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Il Sole 24 Ore - Martedì 14 settembre 2004

Il «decreto 56» sposta 88 mln dal Sud alle aree settentrionali

Fitto: va ritirato e riscritto - La Loggia: lo cambieremo

di BARBARA FIAMMERI


ROMA • Per la copertura della spesa sanitaria le regioni del Mezzogiorno a statuto ordinario hanno subito un taglio di oltre 88 milioni di euro che sono stati attribuiti alle cugine più ricche del Centro Nord. A farne le spese sono state soprattutto Puglia (-31 mln), Campania (-25 mln) e Calabria (-19 mln). Sorridono invece le regioni settentrionali; in particolare la Lombardia che ha potuto contare su 48 milioni di euro in più.

A determinare il (quantomeno) bizzarro travaso di milioni di euro dal Sud al Nord è stata l'attuazione del decreto legislativo 56 del 2000 sul federalismo fiscale, partorito dal Governo D'Alema e reso esecutivo dall'attuale Consiglio dei ministri il 14 maggio scorso. Una scelta contro cui sono insorte le Regioni del Mezzogiorno e soprattutto la Puglia e il suo Governatore, Raffaele Fitto, che ha già impugnato i provvedimenti davanti alla Corte costituzionale e al Tar del Lazio (la decisione è prevista per il 10 novembre prossimo).

Ma la battaglia vera non è giudiziaria bensì politica. Fitto ha chiesto esplicitamente al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di sospendere l'attuazione del decreto. Il Governatore della Puglia, alla guida una giunta di Centro-destra, a poche settimane dal voto sulla riforma federalista e sulla definizione delle tappe che dovranno portare all'attuazione del federalismo fiscale chiede in sostanza ai partiti della coalizione di bloccare il provvedimento.

Una richiesta che dopo aver già ottenuto la disponibilità del ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, ieri ha avuto l'avallo del ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia: «Il decreto legislativo numero 56, voluto dal governo D'Alema, è penalizzante per alcune Regioni come la Puglia che si vedono man mano diminuire le proprie risorse. Credo che abbia ragione Fitto, bisogna modificare il decreto». Stessa opinione è stata espressa anche da Maurizio Leo, deputato di An, che ieri ha partecipato ai lavori della Commissione sul federalismo fiscale al ministero dell'Economia. «Il decreto che detta le linee guida del federalismo fiscale e indica il meccanismo di perequazione delle risorse alle Regioni per far fronte alla spesa sanitaria, non soddisfa nessuno. Bisogna fare in modo — ha spiegato Leo — che alle Regioni vadano risorse effettive, ora per la spesa sanitaria, e successivamente per la devolution».

Per le Regioni meridionali la posta in gioco è alta. Il buco a cui le espone il decreto 56 non è limitato agli 88 milioni di euro determinati dalla prima applicazione. Se il provvedimento non verrà soppresso di fatto questa cifra crescerà di anno in anno in modo esponenziale. La Puglia passerà, ad esempio, dai -31 milioni (a valere sul 2002) a -51 milioni l'anno successivo, a -150 nel 2004, per arrivare a -600 milioni di euro nel 2013. E se in prima battuta la penalizzazione verrà avvertita solo al Sud nei prossimi anni anche Lazio e Umbria rientreranno nella squadra delle perdenti. Una stima della Svimez sull'applicazione a regime del decreto 56 prevede che la perdita raggiungerà complessivamente 1,7 miliardi di euro.


Fonte: Il Sole 24 Ore - Martedì 14 settembre 2004




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