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io nun me scordo

Su “De Magistris e le ragioni dell’antimafia”

di Andrea Balìa
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Napoli, 29 Novembre 2011


Caro Zenone di Elea, pur non ricoprendo il ruolo del difensore (o “palafreniere”, come dice scherzosamente o per meglio dire acidamente qualche buon meridionalista di quelli sempre pronto a far le pulci in casa d’altri, con poca concretezza alle spalle se non roboanti dichiarazioni pseudo rivoluzionarie, qualche “convegnuccio” e nient’altro di risultati concreti) d’ufficio di de Magistris, mi sento di fare alcune considerazioni.

Sento di farle sia come cittadino napoletano sia come esponente del Partito del Sud, che ha partecipato con questa sigla nella coalizione vincente che ha portato Luigi de Magistris a diventare sindaco di Napoli. I nostri voti sono stati di certo non eclatanti al primo turno (15 giorni soltanto per raccogliere 1.240 firme e far pure campagna elettorale, con fondi vicino allo zero, di certo non ci hanno aiutato). Al ballottaggio, pur se non quantificabile nello specifico, il nostro apporto è stato di sicuro più corposo, ed il nostro sostegno ha contribuito in quota proporzionale a convogliare una discreta parte di meridionalisti verso ciò che ci eravamo prefissati. Ci aspettavamo il giorno dopo dal sindaco un “grazie per l’aiuto” come si usa fare ed un arrivederci, visto che i primi numeri ci penalizzavano per ottenere consiglieri in comune. Invece siamo stati, da subito, trattati come dei vincitori a tutti gli effetti: convocati più volte in comune, aggiornati quotidianamente (a tutt’oggi) dalla segreteria del sindaco, ricevuti sempre prontamente per nostri progetti che sono tutt’ora in fase avanzata di definizione, attenzionati dalla presenza del sindaco al nostro 3° Congresso Nazionale a Napoli del 8/10/2011, e crediamo a breve anche gratificati di qualche significativo incarico. Questo per dire innanzitutto dell’onestà intellettuale del sindaco e della sua giunta, che crediamo sia la componente principe di segno distintivo. La frequentazione con lui ed il suo staff ci permettono di poter esprimere un parere con qualche elemento in più.

Entrando nel merito del pezzo mi piace sottolineare:

1) che purtroppo non rientra nelle competenze precipue del sindaco dare lavoro ai cittadini. Può e deve tenerlo, ovviamente, ben presente come un problema vitale in ispecie in una città del Sud come Napoli. E che il sindaco ce l’abbia ben presente lo dimostra il suo impegno innanzitutto a difendere quello che c’è come lavoro, vedi Alenia, Fiat Pomigliano, Iribus, ecc… che lo vede schierato a difesa dei lavoratori napoletani e della periferia, come gli stessi, unitamente ai sindacati, gli riconoscono. Una sorta di vertenza (come da te richiesto) parte con una lettera in merito, proprio sul problema lavoro, inviata al governo da de Magistris, perché l’argomento sia sul tavolo delle urgenze e diventi metro d’ulteriore valutazione di giudizio sul nuovo governo tecnico. E che sia data la giusta attenzione – come dice de Magistris – all’imprenditoria del Sud e meno ai “prenditori”. Denuncia delle politiche nordiste, vedi scippo della sede legale dell’Alenia proposta dalla Lega da trasferire a Varese, sta diventando un altro leit motiv di “Giggino ‘o magistrato”.

2) Il paragone con l’era bassoliniana è davvero azzardato, sia perché il buon Antonio mai è entrato nello specifico dei problemi e delle vertenze, ed ha solo fatto belle chiacchiere, ma quel che è peggio creato “ ‘o sistema”, che altro non era che spartire in quota (2 terzi e 1 terzo) le prebende con l’opposizione, ammansendola. Tra l’altro con una collocazione ai posti di comando secondo le più ferree leggi della spartizione partitica. Ebbene de Magistris ha iniziato rifiutando l’apparentamento al ballottaggio, dicendo: “mi voti chi vuole”; cosa che gli ha permesso di comporre una giunta di competenze, lasciando al palo i vecchi PD, PDl e altri. Ha tagliato tutte le teste delle partecipate, e questo è stato il vero attacco alle mafie che dall’immondizia ad altre cose, è ormai fuori dai giochi. Questo è il vero, primo, grande risultato che ha ottenuto e che molti non leggono o fanno finta di non comprendere.

3) de Magistris ha iniziato un percorso personale, in cui riteniamo d’avere un po’ di merito, d’avvicinamento alle problematiche del meridionalismo e della storia del Sud, onestamente anche insperato. Ci ha chiesto con modestia d’aiutarlo a comprendere meglio, s’è scusato di qualche articolo uscito a sua firma (non letto per tempo, superficialità e perché figlio della complessa macchina comunale). È venuto alla lunga (oltre 3 ore) rappresentazione teatrale a Napoli dello spettacolo “Terroni” di Roberto D’Alessandro, tratto dal libro di Pino Aprile, che ha seguito con attenzione, ribadendoci due giorni dopo nel suo ufficio che ormai condivideva tutto, tranne l’ipotesi separatista. Insomma, dopo pochi mesi, chi s’aspettava di più dal suo atteggiamento anche rispetto ai nostri temi o è un folle o è uno stupido.

Per chiudere, direi che il suo iter è di tutto rispetto e dignità, con ovvi errori che possono anche contraddistinguerlo. Poi si può sputare fiele anche su questa esperienza del PdSud come continuano a fare altri esponenti di questo nostro piccolo mondo antico. Noi crediamo di fare poche ma concrete cose, tra cui l’ultima di avere anche l’assessore al bilancio del Comune di Gambellara (Vicenza) che ha chiesto di iscriversi e passare con noi da una lista civica che l’aveva eletta (trattasi di una dottoressa trentenne), e lasciamo ad altri il poco costruttivo giochino di fare il tiro a segno sugli amici, ovvero guardare il dito con acidità perdendo di vista la luna.

Andrea Balìa















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