L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
  Eleaml


Il lavoro, lo stato, l’indipendenza

di Nicola Zitara

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Siderno, 5 Maggio 2007

Il problema centrale del paese meridionale è l’inoccupazione, la mancanza di lavoro.

Il problema è nato nei decenni successivi all’unità nazionale, in coincidenza con il passaggio di tutto l’Occidente dall’assetto agricolo a quello industriale. La prima statistica nazionale registrò 48 contadini su cento persone in età di lavoro, al sud, e 53 contadini su cento persone in età di lavoro nell’Italia restante.

A cavallo con la formazione dello stato italiano, i governi nazionali, attraverso il saccheggio dell’oro monetato, attraverso il sistema tributario, l’emissione di debito pubblico, la violenta chiusura delle industrie meccaniche e cantieristiche napoletane, il blocco e la subordinazione della banca meridionale, l’emissione di cartamoneta inconvertibile, realizzarono il trasferimento del capitale mobiliare meridionale verso Genova, Firenze e Milano e favorirono apertamente la formazione dal nulla del capitalismo toscopadano.

Siccome è il capitalista ad anticipare il salario dei lavoratori, il sud, privo di grandi capitali entrò in una fase di ristagno capitalistico, dal quale non è più uscito e mai non potrà uscire.

Possiamo quindi dire che il fattore unico e reale della disoccupazione meridionale è lo stato, in quanto ente politico; il Regno d’Italia e, poi, la Repubblica italiana, al 90 per cento in mano a capitalisti con sede in Toscopadana.

Non occorre aggiungere altro per spiegare che lo stato nazionale è un nemico della gente del sud. Se l’obiettivo della lotta politica che le classi diseredate conducono è l’occupazione, l’indipendenza, l’uscita dallo stato unitario, è il primo passo. Tutto il resto è fumo, inganno.

Lo stato non è solo un ente politico, è anche, oggi specialmente, un grande capitalista, il più grande che esista, in ogni nazione. In Italia lo stato incassa circa il 50 per cento di quel che ciascun italiano produce. E non solo spende tutto l’incasso, ma fa anche debiti da pagare in futuro.

Fra queste spese e fra questi debiti c’è il sostegno all’apparato capitalistico nazionale, oggi (diversamente che prima dell’unità) interamente piazzato fuori dalle regioni meridionali.






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