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Fonte:
il manifesto - 22 Giugno 2005  - NAPOLI

Contro la polizia già 13 rivolte

Nella piazza dell'ultimo scontro: una reazione alle loro violenze

ILARIA URBANI

NAPOLI

Ristabiliti gli equilibri tra i clan camorristici, Napoli ha vissuto qualche mese di calma apparente per poi ripiombare nelle ultime settimane in una nuova spirale di violenza. L'ultimo in ordine di tempo è l'episodio di ieri pomeriggio a Cercola, nella zona vesuviana della città, dove una madre e il figlio di 11 anni sono stati colpiti per una vendetta trasversale.


Poche ore prima piazza Ottocalli, alle spalle della stazione centrale, era stata completamente militarizzata dalle forze dell'ordine dopo l'aggressione subìta lunedì sera da alcuni agenti della polizia da parte di duecento residenti durante l'arresto di due rapinatori. I cittadini si sono rivoltati contro dodici poliziotti e tre donne sono state arrestate con l'accusa di danneggiamento aggravato, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e favoreggiamento personale nei confronti dei rapinatori.


Tra queste una ragazza di 15 anni denunciata in stato di libertà. Il neoquestore di Napoli Oscar Fioriolli ha annunciato di aver «intensificato le operazioni» di polizia e ricordato che in cinque mesi le forze dell'ordine hanno subìto tredici aggressioni in diverse zone della città.


L'attenzione si sta ora concentrando sulla microcriminalità e sul recupero del controllo del territorio, e su questo il ministro degli interni Beppe Pisanu ha sottolineato di «continuare a sperare nella risposta più determinata di tutti i napoletani onesti e di tutte le istituzioni che sono chiamate a combattere il degrado economico e sociale e che, come la polizia municipale, possono meglio contribuire al mantenimento dell'ordine pubblico, ed al rafforzamento della sicurezza generale. In questo degrado, purtroppo, si iscrivono le ripetute aggressioni alle forze dell'ordine, colpevoli soltanto di difendere la legge e i cittadini onesti».


I testimoni dell'episodio di lunedì sera in piazza Ottocalli sostengono che alcuni degli aggressori avrebbero difeso i due rapinatori della moto pur non conoscendoli. Alcuni residenti avrebbero reagito in seguito all'accanimento dei poliziotti nei confronti dei due, che nel frattempo erano già stati ammanettati. «Siamo anche noi dalla parte dello Stato - ha detto una donna che vive a pochi metri dal luogo dell'aggressione - ma trattare in quel modo così violento due ladri, ma che sono prima di tutto persone, è indecente. Erano già stati arrestati, a quel punto era inutile picchiarli. Non è un atteggiamento degno di coloro che dovrebbero essere difensori della legalità».


Un richiamo al governo e alla gestione dell'ordine pubblico a Napoli l'ha fatto anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, chiedendo che l'esecutivo appronti provvedimenti da Roma. «Quello di ieri è un fatto gravissimo e anomalo rispetto ad altri - ha detto il primo cittadino - normalmente c'era una reazione alle forze dell'ordine di solidarietà parentale e amicale.


Qui invece c'è stata una vera e propria aggressione. È un fatto che preoccupa e che chiama in causa innanzitutto le forze dell'ordine e anche il governo».


Anche la Cgil lancia un monito affinché non si sottovaluti il fenomeno della ribellione di alcuni quartieri alle forze dell'ordine, ma lo si analizzi in tutti i suoi aspetti. Il segretario generale della Cgil Napoli, Giuseppe Errico, ha infatti invitato tutti a tenere i nervi saldi e concentrare l'impegno per ricostruire in città e nell'area metropolitana un concreto tessuto di legalità.


Ad invocare misure forti, veloci e determinate per arginare il fenomeno criminale a Napoli è anche la neopresidente del consiglio regionale della Campania, Sandro Lonardo Mastella, chiedendo alle istituzioni regionali di sollecitare il governo per attuare il Piano per la sicurezza che altrimenti continua a rimanere uno slogan elettorale.


