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Fonte:
https://partitodelsud.blogspot.com/

Manifesto del “ Neomeridionalismo federalista unitario”


I -“Il Meridione ai Meridionali”

Fratelli meridionali, dobbiamo accettare questa sfida: “Il Meridione ai Meridionali”. Il Sud deve fare, innanzitutto, da sé. Il Sud riprenda il suo destino nelle proprie mani. Accettando integralmente la sfida della RESPONSABILITA’. Quella della responsabilità è la sfida dell’AUTONOMIA. L’autonomia del Sud.


II - Debellare le mafie, la mala-burocrazia, la mala-politica Senza tregua, bisogna combattere e debellare tutte le mafie, la mala-burocrazia e la mala-politica. Innanzitutto, nel Sud.

Parimenti, quella mafiosa è una questione nazionale e internazionale.

In quanto tale, va aggredita.

Il Sud è territorio di genesi, insediamento e propagazione delle mafie, e, nel contempo, il protagonista della lotta antimafia.

Sono prevalentemente meridionali i resistenti e gli eroi antimafia.


III - Un movimento per lo sviluppo produttivo sostenibile Il Sud deve produrre da sé la ricchezza che consuma.

Deve essere in grado di farlo, e, essere posto in condizione di farcela.

Non deve dipendere da altri, che da sé stesso.

Lo sviluppo produttivo è la priorità operativa del neomeridionalismo.

Il neomeridionalismo è, in primo luogo, il movimento dei produttori e delle partite IVA del Sud.

Il promotore della coalizione dello sviluppo e dell’innovazione.

Contro la coalizione delle rendite criminali, burocratiche, politiche, finanziarie e bancarie.

Un movimento per lo sviluppo, a partire dalla difesa e dalla valorizzazione, anche culturale e identitaria del prodotti del Sud.


IV - Un governo autonomo del Mezzogiorno, saldamente ancorato ad una Costituzione Nazionale, autenticamente federalista Per realizzare la propria autonomia, la liberazione dalle mafie e dalla mala-burocrazia e dalla mala-politica, l’autonomia economica con lo sviluppo produttivo, liberarsi dalla minorità generata da 150 anni di dipendenza e di ascarismo, il Sud deve ritrovare – e rinnovare-le ragioni storiche e strategiche della propria UNITA’, attraverso una GRANDE RIFORMA COSTITUZIONALE E POLITICA.

1. L’obiettivo costituzionale e politico del neomeridionalismo è la promozione dello Stato federale del Mezzogiorno.

2. Un governo autonomo del Mezzogiorno, saldamente ancorato ad una Costituzione Nazionale, autenticamente federalista.

Un governo del Mezzogiorno come soggetto politico unitario.

3. Il governo federale del Sud agisce sotto il controllo di un’Assemblea democratica che costituisce la matrice di una nuova classe dirigente meridionale.

4. Lo Stato federale del Mezzogiorno realizza le promesse del Risorgimento, fondando su un patto federativo l’unità del Paese.

5. La visione ispiratrice del progetto è quella del federalismo unitario di un grande patto fra il Nord e il Sud del Paese, posti sullo stesso piano autonomista, e volto a superare il distacco tra le due parti del paese, ricongiungendole in un’unità superiore.

6. Il progetto riprende, in condizioni nuove, l’idea della rivoluzione meridionale di Guido Dorso e della costituzione meridionale federalista di Gaetano Salvemini. E anche alcune intuizioni giovanili di Luigi Sturzo e ancora prima, di Napoleone Colajanni.

Proprio la visione dei grandi meridionalisti che avevano concepito la questione meridionale come la chiave dell’unificazione nazionale.

7. Il Sud d’Italia non è soltanto un problema italiano. E’ parte integrante della questione mediterranea, a sua volta parte determinante del progetto europeo.

Lo Stato Federale del Mezzogiorno, nuovo soggetto politico e istituzionale, posto al centro del Mediterraneo, nasce per misurarsi strategicamente con questa sfida: impegnarsi in una politica di europeizzazione del Mediterraneo, equilibrando la spinta che l’Unione Europea riceve dai paesi dell’Europa orientale.

8. Nel solco del meridionalismo unitario federalista, si tratta di trascendere il regionalismo, che ha frammentato la questione meridionale, favorendo la declinazione assistenzialistica e clientelare del meridionalismo e perdendo di vista l’unità del problema, per favorire un governo del Mezzogiorno come soggetto politico unitario.

