Strana proposta la nostra, quella di suggerire la lettura si un romanzo tra alcuni libri di storia! Non si tratta di un testo qualsiasi, "L'eredità della priora" di Carlo Alianello è un magistrale affresco storico la cui lettura fa venire in mente "Guerra e pace".
Meritava ben altro destino, ma in questo paese la latitudine di nascita a volte conta.
Cogliamo l'occasione per ringraziare Bartolomeo Di Monaco per averci autorizzato a pubblicare la sua recensione al testo di Alianello.
Se ne avete la possibilità visionate lo sceneggiato televisivo (con la bellissima colonna sonora di Eugenio Bennato) e poi leggetevi il libro.
Non solo leggerete un ottimo romanzo, ma imparerete anche qualcosa della storia di questo paese.
Guardò l'uomo che gli sorrideva ammiccando. Alto, grosso, con
due spalle troppo larghe e un torso troppo lungo; il viso una macchia
rossa tagliata da una dentatura bianca, come la fessura d'un
salvadenaio, all'insú.
"Toh!" disse, "Max" e involontariamente si dette una guardata attorno.
Era
stato seduto fino allora comodo comodo davanti al Caffè d'Europa
a Toledo e pareva che si contemplasse beato uomini, carrozze e donne
che passavano, e invece no. Stava facendo i conti tra sé e
sé perché le acque erano basse e le dita irrequiete
avevano stanato dal fondo delle tasche solo poche monete spicciole, un
carlino forse in tutto e non piú. Pensava che l'aver preso una
cassata invece del caffè era stato un errore grosso; e se i
soldi non gli fossero bastati? Erano due anni che mancava da Napoli e
tante cose erano successe; prima con dieci grani ti consolavi con la
migliore cassata, ma adesso? Con l'arrivo dei piemontesi, poi, tutti i
prezzi erano saliti, per Dio. Che succede se ... ? Una scenata e un
povero cristiano è fottuto. Gli avrebbero chiesto nome, cognome
e... eppure era sicuro d'avere almeno un ducato in tasca, ma
vattelappesca...
L'uomo raggiunse il tavolino con due sgambate: "Tu sei Gerardo, Gerardo Satriano, no?»
"Zitto!" disse il giovane e poi aggiunse in fretta: "Mettiti a sedere."
"Ah!" fece Max e lo guardava benevolmente. Poi si sedette e allungò le gambe a suo agio. "Dunque?"
"Mah!"
disse Gerardo e la sua mano inguantata fece leggermente il segno di
scansare un monte di dispiaceri. L'altro chinò il capo a
significare che aveva inteso e si passò un dito sui baffi
rossicci.. "Ho sete!» disse e si rigirò uíi poco a
cercar con lo sguardo un cameriere.
Gerardo si chinò verso l'amico e gli chiese a voce bassa: "Corne stai a soldi?"
"Perché?" ribatté quello e levò il viso a guardarlo meravigliato.
"Perché
io sto piombo," e Gerardo rise piano. "Non riesco a capire come mai...
Mi sono accorto che sono uscito senza soldi. Succede. Per la
consumazione ce li hai? Anche per me?»
"Per te?"
«A servirvi."
L'altro
lo guardava fisso con gli occhi piccoli, chiari tra le ciglia color di
paglia. «Non ti preoccupare," disse, "di nulla.» E
calcò la voce sull'ultima parola.
Il cameriere veniva verso di loro ciondolando un poco.
«Birra,»
ordinò Max, "uno sciop." Aspettò che quello se ne fosse
andato, poi chiese: "Dunque che fai a NapolW'
Gerardo non rispose, ma lo guardava. Sorrise: "E tu?»
[...]
|
L'ereditàdella prioraCarlo
Alianello
Feltrinelli, 1963 Osanna 1999 |
Ai sensi della legge n.62 del 7 marzo 2001 il presente sito non costituisce testata giornalistica.
Eleaml viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale e del
Webm@ster.