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Fonte:
https://www.comitatiduesicilie.org/

I "toscani" al congresso duosiciliano

di Bruno Mabilia

Pistoia, 7 ottobre 2008

Cari Compatrioti, vorrei fare alcune considerazioni in merito al congresso, (scusatemi se vi troverete considerazioni e fatti personali, ma senza di essi non riesco a spiegarmi).

Ho 56 anni e vivo in Toscana da sempre. La mia famiglia è emigrata nel 1956 dall'Irpinia, in cerca di condizioni di vita migliori. Cercavano solo una cosa, uscire dalla miseria, perché noi figli potessimo avere una vita diversa dalla loro, condizione uguale a milioni di compatrioti sparsi per il mondo.

Oggi, a distanza di mezzo secolo, (prendo in considerazione solo il periodo di tempo relativo alla mia vita), con profondo dispiacere continuo a vedere che nella mia terra non è cambiato niente, anzi, molte cose sono peggiorate. l'emigrazione, (anche se in forma diversa) continua, la camorra è diventata più aggressiva, grazie a convivenze e coperture politiche. l'ambiente subisce la più grande offesa, la terra che con i suoi frutti ci dovrebbe sfamare, viene trasformata in pattumiera; rifiuti di ogni genere sparsi ovunque, tanto che, se anche adesso iniziasse un'opera di bonifica, chissà quanti anni occorrerebbero per renderla di nuovo produttiva.

La considerazione a cui giungo spontaneamente è questa: l'aggressione che abbiamo subito 150 anni fa non si è mai interrotta, è sempre continuata e va avanti con i sistemi più subdoli e occulti; basta ascoltare ai vari notiziari e alla stampa nazionale, che vanno continuamente alla ricerca di notizie che in altri luoghi di questo "paese" non troverebbero spazio neanche nei giornaletti satirici, e manipolandole ad arte le trasformano in spot mediatici contro di noi, le popolazioni del sud. Quest'ultime, in quanto considerate colonie (secondo loro), sono e devono deve restare nella condizione per la quale furono assoggettate, a fungere unicamente come serbatoio di manodopera a basso prezzo, con le proprie popolazioni costrette a vivere nella paura.

La migliore forma per generare timore, è (per chi la detiene) l'arma dell'emigrazione, sempre impugnata e puntata contro di noi. Non e' bastata la guerra (mai dichiarata) contro un popolo pacifico, che viveva nel benessere grazie anche a dei governanti dediti solo alla cura delle terre da loro amministrate, dei frutti del loro lavoro, secondo tradizioni nate nel corso di secoli, secondo le tradizioni di una nazione unita.

Alcuni compatrioti, con la loro patria nel cuore, guidati solo dal loro sentimento, e con spirito e tenacia comune solo a chi ha nel cuore la sua terra e le popolazioni che vi vivono stanno cominciando, attraverso mezzi di informazione, a portare fuori dai confini di quello che era il Regno delle Due Sicilie, la verità di come realmente si siano svolti i fatti. tutto questo usando solo i propri mezzi, senza chiedere niente a nessuno, e a questi compatrioti va tutta la mia stima e riconoscenza... ed io posso solo inchinarmi di fronte a loro!!

Grazie a questo lavoro siamo giunti ad organizzare il primo congresso del nostro movimento, richiamando compatrioti da quasi tutte le  "regioni" italiche, (io e mio figlio dalla toscana), e vi confesso una cosa, tutti e due siamo rimasti entusiasti dal numero dei partecipanti, ma quello che più ci ha dato soddisfazione è il calore dei saluti che con voi  ci siamo scambiati.

La "permanenza forzata" al di fuori dalla nostra terra ci ha cambiato solo in superficie, noi siamo e rimaniamo figli del sud, e prima di ogni cosa mettiamo davanti a tutto e tutti l'affetto e la stima per le persone!

Sono stati esposti dai partecipanti vari argomenti, senza ombra di dubbio tutti interessanti e degni di merito, ma chi viene da "fuori", domando a voi, appena esce  dall''autostrada, cosa vede e trova? Degrado dappertutto. Scambiando alcune frasi con le varie persone incontrate, si sente dire che niente è stato fatto, che tutto è rimasto come era cinquanta anni fa, quando la mia famiglia imboccò (obbligata) la strada dell'emigrazione.

I vari partiti (di qualsiasi colore politico) che si sono succeduti durante questo lasso di tempo, sono stati attenti a fare solo e unicamente i loro interessi, a spese prima di tutto delle popolazioni, stando ben attenti a non fare alcuna cosa che avrebbe potuto portare il benché minimo miglioramento, poiché questo avrebbe significato la fine del loro dominio. Un popolo che si riscatta dalla sudditanza: diventa un popolo libero! Ditemi ancora voi, chi rinuncia da solo a tutto questo? I "nostri politici"?

Io non credo nel ravvedimento spontaneo dell'anima!

