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Fonte:
https://www.antoniobassolino.it/ - 4 luglio 2005

La scarsa dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno

Rispetto alla media degli altri partners europei, l'Italia sconta un ritardo in termini di dotazione infrastrutturale (vedi tabella).

 

INDICI DI DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE

(rispetto al territorio)

 

AUTOSTRADE

FERROVIE

ITALIA

38

48

SPAGNA

33,4

24,2

FRANCIA

32,3

51

GERMANIA

58,4

89,2

BELGIO

100

100

REGNO UNITO

26,1

59,4

OLANDA

97,5

59,8

DANIMARCA

39

42

 

Ancor più evidente è il gap infrastrutturale che sussiste nel nostro Paese tra le aree del Mezzogiorno e le restanti (vedi tabella). E' bene sottolineare, per quanto riguarda la dotazione di strade, che il Mezzogiorno, pur essendo caratterizzato da una rete estesa, presenta livelli qualitativi e di sicurezza di tali infrastrutture piuttosto scadenti oltre alla mancanza di un accettabile livello di connessione tra le varie arterie stradali tra di loro e con le diverse infrastrutture modali (porti, aeroporti e interporti).

 

INDICI DI DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE

(rispetto al territorio per strade e ferrovie e rispetto alla popolazione per porti e aeroporti)

 

 

STRADE

FERROVIE

PORTI

AEROPORTI

MEZZOGIORNO

103,4

70,6

76,2

75,6

CENTRO-NORD

97,6

120,3

113,6

113,8

CENTRO

101

127,4

40,9

126,6

ITALIA

100

100

100

100

 

La scarsa qualità dei servizi di trasporto nel Mezzogiorno

I servizi di trasporto interni alle aree del Mezzogiorno sono caratterizzati da un livello qualitativo piuttosto scarso. Basti notare ad esempio come la velocità media dei collegamenti Eurostar tra i capoluoghi delle regioni del sud sia pari a 77 km/h contro i 95 km/h delle regioni del nord (un gap di circa il 20%). In termini di servizi, altro grave deficit è rappresentato dalla mancanza di idonei collegamenti aerei interni alle aree del Mezzogiorno e tra queste ed i paesi del terzo Mediterraneo.

Negli ultimi anni pochi investimenti in infrastrutture nel Mezzogiorno

Nonostante questo deficit infrastrutturale, sia quantitativo che qualitativo, tra le diverse aree del paese, si è registrato, negli ultimi anni, per le regioni del Mezzogiorno un notevole calo degli investimenti in opere pubbliche a livello territoriale: dal 1995 al 2003 si è passati dal 42% al 30% del totale degli investimenti realizzati in Italia.

 

Stima degli investimenti in opere pubbliche a livello territoriale

 

% DEL PIL

 

1995

2003

MEZZOGIORNO

3,8

2,5

CENTRO-NORD

1,6

2,1

 

MILIARDI DI EURO

 

1995

2003

A%

MEZZOGIORNO

8

7

-12,5%

CENTRO-NORD

11

16

45%

 

Ridotta al Sud anche la percentuale di fondi della Legge Obiettivo

Per quanto riguarda la Legge Obiettivo, si è passati dall'88% di investimenti per il Sud del 2002 al 21,4% del 2004, mentre il Nord ha visto aumentare nello stesso periodo la propria percentuale dal 5,5 al 46,8%.

Il Mezzogiorno piattaforma logistica naturale del Mediterraneo

Il Mezzogiorno, grazie alla posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, rappresenta una piattaforma logistica naturale da valorizzare e

2 potenziare, anche in relazione alla crescita dei traffici con il Far East (Cina, India, Giappone etc.) e soprattutto alla partnership Euro-Mediterranea sancita nella Conferenza di Barcellona che ha previsto la prossima istituzione della Zona di Libero Scambio nel 2010.

Nel 2010 previsto un +16% di trasporto merci nel Mediterraneo

Si stima che la ZLS determinerà un incremento del 16% del trasporto merci nell'area rispetto all'attuale trend e che entro il 2010 gli scambi Italia-Mediterraneo triplicheranno i valori del 1998.

Il Mezzogiorno ed i Paesi del Terzo Mediterraneo

L'obiettivo è di sviluppare le relazioni economiche, politiche e sociali tra la UE ed i Paesi Terzi Mediterranei, soprattutto attraverso la prossima istituzione della Zona di Libero Scambio.

