La Costituzione bibbia civile? A suo modo sì. se è vero che "i principi fondamentali che sono sanciti nell'introduzione, e che possono sembrare vaghi e nebulosi, corrispondono a realtà ed esigenze di questo momento storico, che sono nello stesso tempo posizioni eterne e manifestano un anelito che unisce insieme le correnti democratiche degli immortali principi, quelle anteriori e cristiane del Sermone della Montagna e le più recenti del Manifesto dei Comunisti, nell'affermazione di qualcosa di comune e di superiore alle loro particolari aspirazioni".
Parola di Meuccio Ruini, presidente della Commissione dei 75 che per
conto dell'Assemblea costituente elaborò il progetto della
Carta. Il nocciolo di verità che è il cuore della
mitologia patria, infatti, è tessuto di attitudini e pulsioni
ben più prosaiche quanto non appaia nelle celebrazioni di
sessant'anni dopo. E, soprattutto, di quanto m lascino intendere coloro
che la Costituzione l’hanno messa al centro dell’abside
nazionale e vogliono difenderla, elmo di Scipio in testa, dall'eresia
berlusconian-bossiana.
La retorica costituzionale fa della carta del '48 un totem intoccabile,
l'equivalente laico delle tavole che Dio consegnò a Mosè.
Solo che. a differenza di quanto accade nel racconto biblico, la voce
che fulminò l'azionista-costituente Piero Calamandrei veniva non
dall'alto, ma da Est, come lui stesso testimoniò: "Vedete come
nella Costituzione staliniana del 1936 tutto è preciso: quei
diritti sociali affermati in quella Costituzione trovano in ogni
articolo, in un apposito comma la specifica indicazione dei mezzi
pratici che ogni cittadino può sperimentare per ottenere la
soddisfazione concreta di quei diritti... La Costituzione è il
risultato di un compromesso politico. La politica è l'arte dei
compromessi, delle transazioni: per ora, formule elastiche: e poi si
vedrà chi tirerà di più".
Ne era convinto pure il presidente socialista dell'Assemblea
costituente Giuseppe Saragat "II progetto che stiamo discutendo
riflette sul piano giuridico un compromesso fra le forme tradizionali
dell'economia privata e la forma nuova dell'economia collettiva".
Pietro Nennì, ribadiva che "non si tratta tanto di assicurare il
libero accesso a tutti alla proprietà, quanto di sottoporre la
proprietà alla legge comune attraverso il collet-tivismo...
Naturalmente siamo in enorme ritardo in confronto alla
Costituzione sovietica, dove l'idea del lavoro che assume la direzione
della società è diventata un elemento positivo e
concreto". Naturalmente.
"Un Himalaya di somaraggine"
Si capisce che ì padri della patria rotolino nella tomba, al
pensiero di ciò che potrebbe accadere se il 25 giugno. Stalin
non voglia vincessero i sì: l’aveva intuito il rischio,
Palmiro Togliatti. che si chiedeva: "Ma vogliamo proprio fare
dell'Italia uno stato federale, creando tanti piccoli stati che
lotterebbero l'uno con l'altro per contenderei le risorse scarse del
paese?".
II no alla devolution trasuda dalle parole di quei galantuomini. Parole
che Gaetano Salvemini bollava come "le scempiaggini dei costituenti"
perché "da quelle scempiaggini sta uscendo la Costituzione
più scema che mai sia stata prodotta dai cretini in tutta la
storia dell'umanità. Ti par poco farei un'idea di quell'Himalaya
di somaraggini?".
Dato che "una assenza così totale di senso giuridico non si
è mai vista in nessun paese del mondo", "i soli articoli che
meriterebbero di essere approvati sono quelli che rendono possibile di
emendare o prima o poi quel mostro di bestialità... Non
c'è nulla da fare. Bisogna lasciare che la barca vada a mare
come può, e bisogna mettersi a costruire un'altra barca".
E, va da sé. trovare operai migliori, dato che. scriveva su
Controcorrente nell'aprile 1947, gli italiani "meritavano di meglio che
un'Assemblea costituente formata in gran maggioranza da somari, scelti
non dagli elettori ma dalle camorre centrali dei partiti così
detti di massa. Meritavano di meglio che quel polpettone incoerente che
sarà la Costituzione italiana".
Il presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che oggi
dirige il coro dei no, giura invece che la nostra è la meglio
Costituzione che c'è. Lo dice lui che c'era, e che alla
Costituente si fece notare giusto per alcuni emendamenti e interventi
relativi alla carriera dei magistrati.
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