Per non far torto a nessuno e per non ledere i diritti degli autori delle opere, riportiamo poche righe tratte dalla prima pagina di ogni testo, per invogliarvi allo studio personale degli argomenti.
Garibaldi, Mazzini, Cavour, Gioberti, Ricasoli, Minghetti: l'elenco dei «padri» della patria potrebbe continuare a lungo.
La
retorica ufficiale e scolastica, e non solo quella, li ha spesso
descritti come individui pensosi solo del bene pubblico, preoccupati di
«fare» quell'Italia di cui il Cuore di De Amicis,
pubblicato nel 1886, fu una sorta di Bibbia.
E sembra che ci sia solo
da rammaricarsi di non essere vissuti in un'epoca così
felice,
nella quale tutti gli uomini politici erano onesti, tra i cittadini
regnava la concordia e i valori della patria, della famiglia,
dell'onore non venivano nemmeno messi in discussione.
Troppo bello per essere vero: infatti non lo era. Accanto all'Italia
ufficiale grondante pubbliche virtù ne esiste un'altra
permeata
di vizi pubblici e privati, di corruzione, di angherie grandi e
piccole, di verità accuratamente celate.
I grandi fatti
dell'unità nazionale coprono come un grande mantello i
piccoli
fatti, le storie che si vollero rapidamente dimenticare
perchè
non offuscassero l'aureola di tutta una folla di personaggi ai quali
l'Italia "libera ed una" dove solo gratitudine.
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