L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
  Eleaml


io nun me scordo

Egregio dott. Augias,

di Andrea Balìa

(se vuoi, puoi scaricare l'articolo in formato RTF o PDF)

Napoli, 6 Agosto 2007

Egregio dott. Augias,

il garbo, l’equilibrio e la competenza sono certamente da ascrivere alla sua professionalità di giornalista, e sono anche le ragioni per le quali seguo le sue trasmissioni in Tv e le sue rubriche. In quella dal titolo “La mia Babele” del 27 Luglio 2007 sul magazine “il Venerdì” de la Repubblica Lei ha recensito 2 libri su Garibaldi intitolando il suo pezzo “Tra tante invenzioni ecco il vero Garibaldi”.

Il primo di Lucy Riall dal titolo “Garibaldi – L’invenzione di un eroe” in cui s’evidenziano per l’appunto invenzioni o enfatizzazioni sul soggetto, ed il secondo di Mario Isnenghi dal titolo “Garibaldi fu ferito” che ripercorre una lettura nel solco di puntualizzare aspetti positivi sempre dello stesso.

Nessuno dei due comunque in veste critica sul personaggio. Certamente per rispetto della pluralità di voci e metodo democratico d’affrontare l’argomento manca almeno un terzo libro che dia una lettura che Lei sbrigativamente liquida come “demolizioni revisioniste”.

Le segnalo, fra alcuni, “Contro Garibaldi – appunti per demolire il mito d’un nemico del Sud” di Gennaro De Crescenzo – editore Il Giglio.

Gramsci, Pasolini, lo stesso Montanelli, buon ultimo lo scrittore Erri De Luca, perfino Beppe Grillo sul suo Blog, ed il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Lorenzo Del Boca, piemontese e certamente non filo borbonico (pur se ha scritto negli ultimi anni su valori e primati di quel periodo) hanno espresso dubbi e dato giudizi di certo non lusinghieri sul Risorgimento, i metodi e le conseguenze dell’attuazione del processo unitario, e stigmatizzato il profilo di alcuni Padri della Patria tra cui Garibaldi.

Ricerche, dati, documenti, approfondimenti negli Archivi sono a sostegno di ciò. In sintesi il nostro eroe “alto e dalla lunga chioma bionda” era 165 cm. d’altezza (ben poca roba per cotanto condottiero!), era sì biondo ed anche con i capelli lunghi, che però servivano principalmente a coprirgli l’orecchio destro mozzatogli in Uruguay come s’usava fare – a marchio indelebile – ai ladri di cavalli! Ma oltre ai cavalli il nostro Giuseppe aveva, uccidendo un paio d’uomini, rubato anche una nave, con la quale faceva viaggi verso la Cina trasportando all’andata guano (concime ricavato da escrementi d’uccelli) e, trasformandosi in negriero, faceva il ritorno portando schiavi.

Aveva sì combattuto in più guerriglie, ma anche a parti avverse nello stesso conflitto a seconda dell’entità della paga. Costante a termine di queste battaglie era la nobile arte del saccheggio a cui si dedicava con i suoi uomini. Aveva ingravidato diverse fanciulle e s’era beccato incriminazioni per stupro e pedofilia (insomma tutte robette di poco conto!) (sic!).

Nelle ultime visite dei nostri Presidenti della Repubblica (tranne Napolitano) in quelle terre alle pompose commemorazioni organizzate per il nostro eroe, si sono dovuti sorbire insulti e fischi di dissenso di buona parte delle popolazioni presenti.

La cosa è stata tranquillamente omessa e non riportata dai nostri media. Nel suo secondo mondo, quello italico/europeo, si distinse per l’impresa dello sbarco a Marsala con i suoi Mille. A proposito dei quali, in pieno Parlamento, egli stesso dichiarò: “…tutti d’origine pessima, e per lo più ladra, raccolti nel letamaio delle carceri e della violenza!”.

Il suo arrivo in Sicilia fu spalleggiato da migliaia di picciotti che ingrossarono le sue fila. Lo stesso Rijna s’è fatto vanto (come credenziali), in uno degli ultimi interrogatori, di come i suoi avi mafiosi avessero dato una corposa mano a Garibbaldo!

Anche il suo arrivo a Napoli e l’organizzazione dell’ormai screditato pseudo plebiscito fu sostenuto dalla camorra, con cui Giuseppe si sdebitò anche concedendo pensioni vitalizie a parenti di camorristi, come per “la Sangiovannara”, sorella del noto capo camorra “Tore ‘e Crescienzo”.

In definitiva Mafia, Camorra e ‘Ndrangheta erano, è vero, fenomeni preesistenti all’Unità, ma circoscritti in termini di contenute manifestazioni malavitose. Il loro salto di qualità lo fecero essendo coinvolte nell’annessione del Sud, inaugurando l’aspetto della collusione con la politica, cosa a tutt’oggi esistente.

Dal Banco di Napoli Garibaldi fece concedere al figlio Menotti un prestito per la somma equivalente ad 1 miliardo e mezzo di vecchie lire, e ai solleciti della Banca per la non avvenuta restituzione, rispose per iscritto: “…v’ho liberato e volete pure restituisca un debito?” Non pagava le tasse e anche qui scriveva: “..non ho soldi, pagherò appena potrò!”.

Massone ed anticlericale sfrenato aveva chiamato il suo asino PIO IX, salvo (come atto d’estrema coerenza) far domanda per avere un posto di comando nelle guardie pontificie. Rifiutò un premio in denaro, ma poi ripensandoci accettò l’anno dopo una più consistente somma e pensione vitalizia.

Da qualche anno è stata ritrovata la ricevuta di versamento a suo nome d’una ingentissima cifra in piastre d’oro turche (moneta preziosa dell’epoca) versatagli dal governo inglese. In Parlamento e per iscritto dichiarò: “..non rifarei le vie del Meridione, per timore d’essere preso a sassate per i danni e le angherie colà causati!”.

In sostanza Garibaldi fu lo strumento per persone e disegni più in alto di lui, come gli interessi inglesi sulle saline e lo zolfo siciliani, e per il risanamento delle disastrate finanze sabaude, coprendo il tutto dietro il paravento degli ideali unitari. Niente di molto diverso dalle guerre petrolifere e d’esportazione di democrazie odierne.

Dispiace che persone degnissime come Pier Angela, autore e conduttore di eccellenti ricerche e trasmissioni scientifiche, si presti a condurre, un anno fa, una trasmissione sul nostro eroe, dai contenuti oleografici e dai livelli informativi di sussidiario elementare, e che persona del suo garbo e competenza, proponga solo due testi che perpetrano una menzogna che ha ormai un secolo e mezzo.

Veda caro Augias, i fatti sono i fatti e le opinioni sono le opinioni. Dai fatti, in quanto tali poco manipolabili, ne scaturisce un’oggettività rispetto alla quale non v’è opinione e punto di vista che tenga.

Cordialmente

Andrea Balìa







___________________________________________________________________________________

 

Per comunicare con Nicola Zitara potete inviare un messaggio breve anche senza dover indicare il vostro indirizzo di posta elettronica:



Se volete inviare una email a Nicola Zitara:

Email per Nicola Zitara - Yahoo


Se, invece, volete inviare una email a Nicola Zitara usando il nostro indirizzo:

Email per Nicola Zitara - Eleaml


Buona navigazione e tornate a trovarci.


___________________________________________________________________________________






vai su









Ai sensi della legge n.62 del 7 marzo 2001 il presente sito non costituisce testata giornalistica.
Eleaml viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale e del web@master.