribunale sederanno uno o più giudici conciliatori, i quali seguiranno tutte le cause in svolgimento, al fine di proporne la chiusura attraverso una transazione giudiziaria.

28 -   Le leggi vigenti nella Repubblica italiana, ad eccezione delle leggi costituzionali, resteranno in vigore nel paese italico fino a revoca.

 29 – Nel nuovo Stato, il diritto di detenere e portare armi da fuoco è riservato alle forze armate e agli organi di polizia.

I permessi di caccia saranno aboliti.

30 – Le associazioni di tipo malavitoso saranno vietate. Gli affiliati alla malavita saranno espulsi dal territorio dello stato. I delitti di sangue commessi per scopo di lucro saranno puniti con i lavori forzati.
Per questa fattispecie di delitto non sarà ammessa alcuna forma di riabilitazione.
I reati di traffico illecito di sostanze stupefacenti e di armi, commessi vigente lo stato italiano (direttamente o indirettamente complice degli stessi), verranno amnistiati.

31 – I pubblici ospedali potranno somministrare gratuitamente sostanze stupefacenti alle persone che ne facciano richiesta.

 32 - La finzione tributaria, che distribuisce fra un’infinità di voci il carico fiscale, cesserà. Sarà in vigore una sola imposta diretta sul reddito delle persone fisiche, e due imposte indirette: una su quei consumi che si riterrà di voler contenere, in particolare sugli involucri non biodegradabili come le bottiglie di plastica, e una seconda rappresentata dal dazio confinario in entrata o in uscita, con aliquote specifiche.

 33 - La consistenza dell’interscambio mondiale lascia intuire che l’umanità cammina verso un’organizzazione giuridica sovrana di livello internazionale.

Lo Stato degli Italici favorirà detto processo e restringerà la propria sovranità nella misura in cui l’ente preposto promuoverà una pianificazione mondiale della produzione e dei consumi e contrasterà le attuali forme di liberismo predatorio ai danni dei paesi poveri e di quelli militarmente deboli.


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Partito separatista degli Italici

Statuto

Organizzazione del Partito
1. Il Partito è organizzato in sezioni locali corrispondenti, ove possibile, a un solo comune. Nella fase di preparazione le sezioni potranno abbracciare un territorio più vasto.

2. Le sezioni sono fondate con atto del luogotenente nazionale.

3. Il Partito è diretto da un luogotenente nazionale, il quale nomina e revoca i suoi collaboratori.

4. Il luogotenente nazionale dura in carica un solo anno. Il compatriota Nicola Zitara è il primo luogotenente nazionale e scadrà dall’incarico il 31 dicembre 2006. I candidati per l’anno successivo presenteranno la propria candidatura entro il 30 novembre 2006 con una dichiarazione personale resa nota a tutti gli iscritti via internet, o in altro modo. La luogotenenza nazionale provvederà a inserirle sul proprio sito.

5. Ogni iscritto esprimerà il suo voto per posta, con lettera autografa.

6. Lo scrutinio sarà pubblico. Sarà eletto il candidato che raccoglierà il voto della maggioranza assoluta degli iscritti. Nel caso contrario il luogotenente in carica resterà confermato nella funzione per l’anno successivo.

7. Le sezioni territoriali con almeno 50 tesserati nomineranno un loro rappresentante, il cui parere dovrà essere richiesto su ogni importante decisione del Partito.

8. Il Partito terrà il 15 settembre di ogni anno un congresso politico aperto a tutti gli iscritti e senza ordine del giorno. Il luogotenente ha facoltà di indire congressi e incontri straordinari per trattare temi specifici.

9. Entro il 28 febbraio dell’anno successivo il luogotenente nazionale e i rappresentanti di tutte le sezioni pubblicheranno il rendiconto delle entrate e delle uscite dell’anno precedente.

 

Tesseramento
L’Italico per diritto di sangue, dovunque residente e maggiore di anni 21, che intenda partecipare alla vita del Partito, deve dimostrare di conoscere le sue finalità politiche, il suo programma e il suo statuto. La domanda d’iscrizione va fatta in forma scritta con lettera indirizzata al luogotenente. Il luogotenente, sentito il rappresentante locale e assunte le informazioni che riterrà utili, provvederà all’iscrizione nella sezione territoriale di residenza.
L’iscritto stabilirà in accordo con il luogotenente generale il contributo annuale a favore del Partito e le modalità di pagamento.
11 – In via temporanea, il Partito ha sede presso la residenza privata del luogotenente.
 

Domanda d’iscrizione

Si prega di seguire il seguente schema:

Cognome
Nome
Luogo di nascita e data di nascita 
Comune di residenza, via e numero civico
Telefono
Internet
Altro
Provincia di residenza – Ove possibile anche area sub-provinciale di residenza/ Nome del Comune capo circondario
Professione
Coniugato/a: Sì No (cancellare la risposta non corrispondente)
Figli: Sì No
Casa: Proprietà Affitto
Reddito: Ufficialmente disoccupato-a/ Esente da imposta personale sul reddito / Benestante / Più che benestante (con almeno 100 milioni di ex lire di reddito annuo/ Ricco (con almeno 500 milioni di ex lire di reddito annuo). 
Precedenti orientamenti politici (per esteso)
Spiegazione anche succinta della domanda
Firma
Indicazione di conoscenti di idee separatiste:
Indirizzare la domanda a:

Nicola Zitara
Via delle magnolie 53,
89048 – Siderno




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Per comunicare con Nicola Zitara potete inviare un messaggio breve anche senza dover indicare il vostro indirizzo di posta elettronica:

Email disattivata

Se volete inviare una email a Nicola Zitara:

Nicola zitara - [email protected]


Se, invece, volete comunicare con Zitara usando il nostro indirizzo, usate quello scritto sulla immagine sottostante.
Ci dispiace ma l'indirizzo ve lo dovete scrivere da soli non possiamo metterlo in formato testo per evitare che venga catturato da chi si dedica allo spamming o ad altro.


mail zitara

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