Con l’approvazione della Finanziaria, il Governo Berlusconi ha stanziato 5 milioni di euro per la nascita della Banca del Mezzogiorno, fortemente voluta dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che nei mesi scorsi aveva ripetutamente denunciato la gravità dell’assenza di un grande istituto di credito meridionale in un’area geografica del Paese in cui vivono oltre venti milioni di italiani.
Al capitale della Banca potranno partecipare, come soci privilegiati,
le decine di migliaia di piccoli azionisti degli storici Banchi
meridionali, che si vedono, finalmente, riconoscere un parziale
indennizzo ai loro passati investimenti. Le grandi e storiche Banche
Meridionali furono infatti, spazzate via negli anni 90 dalla grave
crisi economica delle principali imprese meridionali a causa della
chiusura della Cassa del Mezzogiorno, e da una gestione della Banche
troppo accondiscendente verso il potere politico e poco attrezzata a
competere in un mercato bancario completamente mutato, in cui i rigidi
paletti protettivi previsti dalla legge bancaria, fino allora vigenti,
venivano a cadere a favore di una nuova visione delle imprese bancarie
di tipo universale, ed in forte concorrenza tra di loro.
In questi ultimi due decenni il potere finanziario ed economico del
Paese si è concentrato tutto al Nord e ciò ha consentito,
purtroppo, il rafforzamento di una nuova e più potente
“razza padrona” e lo sviluppo di un intreccio illegale,
economico e affaristico, su cui è in corso un’approfondita
indagine della Magistratura, che dovrebbe contribuire a far chiarezza
su questi episodi di grave malcostume e ristabilire, quindi, un clima
di piena legalità e correttezza, che è necessario per un
buon funzionamento dell’attività bancaria e creditizia e
per il rilancio dell’economia del Paese.
Con le dimissioni di Antonio Fazio dalla carica di Governatore della
Banca d’Italia e la scelta tempestiva, con le regole stabilite
dalla nuova legge sulla tutela del risparmio, da parte del Governo di
Mario Draghi, nominato con Decreto del Presidente della Repubblica
nuovo Governatore della Banca di Italia con un mandato a termine di sei
anni rinnovabile per una sola volta, si è realizzata
un’importante svolta nella modernizzazione ed il rilancio del
nostro Istituto Centrale.
Dal 2002, con l’avvento della Banca Centrale Europea, la Banca
d’Italia ha, infatti, perduto la sua funzione principale di
Istituto di Emissione e di regolatore della politica monetaria del
Paese, ma il suo ruolo rimane essenziale nel controllo del buono e
corretto funzionamento delle imprese bancarie operanti nel nostro
Paese, a tutela dei risparmiatori e per lo sviluppo dell’economia
italiana.
Lo squilibrio finanziario a danno del Sud, che si registra per
l’assenza di una grande Banca avente sede e direzione strategica
nel Mezzogiorno, non è facile da colmare, perché, nel
frattempo, altre Istituzioni Finanziarie, con sede nel Nord del Paese,
hanno realizzato una diffusione territoriale penetrante.
In un ambiente finanziario così diverso fra Nord e Sud,
è, perciò, da apprezzare la scelta del Governo di
contribuire, con importanti fondi statali, alla ricostituzione sul
territorio del Sud di una grande Banca orientata allo sviluppo del
territorio, con un capitale a maggioranza meridionale, con la
partecipazione degli Enti territoriali ed economici del Sud e delle
Fondazioni degli storici Istituti meridionali, e delle migliaia dei
piccoli azionisti dei vecchi Banchi Meridionali.
Si potrebbe obiettare che i cinque milioni di euro per avviare la nuova
Banca potrebbero essere insufficienti, di fronte alle grandi esigenze
dell’imprenditoria del Mezzogiorno, che soffre anche di un
insufficiente tasso di capitalizzazione propria, ma proprio per questo
è previsto un intervento delle Regioni e degli altri Enti
territoriali, ed, in ogni caso, l’intervento finanziario iniziale
dello Stato potrebbe essere reiterato ed aumentato, nelle leggi
finanziarie dei prossimi anni, se la Banca del Mezzogiorno
dimostrerà, nei fatti, la sua efficacia per lo sviluppo
dell’economia del Sud.
Fra pochi mesi, dopo le elezioni politiche generali, il Governo dello
schieramento politico che vincerà le elezioni si troverà
come problema prioritario lo sviluppo economico del Mezzogiorno e
potrà, allora, essere molto utile rafforzare opportunamente la
Banca del Mezzogiorno, di cui sono protagonisti tutte le Istituzioni e
gli uomini del Sud.
Su questo tema di sviluppo economico del Mezzogiorno vi è un
forte interesse “ bipartisan” di tutte le forze politiche
del Sud, che, nel nuovo schema di Stato Federale, sono destinate ad
avere più peso, anche per la conduzione del Governo nazionale,
perché saranno decisive per la vittoria. Speriamo che ne siano
consapevoli e agiscano, di conseguenza, nell’interesse vero delle
nostre genti.
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