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Fonte:
https://www.neoborboniciroma.net/

Autonomia Regionale: Le Due Sicilie ed il Lombardo veneto

di Luca Longo

Una tesi continua ad imperversare in questi giorni sulla stampa nazionale: il Lombardo-Veneto autonomo.


Lo stesso Presidente del Veneto, a seguito dello stillicidio di comuni veneti che stanno cercando di “secedere” in Trentino, ha dichiarato recentemente di voler lui stesso “secedere” con tutta la Regione, diventando, per l’appunto, come il Trentino.


Ma dal punto di vista finanziario qual è questo modello Trentino, ovvero quali sono i possibili vantaggi finanziari che possono derivare da una eventuale applicazione di una autonomia regionale simile a quella attuale del Trentino-Alto Adige?


Il Trentino incassa il 90% di tutte le imposte erariali riscosse sul suo territorio, cioè le imposte sul reddito delle persone fisiche e giuridiche, l’Iva e le altre imposte indirette, ma a fronte di queste entrate si fa carico direttamente di una quota molto maggiore di spese rispetto al resto delle Regioni italiane.


Per esempio il Trentino si finanzia la sanità, l’istruzione, la finanza locale, l’assistenza ed ha competenze maggiori delle altre Regioni anche in campi quali i trasporti locali ed il territorio.


Ovviamente in questa fase è impensabile concepire una Macroregione Due Sicilie che dovesse finanziarsi autonomamente le proprie spese con il 90% delle imposte riscosse attualmente sul suo territorio.


Quindi l’unica strada da percorrere è quella dell’autonomia delle politiche fiscali che, anche all’interno della UE a 25, sono inevitabilmente concorrenziali fra i singoli Stati.


Una autonomia quindi che favorisca l’attrazione degli investimenti diretti dall’estero di quei Paesi, occidentali e non, che vedano nelle Due Sicilie una testa di ponte, non solo logistica,  per lo sviluppo delle proprie economie;  quelle occidentali (Nord Europa o USA) potrebbero intravedere nelle Due Sicilie l’opportunità di un naturale sbocco verso il mercato nordafricano e mediorientale, quelle orientali (Cina ed India per esempio), la possibilità per una creazione di una base per l’ingresso nel ricco mercato unitario europeo.


Fatte salve queste opportunità i passi da percorrere sono quelli già più volte indicati e sui quali si vuole ancora insistere:


1) creazione di una Macroregione Due Sicilie che raggruppi le sette Regioni meridionali e che faccia da organismo identitario per le popolazioni che per più di 7 secoli sono rimaste a vario titolo  unite;


2) questa Macroregione dovrebbe avere ampie autonomie (vedi per esempio il succitato caso del Trentino) sia di entrata che di spesa; soprattutto dovrebbe avere proprie politiche fiscali che la possano mettere in concorrenza con gli altri Paesi dell’Unione Europea dotati della stessa capacità economica, diversificandola per questo dalle altre Regioni italiane il cui target, invece, sono le nazioni più ricche del Nord Europa. 

 

Il Lombardo-Veneto sta già pensando alla creazione di una propria Macroregione, tocca quindi sfruttare il momento favorevole a questa ipotesi per incominciare ad investire nel nostro futuro esattamente come fanno gli altri Paesi al mondo.


Basta osservare il livello attuale di sviluppo delle altre economie che dieci o venti anni fa erano considerate povere, vedi l’Irlanda, la Spagna, la Grecia, la Slovenia e che oggi sono più avanzate delle nostre Due Sicilie.


La via dell’autonomia porta allo sviluppo perché libererebbe, psicologicamente, le potenzialità ancora inespresse delle popolazioni meridionali da parecchio tempo abituate ad aspettarsi che a Roma (ed al Nord) decidano del loro futuro.


E’ arrivato il tempo propizio per muoversi in questa direzione









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