L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
Eleaml


io nun me scordo

“Quei piccoli eroi di Gaeta!”


Napoli, 4 Gennaio 2007

Le ultime fortezze a cadere del Regno delle Due Sicilie furono Messina, Civitella del Tronto e Gaeta. Quest’ultima rappresenta, sicuramente tra queste, la più emblematica e rappresentativa. Sotto una spropositata quantità di proiettili e bombe, e senza una regolare dichiarazione di guerra, fu attaccata dai “fratelli d’Italia” piemontesi guidati dal Generale Cialdini.

La ferocia ed il non rispetto di qualsiasi regola d’onore militare di questo signore fu tale che, a guerra finita, gli valse da parte della stampa e dei governi di mezzo mondo l’appellativo di “criminale di guerra”!

A difendere Gaeta furono gli ultimi soldati e civili borbonici, col conforto e la presenza degli ultimi reali del Sud, ovvero Francesco II° e la giovane moglie (appena diciannovenne) Maria Sofia. Ma poco conosciuto è l’eroico episodio di alcuni giovanissimi (dagli 11 ai 17 anni) allievi della Nunziatella: i fratelli Rossi, Giordano, Pons de Leon, i fratelli Lanza, Nicoletti, Scotti Douglas, Ribas, Manzi, Ruiz, i fratelli de Riviera, che scapparono dal collegio/scuola per andare a Gaeta a difendere il loro Re e la loro patria!

Nessuno li aveva spinti a far ciò, né li aveva arruolati, vista la giovane età essendo tutti minorenni.

Dettero la vita rinunciando ad un futuro e ad una carriera, verso la quale erano indirizzati, unicamente per amor patrio, senso d’appartenenza, donando la loro gioventù per la difesa della loro terra e della propria nazione proditoriamente aggredita.

Alto e costante resti il ricordo e l’esempio per tutti i meridionali di un gesto tanto nobile. Così come per i soldati borbonici, non v’è — né a Gaeta né altrove — una lapide che li ricordi!  









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