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Arte e ingegno tra gli ingegneri: Egidio Carbone

di Bruno Pappalardo

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9 Maggio 2012

Non è stato affatto un canonico seminario di genere universitario, bensì è stato uno spettacolo!

La dico meglio,… è stato spettacolare!

 Nell’Aula Magna dell’Università degli Studi alla Facoltà di Ingegneria di piazzale Tecchio, come ampiamente divulgato dai blog,  abbiamo assistito alla nascita di una  geniale teoria sulle mutazioni materia(le)-umanità.

Egidio Carbone in quel luogo studia con passione.

E’ uno dei nostri luoghi sacri: Una lapide ricorda che quella ch’era una delle tante straordinarie istituzioni borboniche.  Carlo di Borbone istituì il Corpo degli Ingegneri militari, riordinato nel 1742 e poi nel '52. Tra il 1784 e il '98, fu affidata, alla scuola, la direzione e  delle infrastrutture di conto regio. 

Egidio Carbone, nostro iscritto e prossimo alla laurea ha messo a punto l’affascinante speculazione  insieme al proprio docente di Scienza delle Costruzioni Luciano Nunziante.

L’ipotesi ( teoria) del nostro Egidio,  da anni commediografo e attore assai noto, ebbene, questa mattina è stata messa sul tavolone dell’aula. La sua riflessione ha dato il nome al seminario: “L’attore Costruttivo”.

L’ottimo proemio di Nunziante, sul “legame costruttivo”, l’intervento recitativo di Francesco Paolantoni, esplosivo come sempre e l’interessante dissertazione sul tema di Eugenio Bennato che ha dato un significativo contributo sia da etnomusicologo che da dottore in Fisica a questo nuovo sistema concettuale del “divenire”, ebbene, ha lasciato gli astanti letteralmente impressionati dalla novità.

Carbone, in sostanza sosteneva, con forza, il “naturale” legame sistemico e universalistico dell’esistenza umana con i materiali da lui studiati alla scuola di Nunziante.

La indeformabilità dell’acciaio, ad esempio, che pure muta sotto uno stress impresso, una necessaria forza somministrata per ottenere  “forma”, ebbene, quel materiale tende sempre a ripristinare il suo stato e consistenza originario. Parrebbe che esso abbia una sua “memoria”; una memoria storica.

Da ciò, ecco lo schiudersi di un mondo straordinariamente simile se non addirittura precostituito, come quello, ad esempio, dell’attore che si comporta come la materia soggetta alla trasformazioni di “elasticità”, “plasticità”et cetera equivalente all’azione del “recitato” che si comporta, sotto gli impulsi del contesto interagente sia dello spazio teatrale che dei co-attori alla stessa maniera del materiale, ossia elasticamente, plasticamente et cetera fino ad assumere forme generati da  contenuti  sprigionando la propria  forza e la determinatezza nel voler essere ciò che si è.

Si è partito da Aristotele e si è giunto a Galilei. Poco si è detto, ma aleggiava nell’aula, l’idea che la natura sia essa organica che non, fosse un unicum di cui bisogna, volta per volta scoprirne e coglierne solo la similitudine dei sistemi.

Valgono, quindi,  anche come organizzazione di modelli di interessi collettivi e di identificazione  di metodi di valori, simboli e idealità che trascendono le ristrette logiche di convenienze.

Dunque, erano presenti nell’aula Magna,  Kant per l’etica, M.Weber per le responsabilità, fino a K. Popper per la convenzionalità o T. Parsons che esalta  l’azione dell’uomo verso la generalità dei componenti un collettività senza discriminanti.   

Il bravo dottor Piero Golia ha confezionato come valente sarto, l’abito di cui ciascuno già possedeva la stoffa.

Carbone è un esempio, non raro, di eccellenza ma anche di esemplare vivacità e dinamismo fattuale di un meridione pronto e maturo.  Ho detto spettacolare e lo spettacolo è stato il pensiero, forse complesso, ma libero dell’arte nostra   

da Bruno Pappalardo -  SUDVOX











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