Eleaml


Su youtube (https://www.youtube.com/user/brigantedelsud) potete ascoltare tutte le parti dell'intervista.

Nel caso siate troppo giovani oppure nel caso non sappiate chi sia Beppe De Santis vi diciamo che attualmente è il presidente del Centro studi Medea.

Un paio di annotazioni che lo riguardano inerenti gli ultimi anni:

Noi abbiamo ascoltato le otto parti dell'intervista con attenzione e le nostre illusioni sono miseramente crollate quando Beppe De Santis ha santificato il testo di Ruffolo che noi abbiamo ovviamente letto e che non ci ha entusiasmato per nulla.

Con i socialisti nel Sud già abbiamo coltivato speranze andate deluse (quelle per intenderci che portarono alla pubblicazione del testo di Capecelatro per i tipi della Nuova Italia).

Quello che, a noi meridionali, manca è una cultura identitaria e non la troverete certamente in un testo - Un paese troppo lungo di Giorgio Ruffolo - che si basa sul presupposto che il divario Nord-Sud fosse irrimediabilmente marcato già al momento della unità.

Se gli epigoni dei socialisti non ripensano la storia del Sud a 360 gradi non credo possano dare un grande contributo al nostro futuro.

Metto nel conto che potrei sbagliarmi, ma io questa fiducia messianica di Beppe De Santis nell'impostazioni ruffoliana - visti i presupposti storici su cui si basa il suo libro - non la capisco e non la condivido per nulla.

Zenone di Elea - 30 Agosto 2010

 

Beppe De Santis intervistato da TMO Gaeta (V-VI-VII-VIII parte)



Fonte;
https://palermo.blogsicilia.it/

I contadini siciliani si auto-organizzano, nasce il movimento “Terra è vita”

di Giulia Noera

È stato presentato stamane al Teatro Biondo di Palermo, il movimento ‘Terra è Vita‘ – Agricoltori Siciliani Uniti. Erano presenti, nel teatro gremito, Giuseppe D’Angelo, Peppe Li Rosi e Santo Bono del Coordinamento regionale dei Comitati Spontanei per l’Agricoltura Sicilia, Martino Morsello di Altragricoltura, Ambrogio Vario del Codifas e Beppe De Santis, presidente del Centro studi Medea e portavoce del Movimento.

Terra è vita

Il punto politico centrale di ‘Terra è Vita‘ sta nell’auto-organizzazione dei contadini siciliani, nella loro aggregazione in una grande comunità politico-sindacale autonoma, numericamente consistente, in grado di sfidare l’intero sistema istituzionale e politico tradizionale. Trecentomila sono gli agricoltori siciliani stimati e 50.000 le aziende agricole che hanno chiuso i battenti negli ultimi anni: gli operatori sono rimasti in questo periodo, invisibili e ’senza voce’, malgrado i numeri consistenti.

In Sicilia, ma anche in altre regioni come Toscana, Lazio e tutto il centro Italia in generale, si è dunque intrapreso un laborioso e intenso percorso di organizzazione autonoma e di mobilitazione generale, attraverso una rete capillare di Comitati Spontanei degli Agricoltori, per individuare e conquistare una alternativa a quello che si è rivelato un crollo del sistema rurale, malgrado la lunga serie di trattative con l’Unione Europea da parte di governi regionali e nazionali per proclamare lo stato di crisi di mercato.

“Sicuramente la conquista del maxi emendamento inserito nella legge finanziaria siciliana, approvata lo scorso 30 aprile, con le misure per contenere la crisi agricola, ha rappresentato un buon risultato sindacale per tamponare la situazione, ma non può essere risolutiva per una crisi dai caratteri storici – ha commentato Beppe De Santis, portavoce del Movimento.

È stato dunque inevitabile il passaggio all’autoorganizzazione e all’autorappresentanza politico-sindacale dei contadini siciliani. Abbiamo formato anche una piccola classe dirigente, formata da giovani operatori agricoli laureati e con esperienza. Gli interventi di cui ci faremo promotori, dialogando personalmente con le istituzioni – continua De Santis - mireranno a salvare la base produttiva essenziale dell’economia siciliana.

D’altro canto, senza la salvezza della civiltà rurale siciliana, non c’è salvezza nemmeno per gli indotti, come il turismo: il mondo locale delle partite I.V.A., quelle agricole, artigianali e microfatturiere – conclude il portavoce – hanno tutte il fondamento nella ‘terra’. Senza la tutela del mondo rurale, tutta questa economia rischia inesorabilmente di crollare”.


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Fonte;
https://www.lasicilia.it/ - 1/6/2005

I tre cervelli attivati nel pensatoio dell'autonomia siciliana

CATANIA. Nelle megariunioni organizzate dal movimento raramente siedono vicini. Anzi, qualcuno sussurra che per strategia e per scelta, seggano sempre distanti, mescolati tra la folla. Per le riunioni convocate da Raffaele Lombardo, invece, più che non badare al posto e ai posti, non debbono badare all’orologio e al tempo. Dipende, infatti, da quando il presidente riesce a ritagliare uno spazio da destinare, in totale esclusiva, agli uomini che formano, in linea di massima, il pensatoio del movimento per l'autonomia.

