“Unità vo’ cercando, ch'è sì cara”, parafrasando liberamente Catone l’Uticense del Purgatorio dantesco[1] non possiamo non far riferimento all’ultimo editoriale “Alt, meridionalismo! Usare cautela” del direttore de “ilbrigante”.
Scrive Giammarino: “Oramai
anche i ciechi
potranno vedere quello che andavamo sostenendo da tempo: il partito del
Sud è maturo. E, come pure abbiamo detto da queste colonne, a
realizzarlo non sarà la galassia di quelle associazioni
meridionaliste o borboniche che da anni si dedicano a convegni
autoreferenziali, pubblicare libri e sfornare giornali di sterile e
piagnucolosa rivendicazione.”
Ci giungono notizie in questi giorni direttamente da amici, attraverso
forum di discussione e mailing list che in varie città
d’Italia, al Sud come al Nord ed anche all’estero
c’è un gran fermento. Pare che le elezioni catanesi
abbiano generato una sorta di febbre elettoral-meridionalistica.
La furbata di Lombardo che a Catania è riuscito a coagulare
spinte autonomiste a favore della CdL raggiungendo la ragguardevole
cifra del 20% ha messo in moto un meccanismo che si proietta –
diciamolo – verso le elezioni politiche del 2006.
Volano le email, i cellulari scottano, si comincia a girare per le
città del Sud e ad indire frenetiche riunioni e tutti gridano
“Sud! – Federalismo! – Autonomismo! – Partito
del Sud!”.
Eccolo! Il partito che tutti sognano per raccattare i voti necessari
per insediarsi o non mollare i palazzi romani, o meglio quelle che una
volta si chiamavano le stanze dei bottoni.
E cosa fa la galassia dei i “nuovi meridionalisti”
(termine che usiamo a puro scopo
esemplificatorio, per distinguerli dai vecchi molto più noti,
ovviamente il termine “meridionalista” a noi non piace per
ragioni che potete leggere in questo sito nello scritto “Alle
radici del pregiudizio”)
di fronte ai nuovi finti paladini dell’interesse del Sud?
Nulla. La galassia dei i “nuovi meridionalisti” resta
a guardare, tutt’al più si esercita in sterili e
inconcludenti diatribe dietrotrologiche per scoprire chi ci sta dietro a chi. Tutti
continuano a coltivare il proprio misero orticello.
Dopo aver passato decenni a prendere sputi in faccia da chi non voleva
neppure sentire certi discorsi e ti etichettava subito come leghista o,
peggio, separatista,
oggi si assiste impotenti alla creazione del partito del Sud da parte dei soliti
noti, di coloro che sono legati mani e piedi agli interessi forti di
questo strano paese chiamato Italia.
I nuovi meridionalisti di sinistra – esemplifichiamo per farci
capire da tutti gli amici e le amiche naviganti che si imbattono in
questo sito – diffidano dei neoborbonici perché sono di
destra e sognano la restaurazione borbonica, ovviamente i neoborbonici
diffidano di quelli di sinistra perché magari sono marxisti.
Ora, prima di affermare che i neoborbonici sognano la restaurazione
borbonica bisognerebbe fare un giro sul loro sito e leggere quello che
scrivono, lo stesso bisognerebbe fare con i nuovi meridionalisti di
sinistra, prima bisognerebbe leggere attentamente cosa scrivono e cosa
propongono.
Esistono siti web, pubblicazioni, persone, che da diversi anni –
qualcuno da decenni! – danno una lettura differente dalla vulgata
risorgimentalista del la storia dei territori appartenenti all’ex
Regno delle Due Sicilie. In questi ultimi anni vi sono stati anche
incontri e tentativi di creare una nuova aggregazione politica, ma non
ci si è mai riusciti.
Noi riteniamo che la difficoltà non stia solamente nelle
diversità di idee, bensì soprattutto nelle
diversità caratteriali e nella incapacità di cogliere un
verità elementare: il Sud è un grande Paese,
c’è spazio per tutti, bisogna vincere le diffidenze
reciproche, le piccole diatribe personali, la paura di essere scalzati
dall’ultimo arrivato.
Che gli amici responsabili dei vari gruppi si parlino, si chiamino, si
scrivano, trovino un minimo comun denominatore per acquisire una
visibilità da cui tutti hanno tutto da guadagnare –
scusate il bisticcio di parole.
Continuare così, nello splendido isolamento del proprio sito del
proprio giornale del proprio gruppetto o movimento, significa non solo
buttare via tutti i sacrifici e il lavoro di divulgazione della
verità storica svolto in questi ma anche consegnare il futuro
del Sud agli arrivisti e ai voltagabbana, a quelli che fino ad ieri ti
liquidavano come “borbonico” solo purché esponevi la
bandiera delle Due Sicilie.
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June
14, 2005 at 20:05:04 oggetto: Unità vo' cercando, ch'è sì cara Sono nato a pane e Selvaggi(Roberto Maria),ho amato tutte le voci che negli ultimi dieci-quindici anni si sono espresse a favore e nel nome delle due sicilie,da Zitara a Vitale,da DeCrescenzo a Manna,da Ciano a Romano persone di idee politiche diverse ma con la voglia di sud,con il cuore a sud.Poi l'uomo per natura scopre di essere fazioso,sceglie una strada,un idea portandola avanti con le forze e la forza che dispone,cosi' come è accaduto a me,ma sempre con il chiodo fisso del riscatto duosiciliano,difendendo la sua "parrocchia",ma mai rinnegando le qualita' di chi "non sta con te ma la pensa come te" Ora si scopre che in questo nostro martoriato mondo,travestiti da novelli garibaldesi,si muovono forze inviate dai padroni padani a riperpetrare l'ennesimo scempio,l'ennesimo agguato,l'ennesima fregatura,quella che puo' rivelarsi definitiva e mortale,per il popolo duosiciliano,la fine assoluta della identita' napolitana,la fine delle nostre "voci di dentro",quelle voci che ci inorgogliscono e ci rendono giustizia e calore,passione e voglia di lottare,per un sud,una patria,un mondo piu' consono al nostro vivere,al nostro essere. E' tempo di unione,è tempo che gli ostacoli che ci dividono vengano messi da parte,è tempo che le idee di destra e di sinistra siano accantonate ,se pur momentaneamente,saltare l'ostacolo per raccogliere in un unico "movimento"le vere forze "lealiste" della nostra terra. Per una volta sola proviamoci,adesso,UNITI SI VINCE. Fiore
- S. Nicola la Strada-DueSicilie
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?UNITA?, ma giammai?? (Andrea Bal?a) - Napoli 14/06/2005 |
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