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"Sul mare è iniziata l'avventura del Logos".
Il mare è, ovviamente, il Mediterraneo: luogo in cui il pensiero
si fa solare e la mente si indirizza al divenire.
Guadato, abitato, mediato, porta con sé un primato della bellezza:
il "Pensiero Meridiano". Nel suo spazio convenzionale ospita differenze
e contaminazioni, intrecci di più discorsi ed esiti laterali.
La terribile frontiera del logos verticale della medicina "o corpo,
o mente" racchiude, nella propria radice, una modernità sghemba,
un sapere ferito, contraddittorio.
Sulle sponde del Mediterraneo si apre, storicamente, il confine frattalico
tra Oriente ed Occidente, il portale del "dissoi logoi". Da sempre
i suoi popoli declinano il continuum mentecorpo in una cornice temporale
ciclica e non totalitaria: qui il tempo è abitato, vissuto come un
affare che dipende dalla discussione tra gli uomini.
A sostegno della reciprocità, della non subalternità culturale, il profilo della Medicina Biologica palesa nuovi equilibri negoziati, risonanze emozionali che avvolgono la scena umana sottraendone la cifra ostile dello spettro umorale.
La pervasività del pensiero meridiano nella Medicina Biologica configura
il luogo dove le differenze tra i logos della medicina si toccano in una
relazione che dispone alla reciproca esperienza della propria limitatezza.
La percezione dello sfondo temporale governa la clinica omotossicologica, fonda la cifra dell'atto medico, giustificandone il senso e l'efficacia.
La mancata sincronizzazione tra aspetti psicobiologici e ricorrenza assume notevole importanza ai fini dell'inquadramento diagnostico e delle scelte terapeutiche.
Sullo sfondo della trama temporale emergono "... la durata dell'episodio, i tempi di presentazione della malattia, la tendenza alla cronicizzazione, la comparsa del periodismo rapido, subentrante o continuo ...".
Il discorso intorno al Tempo aggrega, storicamente, tre cornici di riferimento,
il cui singolo peso costituisce un valido descrittore delle vicende umane
e delle problematiche cliniche: Chronos, Kairos ed Aion.
Chronos (FIG. 1) costituisce il tempo seriale, oggettivo, misurabile. La
capacità di contare il tempo è presente:
Il tempo legato a Chronos, libero dalle implicazioni individuali, trova
dimora nella medicina accademica come visione scientifica, ovvero oggettività
dell'osservazione dei fenomeni.
Chronos misura, segrega, delimita e struttura il "logos verticale",
nel tentativo di realizzare il pensiero universale.
Kairos è il tempo del momento opportuno.
Rappresentato come un giovanetto con le ali ai piedi e, talvolta, agli
omeri, con un ciuffo di capelli sulla fronte e la nuca quasi rasa, Kairos
è il tempo dell'incontro, è l'atmosfera della clinica, la
cerniera tra l'anima e la materia.
La pellicola temporale di Kairos si affaccia nel territorio dell'omotossicologia
come talento del terapeuta che (nella relazione umana) lascia emergere dal
genio del pharmakon il simile, l'analogo ed il diverso.
La Medicina Biologica viene scandita e formata sul ritmo di Kairos: un
tempo, denso di possibilità e di opportunità, che procede
nella direzione dei processi vitali e dell'omeoterapico.
La cura biologica respinge ogni integralismo: il tempo dell'accelerazione
e della tecnica viene declinato con il Tempo piegato di Kairos (FIG. 2).
Kairos è la proiezione geometrica, orizzontale, sul piano umano,
della regola della somiglianza anamnestica o della reazione subliminale
dei corepressori e dei bioterapici.
Il Pensiero Meridiano (PM) costituisce una direzione di lavoro per il medico
omotossicologo, una sorta di "assistente creativo" che genera
il rapporto tra i discorsi discordi (dissoi logoi ).
I "dissoi logoi" nascono, secondo F. Cassano, sul mare Mediterraneo:
Il Mediterraneo è custode e testimone della medicina sottoposta
alla terribile divaricazione tra verità scientifica ed eretismo,
tecnologia e corpo abitato. "Il Mediterraneo, luogo d'incrocio e di
concorrenza tra i popoli, riversa sulle sue sponde quell'inquietudine, quell'ostinazione
nel superamento del limite; anzi, qualsiasi idea di limite o di ritorno
insospettisce; ... sulle coste del Mediterraneo la verticalità del
sapere lentamente si inabissa. Le prospettive perdono la loro rigida gerarchia
e scivolano sullo stesso piano." (Cassano, 1996).
La Medicina Biologica accoglie, senza omologazione, il logos medico e il
discorso di chi riceve cure.
Ogni medico, nel proprio territorio, non si sente forestiero ma in casa
propria, esperisce un luogo dove le differenze si toccano; si avverte la
millenaria civiltà dell'ars medica (islamica, ebraica, ionica, asiatica,
anglosassone, mitteleuropea ...) e la modernità.
Il mare, come metafora della Medicina Biologica, spezza l'idea autarchica di un centro unico del sapere medico e rende la conoscenza medica un fatto orizzontale, un affare che dipende dalla discussione tra gli uomini.
L'omologazione moderna e lo stigma della nosografia psichiatrica ricevono
contaminazione ed orizzontalità dalle sequenze dei Repertori Omeopatici.
Il limite del sapere medico viene negoziato e pattuito nei crocevia delle
comunioni e contrapposizioni del sapere: "la Medicina Biologica è
eterogenea ...accanto ad approcci sistematici rivestono importanza le metodiche
che hanno in comune l'approccio olistico ... non è vincolata a valori
normalizzanti ... mira alla regolazione ed al potenziamento delle capacità
endogene" (Heine, 1999).
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Il Sud e l'Unità d'Italia (9. La Sicilia)
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