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Sabato 11 ottobre 1862 – N. 2006
LO ZENZERO
GIORNALE POLITICO POPOLARE
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LA CAMORRA

I soliti, Trombini, visto che lo Zenzero avea speso a parola di commiserazione per gli arrestati della morra, hanno ricominciato a martellare secondo la vecchia scuola. Come, urlano, lo Zenzero che si da per liberatone, difende i pugnalatori? E deplora che li traducessero alle prigioni ammanettati? E come s'aveano eglino a trattare i Camorristi? Forse con cioccolatte e mazzolini di fiori? — Cos\ tempestano i furibondi della devozione a prova di bomba, ma lo Zenzero non starà zitto, neanco se gli tagliassero la lingua, o lo buttassero nel pozzo. Perché anco sotto acqua, quando non potesse più leticare, metterebbe fuori due dita della man diritta o di quella mancina e direbbe forbici, forbici.

E lo Zenzero risponde così sull'affare della Camorra. Io non ho mai assunta la difesa, né dello stiletto, né degli stilettatori, perché di questa roba non me ne avvantaggio ed ho piacere che gli scellerati ed i sanguinarii ed i briganti, sieno castigati seconda del merito. Più, vorrei in materia di malandrini, leggi molto più rigide di quelle che ci governano. — Per esempio, CONTRO I LADRI. — perché di questi a Firenze ne calò tanta abbondanza. Se non si può lasciar la casa o la bottega senza sentinella quando si voglia conservar quel che abbiamo. Ma poi, quando la giustizia s'è impossessata un ladro che cosa gli fa? Gli da con la mansuetudine della pena il placet per le ruberie future. In dove che se i ladri si mettessero al forcone o (che la pena di morte non ci garha) se si mandassero alle galere per anni ed anni, ci sarebbe più sicurezza — perché, morta la morale, tutela il rigore — regola antica quanto la barba d'Aronne.

Torno dai ladri alla Camorra e soggiungo — Io Zenzero compiansi gli arrestati, perché giudicai che sotto i presenti padroni, le opere di misericordia non fossero proibite.

Li compiansi perché li sapevo in stato di sospetto e non in quello di condanna, (compiansi finalmente perché conosco i me' polli. E di fatto mi ricordo che fuvvi un Cattabene innocentissimo, balestrato sotto l'accusa di furto.

Mi ricordo che pochi giorni or sono alquanti prigionieri garibaldini furono rinchiusi nelle carceri di Alessandria col titolo di Camorristi. Mi ricordo quindi che è arte vecchia quella dei Cancellieri di Torino, calunniare gli avversarii politici coll'attribuire il loro tradimento e delitti.

Anco Giuseppe Mazzini fu detto pagato dall’Austria, mille volte nei giornali e nelle corrispondenze officiose. Ed il governo (de' tempi passati) non che permettesse questo vituperio, ne fece guadagno per screditare la bandiera repubblicana. Ora, sotto la influenza di queste tradizioni, non è strano il dubitare che la Camorra, (tuttoché in qualche manifestazione particolare verissima) non abbia a essere UN PRETESTO NUOVO per inveire e percuotere quelli che non vanno avversi per la fede della bandiera politica — La Repubblica, era un arme troppo usata per calunniare ed opprimere — Che si sia pensato di sostituir la Camorra! Io Zenzero non so nulla e quindi dubito e non affermo, solo facendomi lecito di esporre i sentimenti che io provo quali che sieno — iodico gli arrestati Camorristi di Napoli, o sono innocenti, o son rei — se sono innocenti perché si imprigionano? se son rei (o sospetti di reità) perché non si PROCESSANO REGOLARMENTE NEI LUOGHI DOVE COMMESSERO I SUPPOSTI DELITTI?

Ciò non si è fatto — Dunque o si puniscono senza colpa provata e senza accusa, o nella nuova Prussia è in vigore la legge sui sospetti. Diranno — Nelle Provincie Meridionali c'è lo Stato d'Assedio — Gli sta bene — Ma lo stato di assedio non sospende l'azione delle leggi, ma solamente l'uso dei privilegi (??) e dei diritti che lo Statuto concede ai cittadini. Dal che ne viene che i Camorristi si debbono processare regolarmente) come tutti gli altri delinquenti, e se son colpevoli si abbiano pure la meritata pena. Ma in nome di questa nuova Fuciacca rossa, che si chiama Camorristi, non è permesso, sotto il nostro Regime costituzionale (nemmeno in tempo di assedio) sospendere l'azione delle leggi comuni e locali, che se nò, accaderebbe che l'assedio, assedierebbe anche la giustizia prò tribunali sedente. La qual cosa, per dir la verità, non mi farebbe a questi giorni, maraviglia e neanco se io vedessi Gesù arrestato nel viatico mi scrollerei.

E indi dico, che se sotto la fantasma della Camorra (sia pur corpo e non ombra) si resuscita la legge dei sospetti, noi siamo tornati ai tempi della Vandea.

E siamo tornati alle deportazioni, perché, a quanto scrivono i fogli, l'Isolotto di Carloforte, (Sardegna) dev'esser l'asilo (??) dei più compromessi nella Camorra. Più compromessi? Ma come si fa ad adoperare quella parola senza processura e sentenza? Giù la maschera e si dica intera la verità e il Fisco sequestri anco lei se gli pare.

La Camorra dei facinorosi sussisterà pur troppo a Napoli, come più o meno sussiste, anco nell'altre provincie. Ma a Napoli, la Camorra, che si perseguita, non è quella dei malviventi soltanto, ma anco l'altra di quelli che si giudicano ostili alla beatitudine dello stato d'assedio — Ecco spiegati gli arresti in mussa e le deportazioni, sotto l'influenza del sospetto. E così sta la cosa, secondo me e non in altro modo e però se io Zenzero compassionai gli arrestati, ho esercitato un diritto di umanità a favore di cittadini, quali che sieno, messi fuori della legge. Non v' era. bisogno dunque che la Devozione a prova di bomba dasse fiato ai suoi trombini, sotto l'ostentazione di una certezza di verità che non può avere che chi dorme col podestà, col birro e col messo.

Lo Zenzero












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