Lo scopo è quello di demolire il potere dell’attuale classe dirigente, di spezzare i legami che si sono intrecciati fra reti politiche clientelari e reti mafiose territoriali e internazionali; di fondare – su una base democratica nuova- una nuova classe politica meridionale, in grado di rappresentare e gestire problemi che, per loro natura, investono l’intera aerea meridionale e mediterranea.


V - Il sistema politico e la forma-partito federalista

Né il federalismo costituzionale, economico, sociale e culturale, né tanto meno il federalismo fiscale, che è il naturale – e conseguente -completamento di quelli fondativi precedenti, possono seriamente concepirsi e fondarsi, senza il presupposto del FEDERALISMO POLITICO-PARTITICO.

Non vi è federalismo che tenga, senza la preliminare esistenza di un sistema politico e partitico federalista e territoriale, senza la FORMA – PARTITO federalista, senza la presenza vigorosa di partiti territoriali federalisti.

Non vi è alcuna possibilità di rinascimento del Sud, senza un GRANDE PARTITO DEL SUD, senza autonoma rappresentanza politica, senza autonomo potere politico.

Tutto il progetto sarebbe una macchina senza motore.

Un partito popolare di massa, democratico e partecipato, organizzato, di azione e di movimento, di lotta, di progetto e di governo.

Un grande Partito del Sud di carattere nazionale, insediato dalla Alpi al Lilibeo, con il pari protagonismo dei meridionali residenti nel Sud e dei meridionali residenti ed operanti nel Nord e nel mondo.

IL GRANDE PARTITO DEL SUD PER L’UNITA’ D’ITALIA.


VI - Il profilo storico -identitario del neomeridionalismo

Il neomeridionalismo si fonda sulla verità –quella vera -della storia dell’Unità d’Italia. Non quella ammannita nei libri di scuola. L’Unità d’Italia è stata fatta sulla pelle del Sud. Ecco, il punto centrale di partenza dell’identità del neomeridionalismo.

Le fortune dei blocchi di potere dominanti, di stampo nordista, sono state erette sulla riduzione del Sud a colonia, sulla dipendenza del Sud, sulla costruzione della MINORITA’ del Sud.

La verità storica (il massacro del Sud) sta venendo fuori, finalmente.

A parte i nostri storici revisionisti neomeridionalisti, direi intrepidi, da Antonio Ciano, a Gigi Di Fiore, a Pino Aprile, oggi, quasi tutta la storiografia ufficiale è costretta ad ammettere -e svelare –la VERITÀ, le verità.

Sia pure a denti stretti, a pezzi e bocconi, con tutte le possibili cautele, i diplomatismi, i giri di parole, tra il detto e il non detto, i funambolismi linguistici, le ipocrisie.

Le verità.

Le evoco- per appunti- in una serie di vicende, di cui alcune sono vere e proprie piaghe, aperte.

1-L’annessione del Sud è stata una brutale CONQUISTA MILITARE.

2-Il brigantaggio è stato prevalentemente GUERRA CIVILE.

3-Sono seguiti 10 anni di stato d’assedio, di regime militare, di repressioni e di stragi. Dal 1861 al 1870.

4-La rapina del ricco tesoro del Regno delle Due Sicilie, la distruzione del sistema bancario meridionale e la conseguente colonizzazione bancaria nordista e romana.

5-La distruzione del patrimonio manifatturiero meridionale, anche tramite l’imprudente e affrettato cambio del sistema doganale.

6-L’imposizione drastica dell’assurdo sistema amministrativo- normativo ultra-centralistico e vessatorio dei Savoia.

7-La rapina- e la svendita- dell’immenso patrimonio demaniale statale e del patrimonio ecclesiastico del Sud, per rimpinguare le casse – indebitate-dei Savoia.

8-I finanziamenti pubblici – soprattutto per le Ferrovie-e le commesse di Stato concentrati al Nord, per finanziare l’esercito, e, le guerre allocatesi e svoltesi prevalentemente nel Nord, compresa la Prima guerra mondiale, ove i meridionali pagarono un prezzo altissimo di sacrifici e di sangue e furono considerati come carne da cannone.

9-La riforma doganale del decennio 1876-86, che andò a proteggere la nascente industria del Nord e a marginalizzare l’agricoltura di qualità del Sud, in modo irreparabile, nell’esplosivo conflitto doganale con la Francia.

