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Caro Webmaster,
                      in allegato la seconda delle mie denunce pubbliche sugli archivi militari apparsa su Storia Illustrata n. 340 del marzo 1986 diretta, allora, da Giordano Bruno Guerri.

Dopo questa pubblicazione fui espulso da un generale, allora comandante dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore, che mi fece prelevare dalla sala studio da un colonnello che unitamente ad altro ufficiale si misero come due candele ai miei fianchi mentre lo stesso generale mi chiedeva conto della denuncia.

Invero, l'autorizzazione straordinaria all'ingresso nell'ufficio storico dello stato maggiore, mi fu concesso perché avevo detto pubblicamente – nel 1984 all'importante Convegno Nazionale sul Brigantaggio con la presenza di Galasso, Scirocco per i mistificatori crociani della ribellione contadina, e a me vicini nella denuncia i miei maestri Molfese e Pedio – che il più importante fondo era precluso come denunciato da Molfese nel suo libro del 1964 e da Albonico negli anni '70.

Detto fatto, probabilmente Scirocco o Galasso, comunicarono al dottor Arpino dirigente romano dell'Istituto per la Storia del Risorgimento la mia denuncia e, per acquietarmi, il dottor Arpino mi disse che conosceva il generale e mi avrebbero concesso una autorizzazione limitata e speciale...

Quei pochi giorni trascorsi mi furono sufficienti per riuscire nell'operazione di cui sono orgoglioso: riuscii per la prima volta tra i ricercatori a conoscere nei dettagli precisi quel che nascondevano da 120 anni (allora...) e, di lì a qualche mese, a pubblicarlo in una ricerca ripresa da Falco Accame (già in passato presidente della Commissione difesa del parlamento) grazie al quale fu denunciata anche l'espulsione per la lettera denuncia su Storia Illustrata. La stessa mia analisi fu ripresa nelle interrogazioni in Parlamento per la sinistra da Edo Ronchi e da Pollice, per la destra da Manna.

Da allora apparentemente le cose sono cambiate per gli sprovveduti della ricerca, ma i documenti spesso in codice sul brigantaggio di resistenza alla conquista del Sud che sono oltre 150.000 non sono mai stati divulgati veramente...

Te ne ho parlato e scritto più volte per l'esperienza diretta, per quanto visto e vissuto sulla mia pelle: vi è una direttiva interna su quel fondo e io fui giovanilmente coraggioso e "incosciente" per sfidare un apparato dello stato maggiore.

Adesso danno un permesso di una due settimane, fanno fare qualche fotocopia e questo lo si deve anche alla battaglia di 20 anni fa. Una denuncia autorevole è anche quella apparsa nel libro del 1999 CLEMENTE Giuseppe, "Il brigantaggio in Capitanata", Archivio Izzi  ma anche con la collaborazione dell'Istituto per la Storia del Risorgimento, denuncia che ripresi nella mia polemica personale a Roma con Talamo... Il Clemente è uno studioso provinciale  che rispetto a me è sempre stato e rimane nei ranghi ufficiali e non è andato in fondo...

Dal 1999 e ancor oggi lasciano stancare i ricercatori spesso non all'altezza della situazione, e tieni anche conto che lavorare su quei fondi non è da tutti: a mio avviso vi possono lavorare per conoscenza del brigantaggio del 1860-1870 meno di cinque persone.

Ti invio l'intervento su Storia Illustrata per far sapere le cose come stanno, ciao
Nino - Marzo 2006


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Perché non apriamo gli archivi militari?

Nel numero di novembre di Storia Illustrata appare in compagnia di storici di indubbia capacità, un articolo di Franco Della Peruta che accresce il valore della rivista che non acquistavo da mollo tempo — e ne è garan2Ìa di collaboratori competenti. Mi permetta di esprimerLe le più vive congratulazioni per l'attenzione data alla storia delle classi subalterne nell'800.


Mi interesso da vari anni di brigantaggio meridionale post unitario e sto lavorando ad una sua «storia fotografica». Le scrivo per chiederle di poter evidenziare nelle rubriche competenti Argomenti o Storia risponde — la maggiore difficoltà che gli storici del brigantaggio post unitario (e non solo essi) hanno: la mancanza della tutela giuridica che permette il libero accesso e studio di fondi documentati di eccezionale rilevanza su aspetti politici e militari del brigantaggio post unitario carteggi gelosamente custoditi negli archivi dell'Ufficio storico dello stato maggiore dell'esercito e negli archivi del Comando generale dell'arma dei carabinieri.


