Fonte:
https://www.calaggio.it/
C'è molto futuro nel nostro passato
La memoria storica è il valore aggiunto che rappresenta lo scrigno in cui è depositata l'identità di un popolo. Preservarla, vivificarla, è il modo migliore adottato da quel popolo che intende costruire il presente ed il proprio domani mettendo a frutto il suo passato, a maggior ragione quando si tratta di un passato di cui assolutamente non ci si deve vergognare. Ed il nostro passato, quello della gente del Sud d'Italia, ci parla, per esempio, di Archita, ultimo pitagorico, genio incomparabile della dimenticata Magna Grecia, di un uomo che intorno al 428 a.c. costruì la colomba volante, i cui studi in merito furono ripresi da Leonardo da Vinci, che tutti noi conosciamo perché i libri, le trasmissioni televisive, tipo Quark, ci parlano di lui. Ma chi parla di Archita, uomo di Taranto, quindi del Sud? Nessuno; perché scarsa deve essere la conoscenza, l'informazione storica sul nostro Sud e precario, approssimativo, nonostante l'abnegazione di tanti, deve risultare l'azione volta a preservare e valorizzare la nostra memoria storica.
Quante volte ci siamo sentiti ripetere frasi di questo genere: ma sono
soltanto pietre vecchie, volendo tentare, noi , di preservare, qui, i
resti di un'antica dimora, sia che appartenessero ad una masseria
ultracentenaria, che ad una villa rustica romana? Quella di lasciar
cadere a pezzi gli esempi della nostra storia passata, e qui gli esempi
si sprecano, è una prassi consolidata e poco o nulla si è
fatto, qui nel nostro Sud, per modificare questo atteggiamento, vero
atto di autolesionismo; basta comprendere che in siffatto modo è
stata impedita la creazione di tantissimi posti di lavoro, quegli
stessi che poi vogliono spingerci a cercare, guarda caso, nel nord
d'Italia, dove ci vuole quasi uno stipendio per pagare l'affitto di
casa, quella casa che dovremmo abbandonare e che qui è di nostra
proprietà, spesso costruitaci con i fondi della
solidarietà nazionale a seguito dei vari terremoti. Da troppi
anni l'economia d'Italia, la cultura stessa, l'informazione sono al
soldo di una sola parte del Paese, il Nord; volenti o nolenti non
bisognava e tuttora, senza laurea o con laurea, non bisogna disturbare
lor signori; sono loro o non sono loro quelli che in genere mettono a
nostra disposizione la carta igienica, che controllano la
quantità che di questa consumiamo, che possiedono le frequenze
radio per irradiare su tutto il territorio nazionale le informazioni
fotocopia e che riempiono l'etere nostrano con le soap opera?
Ma che altro osiamo pretendere dalla vita, dall'attuale sistema!
Oltretutto,complici molti nostri conterranei, non sono lor signori, che
invocati come unici depositari del saper fare, in cambio di vagonate di
miliardi, spesso fondi europei a cui noi veniamo impediti di accedere,
si convincono a venire qui da noi, in cambio della creazione e del
mantenimento, poi , di taluni posti di lavoro? E noi, o meglio chi
rappresenta il nostro territorio, pronto sempre a dire si alle loro
proposte, a svendere i nostri beni, temendo la loro dipartita. È
accaduto e sta accadendo con il nostro risparmio che oramai è
gestito quasi tutto da banche del nord, talora per nostra incuria,
altre volte per vera incapacità; sta succedendo con le imprese
che gestiscono il nostro vento per produrre energia elettrica il cui
costo aumenta di giorno in giorno,nonostante, talune volte, essa venga
prodotta da aerogeneratori distanti solo pochi chilometri da noi o
addirittura qualche centinaio di metri.
La strategia attuata è sempre la stessa, a nostro svantaggio
ovviamente; in cambio di poco reso al territorio, qualcuno guadagna
tantissimo e poco importa se il paesaggio viene offeso o l'ambiente
subisce inquinanti devastanti alla lunga; tutto questo in cambio delle
solite 50£ buttateci per terra e con una proposta tipo prendere o
lasciare. L'elenco delle materie prime che ci vengono scippate è
lungo: si va dagli ingegni umani al petrolio, al gas, alle acque
minerali, alle uve, alla sabbia, agli ulivi sradicati e mandati a
morire al nord, e per ultimo il vento. Se il Sud vuole vivere con
rispetto e con dignità, vuole contare più della solita
ultima ruota del carro, deve badare bene a non farsi scippare questi
beni, deve imparare a farli diventare economicamente validi. In una
nazione che va verso il Federalismo, nella speranza che non sia
annacquato né al metanolo, per noi, in una Europa che sempre
più sta si sta facendo guidare dal principio della
sussidiarietà, la qual cosa è positiva, ebbene anche noi,
senza perdere ulteriore tempo, cosa che vorrebbe fare la vecchia
politica, cominciamo a discutere di Federalismo, prima che le decisioni
ci cadano addosso cogliendoci impreparati.
Facciamo l'inventario di quel che da subito abbiamo a disposizione
nelle arti e nelle professioni; esaminiamo quali sono i nostri beni
ambientali che possono essere utilizzati per creare turismo e quali
altri, ed il modo, per migliorare la nostra vita quotidiana: si pensi
per un attimo alle vie del mare e fluviali; alle varietà di
prodotti della terra che abbiamo abbandonato e che erano espressione
della dieta mediterranea che noi stessi abbiamo tradito per correre
dietro ad abitudini alimentari sbagliate, addirittura pericolose per la
salute; e qui il pensiero corre al famigerato Glutammato monosodico,
conosciuto anche come additivo E 330. Ancora una volta, in nome della
modernità e per comprare prodotti non appartenenti alle nostre
tradizioni, siamo caduti nell'errore! Impegniamoci per trasformare in
posti di lavoro e quindi in soldi le tante acque medicamentose, i
fanghi terapeutici, vera ricchezza della comunità, che si
preferisce tenere nell'abbandono e nel degrado oppure concederli per
quattro soldi al primo venuto da fuori, ovviamente.
Mutiamo pertanto il nostro atteggiamento verso tale fortuna che
però, complice mentalità e certa politica, giungiamo
persino ad ignorare; liberiamoci al più presto da questi lacci e
paraocchi ed andiamo avanti.
Pertanto man mano che entrano in produzione i tanti parchi eolici,
disseminati sempre più lungo i pendii dei nostri monti, con
convinzione chiediamo ai governi delle regioni del Sud l'elaborazione e
l'attuazione rapida di programmi che dovranno portare alla riduzione,
reale e non di facciata, del costo dell'energia elettrica per tutti
quelli che abitano queste terre del Sud; non solo quindi per le aziende
ma anche per le famiglie. Saranno azioni del genere il vero banco di
prova per comprovare la veridicità d'azione di quelle forze
politiche che, chi partendo da Eboli e chi da Teano, poco tempo fa,
dissero di avere a cuore le sorti nostre.
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