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Fonte:
https://www.ilbrigante.com/- Anno V Numero 4

Gennaro De Crescenzo:  “Perchè neoborbonici”

Il  presidente racconta passato e presene

di Gino Giammarino   


Il termine più usato quando si vuole indicare il variegato arcipelago delle associazioni  meridionaliste e "neoborbonici", definizione un po' generica, ma soprattutto inesatta, in quanto c'e una sola, vera "Associazione Neoborbonica" come da statuto, the da anni si batte in difesa della memoria storica del Sud. Presidente della suddetta associazione e il prof. Gennaro De Crescenzo, autore di libri ed organizzatore a getto continuo di eventi e manifestazioni. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare passato, presente e futuro dei "neoborbonici".


"L'associazione nasce nel 1993 - racconta il prof. De Crescenzo - quando, intorno ad un gruppetto di persone. soprattutto quelli che scrivono lettere al "Mattino" a favore dei Borbone e della storia del Sud: mi presi la briga di andare a rintracciare gli indirizzi ed i numeri telefonici di queste persone, facendo anche una selezione. Da qui nacque un primo nucleo costituito da tre o quattro persone all'interno del quale maturò l'idea d contattare giornalisti, politici, uomini di cultura che, secondo noi, potevano rispondere positivamente al nostro appello.


Il primo fra tutti fu Riccardo Pazzaglia con il quale, ancora una volta attraverso le pagine del Mattino, fu lanciata provocatoriamente la proposta di una serata conviviale a Castel dell'Ovo nella quale si era invitati, per una volta. a parlar male di Garibaldi. Era il sette settembre, giorno dell'arrivo di Garibaldi a Napoli e quella che doveva essere una pizza tra settanta/ottanta persone divenne un evento tra tre o quattrocento persone...


Da lì nacque l’idea del Movimento Neoborbonico al quale, strada facendo, si sono aperte tutta una serie di sviluppi che hanno portato all'odierna struttura"


Come furono accolte le vostre idee allora?

Le posizioni erano difficili all’interno delle mura cittadine (e non e che siano cambiate granché) nel senso che proprio quegli uomini di cultura che avrebbero dovuto identificarsi in quella cultura, non solo non la rappresentarono per niente, ma furono gli oppositori più coriacei e gli alfieri di una ostinata conservazione.

Più facile era farsi comprendere all’esterno, al Nord, trai meridionali che erano emigrati e che, dopo l'articolo di Pazzaglia, mi telefonarono dal Settentrione ma anche da tante parti d'Europa perchè erano alla ricerca di qualcosa. Quindi, il successo di quel periodo e, poi, del Movimento, e legato alla necessita popolare di riparlare della storia negata dai libri di scuola.


Probabilmente. va considerata anche la nascita della Lega di Gianfranco Miglio e il clima che si andava costituendo attorno ai meridionali...

Certamente per noi ha avuto un effetto benefico In quanto i nostri concittadini residenti al Nord sentivano sulla loro pelle, quotidianamente, il peso di quel rigurgito antirneridionale. Ma la cosa che più mi sorprendeva, era quel modo superficiale dei palazzi e degli istituti dediti alla cultura napoletani di affrontare le nostre posizioni, non solo senza quel dialogo che distingue la cultura vera ma addirittura, in tanti casi, con una sorta di livore che faceva pensare che i Borbone, armi in pugno, stessero alle porte della città.


Aldilà delle oleografie, qual è davvero l'idea che sta dietro il Movimento?

Ne separatistica, ne secessionistica, tautomero monarchica Certo, dovendo scegliere tra la Napoli dei Borbone e quel/a degradata di oggi, credo non sia difficile indovinare l'opzione. Purtroppo, da centoquarant'anni a questa parte, chi governa questa città non |o fa in maniera adeguata.

Per quanto riguarda i Borbone, posso dire che non c’è nessun trono da conquistare, ma non c’è neanche nessun Borbone che abbia simili velleità, per cui...