10-Le 3-4 ondate di emigrazione – da esodo biblico- dalla fine del 800, alla fase post prima guerra mondiale, al secondo dopoguerra, che hanno dissanguato il Sud, privandolo di una forza biologica e giovanile di 20-30 milioni di persone. Un vero e proprio annientamento demografico del POPOLO del Sud.

11-Insomma, alla fine del primo quarantennio unitario (1860-1900), il MISFATTO ERA COMPIUTO. Il DIVARIO Nord-Sud reso strutturale e incolmabile. La MINORITA’ meridionale realizzata.

Ecco, la QUESTIONE MERIDIONALE bella e confezionata, come analizzata scientificamente da Saverio Nitti, proprio agli inizi del 900.

12-Poi, il ventennio fascista- e l’autarchia economica -peggiorò le condizioni dell’agricoltura e del Sud.

13-La tragedia della Seconda guerra mondiale, il movimento dei contadini per la terra dal 1943, la fallita riforma agraria negli anni 50, l’ennesima ondata migratoria (al prevalente servizio del boom dell’industria del Nord).

14-Il Sud come enorme mercato di consumo dei prodotti del Nord, soprattutto, a partire dal boom economico e consumistico degli anni 60, fino ad oggi. Ed in effetti oggi, nei 1800 punti vendita della GDO presenti nel Sud, di proprietà nordista, l’85% dei prodotti sugli scaffali proviene dal nord.

15-La Politica- e la gran parte dei politici- del Sud asservita agli interessi e ai poteri forti nordisti. Politici (e classi dirigenti), in buona parte, MERCENARI (ascari), al soldo di interessi altrui. Gestori famelici di brandelli di spesa pubblica e di briciole di potere. Assistiti e assistenzialismi, spreconi. Clientelari. Non di rado, invischiati nelle pieghe e in sistemi a-legali, illegali, para-criminali e criminali.

16-Dopo 90 anni di massacro del Sud, quasi un secolo, vi sono stati gli oltre 15 anni (1955-70) della fase positiva della Cassa per il Mezzogiorno, dell’intervento straordinario. Il primo parziale tentativo dello Stato italiano di risarcire il Sud. Sono stati fatti acquedotti, fognature, strade, scuole. Frattanto, non si è voluta una vera politica di INDUSTRIALIZZAZIONE del Sud, anzi è stata ostacolata, salvo le “ cattedrali nel deserto” della petrolchimica, al servizio dell’industria del Nord.

Sebbene, va detto, questa spesa straordinaria non è stata mai superiore allo 0, 5% del Prodotto Interno Lordo. NON CI SONO MAI STATI FLUSSI COLOSSALI DI RISORSE PER IL SUD. Checché se ne sparli.

Niente di paragonabile con la spesa che la Germania ha investito nelle 5 regioni della ex Germania dell’Est, nel ventennio 1990-2010.

E così come nel 1860 lo Stato Italiano, leggasi piemontese, venne al Sud, con generali che si sono comportati da veri e propri criminali di guerra come Cialdini, ed ebbe libertà di sterminio anche di vecchi, donne e bambini e la copertura di leggi assurde come la famigerata “legge Pica” del 1863 che dette il via alle fucilazioni sommarie a decine di migliaia di contadini meridionali (i “cafoni”, i “briganti” etc…etc…); oggi, con Maroni, lo Stato dei “fratelli d’Italia” manda la polizia a manganellare i pacifici manifestanti di Terzigno, carica i pastori sardi che protestano per la loro sopravvivenza e vuole promulgare nuove leggi assurde per impedire il diritto alla protesta pacifica del popolo meridionale….ovviamente le nostre proteste sono descritte dai media italian-padani come quelle di un popolo “incivile”, “camorristi”… mentre quelle degli allevatori di latte in Padania, che bloccarono mezzo paese, erano ovviamente tutte proteste ”civili” e tali da convincere l’Italia a pagare le multe UE!!!

17-La crisi petrolifera, monetaria e economica mondiale, degli inizi degli anni 70, la necessità di ristrutturare l’industria del Nord, hanno svuotato e marginalizzato, poi, la politica straordinaria per il Sud. Che è degenerata, presto, in spesa a pioggia, clientelare e assistenzialistica. Ciò, nel ventennio 1970-1990.

18-Siamo, così, a quest’ultimo ventennio 1990-2010, quello della globalizzazione, dell’Unione Europea allargata, del nordismo bruto, del leghismo xenofobo, della politica divisionista del Nord contro il Sud.

