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Fonte:
https://www.nazionenapulitana.org/

Taxis come Unità, Kosmos come Indipendentismo

Angelo D'Ambra

10 gennaio 2011

L’accezione autoritaria del concetto di ordine, scriveva Hayek* nel lontano 1973, deriva dalla credenza secondo cui l’ordine può essere solo formato da forze che si trovano all’esterno del sistema da ordinare.

Questa accezione pare sia quella comune anche ai giorni nostri, essa pervade i campi dell’istruzione, della religione, della cultura. Di contro, un equilibrio creato spontaneamente appare quasi come un disordine.

L’ordine sociale, politico, militare regnante a Napoli prima del 1860, per esempio, era un disordine e c’era bisogno di un agente esterno che imponesse il vero ordine, questo è quanto cogliamo nel seguente passo: “ci dissero che eravamo assai addietro in fatto di civiltà, che non ci avevano educati alle transazioni commerciali, che ci avevano artificiosamente disgiunti dal consorzio delle nazioni e che seguendo le leggi loro, avremmo raggiunta una felicità non mai per lo addietro conosciuta”**.

I Greci, ci illumina ancora Hayek, avevano due parole distinte per indicare i due tipi di ordine: l’ordine autoritario era definito taxis, l’ordine spontaneo, invece, era indicato come cosmos (in teologia, il termine cosmo esprime il concetto solamente di universo creato, senza includervi un qualche soggetto artefice della creazione).

Certo, si obbietterà, Napoli ne ha subite di invasioni ed anche l’ordine dei Borbone era stato imposto. Ogni serio studioso della storia napoletana però è ben conscio che quella dei Borbone fu una continua lotta per l’indipendenza del Regno da ogni potenza straniera (nel 1799, nel 1806, nel 1860, passando per le battaglie diplomatiche contro le ingerenze pontificie, austriache e russe, per le insurrezioni orchestrate dall’Inghilterra dei Pisacane, dei Bandiera, nel 1821 e quella finanziata dai Piemontesi tra le fila dei reggimenti svizzeri); in parole facili, quella dei Borbone fu la lotta per permettere la nascita di un ordine spontaneo, libero dalla tracotanza straniera.

Proviamo a dare un’occhiata al prospetto sulle importazioni negli stati della penisola presentato nell’anno 1854 dal console piemontese: Stato Romano L. 208.000, Lombardo-Veneto L. 637.000, Toscana L. 640.000, Due Sicilie L. 640.000, Piemonte L. 1.113.000***.

Torino, in balia dell’Inghilterra ed indebitata fino alle orecchie, faceva venire da Londra “castagne, legumi, pasta, fichi secchi e uva passa, tessuti di seta e cotone, pentole, bottiglie di vetro comune”!

L’ordine spontaneo del sistema dei “prezzi liberi”, invece, faceva sì che Napoli producesse da sé i suoi beni di consumo, accettando scambi economici solo quando erano alla pari. Per queste ragioni il nascente indipendentismo napoletano è la lotta per l’ordine spontaneo e l’emergere nitido dell’altra faccia del Risorgimento fa paura alle istituzioni perché può dare vigore a spinte indipendentiste, ovvero la critica dell’ordine autoritario può spingere alla ricerca di un ordine spontaneo, ad una rete di interazione tra individui senza le deliberate costruzioni colonialistiche ottimamente denunciate da Zitara.

*F.A. Von Hayek “Legge, Legislazione e Libertà”, Edizioni Est, cap. II, pagg. 48 e seguenti

**Proclama borbonico giunto da Napoli a Caserta il 22 Nov. 1861 in A. D’Ambra, “Il Brigantaggio Postunitario in Terra di Lavoro”, Edizioni Delta3, cap. II, pag. 38

***G. Coniglio, Note sulla Politica Economica di Ferdinando II di Borbone, estratto dall’Archivio Storico per le Province Napoletane, Nuova serie, vol. XXXV (1955), pagg. 14 e 15

Angelo D'Ambra 10/01/2011



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