C’è, invece, un'esigenza di riprenderci le nostre radici, la nostra cultura, la nostra identità. Che tutto questo si trasformasse in una rappresentanza politica era un obiettivo, ma al momento, date le condizioni oggettive, andiamo avanti per la nostra strada aspettando che sia il momento giusto. Forse e un lavoro per i nostri figli o i nostri nipoti: non c'interessa se e di destra o di sinistra, c'interessa creare una classe dirigente orgogliosa del nostro Sud. Un compito che sarebbe spettato proprio a chi, come l'istituto Italiano per gli Studi Filosofici diretto da Marotta, riceve fondi pubblici a quell'uso destinati salvo, poi, lamentarsi che Napoli non ha una classe dirigente preparata: di chi sarà la colpa?!


Qual è stata l'evoluzione del Movimento Neoborbonico in questi anni?

La costituzione di un gruppo operativo, circondato da coloro che vanno e vengono a seconda dei momenti, e la nascita di tante sedi in tutta Italia dirette dai delegati sul territorio. Insieme stiamo svolgendo un lavoro teso, sfruttando le occasioni mediatiche offerte, di volta, in volta, dall'attualità, per rilanciare con forza le tesi dell'orgoglio di essere meridionali. L'occasione più recente è stata la manifestazione contro il rientro dei Savoia a Napoli, ma siamo scesi in piazza anche contro le celebrazioni per i falsi martiri della Repubblica Partenopea del 1799, battendoci sul settore culturale senza disdegnare battaglie economiche, con l'obiettivo di far consumare prodotti della nostra tradizione con il "Compra Sud" o difendere il Banco di Napoli dalla svendita al San Paolo di Torino, ennesimo atto di "piemontesizzazione" del Sud. Una rassegna stampa da oltre duemila articoli e testimone della nostra attività.


Che cosa intendete con piemontesizzazione, e che rapporto vedete tra Napoli e Torino, in fondo, due capitali che hanno perso?

La piemontesizzazione descrive una serie di atti che concorsero a cancellare la memoria storica del Sud a favore di una unita d'Italia realizzata a tavolino con l'invasione, prima, e rimpoverimento. poi. dei territori attaccati senza una dichiarazione di guerra attraverso un perverso meccanismo di colonizzazione che spazia, ancora oggi, in vari settori ed impedisce lo sviluppo del Sud.

La storia di Torino, invece, e significativa per tanti aspetti. Innanzitutto e stata l'avversaria storica di Napoli per tanti anni, pero vi sono due chiavi di lettura: da un lato la invasione piemontese del Sud nel 1860/61 ai danni del Regno delle Due Sicilie, che per tanti aspetti continua anche nel 2005. Dall'altro, Torino e la città del Nord con il maggior numero di meridionali residenti proprio a causa della successiva ondata di emigrazione che vide i suoi figli arruolati negli stabilimenti della FIAT...


Che attualmente neanche se la cava tanto bene...

Voglio dire una cosa in proposito: viene sovente rimproverata, al Sud, la dinamica assistenziale, riferita a quei pochi spiccioli di pensione che lo Stato     italiano “elargisce" ai nostri concittadini, ma nessuno parla dell’assistenzialismo regalato ad imprese come la FIAT che investono i soldi della comunità e, quando va male, ricorrono alla cassa integrazione, cioè altri soldi della comunità. Scusate, ma dov'e il confine tra assistenzialismo e imprenditorialità? E che cos'e, per questi imprenditori, il rischio d'impresa?


Qual è il futuro dell’Associazione Neoborbonica?

Un buon autore latino di commedie, Terenzio, sosteneva che "Tutto quello che e umano, mi riguarda". Ecco, parafrasando l’autore latino potrei dire che "tutto quello che e meridionale, ci riguarda".

Continueremo le nostre battaglie, cercando di non scoraggiarci o fare voli pindarici a seconda del momento che attraversiamo, con la stessa tecnica adoperata fino ad oggi. Anzi, con in aggiunta l'ausilio del nostro sito "neoborbonici.it" che abbiamo rivitalizzato, ed e aggiornato continuamente con gli eventi e le iniziative in preparazione.









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