«Quanto avvenuto ieri dimostra che a Napoli esiste un problema sociale serio, che ha a che fare, in primis, con la povertà e la marginalità nella quale vivono tantissimi cittadini napoletani - ha commentato poi Francesco Minisci, del direttivo napoletano di Rifondazione comunista - sono inutili gli interventi spettacolari di militarizzazione.


Serve invece un massiccio intervento sociale e culturale e soprattutto una risposta ai problemi legati alla disoccupazione».


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il manifesto - 22 Giugno 2005  - NAPOLI

VIOLENZA

Una città in perenne emergenza

FLAVIANO DE LUCA

In piazzetta Ottocalli c'è un monumento scuro, sporco e lasciato all'incuria generale. Ricorda che proprio lì, alla fine dell'ottocento, nacque Enrico Caruso, forse la voce napoletana più famosa del mondo. Alcuni amministratori locali posero un giorno la bella lapide e promisero un museo che non è mai stato ideato, nemmeno sulla carta.


Proprio da lì, da uno di quei luoghi un po' degradati che danno rifugio alle classi disagiatepartenopee, è partita lunedì scorso la rivolta di quartiere, la protesta con lancio di bottiglie e pietre contro l'arresto di due rapinatori da parte della polizia, il segnale di uno scollamento sociale sempre più forte in una città che sembra aver abbandonato le speranze di riscatto dei primi anni novanta. In questi ultimi due mesi - col ritorno dei turisti giapponesi, tedeschi e americani tra via Caracciolo e S.Gregorio Armeno- c'è stato un florilegio interminabile di episodi di microdelinquenza e criminalità, dall'uccisione dell'ingegnere Emilio Albanese per rapina al ferimento dell'imprenditore toscano, per prendergli l'automobile, una Bmw nuova. E non parliamo delle sparatorie perenni, delle centinaia di scippi, della violenza sottile e diffusa di una città dove la legalità è davvero un miraggio, dove simm' diventati peggio e' Medellin.


Chiunque abbia parenti, amici, fidanzata, zii o conoscenti, può raccontare i soprusi quotidiani della piccola malavita, dagli alterchi automobilistici che sfociano in tragedia alle missioni punitive contro gente normale, vera anticamera per le remunate attività camorristiche.


La strombazzata richiesta d'ordine, della presenza maggiore di forze di polizia sul territorio, di una nuova operazione Alto Impatto fatta dai politici del centrodestra si scontra con l'assenza di qualunque politica nazionale verso il Mezzogiorno, lasciato marcire in una spirale di attività produttive che chiudono a ripetizione. Così i ceti popolari vengono sempre più marginalizzati, le giovani generazioni sempre più facilmente abbagliate dalle lusinghe del denaro facile e immediato.


Regolarmente la borghesia, principale artefice dello scempio edilizio cittadino, si sente minacciata dal livello preoccupante della microcriminalità. Regolarmente gli intellettuali firmano appelli e lanciano petizioni chiedendo un ritrovato orgoglio civile, un ripristino delle elementari norme del vivere civile, qualche speranza di futuro per i più giovani e anche una maggiore pulizia nelle strade (antica cantilena, il business della spazzatura è nelle mani della camorra e del generale Jean).


L'antico Fujetevenne di Eduardo è sempre di moda ed il miglior metodo per combattere la disoccupazione, anche per i diplomati e i laureati, rimane sempre quello di emigrare al nord (come ci raccontano le inchieste dei sociologi). Per gli altri l'arte di arrangiarsi, di sfruttare le amicizie e le conoscenze importanti, la rete di relazioni necessarie per arraffare un lavoro quale che sia, meglio se in qualche ufficio pubblico.


Tutti sognano una rivoluzione civile, sociale e digitale.Un qualcosa che modifichi un vivere quotidiano, faticoso e difficile, aspettando la nuova metropolitana che ci permetterà davvero di andare da un posto all'altro della città, quella sì una rivoluzione copernicana per questa capitale del mezzogiorno dal traffico diabolico dove si è arrivati persino a vietare i motorini nel centro antico.


