L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
  Eleaml



"È bello doppo il morire vivere anchora"

di Vincenzo D'Amico


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Principato Citeriore, 1° Ottobre 2011

Sul Rocci, mitico vocabolario di greco classico, c'era questo motto. Motto che fa riferimento a un privilegio riservato a pochi. Ai pochi che hanno lasciato una traccia indelebile del loro passaggio in questo mondo.

Nicola Zitara appartiene a questa élite, i suoi libri, i suoi articoli, le sue interviste, presenti copiose su youtube, sono destinate ad essere letti ed ascoltate per "per sempre".

Anzi proprio nel 2011, nel 150° anniversario della cosiddetta unità d'Italia, in cui le istituzioni hanno fatto sfoggio della peggior retorica deamicisiana, e soprattutto nel primo anno senza Nicola Zitara, il grande calabrese ci ha regalato "L'invenzione del Mezzogiorno. Una storia finanziaria", il miglior testo pubblicato in Italia sulla unificazione nel suo 150° anniversario.

Il che significa che Nicola Zitara è più vivo che mai!

Ma Nicola Zitara vive in un'idea, un'idea che ha coltivato con ostinata determinazione, a dispetto del sentire comune del "meridionale medio", colonizzato fin dentro l'anima, ovvero il riscatto del "Meridione" attraverso la ricostruzione di uno Stato tutto nostro, che in quanto tale faccia i nostri interessi, senza triangoli industriali da favorire, terre irredenti da riscattare con il sangue di poveri contadini che nemmeno sospettavano dell'esistenza di Trento e Trieste, senza la terza Roma da opporre a quella dei Papi.

Ma solo noi, per noi stessi, "Sinn Fein" come dicono in Irlanda!

Adesso di fronte a te c'è l'infinito, senza spazio e senza tempo. Ma in questo infinito c'è senz'altro un futuro migliore per la tua Patria, e prima o poi anche e soprattutto grazie ai tuoi scritti si formerà un nuovo sentire che guiderà il tuo, il nostro Popolo alla liberazione!

Penso a te e ricordo il nostro primo incontro, su una bancarella di Via Mezzocannone, c'era il libro "Memorie di quando ero italiano", un titolo molto provocatorio, che fortunatamente mi incuriosì più che scandalizzarmi. Lo lessi avidamente e da allora tutto mi è chiaro, terribilmente chiaro. E così anche io ho smesso di avere fiducia nel "sistema Italia", nel sistema fondato da Cavour su un qualcosa che deve andare così come va da un secolo e mezzo!

Nel corso degli anni ci siamo visti di persona, molto più spesso sentiti telefonicamente. A marzo del 2009, ho contribuito insieme ad alcuni amici a ripubblicare "Colpo d'occhio su le condizioni del Reame delle Due Sicilie nel corso del 1862". Dopo qualche settimana mi hai chiamato per complimentarti, anche se stavi già molto male.

Che soddisfazione aver tenuto fede alla tua dedica/sprono "A Vincenzo D'Amico, avanti con la Patria Napolitana. Nicola Zitara"

Caro Nicola, andrò avanti, nonostante i miei tanti limiti, andrò avanti con la consapevolezza di essere una delle tante gocce che sta scavando la roccia.

A presto, caro Nicola, perché so bene che i tuoi lavori postumi non sono affatto terminati!


È bello doppo il morire vivere anchora - Enzo D'Amico Zitara Patria Napolitana








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