Per non far torto a nessuno e per non ledere i diritti degli autori delle opere, riportiamo poche righe tratte dalla prima pagina di ogni testo, per invogliarvi allo studio personale degli argomenti.
CAPITOLO
PRIMO
LA
LUNGA MARCIA
Il 26 gennaio 1861, nella rubrica "Ultime
notizie", il n. 23 del giornale L'Armonia
riporta una nota scarna, quasi telegrafica: «Da uno specchio
approssimativo
che in questi giorni deve essere stato trasmesso al Ministero della
Guerra,
consta che il numero degli ufficiali napoletani prigionieri ascende
alla
rispettabile cifra di 1.700!! e che quello dei soldati che si trovano
nello
stesso caso non è forse inferiore di 24.000!!» A questa
data non avevano ancora
capitolato Gaeta, Civitella del Tronto e Messina.
Questo ingente numero di prigionieri, cui
si
aggiunsero migliaia di soldati sbandati, pose al governo di Torino ‑
sin
dall'inizio della Campagna per la 1iberazione del Mezzogiorno" ‑ il
problema del loro internamento al Nord, divenuto necessario per evitare
il
contatto con le popolazioni locali in gran parte rimaste devote ai
Borbone ed
il conseguente loro volontario reimpiego tra le forze della resistenza
che si
andavano organizzando un po' dovunque con inaspettata celerità.
In proposito non va
sottovalutato il proclama
di addio emanato da Francesco II da Gaeta il 14 febbraio 1861, il quale
suscitò
nuovi entusiasmi tra gli sbandati e i reduci della campagna ed
alimentò
illusioni e speranze di restaurazione; infatti il re nel suo messaggio
concludeva: "non vi dico addio ma a rivederci; serbatemi intatta la
lealtà come
eternamente vi serberà gratitudine" [...]
I
LAGER DEI SAVOIA
Storia infame del Risorgimento nei campi di concentramento per meridionali Fulvio Izzo
Edito da Controcorrente
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