Osservo il lento e solenne fluire dell’olio che esce dal frantoio, tra la soddisfazione intensa e l’occhio vigile dei contadini. È un momento atteso per un anno intero. Una gioia incontenibile.
C’è chi allunga un pane caldo e mangia con un vero
godimento il frutto maturato nella fatica e nel dolore. Ma ecco subito
che, quei contadini pur nella gioia di quel momento,già si
pongono la domanda relativa alla capacità di commercializzazione
dell'olio appena prodotto. È il grande nodo della Calabria:
produce con abbondanza ma fa fatica a vendere. Tante le ragioni, tante
le concause, tante le analisi.
Sogno una politica perciò che sa raccogliere le attese vere,
reali sofferte dei nostri contadini. Senza sostituirsi ad essi. Tocca
ai contadini organizzarsi, ma tocca alla politica dare loro prospettive
certe e sicure di futuro. Tocca alla politica capire e interpretare i
nodi che impediscono la realizzazione di tanti sogni in segni efficaci
di fiducia.
Tocca alla politica spianare la strada in salita, creare circuiti di
mercato, progettare su tempi lunghi esperienze di commercializzazione
efficace, in un circuito moderno, capace di reggere la concorrenza
spietata di altre zone d'Italia più fortunate e più
seguite. La politica è in Calabria vera solo se saprà
profondamente legarsi all'agricoltura, condividerne i problemi,
raccoglierne le speranze, indicando mete sempre più grandi.
Questo il mio primo sogno: una politica capace di leggere l'agricoltura.
C'è poi un secondo sogno: dare al territorio la capacità
di utilizzare fino in fondo la risorsa dei forestali. Osservo infatti,
lungo la mia strada, ormai da molti mesi, una massa di terra caduta per
le piogge, molto tempo fa. La terra caduta è rimasta lì,
ad ingombrare la strada, pericolosa per il viandante. Già vi
cresce l'erba. Nessuno l'ha rimossa. Il sindaco interpellato risponde
di non avere personale per questo tipo di lavoro. Eppure nell'ambito
del comune operano centinaia di forestali, adoperati però
soltanto nel bosco, per lavori non del tutto necessari.
Ecco il mio secondo sogno: permettere al sindaco e alla comunità
locale, attraverso una serie intelligente e decisa di leggi ben
maturate e ben pensata insieme, di valorizzare in pieno la risorsa
della forestazione calabrese. Non per mortificarla ma per rilanciarla.
Certo non va lasciata nascosta nei boschi, ma dev'essere possibile che
il sindaco abbia tutto il potere di comandare in pieno i responsabili e
gli addetti alla forestazione per poter intervenire su tutto il
territorio comunale: strade di campagna, cunette lungo le strade,
spiagge da pulire, pulizia dei giardini delle scuole, intervento
preventivo sugli incendi ovunque in modo attivo e operativo.
Non si può lasciar dormire sotto gli alberi le persone addette alla forestazione.
Il compito della politica è proprio quello di mettere in atto una serie di interventi legislativi capace di dare alla forestazione una svolta straordinaria, a beneficio di tutta la nostra regione.
Un terzo sogno. Vedere politici seduti calmi puntuali e tranquilli alle
riunioni dove si parla di problemi forti intensi, attesi dalla gente.
Seduti anch'essi nelle poltrone con la popolazione. Non sul palco a
parlare ma anche loro con i loro quaderni a prendere appunti precisi e
documentati. Cioè, al di là dell'immagine, il mio sogno
è quello di avere una politica che non solo parla ma soprattutto
studia, che molto ascolta le speranze della gente. Che molto crede,
perchè solo insieme, congiunti e raccolti dai medesimi interessi
drammatici della nostra popolazione, si può uscire dai problemi.
Ma vorrei anche vedere una riunione dove al termine, il politico di
turno non sia assalito dalla gente, dalle famiglie, dalle situazioni
individuali per poter dare una risposta solo individuale ai drammi
della nostra terra. Non più raccomandazioni, ma riflessioni e
discussioni comuni, per poter trovare strade comuni a risolvere i
problemi comuni.
Liberi e non servili dobbiamo essere tutti, sia politici che cittadini.
Un quarto sogno: treni non più affollati da gente che va al Nord Italia a farsi curare, ma da turisti interessati e intelligenti, che desiderano visitare e conoscere le nostre bellezze locali.
Sogno una sanità che sappia rispondere alle attese della nostra
gente. Medici qualificati in grado di poter soddisfare le esigenze di
una popolazione culturalmente nuova, più preparata e più
informata. Che non si accontenta della solita pacca sulle spalle ma che
vuole risposte precise a domande precise. Per questo la politica deve
organizzare in maniera molto più equa la distribuzione delle
risorse per la sanità, in modo che tutti possono accedere ai
nostri ospedali avendone risposte qualificate e pronte. Ospedali
forniti per cittadini serviti!
Sogno, pure, una rete di trasporti efficienti: strade sicure che non si
allagano ad ogni pioggia; linee ferroviarie moderne e non stazioni
chiuse e desolate, treni puntuali che rompano l'isolamento favorendo
gli scambi, economici e culturali, con le altre regioni.
Infine, il grande sogno è quello di avere una politica che si schiera realmente tenacemente dalla parte dei cittadini più fragili, insidiati dalla mafia.
Non solo manifestazioni che pur ci vogliono, ma soprattutto interventi
mirati, ben pensati, progettuali, capaci di dare coraggio a chi deve
testimoniare, superando la paura del ricatto o della vendetta.
Politici presenti nelle situazioni dure, che sanno manifestare solidarietà reale, a lungo termine, oltre l'emotività.
Vanno protetti e sostenuti, anche sul piano etico, i pochi ma
coraggiosi testimoni di giustizia che rischiano sulla loro pelle la
fedeltà al bene comune (ben diversi dai collaboratori di
giustizia, spesso interessati o vili!).
Politici in grado di offrire percorsi di liberazione studiati con la
gente, discussi con i parroci, attuati con il volontariato, condivisi
con le scuole.
Questo è il percorso di libertà di cui la nostra terra ha infinitamente bisogno.
Fare il politico in Calabria, a livello regionale, è molto duro. Chiede uomini tenaci coraggiosi, liberi soprattutto. Persone che sappiano porre il bene comune davanti a quello di famiglia. Il concorso non è della attuale legislatura ha dimostrato purtroppo il contrario. Per questo abbiamo bisogno di un'inversione di rotta, per avere strumenti legislativi trasparenti ed efficaci.
In sintesi: l'agricoltura e forestazione sono le radici della politica
calabrese; la formazione etica e tecnica sui problemi ne è lo
stile e lo strumento; la sanità è il prossimo banco di
prova; la sfida della mafia sarà la verifica finale e totale,
superata solo da uno stretto intreccio liberante tra cittadini e
politici.
Per questo, ogni iniziativa di formazione va ampiamente curata, non
assistenzialistica ma reale, aggiornata, capace di formazione
permanente per tutti.
La famiglia, che l'asse culturale della storia calabrese, possa interagire con la politica in termini non di familismo ma di concreta realizzazione dei sogni dei propri ragazzi, sempre in termini di libertà e di giustizia.
La Chiesa, per parte sua, saprà intrecciare questi sogni con
concreti percorsi di attuazione, perché con la forza del Vangelo
questi sogni diventino segno, pur piccolo ma sempre decisivo, nella
logica del seme, piccolissimo ma già capace di generare le
maestose querce delle nostre montagne.
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