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Due Sicilie
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Fonte:
https://partitodelsud-roma.blogspot.com/

"Italiani? No! Napoletani"

di Nicola Salerno

giovedì 21 luglio 2011

Ieri 19 luglio alla Camera, vista l’impossibilità del governo di trovare un accordo, si è votato per rimandare in commissione il decreto che dovrebbe, tra le altre cose, permettere alla regione Campania il trasferimento dei rifiuti anche nelle altre regioni.

E’ evidente che condizione necessaria affinché si possa concretamente partire con la raccolta differenziata spinta, come stabilito dalla delibera del Comune di Napoli, è quella di ripulire la città dalle giacenze di rifiuti che stanno attanagliando Napoli e i Napoletani ormai da mesi.

Non voglio entrare nel merito della questione circa l’opposizione della Lega, se sia solo un alibi, sui veti della provincia all’uso della discarica e quant’altro. La situazione è molto complessa soprattutto perché in linea con quanto sostenuto nel corso della campagna elettorale il nuovo sindaco di Napoli con la sua giunta ha emanato una delibera che mina alle fondamenta l’assetto dei poteri e degli interessi che ruotano intorno alla gestione dei rifiuti e come una piovra mantengono la città in uno stato di continua emergenza.

La legittimazione popolare con la quale è stato eletto a sindaco Luigi De Magistris a mio modesto parere dimostra almeno due fatti incontestabili:

• La maggioranza del popolo napoletano è vittima di un sistema corrotto e colluso che ha dimostrato di non aver a minimamente cuore il benessere dei napoletani, ma solo interessi particolari che dimorano anche al di fuori della Campania. I candidati sia del centro destra che del centro sinistra (con la pagliacciata delle primarie) ne sono la prova più evidente.

• La maggioranza del popolo napoletano ha detto chiaramente basta e vuole liberarsi da questo cancro che li sta tormentando ormai da anni.

Ovviamente non si può disconoscere che i napoletani hanno una loro parte di responsabilità. Almeno per aver permesso che la situazione degenerasse a tal punto. Ma personalmente non mi sento di biasimarli. Io vivo a Roma e qua non siamo molto lontani da quel punto se le cose non cambiano e anche rapidamente. Ammettendo anche che siano fondate (ma è scontato che sono solo strumentali e false) le invettive non solo dei leghisti ma di quanti pensano che i napoletani debbano marcire nella propria munnezza, nel plebiscito a favore di De Magistris non si può disconoscere un sentimento di orgoglio e di riscatto della parte sana di Napoli.

Di fronte all’atteggiamento di ostruzionismo della Lega all’approvazione del decreto e comunque al comportamento del governo, ci si aspettava, almeno dopo il voto plebiscitario e la delibera del comune, anche in nome di quel patriottismo sempre sbandierato dalle colonne del Corriere (Della Loggia, Panebianco, Cazzullo,…) e/o da quelle della Repubblica (che a riprova dell’inviolabilità del mito risorgimentale, sbeffeggia i meridionalisti rinfacciandogli l’ impossibilità di trovare nei registri parrocchiali i nomi delle migliaia di soldati Borbonici sciolti nella calce viva a Fenestrelle), fuoco e fulmini contro il governo e la Lega per denunciare il modo osceno con il quale, in nome di equilibri politici, evidentemente troppo elevati per i meridionali, si sacrifica la salute di un’intera città, bambini e neonati compresi. Ma a quanto pare Napoli ancora non fa battere il cuore dei nostri ostensori del patriottismo ad orologeria. D'altronde quando a Berlino il giudice chiese a Totò e Peppino: siete italiani? Loro risposero: no! Napoletani.

Come sappiamo la maggioranza alla fine è andata sotto solo di sei voti. E allora uno si chiede: e i nostri rappresentanti? Chi sa se erano presenti e come hanno votato i nostri cari deputati neo meridionalisti telecomandati da Arcore: Miccichè, Fallica, Iapicca, Grimaldi, Stagno D'Alcontres, Pugliese, Terranova di ''Forza del sud'' e Iannaccone, Belcastro, Porfida di “Noi sud”? Da loro, che hanno avuto il permesso di unirsi nella Lega Sud dal noto meridionalista Berlusconi, ci aspettiamo dichiarazioni in merito. Speriamo quanto prima. Almeno prima che Napoli imputridisca.

Nicola Salerno











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