Secondo me serve un movimento politico nuovo, fatto da persone vere, persone nuove, non i soliti maneggioni arrivisti dediti solo ai propri interessi, a pensare solo a come fare per rubare di più. E se ci guardiamo un momento alle spalle possiamo vedere quanti sono stati e sono gli esponenti politici nati nelle nostre terre, il ruolo che hanno ricoperto e tutt'ora ricoprono, che non hanno fatto assolutamente niente per la nostra situazione. Noi per loro siamo solo sudditi, a disposizione di un nord come semplice manovalanza da sfruttare.

Perché, in questo "stato" che si dichiara democratico, deve esistere un nord che comanda e un sud che ubbidisce e basta? Uno "stato democratico" con leggi uguali per tutti, ma che quando ne' chiediamo giustamente l'applicazione, diventa sordo. Ci viene risposto come da 150 anni a oggi "cosa volete?", e le risposte che ci sono date sono le SS dei colonizzatori, sempre  pronte a "sparare" contro i figli del Sud!

Dobbiamo continuare ancora a subire tutto questo? Non e' ancora giunto il momento di cercare, nel modo a noi più congeniale, di uscire da questo stato di cose? Vogliamo continuare a subire, noi che in epoca lontana abbiamo costretto la potente Roma a passare sotto le forche caudine? Dov'è l'unità dei figli del sud?

Noi abbiamo tutto quello che può consentirci di dire basta, non restiamocene più fermi ad aspettare un "liberatore" che non arriverà mai.

Tutte le popolazioni del sud possono essere i propri  liberatori, "l'arma del riscatto" è nelle nostre mani.

Al congresso ho ascoltato tutti gli intervenuti, tutti hanno dichiarato il loro amore per la propria terra, ma questo amore va dimostrato, dichiarazioni di questa portata vanno sostenute, e pure io devo anche essere pronto a rinunciare a qualcosa se voglio essere coerente con questa affermazione.

Fra gli interventi, uno che mi è piaciuto molto, è stato quello che incoraggiava al superamento delle barriere ideologiche. Destra e sinistra oramai esistono solo come possibili forme di conversazione, mentre gli schieramenti elettorali finalizzati alla formazione di governi, (ovvero i vecchi schemi politici contrapposti) non esistono più. Provate un momento ad immaginare i presenti nel salone del congresso da quali esperienze politiche arrivano, come fanno a stare insieme e perché sono lì... vi faccio un solo esempio, il sottoscritto, (nato politicamente nel 1968, movimenti extra-parlamentari, estrema sinistra, militante), provate a immaginare cosa sarebbe potuto succedere a suo tempo, sarebbe stato forse a fianco di uno di destra?

Ho volute dire questo solo per spiegare che gli intervenuti al congresso qualcosa da parte lo hanno già messo. Le ideologie che tanti danni hanno provocato si sono dimostrate solo fonte di ottusità, alla fine ci hanno dato solo disastri (che non sto' a elencare), allora mi chiedo, cosa divide tanti compatrioti che dichiarano apertamente l'amore per la propria terra, a me che sono uno degli ultimi arrivati, sembra che manchi solo una conoscenza un po' più profonda fra di noi, penso che ci possiamo tranquillamente sedere ad un tavolo e parlare, sicuramente ci renderemo conto che noi siamo tutti figli del sud, e vogliamo una sola cosa, il riscatto della nostra terra!

Per quanto riguarda la possibilità di allearci all'M.P.A, (questione da me, e non solo, sostenuta)...

Sono memore di vecchia esperienza dei movimenti politici nati nel lontano 1968... li ho visti sparire tutti non ne è sopravvissuto nessuno, nascevano e morivano con la stessa facilità, in quanto nessuno riusciva ad aggregarvisi...quindi mi viene spontanea la domanda: da soli, come movimento, dove andiamo? Le popolazioni ci capiranno? Siamo in grado, con i mezzi che abbiamo attualmente a disposizione, di cercare e trovare consensi attorno al nostro movimento?

Non sarebbe meglio invece promuovere contatti,fra tutti i movimenti o gruppi culturali e non, con chi ha già rappresentanti istituzionali? Fermo restando che la nostra identità duo siciliana, non è, e non sarà mai merce di scambio con nessuno... la nostra anima identitaria è, e sarà,  la nostra guida!

Avere dei contatti, e perché no,alleanze durature, stando bene attenti che niente e nessuno vadano dispersi, per riuscire ad essere presenti, nei luoghi dove possiamo dire la nostra, al fine di cominciare veramente a difendere chi ne ha diritto. In 40 anni di fatti ne ho visti succedere (non ho la presunzione di aver visto "tutto", solo gli sciocchi lo dicono), e in tutto questo gli unici che almeno una volta hanno fatto sentire la loro voce in difesa delle popolazione del sud sono stati i membri dell'M.P.A. cari compatrioti. Non elogiamo il sindaco di Capo d'Orlando, il signor sindaco Sindoni... gli battiamo le mani, e poi non facciamo più niente, in fin dei conti è stato l'unico fino ad oggi a cui i TG nazionali hanno dedicato un piccolo spazio, dove si è messo in discussione, quello che portava una camicia diventata rossa, intrisa del sangue di tanti innocenti massacrati, colpevoli di una sola cosa: essere   duosiciliani.

Comitatiduesicilie - Toscana

Bruno Mabilia

Forza e Onore




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