Gli storici debbono accontentarsi della discrezionalità dei militari responsabili di tali uffici per ricevere informazioni più che altro di carattere cronachistico sugli avvenimenti briganteschi senza poter prendere in visione alcuni fondi importanti tra gli altri la corrispondenza tra i comandanti il Gran comando militare di Napoli prima Cialdini poi Lamarmora e il governo di Torino, la corrispondenza tra il Gran comando e le divisioni territoriali militari nelle province meridionali, il dossier sulla cattura e l'uccisione del generale carlista Borges, eccetera.


Ricordo, per averlo letto, che alcuni decenni or sono molti storici americani riuscirono a ottenere da Roosevelt una apposita legge che permise l'accesso agli archivi dell'esercito per far luce sul massacro degli indiani d'America.


Non sarebbe nostro diritto, a distanza, di 120 anni dagli avvenimenti briganteschi, chiedere, a viva voce, una legge che permetta l'apertura e la pubblicità degli archivi militari, ponendo un limite ali divulgazione ai fatti avvenuti da cinquant'anni fa in poi?

Con la migliore considerazione


Sebastiano Gernone, Bari



Perché non apriamo gli archivi militari?



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Ringraziamo Nino Gernone per averci inviato la pagina di Storia Illustrata n. 340 del 1986 in cui venne pubblicata la sua richiesta di apertura degli archivi militari.

Abbiamo avuto occasione di parlare degli archivi con la Pellicciari in occasione della sua presentazione del libro “I panni sporchi dei mille” e come risposta –citiamo a memoria – abbiamo avuto: “Ho chiesto ad un alto ufficiale, non vi sono verità nascoste tutto è consultabile”.

In effetti se si guarda la normativa (1), tutto ciò che non cade sotto il segreto di stato (e come si potrebbe invocare il segreto di stato per eventi di 140 anni fa!) è liberamente consultabile.

Ogni tanto, però, ci capita di parlare con qualcuno che lo nega e che ci dice “non è così”, “è molto difficile”, “danno i permessi col contagocce”, “non si riesce ad accedere a ciò che si vuole”, ecc.

A noi questa sembra una vera telenovela, soprattutto per la distanza temporale che ci separa dagli avvenimenti in questione: oltre 140 anni!

Oggi esiste la tecnologia per forre fine a questa “telenovela” nostrana: mettere online gli archivi sul brigantaggio per tacitare – una volta per tutte – proteste, illazioni varie e bufale tipo quella del “milione di morti” a cui non crede nessun ricercatore serio.

Si faccia come per i “fondi” sul brigantaggio della Camera dei Deputati che da anni sono online alla portata di tutti (2). Sarebbe un gesto di buona volontà e di grande intelligenza politica nei confronti di noi meridionali che abbiamo diritto alla verità.

Webm@ster - 11 marzo 2006

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(1) In base all'Art. 3 del Decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1975, n. 854 (in Gazz. Uff., 16 febbraio 1976, n. 42) Attribuzioni del Ministero dell'interno in materia di documenti archivistici non ammessi alla libera consultabilità il limite massimo di non consultabilità è di 70 anni. Oltre questo limite non si può invocare alcun segreto di stato.

Per la normativa sulla consultazione degli archivi e sulla esclusione di alcuni dalla possibilità di accesso, si consiglia di visitare queste pagine:

"La legge fondamentale sugli archivi è la 1409 del 1963 con aggiornamenti successivi. I limiti sono di 50 anni per tutti i documenti fatta eccezione per quelli di carattere personale che sono di 70 anni." [precisazione questa di Nino Gernone]


(2) Per riuscire a rintracciare ciò che volete nell’archivio della Camera dei Deputati - se non siete pratici di archivistica - dovete fare un po' di prove, per esempio se cercate i fogli inerenti il brigantaggio seguite queste nostre indicazioni:

 * Deposizioni
 * Documentazione diversa inviata alla Commissione da alcuni Comuni e da privati
 * Adunanze della Commissione
 * Statistiche e rapporti sul brigantaggio
 * Documentazione diversa trasmessa alla Commissione dal corpo dei Carabinieri Reali
 * Documentazione diversa trasmessa alla Commissione dai comandi militari

A questo punto scegliete prima l'argomento che vi interessa, poi immagini, che potrete sfogliare-visionare e anche salvare sul vostro hard disk volendo.

Buona consultazione!


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Se vi interessa conoscere disposizioni per gli archivi emanate
dai vari stati prima dell'unità, interessante la consultazione di:

https://wwwdb.archivi.beniculturali.it/
https://wwwdb.archivi.beniculturali.it/SEARCH/BASIS/arcnorm/web/preunitaria/sf
Inserite nella riga Stato il nome Due Sicilie
e vi troverete una cinquantina di pagine di link a documenti consultabili

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