Quello del 20% a Catania, quello che ha conquistato Berlusconi, quello che ha fatto vincere Scapagnini e che ha aperto un dibattito nazionale. Ma chi sono i tre pensatori principali, che da qualche tempo offrono un contributo costante d’idee a Raffaele Lombardo?

Due di loro erano alle spalle di Lombardo durante la trasmissione su La 7 di Gad Lerner, L'infedele.

Uno è assai conosciuto, perché ha una lunga esperienza politica ed è stato per anni al fianco di uno dei grandi innovatori della politica siciliana, Rino Nicolosi.

E' Elio Rossitto, docente di Economia all'università "Paris IX", alla Sorbona di Parigi e docente di Economia Politica a Catania nella facoltà di Scienze Politiche, presso il dipartimento di studi politici. Taciturno quanto basta per capirsi con Lombardo senza sprecare tempo e parole, Rossitto viene dalla scuola del Pci, particolare non secondario oggi, come non lo fu negli anni in cui con Nicolosi disegnò scenari innovativi e quasi rivoluzionari, che misero in una certa difficoltà anche la vecchia e consolidata struttura della Dc. Corsi e ricorsi storici?

Di cultura decisamente di sinistra è anche quel signore distinto, con i capelli diventati bianchi presto rispetto all’età anagrafica (ma in linea con la tradizione familiare) che era, appunto, alle spalle di Lombardo all’infedele.

E' il prof. Giuseppe Mineo, che insegna Diritto Privato a Scienze Politiche nel Dipartimento di Analisi dei Processi Politici, Sociali e Istituzionali. Uno che «agisce a 360, instancabilmente ma in maniera intelligente e mirata», spiegano gli uomini che gravitano attorno a questo pensatolo dell’autonomia siciliana.

Tanto che di recente il prof. Mineo era nel comitato ordinatore del Master su "Terzo settore e sviluppo locale nel Mediterraneo", organizzato da Scienze Politiche e che puntava a formare dirigenti nell'ambito degli organismi di Terzo Settore e operatori in grado di cogliere le occasioni di valorizzazione economica territoriale in una prospettiva di sviluppo locale sostenibile (sostenibilità economica, sociale ed ambientale), ma anche possedere gli strumenti tecnici per cogliere i rapidi mutamenti e le nuove opportunità del mondo dell'economia e della finanza etica».

Sembrerebbe qualcosa che ha a che fare con concetti sostenuti spesso, tra etica, politica ed economia, da Lombardo. Che per saldare la teoria e la pratica ha un terzo «cervello» attivato, quello di un ex sindacalista, Beppe De Santis.

Già segretario regionale della Cisal, De Santis ha sempre avuto una straordinaria conoscenza di tutto ciò che riguarda i beni culturali. Se ne accorsero gli intellettuali palermitani, le istituzioni e i vertici del Teatro Massimo, quando scrisse loro una clamorosa "lettera aperta" sulla crisi devastante in corso in quell’ente.

Oggi De Santis è specializzato in politiche comunitarie e studia come muoversi nel complicato mondo dell’Ue per potere accedere a progetti e finanziamenti.

Lo stesso pensatoio, questo, all'interno del quale si sta valutando l'appeal che l'idea di autonomismo ha tra gli emigrati siciliani. Si sa già la risposta: tanto.

E talmente tanto che Lombardo è impegnato in prima persona nell'elaborazione, anche, di un modulo del progetto dedicato a chi se n'é dovuto andare dalla Sicilia. E che alle prossime elezioni assegnerà qualcosa come sedici seggi. Orgoglio dei siciliani che sono rimasti e di quelli che tanti governi (distratti) e tanta politica (miope) hanno contribuito a far fuggire dall’isola, potrebbero fondersi, pensano nel Movimento per l'Autonomia.

Giusto nel giorno in cui il governatore Fazio manda a dire che da quaggiù troppi ragazzi continuano a dover andare via per costruirsi un futuro.

Rossitto, Mineo e De Santis, dunque, sono tre menti e tre competenze diverse che si integrano e che con altri uomini stanno elaborando già la fase 2 del progetto, quello che tra qualche settimana Berlusconi dovrebbe venire a verificare di persona per capire sin dove e sino a quando si potrà spingere questa collaborazione, in attesa di chiudere il discorso sul partito nazionale e poter sviluppare quello regionale.

Per cui in Forza italia, Micciché pensa ad un contenitore unico, Alfano ad un accordo di coalizione. Partendo da qui, prima delle Regionali, molto prima, s'attende la decisione. Aspettando, per di più, che Fini domani dica a Musumeci qualcosa sulla regionalizzazione di An. Che c'entra. Sino ad un certo punto, ma c'entra.






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