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il manifesto - 22 Giugno 2005  - NAPOLI

Sparatoria tra la folla, feriti madre e figlio

L'agguato tra Cercola e Ponticelli a seguito di una lite tra famiglie e nonostante l'avvio del «piano di sicurezza» della questura. Appello di Pisanu: la polizia non basta, spero nei napoletani onesti
ADRIANA POLLICE

NAPOLI


Due feriti, non gravi, e la tensione sale di nuovo alle stelle. Dopo la "rivolta" di lunedì, con gli abitanti di piazza Ottocalli, zona stazione centrale di Napoli, in strada contro le forze dell'ordine, ieri pomeriggio dopo l'ennesimo episodio di violenza è scattato il piano di sicurezza della questura di Napoli, salvo scoprire poi che la malavita in questo caso non c'entra. Feriti madre e figlio, di appena undici anni, colpiti per regolare i conti, per punire la famiglia di un presunto torto subito dall'ex fidanzato della figlia maggiore.


Sangue e tanta paura per un banale litigio, estremamente indicativo però del clima generale di violenza che si respira a Napoli e nell'hinterland. Ieri intorno alle 14.30 una donna e il figlio sono in via Verdi a Cercola, un centro a quattro chilometri da Napoli. Stanno tornando a casa, a Ponticelli, quando un ragazzo a bordo di un motociclo si avvicina alle loro spalle ed esplode due colpi di pistola, dileguandosi subito dopo.


La madre viene ferita di striscio all'altezza del rene destro, il figlio minore di undici anni alla gamba. Sembra un'esecuzione tra malavitosi, spari tra la folla che finiscono per coinvolgere ignari passanti. I carabinieri di Volla intervengono rapidamente per bloccare l'ennesima situazione esplosiva e, invece, si scopre che l'esecutore va cercato non lontano dalla cerchia familiare.


Indagini rapide portano all'individuazione dell'ex fidanzato ventisettenne della figlia maggiore, ventunenne, come l'artefice della cruenta vendetta. Pochi giorni prima ci sarebbe stata una lite violenta, con il coinvolgimento della famiglia, che avrebbe portato poi alla vendetta trasversale di ieri. Il ragazzo, conosciuto nella zona, è stato rapidamente individuato poiché era appostato da ore in attesa della famiglia. Un "agguato", quindi, per riparare a uno sgarro.


Per fortuna, comunque, non ci saranno conseguenze fisiche gravi: la mamma è stata medicata sul posto dai volontari arrivati con l'ambulanza, il figlio è stato soccorso a Villa Betania, una clinica privata delle vicinanze, le sue condizioni non sono assolutamente gravi. Il padre, raggiunta la famiglia, si è scagliato contro le forze dell'ordine, una reazione rabbiosa dettata dallo sconcerto per la notizia.


I carabinieri, intanto, identificato l'autore del fatto criminoso, si sono subito messi sulle sue tracce. Sulla strada gli agenti hanno trovato l'ogiva del proiettile che ha ferito il bambino e un paio di occhiali, probabilmente del bambino stesso. Sulla strada nel pomeriggio si notavano, chiaramente visibili, le tracce di sangue lasciate dalle due vittime della sparatoria.


Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, intervenendo sul caso Napoli, ha affermato: «Nessuno può pretendere che le attività di polizia rimuovano da sole le cause profonde del lungo degrado economico, sociale e civile della città. Anche per questo continuerò a sperare nella risposta più determinata di tutti i napoletani onesti e di tutte le istituzioni che possono contribuire al mantenimento dell'ordine pubblico ed al rafforzamento della sicurezza generale».


«Questo governo, in cui comanda la Lega, dopo aver messo in ginocchio l'economia del Mezzogiorno annaspa nel buio rispetto alla capacità di contrasto alla criminalità», è la risposta del parlamentare della Margherita Giuseppe Gambale, membro della commissione Antimafia.


Solidarietà alle forze dell'ordine da parte del parlamentare, ma nessuna pietà per l'operato del ministro degli interni: «Quello che è inaccettabile è il tentativo di Pisanu, del governo e della maggioranza di lavarsene le mani, scaricando sul Comune e sulle istituzioni locali i loro fallimenti.


Non so a quali cifre faccia riferimento il ministro Pisanu per affermare che i risultati a Napoli siano positivi, non voglio pensare che sia una questione di volontà politica, ma il governo sta dimostrando tutta la sua incapacità a garantire il controllo del territorio e la sicurezza dei cittadini».

















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