L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
  Eleaml


Tamarri non si nasce, si diventa

di Nicola Zitara

Siderno, 10 Gennaio 2008

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Tento di spiegare, più che ad altri a me stesso, il senso e le ragioni POLITICHE e CLASSISTE che stanno alla base della NON costituzione di parte civile nel processo Congiusta da parte dell'Amministrazione comunale di Siderno e della mancata solidarietà di cittadini sidernesi a un padre sidernese che chiede giustiziaper l'assassinio di suo figlio, perpetrato in nome di un'arroganza definita mafiosa, ma che meglio si inscrive in una forma di follia personale e sociale che pervade sin dal tempo dell'unità nazionale una frangia delle popolazioni meridionali e siciliane. La cultura che ha espresso il delitto Congiusta non è quella della "La cavalleria rusticana", e nemmeno quella della guerra i clan di Chicago al tempo del proibizionismo. 

Chi ha letto I promessi sposi ricorda certamente che don Rodrigo fece intimorire dai bravi don Abbondio e in appresso con i suoi maneggi costrinse alla fuga Renzo e Lucia, ma, pur avendo la forza per farlo (il sistema giuridico allora vigente gli avrebbe assicurato l'impunità), non li fece ammazzare. Manzoni colloca la vicendaintorno al 1630. Da quell'anno sono passati quattro secoli, e purtroppo fra noi c'è ancora gente che ragiona peggio di don Rodrigo, usa logiche risalenti a un millennioancora più lontano, al tempo della caduta di Roma e delle invasioni barbariche.

Sulla decisione negativa dell'Amministrazione comunale sidernese si è scatenato il direttore di 'Calabria Ora'che, con la sua consueta foga narrativa e con una puntualità enumerazione dei fatti, ha descritto una quota della classe politica sidernese, secondo me quella che alle prossime elezionipotrebbe fare ombra ai politici locresi, che con l'aiuto di Roma tanti allori hanno mietuto,nonostante i loro meriti fortemente negativi.'Calabria Ora' è andata a ruba, gli oppositori politici (ma non sociali) dell'Amministrazione si sono sentiti vendicati. Gli aspiranti al ricambio amministrativo sidernese hanno ballato in piazza la tarantella 'dei giganti'.

A proposito di 'ndragheta,della sua azione politica e della sua base sociale, credo che bisogni aggiornare le analisi. Ciò sicuramente per quanto riguardaSiderno, ma credo anche per altri luoghi di antica tradizione 'ndranghitistica, come la Piana, Reggio, Nicastro, Sambiase, Cutro etc.

La 'ndragheta di Siderno è un organismo scaltrito da un secolo d'esperienza politica. Nei ricordi della generazione che precedette la mia, qualche anno prima della guerra e del fascismo i notabili sidernesi impiegarono la 'ndrina di Mirtocontro gli accoliti dei notabili di Locri (allora Gerace Marina), tanto che fu mandato l'esercito per ristabilire l'ordine pubblico. 

Il passaggio da 'ndragheta contadina a capitalismo a mano armata è venuto dall'emigrazione contadina. La 'ndragheta sidernese è andata a scuola dalla mafia italoamericana e si è fatta moderna in senso capitalistico tra New York e Toronto. Conseguentemente opta per la dissuasione. Ricorre alla violenza e all'assassinio soltanto quando la dissuasione non è praticabile. 

Secondo le indagini e le analisi di Nicola Gratteri ("Fratelli di sangue"), la 'ndrangheta calabrese agisce come una grande S.p.A, con propri agenti accreditati nei luoghi in cui viene prodotta l'eroina e gode di una situazione di quasi monopolio quanto alla distribuzione in molti paesi. 

Ovviamente in ciò agevolata dall'abbattimento delle frontiere fra i 27 paesi dell'UnioneEuropea.Aggiunge Gratteri che, in materia di incassi, il locale di Siderno primeggia. E ha ragione. Siderno è inondata di soldi. A mio ricordo non c'è mai stata altrettanta capacità di spesa. 

Un confronto in tema di capitali impiegati è possibile soltanto con gli anni in cui è sorta la Marina, sulla spinta dell'esportazioneolearia.Regnanti i dissacrati Borbone,in appena venti anni furono costruite case, palazzi, la chiesa madre, strade, pubbliche fontane e piazze,per i 5.000 e più nuovi abitanti (il primo piano regolatore cittadino è del 1848; l'attuale centro del paese rispetta ancora l'originario disegno degli ingegneri borbonici).

Non vorrei che quel che sto per dire venga inteso come un'esaltazione del sistema mafioso. Però bisogna comunque dirlo: gli imprenditori di estrazione mafiosa che operano sul mercato legale rappresentano una specie che si è fatta rara in un Meridione mortificato e inquinato dall'unità con la Toscopadana. Bisogna, poi, correttamente registrare che a partire dalle privatizzazioni volute dall'Unione Europea, in Italia il malaffare non è un privilegio della mafia. 

C'è una illegalità diffusa che opera all'ombra della legge e con l'aiuto del governo. L'esempio del sistema bancario, che in poco più di dieci anni - non si sa come - ha decuplicato il capitale proprio,non è il solo caso che si possa offrire alla meditazione del giovane disoccupato.