Nel decennio 1990-2000, liquidato l’intervento straordinario per il Sud, la spesa per investimenti pro-Sud è stata ridotta drasticamente, fin quasi ad annullarsi. Nell’ultimo decennio 2000-2010, vi è stato, prima, agli inizi del decennio, il positivo tentativo, innescato da Ciampi, con la Nuova Programmazione Regionale 2000-2006, presto e bruscamente interrotta, attorno al 2003. Infine, oggi, questo buio settennio 2004-2010. La spesa complessiva per investimenti per il Sud, secondo le regole costituzionali e pattuite, doveva attestarsi al 45% della spesa complessiva nazionale. Ha raggiunto, invece, a malapena, il 32-35% del totale.10 miliardi in meno all’anno.100 miliardi in meno, in 10 anni. Uno scippo devastante. Ai danni del Sud.

Ecco, è questa la verità storica. Questa è la QUESTIONE MERIDIONALE.

Su questa verità storica, nasce, si fonda e germoglia il neomeridionalismo federalista unitario. Intanto, per legittima difesa.

E’ questa verità il fondamento della nostra identità.

Prendete, leggete e meditate questi libri.-“ I Savoia e il massacro del Sud” di Antonio Ciano;-“ Controstoria dell’Unità d’Italia” di Gigi Di Fiore;-“ Terroni” di Pino Aprile.

Senza memoria, non c’è identità, non c’è vigore, non c’è progetto, non c’è futuro.


VII - Una nuova classe politica meridionale, una nuova generazione politica meridionalista Demolire il potere dell’attuale classe dirigente.

Mettere in campo una nuova generazione politica meridionalista.

Questo è l’obiettivo politico del neomeridionalismo e del Partito del Sud, in termini di classe dirigente.

Una nuova generazione di politici, con al centro la cultura del BENE COMUNE, della legalità e della fiducia, portatrice del CORAGGIO DELLA SPERANZA, per rilanciare l’umanesimo cristiano.

Per la buona Politica.

Secondo il potente e rivoluzionario documento della Conferenza Episcopale Italiana “Per un paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno (febbraio 2010), che è anche-oltre lo straordinario valore religioso ed ecclesiale- una vera e propria piattaforma fondativa del neomeridionalismo.

Il Partito del Sud è il partito dei giovani, delle nuove generazioni meridionali, dei figli.


VII- Un grande network neo-meridionalista

Per l’immediato, va promossa e integrata una robusta confederazione neomeridionalista, un network organizzato funzionale e d’azione, che unisca -al meglio- i cento fiori del neomeridionalismo: associazioni, movimenti, gruppi, esperienze politiche e amministrative coerenti e propulsive, movimenti sociali civili ed economici, personalità, intellettuali, giornalisti, saggisti, storici, artisti. L’attuale Partito del Sud, fondato da Antonio Ciano e diretto da Beppe De Santis, che rappresenta una delle aggregazioni più solide, diffuse e propulsive del neomeridionalismo, si propone – con umiltà e tenacia-come un catalizzatore al servizio del progetto generale.

E’, peraltro, un bene che questa sigla (“Partito del Sud”), certamente efficace sotto il profilo del marketing politico, sia affidato-oggi- in buone mani, data la concorrenza spietata di sigle e siglette al servizio permanete effettivo della casta, delle cricche, di ambienti limacciosi mafiosi e paramafiosi, dei sistemi egemoni e dominanti nordisti, leghisti e razzisti. Questa sigla è posta al servizio, laddove utile, dell’intero movimento neomeridionalista federalista unitario.


VIII- Gli “Stati generali del Sud”

Gli Stati generali del Sud, che si svolgeranno il 13 e 14 novembre 2010, a Palermo, sono un momento rilevante di incontro e di conoscenza reciproca, di riflessione aperta e plurale, di auspicabile condivisione di strategie e programmi, di delineazione di una Manifesto minimo e condiviso del neomeridionalismo federalista unitario, di individuazione di un piano di lavoro comune e di percorso unitario di mobilitazione, di coordinamento e di integrazione organizzativa, la più democratica, pluralistica e avanzata possibile.

L’auspicio comune è che si pervenga ad un DECALOGO NEOMERIDIONALISTA DELLA BUONA POLITICA.

E alla promozione di una LUNGA MARCIA, dal Sud al Nord del Paese, una marcia anche concreta e operativa, magari, in stile gandhiano, per il rinascimento del Sud e la riunificazione federalista del Paese.

Palermo, 27 ottobre 2010.

Beppe De Santis,

Segretario nazionale del Partito del Sud.





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