Sembra una grande idea: La Banca per il Sud!
Una risposta alla drammatica crisi di credito per le aziende del Mezzogiorno!
Invece è poco più di una trovata elettoralistica, che
l’ineffabile Ministro Tremonti ha "lanciato" poco prima del nove
di Aprile.
Il capitale messo a disposizione dell’idea è di cinque
milioni di euro: cifra ragguardevole per pubblicizzare la proposta,
un’inezia se si volesse fare sul serio, soprattutto se si
considerano i limiti dei requisiti patrimoniali minimi –
cioè il patrimonio di vigilanza minimo che deve essere posseduto
dalle Banche - imposto da Basilea2 in funzione del rischio che dovrebbe
essere globalmente assunto.
A detta del volenteroso Ministro, ci sarebbero già circa 200.000
persone interessate all’idea che, per la verità, non trova
concordi le Regioni meridionali, ad eccezione della Sicilia, "polista"
e quindi già pregiudizialmente orientata in senso favorevole.
Pare che abbiano manifestato l’intenzione di aderire anche talune
fondazione dei vecchi Banchi e delle vecchie Casse di Risparmio:
dov’erano questi soggetti quando le gloriose Banche del Sud
venivano inglobate dai colossi finanziari del Nord per evitare –
si diceva – il rischio della perdita di autonomia nazionale del
sistema bancario?
Si è visto con quale ineccepibile trasparenza e con quali
efficaci metodi la Banca d’Italia ha protetto gli Istituti di
credito nazionali dagli "appetiti" stranieri.
Al punto in cui siamo, con la globalizzazione che è ormai
fenomeno inarrestabile, l’unico modo per far si che il sistema
bancario – nel suo complesso - non sia avaro di crediti per il
Mezzogiorno è potenziare al massimo il sistema delle garanzie, a
cominciare dai Cofidi.
Il resto è propaganda.
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