Sicuramente per coloro, ai quali è dogma l'ubbidienza passiva, secondo che vogliono dimostrare nell'articolo, le due beatificazioni, ecc., e lo spirito moderno (quad. 3 giugno), deve essere intollerabile tutto quanto suona o mira a libertà; laonde quella turpe loro confusione, strombazzala ai quattro venti, dei liberali coi framassoni: ma che perciò? Pretendono forse di difendere sé, calunniando gli altri? Eh! via ci vuoi altro che queste miserabili arti: E poi non hanno essi l'impudenza invereconda di spiattellare in faccia all'Europa civile che i cannibali briganti del Napoletano sono i prodi difensori del loro legittimo sovrano, anzi sono i popoli del Napoletano, armali contro i conquistatori del loro regno, ed i ladroni del loro re? Sì, per costoro i La Gala, i Fuoco, i Pilone sono tipi di virtù ed eroismo, sono anime generose, che propugnano generosi principii. Ma già lo dicemmo cominciando questo articolo: la disperazione li ha resi stupidi nel loro furore.
E per verità quale cosa più stupida del volere, come fanno, travolgere Dante a propugnatore del temporale? Dante era cattolico, e come tale venerava le somme Chiavi; ma Dante era insieme italiano, e buon italiano, e quindi voleva il risorgimento d'Italia, nella sua unità. Ora non è stupidamente ridicolo travolgere a favore del temporale ciò che il divino poeta dettò sul primato religioso? Quasiché Dante fosse cotanto sciocco ed ignorante da non distinguere il papa dal regolo di Roma? Eppure è ciò che pretendono fare in sostanza i giornalisti di Borgo Nuovo, tanto nel Concetto politico di Dante e il Regno d'Italia, pubblicato nel quaderno 3 giugno, quanto nella Monarchia di Dante Alighieri e il dominio temporale dei Romani Pontefici, pubblicato nel successivo del 17 giugno, e poi nell'altro dell’luglio (Ser. VI, vol. Il, pagg. 566 e 672, e vol. III, pag. 35).
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