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Due Sicilie
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io nun me scordo

Il divorzio

di Andrea Balìa
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Napoli, 16 Nvembre 2008

Divorzio? Separazione forzata (imposta o richiesta)? Separati in casa? Ricomposizione d’un matrimonio coercitivo?

 Insomma le sorti future del Sud somigliano ad una “querelle” coniugale in una perenne fase di definizione. Le ultime porcherie leghiste (in questo incredibile governo composto da affaristi, mercanti riconvertiti ad una politica a proprio uso e consumo, ex fascisti assurti a ruoli istituzionali, ex socialisti e portaborse democristiani della prima repubblica trasferitisi armi e bagagli nel Centrodestra) con decreti e leggi che relegano il Sud sempre più nell’angolo tagliando posti, solidarietà, investimenti, cultura, e regolamentando (proprio loro… figli e sostenitori della “deregulation”) l’accesso ai concorsi ed all’occupazione al Nord per i meridionali, mi lasciano ormai pochi dubbi.

In assenza d’un’opposizione, similmente colpevole, soporifera e non propositiva, ugualmente distratta (pur se non così pervicacemente predisposta) rispetto al Sud, e a fronte di un movimentismo meridionalista. che fino a ieri gli veniva l’orticaria a parlare di rappresentatività politica, ma oggi scopre d’avere la fregola cercando scorciatoie improponibili ad una moralità ed etica che non dovremmo mai dimenticare, vado convincendomi che esista davvero poco da disquisire.

Un’unica strada è davvero risolutiva: andarsene da questo paese dal fascismo riveduto e corretto degli anni 2000, subdolo e strisciante, razzista ma furbescamente camuffato in doppiopetto da ripetute visite presidenziali a compensare mediaticamente il suo antimeridionalismo. Un paese - a proposito di libertà dell’informazione - collocato nelle stime mondiali intorno al 70° posto!!!

Ma quando dico “andarsene” non intendo il trasferirsi all’estero, ma bensì il “restare” staccando tutto il rimanente dalla parte del corpo: tutto quella parte che non ci vuole, che ci vessa da più d’un secolo e che sta portando il suo razzismo fascista alle estreme conseguenze nei nostri confronti. Restare “autodeterminandosi” come Stato a sé, autonomo ed indipendente, così come sette secoli ci insegnano. Il resto sono banalmente e semplicemente “palle”. Altre strade non portano a nulla e fanno solo perder del tempo: proprio così, a chi sostiene che la strada è troppo lunga e difficile rispondo che basta comprendere che i tentativi di diversa strategia in atto o immaginabili sono solo anni in più che vanno ad aggiungersi, allontanando la meta. In Scozia ci hanno messo poco più di 30 anni, ma da un misero 1% sono arrivati a Luglio ad avere la maggioranza con il loro Partito Indipendentista; in pratica ce l’hanno fatta!

Riprendo uno scritto d’un amico intitolato “Se questo non è fascismo…”: “ Con gli eventi dell’ultima guerra mondiale il fascismo fu sconfitto unitamente alla caduta dell’ancor più grave e meno casereccio nazismo. Trent’anni all’incirca di oscurantismo nella penisola italica. Una fanfaronata autocelebrativa …Il Sud abbandonato e relegato al trionfo mai conseguito dell’agricoltura, e il mito della patria risorgimentale a far ulteriormente dimenticare ai meridionali il loro fulgido passato storico di nazione ricca ed autonoma. 

Quella che alla fine potremmo definire una “immonda porcheria”… Ma la cialtroneria è sempre dietro l’angolo, e nonostante gli “al lupo, al lupo” sui comunisti del beneamato Cavaliere senza macchia e senza paura, quelli che sono sopravvissuti o ricreatesi come un maligno bubbone sono stati proprio i fascisti. L’avvento di Berlusconi ha portato allo sdoganamento dei vecchi missini che, relegati nell’angolo fino alla fine degli anni ’80, hanno ripreso voce ed incredibilmente ritrovato posti di ministri e sottosegretari.

La nascita della LEGA NORD, nata a difesa d’interessi economici padani, costruendo il consenso sull’odio contro il Sud, ha fatto il resto. E oggi assistiamo a leggi e decreti che passano come volontà di risanamento e sono solo e invece il risultato d’un fascismo strisciante e subdolo passato sotto il vestito bene parlamentare. 

Scuole differenziate per diversi ed immigrati (in pratica l’apharteid!), lotta allo straniero, culto del capo con privilegi e leggi ad personam, decreto (gravissimo) per vietare la partecipazione ai concorsi ai non residenti nelle regioni preposte (in pratica esclusione ai meridionali, ormai ritenuti buoni ed utili manco ad emigrare!). Se questo non è fascismo….E c’è chi li vota, o pensa di allearsi con loro o i loro amici (sic!!!”.

Io aggiungo che – pur sapendo di far arrabbiare per l’ennesima volta qualche amico che in buona fede molto s’adopera, credendo di aver quasi toccato il cielo con un dito, mentre ha solo iniziato un molto pericoloso percorso – con i razzisti, o con quelli che (colpevoli e non credibili per proprietà transitoria) con loro sono alleati, non ci si “prende manco un caffè”. Ma per davvero e non come fece e disse Fini che il caffè l’ha preso, insieme a tutto il resto, facendo la sua bella figura pur se in cambio di qualche pregiato scanno.

Ormai tutto ciò che è sussidio sociale, aiuto alle classi più indigenti o in genere a chi ha problemi in zone disagiate, ecc... non è più contemplato dalla politica attuale, e viene bollato sotto il termine "assistenzialismo". 

Una posizione ipocrita e "pilatesca" figlia della pochezza ideologica (ma anche pratica) d'una visione politica generalizzante, superficiale, globalizzante che non ha più voglia, tempo ed interesse ad entrare nello specifico dei problemi e che ha perso moralità e valori. Il Sud è, per ovvie ragioni, coinvolto in questo processo di disattenzione e credo ci sia poco da sperare in un dialogo o in conquiste progressive. Forse è una posizione che può essere accusata di nichilismo ma credo che solo uno Stato indipendente e rifondato possa risolvere il problema. Come dice Zitara: " ognuno è libero di vendere il proprio culo, ma sappia che, piaccia o meno, la soluzione è un'altra!".

Andrea Balìa


















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