Tornando alla NON costituzione di parte civile nel processo Congiusta, mi viene difficile immaginare che una 'ndrangheta così esperta delle cose del mondo e così integrata nel sistema politico ed economico italiano - il quale accetta riconoscente la pax mafiosa, i voti dei capibastone mafiosi e dà spazio ai danari provenienti dai traffici illeciti - abbia deciso di darsi la zappa sui piedi, rifiutando un atto di pura routine, qual è quello di abbaiare alla luna.

C'è dell'altro, sicuramente. La spiegazione che mi gira in testa è che Siderno sia stata infettata dalla 'ndragheta calabrese di più recente battesimo, la quale somiglia più alla camorra napoletana che alla mafia siciliana. 

Prendiamo a esempio Locri. Qui la 'ndragheta non esisteva fino alla nascita dell'Ospedale. A partire dal momento che cominciarono ad arrivare soldi da Roma, la 'ndrina locrese è salita agli onori del mondo per gli assassini in nome della carriera e per il borseggio di medicine e strumenti medici. 

Quando è nato questo nuovo tipo di mafia, un sidernese di antico pelo l'ha giudicata un fottisterio di danaro pubblico, tipico della camorra urbana esistente a Napoli prima del fascismo e risorta democraticamente e costituzionalmente dopo la caduta del fascismo, anzichéqualcosa simile alla compaesana 'ndrina di Mirto, di Salvi, diFerraro.

In un articolo di due anni fa, ho chiamato con il sostantivo 'tamarria' questa nuova cultura, la qualeè fatta di atteggiamenti rozzi,che sottintendono e incorporano una sfida e il disprezzo per l'interlocutore esterno al giro; che usa un linguaggio volutamente aggressivo, comportamenti intimidatori, prepotentie l'uso del tritolo, con vetrine che saltano, con automobili che bruciano, con impianti devastati; che ricorre all'assassinioper motivi che a ben guardare risultano futili.

 La legge elettorale che prevede l'elezione diretta del sindaco ha agevolato l'espansione politica della tamarria. Questa legge pretende che il candidato sindaco diventi esso stesso un partito. Conseguenza necessaria: i candidati consiglieri sono elevati al rango di grandi elettori. Il placet della famiglia mafiosa egemone non basta più a fare un sindaco, bisogna altresì che i grandi elettori confluiscano sul nome del candidato. Insomma sarebbe nato un clientelismo sub'ndraghetistico.

Più è diffusa la cultura di fare profitti mercé l'uso di prepotenze tamarre, tanto meno si realizza una cieca ubbidienzaalla 'drina madre. Giri, trucchi, logge massoniche d'incerta caratura hanno preso il posto della disciplina mafiosa, quella in base alla quale Ntoni Macrì e i suoi gregari ressero l'ordine pubblico a Siderno tra il 1944 e il 1945, agli ordini di don VincenzinoAlbanese, a cui la massoneria americana aveva conferito la sovraintendenza di Siderno.

Secondo me, tra il 1944 e il 2007, la cultuta dell'illegalità è cresciuta a Siderno tra personale organico e accoliti da 100/150 persone a oltre sei o settemila persone.

Siamo a un tale disastro che la questione della mondezza di Napoli appare una quisquiglia. Ed è proprio Napoli a offrire la prova che la canzonetta antimafia della sinistra elettorale è stonata. La sinistra toscopadana al Sud chiede soltanto voti, meno che mai politica. "Ruba se vuoi, ci dice, ma vota a sinistra per la gloria delle cooperative rosse e per le guide alpine del Sud Tirolo". Se per caso in questa contribuzione elettorale capita che ilvoto della 'ndragheta vada a sinistra, come nel caso di Loiero - il Bassolino calabrese -la sinistravolta la faccia. Non vede. In effetti chi chiede voti non può lottare la mafia, anzi deve compiacerla.

Peraltro, la votocrazia, l'anarchismo commerciale, il garantismo giudiziario, l'involuzione della funzione statale dal servizio pubblico al patrocinio dell'usura bancaria e alla promozionedel consumismo,rendono la politica di sinistra una pura declamazione.

Atene, Siracusa, Roma crollarono nel momento in cui erano più libere e più ricche. Siamo arrivati anche noi all'accoppiata maledetta. Certo, a voler scrutare nella sfera di cristallo, bisogna dire con Lorenzo de' Medici che "nel doman non c'è certezza" o con Popper che "la società è aperta". Può accadere tutto l'imprevisto e non realizzarsi alcunché del previsto. Ma questa filosofia quietista è vera a metà. Per la miaformazione vichiana, storicista, il presente sivede nel passato, il futuro si legge nel presente. 

Quando scruto la mia sfera di cristallo, vedo morire violentemente giovani, la cui vita non si ripeterà, vedo la giustizia inefficiente eppure compiaciuta si sé, vedo la natura crollare e vacillare l'artificio che la vorrebbe puntellare. 

Vedo la collettività a cui appartengo, piagata, marcire nella rassegnazione. Vedo la miseria incombente. Vedo pagliacci che vendono speranze in cambio di voti. Vedo soldi che corrompono le coscienze. Sicuramente non vedo la rivoluzione capace di ricostruire il Sud economicamente e culturalmente. Ne vedo, però, l'esigenza morale e civile. "Chi di speranza campa, disperato muore".














 

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