L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
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Il Meridione e il globo

di Nicola Zitara

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Siderno, 15 luglio 2009

Quel che avviene oggi nel mondo e quel che avviene nel meridione d'Italia si proiettano su due tangenti assolutamente divergenti. I grandi del G8 riuniti all'Aquila si sono mossi con l'intento non dichiarato, ma chiaramente visibile, di restaurare il passato, o meglio quella parte del passato che consentiva alle grandi imprese finanziarie, commerciali ed industriali di realizzare lauti profitti. 

Volendo intervenire nella crisi e promuovere una reale ripresa dell'economia mondiale sarebbe stato necessario ripartire da dove la signora Tatcher e il presidente Reagan avevano tagliato, cioè riportare a livello naturale la curva dei salari. 

Se mettiamo insieme tre dati: l'aumento della produzione, i salari bassi e l'eccesso di emissioni monetarie da parte degli stati e delle banche, è matematico che i consumi debbano essere fatti a credito, arricchendo le banche, e che la massa dei lavoratori paghi il doppio per quello che compra: una parte al produttore industriale, una parte alla banca finanziatrice. 

Procedendo per questa linea è alquanto ovvio che prima o poi arrivasse il momento in cui il lavoratore non ha potuto più pagare i suoi debiti. Senza l'aumento dei salari è impensabile uscire dalla crisi, qualunque cosa si faccia. 

Gli altri problemi segnati nell'agenda, per esempio quello delle energie alternative, sono stati affrontati con una promessa di pannicelli caldi che non sappiamo neppure se saranno applicati. Si è avuta invece una svolta significativa (quantomeno nelle proclamazioni) a proposito dei rapporti tra l'occidente industrializzato, e bisognoso di materie prime e di sbocchi, e il continente africano. 

Negli ultimi venti anni la Repubblica Popolare Cinese ha effettuato favolosi investimenti negli stati africani. Barak Obama ha reagito con la politica del sorriso e del figlio amorevole, guadagnando le simpatie popolari. 

Avrà un peso il sorriso per spostare gli interessi africani a favore dell'Occidente? Sicuramente un passo avanti l'ha fatto l'Italia pretendendo e imponendo la presenza di Gheddafi e di Mubarak al G14. 

La Libia ha capitali, ma manca di uomini e di tecnologie, l'Egitto manca di capitali e di tecnologia, mentre è sovrappopolato. Nei prossimi anni questo vecchio indirizzo della politica italiana, che risale a Mattei o anche a prima, è supponibile porti a dei risultati interessanti, non dissimili e forse superiori ai risultati ottenuti in Iran e in Medio Oriente negli anni '60.

Nel confronto Nord Sud, la questione che sorge è se questi prefigurati vantaggi andranno a favore della Padana, con i suoi porti di Genova e di Trieste, ovvero a favore del Sud continentale e della Sicilia, in cui primeggiano il porto daziariamente recintato di Gioioa Tauro, che niente chiede e niente dà all'economia meridionale, e l'interporto di Napoli, che ha il migliore bilancio in Italia.

Il patriottismo della classe politica meridionale si misura su questi problemi e non sulle squallide diatribe di Bassolino  e di Loiero, i quali si arrovellano intorno al rebus se sia per loro più conveniente restare inchiodati ai partiti nazionali o accordarsi con 'Ndrangheta e Camorra per fondare un partito del Sud. Il Meridione di tutto ha bisogno meno che mai degli squallidi ladroni che fanno da proconsoli all'apparato produttivo e bancario nordista. 

Anche peggio l'ipotesi Martino: la  massoneria con le mani pulite, quella stessa che portò il Regno delle Due Sicilie nel Regno di Sardegna e in appresso  la Repubblica italiana nella sfilacciata comunità europea, egemonizzata dalle banche britanniche e tedesche.

Per adesso le prospettive di sviluppo industriale sono totalmente esaurite in Europa, e quindi in Italia, l'agricoltura presenta il grosso problema di avere alti costi di produzione e di non essere concorrenziale sul mercato mondiale, il settore dei servizi, la cui espansione gran beneficio ha portato all'Italia settentrionale e centrale, qui si è convertito in un autentico assalto alla diligenza, corrompendo tutto e tutti e producendo solo malessere. 

Per altro, come ha bene osservato Giuseppe De Rita, i servizi pubblici non sono ulteriormente espandibili nel senso di offrire una maggiore occupazione. Non resta altro che quel che oggi offre il commercio mondiale. Per la navigazione marittima nel Mediterraneo e quella tra Oceano Indiano e Atlantico attraverso il Mediterraneo, la Penisola Italiota e la Sicilia rappresentano un pontile. Il problema è  stabilire in che modo sarà utilizzato, o meglio come lo utilizzeremo.

La tenaglia padana si va ritraendo dal Meridione. L'assenza di una sovranità ben decisa a governarci da Roma suggerisce la sollevazione di  spiriti meridionali d'indipendenza. Ma non basta liberarsi, occorre costruire.












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