Teggiano Salerno
di Nadia Parlante
Quando
vedi Teggiano per la prima volta, hai come l’impressione di essere
catapultato in un mondo di fiaba, tra mitiche leggende e saghe di
antichi cavalieri. Di primo mattino risali i suoi ripidi versanti tra
una nebbia così fitta, che null’altro vedi se non bianco puro e poi
d’improvviso, inaspettatamente, uno squarcio azzurro nel cielo e il
sole torna a riscaldarti.
Raggiungi la piazza, ma quando ti
affacci per ammirare l’immenso panorama che si spalanca sul Vallo di
Diano, ti accorgi con stupore, che non c’è più! E’ scomparso sotto un’immensa coltre densa e soffice di nuvole!
Uno spettacolo unico e indimenticabile!
Questa è l’immagine più caratteristica e
poetica che Teggiano, “il paese sulle nuvole”, offre ai
suoi visitatori. La
sua posizione strategica, proprio al centro della vallata, ne ha fatto
sin dall’epoca preromana, un centro importantissimo sia per il Vallo
(Diano era, infatti, l’antico toponimo di Teggiano) che dell’intera
provincia di Salerno.
Le testimonianze architettoniche ed
artistiche, perfettamente conservate, la promuovono a vera e propria
città museo, una tappa irrinunciabile per gli appassionati d’arte che
qui potranno ammirarla nelle manifestazioni più rappresentative di ogni
epoca.
Ma è soprattutto in età medioevale che Teggiano ha svolto
un ruolo decisivo per la storia del Meridione ed ha raggiunto il suo
massimo splendore politico e culturale. Proprio in questo
periodo, infatti, la potente famiglia dei Sanseverino vi fece costruire
un possente castello che tuttora domina la piazza e le conferisce
l’aspetto fortificato che la contraddistingue.
In questo
castello, uno dei più grandi e meglio conservati dell’Italia
meridionale, Antonello Sanseverino principe di Salerno e di Diano,
condusse la sua bellissima sposa Costanza, figlia di Federico da
Montefeltro di Urbino e qui ordì la famosa Congiura dei Baroni contro
il re di Napoli Ferdinando d’Aragona, conclusasi, per sua fortuna, nel
1487 con un provvidenziale accordo fra le parti.
E’ a dir poco
impressionante il numero delle chiese, oltre una trentina, e dei
conventi (ben cinque) che costellano il centro storico. Una
testimonianza di fede e di arte che trova ben pochi paralleli, tenendo
conto dell’esiguità del territorio collinare. Tra le più
importanti ricordiamo la Cattedrale di Santa Maria Maggiore, voluta dal
re Carlo d’Angiò nel 1200 per ringraziare i suoi fedeli vassalli
Sanseverino.
La sua struttura monumentale imita il Duomo di
Napoli e conserva opere pregevoli, come la tomba di Enrico Sanseverino
scolpita nel 1336 dal senese Tino da Camaino, quella di Orso Malavolta
e il pulpito in pietra locale realizzato nel 1271 da Melchiorre da
Montalbano.
Nella trecentesca chiesa di San Pietro, oggi sede
del Museo Diocesano, sono custoditi notevoli reperti di epoca romana e
rinascimentale, nonché lo splendido Compianto su Cristo morto, gruppo
di sculture lignee dipinte a grandezza naturale realizzate da Giovanni
da Nola (sec. XIV).
Nella cripta della chiesa di Sant’Angelo
ammirerete affreschi antichissimi effigianti Santa Venera. Da vedere
anche la chiesa della Pietà, quella Sant’Agostino, di San Martino, di
Sant’Antuono, di Sant' Andrea (che conserva il polittico di Andrea
Sabatini), dell’Annunziata, di San Francesco, di San Michele (sulla
collina, proprio di fronte al paese) e altre che non cito per mancanza
di spazio! Un’occasione irripetibile per conoscere Teggiano è
sicuramente la festa medievale organizzata intorno alla metà di agosto
per rivivere i fasti del matrimonio tra Antonello Sanseverino e
Costanza di Montefeltro.
Un lunghissimo corteo in costume sfila per le strade e le taverne imbandite, tra migliaia di turisti entusiasti.
E tra fiaccole, menestrelli, saltimbanchi, musici e danzatori, la magnifica favola di Diano continua fino a notte fonda…
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