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CORRIERE DELLA SERA - SABATO 25 FEBBRAIO 2006 - Cronache 21

La reazione del leader dei duecentomila futuri piccoli azionisti: «Avevamo proposto Mario Monti, pazienza». Nominato vice un altro nobile: Lillio Sforza Ruspoli

Tremonti e la banca del Sud
«Carlo di Borbone presidente»

L’annuncio del ministro. Il principe: un regalo per il Mezzogiorno
 

ROMA—La notizia l'ha data personalmente il ministro, e con tutta la deferenza imposta dalle circostanze. «Ho l'onore di annunciare— ha detto ieri Giulio Tremonti — che il presidente onorario della Banca del Sud che sta per nascere sarà Carlo di Borbone delle Due Sicilie». Dire che il principe, e ieri era anche il suo compleanno, l'abbia accolta con entusiasmo è forse poco. H vero regalo, sostiene, Tremonti non lo ha fatto a lui, ma al Mezzogiorno. 

«Oggi è un grande giorno per tutto il Sud, l'inizio di una politica seria di sviluppo delle tante opportunità che offre. È un'area geografica così vasta, con decine di milioni di abitanti che deve necessariamente avere una banca a vocazione mediterranea e in grado di competere in Europa» assicura Carlo, ansioso di mettersi al lavoro.


Nel comitato anche Marco Milanese e Gerlando Genuardi. La «base» vuole il gesuita Massimo Rastrelli

Il compito che l'aspetta non è facile, e per la verità l'accoglienza alla sua nomina non è stata proprio entusiastica. Almeno nella «base». Cioè quei duecentomila cittadini che, come annunciò lo stesso Tremonti l'8 febbraio, «hanno chiesto informazioni sulle modalità di sottoscrizione per entrare nella Banca».


Cittadini che poi sono gli iscritti all'Associazione dei contribuenti italiani, guidata da Vittorio Carloma-gno. «Aspettiamo il resto delle nomine, ma certo che si poteva partire meglio», dice l'animatore di Contrì-buenti.it. Lui garantisce duecentomila azionisti (disponibili a investire un euro ciascuno), e anche il sito internet (già registrato). Ma vuole voce in capitolo sulle nomine. «Volevamo presidente Mario Monti, pazienza. 

Ora nel comitato è essenziale che entri almeno padre Massimo Rastrelli», dice Carlomagno. Che nell'iniziativa della Banca del Sud ha coinvolto anche KRLS Network of Business Ethics, la rete che si ispira ai principi dei gesuiti a cui aderiscono oltre 1.000 studi professionali di notai, e presieduta dallo stesso padre Rastrelli,

Per il momento le mosse di Tremonti lo deludono. Oltre a Carlo di Borbone, per ora, il ministro ha annunciato la nomina nel Comitato del suo capo della segreteria, Marco Milanese, di Gerlando Genuardi, attuale vicepresidente della Bei, persona degnissima, che tuttavia manca dall'Italia dal 1980, con l'incarico di presidente operativo. E poi altro sangue blu: Sforza Ruspoli, detto Lillio, come vicepresidente. 

Nobile anch'egli, ma profondamente diverso dal Borbone. Tanto schivo e prudente è Carlo, tanto passionale e ou-tspoken è Lillio, impegnato con i suoi Centri d'Azione Agraria. Latifondista, candidato nel 2004 alle elezioni europee con la Lega Nord (con lo slogan «Meglio nobili che ignobili» raccolse 281 voti), ora si dichiara vicino a Silvio Berlusconi. 

Memorabile il suo sfogo dopo la batosta del centrodestra alle regionali dell'anno. Colpa, disse Ruspoli, «dei miserabili signori delle tessere, dei boss del regime e dei comitati d'affari ubriacati dal potere che con i loro veti e l'arroganza sono riusciti a colpire Berlusconi consegnando tutte le regioni alle sinistre».


«Credo sia significativo che un pezzo così importante della storia del Sud sia presente in questa nuova impresa»

Carlo, che nel '98 ha sposato Camilla, figlia del defunto Camillo Crociani, condannato per lo scandalo Lockheed, e di Edoarda Vesel, che ne ha ereditato la fortuna diventando la padrona della Vitrociset, pare essersi invece sempre tenuto alla larga dalla politica. Cavaliere insigne del Real Ordine di San Gennaro, Bali Gran Croce d'Onore e Devozione dell'Ordine di Malta, Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica, nella veste di Gran Prefetto Carlo ha soprattutto molto da fare con l'Ordine Costantiniano, che riunisce capi di Stato e di governo cattolici, ministri (confratelli sono anche Berlusconi, Pisanu e Martino), generali e altissimi prelati.


I suoi collaboratori alla Real Casa lo dipingono come uomo «avvezzo alla gestione», e soprattutto «molto consapevole dell'importanza del nome che porta». Cosa di cui anche Tremonti è ben conscio. 

«Credo che sia significativo che un pezzo così importante della storia del Sud sia presente in questa nuova impresa, importantissima per il meridione d'Italia, che dopo l'unificazione del nostro Stato molto ha preso, ma anche molto ha dato» ha detto Tremonti. 

Il principe ringrazia, e mette in guardia. «Il Mezzogiorno — dice — è una risorsa e non un problema. E la Banca del Sud non sarà un carrozzone assistenzialistico, ma un volano per la crescita».


Mario Sensini


cds25febbraio2006



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