I flussi di interscambio tra l'Italia ed i Paesi Terzi mediterranei già oggi appaiono significativi: nel 2004, le esportazioni hanno raggiunto i 15,8 miliardi di euro mentre le importazioni sono state pari a circa 20,5 miliardi di euro. Il Mezzogiorno però deve ancora capitalizzare appieno i propri punti di forza, anche geografici, se vuole raggiungere l'obiettivo di proporsi come "gate" commerciale da e verso i Paesi Terzi del Mediterraneo (attualmente il Mezzogiorno copre il 17,2% delle esportazioni ed il 39,5% delle importazioni italiane verso tali Paesi, anche se dal 1996 al 2004 l'import-export del sud/centro/isole verso il Mediterraneo è cresciuto complessivamente dell'80%).

Utilizzando i nostri porti si risparmiano 5 giorni per raggiungere il Centro Europa rispetto a Rotterdam e Amburgo

Secondo una ricerca del CNEL del 2001*, se dall'Estremo Oriente si arriva al Centro Europa passando per i porti dell'ltalia meridionale, si risparmiano circa 5 giorni, rispetto al passaggio da Gibilterra e fino a Rotterdam e Amburgo.

Passando per i nostri porti e di lì con le ferrovie, infatti, ci vogliono 14-15

giorni fino al Centro Europa, mentre passando da Rotterdam i giorni

diventano 20 e da Amburgo 22.

*CNEL (2001), "Il trasporto internazionale di container - La portualità italiana, la logistica", Roma

LA NOSTRA PROPOSTA

Il tema dei trasporti e della logistica è, quindi, di assoluta priorità nello scenario politico meridionale, e per questo le Regioni del Mezzogiorno devono avere una propria proposta forte ed unitaria, in modo da portare al Governo nazionale indicazioni condivise e quindi più forti, anche per poter utilizzare in modo migliore i fondi regionali attuali e del nuovo Programma Europeo delle Regioni Obiettivo 1.

La proposta, dunque, deve prevedere diverse interventi, e cioè:

         costituzione di un tavolo di coordinamento tra i vari Assessori ai Trasporti, Infrastrutture, Logistica e Mobilità, finalizzato ad individuare, nell'ambito di tutti gli interventi da realizzare e sulla base delle risorse disponibili, le "priorità delle priorità", ossia quegli interventi assolutamente necessari e più importanti di altri, sui quali concentrare le (poche) risorse disponibili. In questo modo si completerebbero nel più breve tempo possibile interventi infrastrutturali di fondamentale importanza, evitando nello stesso tempo inutili allungamenti nei tempi e nei costi di realizzazione delle opere;

         aumentare il livello qualitativo degli operatori del trasporto, sia per i servizi viaggiatori interni sia per quelli merci su ferrovia, in modo da sfruttare appieno la capacità ferroviaria disponibile sulla rete, anche se limitata. Ciò può avvenire anche attraverso l'apertura a nuove imprese ferroviarie favorendo la concorrenza e l'acquisto di locomotori e carri;

Sostenere l'attivazione di nuovi collegamenti aerei tra le aree del Mezzogiorno e tra questi ed i Paesi della riva sud del Mediterraneo;

mettere in rete e potenziare le piattaforme logistiche, collegando i nodi con ferrovie e svincoli autostradali, realizzando terminal intermodali, che rappresentano una carenza del Mezzogiorno, e impiantando tecnologie informatiche e telematiche;

sostenere un programma di sviluppo delle "autostrade del mare" con risorse nazionali e delle singole Regioni interessate, assegnando contributi nella fase di start-up (inizio) di nuove linee sulle relazioni nord-sud e su quelle che interessano il Mediterraneo: già oggi le autostrade del mare sono una valida alternativa al trasporto terrestre (significativi i dati della Campania, che, con un'offerta di trasporto via mare pari al 54,4% di quella nazionale, ha fatto registrare dal 2001 al 2004 un incremento dei traffici legati alle Autostrade del mare del 170%, con un tasso medio di incremento annuo del 40%;

la connessione delle reti di trasporto mediterranee alla rete transeuropea, in modo da assicurare l'interoperabilità ed in particolare lo sviluppo di corridoi nazionali collegati a quelli europei con l'avvio delle scelte effettivamente prioritarie sui valichi alpini; in particolare il corridoio 1 (Berlino-Milano-Verona-Napoli-Palermo) e il corridoio 8 (Puglia-Albania-Bulgaria).








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