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Fonte:
https://www.freeonline.org/ - Pubblicato il 28/10/2008 da Ferdinando Sapio

Fuga dalla Lucania

Si spopola di giovani la regione Lucania


Benvenuti in Lucania, terra di confine e di luce mistica, dove non decollano aerei, non passano autostrade e seppur montagnosa questa è un’isola felice, ma solo per pochi eletti. Una terra dalla quale si fugge amaramente e tutti vediamo ogni anno centinaia di giovani che partono per il nord, consci del non ritorno.

Un nord che li accoglie e una Lucania che sembra respingerli… Ultimo di questi giovani lucani è un ragazzo di Melfi, Francesco E. di 26 anni, già figlio di emigranti e lui stesso nato in Germania e poi rimpatriato con la famiglia in tenera età.

La storia si ripete e così Francesco dopo aver vagato inutilmente in cerca di lavoro è stato costretto ad emigrare come fece suo padre allora. L’ho visto partire piangendo e dentro si portava tutto il dolore di due vite, quella sua e quella del padre. Le lacrime di Francesco le ho vivide davanti agli occhi, con le sue anche quelle mie e quelle di tanti ragazzi lucani che emigrano tuttora. E’ ciò che è successo anche a me, trenta anni fa, quando son partito per imparare un mestiere difficile come quello dell’artista e i sacrifici fatti per lavorare in un campo così difficile è arduo raccontarlo in poche righe.

A Milano mi sono formato come uomo e artista, raggiungendo nel campo autoriale una certa fama internazionale che non è stata presa assolutamente in considerazione in Basilicata. Invidia? Indifferenza? Accidia? Tutti sentimenti che avevo dimenticato e pensavo che fossero estinti.

Fatto sta che quattro anni fa, infervorato dalle lotte dei lucani a Policoro e a Rapolla, mi feci prendere da un fuoco nostalgico e tornai a Melfi, intento a realizzare con le conoscenze artistiche acquisite, dei progetti culturali che avevo in mente e che da anni ci lavoravo su. Infatti ho prodotto due romanzi storici sulla Storia lucana “L’arco di San Lorenzo” e “Stupore mistico”, inoltre due cd musicali (dei quali uno cantato interamente in dialetto melfitano) e due dvd con immagini e riprese del Vulture Melfese, naturalmente con ingenti costi di produzione che ho sostenuto da solo. Bene, ho tentato civilmente di promuovere questi miei lavori in Basilicata e sono stati ignorati completamente da tutte le Istituzioni regionali, compreso il Comune di Melfi (ahimè).

La Cultura che dovrebbe essere la ricchezza di un popolo si riduce all’organizzazione di fatue sagre di paese dove s’invitano i cantanti più kitch d’Italia e si pagano profumatamente con i soldi pubblici.

E il popolo che fa? Nulla, s’accontenta di tutto, sa nessuno si vuole rovinare la reputazione con i politici, perché possono sempre servire per dei piaceri personali.

Sembra di essere nelle corti medievali d’un tempo, solo che non ci sono principi o feudatari, ma resta lo stesso servilismo, nepotismo e lo stesso silenzio… Perciò questa terra già decimata dall’emigrazione, sarà sempre più vuota e io stesso rifarò le mie valige e fuggirò da questa terra che non ti accoglie, ma ti respinge benissimo nella più bieca indifferenza.

La Lucania è una terra meravigliosa, ma c’è qualcosa che mi sfugge e non riesco a capire. Ritornerò in Lombardia, regione che mi ha visto crescere per venticinque anni e dove se s’interpellano le Istituzioni, almeno ti rispondono per un si o un no.

In Basilicata non ho avuto risposta da nessuno, anzi non mi dilungo in particolari raccapriccianti che è meglio evitare. Io ho atteso degli esiti alle mie richieste di presentazione dei miei progetti culturali, ma ora non più perché ho capito di non appartenere ad una famiglia facoltosa e di non essere parente di nessun politico.

Di santi in paradiso ne ho tanti, ma sono veri santi e li prego affinché proteggano questa povera regione, me, Francesco E. e tutti quei ragazzi che si sono ritrovati e si ritroveranno a partire su un treno lercio della linea Foggia-Potenza. Molte lacrime hanno visto quei treni! Ma questo ai politici che importa? Pregherò anche per loro. Benvenuti in Lucania…


Ferdinando Sapio
Ferdinando Sapio











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