L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
Eleaml


Separatismo meridionale

Volantino (*)

presso Nicola Zitara, c/d Randazzo - Siderno - 20 febbraio 2004

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Siderno, 12 Febbraio 2004

Mercoledì 18 febbraio, a Palermo: Nazionale italiana contro Repubblica Ceca. Un bel primo tempo. Al secondo tempo, un allenamento. Anzi, neanche questo. Solo un riempitivo. 21 mila spettatori paganti l'intero biglietto. Se una cosa del genere fosse avvenuta a Milano, i fischi sarebbero arrivati in Cielo, a disturbare gli Arcangeli e i Serafini. Qui, silenzio assoluto. Spremersi le meningi, impiegare il proprio tempo e spendere dei soldi per convincere i meridionali che anche loro hanno dei diritti serve a poco. Forse a niente, probabilmente è solo un perfido gioco della vanità.

Il limone è un nobile e prezioso frutto. Ciò che dona è assolutamente unico, impareggiabile. Gli esseri umani lo spremono, ne utilizzano il succo e quindi lo butano via.

Così è il paese meridionale per gli italiani restanti.

Salvataggio della Parmalat. Tutti sono impegnati a tal fine: il governo, le banche, la televisione, i giornali, l'opinione pubblica. Si sventolano le bandiere, squilla l'Inno di Mameli. Si piange. Qualcuno dovrà pagare, ma non certamente le banche o coloro che ci avevano investito i loro soldi. Il cerino gira. La gente sarà convinta e alla fine pagherà. Come sempre, pagheremo tutti, specialmente quelli che non c'entriamo. Sentiremo il dovere di farlo. E' la Patria, quella di Cavour, che neppure parlava italiano, ma alla fine lo imparò, quella di Garibaldi, che un po' lo masticava, e quella di Vittorio Emanuele, che morì senza averlo imparato. Viva il limone!

Il limone richiama dai precordi della memoria alla superficie della mente la Jonica Agrumi. Una piccolo ladroneria della gente del Sud, giustamente affossata. Mai arrivata in Tv. Niente Bruno Vespa a lacrimare. Forse qualche lacrima dalle parti di Caulonia. Ma Caulonia è Magna Graecia, il ricordo di un lontano passato, una Città Senza Arte. Senza turisti tedeschi. Sì, c'è anche il mare, ma le donne fanno il bagno ancora con il reggiseno. Non certamente l'Italia civile, rinascimentale, risorgimentata delle antiche Romagne, con i seni al sole, la nobile Italia di Berlusconi e di Prodi.

Un luogo esotico, straniero, quasi Africa. Buona forse per "Montalbano sono!", ma forse no.

Il Sud diviso tra neorealismo, mafia e folclore. Nonché banche, banche, banche. Banche dappertutto. Chissà perché?

C'era una volta la Locretta. Poi andò nel bosco e il Lupo cattivo se la mangiò.

In compenso fiorisce la procura della Repubblica, che prima era del Re. Il re era di Torino, i soldi erano di Milano, le navi erano di Genova, l'Impero era in Abissinia. "Faccetta nera, sarai romana… Noi ti daremo un altro Duce e un altro Re". Le tasse erano di tutti. "Chi per la patria muor vissuto è assai."

Per sottrarsi alla morte, 30 milioni di meridionali hanno cambiato patria. 1,5 in rapporto a 1 che è rimasto. Ma non temete, non ci uccideranno! Ci lasceranno vivere a pane e acqua. Parola di Sua Emittenza, nonché di Sua Condonanza. Poi, quando il Professore prenderà il posto del Cavaliere, ci sarà tolto il pane e ci sarà raddoppiata la razione di acqua.

I meridionali sono colpevoli. Cementificano le coste, cosa che non è mai accaduta in Romagna e nel Veneto. E le riempiono inoltre di rifiuti - perfino di rifiuti tossici.

Cosa che in Romagna e nel Veneto non può accadere perché i loro rifiuti li vendono a Napoli e a Sorrento, ovviamente a spese dello Stato, cioè degli operai e degli impiegati che pagano le tasse.

Bella Italia, amate sponde. Montalbano sono. E Berlusconi non è il primo e non credo che sarà l'ultimo.

Pietro Bastogi fu ministro delle finanze tra il 1860 e il 1861. Nel 1862 il parlamento nazionale gli concesse l'appalto delle Ferrovie Meridionali. Lo Stato pagò e i profitti andarono a lui. "Amate sponde."

Privativa dei tabacchi, concessa intorno al 1865 a un illustre banchiere genovese. A cui lo Stato prestò i soldi che lui avrebbe prestato allo Stato. Con un termine bancario si direbbe una partita di giro. Ma forse si trattò di una partita di girotondo. O forse di una partita di raggiro. Ritornello. "Chi per la Patria muor…"

Il re prese dei soldi? Pare… o forse non pare, ma se pare non si dice.

