L'unità d'Italia è una beffa, che comincia con una bugia.
Due Sicilie
  Eleaml


Chiediamo scusa a Nicola Salerno. Nessuna volontà censoria. Alcuni suoi articoli sono rimasti (per un nostro disguido) nella casella postale per qualche giorno 

ed altri per oltre un mese

Per quanto riguarda "SEPARATISMI" non ci è mai pervenuto prima d'oggi.

Zenone di Elea – 11 Novembre 2011



Buonasera,

La stima e la gratitudine che nutro nei vostri confronti e solo quella mi spinge a ri-scrivervi.

Qualche giorno fa vi ho inviato alcune riflessioni il cui titolo è riportato in allegato e che ad oggi non ho visto pubblicate sul sito.

Viceversa è apparso un articolo dal titolo “MERIDIONALISMI” che sembrava, non vorrei essere presuntuoso, una risposta (anche) alle mie riflessioni.

Probabilmente sarà stata una coincidenza, ma nel dubbio volevo chiarire alcune cose.

Chi vi scrive, è semplicemente un meridionale che ha anche superato i 36 anni e che con molti limiti, grazie anche a FORA, è potuto diventare un colono un po’ più consapevole.

Comprendo che FORA ha la necessità di tutelare il proprio prestigio limitando la pubblicazione di lavori non ritenuti all’altezza.

Comprendo un po’ meno il sospetto senza fondamento.

Come dicevo mi riconosco molti limiti. Malgrado i quali, con la dovuta umiltà, provo a dare un contributo alla causa del mio popolo, pur nella consapevolezza di correre il rischio di peggiorare anziché migliorare. Ma di certo mai in mala fede.

SEPARATISMI

di Nicola Salerno

(se vuoi, puoi scaricare l'articolo in formato ODT o PDF)

11 Novembre 2011

Premesso che se le cose per il sud andavano bene o almeno andavano come vanno al nord, credo che nessuno si sarebbe mai messo a rivendicare separatismi e/o meridionalismi di qualsivoglia gradazione.

Premesso che condivido l’analisi cristallina di Zitara che lo porta ad individuare quale cause del sottosviluppo e dramma meridionale il modo in cui, diciamo, si è fatta l’unità d’Italia e anche l'Europa; le regole del capitalismo stesso e del libero mercato; l’accumulazione primaria a favore della tosco-padania; non il furto dell’oro e dell’argento, ma piuttosto la distruzione del sistema economico meridionale che vedeva nell’armoniosa gestione delle fedi di credito, di cui i Banchi Di Napoli e Sicilia erano maestri, la struttura portante, etc… Per quanto riguarda la Lega, ognuno è ovviamente libero di dedurlo, ma il fatto di individuarne delle colpe almeno nell’attuale non significa necessariamente investirla a madre di tutti i mali del meridione.

Relativamente all' Italia, più che dare valore alla sua unità, e qui sono d’accordo con Zitara, ritengo improbabile la separazione.

Nel senso di evento dall’interno, promosso dai meridionali stessi.

Escludendo un approccio non democratico e non pacifico (non per principio), ma perché la storia insegna che i poveri perdono sempre le guerre.

Escludendo un intervento esterno che a mio avviso non farebbe che sostituire un padrone con un altro e di solito l’altro e anche peggio.

Non vedo reali possibilità al raggiungimento di una possibile indipendenza.  E qui mi viene da pensare che se il meridionalismo democratico compie 36 anni, il separatismo ne ha già compiuti almeno 150. E quello siciliano molti di più.

Viceversa l’unica via all’indipendenza che sembra essere più accreditata sembra sia quella di vedere il meridione abbandonato a se stesso.

Non nella sostanza, questa fase è già stata consumata. Ma giuridicamente. Ci avevano già provato con l’ingresso in Europa.  Sebbene condotti dall’analisi, a meno di non fare dell’indipendenza una questione ideologica, un ismo, ritengo che, seppur a ragione, l’indicare l’Italia e l’Europa come i diavoli in terra santa, non contribuisce molto a sollevare dal sottosviluppo e così a rendere un po’ di giustizia al passato, presente e futuro del popolo meridionale.

Soprattutto non riesco a vedere (ma sarà una mia miopia) come possa fornire qualche contributo alla formazione di una auspicata classe dirigente.

Stando così le cose, la mia personale e modesta opinione (che può essere considerata ingenua, ma di certo non orientata da fili di nessun genere), e anche qui sono d’accordo con Zitara, è che l’unica cosa ragionevole da fare sia quella di contribuire a preparare una classe dirigente che, grazie alla consapevolezza della propria storia e del proprio valore, sia all’altezza di prendere le redini del meridione.

Sia nell'eventualità in cui venga scaricato dall’Italia e dall’ Europa, sia nel caso ciò non accada.

Con rinnovata stima

Nicola Salerno


P.S.1 i riferimenti a Nicola Zitara sono tutti riscontrabili sul vostro sito (perdonatemi l’indelicatezza nel ricordarvelo)








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