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Noi e i Viceré

Enzo Riccio

17 Marzo 2009


Ho visto la bella puntata di Report su Catania, oramai la trasmissione della Gabanelli su RAI3 è rimasta una delle poche di giornalismo vero nella marea della paccottiglia televisiva italiana, direi una vera e propria perla rara di giornalismo vero con indagini, fatti e numeri a supporto.

Non a caso l'ultima puntata su Catania s’intitolava “I Viceré” , come il libro di De Roberto dal quale e’ stato recentemente realizzato anche un film; un libro che evidenzia, attraverso l’epopea della nobile famiglia siciliana degli Uzeda, come il potere si trasforma facilmente da “borbonico” a “risorgimentale” (sigh!)…ma oltre ad essere fortemente simbolico sulla Sicilia, non sembra pure l’emblema della politica italiana per quasi 150 anni, prima col trasformismo giolittiano da destra a sinistra, poi da fascista ad antifascista, da monarchica ad antimonarchica, infine oggi da democristiana della I Repubblica a forzaitaliota o MPA della II Repubblica...dove non cambia assolutamente niente?

Il libro suscitò critiche feroci e una fortissima censura, poteva pure fiaccare gli “entusiasmi” (???) risorgimentali come disse Croce ma era spietatamente vero ed indicativo di come nacque e come si sviluppò quest’Italietta, oramai oggi un paese alla deriva tra scandali e pagliacciate berlusconiane.

Ebbene in quest'ultima puntata Report ha dimostrato chiaramente come i Viceré di oggi come Scapagnini, Lombardo e compagnia non sono molto diversi dai Viceré e Gattopardi di ieri e se non ci diamo una svegliata noi meridionali, continueremo ad assistere al valzer di nomi e di sigle di partiti che però attuano sempre lo stesso sistema, un intreccio perverso tra mafie e politiche clientelari locali e nazionali che vuole mantenere il Sud in condizioni di sudditanza e di bacino elettorale, un’area depressa e colonizzata di consumatori di merci e servizi del centro-nord.

E destra e sinistra non sono antitetiche ma sono solo due facce della stessa medaglia…tra i Vicerè io inserisco a pieno titolo anche Bassolino, che invece di dimettersi dopo il fallimento politico della sua gestione alla Regione Campania, quello giudiziario lo giudicherà la magistratura insieme alle malefatte di Impregilo di Romiti & Co., continua a difendersi con arroganza, come qualche giorno fa da Santoro ad Anno Zero. Come una maschera da commedia dell’arte abbozza, sorride e cerca di distogliere il discorso dalla crisi dei rifiuti parlando di cose buone fatte come l’ampliamento della metropolitana napoletana e poi…colpo di scena…si vanta di aver conquistato in Campania ¼ delle tessere nazionali del nuovo PD…non sarà mica questo il vero motivo per il quale ne’ prima Veltroni ne’ oggi Franceschini hanno mai il coraggio di metterlo fuori dal partito?

E che differenza c’e’ con il metodo del consenso “democratico” di Catania degli Scapagnini e dei Lombardo che ha portato allo sfascio economico il Comune etneo?

Il tutto in un contesto nazionale che dimostra sempre meno interesse per le sorti del Sud, dove falsamente si dice che per anni abbiamo sprecato tanti soldi al Sud, evitando di dare cifre e numeri (dobbiamo aspettare anche qui una puntata di Report???) come fa il recente libro di Viesti “Mezzogiorno a tradimento” che evidenzia che non solo la Spesa al Sud e’ inferiore di quella al Nord ma e’ anche inferiore a quella programmata sia dai governi di centro-destra e centro-sinistra e negli ultimi anni si allontana sempre di più dall’obiettivo del 45% del totale.

Embè c’erano cose molto più importanti…come il taglio dell’ICI e Alitalia…e poi Malpensa uber alles!

E domani? Ci saranno cose più importanti che destinare i fondi FAS all’85% alle regioni del Sud come indica chiaramente la UE, precisando anche che si deve trattare di fondi aggiuntivi e non sostitutivi dell’intervento ordinario dello Stato…ci sarà il Ponte sullo Stretto che premierà l’Impregilo per i brillanti risultati conseguiti in Campania per la gestione del ciclo dei rifiuti!

Enzo Riccio - Partito del Sud sez. "Lucio Barone" Roma













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