Per tali meriti, quel re fu detto il Galantuomo, ed è lo stesso che sta a cavallo sull'Altare della Patria, dove si conservano anche le ossa di una rappresentanza dei seicentomila e passa italiani di tutte le regioni che, dopo aver dato i soldi al re, morirono in nome e per conto dell'Italia. Cose della vita. La vita passa, gli Stati restano.

Hanno sempre la stessa faccia. Nel nostro caso tosta. Italia bella!

Ne cito un altro e poi basta, se no mi toccherebbe scrivere per mesi di fila. Carlo Bombrini, governatore della Banca Nazionale, l'antenata della Banca d'Italia. Anche lui genovese. Rubò per trent'anni di fila. Distrusse Napoli e tutto il Meridione. Quando morì, il patrio governo, grato, coprì di tasca dei nostri antenati il buco di cassa da lui lasciato. Ritornello come sopra.

Napoli chiedeva la Coppa mondiale di vela. L'Italia non aveva i soldi. E' andata alla città di Valencia. In Spagna i soldi della mafia meridionale non finiscono sempre in tasca ai Tanzi locali. Qualche volta li spendono anche a favore di città in disagio.

Parma è la città europea dell'agricoltura. Mercé l'opera del grande Luigi Einaudi e di altri palamidoni padani, e con i nostri soldi, nel dopoguerra l'industria conserviera italiana, che era ubicata nell'hinterland napoletano sin dalle origini dell'industrializzazione nazionale e che contava più di duecentomila imprese e circa due milioni di addetti tra produttori agricoli e manifattori industriali, è stata trasferita di peso a Parma e dintorni. La camorra? Napoli è un paradiso abitato da diavoli, lo sanno tutti. "Faccetta nera, sarai romana…"

Abbasso Napoli, città di Cirino Pomicino e delle chiaviche. Viva il Parma, il parmigiano, il Chievo e il chievigiano. Città d'arte e di gente perbene.

L' IT italiano, il centro superiore per la ricerca, va a Genova. Miliardi di euro, più di mille scienziati a disposizione degli studenti. Ovviamente con i soldi di tutti.

Come per l'Ansaldo e le compagnie di navigazione. Invece del ritornello, adesso un'esclamazione: ma come, non era Catania il centro nazionale della ricerca superiore?

Ci consola il fatto che il Presidente della Repubblica non debba pagare il caffè quando va in visita in una Città d'Arte.

Volendo, a questo punto, è possibile intonare la Canzone del Piave.

L'Unione Europea è un'area daziaria e monetaria continentale. Come area daziaria, essa realizza il protezionismo sul latte e sulla carne, e sui loro derivati, nonché minori, e a volte insignificanti, forme di protezionismo a favore di altre produzioni, come il grano, l'olio e gli agrumi. Detto protezionismo ha il fine di ottenere il consenso delle popolazioni rurali di Francia, Germania, Olanda, Belgio e Padana alle politiche protezionistiche di tutta l'industria europea. Le popolazioni rurali dei restanti paesi e delle altre regioni non contano. Se contassero, anche i produttori di arance marcerebbero su Roma, come fatto i produttori di latte, in difesa di una loro QUOTA. Ma la loro QUOTA è (per esprimerci con la doverosa decenza) un palloncino gonfiato.

Come area monetaria, l'Unione Europea mira a liberarsi dell'uso del dollaro per pagare il petrolio. E questo va bene per la grande industria che ha bisogno di consumare olio combustibile. Per le popolazioni invece il vantaggio è poco o forse zero. Infatti i governi caricano sulla benzina e sul gas un'imposta di fabbricazione quattro o cinque volte maggiore che in USA, Canada e Australia.

Non produciamo latte, non stampiamo moneta, paghiamo la benzina otto volte il suo prezzo. Portiamo i nostri soldi alle banche milanesi, che poi per prestarceli pretendono 2.721 inchini. "Faccetta nera, sarai romana…".

Tifiamo per la Reggina. e aiutiamo le banche calabresi a crescere. Non sono meglio delle altre banche, ma quantomeno possiamo vedere che faccia hanno i loro padroni.

Articoli, saggi, libri:

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(*) Nella seconda metà degli anni Ottanta Il Volantino è stato edito da Sergio Lupis e Nicola Zitara. Era distribuito manualmente ai cittadini di Siderno e della Locride. La tiratura era limiatissima (100 copie), ma il testo veniva fotocopiato e molplicato dagli stessi lettori. In appresso ha avuto soltanto qulche uscita del tutto sporadica e occasionale a cura di Zitara.


 

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Siderno, 11 febbraio 2004

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