Uno dei tanti argomenti della propaganda liberale antiborbonica fu quella dei fondi segreti, prova ne è l'abolizione per decreto che ne fece, a pochi giorni dal suo ingresso nella capitale, il “liberatore” delle Due Sicilie – uno dei tanti decreti che alluvionarono le provincie meridionali portandole al collasso amministrativo ed economico.
ITALIA
E VITTORIO EMMANUELE
IL DITTATORE DELLE DUE SICILIE Decreta Art. 1. La categoria de' fondi segreti, presso qualsiasi Ministero ed a qualsiasi titolo, è abolita. I signori Ministri sono incaricati ciascuno per ciò che loro spetta, dell'esecuzione dei presente decreto. Napoli 11 settembre 1860. Firmato —G. Garibaldi |
La polemica sui fondi segreti (od occulti che dir si voglia) è polemica che ha seguito la fondazione e la storia dello stato italiano fino ai giorni nostri. Garibaldi fece il suo bel decreto per accontentare i liberali napoletani, ma usciti dalla porta i fondi segreti rientrarono dalla finestra – diventando negli anni a seguire un potente mezzo di lotta al brigantaggio. |
Che fossero già strumento di potere anche nel “liberale” regno sabaudo lo dimostrano i documenti ufficiali che riportiamo, tra cui la risposta di D'Azeglio al senato e quella di Cavour alla camera del parlamento subalpino.
Dobbiamo riconoscere che, rispetto ai Borbone, Cavour ne fece uso più moderno e raffinato, foraggiando giornali e tenendo a battesimo quella che sarebbe poi divenuta il megafono dell'era fascista: la famosa Agenzia Stefani.
Non stiamo qui a ripetere il ruolo dei fondi segreti nella spedizione dei Mille (il misterioso inabissamento dell'Ercole col Nievo e tutte le carte della spedizione portò in fondo al mare molti documenti inerenti le somme utilizzate per corrompere alti ufficiali e funzionari borbonici), vogliamo solo ricordare un paio di cosette sui nostri eroi “preferiti”, il tessitore e l'eroe dei sue mondi:
Buona lettura.
Zenone di Elea – Gennaio 2010
* Cfr. Il serio nel faceto: scritti varii di Niccolò Tommaseo - pag. 462
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